Neive Cuneo
Neive (Nèive in piemontese) è un comune italiano di 3.377 abitanti della provincia di Cuneo, nelle Langhe, in Piemonte. Il suo centro storico conserva un impianto medievale, fatto di stradine acciottolate che salgono verso la Torre dell'Orologio e di eleganti palazzi in cotto. È stato inserito nel club de I borghi più belli d'Italia, creato della Consulta del Turismo dell'Associazione dei Comuni Italiani (ANCI). È il paese natale di uno dei più grandi scrittori italiani di epica contadina, Franco Piccinelli, autore di oltre 40 libri, tra romanzi e poesie, la maggior parte ambientati proprio nelle Langhe. Pare debba il proprio nome alla gens Naevia, nobile famiglia romana della quale fu un possedimento: intorno al 100 a.C. era già un insediamento romano significativo, attraversato dalla via Aemilia Scauri, così chiamata dal nome del suo costruttore, il console Emilio di Scauro. Nel Medioevo vi fu eretto un castello fortificato (di cui rimane oggi solo una torre quadrangolare) e nei suoi pressi venne costruito un monastero di monaci benedettini provenienti dall'abbazia di Fruttuaria nel territorio di San Benigno Canavese . Il paese fu a lungo conteso, nell'età comunale, tra Asti ed Alba; nel 1242 fu però Asti ad assicurarsene il definitivo possesso e ad inserirlo stabilmente nella propria compagine territoriale, della quale seguì tutte le vicende storiche ed i passaggi alle diverse signorie. Alla fine del XIV secolo Luigi di Valois duca d'Orléans e signore di Asti inserì Neive nel Capitanato d'Astesana, una ripartizione amministrativa di comuni strategicamente importanti posti a difesa della Contea astese. Nell'occasione il villaggio fu completamente cinto di buone e solide mura. All'inizio del XVI secolo, nel quadro dei conflitti tra Francesco I e Carlo V, passò alternativamente sotto il dominio di Francia e di Spagna. Nel 1531 Neive, assieme a tutta la Contea di Asti fu annessa da Carlo III al Ducato di Savoia. Dopo una nuova parentesi di dominazione francese, nel 1560 tornò stabilmente ai Savoia con il duca Emanuele Filiberto. Solo verso la metà del XVII secolo, a seguito di una generale riforma delle province del Ducato, Neive fu scorporata da quella di Asti ed assegnata a quella di Alba appena istituita. A seguito della campagna napoleonica d'Italia e la costituzione della Repubblica Cisalpina, nel 1800 ottenne il riconoscimento di Municipalità. Tornò ai Savoia nel 1814 e seguì le vicende storiche della casata sino alla costituzione della Repubblica Italiana. Il centro storico conserva un impianto medievale che si addensa nella parte alta ove rimangono alcune vestigia del ricetto, anche se l'antico castello andò precocemente distrutto nel 1276, nel corso di una delle tante guerre tra loro i Comuni di Asti ed Alba. Dell'antico borgo si è mantenuta l'atmosfera in virtù delle tortuose stradine acciottolate che si dispongono ad anelli attorno alla sommità dell'altura o che salgono verso la Torre dell'Orologio (XIII secolo), simbolo dell'antica municipalità. Il cuore del borgo è rappresentato da Piazza Italia: quasi un salotto settecentesco nel quale si affacciano soprattutto le sedi amministrative del paese. Si nota subito un palazzo bianco - l'antico Palazzo del Municipio - con archi e lesene slanciate, che reca in alto, sotto l'orologio, un vistoso stemma comunale.
Gli uffici del Comune trovano oggi posto, dall'altro lato della piazza, in un elegante edificio con la facciata in mattoni a vista, Palazzo Borgese (casa natale dell'architetto neivese Giovanni Antonio Borgese la cui qualità artistica è riconoscibile in molte delle settecentesche dimore nobiliari e chiese del borgo)
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Mantova: ALn 668, la città e in battello sui laghi
Arrivando a Mantova in auto, la Rocca di Sparafucile, il lungo ponte di S. Giorgio, Lago di Mezzo a destra, Lago Inferiore a sinistra, la visione del profilo della città davanti, col castello di S. Giorgio e lo skyline, il profilo dei palazzi: una vista spettacolare. Subito in stazione, che ha la particolarità di vedere, a parte importanti treni merci, solo treni Regionali, di Trenitalia, TPER, Sistemi Territoriali, Trenord. Vestigia del passato è l' ottocentesca torre ottagonale del serbatoio dell' acqua. Regionali con semipilota 'Mazinga' che è progetto del già lontano 1975, poi E 464 TPER, E 193 Vectron Siemens Mercitalia, ETR 343 Stadler di SI Sistemi Territoriali in comodato d' uso a Trenitalia, E 464 con Vivalto, E 483 Captrain. Una isolataTrappulella ALn 668 1028 ronfa coi suoi 2 motori Iveco 8217.32 e poi parte per Parma come Reg. 20334. Visito la città: Castello S. Giorgio, Casa di Rigoletto, il Duomo, Piazza Sordello, Palazzo Ducale, Palazzo Vescovile, Palazzo Castiglioni, Piazza Broletto, Piazza delle Erbe, Casa del mercante, Concattedrale di S. Andrea con la tomba di Andrea Mantegna, Torre dell' Orologio, Rotonda romanica di S. Lorenzo, Chiesa S. Sebastiano, Palazzo Te. Mantova è una meraviglia. In un giardino la loco monumento GR 880 006, costruzione Breda anno 1916. Mantova ed i suoi laghi. Parco Naturale del Mincio. All' imbarcadero sul Lago di Mezzo salgo sulla motonave River Queen per ammirare dalle acque lo splendido profilo della città, rimasta intatta nei secoli nelle sue forme medioevali e rinascimentali.
