Villaggio Crespi d'Adda (Patrimonio UNESCO) - Capriate S. Gervasio - Visita con Guida personale
Una visita approfondita dell'intero villaggio, con brevi panoramiche sul fiume Adda.
Villaggio Crespi d'Adda Patrimonio UNESCO Capriate S Gervasio Visita con Guida personale
VILLAGGIO CRESPI D'ADDA
Il villaggio venne costruito durante l'ultimo quarto del XIX secolo dalla famiglia Crespi, che scelse quest'area, vicina al fiume Adda, per costruire un cotonificio. La fondazione si fa risalire al 1878, anno in cui il bustocco Cristoforo Benigno Crespi acquistò 85 ettari di terra dai comuni di Capriate San Gervasio e Canonica d'Adda. I lavori di costruzione vennero affidati all'architetto Ernesto Pirovano e all'ingegnere Pietro Brunati. Il villaggio è poi stato portato avanti dal figlio di Cristoforo, Silvio Crespi.
L'ambizioso progetto di Crespi prevedeva di affiancare agli stabilimenti - similmente a quanto già accadeva nell'Inghilterra della rivoluzione industriale - un vero e proprio villaggio che ospitasse alcuni operai della fabbrica e le loro famiglie. Il neonato insediamento venne dotato di ogni struttura necessaria: oltre alle casette delle famiglie operaie (complete di giardino ed orto) e alle ville per i dirigenti (che vennero costruite in seguito), il villaggio era dotato di chiesa (copia in scala ridotta del Santuario di Santa Maria di Piazza di Busto Arsizio), scuola, cimitero, ospedale proprio davanti alla fabbrica, campo sportivo, teatro, stazione dei pompieri e di altre strutture comunitarie.
Crespi d'Adda assunse la sua forma finale intorno agli anni 1920 e ancora oggi è riconoscibile il suo impianto geometricamente regolare attraversato dalla strada principale che collega il villaggio a Capriate San Gervasio. La fabbrica, gli uffici e la casa padronale sono situati sul lato della strada verso il fiume, mentre gran parte degli altri edifici sono dislocati sul lato opposto in una griglia scandita da tre strade parallele alla principale[1].
Il villaggio rimase di proprietà di un'unica azienda fino agli anni 1970, quando diversi edifici, soprattutto residenziali, vennero venduti ad altri privati. In questo periodo si registrò un calo dell'attività industriale dovuto, tra le altre cose, allo spopolamento del villaggio operaio[1].
Nel 1889 la frazione di Crespi, sino ad allora compresa nel comune di Canonica d'Adda nel circondario di Treviglio, venne assegnata al comune di Capriate d'Adda nel circondario di Bergamo[2].
In data 11 ottobre 2013 il complesso dell'ex cotonificio viene acquistato dall'imprenditore Antonio Percassi con l'intenzione di utilizzarlo come quartier generale delle sue aziende[3].
Patrimonio UNESCO
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Crespi D'Adda. Insediamento Storico. Capriate.- Italia - Patrimonio dell'Umanità
Crespi d'Adda è un insediamento storico a Capriate San Gervasio, Lombardia, Nord Italia. E 'un ottimo esempio per la 19 e l'inizio del 20 ° secolo company town, costruito in Europa e in Nord America dagli industriali illuminati per soddisfare i lavoratori 'ha bisogno del. Il sito è ancora intatto e in parte utilizzati per scopi industriali, anche se cambiando e sociale, condizioni economiche, ora minacciano la sua sopravvivenza.[1] Dal 1995 è stato in dall'UNESCOnell'elenco s 'dei siti del patrimonio mondiale.
