Ernesto Bazzaro, scultore - sintesi di una visita guidata presso il Cimitero Monumentale di Milano
Sintesi di una visita guidata presso il Cimitero Monumentale di Milano condotta dal Prof. Enrico Venturelli: Ernesto Bazzaro un artista al Monumentale per l'associazione culturale Clessidra.
Come ebbe a scrivere di lui Nino Salvaleschi: Molte opere di Ernesto Bazzaro rimangono nei Cimiteri di Monza, Cremona, Bergamo, e anche dell'Estero. Gli altorilievi del Cimitero di Bergamo, opera piena di gusto architettonico, di armonia e di severità aristocratica veramente di prim'ordine, rimarranno, a mio avviso, per molto tempo ad esempio di vigore e di nobiltà in un periodo che apparirà ai posteri, falso, retorico e vuoto. La stessa euritmia che è notevole in quegli altorilievi, rendono ancora una volta più facile e intuitivo l'avvicinamento di Ernesto Bazzaro, ai primi classici antichi.
Un giorno in cui uno scrittore di buon gusto che abbia molto tempo a sua disposizione e buona dose di allegria e di filosofia, vorrà scrivere un'opera utilissima, potrà benissimo iniziare una serie di volumi su tutte le volgarità, le banalità, le sciocchezze e le menzogne scolpite, che i vivi hanno voluto erigere in memoria dei morti. Ma nella raccolta delle opere di scultura, banali e volgari, che coll'arte nulla hanno a che vedere, e anche talvolta nulla col rispetto e col decoro che si raggruppano e si urtano nei cimiteri; in quella produzione artificiale e artificiosa un po' da negozio di liquidazione e un po' da città in fiera che contrassegna l'arte funeraria dove il pensiero frivolo è in gara colla tecnica più bislacca e il gusto decorativo da salotto o da fumoir per dimostrare a quale vertiginosa sublimità di pensiero sia nei viventi il Ricordo e il Dolore, le opere di Ernesto Bazzaro formano una sana e vigorosa e formidabile eccezione.
Non monumenti degni di qualche angolo da salotto; non statuette, civettuole e pose da anticamera o da stanza da bagno; non concezioni effimere e banali, goffe e volgari, o d'un romanticismo vuoto, o d'un sentimentalismo retorico come ci hanno abituati molti dei celebrati scultori funerari, che trattano il monumento funebre come la statuetta dell' au milieu de lable.
Al Monumentale di Milano, Ernesto Bazzaro è rappresentato da due grandi opere, situate rispettivamente a destra e a sinistra di chi entra. A destra è la tomba della Famiglia Squadrelli. a sinistra quella della Famiglia Crespi.
La prima, di architettura sobria, severa ed equilibrata ha un senso di drammaticità umana che lo avvolge completamente, e forse un poco persino lo sovrasta. Nella seconda, il Dolore, canta il suo grande inno di sofferenze e di rinnovamenti.
Il pensiero è qui profondamente filosofico, e richiama in qualche cosa i motivi di reincarnazione cari alla poesia indiana di Rabindranath Tagore; eterno motivo di poesia e di ultraumanità sul tema del dolore che rinnovella le anime e tutte le innalza alle più pure vette.
Ma questo tema essenzialmente letterario, caro ai mistici di tutti i paesi e sopratutto ai poeti orientali, è di una estrema difficoltà ad essere reso in scultura. Pure, con forza e sicurezza di visioni e di immagini, Ernesto Bazzaro ha saputo cantare questo poema doloroso in un' opera scolpita con sicura tecnica e con nervosa analisi.