Lago di Mezzo, ponte S. Giorgio, Lago Inferiore, strettoia diga Masetti, il Mincio ridiventa un fiume, la Vallazza, distese di fiori di loto che affiorano in superficie, pioppi e salici sulle sponde, doppie paratoie di Valdaro ... ed il ritorno all' approdo accanto a Castel S. Giorgio. Torno in stazione, dove arriva la Trappulella ALn 668 1114, che prendo come R. 20334 Mantova-Parma. Continua ...
Asti - speciale 150 anni
L'antica città di Asti, preserva intatti i fasti del nobile e prestigioso passato. Percorrendo ogni angolo di strada sono visibili alte torri, piazze, porticati e palazzi medioevali, memoria del grande potere che la città ha avuto nel corso dei secoli.
V per Vendemmia Teaser Trailer
Abbiamo mille idee e quelle che possiamo vogliamo realizzarle. Abbiamo deciso di pubblicare una serie di episodi che mostrano il momento più importante per un'azienda vitivinicola in collina, la Vendemmia presso Aquila del Torre.
Piemonte - Presa banda di ladri delle case e B&b di Alba, Asti e Torino (30.11.19)
- Silenziosi e accorti, tanto da togliersi le scarpe prima di entrare in casa delle vittime per non lasciare impronte, i ladri hanno compiuto almeno 42 furti in abitazione, tra le province di Cuneo, Torino e Asti in ville isolate, B&B centrali e case in centri abitati, con o senza presenza di persone all’interno. I militari del Nucleo operativo e radiomobile di Alba hanno arrestato due cittadini albanesi e denunciato 7 persone, 5 bulgari e 2 macedoni, con l’accusa di furti in abitazione, ricettazione, riciclaggio, utilizzo fraudolento di carte di credito e porto abusivo di armi.
La banda era specializzata nella «tecnica del buco»: riuscivano a forare i serramenti delle finestre e facevano scattare la maniglia all’interno. Colpivano a tappeto le zone prescelte, muovendosi a piedi tra un obiettivo e l’altro e scegliendo soprattutto ville isolate e B&B, dove potevano trovare i bottini più grossi e auto parcheggiate in giardino. Colpivano anche se in casa c’erano persone che stavano dormendo: se le vittime si svegliavano, i ladri la «invitavano» a tornare a dormire e continuavano il furto. L’indagine, chiamata «Passo falso», è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo e confermato il carcere per i due cittadini albanesi.
L’indagine è iniziata nel settembre 2019 e ha permesso di documentare la presunta responsabilità degli indagati per almeno 42 furti in abitazione, compiuti tra settembre e novembre 2019 nelle province di Cuneo, Asti e Torino ed in particolare a Serravalle Langhe, Madonna di Como e Altavilla (frazioni di Alba), Benevello, Trezzo Tinella, Barbaresco, Treiso, Magliano Alpi, Borgomale, Neive, San Damiano d’Asti, Barolo, Carmagnola e Carrù. I due, al fine di ostacolare le indagini, alternavano ogni giorno obiettivi differenti, spaziando per le tre province, muovendosi nel cuore della notte e cambiando sempre l’auto per gli spostamenti.
Nei tre mesi d’indagine i due hanno rubato e utilizzato 7 auto, tutte recuperate e riconsegnate ai proprietari. Alcune di queste sono state poi smontate, punzonate e ricettate da altrettanti cittadini di origine bulgara e macedone pronti per esportarle all’estero. Per sottrarsi a qualunque controllo di polizia percorrevano sentieri del bosco dopo aver lasciato le vetture in strade secondarie e più isolate, indossando sempre passamontagna, guanti e lasciando i telefoni cellulari a casa.
Tra i furti più «originali», si ricorda quello a Sommariva Bosco in cui sono stati rubati 14 scalini in pietra della scala principale esterna che portava all’abitazione di una famiglia. La mattina dopo quest’ultimi hanno dovuto chiamare i vigili del fuoco per uscire di casa. Nel corso dell’attività investigativa sono state recuperate oltre le auto anche gioielli, orologi, abbigliamento e borse da donna griffati, smartphone, elettrodomestici, utensileria e attrezzatura agricola. Il tutto è stato riconsegnato dai carabinieri ai proprietari. (30.11.19)
Domenica Brisighella su RAI 3, in gara per il Borgo più bello d’Italia