Castello della famiglia Crespi
Cimitero di Crespi d'Adda
Un operaio di fabbrica di casa con giardino
Nel 1875 Cristoforo Benigno Crespi, un produttore tessile di Busto Arsizio (Varese), ha acquistato l'1 km valle tra i fiumi Brembo e Adda, a sud di Capriate, con l'intenzione di installare una fabbrica di cotone sulle rive del Adda.[2]
Cristoforo Crespi ha introdotto le più moderne filatura, tessitura e finitura nel suo Cotton Mill.[3] La centrale idroelettrica di Trezzo, sul fiume Adda, a pochi chilometri verso l'alto pochi, è stato costruito intorno al 1906 per il produttore Cristoforo Benigno Crespi.[4] L'insediamento che è stato costruito nel 1878 accanto al cotonificio era un villaggio, una zona residenziale dotata di servizi sociali come una clinica, una scuola, un teatro, un cimitero, un lavatoio e di una chiesa.[5]
[6] [7] Sia la città e la fabbrica sono state illuminate grazie alla luce elettrica.[6] Il villaggio di Crespi d'Adda è stato il primo paese in Italia ad avere moderna illuminazione pubblica.[8] Le case lavoratori, di lingua inglese ispirazione, sono allineate in ordine lungo le strade parallele a est della fabbrica.[3] Un albero di viale allineato-separa la zona di produzione dalle case, si affaccia su una strada di bordo correttore piano.[9] L'intera architettura e urbanistica (tranne il primo reparto filatura, creato da ingegnere Angelo Colla), è stato presentato alla architetto Ernesto Pirovano. Per 50 anni circa Pirovano, aiutato dal tecnico Pietro Brunati, correva la costruzione del villaggio.[6]
Nel 1889 il figlio di Cristoforo, Silvio, ha iniziato a lavorare in fabbrica come regista, dopo aver trascorso il tempo in Oldham, in Inghilterra.[6] Egli si allontanò dal multipla occupazione grandi blocchi in favore della famiglia-casa singola, con la sua proprio giardino, che vedeva il quale favorisce l'armonia e una difesa contro industriale lotta. Ha messo in pratica questa politica nel 1892 e negli anni che seguirono, con successo, dal momento che non c'era sciopero o altre forme di disordine sociale per i cinquanta anni di gestione Crespi.[2]
La grande depressione del 1929 e la dura fascista la politica fiscale ha portato alla famiglia Crespi essere obbligati a vendere l'intera città di STI, l'azienda tessile italiana, che ha trasferito alla società di Varzi Rossarl e nel 1970. Si passò poi alla società Legler, che ha venduto fuori la maggior parte delle case. E 'stata nelle mani del gruppo industriale Polli, che contava circa 600 persone, rispetto ai 3.200 occupati negli anni di massima attività.[2]
Oggi il villaggio è abitato da una comunità in gran parte discendenti dei lavoratori originale. La fabbrica ha cessato la produzione solo nel 2004, il suo campo di attività per tutta la sua vita lavorativa aver produzione tessile del cotone.
VILLAGGIO CRESPI D'ADDA, UNESCO HERITAGE
This video is about VILLAGGIO CRESPI D'ADDA, UNESCO HERITAGE, SI RINGRAZIA TUTTO LO STAFF DI CRESPI CULTURA PER LA COLLABORAZIONE.
PER INFO
La storia di Crespi d'Adda
Non lontano da Capriate sorge un incredibile spaccato della storia d'Italia: il villaggio operaio di Crespi d'Adda. Il villaggio fu costruito tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento seguendo i dettami delle utopie urbanistiche allora tanto in voga per diventare il luogo ideale dove fondere vita privata e vita lavorativa. Si ringrazia per la collaborazione l'Associazione Culturale Villaggio Crespi -
Unesco, ex villaggio operaio Crespi d'Adda pronto per terza vita
Capriate S.Gervasio (BG) (askanews) - Rispondere ai bisogni dei propri dipendenti dalla culla alla tomba. Era questo il motto del capitalismo paternalista di fine Ottocento che ha portato alla costruzione dei villaggi operai, dove accanto alla fabbrica si facevano anche la chiesa, la scuola e l'ospedale, oltre a case di diversa ampiezza e finitura, a seconda dello status sociale di chi le abitava. Ce ne sono in tutta Europa e nel Nord America, ma è in provincia di Bergamo, a Crespi d'Adda, che si trova uno degli esempi più completi e meglio conservati, tanto che nel 1995 l'Unesco l'ha inserito nella lista del Patrimonio mondiale dell'umanità. Oggi è un tranquillo paese di 400 abitanti, dove vivono soprattutto ex operai e loro discendenti.
