Gallicianò (RC)
Gallicianò è un borgo di circa 60 abitanti, frazione del Comune di Condofuri, in provincia di Reggio Calabria, definito anche l'Acropoli della Magna Grecia in Calabria, poiché è l'unico borgo tuttora interamente ellenofono, anche se il greco di Calabria anche qui permane utilizzato in un ambiente sempre più esclusivamente domestico. Gallicianò è nota in tutta l'area per l'alta conservatività delle tradizioni grecaniche, non solo in ambito linguistico ma anche musicale, gastronomico e rituale.
Nel X secolo d.C., appena dopo la fondazione dello stato Bulgaro, la città Bizantina di Καλλικόν (Callicòn), fondata dai romani nel I secolo a.C. come Callicum (l’attuale Kilkìs, che si trova nella Macedonia, in Grecia) viene attaccata e saccheggiata dai Bulgari. Allora diversi suoi abitanti decidono di trasferirsi in Calabria, che all’epoca era un Tema Bizantino, fondando così la cittadina Γαλλικιάνο – Galliciano.[senza fonte]
Attraverso un dromo (sentiero), composto da curve e strapiombi, si arriva alle prime case (vucita), e dopo qualche chilometro si giunge al paese, il cui nucleo abitativo si distribuisce attorno alla piazza con la chiesa di San Giovanni Battista, adagiato sulla montagna a 621 m s.l.m. Il santo patrono di Gallicianò è proprio San Giovanni Battista, festeggiato il 29 agosto.
Un tempo era fiorente l'allevamento del baco da seta. Nel anno 1999 è terminata la costruzione della piccola chiesa ortodossa di Panaghìa tis Elladas. La chiesetta Bizantina, di impianto contadino, edificata ristrutturando una casa in pietra nella parte alta del paese, è aperta al culto e rappresenta la testimonianza, in un rinnovato clima ecumenico, di un ritorno da pellegrini degli ortodossi in siti di culto greco. La ristrutturazione è dovuta alla figura dell'architetto Domenico Nucera di Gallicianò. Accanto alla chiesetta è stato costruito anche un piccolo anfiteatro che si affaccia sulla valle dell'Amendolea. Pochi anni fa vi si è ristabilita dopo secoli una piccola comunità di monaci greco-ortodossi.
Come per gli altri (ormai pochissimi) paesi della Calabria e Puglia che fanno parte della minoranza linguistica greca d'Italia, che un tempo copriva vaste zone di queste regioni e della Sicilia, è dibattuta tra i linguisti la questione dell'origine. Di certo il Meridione era grecofono durante il periodo delle colonie greche (almeno lungo le zone costiere), resta da stabilire se tale lingua sia sopravvissuta fino a noi, come sembrerebbe da alcuni indizi[1] e come sostenne Gerhard Rohlfs, o se si tratti dei residui di una reintroduzione del greco durante l'Impero Bizantino, o infine, una via di mezzo, ovvero la lingua sopravvisse ma fu molto influenzata dal greco medioevale bizantino. La lingua è comunque in grave rischio di estinzione.
(fonte: Wikipedia)
Borgo di Gallicianò...MtBiKe
Attraverso un sentiero, composto da curve e strapiombi, si arriva alle prime case, e dopo qualche chilometro si giunge al paese, il cui nucleo abitativo si distribuisce attorno alla piazza con la chiesa di San Giovanni Battista, adagiato sulla montagna a 621 m s.l.m.
Di grande importanza per il patrimonio storico-culturale è stata l’apertura al culto, nel 1999, della piccola chiesa ortodossa di Panaghìa tis Elladas (Madonna dei Greci) celebrata in rito greco-ortodosso la sera del 14 agosto con la processione funebre della Dormizione di Maria. La chiesa, di impianto contadino, rappresenta la testimonianza, in un rinnovato clima ecumenico, di un ritorno “da pellegrini” degli ortodossi in siti d’antichissimo culto greco. Nella stessa chiesa sono custoditi una statua di San Giovanni (XVI° sec.), un fonte battesimale, due campane del 1508 e del 1683 ed alcune lucernette fittili.
