La Cappella Palatina (Palermo) | Estampie, Tomas Louis de Victoria
La Cappella Palatina (Palermo)
The Palatina Chapel (Palermo)
Italy
The Palatina Chapel is so named because it's inside the Royal Palace of Palermo (Sicily). The construction of the castle dates from IX century during the arabic domination in Sicily, but the Normans transformed the palace, became a symbol of their monarchy. The Palatine Chapel was built on 1132, consecrated on 28 April 1140 and dedicated to Saints Peter and Paul by the norman king Roger II of Sicily. The chapel is entirely covered with a carpet of mosaic decorations often covered with a thin gold leaf. With the conquest of the power from the Swabians of King Frederick II, who resided in the castle only in youth, the palace continued to be the administrative headquarters, the seat of office of the court's clerk and of Sicilian poetic school .
The Palatina Chapel, with his fusion of styles, is one of the most extraordinary examples of how Christians, Muslims and Jews have coexisted peacefully in the twelfth century in Sicily.
Music: - Estampie, extrait from A chantar - Lieder der Frauenminne
performers: Sigrid Hausen, Ernst Schwindl, Michael Popp
- Louis de Victoria (1548 - 1611), Missa 'O magnum Mysterium'
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La Cappella Palatina si trova all'interno del Palazzo dei Normanni a Palermo, antica residenza reale. Il Palazzo sorge nel nucleo più antico della città, nello stesso sito dei primi insediamenti punici, le cui tracce sono ancora oggi visibili nei sotterranei. E posto nel luogo più elevato dell'antica città tra le depressioni dei fiumi Kemonia e Papireto. È all'epoca araba (IX secolo) che si deve attribuire l'edificazione del maestoso Qasr, Palazzo o Castello. Tuttavia, furono i Normanni a trasformare questo luogo in un centro polifunzionale, simbolo del potere della monarchia.
La Cappella Palatina, che sorge nel Palazzo Reale, è a schema basilicale a tre navate, divise da archi ad ogive con la particolarità della cupola eretta sul santuario triabsidato. Le navate sono suddivise da colonne di spoglio in granito e marmo cipollino con capitelli compositi. Originariamente, la cupola visibile era dall'esterno insieme con il campanile, mentre ora la costruzione è inglobata dal Palazzo Reale. Cupola, transetto ed absidi sono interamente rivestiti nella parte superiore da splendidi mosaici bizantini, che sono tra i più importanti della Sicilia. Raffigurano Cristo Pantocratore benedicente, gli evangelisti e scene bibliche varie. I più antichi sono quelli della cupola, che risalgono al 1143. Il soffitto ligneo della navata mediana e la travatura delle altre sono intagliati e dipinti in stile arabo. Nelle stelle lignee in ogni spicchio ci sono animali, danzatori e scene di vita cortigiana islamica.
La Cappella Palatina fu consacrata il 28 aprile 1140 e dedicata ai santi Pietro e Paolo da Ruggero II di Sicilia (si dice palatina una chiesa o una cappella riservata ad un regnante e alla sua famiglia. Il termine latino 'palatinus' deriva infatti da palatium, palazzo imperiale; nel medioevo l'aggettivo ha preso il significato di appartenente al palazzo imperiale). Lo splendido edificio palermitano è interamente rivestito di un tappeto musivo, che è più libero nella concezione dello schema iconografico rispetto ai mosaici della chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio, detta anche la Martorana.
La Cappella è stata definita un vero miracolo d'armonia spaziale e decorativa, quest'ultima frutto di una felice fusione tra impianto centrale bizantino (presbiterio) e schema basilicale latino (navata). La decorazione a mosaico fu ispirata nei temi da Ruggero II e, in un magico connubio di stili e capacità tecniche, in essa convivono esperienze culturali differenti comprese quelle in purissimo stile islamico, quali il soffitto ligneo a lacunari elementi realizzati in differenti materiali che ornano i soffitti e muqarnas, o la serie di vivacissimi dipinti (del quarto decennio del XII secolo), raffiguranti i piaceri della vita di corte e gli svaghi del principe (giocatori di scacchi, danzatrici, dromedari e bevitori) che costituiscono il più vasto ciclo pittorico islamico pervenutoci.
È un universo profano e gioioso che convive, artisticamente parlando, con le immagini sacre e dottrinali del grandioso complesso musivo.Ugo Falcando, storiografo della corte normanna (1190 circa), dedica alla Cappella Palatina questa nota: A coloro che entrano nel palazzo da quella parte che guarda si presenta per prima la Regia Cappella col pavimento rivestito di un magnifico lavoro, con le pareti decorate in basso con lastre di marmo prezioso e in alto invece con tessere musive, parte dorate e parte di vari colori, che contengono dipinta la storia del vecchio e del nuovo testamento. Adornan poi l'altissimo tetto di legno la particolare eleganza dell'intaglio, la meravigliosa varietà della pittura e lo splendore dell'oro che manda raggi dappertutto.
SICILIA 2011 - LA CAPPELLA PALATINA DEL PALAZZO DEI NORMANNI (PALERMO).MOV
Nel Palazzo Reale di Palermo, oggi conosciuto come Palazzo dei Normanni, c'è la sede dell'Assemblea regionale siciliana. Al primo piano sorge la Cappella Palatina. È uno dei monumenti più visitati nell'isola.