Entravano alle 6 del mattino fino alla sera, alle 6-7 e mezza, dopo è arrivato il duce con le 8 otto ore e allora...entrava alle 8 fino a mezzogiorno, poi dalle 13.30 fino alle 16.30-17, però hanno fatto 12 ore al giorno tanti anni.
Del resto nel cotonificio di Crespi d'Adda si è lavorato fino al 2003, poi la chiusura e il degrado, ma oggi, dopo un contenzioso sugli oneri di urbanizzazione, è vicina la riconversione della vecchia fabbrica in uffici, centri di ricerca e polo culturale.
Noi abbiamo dato il benvenuto al nuovo proprietario, al signor Percassi, perché crediamo veramente - ci ha detto il sindaco di Capriate San Gervasio, Comune di cui Crespi d'Adda è una frazione - che voglia fare qualcosa di ottimo per la nostra città. Perché la fabbrica torni a essere moderna abbiamo bisogno chiaramente di infrastrutture diverse rispetto al passato, è questo il nodo. Oggi che però ci stiamo avviando verso la definizione di un accordo di programma insieme alla Regione Lombardia abbiamo coinvolto attori importanti nel ridefinire proprio anche questa questione.
Siamo dunque alla vigilia di una trasformazione, in parte già iniziata, che deve però completarsi cercando di preservare il carattere di un luogo dove il tempo sembra essersi fermato.
Quando io ero bambina, 40 anni fa, abitavo in un paese vicino, Brembate, e Crespi era 'la buca'. Andavano a lavorare tantissime donne di Brembate nello stabilimento, ma era una località considerata poco più di zero. Poi c'erano le nebbie e a novembre era già tutto buio. Oggi è cambiato l'ecosistema, ma soprattutto la considerazione che si dà a questo villaggio.
Nel frattempo, dopo l'installazione di nuove turbine, è già stata riattivata la monumentale centrale idroelettrica che muoveva i telai dello stabilimento. Una fonte di energia pulita in grado di coprire abbondantemente il fabbisogno dell'intero paese, anche nella sua terza vita.
VILLAGGIO CRESPI D'ADDA
un museo storico a cielo aperto: il Villaggio Crespi d'Adda, il villaggio operaio perfetto...
Crespi D'Adda Villaggio Operaio Fine Ottocento Patrimonio Mondiale Unesco
Crespi D'Adda Worker Village Late 19th century Unesco World Heritage
Il villaggio venne costruito durante l'ultimo quarto del XIX secolo dalla famiglia Crespi, che scelse quest'area, vicina al fiume Adda, per costruire un cotonificio. La fondazione si fa risalire al 1878, anno in cui il bustocco Cristoforo Benigno Crespi acquistò 85 ettari di terra dai comuni di Capriate San Gervasio e Canonica d'Adda. I lavori di costruzione vennero affidati all'architetto Ernesto Pirovano e all'ingegnere Pietro Brunati. Il villaggio è poi stato portato avanti dal figlio di Cristoforo, Silvio Crespi.
L'ambizioso progetto di Crespi prevedeva di affiancare agli stabilimenti - similmente a quanto già accadeva nell'Inghilterra della rivoluzione industriale - un vero e proprio villaggio che ospitasse alcuni operai della fabbrica e le loro famiglie. Il neonato insediamento venne dotato di ogni struttura necessaria: oltre alle casette delle famiglie operaie (complete di giardino ed orto) e alle ville per i dirigenti (che vennero costruite in seguito), il villaggio era dotato di chiesa (copia in scala ridotta del Santuario di Santa Maria di Piazza di Busto Arsizio), scuola, cimitero, ospedale proprio davanti alla fabbrica, campo sportivo, teatro, stazione dei pompieri e di altre strutture comunitarie.
Crespi d'Adda assunse la sua forma finale intorno agli anni 1920 e ancora oggi è riconoscibile il suo impianto geometricamente regolare attraversato dalla strada principale che collega il villaggio a Capriate San Gervasio. La fabbrica, gli uffici e la casa padronale sono situati sul lato della strada verso il fiume, mentre gran parte degli altri edifici sono dislocati sul lato opposto in una griglia scandita da tre strade parallele alla principale.
