Castello di Monselice (Padova)
Il castello di Monselice è un complesso di edifici composto di quattro nuclei principali, più una rocca, tutti edificati e ristrutturati tra l'undicesimo e il sedicesimo secolo. La parte più antica, sulla destra entrando dal portone nella Corte Grande, è il Castelletto, con l'annessa Casa Romanica, edificati tra l'XI e il XII secolo. Sulla sinistra sorge la massiccia sagoma della torre di Ezzelino, del XIII secolo. Al centro, come nucleo di collegamento fra i due edifici esistenti, viene realizzato nel XV secolo il Palazzo Marcello. Sulla cima della collina sorge una rocca edificata da Ezzelino III da Romano su ordine dell'imperatore Federico II di Svevia.
Infine la biblioteca del castello, che sorge sull'ampia spianata antistante alla torre di Ezzelino, ricavata in un edificio preesistente alla fine del XVI secolo. La torre è costruita da Ezzelino III da Romano nel XIII secolo, nell'ambito di un potenziamento militare - difensivo della seconda cerchia di mura della città. All'inizio del XIV secolo, quando la città viene conquistata dai Carraresi, i grandi stanzoni del palazzo di Ezzelino vengono suddivisi in sale di minori dimensioni, parzialmente adibite ad abitazione civile.
Nel corso del XIV secolo i Carraresi riutilizzano anche la parte più antica del complesso, realizzando nella Casa Romanica una grande sala del consiglio e costruiscono all'interno del castello tre caratteristici e monumentali camini veneti, che possiamo ammirare a tutt'oggi.
Dopo la conquista di Monselice da parte della Repubblica di Venezia, nel XV secolo, il castello passa in proprietà alla nobile famiglia dei Marcello che ne completa la trasformazione in residenza civile, edificando il palazzetto di collegamento fra la torre di Ezzelino e la parte romanica. In questo edificio di bello stile gotico, allargato al piano intermedio della torre, i Marcello ricavano la loro residenza privata. La configurazione definitiva del castello, così come la vediamo oggi, è già quasi completa alla fine del Quattrocento: mancano solo la biblioteca, del tardo Cinquecento, la sistemazione del cortile veneziano interno e la cappella privata della famiglia edificata nel Settecento.
Nei primi anni dell'Ottocento la proprietà del castello passa dai Marcello ad altre famiglie dell'aristocrazia locale e incomincia un lento e inarrestabile degrado di tutto il complesso, con la spogliazione di mobili e oggetti dell'arredo interno. Alla fine del secolo la proprietà passa ai conti Giraldi, da cui perviene per asse ereditario alla famiglia Cini. Nel corso della prima guerra mondiale il castello viene requisito per scopi militari dal Regio Esercito, che lo lascerà, completamente devastato, nel 1919.
È il conte Vittorio Cini che comincia a pensare, negli anni trenta, a un radicale restauro e ripristino di tutto il complesso, da adibire a sua residenza di rappresentanza. L'idea si concretizza nel 1935, quando un'équipe di tecnici e restauratori comincia a lavorare sotto l'attenta direzione dell'architetto Nino Barbantini. L'équipe procede prima a un restauro completo di tutti gli edifici e in seguito all'arredo di tutte le sale interne, con mobili, oggetti, e arazzi, rigorosamente appartenuti alle epoche di costruzione dei singoli edifici, terminando il gigantesco lavoro nel 1942. L'idea guida di questo straordinario ripristino non è stata quella di creare un museo storico ma di portare idealmente l'ospite o il visitatore in un viaggio a ritroso nel tempo. Tutto è, infatti, al suo posto nelle singole stanze: tavoli, sedie, quadri, letti, soprammobili, attrezzi da cucina, in una magica atmosfera, come se per incanto dovessero riapparire gli antichi abitatori di questi luoghi, dal Medioevo al Rinascimento, per riprenderne possesso e riviverci le gesta eroiche o quotidiane delle loro epoche.