La Cappella Palatina è una basilica a tre navate dedicata ai santi Pietro e Paolo. Fu fatta costruire per volere di Ruggero II e venne consacrata il 28 aprile 1140 come chiesa della famiglia reale.
Le tre navate sono separate da colonne in granito e marmo cipollino a capitelli compositi che sorreggono una struttura di archi ad ogiva. Completa la costruzione la cupola, eretta sopra le tre absidi del santuario. La cupola e il campanile originariamente erano visibili dall'esterno prima di venire inglobate nel Palazzo Reale in seguito alle costruzioni successive.
La cupola, il transetto e le absidi sono interamente decorate nella parte superiore da mosaici bizantini, tra i più importanti della Sicilia, raffiguranti il Cristo Pantocratore benedicente, gli evangelisti e scene bibliche varie. I mosaici di datazione più antica sono quelli della cupola, risalenti alla costruzione originaria del 1143.
Il soffitto in legno della navata centrale e le travature della altre navate sono decorate con intagli e dipinti di stile arabo. In ogni spicchio sono presenti stelle lignee con rappresentazioni di animali, danzatori e scene di vita della corte islamica.
Danneggiata dal terremoto del settembre 2002 fu sottoposta a restauri, conclusi nel luglio 2008.
Palermo. CAPPELLA PALATINA. Chiesa fra le PIU' BELLE DEL MONDO
Patrimonio dell'Umanità (Unesco), è decorata con straordinari e ricchissimi mosaici bizantini.
Il soffitto di legno intagliato è dipinto con raffinato stile arabo.
La Chiesa si trova all'interno del complesso architettonico di Palazzo dei Normanni (Palazzo Reale) a Palermo.
Guy de Monpassant scrisse : ...la più bella chiesa al mondo, il più sorprendente gioiello religioso sognato dal pensiero umano.... ( 1885 )
PALERMO - Palazzo dei Normanni e Cappella Palatina
Il Palazzo Reale dei Normanni sorge nella posizione più elevata dell'antico nucleo cittadino, proprio sopra i primi insediamenti punici, le cui tracce sono tuttora visibili nei sotterranei. La prima costruzione, il Qasr, ossia il Palazzo o Castello, è attribuita al periodo della dominazione araba della Sicilia (IX sec.). I sovrani Normanni trasformarono il precedente edificio arabo in un centro complesso e polifunzionale che doveva esprimere tutta la potenza della monarchia. Venne così realizzata una struttura di edifici turriformi collegati tra di loro con un sistema di portici alternati a giardini, che ospitava anche laboratori di oreficeria e di produzione di tessuti (il kiraz). Il complesso era inoltre collegato direttamente alla cattedrale tramite una via coperta. In seguito, gli Svevi mantennero nel palazzo le attività amministrative, di cancelleria e letterarie, ospitandovi la scuola poetica siciliana. Gli Angioini prima e gli Aragonesi poi privilegiarono altre sedi a scapito del castello. Il palazzo tornò a occupare un ruolo importante nella seconda metà del XVI sec. quando i viceré spagnoli lo elessero a propria residenza, procedendo di pari passo a importanti ristrutturazioni. A partire dal 1947, il Palazzo dei Normanni divenne la sede dell'Assemblea Regionale Siciliana.
La Cappella Palatina è una basilica a tre navate dedicata ai santi Pietro e Paolo. Fu fatta costruire per volere di Ruggero II e venne consacrata il 28 aprile 1140 come chiesa della famiglia reale. Le tre navate sono separate da colonne in granito e marmo cipollino a capitelli compositi che sorreggono una struttura di archi ad ogiva. Completa la costruzione la cupola, eretta sopra le tre absidi del santuario. La cupola e il campanile originariamente erano visibili dall'esterno prima di venire inglobate nel Palazzo Reale in seguito alle costruzioni successive. La cupola, il transetto e le absidi sono interamente decorate nella parte superiore da mosaici bizantini, tra i più importanti della Sicilia, raffiguranti il Cristo Pantocratore benedicente, gli evangelisti e varie scene bibliche. I mosaici di datazione più antica sono quelli della cupola, risalenti alla costruzione originaria del 1143. Il soffitto in legno della navata centrale e le travature della altre navate sono decorate con intagli e dipinti di stile arabo. In ogni spicchio sono presenti stelle lignee con rappresentazione di animali, danzatori e scene di vita della corte islamica. Danneggiata dal terremoto nel settembre 2001 fu sottoposta a restauri, conclusi nel luglio 2008.
Palermo - Cappella Palatina - by Giovanni Rosin - John
Visita alla Cappella Palatina - 24 ottobre 2014
La Cappella Palatina è una basilica a tre navate che si trova all'interno del complesso architettonico di Palazzo dei Normanni a Palermo.
Fu fatta costruire a partire dal 1130 per volere di re Ruggero II e venne consacrata il 28 aprile 1140 come chiesa privata della famiglia reale. I lavori furono completati nel 1143 [1]. Un'iscrizione trilingue (latino, greco-bizantino e arabo) sull'esterno della cappella commemora la costruzione di un horologium nel 1142.