Il villaggio rimase di proprietà di un'unica azienda fino agli anni 1970, quando diversi edifici, soprattutto residenziali, vennero venduti ad altri privati. In questo periodo si registrò un calo dell'attività industriale dovuto, tra le altre cose, allo spopolamento del villaggio operaio.
Nel 1889 la frazione di Crespi, sino ad allora compresa nel comune di Canonica d'Adda nel circondario di Treviglio, venne assegnata al comune di Capriate d'Adda nel circondario di Bergamo.
The village was built during the last quarter of the nineteenth century by the Crespi family, who chose this area, close to the river Adda, to build a cotton mill. The foundation dates back to 1878, when the bust of Cristoforo Benigno Crespi bought 85 hectares of land from the municipalities of Capriate San Gervasio and Canonica d'Adda. The construction work was entrusted to the architect Ernesto Pirovano and engineer Pietro Brunati. The village was then brought forward by the son of Cristoforo, Silvio Crespi.
Crespi's ambitious project envisaged joining the factories - similarly to what was already happening in England of the industrial revolution - a real village that housed some factory workers and their families. The new settlement was equipped with every necessary structure: in addition to the houses of the working families (complete with garden and vegetable garden) and the villas for the managers (which were built later), the village was equipped with a church (a small-scale copy of the Sanctuary) of Santa Maria di Piazza di Busto Arsizio), school, cemetery, hospital just in front of the factory, sports ground, theater, fire station and other community facilities.
Crespi d'Adda assumed its final shape around the 1920s and even today its geometrically regular plant is recognizable crossed by the main road that connects the village to Capriate San Gervasio. The factory, the offices and the manor house are located on the side of the road towards the river, while most of the other buildings are located on the opposite side in a grid marked by three streets parallel to the main one.
The village remained the property of a single company until the 1970s, when several buildings, especially residential buildings, were sold to other private individuals. In this period there was a decline in industrial activity due, among other things, to the depopulation of the working village.
In 1889 the village of Crespi, until then included in the municipality of Canonica d'Adda in the district of Treviglio, was assigned to the municipality of Capriate d'Adda in the district of Bergamo.
Crespi D'Adda. Pueblo Obrero. ItalyPatrimonio de la Humanidad
Crespi d'Adda es un pueblo obrero (villaggio operaio) modelo del siglo XIX en Italia, una fracción del municipio de Capriate San Gervasio, en la provincia de Bérgamo (Lombardía) en la orilla izquierda del río Adda. Desde 1995 se encuentra incluido en la lista de lugares Patrimonio de la Humanidad por la Unesco.
Es ciertamente el ejemplo más interesante en Italia del fenómeno de los barrios obreros o pueblos para los trabajadores. Ha quedado perfectamente conservado (en particular su esquema urbano y su apariencia arquitectónica aún están inalterados) y constituye uno de los más completos y originales logros del mundo.
vlog : VILLAGGIO CRESPI D'ADDA ( italia )
Villaggio Crespi (Crespi d'Adda,Bg)
Non del tutto abbandonato (anzi... ci vivono in questo paese)... vi sono delle fabbriche in disuso
crespi d'adda
Un bellissimo documentario su un incantevole paese in
provincia di Bergamo: Crespi d' Adda.
villaggio crespi d'adda video bianco e nero
VILLAGGIO CRESPI D'ADDA VISTO DA ALESSANDRO E DENNIS
Filmato realizzato da alunni della classe IIID della scuola secondaria Kennedy A.S. 2013/2014 di Brugherio, nell'ambito di un progetto della scuola e del DOL (Politecnico di Milano), sotto la supervisione della Prof.ssa Dell'Orto.
Ci scusiamo per eventuali inesattezze.
Villaggio Crespi HD
È sede di un villaggio operaio, operante nel settore tessile cotoniero sorto a opera di Cristoforo Benigno Crespi a partire dal 1875 e passato poi nelle mani del figlio.
Per l'eccezionale stato di conservazione del suo patrimonio storico e architettonico fu, nel 1995, annoverato tra i patrimoni dell'umanità dall'UNESCO[1].
