Luoghi abbandonati Italia#il convento di Sant’Antonio
Benvenuti nei luoghi abbandonati Italia,Il convento è situato a Bettona, un piccolo comune immerso nel verde dell’Umbria.
Il luogo con oltre cinquecento anni di storia ora giace abbandonato a se stesso.
Buona visione ;)
Apice Vecchia
Sito Web:
Il 21 agosto 1962 un terremoto rese inagibile le case di Apice, un paese in provincia di Benevento. Il nuovo centro abitato fu spostato su una collina limitrofa mentre il vecchio paese fu completamente abbandonato.
Sebbene il taglio del video sia volutamente in stile horror, il borgo di Apice vecchia offre lo spunto per piacevoli passeggiate all'aperto. Non mancano una struttura ricettiva e dei ristoranti dove poter assaporare i prodotti tipici della zona oppure addentare un'ottima pizza.
VLOG ... Santuario francescano Convento Sant' Antonio Polla ( Sa )
23.08.2017
[Luoghi dell'abbandono] Apice Vecchia (BN) - la città fantasma
In un pomeriggio di agosto (precisamente durante la semifinale delle olimpiadi tra Italia e USA con uno splendido Zaytsev) io e Francesco siamo andati a fare un giro per le vie del borgo abbandonato di Apice.
La sera del 23 novembre del 1980 un terremoto di 6.5 gradi della scala Richter ha devastato questo borgo e l'intera zona dell'Irpinia.
La ricostruzione ha spinto gli abitanti del borgo a creare un nuovo nucleo abitativo poco distante chiamato Apice Nuova.
Convento di Sant'Antonio - Balvano (Pz)
Breve presentazione del Convento di Sant'Antonio a Balvano (Pz)
QUESTO POSTO E' DA BRIVIDO [Convento Abbandonato]
Hola ragazzi ed eccoci qui con un nuovo video tutto per voi , oggi esploriamo un convento abbandonato da molti anni ormai e devo dire che questa esplorazione era abbastanza improvvisata.
Era da tempo che volevo entrare in questo posto e oggi facendomi coraggio sono entrato e devo dire che ne è valsa veramente la pena!!!
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Videointervista - D'Apice, la simpatica canaglia ora vuol fare sul serio
In Nuova Zelanda è diventato il beniamino della squadra, la simpatica canaglia sempre pronta a fare - e a stare agli scherzi. La sfortuna gli ha impedito di concludere l'avventura mondiale, ma Tommaso D'Apice ora è pronto a scendere di nuovo in campo. Con un piglio da leader già smaliziato, ieri si aggirava per il Museo Campari come uno di casa. E ai nostri microfoni ci racconta cosa si aspetta dal futuro.
DOM.17-3-19: ESCURSIONE AL BORGO FANTASMA DI SCOPPIO IN UMBRIA PROV DI TERNI
Con associazione Amerini Trekking, escursione a Scoppio il paese fantasma:
Il nome deriva dal latino scopulus, per via della sua posizione di dominio sulla piana sottostante. Intorno all'anno 1000 entra nelle Terre Arnolfe e ne seguirà le sorti. Nel 1750 ancora vi dimoravano 25 famiglie, ma il paese venne abbandonato intorno al 1950 in seguito ai danni causati da una serie di terremoti. Il suo aspetto fantasma e la sua suggestiva posizione di isolamento su uno sperone di roccia che domina il fosso della Matassa, ne fanno una meta caratteristica nell'ambito del percorso di escursionismo dei monti Martani. Nei pressi del borgo vi è anche un rifugio, ormai abbandonato, dove era possibile pernottare.Percorrenza 15 km, dislivello 500 metri...
Molina Marini Cava de Tirreni Casaburi Rotolo Italy Italien 15.10.2015
Der Weg ist das Ziel... komm fahr mit in meinem Goggomobil =G=
Sightseeing in Krisenregionen, Armenviertel, Bürgerkriegsgebieten.
Along radioactive Death-Zones, MOAs, No-Go and Civil-War Areas.
Indagine al Castello di Cafaggiolo: Il fantasma di Dianora
Il GRPI è sulle tracce di Dianora che la leggenda vuole ancora all'interno della Villa Medicea di Barberino dopo essere stata assassinata da suo marito Pietro De' Medici.