Danneggiata dal terremoto del settembre 2002 fu sottoposta a restauri, conclusi nel luglio 2008. Il progetto dei restauri, redatto dall'architetto Guido Meli dirigente del Centro regionale per il restauro della Regione Siciliana, venne finanziato dal mecenate tedesco Reinold Wurth per oltre tre milioni di euro. I lavori vennero eseguiti da un gruppo di restauratori di beni culturali romani. I servizi turistici sono curati dalla Fondazione Federico II.
Le tre navate sono separate da colonne in granito e marmo cipollino a capitelli compositi che sorreggono una struttura di archi ad ogiva. Completa la costruzione la cupola, eretta sopra le tre absidi del santuario. La cupola e il campanile originariamente erano visibili dall'esterno prima di venire inglobate nel Palazzo Reale in seguito alle costruzioni successive.
La cupola, il transetto e le absidi sono interamente decorate nella parte superiore da mosaici bizantini, tra i più importanti della Sicilia, raffiguranti il Cristo Pantocratore benedicente, l'immagine di maggiore impatto della cappella, gli evangelisti e scene bibliche varie. I mosaici di datazione più antica sono quelli della cupola, risalenti alla costruzione originaria.
(Da Wikipedia, l'enciclopedia libera)
Palazzo Dei Normanni E Cappella Palatina – Sala Ruggero – Palermo – Audioguida – MyWoWo Travel App
La piccola Sala di Ruggero è la più bella del palazzo e conserva ancora la sua magnifica decorazione normanna.
La parte inferiore delle pareti è rivestita da lastre di marmo con inserti a mosaico.
I mosaici del soffitto sono contemporanei a quelli della Cappella Palatina, ma stilisticamente sono differenti. Sebbene presentino influenze persiane e si possano vedere numerosi arabeschi, si pensa siano stati eseguiti da maestri occidentali. Rappresentano alberi e animali molto stilizzati, creature fantastiche e scene di caccia, su fondo oro.
I pavoni ritratti sono simbolo di eternità e, quando raffigurati mentre si abbeverano da un vaso, simboleggiano la salvezza cristiana. I leoni invece rappresentano la forza e la regalità, mentre i leopardi ricordano gli animali esotici che i sovrani tenevano in segno di prestigio. Infine le scene di caccia celebrano il principale svago dei nobili. L'insieme crea un'atmosfera fiabesca.
I mosaici della volta, con figure di animali veri e fantastici, inseriti in un complesso gioco di incroci decorativi, risalgono alla successiva epoca di Federico II, che aveva come emblema l'aquila imperiale che puoi vedere ritratta al centro...
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Cappella Palatina - Palermo Arabo-Normanna
La Cappella Palatina è un prezioso gioiello che Palermo conserva all'interno del Palazzo Reale. Un capolavoro senza eguali per i magnifici mosaici aurei che ricoprono l'intera parte superiore delle pareti, delle absidi, dei colonnati e della cupola.
Mosaico Gesu Pantocratore di Cefalu Cappella Palatina Palermo
Descrizione
PALERMO - La Martorana e San Cataldo
La Chiesa di S. Maria dell'Ammiraglio o San Nicolò dei Greci, comunemente chiamata della Martorana, si affaccia sulla prestigiosa Piazza Bellini. Fu fondata nel 1143 per volere di Giorgio d'Antiochia, il grande ammiraglio siriaco al servizio del re normanno Ruggero II, nei pressi del vicino monastero benedettino, fondato dalla nobildonna Eloisa Martorana nel 1194, motivo per il quale diventò nota come Santa Maria dell'Ammiraglio o della Martorana. All'edificio sacro, che nel corso dei secoli è stato più volte distrutto e restaurato, si accede dal campanile: una costruzione a pianta quadrata del XIII secolo, aperta in basso da arcate arcuate a colonne angolari e con tre grandi ordini di grandi bifore. Superato questo ambiente, si giunge nella chiesa vera e propria. Qui la parte superiore delle pareti e la cupola, al sommo della quale è l'immagine del Cristo Pantocratore, sono interamente rivestite di decorazioni musive di periodo bizantino, le più antiche di tutta la Sicilia. I mosaici della cupola rappresentano al centro il Cristo, poi scendendo si vedono i 4 arcangeli (tre originali più uno apocrifo) e i patriarchi, mentre nelle nicchie sono ospitati i quattro evangelisti e infine, nelle volte, i rimanenti apostoli. L'abside, distrutta sul finire del Seicento, venne sostituita con l'attuale cappella barocca a tarsie marmoree.
La vicina San Cataldo fu fondata da Maione di Bari, negli anni in cui era grande ammiraglio di Guglielmo I, e cioè fra il 1154 e il 1160, e venne successivamente affidata ai Benedettini di Monreale, che la custodirono fino al 1787. Nel 1882, dopo varie vicissitudini che videro la chiesa trasformata persino in ufficio postale, venne interamente restaurata da Giuseppe Patricolo e restituita alla rigorosa struttura architettonica originaria. L'esterno presenta un compatto paramento murario in arenaria addolcito da intagli di arcate cieche e ghiere traforate. In alto s'impongono i profili solenni di tre cupole rosse (tipico prodotto della cultura fatimita, ovvero maestranze arabe al servizio di committenti cristiani) poste in felice contrasto cromatico con la severa monocromia delle pareti. L'interno presenta tre corte navate di cui quella centrale è scandita dalla sequenza ritmica delle tre cupolette separate da colonne.
