Riserva Naturale Valle dell'Inferno e Bandella
La Riserva naturale della Valle dell'Inferno e Bandella è un'area naturale protetta della Toscana situata lungo il tratto valdarnese dell'Arno. La riserva si sviluppa nel bacino della centrale idroelettrica ENEL di Levane. Sitratta di una zona palustre, formatasi ai bordi dei laghi originati dalla costruzione delle dighe al finire degli anni '50 per la produzione di energia elettrica.
Questa zona successivamente si è popolata della fauna e della flora tipica delle zone umide e l'abbondante presenza di pesci, anfibi, invertebrati ha attirato nuove specie di uccelli che hanno scelto quest'oasi per la loro riproduzione. Ma allo stesso tempo però i laghi non hanno cancellato la flora e la fauna tipica che caratterizzavano la valle. La leggenda racconta che Dante Alighieri passando da queste parti abbia trovato il traghettatore di nome Caronte che faceva attraversare l'Arno ai viandanti, e dal suo nome e da questi luoghi impervi si sarebbe ispirato per la Divina Commedia.
La calma del fiume sembra contrastare con il nome di Valle dell'Inferno che caratterizza da sempre questo tratto dell'Arno, ma in realtà il riferimento doveva essere più che calzante prima della costruzione della diga. La valle è infatti profondamente incisa, con versanti particolarmente ripidi tra i quali l'Arno scorreva in modo impetuoso e spesso pericoloso per chi era costretto a percorrerlo in barca.
La Riserva naturale della Valle dell'Inferno e Bandella è adesso un'area naturale protetta che si sviluppa nel bacino della centrale idroelettrica di Levane costruita negli anni '50. Le acque dell'Arno, trattenute dalla diga, si estendono tranquille per quasi tutta la lunghezza della Riserva, formando il cosiddetto lago di Levane, del quale fa parte anche la zona umida di Bandella, originatasi per allagamento della valle del torrente Ascione.
Una storia non verificata narra che sulle rocce sotto la superficie del lago artificiale si trovi una scultura di Gastone Brilli-Peri (famoso pilota Montevarchino Campione del Mondo nel 1925 morto in un incidente a Tripoli nel 1930).
Nell'oasi della Valle dell'Inferno e di Bandella non abbiamo una grande varietà di flora in quanto i boschi sono per la maggior parte popolati di querce, qualche pino, piccoli arbusti e piante palustri nelle vicinanze delle sponde dei laghi formati dalle dighe, e dell'Arno.
Fauna. La fauna tipica in questa zona è caratterizzata da: nibbio bruno, martin pescatore, tottavilla e averla piccola che sono specie di uccelli che hanno scelto questa zona per la loro riproduzione; poi abbiamo il cormorano, l'airone rosso, la nitticora e la garzetta che la utilizzano solo per le loro soste, mentre possiamo dire che l'airone cinerino è un frequentatore abituale del posto.
Invece addentrandoci nei boschi possiamo trovare animali come: lepre, fagiano, istrice, capriolo e cinghiale; ed infine abbiamo anche la presenza della salamandrina dagli occhiali. Il Centro Visite di Monticello (Terranuova Bracciolini, AR) è fruibile su prenotazione. I sentieri della Riserva Naturale sono liberamente percorribili, mentre l'area attrezzata di Castiglioncello è accessibile in occasione di visite guidate. Nel bacino della Valle dell'Inferno è attivo un servizio di Visite Guidate con una imbarcazione della Provincia di Arezzo.
2^Ecocross-country Oasi valle dell'inferno
partenza ecocross country a Terranuova Bracciolini
PIANTRAVIGNE (TERRANUOVA BRACCIOLINI, AREZZO, ITALY)
Piantravigne, frazione di Terranuova Bracciolini, provincia di Arezzo, Valdarno, Toscana, Italia. Sorge a 255 metri sul livello del mare e vi risiedono 138 abitanti. Caratteristico il circostante paesaggio delle Balze, che si sono formate dai sedimenti depositati da un lago nel Pliocene e nel Pleistocene, lungo circa 20 km, che occupava l'attuale Valdarno. Nel corso dei millenni, quando il lago si è ritirato, i suoi sedimenti sono stati sottoposti ad una continua azione di erosione da parte degli agenti atmosferici, che li hanno modellati fino ad assumere le affascinanti forme conosciute con il nome di Balze. Con i loro pinnacoli e guglie rocciose rappresentano un paesaggio caratteristico, ma poco conosciuto, del Valdarno, che merita di essere visto Anche Leonardo Da Vinci ne rimase affascinato e lo raffigurò in alcuni suoi dipinti, come nel paesaggio di sfondo alla Gioconda.
