SUPERQUARK Alberto Angela illustra l'Abbazia di San Vincenzo al Volturno in Molise (Isernia)
Sulle prime vicende storiche del monastero di S. Vincenzo al Volturno getta luce il Chronicon Vulturnense, un codice miniato redatto in scrittura beneventana intorno al 1130 dal monaco Giovanni. Quest'ultimo, per la redazione del testo, aveva attinto a fonti di VIII secolo e di fine X-inizi XI, ma frequentemente aveva manomesso qualche dato storico con il malcelato proposito di enfatizzare la gloria del monastero. Il monaco Giovanni scrisse la cronaca per riordinare le memorie dell'antico cenobio benedettino in un momento particolare, durante il quale il patrimonio monastico era minacciato dalla presenza dei Normanni nel Centro-Italia.
Stando al Chronicon, il monastero fu fondato da tre nobili beneventani, Paldo, Taso e Tato, i quali, desiderosi di condurre vita ascetica, si erano recati all'Abbazia di Farfa. Qui l'abate Tommaso di Morienne aveva suggerito loro di fondare un cenobio lungo le rive del Volturno laddove già esisteva un oratorio dedicato a San Vincenzo, fondato nientedimeno che dall'Imperatore Costantino. La provenienza beneventana dei tre nobili lascia supporre che la fondazione del cenobio sia stata patrocinata dal duca Longobardo di Benevento, Gisulfo II che aveva avviato un processo di espansione territoriale del proprio ducato. L'aristocrazia longobarda, infatti, completamente cristianizzata, cercava di alimentare il proprio prestigio proprio sostenendo la nascita di nuovi luoghi di culto; non è un caso che tra la fine del VII e la metà dell'VIII secolo, nascano o rinascano numerosi monasteri, tra i quali spiccano per importanza Farfa (Ri), Nonantola (Mo), Santa Giulia (Bs) e Montecassino.
L'arrivo dei Franchi in Italia nel 774 pose il monastero in una posizione geopolitica particolare, venendosi a trovare in un'area di confine tra la realtà franca del Nord Italia e quella longobarda nel Sud. Nel 774, l'abbaziato di Ambrogio Autperto, di indiscussa origine franca, ci dimostra che il cenobio risentiva in quel periodo di una forte influenza transalpina. A rafforzare questa convinzione un avvenimento datato al 782: l'abate Longobardo Potone viene deposto, reo di aver abbandonato il coro quando si cantavano le lodi a Carlo Magno. Solamente giurando fedeltà perpetua al re franco, Potone poté riappropriarsi del proprio incarico. Il 27 Marzo 787 Carlo Magno concede particolari privilegi al monastero equiparandolo per importanza alle più note abbazie europee: esenzione fiscale e giurisdizionale, autorizzazione per la comunità ad eleggere liberamente il proprio abate.
Durante il IX secolo il monastero raggiunge la sua massima espansione: gli abati Giosué, Talarico ed Epifanio trasformano il cenobio in una vera e propria città monastica avviando imponenti progetti di costruzione. Nel secondo quarto del secolo il monastero ospitava circa 350 monaci, contava ben dieci chiese e possedeva terre in gran parte dell'Italia centro-meridionale.
Nella seconda metà del IX secolo almeno tre eventi fortemente destabilizzanti frenarono per poi arrestare definitivamente, l'ascesa del monastero. Nell'848 un terremoto danneggia gravemente alcuni edifici dell'abbazia. Nell'860 questa è minacciata dall'emiro di Bari, Sawdan, che recede dal proposito di saccheggiarla dietro consegna di un tributo di 3000 monete d'oro. Ma nell'881 un nuovo gruppo di Arabi, al servizio del duca-vescovo di Napoli Atanasio II, attacca il complesso monastico saccheggiandolo e mettendolo a fuoco brutalmente.
Rai Storia - Molise: l'Abbazia di San Vincenzo al Volturno
PUNTATA COMPLETA - DOCUMENTARIO MOLISE
È stato uno dei monasteri più grandi d’Europa. La sua Basilica Maior - con i suoi oltre sessanta metri di lunghezza e quasi trenta di larghezza e le trenta colonne di granito egizio - si presentava come una colossale costruzione al pari delle chiese delle abbazie dell’Europa carolingia. Il complesso di San Vincenzo al Volturno, in Molise, uno straordinario sito archeologico che racconta l’arte, la vita monacale e i valori spirituali dell’Europa medievale, è al centro della nuova puntata di “Italia. Viaggio nella Bellezza”, di Stefano Di Gioacchino, con la regia di Federico Cataldi. La sua planimetria è importante per la storia degli edifici di culto medievali, poiché anticipa la planimetria della chiesa dell’abbazia di Montecassino costruita nell'XI secolo dall'abate Desiderio.