La Chiesa di Santa Caterina Vergine e Martire di Palermo
La Chiesa Santa Caterina Vergine e Martire di Palermo si trova in piazza Bellini e vi si accede da un’ampia scalinata a doppia rampa. Il fronte laterale prospetta su Piazza Pretoria. La Chiesa è annessa ad un vasto Monastero domenicano, la cui fondazione si fa risalire al 1310. Il Monastero all’inizio accolse semplici donne meretrici, soltanto in seguito, verso il XVI secolo il suo stato mutò per magnificenza e ricchezza divenendo uno dei Monasteri nobiliari e di clausura, più importanti del territorio palermitano. Nel 1566, l’ultima delle Priore perpetue Suor Maria del Carretto, dato l’accrescersi del numero delle suore, decide di ampliare il Monastero e la sua Chiesa. La nuova Chiesa di S. Caterina d'Alessandria venne edificata tra il 1566 e il 1596. Ignoto è il nome del suo architetto. La facciata tardo-rinascimentale, si sviluppa su due livelli con ricche trabeazioni e lesene e termina con un medaglione rappresentativo degli attributi della Santa Titolare: la ruota, la palma, la spada ed il giglio. Nella parte superiore del portale di ingresso, una piccola edicola contiene la statua di S. Caterina d’Alessandria, opera del Gagini del 1685. L’impianto a unica navata con tre cappelle per lato, si sviluppa longitudinalmente. All’incrocio con il transetto si innesta l’ampia cupola, terminata nella prima metà del Settecento. In prossimità dell’ingresso vi è il coro che, ingrandito nel 1683, è sorretto da due colonne tortili in marmo rosso. Il sottocoro è decorato con affreschi e figure allegoriche eseguite da Francesco Sozzi e Alessandro D’Anna, nel 1769 ispirati alla vita della Santa; sulla volta della chiesa uno spettacolare affresco opera di Filippo Randazzo del 1744, rappresenta la “Gloria di Santa Caterina“; gli affreschi della cupola con il trionfo dell'Ordine Domenicano e nelle vele con l'Allegoria dei Quattro Continenti, del 1751, sono opera di Vito d’Anna mentre la volta del presbiterio venne dipinta da Antonio e Paolo Filocomo nel 1728 con l' Esaltazione della Eucarestia . L’ interno della chiesa fu arricchito nel corso dei secoli XVII e XVIII, da un magnifico manto parietale in marmi mischi e tra mischi. La decorazione avvenne in tempi diversi, la prima fase interessò il rivestimento dei pilastri della cupola, completata da quattro statue raffiguranti i Santi Domenicani. Sculture, affreschi e stucchi pregevoli rivestirono le pareti della chiesa ed ornarono le cappelle. Fra tutti gli altorilievi il famoso Episodio di Giona del Vecchio Testamento. Molte anche le preziosità artigianali custodite nella chiesa, tra cui segnaliamo degli Angeli laminati in argento sull’altare principale, le griglie in argento dei confessionali, il grande torciere secentesco sospeso sotto la cupola. Le cappelle contengono una significativa antologia di pitture seicentesche delle quali si ignorano gli autori. Nell’ala destra del transetto si trova l’altare dedicato a S. Caterina d’Alessandria, magnifico impianto scenico eseguito su disegno dell’arch. Andrea Palma mentre la statua della Santa, opera di Antonello Gagini del 1534, è circondata da statue allegoriche. La pavimentazione in marmo presenta in prossimità dell’altare, un medaglione che raffigura il cane con la fiaccola, simbolo dell’Ordine Domenicano.
Dell'annesso Monastero di Santa Caterina si conosce ancora ben poco, poiché per tantissimi anni lo stretto ossequio della clausura non ha permesso ad alcuno di violarne i confini e di scoprirne le incantevoli bellezze. L'immenso e prezioso patrimonio che si è accumulato e stratificato nei secoli, ancor oggi si cela tra le sue mura e speriamo sia ancora lì inviolato, dato che nemmeno Le Leggi Eversive del 1860-61 che hanno assorbito il Complesso fra i beni del Ministero dell'Interno ( Fondo Edifici di Culto) lo hanno allora profanato.
Merito dell'Associazione culturale e turistica Itiner'ars è stato quello di essere riusciti a rendere accessibile e visitabile la Chiesa al pubblico di tutto il mondo, tutti i giorni e per oltre sei anni sino al febbraio 2014 quando è stata inaspettatamente sequestrata, grazie all'affetto ed al legame fiduciale consolidatosi con le Monache del Monastero, oggi trasferite altrove. Il ricordo delle ultime tre religiose Domenicane di Piazza Bellini resterà caro a tutti gli Associati di Itiner'ars e continuerà a restare ben noto ai palermitani, soprattutto ai più anziani che hanno mantenuto vivo il sapore dei magnifici dolci siciliani, che le religiose usavano produrre nei giorni di festa per i loro affettuosi concittadini. In attesa della riapertura della Chiesa di S. Caterina, attualmente oggetto di lavori di restauro, continueremo a FARE CULTURA PER NON DIMENTICARE un Bene INDIMENTICABILE del nostro Patrimonio.