Nel 1954, il castello è teatro di una spettacolare rapina da parte di tre malviventi, che ne scavalcano le mura, impadronendosi di numerosi pezzi di pregio.
Dal 1981 il complesso è passato in proprietà alla Regione Veneto ed è aperto al pubblico da marzo a novembre.
Indagine a San Zenone degli Ezzelini (TV)
Indagine eseguita ad aprile 2018 a San Zenone degli Ezzelini (TV)
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L'ultima battaglia di Ezzelino di Toni Andreetta
Un omaggio alla raffinatezza intellettuale di Sante Bortolami. Il pezzo è la parte finale del documentario Ezzelino III da Romano di cui fu consulente e supervisore scientifico Sante Bortolami.
Montagnana (Pd), uno dei Borghi più belli d'Italia
Montagnana è un comune di 9.532 abitanti della provincia di Padova.Oltre che per lo straordinario complesso fortificato, la città si fa apprezzare per il tessuto urbano, fatto di vie e di edifici sorti in periodo rinascimentale Sulla grande piazza centrale, si protende il Duomo (1431-1502), dalle imponenti forme tardo-gotiche con aggiunte rinascimentali. Sempre sulla piazza, si affaccia l'elegante Palazzo Valeri e l'antico Monte di Pietà. In via Matteotti sta il palazzo Magnavin-Foratti, in raffinato stile gotico-veneziano, che si dice sia stata la residenza di Jacopa, moglie del condottiero Erasmo da Narni detto il Gattamelata. In via Carrarese, si trova il Municipio, opera attribuita all'architetto veronese Michele Sanmicheli (1532). In via Scaligera vi è la chiesa tardo-romanica di S.Francesco, con attiguo monastero delle Clarisse; in via S.Benedetto si affaccia la barocca omonima chiesa (in corso di restauro). Subito fuori dell' abitato, a ridosso di Porta Padova, vi è la Villa Pisani, uno dei capolavori del Palladio, che all' interno conserva statue di Alessandro Vittoria (1525-1608). Da segnalare, in via dei Montagnana l'antico Ospedale di S.Maria e, nell'omonima via, la chiesetta di S.Antonio Abate, con tracce di presenza templare.I monumenti più insigni, tuttavia, sono costituiti dalla cinta muraria, dalla Rocca degli Alberi e dal Castello di San Zeno. Le opere di fortificazione alto-medioevali, che si suppongono rafforzate nel X sec. d.C. in difesa delle scorrerie degli Ungari, erano costituite quasi esclusivamente da terrapieni, palizzate, fossati e barriere di piante spinose (rimane qualche ricordo in vecchi toponimi delle vie interne). Montagnana viene citata come castrum in un documento del 996. Nei secoli successivi numerose testimonianze documentali attestano la sua funzione difensiva e protettiva a vantaggio dei villaggi circostanti i cui abitanti erano tenuti alla manutenzione dellapparato difensivo (mura, bertesche, ponte) e al servizio militare nei confronti del castrum considerato ricetto comune di importanza vitale per la sicurezza di tutti. Ezzelino da Romano il Tiranno (1194-1259), presa e incendiata Montagnana nel 1242, munì il luogo di fortificazioni adeguate allepoca (ziron). Il mastio del Castello di San Zeno (oggi agibile fin sulla sommità) è a lui attribuito.Le mura attuali, che costituiscono uno degli esempi più insigni e meglio conservati di architettura militare medioevale in Europa, salvo il complesso di Castel San Zeno e i tratti di cinta ad oriente ed occidente che sono più antichi, risalgono alla metà del '300, quando i Carraresi, signori di Padova, vollero ampliare e rafforzare quello che era un essenziale luogo forte di frontiera dello stato padovano contro la Verona degli Scaligeri.
