Picerno e Piano della Nevena in Moto 3.3.2019
Picerno è il paese delle tradizioni e dei sapori mai tramontati e che tornano inesorabili nella quotidianità nutrendosi del presente.
Posto alle pendici del Monte Li Foj, meta ideale per gli appassionati di escursionismo, Picerno si presenta come un centro di montagna dalle antiche origini, ma anche come un suggestivo contesto che offre verdi paesaggi dal fascino indiscutibile, con pendii ricchi di pascoli, e poi vigneti e oliveti, e rilievi ricoperti da folti boschi.
Raggiunto il centro del borgo se ne può ammirare il fascino reso dall’insieme di vicoletti e gradinate tra i quali spuntano palazzi storici impreziositi da bei portali, chiese, e antiche torri.
La storia
Picerno sorge su un colle panoramico vicino a Potenza. Secondo la tradizione la sua fondazione risale al II secolo a. C. sulle rovine dell’antica Acerrona.
Il centro acquista particolare importanza nell’età normanna-sveva, ma occorre ricordare che il rinvenimento di tombe e vari reperti lasciano ipotizzare l’esistenza, all’interno del sito su cui sorge il borgo medioevale, di insediamenti indigeni collocabili nell’epoca tardo imperiale.
Picerno è stato feudo dei d’Angiò e, successivamente, agli inizi del ‘300, dei Sanseverino, per poi passare ai Caracciolo, quindi agli Spinelli, ai Muscettola e, infine ai Pignatelli, fino alla soppressione della feudalità.
Il patrimonio culturale
L’antico centro di Picerno regala un’atmosfera intima al suo visitatore, non solo per la sua posizione panoramica, su un colle, ma anche perché insinuandosi tra le vie più nascoste se ne scoprono peculiarità davvero affascinanti.
Come le due torri, l’una posta ad ovest di Piazza Statuto, che domina, con la sua armoniosa e imponente mole cilindrica, su tutto il tessuto urbano circostante, e l’altra, più piccola, nella zona sud del paese nota come “Toppo San Leonardo”. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che le due architetture fossero in realtà unite da una cinta muraria a difesa del castello normanno-svevo.
Di particolare fascino sono poi i numerosi palazzi storici, databili tra ‘600 e ‘800, impreziositi da bei portali in pietra, come seicenteschi Palazzo Caivano e Palazzo Scarilli, o il settecentesco Palazzo Capece dotato di un ampio giardino.
Interessante, anche per l’elegante portale, si presenta poi Palazzo Tarulli, né inferiori quanto a bellezza sono gli ottocenteschi palazzi Figliola e Caivano, anch’essi adornati da notevoli portali.
Non si può non ricordare un aspetto legato al contesto culturale del comune di Picerno, o meglio alla sua sonorità dialettale che il filologo Gerhard Rohlfs ha incluso nel cosiddetto “dialetto galloitalico”, diffuso nell’Italia settentrionale e caratteristico di alcuni comuni della provincia di Potenza, tra cui, appunto, Picerno.
I sapori
A Picerno, come in altri comuni della Basilicata, da tempo resiste la tradizione dell’uccisione del maiale, non sono un’occasione per la preparazione della prelibata “Lucanica”, l’ottima salsiccia stagionata dalla caratteristica forma ad “U”, ma anche momento di condivisione.
“Fare il salame”, da queste parti, significa ritrovarsi in famiglia o tra amici in un clima di festa e di folklore, in un’atmosfera di intima convivialità.
I salumi, in generale, sono i prodotti tipici più apprezzati, non è un caso che ai derivati del suino sia dedicato il notissimo evento enogastronomico, dalle chiare sfumature culturali intitolato “Porklandia”, ma non meno apprezzati sono anche gli ottimi formaggi freschi o stagionati prodotti in zona.
Natura e Parchi
Picerno sorge nel cuore del Melandro, alle pendici del Monte Li Foj, che con le sue vette domina un’ampia vallata del territorio del Melandro e della valle del Basento.
Circa 900 ettari di bosco, per lo più di faggi altissimi e aree picnic ben attrezzate, caratterizzano questo verde e tranquillo angolo di Basilicata attraversata da una infinità di stradine e sentieri lungo i quali non è raro incontrare animali al pascolo, per lo più bovini di razza podolica.
Prestando attenzione alle indicazioni, da qui si può raggiungere il Piano della Nevena, una zona in cui si respira un’aria purissima e dove, durante la stagione invernale, magari circondati da un morbido manto nevoso, è facile assistere ad un singolare fenomeno che consiste nella formazione di due laghetti di acqua piovana che, poi, in estate si svuotano per lasciare il poste a conche naturali che infondono serenità solo a guardarle. Uno di essi è noto come Lago Romito.
Montemurlo - Javello
Il territorio comunale di Montemurlo è adagiato sui rilievi subappenninici che dal Monte Javello si spingono a sud verso la piana. Il torrente Agna ne definisce il confine con il comune di Montale mentre ad Est il limite amministrativo verso Prato giunge a toccare il Monteferrato, famoso per le cave di serpentino conosciuto col nome di verde o nero di Prato, usata come materiale decorativo in svariati monumenti e chiese medievali di tutta Italia.
Oggi Montemurlo è una piccola cittadina che serba sulle colline la suggestiva Rocca medievale e antiche ville di prestigiosa architettura.
Dal castello per via Cicignano si raggiungono antichi edifici colonici e signorili e i begli edifici dell'abitato di Cicignano (toponimo di probabile origine etrusca).
Percorrendo via della Bicchieraia, la strada risale le pendici del Monte Javello e conduce, a nord, alla Fattoria di Javello, fulcro monumentale della tenuta di Javello, 350 ettari prevalentemente boschivi. Il complesso si articola intorno ad una vasta corte d'accesso, con la residenza padronale dotata di torre medievale e cappella gentilizia con affreschi del XVI e XVII secolo. Su una bella corte inferiore chiusa affacciano stalle e fienili. Nel giardino, sul lato nord, si apre un poetico viale con platani secolari e ortensie blu..