Testo elaborato dall'Arch. Grazia Bellardita
Presidente dell'Associazione ITINER'ARS
viviapalermo.com
La Cattedrale di Palermo
La Cattedrale di Palermo è il monumento che meglio narra la storia della città attraverso le sue vicende costruttive: una storia di pietra, un maestoso gioiello che sorge al posto di una basilica cristiana, trasformata in moschea dagli arabi. Fu eretta nel 1185 e l'ultimo rifacimento iniziò alla fine del 1700, ma si protrasse fino al XIX secolo, con cambiamenti che in realtà furono radicali.
La parte più antica rimasta è quella del presbiterio, composto da tre absidi strette fra due torricelle e decorate da archi intrecciati; la costruzione ha agli angoli quattro torri di epoca normanna e due grandi arcate la collegano al palazzo arcivescovile. Una serie di arcatelle cieche, colonnine, bifore, archi intrecciati, come un infinito ricamo di pietra animano la facciata principale, fronteggiata dalla torre campanaria, ancora medievale nella parte inferiore, sormontata da una serie di campanili aggiunti nel 1800.
Sul fianco destro della costruzione è il portico, in stile gotico fiorito-catalano, affiancato da due torrette. Nella prima colonna a sinistra, forse riutilizzata dalla chiesa precedente e dalla moschea, è inciso un passo del Corano: attualmente costituisce l'ingresso principale della chiesa.
Il portale ed i battenti di legno risalgono al 1400 e i rilievi sulle pareti rappresentano Carlo III di Borbone e Vittorio Amedeo II di Savoia, incoronati nella cattedrale.
L'interno è stato completamente rifatto in stile neoclassico fra il 1700 ed il 1800. A lato del presbiterio è la cappella di Santa Rosalia, patrona della città, mentre le prime due cappelle della navata destra custodiscono le tombe dei re normanni.
La leggenda narra che Ruggero II avesse disposto che le sue spoglie venissero sepolte nel duomo di Cefalù, che sarebbe diventato il mausoleo di famiglia; per realizzare questo fine vi aveva fatto sistemare due sarcofagi in porfido, un marmo rosso molto prezioso, destinato agli imperatori. Alla sua morte però, fu sepolto nella cattedrale di Palermo, con una sistemazione molto più umile.
Federico II, durante il suo regno, fece portare i due preziosi sarcofagi da Cefalù e li destinò uno a se stesso e l'altro al padre Enrico VI. La tomba di Federico è sormontata da quattro colonne di porfido e custodita dalla statue di quattro leoni che sorreggono l'urna. Federico II morì in Puglia ma fu sepolto a Palermo, nella città che aveva amato e reso splendida.
Al di sotto della cattedrale è la cripta, con volte a crociera sostenute da colonne di granito. Luogo misterioso e suggestivo, conserva tombe iscrizioni e sarcofagi di età romana.
♫ Melinda Dumitrescu - Show me the way ♫
PALERMO SECONDA PARTE
MONUMENTI DA VISITARE A PALERMO:
Dal Palazzo dei Normanni alla Chiesa della Martorana. Ogni monumento di Palermo racconta la città nella storia e i segni delle varie dominazioni.
LA BASILICA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI:
La Basilica di San Francesco d’Assisi è uno dei più importanti centri di culto di Palermo. L’edificio è stato eretto verso la fine del ‘200, anche se ha subito nei secoli importanti cambiamenti e ristrutturazioni, come i portali e le diverse cappelle sia in stile gotico che rinascimentale. La facciata, distrutta da un terremoto, è stata recuperata ai primi del ‘900.
CHIESA DELLA MAGIONE:
La Basilica della Santissima Trinità conosciuta come la Chiesa della Magione rappresenta uno dei migliori esempi di arte arabo-normanna, nel quartiere Kalsa, nei pressi della zona portuale. Fondata nel 1191, nel corso dei secoli questa chiesa ha subito varie modifiche. La più evidente è l’inserimento di un portale in stile barocco per l’accesso al chiostro.
CHIESA DELLA MARTORANA:
In piazza Bellini sorge Santa Maria dell’Ammiraglio, meglio conosciuta come Chiesa della Martorana. Si tratta di uno degli edifici di culto italiani più suggestivi. Fondata nel 1143, è oggi caratterizzata da un intreccio di stili che si sovrappongono. La facciata normanna, semplice e lineare, è stata, ad esempio, sormontata da quella barocca. Qui si pratica il rito bizantino cattolico: assistere alla messa è un’esperienza particolare.
CHIESA DI SAN CATALDO:
Sempre in piazza Bellini, accanto alla Martorana, si trova la piccola Chiesa di San Cataldo. Sono evidenti, già nella facciata le influenze dell’architettura islamica: la chiesa – fondata nel 1154 – è sormontata da tre cupole rosse, mentre l’interno è caratterizzato da tre piccole navate divise da colonne, tipiche dello stile romanico.
IL PALAZZO DEI NORMANNI:
In piazza Indipendenza si erge il maestoso Palazzo dei Normanni, sede dell’assemblea regionale. Anche questo edificio è un incrocio di diversi stili legati alle varie dominazioni che hanno caratterizzato la storia della città. Il Palazzo fu eretto dagli arabi su preesistenti insediamenti fenici. Nel 1130, sotto la dominazione normanna, l’edificio è stato ampliato e modificato per farne una vera e propria reggia. Al suo interno è possibile ammirare la Cappella Palatina, costruita durante il regno di Ruggero II e dedicata ai santi Pietro e Paolo. La cappella esprime uno stile architettonico unico, nato dall’incontro tra l’architettura latina e quella bizantina.
