Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra
L’abbazia Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra costituisce uno dei monumenti più pregevoli e meglio conservati in Italia dell'architettura cistercense e rappresenta la più alta testimonianza della presenza dei Cistercensi nelle Marche, che vi arrivarono nel 1142. Oggi l’abbazia è inclusa nella Riserva naturale omonima che abbraccia un territorio di 1.800 ettari tra i comuni di Urbisaglia e Tolentino, ad una decina di chilometri da Macerata.
Un video realizzato da Lorenzo Cicconi Massi nell’ambito del Progetto Europeo IPA Adriatic “Adriatic Route”:
“This publication has been produced with the financial assistance of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme. The contents of this publication are the sole responsibility of Regione Marche and can under no circumstances be regarded as reflecting the position of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme Authorities”.
ABBADIA DI CHIARAVALLE DI FIASTRA (MACERATA, MARCHE, ITALY)
L'abbazia di Chiaravalle di Fiastra sorge nella bassa valle del Chienti in prossimità dell'omonimo fiume, nel territorio dei comuni di Tolentino e Urbisaglia in provincia di Macerata, e rappresenta il più importante edificio monastico delle Marche. In uno stile di transizione dal romanico al gotico rispecchia in pieno l'influsso cistercense di sapore lombardo. Nel 971 sembra sorgesse sul luogo una chiesetta. Il vasto territorio compreso tra il fiume Chienti e il Fiastra fu donato nel 1142 dal signore del luogo, il duca di Spoleto Guarniero II, all'abate Bruno, guida dei monaci cistercensi dell'abbazia di Chiaravalle di Milano. Alla fine dello stesso anno arrivarono i monaci che subito iniziarono la costruzione dell'abbazia, impiegando materiale proveniente dai resti della vicina città romana di Urbs Salvia, distrutta dai Visigoti di Alarico nel 408-409, ed allo stesso tempo intrapresero una lunga opera di bonifica del boscoso territorio allora paludoso e infestato da belve feroci. I monaci cistercensi organizzarono il territorio agricolo dell'abbazia in sei grange (aziende agricole cistercensi) e grazie alla loro abilità organizzativa, agricola ed artigianale, insieme a quella dei fratelli conversi, le grange divennero dei veri e propri centri economici, fiorenti ed autonomi. Il monastero acquisì e consolidò notevoli ricchezze e potere, in contrasto con i principi fondamentali del Cristianesimo. In breve tempo infatti l'abbazia divenne così potente da irradiarsi attraverso le sue sei fattorie in un vasto territorio ed allargando sempre più la propria giurisdizione. Nel XIII secolo l'abbazia giunse all'apice con la presenza di circa 200 monaci, arrivando a controllare fino a 33 tra chiese e monasteri ed occupando ormai gran parte del territorio maceretese fino a Numana. I cistercensi di Fiastra fecero la loro comparsa sui mercati locali iniziando a primeggiare anche in altre attività come quella marittima, mercantile, creditizia e culturale, legata quest'ultima alla vita dello Scriptorium. La sua storia è testimoniata e documentata dalle 3194 pergamene delle Carte Fiastrensi conservate presso l'Archivio di Stato di Roma. Galleria di immagini di archivio e con fotografie scattate giovedì 10 aprile 2014.
Abbazia di santa Maria di Chiaravalle di Fiastra
Abbazia di santa Maria di Chiaravalle di Fiastra
Abbadia di Fiastra
RAI STORIA: VIAGGIO NELLA BELLEZZA
Rai Cultura in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo manda in onda su Rai Storia, canale 54 del Digitale terreste, canale 23 Tivù Sat e sul web un programma di Davide Savelli, Eugenio Farioli Vecchioli, produttore esecutivo Sabrina Destito.
In questa puntata: l'Abbazia di Fiastra.
