San Daniele del Friuli
Continua il viaggio con Itinerari Italiani alla scoperta del Friuli Venezia Giulia. In questo appuntamento andiamo alla scoperta di San Daniele e il medio Friuli
San Daniele Del Friuli (Udine) patria del prosciutto crudo DOP - centro storico
San Daniele del Friuli (Sant Denêl in friulano) è un comune italiano della provincia di Udine in Friuli-Venezia Giulia.
La città è nota in tutto il mondo per la produzione dell'omonimo prosciutto crudo DOP.
Il comune di San Daniele, arroccato sulla sommità di un colle a 252 m s.l.m., è al centro del Friuli e domina la pianura circostante. Una città raccolta ed accogliente con diversi tesori artistici, fa parte delle Città Slow. Il territorio gode di un'aria particolare che dona ai prosciutti (prodotti localmente), un sapore unico e inconfondibile conosciuto in tutto il mondo. A poca distanza dal colle, le limpide acque del Tagliamento sono la naturale dimora della trota (qui chiamata la regina di San Daniele) che viene allevata e lavorata in modo artigianale. La città può vantare la vicinanza al Mare Adriatico a sud e alla Carnia a nord.Il terremoto del 1976 arrecò al paese meno danni rispetto agli altri comuni coinvolti, ma si verificarono distruzioni parziali o totali degli edifici del centro storico, meno toccato dagli spezzonamenti, e danni alle opere d'arte, con feriti e vittime, molte delle quali causate dal crollo di una palazzina a pochi passi dal municipio.
Onorificenze.
Medaglia d'oro al Merito Civile.
«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, morale ed economico. Splendido esempio di valore civico e senso del dovere, meritevole dell'ammirazione e della riconoscenza della Nazione tutta.»
Monumenti.
La Biblioteca guarneriana, biblioteca pubblica tra le più antiche in Italia, fondata nel 1466 da Guarnerio d'Artegna, il quale donò alla chiesa di S. Michele 173 codici manoscritti; la raccolta comprende numerose opere miniate, una rara edizione dell'Inferno di Dante del XIV secolo, la Bibbia Levantina le cui miniature costituiscono un'interessante commistione tra elementi occidentali e levantini e numerose edizioni stampate del Cinquecento, dono dell'arcivescovo Giusto Fontanini alla sua città.
Duomo di San Michele Arcangelo.
Museo del territorio, ospitato presso il chiostro dell'ospedale vecchio.
Casa del '300.
Chiesa di Sant'Antonio Abate, celebre per i suoi meravigliosi affreschi, realizzati tra il 1497 e il 1522 da Martino da Udine, meglio conosciuto come Pellegrino da San Daniele, al punto da esser nota come La Sistina del Friuli.
Porta Gemona, progettata da Andrea Palladio nel 1579 in una torre testimonianza dell'antico castello medioevale.
Una passeggiata nel centro storico di San Daniele del Friuli
Filmato realizzato dalla redazione de Il Turismo Culturale in occasione della pubblicazione della guida dal titolo SAN DANIELE DEL FRIULI. UNA STORIA DI GUSTO.
Info | ilturismoculturale.it
Blogger per caso tra San Daniele, Sauris e Grado | Friuli Venezia Giulia | Turismo FVG
Emiliano, assieme al blogger per caso Alberto, scopre il Friuli Venezia Giulia d'inverno. Un percorso video che mostra le varie tappe del viaggio: il prosciuttificio Wolf e il birrificio Zahre Beer di Sauris, il castello di Susans, Majano, San Daniele, la biblioteca Guarneriana, Grado, il lago di Cavazzo e Malborghetto.