VILLAGGIO CRESPI D'ADDA VISTO DA GIULIA JHANKI OMAR
Filmato realizzato da alunni della classe IIID della scuola secondaria Kennedy A.S. 2013/2014 di Brugherio, nell'ambito di un progetto della scuola e del DOL (Politecnico di Milano), sotto la supervisione della Prof.ssa Dell'Orto.
Ci scusiamo per eventuali inesattezze.
START LIVING AGAIN | Crespi d'Adda 2 novembre 8 dicembre 2013
Apre i battenti, prima presso le ex scuole di Crespi d'Adda e successivamente presso la biblioteca comunale di Capriate San Gervasio, Start Living Again (SLA), la mostra fotografica promossa da Aisla, l'Associazione Italiana per la sclerosi laterale amiotrofica. L'iniziativa, sostenuta dalla fondazione Bracco e patrocinata dall'Amministrazione Comunale di Capriate San Gervasio, servirà a finanziare la ricerca scientifica di Aisla. Il titolo della mostra vuole proporre un nuovo acronimo per la sigla SLA, evidenziando le prospettive e le speranze che la ricerca è in grado di aprire.
L'esposizione raccoglie cinquantacinque scatti realizzati da fotografi italiani ed europei, che raccontano il movimento attraverso scorci di vita quotidiana, passi di danza, acrobazie sportive, suggestioni della natura.
Dal 2 novembre all' 8 dicembre 2013
Ex scuole di Crespi d'Adda, via Manzoni, 12
Sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 18
Ingresso libero
Inaugurazione: sabato 9 novembre 2013 ore 18
Dal 14 dicembre al 6 gennaio 2014 (la mostra subirà una sospensione in concomitanza delle festività natalizie)
Biblioteca Comunale Villa Carminati
Piazza Villa Carminati, 1 Capriate San Gervasio
Dal martedì al sabato dalle ore 9 alle ore 12 e dalle 14.30 alle 18.30.
Domenica -- lunedì chiuso. Giovedì mattina chiuso
Per un futuro senza SLA, confidiamo nella ricerca e la sosteniamo
Il villaggio operaio di Crespi d'Adda
Una produzione RAI Cultura in collaborazione con Associazione Crespi d'Adda.
Scopri il villaggio industriale di Crespi d'Adda: visite guidate per scuole e gruppi. crespidadda.it
I villaggi operai: Crespi d'Adda, Schio, Valdagno e Torviscosa
Dare alloggio a chi lavora, non è un tema esclusivo dell’industrializzazione moderna: ritroviamo case, villaggi e quartieri operai nel mondo antico, nel medioevo e nei primi secoli dell’età moderna.
Il fenomeno però raggiunge indubbiamente caratteri nuovi con l’avvento della manifattura moderna, con la concentrazione degli operai in fabbriche di grandi dimensioni e con l’ubicazione di queste attività o in zone urbane o in campagna, vicino alle risorse idriche o ai luoghi di reperimento della materia prima.
Con l’incedere del fenomeno dell’industrializzazione, la questione della sistemazione delle maestranze diventa sempre più complessa e conduce a diverse soluzioni che corrispondono al momento storico, alla dimensione delle aziende, alle correnti di pensiero del tempo, ai diversi settori produttivi, alle correnti artistiche a architettoniche e ai diversi contesti ambientali e geografici.
Ne deriva una varietà e una molteplicità di esperienze (si va dalle case ai villaggi operai, ai quartieri, alle company towns ) e una serie di questa assumono un carattere emblematico: nel documentario si analizzano quattro situazioni proposte come modello tra 800 e 900.
I casi ottocenteschi della Lanerossi Schio e di Crespi d’adda e, delle più recenti Torviscosa e Valdagno, Osservatori privilegiati per comprendere le ideologie dell'epoca, l’arte architettonica la filosofie sociali e le culture tecniche e imprenditoriali che sottendono i rapporti tra patronato e maestranze e tra imprese e territorio.
Una produzione RAI Cultura in collaborazione con Associazione Crespi d'Adda.
Scopri il villaggio industriale di Crespi d'Adda: visite guidate per scuole e gruppi.