Montagnana is a town and comune in the province of Padova, in Veneto (northern Italy). It is bounded by other communes of Saletto, Megliadino San Fidenzio, Casale di Scodosia, Urbana, Bevilacqua, Pojana Maggiore and Noventa Vicentina. As of 2007 the population of Montagnana was 9,355. The famous medieval walls, are one of the best preserved examples of medieval walls in Europe.
Font : Wikipedia
Bazilica Sfantul Anton din Padova
Un pelerinaj în Bazilica Sfântului Anton de Padova, care adăpostește osemintele sfântului.
În acest pelerinaj ne oprim în câteva puncte principale, care ne ajută să înțelegem această Bazilică ce-l prezintă pe Sfântul Anton:
00:03 Despre Bazilică
04:52 Începutul pelerinajului - Madonna del Pilastro
06:44 Sfântul Maximilian Maria Kolbe
08:50 Sfânta Maria și pruncul Isus
10:28 Morminte și monumente funebre
12:31 Mormântul Sfântului Anton
27:16 Capela Madonna Mora
28:54 Capela Luca Belludi
30:53 Capelele radiale dedicate sfinților
33:34 Capela relicvelor
39:57 Capela binecuvântărilor
44:02 Capela Sfântului Iacob
46:57 Capela Sfântului Sacrament
48:38 Altarul Principal
54:46 Penitențeria
57:19 Câteva informații utile
58:15 Concluzie
Voce: Teodor
Muzica fundal: Orchestra di Padova e del Veneto, Ensemble Musica Venezia, Orchestra e Coro del Cammino Neocatecumenale di Padova
Fotograf și montaj: Teodor
Recomand spre vizionare:
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Scoletta - Scoala Sfantului Anton - Minunile Sfantului Anton:
Oratoriul Sfantul Gheorghe – Sfintii: Gheorghe, Lucia si Ecaterina:
Castello di Monselice
Ai piedi del Colle della Rocca si erge maestoso un complesso architettonico denominato Castello Cini che raggruppa in sé diverse tipologie di edifici. Tra l’XI sec. ed il XVI sec. il castello è stato dimora signorile, torre difensiva fino a diventare villa veneta.Il Castello si compone infatti di quattro nuclei principali; la parte più antica è la CASA ROMANICA (XI sec.) che assieme al CASTELLETTO (XII sec.) forma il primo nucleo abitativo.
Nel corso del XIII sec., staccata, venne costruita la TORRE EZZELINIANA, un possente edificio difensivo voluto da Ezzelino III da Romano. La caratterizzano, all’interno, monumentali camini “a torre”, unici in Italia per forma e funzionalità, fatti costruire dalla signoria padovana dei Da Carrara nel sec. XIV.
A partire dal 1405, dopo l’avvento della Serenissima Repubblica Veneta, il complesso monselicense viene acquistato dall’aristocratica famiglia veneziana Marcello che intraprende la costruzione di CA’MARCELLO, palazzo di collegamento fra le preesistenti strutture.I Marcello procedono poi all’ampliamento delle sale intermedie della Torre Ezzeliniana per ricavarne una dimora estiva, utilizzata ininterrottamente fino agli inizi dell’Ottocento.
I nobili veneziani ingentiliscono il complesso costruendo sulla spianata antistante la Torre il leggiadro edificio della BIBLIOTECA (XVI sec.); ristrutturano il CORTILE VENEZIANO (XVII sec.) e aggiungono nel corso del ‘700 la cappella privata di famiglia. La caduta della Repubblica di Venezia, alla fine del XVIII sec., segna un lento ma progressivo declino dell’antico maniero monselicense. La proprietà del Castello passa infine a diverse famiglie locali, tra cui i Girardi-Cini, senza per questo contribuire a sollevare le sorti del complesso. Il colpo di grazia viene inferto dal Regio Esercito Italiano che durante la I Guerra Mondiale usa il Castello per scopi militari, abbandonandolo nel 1919 interamente saccheggiato di tutti i suoi tesori.