IL TEATRO MASSIMO:
Altro monumento simbolo di Palermo è il Teatro Massimo Vittorio Emanuele conosciuto semplicemente come Teatro Massimo (piazza Verdi). I lavori di costruzione iniziarono verso la fine dell’800 su progetto dell’architetto Giovan Battista Filippo Basile. Si tratta di un teatro dalle dimensioni veramente considerevoli (può contenere quasi 1.400 spettatori), realizzato in stile neo classico.
Il Teatro Massimo in piazza Verdi. In stile neoclassico, può ospitare fino a 1400 spettatori.
LA CATTEDRALE:
Nel cuore di Palermo, sul Corso Vittorio Emanuele si erge la chiesa dedicata alla Vergine Maria Santissima Assunta, conosciuta semplicemente come Cattedrale. Questa chiesa è il “libro di storia” di Palermo, perché racconta – attraverso i vari stili architettonici – la città nei secoli. Ogni ampliamento o modifica è legato ad uno stile che a sua volta è traccia delle varie dominazioni che si sono susseguite nella storia della città.
La chiesa dedicata alla Vergine Maria Santissima Assunta è la cattedrale di Palermo.
PIAZZA VIGLIENA:
All’incrocio tra Via Maqueda e Corso Vittorio Emanuele, c’è la meravigliosa Piazza Vigliena conosciuta anche come piazza dei Quattro Canti. Idealmente rappresenta il centro geometrico di Palermo ed è caratterizzata da decorazioni sulle facciate nei quattro angoli della piazza. Ogni facciata è di quattro piani: al primo piano, ci sono fontane che rappresentano i quattro fiumi della città antica, al secondo raffigurazioni in stile dorico con allegorie dalle quattro stagioni, il terzo piano in stile ionico, ospita le statue raffiguranti il potere temporale, e infine, nel piano superiore, le quattro sante palermitane, Agata, Ninfa, Oliva e Cristina.
PIAZZA PRETORIA E LA SUA FONTANA:
Nei pressi della più grande Piazza Vigliena, non perdetevi Piazza Pretoria, con la sua omonima fontana, opera dello scultore fiorentino Francesco Camilliani. Questa è caratterizzata da statue di mostri, divinità, animali. Non mancano nemmeno giochi d’acqua e una piccola scalinata circolare.
PALAZZO DELLA ZISA:
Il Palazzo della Zisa (dall'arabo al-ʿAzīza, ovvero la splendida) sorgeva fuori le mura della città di Palermo, all'interno del parco reale normanno, il Genoardo. Realizzato nel 1165, è oggi uno dei migliori esempi di architettura arabo normanna ed ospita il Museo dell’arte islamica. Dal 2015 è divenuto patrimonio dell’Unesco.
Giotto e il Crocifisso di Teano
L'influenza di Giotto di Bondone nella pittura trecentesca napoletana.
Voce: Prof. Antonio Paolucci (estratto dalla 23ma lezione di Storia dell'Arte Medievale.
Video e foto del Crocifisso di Teano di Nicola Severino
DUOMO DI SALERNO E CRIPTA
Dedicata prima a Santa Maria degli Angeli, poi a San Matteo, la Cattedrale di Salerno fu fondata nell'XI secolo da Roberto il Guiscardo. Nel 1081 fu inaugurata la cripta e nel 1084 la chiesa fu consacrata da Papa Gregorio VII (Ildebrando di Soana). L'edificio fu eretto sui resti di una chiesa paleocristiana, sorta a sua volta sulle rovine di un tempio romano. Iniziati i lavori, i progetti furono successivamente ampliati con il ritrovamento delle spoglie del santo evangelista. La Cattedrale subì nei secoli vari rifacimenti e restauri. L'aspetto attuale corrisponde in gran parte alla ristrutturazione barocca, avviata dopo il terremoto del 1688, su disegno dell'architetto napoletano Arcangelo Guglielmelli, successivamente modificato e completato dall'architetto romano Carlo Buratti. N'è uscita una struttura che ricalca il modello dell'Abbazia di Montecassino, con una pianta di tipo basilicale composta di tre navate longitudinali, un transetto e un quadriportico.
All'esterno, la Cattedrale è preceduta da un ampio atrio circondato da un portico retto da ventotto colonne di spoglio, di vago sapore islamico, con archi a tutto sesto rialzato. L'atrio stesso è arricchito sui lati da una serie di sarcofagi romani, recuperati in epoca medievale, che formano una specie di Pantheon della città. Sul lato meridionale sorge l'alto campanile della metà del XII secolo, mentre l'ingresso principale della Chiesa è costituito da una porta bronzea bizantina, inserita in un bel portale di marmo.