LE MERAVIGLIE DEL MOLISE_Abbazia di San Vincenzo al Volturno, Rocchetta a Volturno (IS)
Viaggio nel Molise: l'abbazia benedettina San Vincenzo al Volturno spiegata d F. Valente (1 di 3)
L’abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturno si trova a circa due chilometri dalle sorgenti del fiume omonimo, in una posizione favorevole sulla fertile Piana di Rocchetta, difesa dalle catene delle Mainarde e della Meta a ovest e dal massiccio del Matese a sud. Sulle vicende del monastero siamo informati dal Chronicon Vulturnense, un codice miniato redatto nel 1130 da un monaco di nome Giovanni, che aveva usato a sua volta fonti interne del monastero di VIII-XI secolo. La fondazione risalirebbe, secondo il Chronicon, all’inizio dell’VIII secolo e sarebbe dovuta a tre nobili beneventani, Paldo, Taso e Tato, e alla loro ricerca di un luogo in cui dedicarsi alla vita ascetica. L’area prescelta era stata frequentata in età tardoromana come mostrano i resti di una chiesa e di un'area sepolcrale di V-VI secolo d.C.
Un momento particolarmente importante per la comunità monastica è il 787 quando Carlo Magno pone il monastero sotto la sua diretta protezione, emanando un privilegio contenente esenzioni fiscali e giudiziarie e l’autorizzazione alla comunità ad eleggere il proprio abate senza alcuna interferenza da parte di altre autorità ecclesiastiche. L’importanza rivestita dall’abbazia è dovuta alla sua posizione di avamposto, al confine tra il principato longobardo di Benevento e le terre conquistate dai Franchi, e viene sottolineata nell’849, quando, in seguito alla divisione del principato di Benevento tra territori soggetti a Salerno e a Benevento, il monastero di S. Vincenzo al Volturno rimane un’entità autonoma, direttamente soggetta all’autorità imperiale.
Un momento di grande difficoltà per la comunità monastica si ha nella seconda metà del IX secolo a causa dei movimenti dei saraceni che sfociano nell’attacco dell’ottobre delll’881, conclusosi con l’incendio che danneggiò gravemente il cenobio; in seguito a tale evento, i monaci superstiti furono costretti a rifugiarsi presso i principi longobardi di Capua. La ricostruzione del monastero si avrà solo alla fine del X secolo con l’aiuto degli imperatori tedeschi, Ottone II e Ottone III. Alla fine del XI secolo, a causa della minaccia normanna, il cenobio viene trasferito lungo la riva destra del Volturno in una posizione più sicura e difendibile (il cosiddetto “San Vincenzo Nuovo”). Nel corso del XIII-XV secolo inizia la decadenza e lo sfaldamento del complesso monastico e delle sue proprietà terriere (che si estendono in Molise, Abruzzo, Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), che nel 1699, per volere dell’ultimo abate Innico Caracciolo, passeranno sotto la giurisdizione dell’Abbazia di Montecassino.
Angoli del Molise-Castel San Vincenzo e Rocchetta al Volturno
Abbazia , lago di Castel San Vincenzo e sorgente del Volturno
l'abbazia di San Vincenzo al Volturno
questi miei filmati al ritorno da un viaggio si ripromettono di dare qualche spunto a chi non ci è ancora stato, ma soprattutto di aiutare a ricordare chi ci è già stato.
Abbazia di San Vincenzo al Volturno: affreschi cripta di Epifanio spiegati da Franco Valente
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Gli affreschi della Cripta di Epifanio certamente rappresentano uno dei cicli pittorici più importanti dell'alto medioevo europeo. Una importanza che, come vedremo, non deriva esclusivamente dal loro particolare carattere artistico, ma anche e soprattutto dal fatto di avere la capacità di riassumere, in uno spazio fisico limitatissimo, il complesso ed articolato universo della cultura religiosa di quell'epoca.
Per comprenderne quindi i significati occorre compiere uno sforzo di sintesi che, attraverso una operazione di trasposizione non solo nello spazio reale del monumento, ma anche nel periodo storico che ci interessa, ci dia la possibilità di rivivere le motivazioni che hanno determinato il comporsi di un ambiente così carico di suggestione.
Il nostro tentativo, perciò, è quello di non fermarci ad una semplice disamina stilistica delle raffigurazioni, ma di approfondire ed evidenziare le peculiarità dei simbolismi che si nascondono dietro ogni singola rappresentazione; in tal modo potremo riuscire a capire meglio quali siano stati i condizionamenti e gli stimoli culturali, ed ancor più religiosi, che hanno influenzato contemporaneamente i committenti e gli esecutori del ciclo e quali siano state le vere motivazioni che sono alla base di questa irripetibile composizione artistica.