Nel 1935 la proprietà passa per via ereditaria al Conte Vittorio Cini, uomo di grande raffinatezza intellettuale, che intraprende un’accurata ricerca d’oggetti d’arredamento (mobili, dipinti, tappeti, arazzi, ceramiche, strumenti musicali e stoffe) e di armi, ricreando all’interno del castello l’antica atmosfera medievale e rinascimentale che ancor oggi accoglie i visitatori nelle sale residenziali e nella vasta ARMERIA. Dal 1981 il complesso monumentale del Castello Cini di Monselice è passato in proprietà alla Regione Veneto, divenendo museo regionale
L'impronta veneziana di Padova di Toni Andreetta
Venezia conquista Padova nel 1405 e lascia la sua impronta nel suo disegno urbano. Palazzi e ville richiamano l'architettura della Serenissima. Un piccolo brano del film film di Toni Andreetta, Sabino Acquaviva e Giorgio Segato con la consulenza di Raffaele Luponio.
Tango Argentino - Padova - Improvvisazione Tango - Mariella Lazzaro & Alan Spotti - 11/02/2012
Tango Argentino - Padova - Improvvisazione Tango - Mariella Lazzaro & Alan Spotti - 11/02/2012 - Milonga del Geco
glicine e castello.mp4
Il glicine del Castello di Monselice
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Viața istorică a Sfântului Anton de Padova
Viața istorică a Sfântului Anton de Padova
01:04 Biserica în timpul Sfântului Anton:
01:49 Începutul vieții pământești și spirituale a Sfântului Anton
04:07 Schimbarea numelui și a vocației
07:34 În căutarea martiriului
22:06 Moartea Sfântului Anton
25:26 Transferarea rămășițelor Sfântului Anton
29:47 Sfântul Anton în casa sa
31:25 Un nou Sfânt declarat
Muzica de fundal:
Antonio Vivaldi - SINFONIA - AL SANTO SEPOLCRO - per archi e basso continuo - Ensemble Musica – Basilica dei Frari – Venezia
Antonio Vivaldi - CONCERTO IN SOL MINORE (RV155) - per archi e basso continuo - Ensemble Musica – Basilica dei Frari – Venezia
Orchestra di Padova e del Veneto – Basilica Sfântul Anton - Padova
Fotografii, montaj:
Teodor N
(majoritatea fotografiilor au fost realizate în sanctuarele Sfântului Anton: Bazilica Sfântul Anton din Padova, Arcella și Camposampiero)
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TG BASSANO (17/08/2019) - MERCOLEDÌ PROSSIMO L'ULTIMO SALUTO A LUCA
TG BASSANO (sabato 17 agosto 2019) - Romano d’Ezzelino. Si terrà mercoledì prossimo, il 21 agosto, alle 10, nella Chiesa Arcipretale di Romano capoluogo il funerale di Luca Bontorin, il 27enne morto in sella alla sua motocicletta martedì scorso.