All'interno, nella navata centrale si possono notare i celebri amboni degli ultimi decenni del XII secolo, decorati con sculture e mosaici di scuola siciliana. Le varie cappelle laterali risentono soprattutto della cultura barocca, con quadri settecenteschi di buona fattura, come il San Gennaro di Francesco Solimena e la Pentecoste di Francesco De Mura. Opere di altre epoche sono la statua gotica della Vergine col Bambino del XIV secolo e il Monumento funebre della Regina Margherita di Durazzo del Baboccio. Davvero notevole, nel transetto, è il pavimento a mosaico dei primi decenni del XII secolo, i mosaici delle absidi laterali e il sepolcro del papa Gregorio VII. Nella cappella del Tesoro, dopo la sacrestia, si possono ammirare diversi reliquiari gotici fra cui il braccio di San Matteo e le statue d'argento dei SS. Martiri Salernitani (XIII secolo), portate in processione in occasione della festa patronale.
Cripta di San Matteo. La Cripta si trova al livello inferiore, sotto il transetto e il coro, e contiene il luogo più sacro di Salerno: il Sepolcro, che raccoglie le preziose reliquie del patrono San Matteo. E'costituita da un ambiente a sale con nove file di tre campate con volta a crociera, poggiate su colonne. La Cripta attuale è il risultato dei lavori eseguiti nel primo Seicento, su disegno degli architetti Domenico e Giulio Cesare Fontana. Questi hanno reso scenografico e funzionale lo spazio, organizzandolo intorno alla doppia statua bifronte del santo, eretta sopra il sepolcro, con un doppio altare. Questa doppia statua è stata realizzata da Michelangelo Naccherino nel 1606. La posizione stessa del Sepolcro, collocato al centro della Cripta, sta a indicare che esso ne forma la parte vitale, da cui irradia luce e fervore.
Chiesa della Magione o della SS Trinità - Palermo
Si trova di fronte alla piazza omonima ed è denominata anche Chiesa della Santissima Trinità. Con la contigua abbazia dei Cistercensi, la chiesa fu fondata nel 1191 da Matteo Ajello, cancelliere del regno normanno. Nel 1197 - sotto l'imperatore Arrigo VI - fu ceduta all'ordine dei Cavalieri Teutonici, e divenne la sede del Mansio, ossia del precettore dell'ordine: da qui il nome di Magione. La chiesa fu sottratta ai Cavalieri nel 1492 e, trasformata in commenda, fu retta dai cosiddetti abati commendatari. Nel 1787 Ferdinando II di Borbone aggregava la basilica della Magione, con tutti i suoi beni, all'Ordine Costantiniano di San Giorgio. Questo passaggio accelerò il processo di ammodernamento della basilica, che era stato avviato già dal 1741. Nei primi anni dell'Ottocento, la Magione fu sottoposta ad un restauro radicale: l'edificio medievale fu trasformato in neoclassico.All'esterno la chiesa presenta una ricca varietà di motivi decorativi; particolarmente elegante è il gioco di archi ciechi intrecciati delle absidi. L'entrata è preceduta da un portale barocco e da un viale affiancato da due giardini. La facciata è formata da tre portali a sesto acuto, di cui quello centrale è l'ingresso alla chiesa, corrispondenti al livello superiore da tre monofore. L'interno è a pianta basilicale a tre navate con un ampio spazio per gli officianti. Ciò è dovuto al fatto che trattandosi di una chiesa abbaziale, la liturgia era presieduta dall'intera comunità dei monaci e dunque il coro doveva essere opportunamente dimensionato su quella comunità. Dominano le linee semplici e nude, con archi ogivali sostenuti da colonne e da una copertura lignea priva dei suoi dipinti, perduti in un crollo del 1943.
A fianco della chiesa è presente, anche se molto danneggiato dai bombardamenti, il chiostro cistercense, dove è possibile vedere i resti di una torre araba. Al centro del chiostro, la vera del pozzo deriva dalla riutilizzazione di materiale del XIV secolo, proveniente da una tomba, con iscrizioni in lingua ebraica.
Da una porta che si trova a sinistra della facciata, si accede alla cappella detta di Santa Cecilia, interessante per le opere d'arte che conserva (un grande affresco della Crocifissione, un frammento di affresco duecentesco e la Sinopia in ocra rossa della Crocifissione stessa). Dopo la Sinopia, si può ammirare una bellissima bifora: sulla colonnina centrale c'è un'iscrizione in lingua araba, che significa Allah è misericordioso.
Palazzina cinese - Palermo
La Palazzina Cinese nota come Casina Cinese situata nel Parco Reale della Favorita a Palermo,
fu originariamente, costruita nel 1790 da Benedetto Lombardo della Scala nelle forme di una semplice casa lignea in stile cinese affiancata da alcuni locali, e delimitata da molti ettari di terreno.
Nel 1798 Ferdinando di Borbone III, amante della caccia, acquistò da Lombardo la struttura, e nel 1799 commissionò all'architetto Venanzio Marvuglia i lavori di ristrutturazione della struttura che mal si adattava ad una residenza regale, senza alterarne l'originario aspetto orientale.
La palazzina si eleva su tre piani, ai quali si aggiungono un piano seminterrato, con portico semicircolare caratterizzato da sei colonne in marmo, coronato da un terrazzo, realizzato in sostituzione del preesistente tetto a padiglione.
Il portico del prospetto sud è sopra elevato rispetto al piano della strada, e accessibile mediante due scalinate simmetriche, di tre rampe ciascuna.
Il nucleo centrale della palazzina è coperto ad un tetto a pagoda, sorretto da un tamburo ottagonale, sormontata da un pinnacolo a doppio calice rovesciato.