Vasto da scoprire: la Chiesa di Maria Santissima della Congrega del Carmine
Nel 1638 si demolì la vecchia chiesa e se ne costruì una nuova intitolata a Maria santissima del Carmine, in cui, in un altare minore, si continuò a venerare san Nicola; anche la confraternita assunse la nuova denominazione. Vennero chiamati a Vasto da Diego I d'Avalos i clerici regolari della Madre di Dio, o padri Lucchesi che vi giunsero da Napoli a fondare un convento con annesso collegio. All'opera concorsero il marchese, l'università e la confraternita, che concesse la chiesa e una rendita annua di 50 ducati. Alcuni vastesi entrarono nell'ordine e Giuseppe Ricci e Luigi Barbotta ne divennero generali. Convento e collegio furono abbandonati poi nel 1807 in seguito alla soppressione degli ordini religiosi decretata da Giuseppe Bonaparte.
Tra il 1758 e il 1761 la chiesa venne ricostruita su disegno di Mario Gioffredo; i lavori interessarono anche il contiguo collegio. Nel 1762 l'interno dell'edificio fu decorato con stucchi ad opera di Michele Saccione di Napoli. La nuova chiesa neoclassica, con influenze vanvitelliane , presenta una pianta a croce greca con cinque cappelle.
Sull'altare maggiore si conserva il dipinto di Crescenzo La Gamba con Presentazione di Maria Bambina all'Eterno Padre e sugli altari laterali a destra San Benedetto nella grotta, di Nicola Tiberi, e a sinistra la Madonna del Carmine con san Nicola e sant'Andrea di Giulio de Litiis. Nelle cappelle minori, di destra e di sinistra, sono ospitati rispettivamente l'Estasi di santa Teresa d'Avila e il Crocifisso con santi, del napoletano Fedele Fischetti.
Accanto alla facciata si trova un campanile barocco di sezione trapezoidale. La facciata è tardobarocca, scandita da costoloni e contrafforti in travertino, con al centro un finestrone con arco classicheggiante. Il resto dell'esterno è stato lasciato nella maniera in cui era la vecchia chiesa precedente, in stile grezzo e semplice. Una piccola cupola sormonta il transetto.
Monte Sant'Angelo: la passione di Cristo.
Monte S. Angelo, come un fiume in piena, una moltitudine di gente, ieri, in occasione del Venerdì Santo, hanno partecipato alla tradizionale processione...
Il Cristo morto portato a spalla dai fedeli, emblema di quel Venerdì Santo che da duemila e oltre anni segna inesorabilmente il tempo cristiano. Un appuntamento atteso, anche voluto per immedesimarsi nelle atroci sofferenze di una Madre Santa che perde suo figlio. Momenti lancinanti scanditi dalle grida dell’Addolorata. Volti umidi, sguardi fissi verso quel corpo martoriato, dove flutti di sangue hanno terminato di vivere. Il Sangue di Cristo raccolto in quel panno che cinge il Ventre Santo che con la sua morte ci ha resi liberi. E mentre il Santo Corpo di Cristo raggiunge il Santo Sepolcro, folle di genti lo accompagna con devota preghiera. Il Calvario, luogo di morte ma santo nel suo messaggio, precede quel corpo. Lo fa con la Santa Croce di legno, grande, scura del sangue di uomo divenuto il Cristo, piantata su quel monte testimone e boia della più grande opera divina in Terra. Quell’opera di Dio, fatta carne, giace inerme, mentre donne e uomini lo seguono sofferenti. È questa la processione del Venerdì Santo che a Monte Sant’Angelo rievoca la morte di Gesù. Una processione divisa in due, dove una è del Cristo Morto, l’altra della Madonna Addolorata. Ambedue attraversano il centro storico del centro garganico. Partendo al tramonto dalla Chiesa di San Francesco, la Processione del Cristo Morto termina in Piazza Beneficenza dove la Madonna incontra suo Figlio, il Cristo divino, che giace inerme, che è ormai morto.
Nella prima giovani montanare vestite di nero portano i Sacri Simboli: il cuore di velluto rosso, la testa del Cristo, la Santa Corona di spine, e quella della Maddalena, i Chiodi, santi anch’essi perché hanno forato le mano del Cristo, la tenaglia e il martello, i dadi di quei centurioni con cui giocavano in attesa della morte di Gesù, le lanterne del vespro, la veste rossa, la spugna acidula dell’unico sollievo che ebbe Gesù in croce, e quella lancia tanto dolorosa quanto santa che s’inumidì del Sacro Sangue di Gesù.
Nella seconda, come detto, c’è la statua della Madonna dell’Addolorata, coperta da un manto nero.