Il terribile incidente stradale in via Molini, lungo la provinciale che collega Borso del Grappa a Mussolente. Luca arrivava da nord, quando si è scontrato con un camion che stava entrando nel parcheggio dell'azienda di distribuzione bevande Bellò. Una dinamica che non è ancora chiara, tanto che la procura di Treviso aprirà un'inchiesta per omicidio stradale. (
TG BASSANO (12/10/2018) - BREVI DI CRONACA DAL TERRITORIO
TG BASSANO (venerdì 12 ottobre 2018) - ANZIANO CADE DALL’OLIVO E MUORE
Romano. Tragico incidente domestico a Romano: un uomo ha perso la vita mentre raccoglieva le olive. Il pensionato di 76 anni, originario del Comune ezzelino, ma residente a Semonzo, frazione di Borso del Grappa, era impegnato nella raccolta stagionale delle olive nel giardino del figlio. La moglie ha assistito inerme ala tragedia
SVALIGIATA LA CASA DEL MEDICO
Bassano. Raffica di furti in quartiere Firenze: nel mirino anche l'abitazione di un medico, saccheggiata in pieno giorno, con un bottino in gioielli che supera i 100 mila euro. La banda si è introdotta forzando l'infisso e mentre i proprietari erano al lavoro
QUAGLIE E UN FALCO IN AUTO. DENUNCIATO
Romano d’Ezzelino. Denunciato un 46enne di Trento per furto di volatili. Una pattuglia dei carabinieri ha fermato, ieri sera, un’autovettura: all’interno tante quaglie morte e un falco, che gli uomini della forestale di Enego hanno stabilito essere un Girfalco Persacro, specie rara, del valore di 4mila euro. L’uomo non aveva alcuna licenza di caccia (
CITTADELLA - CAMMINAMENTO DI RONDA SULLE ANTICHE MURA - STORIA DI CITTADELLA
CITTADELLA - BREVE STORIA di CITTADELLA – LE MURA – IL CAMMINAMENTO DI RONDA
La città, con la sua splendida cinta muraria, sorse nel 1220 per volontà del Comune di Padova.Da allora, gli elementi più caratteristici della cittadina furono proprio l'eccezionalità dell'anello murario e la posizione strategica, ricoperta nell'ambito del territorio padovano. Fin dall'età del bronzo risulta documentata la presenza dell'uomo nella zona in cui sorse CITTADELLA, mentre in epoca romana fu interessata da un importante agro centuriato, che aveva come decumano massimo la via Postumia, costruita nel 148 a .C.
Dall'XI sec. si erano andate formando signorie rurali con una serie di minuscoli villaggi, costruiti attorno a pievi, come quella di S. Donato e abbazie, come S. Lucia di Brenta.
In epoca medievale, subito dopo la sua fondazione, CITTADELLA garantì al Comune di Padova una base dalla quale contrastare il potere dei signorotti rurali locali, quali l'aristocrazia del feudo di Onara e di Fontaniva.
Caduta in mano ad Ezzelino da Romano per un breve periodo, assunse un ruolo strategico nei confronti del territorio circostante nella seconda metà del Duecento, secolo in cui conobbe una notevole fioritura. Nel 1236 Padova concesse alla città la facoltà di dotarsi di propri Statuti.
Nel 1318 CITTADELLA passò sotto il dominio di Cangrande della Scala. Ritornò poi sotto Padova, allora signoria dei Da Carrara. Nel Trecento il ruolo di CITTADELLA crebbe ulteriormente e la Podesteria si allargò.
Nel 1405 CITTADELLA si dava spontaneamente a Venezia, ottenendo in cambio la facoltà di conservare i propri Statuti. Dal 1483 fu donata da Venezia a Roberto Sanseverino; i suoi successori la tennero fino al 1499, mentre per un anno, dal 1503 al 1504, fu data a Pandolfo Malatesta, a seguito dei patti giurati stretti tra Pandolfo e la Repubblica Veneziana.
L'anno 1508 vede la nascita della lega di Cambrai, contro Venezia. Il Malatesta, signore di CITTADELLA, passò allora allo schieramento nemico. Per questo motivo la cittadina fu più volte attaccata e saccheggiata dalle truppe imperiali. La pace veneziana verrà ripristinata solo nel 1516.
Dopo queste burrascose vicende, CITTADELLA conoscerà tre secoli di pace, interrotti nel 1797, quando le truppe napoleoniche si impossessarono di tutto il territorio appartenuto alla Repubblica di Venezia. CITTADELLA passò allora sotto il dipartimento del Bacchiglione e, per un certo tempo, addirittura sotto la provincia di Vicenza. Dal 1814 anche CITTADELLA conobbe la dominazione austriaca, terminata nel 1866, anno in cui venne finalmente annessa al Regno d'Italia.
A cura di Laura Pavan, bibliotecaria di CITTADELLA
LE MURA di CITTADELLA
La cerchia murata che circonda CITTADELLA (1220 d.C) ha forma di ellisse irregolare e con l'abitato costituisce un complesso organico del più alto interesse storico, non solo per gli studi sui castelli ma anche per quelli di urbanistica. Lo spazio interno che le mura delimitano è ordinato da due traverse che raccordano le quattro porte con il centro, dividendo l'abitato in quartieri, a loro volta suddivisi a scacchiera dalle caratteristiche stradelle.
La cortina murata comunica con l'esterno attraverso quattro ponti in corrispondenza delle porte (a loro volta costruite sui quattro punti cardinali), rivolte verso le vicine città di Padova, Vicenza, Bassano del Grappa e Treviso (di qui la denominazione Porta Padovana, Porta Vicentina, Porta Bassanese, Porta Trevisana). I ponti levatoi, mantenuti in servizio fino al secolo XVI, gradualmente vennero sostituiti con altri in muratura. Gli attuali risalgono alla prima metà del secolo scorso.
A Nord, il Castello di Porta Bassano, che era difeso da un piccolo fossato anche all'interno, con la casa del Capitano della Guarnigione. Ad Est, il torrione di Porta Treviso, con arcata affrescata.
A Sud, il castello di Porta Padova, con la Torre di Malta, orribile prigione usata da Ezzelino da Romano e citata da Dante, nella Divina Commedia. Ad Ovest, il torrione di Porta Vicenza.
Municipio Saccolongo Fontanella
Fontana sita in Piazza Municipio Saccolongo
Veneto: Terra da scoprire - Padova!
LINK PADOVA
Passeggiata nel parco della villa di Valsanzibio
Armonie Giottesche | Cappella degli Scrovegni - Padova, 4 aprile 2016
Pendulum in Palace of Law of Padua
Arquà Petrarca 4K
Centro Congressi Padova
Drone Project
Brano musicale: Daisy Dukes- Youtube Library
TG BASSANO (07/10/2017) - VIOLENZA SUI TRENI: ARRIVANO I VIGILANTES
TG BASSANO (sabato 7 ottobre 2017) - giovanissimi, lo abbiamo detto ieri, sono anche i responsabili delle recenti aggressioni sui treni. Ieri abbiamo chiesto, con forza, che si trovi una soluzione per arginare il fenomeno. Oggi è arrivata la risposta della Regione
Impegno della Regione, è quello di trattare con Trenitalia per evitare che l’arrivo di questi nuovi vigilantes possa pesare sul costo di biglietti e abbonamenti.
Una promessa sulla quale, noi di Reteveneta, vigileremo (
25/02/2015 - CITTADELLA: IMBRATTATE LE MURA, CACCIA AI WRITERS
BASSANO TG (mercoledì 25 febbraio 2015) - A Cittadella è caccia ai writers che nei giorni scorsi hanno imbrattato le storiche mura cittadine
Soave (Vr).wmv
Soave è un comune italiano di 6.900 abitanti della provincia di Verona . È noto per il castello Scaligero e il tipico vino che porta il suo nome.Soave dista circa 20 chilometri (in linea d'aria) da Verona.La derivazione del nome del paese è oscura: c'è chi dice venga dai Suaves ovvero gli Svevi.Il castello era in mano ai Conti di Sambonifacio di Verona mentre l'ascesa di Ezzelino da Romano come Podestà del Comune veronese (1226) portò al possesso del maniero da parte dei Conti Greppi, i quali, nel 1270, lo cedettero al Comune di Verona che vi installò un suo Capitano. La contemporanea ascesa degli Scaligeri portò ad una nuova fase della vita del paese e del suo simbolo più importante. Il castello venne restaurato e rinnovato mentre, nel 1379, Cansignorio dotò il paese della cinta di mura ancor oggi visibile.La fine della dinastia scaligera portò prima i Visconti milanesi e poi i Carraresi padovani. Quest'ultimi lo perderanno (1405) a causa dell'arrivo delle truppe della Repubblica di Venezia, appoggiate dagli abitanti soavesi. Nel 1439, le truppe viscontee del condottiero Niccolò Piccinino s'impadronirono di Soave ma la vittoria di Giovanni Pompei sul Monte Bastia permise all'esercito veneziano di tornare a possedere la zona. Pericolo maggiore ci fu quando Venezia si trovò contro la Lega di Cambrai (1508): il castello e il paese di Soave vennero incendiati (con 366 soavesi passati a fil di spada); anche in questa occasione la Repubblica della città lagunare però riuscì ad avere la meglio (1516). A causa dell'eroismo del capitano Rangone e dei soavesi che, nel 1511, liberarono il castello, Venezia donò l'Antenna (un grande pennone) e lo Stendardo di San Marco.Con il trattato di Campoformio (1797) cadeva la Serenissima e iniziava la dominazione austriaca che, nel 1805, ritornò francese.Nel 1809 ci furono scontri tra austriaci e francesi in un'area tra Cazzano di Tramigna e Soave.Con il Congresso di Vienna (1815), il Veneto passò nel Regno Lombardo - Veneto fino a quando, nel 1866, anche Soave entrò a far parte del Regno d'Italia.
Soave is a small comune of the Veneto region in the Province of Verona, Italy with a population of roughly 6,800 people. Soave is located approximately 23 kilometers east of Verona and is reachable by use of the A4 motorway exit Soave-San Bonifacio.
Soave was a Roman center on the via Postumia that connected Aquileia to Genoa. There are different names about the origin of current name: according to one theory, it could derive from the Suebi (sometimes called Soavi in medieval Italian). The castle was cited for the first time in occasion of the Magyar invasions (934). In the 13th century it was a possession of the Counts Greppi, who later ceded it to the commune of Verona, which installed a capitano here. The walls still visible today, were built in 1379 by Cansignorio of the Scaliger family. Their rule was followed by those of the Visconti from Milan and the Carraresi from Padua; the latter lost Soave in 1405 to the Republic of Venice. In 1439 Visconti troops under Niccolò Piccinino captured it back, but Venice regained it soon. During the War of the League of Cambrai (1508), the city was fired and 366 Soavesi killed, but again in 1515 it was reacquired by Venice, which later sold the castle to the Gritti noble family.In 1797-1805 the city was under French rule. In 1809 there were small fights between French and Austrian troops in the vicinity. Later Soave was included in the kingdom of Lombardy-Venetia, and in 1866 became part of Italy.The Castle of Soave is a typical medieval military edifice, commanding the neighbourhood of the city from the Tenda Hill. It comprises a mastio (donjon) and three lines of walls forming three courts of different size. The outer line, with a gate and a draw bridge, is the most recent, built by the Venetians in the 15th century. It houses the remains of a small church from the 10th century.View of the Castle of Soave.The second and larger court, the first of the original castle, is called della Madonna for a fresco portraying St. Mary (1321). Another fresco is visible after the door leading to the inner court, and portrays a Scaliger soldier. The mastio is the most impressive feature of the castle. Bones found within have showed it was used also as prison and place of tortures. The House called del Capitano (the Scaliger commander) houses Roman coins, weapons parts, medals and other ancient remains found during the most recent restoration. Adiacent is a bedroom with a 13th century fresco with St. Mary and Madeleine and a dining room with medieval kitchenware. Another room houses the portraits of the most famous Scaliger figures: Mastino I, Cangrande, Cansignorio and Taddea da Carrara, wife of Mastino II; the portrait of Dante Alighieri testify an alleged sojourn of the poet in the castle.
Font : Wikipedia