Il piano terra è circondato da porticati ad arco ogivale e affiancato da due torrette, staccate dal corpo della costruzione, entro cui si sviluppano altrettante scale elicoidali collegate alla casina attraverso passaggi aerei comunicanti con i ballatoi del piano rialzato e del piano nobile, opera di Giuseppe Patricolo.
Internamente, gli ambienti sono stati decorati secondo un repertorio figurativo tipicamente orientale, che allo stesso tempo si fonde con lo stile neoturco e lo stile pompeiano.
Gli appartamenti della palazzina cinese dono distribuiti su tre piani, nel seminterrato si aprono la sala da ballo, la saletta delle udienze e la camera da bagno con vasca ovale in marmo incassata nel pavimento, il tutto decorato da Velasquez, in stile Luigi XVI
Segue il primo piano, occupato dal salone dei ricevimenti impreziosito da pannelli in seta, dipinti con stucchi d'erbe a motivi cinesi, affiancato dalla sala da pranzo caratterizzata dalla tavola matematica, progettata dal Marvuglia, consistente in un dispositivo che consente il saliscendi dei piatti con le vivande direttamente dalle cucine sottostanti, e in ultimo vi è la camera da letto del Re, decorata da affreschi realizzati da G. Cotardi e G. Velasco, dov'è ospitato il baldacchino retto da otto colonne di marmo bianco.
Il piano superiore accoglie, invece, l'appartamento della regina Maria Carolina composto da due sale di ricevimento, la camera da letto con spogliatoio, ed una sala alla turca in stile pompeiano, il tutto decorato in stile neo-classico con affreschi attribuiti al Cotardi.
Palermo, sgominato il clan di Porta Nuova. Ventiquattro i fermati
È in corso da stamattina, tra le province di Palermo e Trapani ed in altre località del territorio nazionale, una vasta operazione antimafia da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo, che stanno eseguendo una trentina di fermi del Pubblico Ministero emessi dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia. I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti.
Servizio di Davide Di Giorgi
Immagine dei Carabinieri di Palermo
Chiesa Di San Niccolo' – Introduzione – Lecce – Audioguida – MyWoWo Travel App
Ciao, sono Alessandro la tua guida personale ed insieme a MyWoWo ti diamo il benvenuto a una delle meraviglie del mondo: la Chiesa dei Santi Nicolò e Cataldo.
Questo magnifico tempio romanico, si trova all'esterno delle mura di Lecce, nel Cimitero Monumentale. La sua costruzione fu voluta nel 1180 da Tancredi d'Altavilla, conte di Lecce e ultimo re dei Normanni, che la costruì come ringraziamento per aver scampato un naufragio nei pressi di Otranto.
La facciata fu modificata da Giuseppe Cino nei primi del '700. Il rosone superiore e il grandioso portale, con la finissima decorazione, sono tipiche realizzazioni romaniche, eseguite da maestranze educate nella Sicilia ricca di memorie arabe, affiancate da scultori locali. Gli elementi geometrici ripetuti, con arabeschi e motivi vegetali realizzati nella tenera pietra leccese, sono infatti simili agli intagli islamici su legno.
Le parti laterali, con le grandi statue dei santi sporgenti sui loro piedistalli e tutta la parte in alto, chiamata fastigio, appartengono invece alla ristrutturazione barocca effettuata nel 1716...
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Notte Reale - Palazzo dei Normanni 29 Luglio 2016
Palazzo Reale, Un intero popolo in fila per la Notte Reale.
Chiesa di Santa Maria di Valverde a Palermo
Il tempio fu costruito nel Trecento, adiacente al vasto convento carmelitano dell'epoca, sorto intorno al XII secolo e rifondato verso il 1315 secondo la regola di sant'Agostino. Solo nel XVI secolo, quando fu ulteriormente ingrandito, il convento tornò sotto la regola carmelitana che oggi non esiste più.
Dopo i primi interventi del 1514, la chiesa fu totalmente ristrutturata nel 1633 grazie alle donazioni del ricco genovese Camillo Pallavicino, dopo l'entrata in monastero della sua unica figlia. Interrotti probabilmente per la morte del benefattore, i lavori di restauro ricominciarono poco tempo dopo. Il progetto di rinnovamento fu ideato da Mariano Smiriglio, il primo architetto ufficiale del Senato palermitano. A lui si devono le decorazioni in marmo.
La chiesa fu seriamente danneggiata durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e fu possibile riaprirla al pubblico solamente nel 1997 dopo un lungo restauro avviato tra il 1979 e il 1980.
L'edificio, ad unica navata, è abbellito al suo interno dagli affreschi eseguiti da Antonio Grano nella volta e sulle pareti del coro e da Olivio Sozzi sulla fascia inferiore. Le sculture e le tarsie marmoree disposte all'interno delle quattro cappelle della grande navata (una delle quali dedicata a Santa Lucia) si devono invece ad Andrea Palma e a Paolo Amato. Quest'ultimo realizzò anche il portale laterale in pietra grigia. La pianta della chiesa presenta un'aula rettangolare con presbiterio semicircolare e coro all'ingresso, sorretto da un grande arco. Il campanile, suddiviso in tre ordini, fu aggiunto nel 1730. Fonte Wikipedia
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