LE PITTURE DELLA CRIPTA E LA CULTURA ARTISTICA ALTOMEDIOEVALE
Si è dibattuto molto e molto ancora si dibatterà sulle specificità stilistiche delle pitture della cripta di Epifanio e sicuramente ogni ulteriore contributo di ricerca servirà ad evidenziare tutti i possibili riferimenti alle altre analoghe opere collocate nei luoghi più disparati dei tre continenti che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. Tuttavia appare, nel nostro caso, estremamente utile approfondire l'analisi tenendo in considerazione alcune particolari circostanze, legate alla concezione religiosa altomedioevale delle immagini, che potrebbero aprirci a prospettive diverse (o comunque ad altri aspetti) della complessa realtà monastica dei benedettini franco-longobardi di S. Vincenzo. Come spesso accade, allorché si avverte la necessità di stabilire i confini ben precisi di una certa cultura (artistica o architettonica), si va alla ricerca di date particolarmente significative, di inizio e di fine, entro cui collocare determinate opere che abbiano caratteri in qualche modo omogenei.
Quando si parla di pittura bizantina sono in molti ad attribuire alla fine dell'iconoclastia, decretata a Bisanzio nell'843, l'inizio della iconografia medioevale bizantina. E' sempre apparso evidente, e non solo a noi, che questo limite preciso rappresenti solo un comodo artifizio per individuare un contenitore temporale del multiforme mosaico della cultura mediterranea, essendo ampiamente dimostrata l'impossibilità di assegnare una collocazione definitivamente precisa a tutti i singoli tasselli del grande contesto del cristianesimo premillenario. Invece, forse, proprio la forzatura operata dagli iconoclasti in oriente può contribuire a farci capire più precisamente quale sia il fattore unificante delle culture orientali ed occidentali in questo periodo e che sicuramente rappresenta l'elemento di continuità popolare che prescinde dalle ufficialità impositive delle classe dominanti.
Castel San Vincenzo (Isernia) l'abbazia e il sorgente del Volturno 2008
San Vincenzo al Volturno
San Vincenzo al Volturno is an historic Benedictine monastery located in the territories of the Comunes of Castel San Vincenzo and Rocchetta a Volturno, in the Province of Isernia, near the source of the river Volturno in Italy. Wikipedia
Servizio Quark scavi Badia San Vincenzo (Rocchetta a Volturno, Is) - part 2.avi
Servizio Quark scavi Badia San Vincenzo (Rocchetta a Volturno), Parte 2.
Servizio Quark scavi Badia San Vincenzo (Rocchetta a Volturno, Is) - part 1.avi
Servizio Quark scavi Badia San Vincenzo (Rocchetta a Volturno, Is) - part 1. Piero Angela afferma che l'Abbazia si trova in Campania, mentre in realtà si trova in Molise.
LA CRIPTA DELL'ABATE EPIFANIO NELL'ABBAZIA DI SAN VINCENZO A VOLTURNO
SPIEGA MAGISTRALMENTE LA GUIDA E CUSTODE FIORENTINO COLANTUONO
ABBAZIA di CASTEL SAN VINCENZO: Componendo l'inquadratura. Clip 00019
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La storica Abbazzia di Castel San Vincenzo al Volturno in Molise,
ripresa mentre si cerca di comporre un'inquadratura.
L'abbazia di San Vincenzo al Volturno è una storica abbazia benedettina posta nel territorio dei comuni di Castel San Vincenzo e di Rocchetta a Volturno in Provincia di Isernia, nell'Alta Valle del Volturno.
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San Vincenzo al Volturno - Educational tour di Elsa onlus
San Vincenzo al Volturno-Ruderi del Monastero Alto-Medievale
L'Antico Monastero di San Vincenzo al Volturno
le cui origini si fanno risalire al V secolo-
comprendeva la Basilica Major di S.Vincenzo
i Chiostri,il Palazzo Abbaziale,la Cripta di Epifanio e le
Officine annesse al Nucleo Monastico
ancora oggi proprietà Territoriale del'Abbazia
di Montecassino
Concerto del coro Russia Cristiana all'Abbazia di San Vincenzo al Volturno
Si svolgerà sabato 01 dicembre, presso la Chiesa Abbaziale San Vincenzo Nuovo, il concerto del coro Russia Cristiana. La Fondazione Neuromed sostiene l'inziativa organizzata dal dott. Gian Carlo Pozzo, delegato dell'abate di Montecassino per gli affari dell'Abbazia di San Vincenzo al Volturno. Non solo un concerto ma un vero e proprio spettacolo in cui la musica e la proiezione delle icone sacre creeranno un'armonia che potrà essere apprezzata alle ore 18.00. Il concerto è gratuito e aperto a tutti.
AL VIA A SAN VINCENZO AL VOLTURNO LA CAMPAGNA SCAVO 2018
41 San Vincenzo al Volturno - R. Hodges (parte 1)
Seminari di Archeologia Medievale
Siena, Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti
gennaio - maggio 2008
29 maggio 2008
San Vincenzo al Volturno. Monasteries as Central-Places - Richard Hodges (University of East Anglia)
Rocchetta a Volturno i luoghi dell'anima