A Monte c’è un’usanza tanto importante quanto sentita dalla popolazione. “Il Grano del Sepolcro” è per eccellenza l’usanza pasquale più conosciuta. “Lu rene dlu subbuleche”, “Il Grano del Sepolcro” appunto, è quel momento tanto atteso dove i devoti durante i primi giorni della Quaresima seminano il grano in piatti di argilla. Questi vengono conservati negli stipi e nei cassetti del sepolcro della Chiesa di San Benedetto della Confraternita di Sant’ Antonio Abate attendendo, poi, che il seme rinvigorisca e diventi giallo in quei luoghi privi di luce. Un’usanza che richiama la vita come luce divina che durante la Settimana Santa è sinonimo di rigogliosità. Difatti, quei piatti d’argilla verranno ornati con nastri di vario colore. Poi, il giorno del Mercoledì Santo con le piante di lenticchie e cicerchie costruiscono una corona.
Monte Sant’ Angelo è il paese per eccellenza più famoso del Monte Gargano. Solidamente arcaico nella struttura è il più elevato e la sua zona vanta panorami unici e dai colori celestiali. Tutti sanno che Monte è stato, è e sarà quel luogo dove il pellegrino giunge in devoto silenzio al cospetto dell’Arcangelo Michele, cui nella roccia calcarea composta da caverne e grotte, ha lasciato la sua Sacra impronta, custodita gelosamente dai fedeli. Una grotta, oggi Santa, dove il bene prevale sul male. In quella Sacra Grotta si respira cristianità, devozione, il profumo della vita. Monte Sant’Angelo è patrimonio dell’umanità, del mondo. Ogni giorno è santo poiché l’impronta dell’Arcangelo l’ha scelta come scrigno di fede. In quest’ottica, Monte Sant’Angelo è quel luogo dove ogni evento sacro che richiama la cristianità diventa momento di fede, di preghiera, di turismo religioso. La Settimana Santa è uno di quelli, dove la partecipazione e il coinvolgimento emotivo fa da cornice a eventi unici nel genere. Promuovere le tradizioni, i riti, il folklore che si mescola tra scaro e profano, sono all’apice dell’attenzione che Monte riserva ai suoi pellegrini. Turisti di ogni razza, età, fede, si recano sul Monte Gargano e Monte Sant’Angelo è la tappa obbligata di ognuno di questi, dove la Sacra Grotta li accoglie, li benedice, li protegge.
Linea Frasso Telesino - Vitulano
Il Corridoio Scandinavia-Mediterraneo: itinerari AV/AC Napoli - Bari e Palermo - Catania - Messina
Entrano nel vivo le attività per i progetti di velocizzazione, inseriti nel Decreto “Sblocca Italia”, delle linee Napoli - Bari e Palermo - Catania - Messina, opere infrastrutturali strategiche del Corridoio Scandinavia - Mediterraneo della Rete Transeuropea di trasporto ferroviario (TEN-T).
APPROFONDIMENTI:
Luoghi abbandonati Italia#hotel del Matto
Ciao ragazzi quest’esplorazione è dedicata ad un hotel abbandonato nella città di Spoleto luogo tetro e cupo...buona visione ;)
La Chiesa maledetta del Demonio, Madonna delle Vigne abbandonata e sconsacrata. Esplorazione urbex.
I luoghi abbandonati del Vallo di Diano tra degrado, enti distratti, cause tra privati e incuria dei
I luoghi abbandonati del Vallo di Diano tra degrado, enti distratti, cause tra privati e incuria dei cittadini 01/10/2018
Dedicazione Altare Abbazia San Leonardo di Siponto 6 ottobre 2019
E' stata una cerimonia commovente e molto partecipata quella della dedicazione di San Leonardo in Lama Volara avvenuta domenica 6 ottobre. Una cerimonia di dedicazione di una chiesa non è un avvenimento consueto nella vita di una diocesi, di solito il rito inaugura un nuovo edificio di culto e per questo si celebra una volta sola per ciascuna chiesa, ma a San Leonardo, in conseguenza ai lavori di restauro tenutisi dal 2014 al 2016, che l'hanno riportata all'antico splendore, il vecchio altare è stato rimosso e sostituito da uno conforme ai dettami del Concilio Vaticano II, quindi, pur essendo stata edificata l'abbazia nell'XI sec. e dedicata nel 1951, si è resa necessaria una nuova dedicazione.
Ma cosa succede durante questa cerimonia? È uno dei riti liturgici più suggestivi e coinvolgenti e comincia con una processione verso l’edificio da dedicare, che sulla porta d’ingresso è consegnato al vescovo dai rappresentanti della comunità, dai progettisti e dalle maestranze. Una volta entrati, il vescovo asperge il popolo e le pareti del nuovo edificio in memoria del Battesimo. La liturgia della parola si svolge come al solito durante la messa.
Seguono i riti propri della dedicazione. Dopo il canto delle litanie dei santi sono deposte sotto l’altare le reliquie di martiri o di altri santi, nel caso di San Leonardo sono state deposte le reliquie di Sant'Aquila, San Ciriaco e Santa Modesta, già presenti nel vecchio altare, insieme alle reliquie dei Santi Antonio Primaldo e i suoi compagni, martiri di Otranto.
Quindi il vescovo canta la solenne preghiera di dedicazione. Seguono altri tre riti: l’unzione dell’altare e delle pareti, a ricordare che, come Cristo, anche i cristiani sono un popolo consacrato a Dio, l’incensazione dell’altare, del popolo e delle pareti, perché la chiesa è luogo della preghiera che sale al Padre come l’incenso profumato, e perché l’assemblea liturgica è il tempio santo di Dio e quindi è avvolta dalla nuvola d’incenso in segno di onore, quindi c'è l’illuminazione a festa dell’altare e della chiesa, perché Cristo è la luce che risplende sul suo popolo e sul mondo intero.
Padre Franco Moscone, vescovo della diocesi di Manfredonia - Vieste - San Giovanni Rotondo, si è detto molto emozionato di dedicare questa chiesa così importante e così legata al culto Micaelico essendo un luogo di sosta dei pellegrini verso il santuario di San Michele.
Al termine della funzione Padre Ciro Mezzogori, della comunità dei Ricostruttori nella Preghiera a cui è affidata la custodia dell'Abbazia di San Leonardo, ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito all'organizzazione del rito e coloro che hanno partecipato alla ricostruzione dell'abbazia. Ha quindi ricordato e ringraziato il compianto Mons. D'Addario, che acquistando il monastero, fino ad allora proprietà privata, ha dato il via alla ricostruzione dell'Abbazia, e poi, visibilmente commosso, Padre Ciro ha ricordato con affetto Mons. Castoro che si è interessato affinchè i lavori procedessero e ha affidato la custodia dell'abbazia alla comunità dei Ricostruttori perché fosse abitata e di nuovo in attività. Padre Ciro, inoltre, ha messo anche in evidenza quanto sia necessario che San Leonardo diventi più accessibile, perché tutti possano godere delle sue bellezze in sicurezza. Ha ringraziato anche Padre Franco che, con la sua partecipazione alla dedicazione ha confermato la presenza dei Ricostruttori a San Leonardo, esternando a nome di tutta la platea l'affetto che in così poco tempo è riuscito a conquistare.
Alla cerimonia erano presenti anche l'arch. Francesco Longobardi, direttore dei lavori, e l'arch. Antonello D'Ardes, direttore operativo di cantiere quali rappresentanti di coloro che hanno seguito i lavori di restauro.
Adesso aspettiamo con ansia che il crocifisso dalla cappella della Cattedrale torni a San Leonardo e che al più presto vengano terminati i lavori di sistemazione del museo e la sua apertura al pubblico.
Mariantonietta Di Sabato
Abusavamo dei bimbi sordi, eravamo almeno in dieci: la confessione del prete dell'Istituto Provolo
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Nel 2009 uno scandalo scuote la Chiesa: 67 disabili denunciano di essere stati abusati da preti quando erano bambini. Gli abusi si sarebbero consumati nell'Istituto Provolo di Verona, una struttura presente in tutto il mondo che accoglie sordomuti minorenni provenienti da famiglie povere e disagiate. Tutti gli abusati hanno sporto denuncia per violenze e molestie sessuali perpetrate dai preti. Secondo altre testimonianze gli abusi sarebbero continuati fino a pochi anni fa. Molti dei preti sotto accusa sono morti, altri sono stati trasferiti in Argentina, ma alcuni sono ancora in vita.
A confessare è Don Piccoli che parla di almeno 10 preti coinvolti che hanno abusato dei giovani ragazzi sordomuti ospiti della struttura.
Luoghi abbandonati Italia#il dormitorio
Stavolta tra i luoghi abbandonati d’italia troviamo un casale e un dormitorio abbandonati nel cuore dell’Umbria buona visione ragazzi ;)
se vuoi star bene stai con Me, all'oasi di Arienzo
Il Cristiano è un uomo in cammino che non si ferma, che prova sempre ad andare oltre. Per un Cristiano la Croce è una collocazione provvisoria e proprio quando la vita sembra un fallimento, il Signore si avvicina e non ci lascia sprofondare. L'obiettivo di Dio infatti,
è la felicità degli uomini. Egli non vuole vedere svanire i sogni che portiamo nel cuore e ci rende capaci di rivivere le aspirazioni
in coloro che ci succedono. Per il Cristiano la felicità è sinonimo di riconciliazione, di pace con sé stessi, di libertà da ogni attaccamento alle cose terrene. Se vuoi stare bene ci dice il Signore, stai con Me e vieni all'oasi di Santa Maria dell'accoglienza in Arienzo (CE), presso il Convento dei Frati Cappuccini