Immersa nel verde della campagna marchigiana, edificata con i resti dell’antica città romana di Urbs Salvia, l’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra è una delle più straordinarie testimonianze dell’architettura cistercense in Italia. Protagonista di uno sviluppo agricolo e commerciale senza precedenti, passata indenne attraverso secoli di tumulti e distruzioni, perfino utilizzata, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, come campo d’internamento per prigionieri ebrei, l’abbazia di Fiastra è tornata da poco a ospitare, a mille anni dalla sua fondazione, la Regola benedettina e i monaci cistercensi che la osservano.
Il sito dell'Abbadia di Fiastra =
Informazioni per la visita =
ABBADIA DI FIASTRA - Marche - HD
© CLAUDIO MORTINI™◊
Il centro abitato Abbadia di Fiastra lega il suo nome all'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra che è una delle abbazie cistercensi meglio conservate in Italia. Qui l'ideale benedettino di lavoro e preghiera, oltre a diventare concreto e visibile attraverso un linguaggio architettonico di rara bellezza, ha saputo segnare profondamente anche la storia del territorio circostante arricchendola di preziose ed interessanti testimonianze.
L'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra fu fondata nel 1142, quando Guarnerio II, duca di Spoleto e marchese della Marca di Ancona, donò un vasto territorio nei pressi del fiume Fiastra ai Monaci Cistercensi dell’Abbazia di Chiaravalle di Milano. I religiosi arrivati da Milano iniziarono la costruzione del monastero utilizzando anche materiale proveniente dalle rovine della vicina città romana di Urbs Salvia, distrutta da Alarico tra il 408 e il 410 e poi abbandonata. Contemporaneamente fu avviata anche la bonifica dei terreni circostanti.
La Chiesa abbaziale è una monumentale costruzione regolata dalle severe forme cistercensi.
A fianco della chiesa è ancora oggi conservato il monastero, realizzato anch’esso secondo gli schemi cistercensi, con un bel chiostro ricostruito nel XV secolo.
L’Abbazia conobbe una rigogliosa floridezza per tre secoli e, grazie ai Monaci Cistercensi che osservavano la regola di San Benedetto Ora et labora, promosse lo sviluppo religioso, economico e sociale di tutta l’area. Nel 1422 venne saccheggiata da Braccio da Montone ed in seguito l’Abbazia fu affidata ad otto cardinali commendatari; nel 1581 passò alla Compagnia di Gesù ed infine nel 1773 l’intera proprietà fu ceduta alla nobile famiglia Bandini e quindi, per volontà dell’ultimo erede di questa, all’attuale Fondazione Giustiniani Bandini.
Su invito della Fondazione, nel marzo 1985 i Monaci Cistercensi, provenienti anche questa volta da Milano, sono ritornati a vivere nell'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra. La loro presenza ha ridato vita all'antico monastero portandolo ad essere di nuovo un punto di riferimento spirituale per tante persone.
Sapori divini all'Abbazia di Fiastra
Servizio andato in onda lunedì 9 maggio 2011 nella trasmissione Mosaico di TV2000. Per info sull'Abbazia cistercense di S. Maria di Chiaravalle di Fiastra, accedere a monacifiastra.it
28 di 41 L'abbazia di Fiastra
Questo video è condiviso con invocazione del “FAIR USE” (senza scopo di lucro) tutti i diritti sono dei rispettivi proprietari. L’unico scopo è quello di divulgare conoscenza e cultura. Un grazie alla Rai (Rai Storia, Rai Cultura, Rai 5), che ci da la possibilità di godere di questi video e di diffondere cultura e bellezza. Questo è il vero servizio pubblico…Un grazie anche al MiBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), che ha finanziato questo progetto.
Immersa nel verde della campagna marchigiana, edificata con i resti dell’antica città romana di Urbs Salvia, l’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra è una delle più straordinarie testimonianze dell’architettura cistercense in Italia.
Protagonista di uno sviluppo agricolo e commerciale senza precedenti, passata indenne attraverso secoli di tumulti e distruzioni, perfino utilizzata, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, come campo d’internamento per prigionieri ebrei, l’abbazia di Fiastra è tornata da poco a ospitare, a mille anni dalla sua fondazione, la Regola benedettina e i monaci cistercensi che la osservano.