Nel borgo è visitabile anche un Museo Etnografico dedicato ad Angela Bogasari Merianoù, la filosofa greca giunta a Gallicianò negli anni ‘70, alla scoperta della questa piccola comunità con cui condivideva le origini. La struttura museale è stata realizzata con materiali donati dagli stessi paesani, convinti che fosse l’unico modo per mantenere viva la memoria di un borgo che piano piano sta scomparendo.
A Gallicianò è possibile dissetarsi in quella che viene chiamata “Fontana dell’Amore”, così denominata perché lì anticamente si incontravano i fidanzati. Negli antichi borghi ellenofoni il fidanzamento “ufficiale” avveniva attraverso la pratica del “cippitinnàu”. Il termine “cippitinnàu”, rimasto a designare il fidanzamento, allude per la precisione al rituale cui era collegato, e prende origine dal “ccìppo”, il ceppo di legno che lo spasimante poneva, dopo averlo bruciacchiato, davanti alla porta di casa della donna che desiderava prendere in moglie. Se il pretendente “era nelle grazie” dei genitori della ragazza, il “ccìppo” durante la notte veniva portato dentro casa; in caso contrario il padre lo faceva rotolare per strada.
Da non perdere la festa in onore del santo patrono di Gallicianò, San Giovanni Battista, festeggiato con fervore il 29 agosto.
ACCADEMIA DEL TEMPO LIBERO - 1 NOVEMBRE 2014 ESCURSIONE A GALLICIANO'
Nel primo giorno di novembre 2014 l' Accademia Del Tempo Libero ha progettato di fare un'escursione di un giorno a Gallicianò di Condofuri. Lo spostamento organizzato con pullman e navette ha portato 70 accademici in quei luoghi così detti, comunemente, grecanici, ma è più esatto dire dei greci di Calabria, come appuntato da Attilio Nucera organizzatore locale. Il posto ha regalato la sua magnificenza paesaggistica e l'accoglienza della gente d'Aspromonte che ha anche messo una scritta su di un sasso all'ingresso della bella frazione : GALLICIANO' KALOS IRTHETE = BENVENUTI A GALLICIANO'. E lo siamo veramente stati, accompagnati ovunque e con ampie spiegazioni sui luoghi tradizionali del piccolo paese che giornalmente raccoglie circa quaranta abitanti, ma che aumentano a fine settimana quando ritornano figli e parenti per trascorrervi il meritato riposo tra il silenzio di quelle montagne. Quel silenzio che, spesso, viene interrotto con suoni di tamburello e organetto mentre qualcuno improvvisa le tarantelle o i canti tradizionali in lingua grecofona o ellofona. Dopo le rituali visite all'anfiteatro, alla piccola chiesa ortodossa, alla fontana dell'amore, al museo dell'associazione CUM.EL.CA. e alla escursione sul monte, è stato organizzato un pranzo nel locale tradizionale a base di antipasti calabresi, maccheroni al sugo, arrosto di salsicce, capra lessata, arrosto di maiale e tanto buon vino rosso caratteristico di quelle contrade. Per i grecanici il vino è simbolo di ospitalità...ne descrive Omero ampiamente le offerte che i greci facevano mescendo il rosso liquido per gli ospiti o per i pellegrini di passaggio. Questo tipo di sacralità è ancora in uso tra la gente di Gallicianò che ci ha fatto trascorrere una meravigliosa giornata terminata a suon di chitarre, tamburelli, organetto e canti popolari, coinvolgendoci tutti ai balli tradizionali accompagnati da esperti locali. A sera il rientro, stanchi, ma consolati dal ricordo della bellissima giornata trascorsa con quel che sono state le nostre radici magnogreche.