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Dal post di Alberto Rosa:
“Emiliano ed io partiamo un giovedì mattina di metà dicembre e il primo incontro avviene per caso al confine tra la provincia di Treviso e quella di Pordenone, davanti ad un the caldo… al volo. Emiliano è arrivato in Veneto la sera prima della nostra partenza e deve riconsegnare le chiavi ad un’amica che gli ha prestato la casa. La sua amica è Silvia che, scopro, anche io conosco…, ma solamente via Twitter. È una blogger che viaggia il mondo dalla prospettiva di una Lambretta. Un incontro che ci sorprende: dal social alla realtà. Ed è la realtà la dimensione che a me piace di più. La prima tappa in territorio friulano è Majano, in provincia di Udine. Seguiamo la strada lungo la provincia di Pordenone e superiamo il fiume Tagliamento. Majano si trova a 30 minuti da Udine e lì c’è un castello, nella frazione di Susans.[..] Il castello di Susans è imponente, di un bianco orgoglioso. Lo si raggiunge facilmente seguendo le indicazioni. [..] Il castello è unico per stile nel Friuli Venezia Giulia poiché nel 1600 da queste parti non costruivano castelli a pianta quadrata con torri, pure quadrate, sporgenti, sullo stile dei castelli della Toscana o dell’Emilia. Fabrizio, infatti, era cresciuto in Toscana, alla corte del Granduca Ferdinando I e decise di edificare il castello a Susans in stile mediceo e adibirlo a residenza estiva della casata e così fu sino alla Prima Guerra Mondiale. [..] Nella piazza principale di San Daniele del Friuli, alla sinistra del duomo (bianchissimo, anche mentre cala la sera) c’è una porta piccola. Superata la porta si entra nella biblioteca. Voltando a sinistra si entra in un’ampia anticamera. C’è un’altra porta dietro la quale incontriamo Angelo Floramo, il direttore della biblioteca. Siamo al centro della Sala Fontaniniana, uno studiolo o uno scrigno se preferite. È l’ingresso della Guarneriana, la più antica biblioteca del Friuli Venezia Giulia, una delle prime istituzioni di pubblica lettura in Italia. È divisa in due sezioni: la moderna e la storica, formata questa da una raccolta irripetibile di codici, incunaboli e libri antichi. […] La biblioteca Guarneriana è stata fondata da Guarnerio d’Artegna, nato nei primi anni del ’400. Una vita intensa, fatta di sacrifici, studi, ambizioni, moti di intelligenza raffinata, ingredienti che l’hanno portato lontano dalla sua terra d’origine a rischiare tutto. Un vita densa, ma nella quale ha trovato spazio un gesto di coraggio e tenerezza speciale, gesto dal quale è nata la biblioteca. [...]Da San Daniele prendiamo l’autostrada A23 in direzione Tarvisio e usciamo all’altezza di Tolmezzo. Proseguiamo sulla statale e in un’ora e venti circa eccoci a Sauris [..]Prima di cena visitiamo il birrificio Zahre Beer a Sauris di Sopra. Ci accolgono Massimo e Danila. E raccontano. Raccontano di come “costruire” birra significhi trasmettere energia. Che la qualità della birra dipenda dall’acqua, che a Sauris arriva senza interruzioni da una sorgente a 1.600 metri. Raccontano che Sauris è una comunità antica, che vive i ritmi dell’anno, e d’inverno recupera le forze per esplodere d’estate. Raccontano che qui il carnevale ha un Re e i folletti dei boschi esistono davvero. E da tutti questi racconti mi viene in mente che Sauris sia un’isola messa al centro di un bosco, in mezzo ad una valle. E alla fine dell’ultimo tunnel sotto la montagna prima di arrivare in paese, ci sia una specie di salto di dimensione. Il birrificio è l’occasione per rilassarsi dopo una giornata di tanti chilometri e ricca di storia. La Zahre Beer produce una birra alla canapa, che viene coltivata a Sauris. […]Dopo colazione lasciamo Sauris, però non prima di fare una visita al prosciuttificio Wolf a Sauris di Sotto. [..] Lasciamo Sauris, riprendendo la strada verso Enemonzo e Tolmezzo per raggiungere il lago vicino a Cavazzo Carnico. Accostiamo un momento la macchina per salutare il lago di Sauris e, dopo profondo ragionamento, dico: “Sauris per me è proprio una figata”.
San Daniele del Friuli (paesi della bella Italia)
San Daniele Del Friuli in Friuli Venezia Giulia
Benvenuti a San Daniele del Friuli - (video di Turismoculturale.it)
Filmato realizzato dalla redazione de Il Turismo Culturale in occasione della pubblicazione della guida dal titolo SAN DANIELE DEL FRIULI. UNA STORIA DI GUSTO.
Info | ilturismoculturale.it
Nel canale youtube del Comune di San Daniele del Friuli potete trovare le GUIDE MULTIMEDIALI del Comune di San Daniele del Friuli
Un modo semplice per scoprire le ricchezze storiche, culturali e paesaggistiche del nostro territorio.