Abbazia di Fiastra, Villa Giustiniani Bandini Jewish concentration camp (manortiz)
L'ala sud del chiostro dell'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, occupata originariamente dalle cucine e dal refettorio dei Monaci Cistercensi, verso la fine del XVIII secolo, fu adibita a dimora della Famiglia Bandini. Nel 1859 Il Principe Sigismondo affidò all'architetto Ireneo Aleandri la ristrutturazione dell'edificio.
Il Palazzo si sviluppa su tre piani e presenta molte stanze con ricche decorazioni. Al primo piano si trova il Salone Pompeiano dove si ascoltava la musica e dove sembra abbiano suonato Wagner e Lizst. Da un lato del salone si apre una bellissima “enfilade”, serie di salottini molto raffinati. La maggior parte degli ambienti presenta decorazioni a grottesche della fine del XIX secolo. L'ultimo Principe Sigismondo (1886-1918) fu legato da un amore particolare alla tenuta dell'Abbadia di Fiastra e portò a termine i lavori di sistemazione del Palazzo: fece abbellire la Sala delle Tenute e lo scalone nobile con suggestive decorazioni a trompe l'oeil.
Durante la seconda guerra mondiale nel Palazzo fu allestito un campo di concentramento per ebrei e prigionieri politici. Il Palazzo si affaccia su un giardino all’inglese, realizzato tra il 1818 e il 1835, ornato da lecci, diversi tipi di conifere, palme e una maestosa quercia da sughero, specie rara nelle Marche. Oggi nel palazzo ha sede la Fondazione Giustiniani Bandini e la Riserva Naturale Abbadia di Fiastra. –
Tratto da: Storia Marche Novecento
Ad Urbisaglia, Il 1° giugno del 1940 fu aperto un campo per internamento di civili e fu uno dei primi campi del Ministero dell'interno ad entrare in funzione. Venne allestito nella villa dei principi Giustiniani Bandini, attigua alla celebre abbadia gotica di Chiaravalle di Fiastra, vicino al confine che divide il comune di Urbisaglia da quello di TOLENTINO .Vennero allestiti un centinaio di posti letto e al piano terreno un grande salone venne utilizzato come refettorio. Il campo era diretto da un Commissario di Pubblica Sicurezza e la vigilanza esterna era garantita da carabinieri. I primi internati nel giugno del '40 erano ebrei italiani, ma poi confluirono nel campo anche ebrei stranieri di diverse nazionalità ( tedeschi, austriaci, polacchi, rumeni). Nella primavera del '41 giunsero anche giuliani, sloveni, dalmati. Il gruppo ebraico italiano comprendeva una sessantina di persone tra cui personaggi noti come Raffaele Cantoni che nel dopoguerra sarebbe diventato presidente dell'Unione delle comunità israelitiche italiane. Nei primi due anni di attività il campo offriva condizioni di vita tollerabili. L'edificio possedeva un impianto di riscaldamento ed era ben conservato. I reclusi avevano possibilità di movimento all'interno dell'ampio parco della villa e potevano ricevere visite. Gli ebrei ebbero a disposizione una stanza per allestire una sinagoga. Vennero organizzati corsi di lingue per tutti gli internati, fu creata una biblioteca. Tuttavia il campo aveva problemi di sovraffollamento e già nell'inverno del '42-'43 ci furono frequenti casi di malattie da denutrizione. Dopo l'8 settembre 1943 molti internati scapparono e pochi giorni dopo il direttore del campo prosciolse formalmente gli internati ancora presenti nella villa, ma alla fine dello stesso mese, su disposizione del questore di MACERATA a tutti gli ex internati venne ingiunto di rientrare nel campo; ma sia tra gli internati rientrati spontaneamente, sia tra quelli rastrellati nelle campagne, compresi molti reduci dei vicini campi di POLLENZA e PETRIOLO, oltre cento persone furono caricate nei camion scortati da soldati tedeschi e trasferiti nel campo per prigionieri di guerra a SFORZACOSTA. Questo campo, che fungeva da centro di raccolta per civili nella zona, rimase sotto la sorveglianza italiana fino al 23 ottobre 1943. Gli internati non ebrei raggiunsero il 28 gennaio 1944 il campo di FOSSOLI con un convoglio organizzato dalla Prefettura di Macerata. Gli ebrei furono trasferiti a Fossoli dalle SS il 31 marzo1944, in tutto 44 persone.