DIGA DI LEVANE SUL FIUME ARNO (MONTEVARCHI, AREZZO, ITALY)
DIGA E LAGO DI LEVANE SUL FIUME ARNO, RISERVA NATURALE DELLA VALLE DELL'INFERNO E BANDELLA E APPRODO DI BANDELLA, provincia di Arezzo, Toscana, Italia. La diga di Levane è un impianto per la produzione di energia idroelettrica che appartiene all'ENEL ed insieme alla diga della Penna poco più a monte forma dei bacini lacustri lungo il primo tratto del fiume Arno. Entrambe le dighe sono situate in provincia di Arezzo nei comuni di Montevarchi (presso la frazione di Levane) e di Pergine Valdarno. E' a partire dalla diga di Levane che il corso dell'Arno passa dalla piana di Arezzo al Valdarno Superiore. Entrambe le dighe sono state costruite alla fine degli anni '50, a breve distanza l'una dall'altra, al fine di produrre energia sfruttando il moto delle acque del fiume ed anche per costituire un bacino utile alle irrigazioni dei comuni valdarnesi e per rifornire parte dell'acquedotto che arriva fino a Firenze: infatti tali dighe sbarrano il corso dell'Arno a circa cinquanta chilometri dal capoluogo regionale. La creazione di questo sistema di dighe ha fatto sì che le piene invernali nel Valdarno Superiore ed a Firenze siano sensibilmente ridotte. La diga di Levane nel cui invaso sono presenti circa 3 milioni di metri cubi di acqua determina un ristagno delle acque fluviali, poiché queste superano il livello fluviale naturale e dunque dalla fine degli anni '50 la risalita delle acque lacustri nella valle dell'Ascione e nelle profonde gole della Valle dell'Inferno ha determinato l'origine di estesi ambienti palustri. La realizzazione di tale sistema di dighe ha creato una zona naturalistica di notevole importanza sebbene artificialmente: si è venuto a ricreare un ambiente acquitrinoso che è attualmente rifugio di numerose specie faunistiche ed oggi tale area gode della protezione della Riserva Naturale di Levane e Bandella, che si estende su un tratto discreto del fiume Arno: all'incirca dalla località Ponte Buriano nel comune di Arezzo fino alla diga di Levane. Questo bacino viene a volte chiamato anche lago di Levane, quello tra le due dighe, mentre quello tra la diga della Penna e Ponte Buriano viene detto Invaso della Penna. Fotografie scattate il 19 aprile 2013, inframmezzate ad altre di archivio.
SAN GIOVANNI VALDARNO (TOSCANA, ITALY)
Domenica 30 dicembre 2012: vedute del Palazzo di Arnolfo e del centro storico.
S.Giovanni Valdarno, luogo di nascita dei pittori Masaccio e Giovanni da S.Giovanni, comune di 17141 abitanti, provincia di Arezzo, Valdarno, Toscana, Italia. Come indica il suo nome si trova nella valle del fiume Arno. All'origine (1296) si chiamava Castel S.Giovanni e venne edificato per conto di Firenze sui progetti che l'architetto Arnolfo di Cambio elaborò per realizzare gli avamposti del governo centrale, le terre nuove fiorentine (non vi è però la certezza della diretta partecipazione dell'urbanista ai lavori). La struttura del centro storico richiama l'organizzazione della città romana con la grande piazza centrale dalla quale si dipartono i due assi principali perpendicolari tra loro dai quali nascono le strade secondarie. Tra la fine del XIII ed il XIV secolo l'area del comune, anche oggi denominata Valdarno Superiore, non era ancora inserita in modo stabile nell'ambito del contado di Firenze. A questo scopo il capoluogo fiorentino decise di consolidare il controllo dell'intera area dell'Arno attraverso un complesso sistema di presidi militari. I centri abitati già esistenti vennero difesi con la creazione di cinte murarie come nella vicina Montevarchi, mentre al tempo stesso vennero fondate tre nuove città prontamente munite di difese murarie. La fondazione dei comuni di S.Giovanni e Castelfranco di Sopra risale infatti al 1296, secondo lo storico Giovanni Villani, mentre una provvisione del 26 gennaio 1299 prevedeva la costruzione della terza città, Terranuova Bracciolini, che venne popolata soprattutto grazie alla vicina città di Castel S.Giovanni. I coloni vennero incentivati attraverso notevoli sgravi fiscali, ma sebbene Firenze stessa si fosse accollata la parte economica di queste nuove costruzioni, a loro spettava sempre la manodopera manuale e l'edificazione delle nuove abitazioni. I tre paesi dovevano essere prevalentemente agricoli e come tale venne stabilito che nessun nobile potesse risiedervi stabilmente, ma potesse mantenervi dei possedimenti terrieri, o edilizi. Firenze lamentò in quest'epoca una certa lentezza nell'esecuzione di questi lavori di edificazione e fortificazione, che esponeva l'intera area ad attacchi sempre più frequenti, soprattutto ad opera dei pisani e della vicina Arezzo. Già nel 1352 un rapporto locale indicava come le mura risultassero in pessime condizioni e come tra il 1356 ed il 1363 la cinta muraria venne ristrutturata e rafforzata portando a ventiquattro il numero delle torri difensive. Dopo la conquista di Arezzo lo stato fiorentino dovette poi scontrarsi con la politica espansionistica dei Visconti di Milano, che miravano ad impadronirsi delle terre dell'Emilia e della Toscana. Questo fece sì che il paese di S.Giovanni mantenesse la propria funzione di presidio militare di rilievo.
Ciuffenna - Via Del Fiume Terranuova Bracciolini 24-10-2013 Alluvione Valdarno
PERGINE VALDARNO (AREZZO, ITALY)
Pergine Valdarno, provincia di Arezzo, Valdarno, Toscana, Italia. Il territorio del comune di Pergine Valdarno è posto quasi al centro del triangolo geografico Arezzo, Siena, Firenze ed occupa una parte del sistema collinare tra il Valdarno e la Valdichiana alla sinistra del fiume Arno. È attraversato dalla linea ferroviaria Firenze-Roma ed è servito dalle stazioni di Laterina, o Ponticino, mentre con l'autostrada è facilmente raggiungibile dai caselli di Valdarno se si proviene da nord, oppure Arezzo per chi arriva da sud. Il paesaggio, tipico della Toscana rurale interna, si presenta ricoperto dai boschi nella parte più elevata delle colline, coltivato a viti e olivi a metà costa e infine seminativo nella valle dello Scerfio e nelle terrazze alla sinistra dell'Arno. I centri storici e le unità poderali si collocano in posizione più elevata rispetto al fondovalle e conservano i tratti degli antichi impianti medievali. Questo contesto territoriale fonda oggi proprio sulle risorse paesaggistiche e sulle tipicità economiche (olio che si dice addirittura sia il migliore al mondo, vino anch'esso di ottima qualità ed agriturismo) le potenzialità del proprio sviluppo. Accanto alla tradizionale economia agricola si è sviluppato anche un tessuto artigianale e industriale nel settore orafo, nella meccanica in generale e nella meccanica di precisione. Singolare per il genere è l'esperienza industriale relativa allo sfruttamento dell'anidride carbonica di cui il sottosuolo è molto ricco. Per quello che riguarda la storia le importanti stazioni preistoriche rinvenute nelle terrazze adiacenti i maggiori corsi d'acqua testimoniano la precoce frequentazione di questa zona da parte dell'uomo, ma sono state soprattutto le civilizzazioni etrusca e romana che hanno lasciato significative impronte su questo territorio solcato da sempre da importanti direttrici viarie. Lo stesso nome Pergine pare riconducibile alla matrice culturale etrusca. Tra le testimonianze del periodo romano spicca un bell'esemplare di lamina rinvenuta in località Bagno, sulla quale compare una iscrizione imprecatoria rivolta alla divinità delle acque chiamate acquae ferventes sive nimfas. La rete dell'insediamento costituita dalle pievi, castelli e monasteri ridisegnò nel medioevo la mappa degli abitati di questo territorio che si è protratta fino ai nostri giorni. La cultura riveste un ruolo di primo piano per quello che riguarda il territorio di Pergine Valdarno. Le manifestazioni pubbliche della Fiera del bestiame nella frazione di Montalto, tra l'ultima settimana di maggio e la prima di giugno, la Festa della vendemmia nella frazione di Pieve a Presciano, l'ultima settimana di agosto, la Festa dell'olio a Pergine Valdarno, tra la terza e la quarta settimana di novembre, e il premio Cinema e socialità nel capoluogo, a luglio, scandiscono i ritmi della vita e delle stagioni ed assicurano buone opportunità culturali, economiche e sociali all'intera comunità. Pergine Valdarno oltretutto è il comune chiamato a rappresentare l'Italia nel Villaggio culturale d'Europa, che consiste nello scambio di esperienze di vita, gastronomiche e folkloristiche fondato sull'ospitalità in famiglia con le altre famiglie europee coinvolte nello scambio stesso. Questa esperienza ha permesso così alle famiglie di Pergine Valdarno di avere una visione molto ampia nei confronti di persone di altri paesi e di essere molto aperti nel settore dell'ospitalità anche a livello di abitazioni private. Al limite est del comune si trova il fiume Arno, dove si possono ammirare ancora i resti del vecchio ponte del Romito. Da lì inizia la riserva naturale di Bandella detta anche Valle dell'Inferno, una zona palustre che occupa un'estensione di 531 ettari comprese tra la diga di Levane e appunto il ponte Romito. Uno spettacolare ambiente fluviale che comprende boschi, arbusteti e colture con un'eccezionale coesistenza di ambienti diversi che ha come risultato una fauna decisamente interessante. Negli ultimi tempi si è ipotizzato che lo sfondo del celebre quadro di Leonardo Da Vinci, la Gioconda, si trovi nei comuni di Pergine e di Laterina, più propriamente in gran parte di quello che è il territorio della comunità di Ponticino.
Sottobosco HD
Trekking Balze del Valdarno