Voce di
Giovanni Folena
Testi di
Stefania Agostinis
Con il supporto di:
Pro San Daniele, Circolo Battigelli, Officine d'autore
A cura di
Alessandro Di Pauli
infosandaniele.com
San Daniele del Carso - Slovenia
San Daniele del Carso - Slovenia - tra giardini incantati e castelli a solo mezz'ora da Trieste
travelfashiontips.cpm
San Daniele del Friuli presepe
il presepe della parrocchiale
Il CAMPANILE delle DOMENICA 23 giugno San Daniele del Friuli
Arrivo - 79^ Coppa Città di San Daniele - San Daniele del Friuli (Ud)
Il video dell'arrivo di Fausto Masnada nella classica di San Daniele del Friuli riservata agli Elitè-U23
Chiesa di Sant'Antonio Abate di San Daniele del Friuli
Filmato realizzato dalla redazione de Il Turismo Culturale in occasione della realizzazione della guida dal titolo SAN DANIELE DEL FRIULI. UNA STORIA DI GUSTO.
Info | ilturismoculturale.it
CASTELLI DEL FRIULI
Il nostro tour parte da San Daniele del Friuli,
verso il Lago di Ragogna
percorso collinare, arriviamo al castello di Susans e successivamente attraversando i paesi di
Majano, Mels, Vendoglio, arriviamo a Montegnacco (Villa Deciani Gallici) e quindi al castello di
Villafredda, suggestivo borgo medievale
La tappa successiva è Cassacco (castello)
riprendiamo il giro per Colloredo di Monte Albano (castello), poi Caporiacco (castello) e infine il castello
di Arcano Superiore per ritornare al punto di partenza ,San Daniele del Friuli .
Il monastero di San Daniele ad Abano Terme
un film di valter zanardi
La storia millenaria del Monastero si può dividere in vari periodi.
Il Monastero costruito tra il 1076 /1078 dai signori da Montagnone di origine longobarda, fu affidato ai monaci benedettini.
È citato in una bolla di Callisto II del 1° aprile 1123 e confermato da InnocenzoII, nella bolla del 29 giugno 1132.
Nei primi decenni di vita il Monastero si trovò al centro di varie contestazioni sulle quali dovette intervenire addirittura il Papa, segno evidente che fin dalle origini era tutt' altro che trascurabile.
I Monaci Benedettini ne guidarono le sorti tra innumerevoli traversie, fino al 25 febbraio 1461 (da ricerche del geom. C. Grandis).
Il Monastero passò poi ai Canonici Regolari del SS. Salvatore di Venezia, religiosi che seguivano la Regola di S. Agostino.
Essi apportarono notevoli ristrutturazioni e abbellimenti al complesso monastico. Il chiostro cinquecentesco è sormontato sul lato ovest da una loggetta con soffitto a volte a crociera.
Il 12 settembre 1771 un provvedimento della Repubblica Veneta interveniva a limitare il numero dei monasteri nel suo territorio. Con tale decreto fu soppresso anche il Monastero San Daniele e tutti i beni incamerati furono messi all'asta.
L'acquisto del complesso edilizio venne effettuato dall'avv. Federico Todeschini di Venezia, che diede la proprietà in dote alla figlia Elisabetta, unica erede del casato, quando sposò il conte Bartolomeo Bonomi nel 1832. Il Monastero fu allora in parte trasformato in Villa – Castello e chiamato Castello dei Conti Todeschini- Bonomi.
Con la seconda guerra mondiale, la famiglia Bonomi Todeschini subì un tracollo; la Villa–Castello venne occupata temporaneamente dai militari tedeschi, poi divenne proprietà della famiglia Pescarin di Montagnana - Padova.Frattanto si profilava un periodo turbinoso per le popolazioni dell'Est Europeo e, alla fine della seconda guerra mondiale, anche il Monastero S. Rocco in Fiume fu occupato dai soldati che presero possesso delle aule scolastiche, dell'educandato e degli ambienti monastici
Le Monache Benedettine non avevano più né monastero né lavoro né pane; furono quindi costrette ad abbandonare il loro nuovo bel Monastero, costruito tra il 1914 e il 1918, e cercare una soluzione alternativa.
La Madre Benedicta Cristofoli († 16/2/1970), incaricata dall'anziana abbadessa, M. Benedicta Stehle († 9/2/1950), venne nel Veneto e, con l'aiuto di Don Ambrogio Bizzarri dell'Abbazia di Praglia, ottenne di entrare in questo Monastero di San Daniele.
Il 24 maggio 1948 ella ricevette le chiavi da Don Adalberto Salvadori, priore di Praglia, che celebrò la prima S. Messa della Chiesa di San Daniele. La Comunità, rimasta in attesa a Fiume, ebbe la prospettiva di approdare presto alla Villa-Castello di San Daniele per ricomporsi e riprendere la regolare vita monastica.
Così ebbe inizio il IV periodo del Monastero: fondato per i monaci, diviene casa di preghiera per le monache, che seguono la Regola di San Benedetto. E' l'anno 1948.
Borghi d'Italia in Cina - Majano (Udine)
L’itinerario di Borghi d’Italia questa settimana ci accompagna a Majano in Provincia di Udine. Il paese, duramente colpito dal sisma del 1976 rappresenta un bell’esempio di ricostruzione e riscatto. Come sempre incontreremo i protagonisti della vita cittadina e visiteremo le chiese e le altre eccellenze del luogo. Dedicheremo una buona parte della puntata all’Hospitale San Giovanni di Gerusalemme posizionato sul tracciato dell’antica Romea Strata. Con il presidente della Comunità Collinare del Friuli scopriremo sinteticamente anche le positività degli altri 14 comuni vicini a Majano. Conosceremo i castelli, i laghi, le limpide acque del fiume Tagliamento, alcuni musei, la biblioteca Guarneriana, il progetto Grifone, l’Oasi delle Cicogne e tante altre curiosità del territorio. Inoltre non mancheranno i piatti e le tipicità della tradizione locale, con in testa il prosciutto di San Daniele del Friuli.
SAN DANIELE DEL FRIULI la città intera: Duomo - Chiese di S. Antonio Abate e S. Maria d. Fratta
Castello d'Arcano
Il Castello di Arcano superiore si trova nella località omonima, nel Comune di Rive d'Arcano, in provincia di Udine.Il Castello appartenne per secoli all'illustre famiglia nobile dei d'Arcano, i cui fasti ebbero inizio con Leandro de Cornu (1161) proprietario di un castello presso il corso d'acqua omonimo vicino a San Daniele del Friuli.
Quello che oggi vediamo, è uno dei castelli meglio conservati del Friuli. Dopo il terremoto è stato consolidato ed oggi si presenta splendidamente. Ha strutture di epoca diversa (secolo XIII-XVI) ed è sorto su una precedente costruzione fortificata forse del secolo X. Presenta mura merlate, il passo di ronda, un massiccio mastio, le torri di vedetta e il resto di un ponte levatoio
All'interno conserva affreschi settecenteschi del veneziano Andrea Urbani, con temi bucolici ed agresti. Uno di questi affreschi ricorda simpaticamente un servitore, raffigurato in piedi ed in livrea, accompagnato da una laconica ma molto ironica scritta:Angelo Candussio servi fedelmente bevè terribilmente. Nato 1730. Completano la decorazione alcune tele raffiguranti membri della famiglia Arcano
Nella Chiesetta del Castello dedicata a Santa Maria della Neve, la cui costruzione risale alla prima metà del secolo XIV vi è conservato un altare settecentesco con statue di San Paolino d'Aquileia e del Beato Bertrando, con un bassorilievo raffigurante Sant'Ermacora
ADESSO VI SPIEGO PERCHE' IL FRIULI E' UN POSTO INCREDIBILE
Adesso vi spiego perché, secondo me, il Friuli è una terra incredibile e meravigliosa.
Prendiamo la Val Zemola. Questi paesaggi ancestrali, queste montagne immobili e potenti, questo mondo sospeso tra le nubi e il fischio dei camosci, sono solo mille metri più in alto delle nostre automobili, a sole due ore dal mondo contemporaneo, dai cantieri, dai camion che corrono sulla statale 251, dalla pompa di benzina, dall'antenna dei telefonini. Una contiguità così irreale da farti credere di aver varcato per sbaglio la soglia di una dimensione parallela.
La Palazza è una immensa prateria quasi verticale. Da agosto a novembre è un mare d'erba bruciato dal sole. In inverno è un soffice nevaio, in primavera si trasforma in un gigantesco giardino botanico, puntinato di genziane, di stelle alpine, di anemoni, rododendri, ginepri e gigli rossi. Il silenzio è rotto dal fischio dei camosci, che qui, nel cuore del Parco delle Dolomiti Friulane, prosperano insieme a cervi, stambecchi, marmotte. E' l'epicentro di un mondo incantato, che inizia imboccando la leggendaria val Zemola, alle spalle del paese di Erto, sulla destra orografica del torrente Vajont, del quale il torrente Zemola è affluente.
La vallata, un tempo frequentata da malgari, cacciatori e contrabbandieri, rappresentava una strada alternativa e poco battuta che univa la pianura friulana al Cadore e alla valle del Piave. Un “passaggio segreto”, praticato solo dagli abitanti di queste montagne, soprattutto ertani. Al cadere dell'Ottocento iniziò ad essere frequentata anche dai primi pionieri dell'alpinismo moderno, perlopiù tedeschi, svizzeri ed austriaci, attirati dal fascino selvaggio e ancestrale delle sue montagne. Fra tutte il mitico Duranno, che dalla Valcellina spicca per il suo caratteristico profilo affilato, che ricorda il becco di un rapace, e dalla Val Zemola ha la stazza del classico massiccio dolomitico. Dalla sua spalla e dalla forcella partono avventurose vie alpinistiche, vero banco di prova e rituale iniziatico anche per i climbers di oggi.
La Val Zemola inizia come una stretta gola che poi si allarga in un catino di ghiaie. In novembre da il meglio di sé, con i faggi bruniti, i larici che si infiammano di giallo e gli abeti verdi e lucidi. Negli anni Cinquanta fu costruito il primo segmento della rotabile, poi completata nella seconda metà dei Settanta. Una rasoiata sul fianco della montagna, sospesa su uno strapiombo vertiginoso, che nel primo tratto è di circa trecento metri. Su quel pauroso baratro si concentrano tantissime leggende popolari, che la penna dello scultore e scrittore Mauro Corona ha tradotto in capitoli dei suoi libri. La strada arriva fino alla Casera Mela, oggi trasformata in un apprezzato luogo di ristoro. La valle negli ultimi tempi è stata protagonista di una vera e propria riscoperta, anche se mantiene le caratteristiche di isolamento e di asprezza, che tengono lontano il turismo di massa.
Proprio ai piedi della Palazza ( o Palatha in ertano) c'è il rifugio Cava Buscada, di Gianpietro e Roberta Corona, realizzato restaurando il dormitorio dei cavatori dell'antica cava di marmo rosso del monte Buscada.
Nei pressi ci sono ancora i vecchi argani e altri strumenti usurati, appartenuti alla cava, anch'essa ricorrente nei racconti di Mauro Corona, che vi passò in gioventù lunghe estati di lavoro. Da lì si può scollinare oltre il monte Buscada, ammirando a destra la Palazza in tutta la sua vastità, mentre nugoli di camosci si spostano da una parte all'altra della sterminata prateria. Sul crinale del Buscada l'occhio può cadere sul sottostante Cadore e sulla valle del Piave. Oppure ammirare lo spettacolare anfiteatro dolomitico di cime famose come il Pelmo, il Civetta e l'Antelao.
Di fronte, sulla sinistra c'è la parete liscia a strapiombante del monte Borgà. Le due montagne sono divise da una stretta intercapedine, una gola nota come valòn di Buscada . Qui si apre una gigantesca nicchia, con una maestosa volta sorretta da una sola colonna, che sembra stata disegnata da un grande architetto del Rinascimento. In quella grotta bivaccarono generazioni e generazioni di cacciatori e anche mandrie immense di camosci. Volendo, per ripidi e pericolosi sentieri, si può scendere il valòn e risalire il Borgà, fino ai Libri di San Daniele, altra meraviglia di queste montagne: un teorema di lastroni di roccia impilati uno sopra all'altro come colonne di libri.
Visioni del Friuli
Dopo una rapida rassegna delle bellezze artistiche della Provincia e dei principali centri, il film considera l'agricoltura e l'allevamento del luogo nei suoi migliori aspetti tecnici ed economici (coltivazioni, vigneti, caseifici e lavorazione del prosciutto). Visita a Udine, Gorizia, Ossario di Udine, Fogliano Redipuglia, Marano, Grado, Aquileia, Monfalcone, Gradisca d'Isonzo, Cormòns, Palmanova, Latisana, Codroipo, San Vito al Tagliamento, Pordenone, Sacile, Spilimbergo, San Daniele del Friuli, Cividale, Tarcento, Gemona, Tolmezzo, Ampezzo, Pozzuolo e Forni di Sopra. Un esempio di agricoltura industrializzata è offerto dal complesso di Torviscosa che impiega migliaia di operai e di tecnici per la produzione della cellulosa dalla canna comune. Lo stabilimento di S. Giorgio di Nogaro provvede alla produzione di ingenti quantità di perfosfato ad uso agricolo. Regia di Giovanni Cecchinato. (Montecatini, 1954).
Archivio Nazionale Cinema d'Impresa
scampanotata del 05 09 2011 a San Daniele del Friuli Madonna di Strada