Abbadia di Fiastra (Macerata, Italy)
I due servizi sull'Abbadia di Fiastra proposti da Sereno Variabile (Rai2), in replica, nella puntata del 21 novembre 2009 (prima trasmissione il 15 novembre 2008).
Un altro video all'indirizzo:
Sito della comunità monastica:
Fiastra: meraviglia, cultura e sport
28° puntata - Continua il viaggio di Cult Marche alla scoperta della regione. Mattinata a contatto con la natura tra Tolentino e Urbisaglia nella Riserva dell'Abbadia di Fiastra. Mix tra cultura e sport all'aria aperta: ci addentriamo nei misteri dell'antica Abbazia cistercense risalente al 1142, tra le meglio conservate in Italia e visitiamo il chiostro ancora oggi simbolo della vita monastica.
Insieme a Marco Ballini di EcoUp percorriamo, senza fatica in sella alle bici elettriche, sentieri tra boschi e natura incontaminata.
Professione perpetua di fra Martino o.c.
Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra (Urbisaglia, Macerata), sabato 2 febbraio 2013 (festa della vita consacrata)
Bandiere Arancioni Marche: Urbisaglia (MC)
Comune di Urbisaglia (MC)
Urbs Salvia fu un'antica e grande città del Piceno, colonia e municipio romano. Oggi Urbisaglia è una cittadina dominante la valle del Fiastra, cinta da mura, degna erede di quella lontana e gloriosa città romana, testimoniata nel Parco archeologico, con l'anfiteatro, del I sec. d.C. e il teatro, ritenuto il più cospicuo delle Marche per forma e dimensioni e l'unico in Italia che conservi ancora decorazioni pittoriche. Nel centro storico, il museo fornisce un inquadramento generale sulla civilizzazione romana nella zona. Notevole la rocca, costruita tra il XIII e il XV sec., di forma trapezoidale con quattro torri e un mastio con merli ghibellini. Poco distante si trova la chiesa dell'Addolorata, con un portale di origine romana e affreschi del primo Cinquecento. Da non perdere un'escursione all'abbazia di Chiaravalle di Fiastra, oggi Riserva naturale, con la chiesa, dalle forme tipiche delle architetture cistercensi, il monastero e il palazzo dei principi Giustiniani Bandini. Nella Riserva si possono percorrere due sentieri-natura. Tra le produzioni tipiche del luogo, spiccano il vino rosso Rocca di Urbisaglia e le originali calzature realizzate artigianalmente senza utilizzo di macchinari, del tutto simili per forma, materiali e tecniche di lavorazione, ai calzari degli antichi romani.
Perché Bandiera arancione
La località si distingue per un efficiente servizio di accoglienza e informazioni turistiche, grazie a un ufficio dedicato e ben fornito e a bacheche informative dislocate sul territorio. Varie e di valore sono le risorse storico-culturali, buona è la gestione ambientale e elevata la percentuale di rifiuti raccolta in maniera differenziata. La località si presenta inoltre particolarmente vivace.
info: -
Visita con Spiegazione dentro la Abbadia di Fiastra - Macerata
Visita in data Maggio 2017
Abbadia di Fiastra - Il gattino - 4
Girato il 20 febbraio 2017. Donazioni liberali al Canale:
DONAZIONI: Clicca MI PIACE alla pagina Facebook: