Cerimonia di firma del Patto d'amicizia tra Assisi e Monte Sant'Angelo
Siglato il Patto d’amicizia tra le Città Unesco di Assisi e Monte Sant’Angelo
Antonio di Iasio, Sindaco di Monte Sant’Angelo: “Un momento storico”
Claudio Ricci, Sindaco di Assisi: “Mi auguro sia l’avvio di un lungo itinerario”
S. E. Mons. Giuseppe Piemontese: “Quasi un sogno”
È stato siglato sabato 6 dicembre 2014, ad Assisi, il Patto d’amicizia tra la Città di San Francesco e la Città di San Michele Arcangelo, Monte Sant’Angelo. Una giornata intensa: dopo la firma del Patto d’amicizia e lo scambio dei doni, la Santa Messa nella Basilica inferiore celebrata da Mons. Piemontese e animata dal coro polifonico “Vocinsieme”.
“Oggi è un grande giorno. Un giorno di gioia e fratellanza fra due comunità. Oggi iniziamo un percorso di condivisione e dialogo per rafforzare le relazioni istituzionali, incentivare rapporti sociali, culturali e religiosi tra le nostre comunità ma anche di promozione e valorizzazione dei nostri Beni. Da oggi, insieme, sotto la custodia di due colonne portanti della Chiesa mondiale, percorreremo un pezzo di strada insieme” – ha dichiarato il Sindaco di Monte Sant’Angelo, Antonio di Iasio.
Per Claudio Ricci, Sindaco di Assisi, un Patto d’amicizia “è sempre una occasione per ricevere qualcosa. Ogni incontro, che sia tra persone o tra comunità, è sempre un elemento di crescita in cui reciprocamente si dona e si riceve. Un protocollo è un impegno a svolgere un cammino insieme. Mi auguro che questo sia l’avvio di un lungo itinerario che, le nostre comunità, attraverso l’incontro, potranno fabbricare insieme”.
Alla cerimonia di firma del Patto d’amicizia hanno preso parte anche Padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento e Mons. Giuseppe Piemontese, nativo di Monte Sant’Angelo, già Custode del Sacro Convento e oggi Vescovo della Diocesi di Terni-Amelia-Narni.
“È nota la devozione di San Francesco per San Michele e la sua protezione ha accompagnato i passi di Francesco e i nostri – ha dichiarato Padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento d’Assisi - La celebrazione di questo Patto d’amicizia, in qualche modo, è in continuità con questo legame. Con la conclusione di questo processo avviato da Padre Giuseppe Piemontese è come se si chiudessero dei cerchi, che invece di mettere la parola fine rilanciano i significati”.
A S.E. Mons. Giuseppe Piemontese il compito di tracciare, dal punto di vista spirituale, la “vicinanza” tra San Francesco e San Michele Arcangelo: “I Padri Custodi del Sacro Convento che si sono succeduti negli anni hanno propiziato e favorito l’incontro e la realizzazione di questo momento civile e religioso. Quasi un sogno”. Mons. Piemontese ha quindi raccontato del viaggio di San Francesco a Monte Sant’Angelo: “Dei tre viaggi in Puglia di Francesco, nel 1216, 1221-22 e 1224, a noi interessa il pellegrinaggio a Monte Sant’Angelo del 1216. La tradizione afferma che il Poverello non ritenendosi degno non entrò nella Grotta dell’Arcangelo ma sostò sul limitare lasciando in ricordo un tao inciso su una pietra”.
Il Vescovo ha concluso: “Cari Sindaci e cittadini di Assisi e Monte Sant’Angelo, il Patto d’amicizia non sia solo un atto formale, ma una relazione di fraternità, di amicizia vera. L’inizio di una storia entusiasmante e di un percorso, che nel nome dei nostri Santi, contribuisca alla crescita civile, culturale e spirituale dei nostri concittadini e delle generazioni, al presente e al futuro”.
Successivamente, la cerimonia ha visto la lettura della pergamena del Patto d’amicizia con la sottoscrizione della stessa da parte dei due sindaci, ed uno scambio di doni.
Al termine della cerimonia – a cui ha partecipato anche l’Assessore ai Beni e alle Attività culturali, Giovanni Granatiero - nella Basilica inferiore del Sacro Convento, si è tenuta la Santa Messa celebrata da S.E. Mons. Piemontese e animata dal Coro polifonico Vocinsieme. La delegazione della Città di Monte Sant'Angelo, infine, ha preso parte all'agape fraterna nel Refettorio del Sacro Convento.
“Il Patto di amicizia tra le due città istituzionalizza la comune decisione di incentivare rapporti di unione, vicinanza, condivisione e fratellanza nel nome dei valori umani, culturali, religiosi, sociali – si legge nel testo sottoscritto dai Sindaci di Iasio e Ricci - In virtù di tali intese, saranno intrapresi progetti congiunti, tesi a promuovere e sostenere reciprocamente l’incontro familiare tra le nostre popolazioni, i pellegrinaggi, la valorizzazione del turismo culturale e spirituale e le comuni esperienze per una reciproca promozione delle Città, nel nome dell’Arcangelo Michele e di San Francesco”.
A cura di Pasquale Gatta
ufficiostampa@montesantangelo.it
montesantangelo.it
Restauro del Cristo Morto di Monte Sant'Angelo
Dopo il restauro, durato un anno, è ritornato, nella sua collocazione originaria, il crocifisso del Cristo Morto della chiesa di San Francesco d'Assisi di Monte Sant'Angelo. Ad idmTV Fra Gian Paolo, responsabile della parrocchia francescana.
Monte Sant'Angelo - Concerto per l'Addolorata con Titti Bufo
Venerdì 23 marzo,nella chiesa di San Francesco d'Assisi, si è svolto il tradizionale concerto per l'Addolorata della Banda Musicale di Monte Sant'Angelo.
Lodi Mattutine di oggi 04 Ottobre 2019 dal Santuario di San Michele Arcangelo di Monte Sant'Angelo
Lodi Mattutine di oggi 04 Ottobre 2019 dal Santuario di San Michele Arcangelo di Monte Sant'Angelo
Sulle orme di San Francesco
Da Carugate a Monte Sant'Angelo, un cammino lungo 1150 Km che ha portato Maurizio Grandi ad attraversare l'Italia seguendo il percorso ed i luoghi attraversati da San Francesco nei suoi pellegrinaggi.
Monte Sant'Angelo (Fg) Festa di Sant'Antonio 2010 1.2.wmv
Festa in onore di Sant'Antonio a Monte Sant'Angelo (Fg)- Italia. Presso la parrocchia di San Francesco di Assisi il 13 giugno di ogni anno si coniugano sentimento religioso e tradizioni popolari. Quest'anno la festa si è arricchita con il torneo di Calcio a cinque per ragazzi. Sono seguiti i giochi tradizionali rivolti a tutte le fasce d'età. La processione e le funzioni religiose hanno visto una buona partecipazione. Grazie a tutti per il sentimento di gioia e fratellanza che ci ha uniti tra il sacro ed il profano. Fotoreportage di Patrizia Campanile
Il Coro di Monte Sant'Angelo - Assisi
Il Coro di Monte Sant'Angelo - Assisi
Monte Sant'Angelo: la passione di Cristo.
Monte S. Angelo, come un fiume in piena, una moltitudine di gente, ieri, in occasione del Venerdì Santo, hanno partecipato alla tradizionale processione...
Il Cristo morto portato a spalla dai fedeli, emblema di quel Venerdì Santo che da duemila e oltre anni segna inesorabilmente il tempo cristiano. Un appuntamento atteso, anche voluto per immedesimarsi nelle atroci sofferenze di una Madre Santa che perde suo figlio. Momenti lancinanti scanditi dalle grida dell’Addolorata. Volti umidi, sguardi fissi verso quel corpo martoriato, dove flutti di sangue hanno terminato di vivere. Il Sangue di Cristo raccolto in quel panno che cinge il Ventre Santo che con la sua morte ci ha resi liberi. E mentre il Santo Corpo di Cristo raggiunge il Santo Sepolcro, folle di genti lo accompagna con devota preghiera. Il Calvario, luogo di morte ma santo nel suo messaggio, precede quel corpo. Lo fa con la Santa Croce di legno, grande, scura del sangue di uomo divenuto il Cristo, piantata su quel monte testimone e boia della più grande opera divina in Terra. Quell’opera di Dio, fatta carne, giace inerme, mentre donne e uomini lo seguono sofferenti. È questa la processione del Venerdì Santo che a Monte Sant’Angelo rievoca la morte di Gesù. Una processione divisa in due, dove una è del Cristo Morto, l’altra della Madonna Addolorata. Ambedue attraversano il centro storico del centro garganico. Partendo al tramonto dalla Chiesa di San Francesco, la Processione del Cristo Morto termina in Piazza Beneficenza dove la Madonna incontra suo Figlio, il Cristo divino, che giace inerme, che è ormai morto.
Nella prima giovani montanare vestite di nero portano i Sacri Simboli: il cuore di velluto rosso, la testa del Cristo, la Santa Corona di spine, e quella della Maddalena, i Chiodi, santi anch’essi perché hanno forato le mano del Cristo, la tenaglia e il martello, i dadi di quei centurioni con cui giocavano in attesa della morte di Gesù, le lanterne del vespro, la veste rossa, la spugna acidula dell’unico sollievo che ebbe Gesù in croce, e quella lancia tanto dolorosa quanto santa che s’inumidì del Sacro Sangue di Gesù.
Nella seconda, come detto, c’è la statua della Madonna dell’Addolorata, coperta da un manto nero.
A Monte c’è un’usanza tanto importante quanto sentita dalla popolazione. “Il Grano del Sepolcro” è per eccellenza l’usanza pasquale più conosciuta. “Lu rene dlu subbuleche”, “Il Grano del Sepolcro” appunto, è quel momento tanto atteso dove i devoti durante i primi giorni della Quaresima seminano il grano in piatti di argilla. Questi vengono conservati negli stipi e nei cassetti del sepolcro della Chiesa di San Benedetto della Confraternita di Sant’ Antonio Abate attendendo, poi, che il seme rinvigorisca e diventi giallo in quei luoghi privi di luce. Un’usanza che richiama la vita come luce divina che durante la Settimana Santa è sinonimo di rigogliosità. Difatti, quei piatti d’argilla verranno ornati con nastri di vario colore. Poi, il giorno del Mercoledì Santo con le piante di lenticchie e cicerchie costruiscono una corona.
Monte Sant’ Angelo è il paese per eccellenza più famoso del Monte Gargano. Solidamente arcaico nella struttura è il più elevato e la sua zona vanta panorami unici e dai colori celestiali. Tutti sanno che Monte è stato, è e sarà quel luogo dove il pellegrino giunge in devoto silenzio al cospetto dell’Arcangelo Michele, cui nella roccia calcarea composta da caverne e grotte, ha lasciato la sua Sacra impronta, custodita gelosamente dai fedeli. Una grotta, oggi Santa, dove il bene prevale sul male. In quella Sacra Grotta si respira cristianità, devozione, il profumo della vita. Monte Sant’Angelo è patrimonio dell’umanità, del mondo. Ogni giorno è santo poiché l’impronta dell’Arcangelo l’ha scelta come scrigno di fede. In quest’ottica, Monte Sant’Angelo è quel luogo dove ogni evento sacro che richiama la cristianità diventa momento di fede, di preghiera, di turismo religioso. La Settimana Santa è uno di quelli, dove la partecipazione e il coinvolgimento emotivo fa da cornice a eventi unici nel genere. Promuovere le tradizioni, i riti, il folklore che si mescola tra scaro e profano, sono all’apice dell’attenzione che Monte riserva ai suoi pellegrini. Turisti di ogni razza, età, fede, si recano sul Monte Gargano e Monte Sant’Angelo è la tappa obbligata di ognuno di questi, dove la Sacra Grotta li accoglie, li benedice, li protegge.
Chiesa di san Salvatore e Liberatore - 5° circolo didattico San Francesco d'Assisi
Cortometraggio selezionato al concorso Le scuole adottano un monumento della nostra Italia - a.s. 2016-2017.
V Circolo Didattico San Francesco d'Assisi, Altamura (BA)
Nel bosco di San Francesco di Assisi
In diretta dal bosco di San Francesco di Assisi, Fabio Bolzetta incontra Luca Chiarini del FAI, Fondo Ambiente Italiano.
La grotta del Santuario di San Michele Arcangelo - Circolo del Viaggiatore - Lioni -
NEL VIDEO LA GROTTA DELLA BASILICA. IL VIDEO E' BREVISSIMO IN QUANTO E' VIETATO FILMARE E FOTOGRAFARE NELLA BASILICA.
Il santuario di San Michele Arcangelo si trova a Monte Sant'Angelo, in provincia di
Foggia. L'insieme fa parte del sito seriale Longobardi in Italia: i luoghi del potere, comprendente sette luoghi densi di testimonianze architettoniche, pittoriche e scultoree dell'arte longobarda, inscritto alla Lista dei patrimoni dell'umanità dell'Unesco nel giugno 2011.
STORIA :Secondo la tradizione, il santuario ha origine nel 490, anno della prima apparizione dell'Arcangelo Michele sul Gargano[senza fonte]. A partire dal 650 l'area garganica, nella quale sorgeva il santuario, entrò a far parte dei domini longobardi, direttamente soggetta al Ducato di Benevento. Il popolo germanico nutriva una particolare venerazione per l'arcangelo Michele, nel quale ritrovavano le virtù guerriere un tempo adorate nel dio germanico Odino, e già a partire dal VII secolo considerarono il santuario garganico il santuario nazionale dei Longobardi. Presto San Michele Arcangelo divenne il principale centro di culto dell'arcangelo dell'intero Occidente, modello tipologico per tutti gli altri. Il santuario fu oggetto del mecenatismo monumentale sia dei duchi di Benevento, sia dei re installati a Pavia, che promossero numerosi interventi di ristrutturazione per facilitare l'accesso alla grotta della prima apparizione e per alloggiare i pellegrini. San Michele Arcangelo divenne così una delle principali mete di pellegrinaggio della cristianità, tappa di quella variante della Via Francigena oggi chiamata Via Sacra Langobardorum che conduceva in Terra Santa[1]. Il Santuario infatti è uno dei tre maggiori luoghi di culto europei intitolati a San Michele, insieme alla Sacra di San Michele in val di Susa, e a Mont Saint-Michel in Normandia. I tre luoghi sacri si trovano a 1000 chilometri di distanza l'uno dall'altro, allineati lungo una retta che, prolungata in linea d'aria, conduce a Gerusalemme.
Dopo la caduta del Regno longobardo (774) il santuario conservò la propria importante funzione all'interno della Langobardia Minor, sempre nell'ambito del Ducato del Benevento che in quello stesso 774 si elevò, per iniziativa di Arechi II, al rango di principato. Quando anche Benevento cadde nel corso dell'XI secolo, del santuario di San Michele Arcangelo si presero cura prima i Normanni, poi gli Svevi e gli Angioini, che si legarono a loro volta al culto micaelico e intervennero ulteriormente sulla struttura del santuario stesso, modificandone la parte superiore e arricchendolo di nuovi apparati decorativi[1].
I PELLEGRINAGGI : Nel corso dei secoli, milioni di pellegrini si sono recati in visita a questo luogo di culto così antico. Tra di essi numerosi papi (Gelasio I, Leone IX, Urbano II, Alessandro III, Gregorio X, Celestino V, Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II) e sovrani (Ludovico II, Ottone III, Enrico II, Matilde di Canossa, Carlo d'Angiò, Alfonso d'Aragona, Ferdinando il Cattolico). Anche San Francesco d'Assisi si è recato in visita a san Michele Arcangelo, ma non sentendosi degno di entrare nella grotta, si è fermato in preghiera e raccoglimento all'ingresso, baciando la terra e incidendo su una pietra il segno di croce in forma di T (Tau).[sen
L' ARCHITETTURA : La struttura del Santuario risulta essere costituita da un livello superiore e da uno inferiore. Al livello superiore sono presenti il portale romanico e il campanile. Il campanile è chiamato anche torre angioina in quanto fu eretta da Carlo d'Angiò come ringraziamento a san Michele per la conquista dell'Italia meridionale ed è modellato secondo lo schema delle torri di Castel del Monte.
Il livello inferiore comprende la grotta, alla quale si accede direttamente dalla scalinata angioina, il museo devozionale e le cripte. La statua del Santo in marmo di Carrara fu scolpita da Andrea Sansovino ed è datata 1507. In quel periodo era vescovo di Manfredonia, la diocesi di cui faceva parte Monte Sant'Angelo, il cardinale Antonio del Monte, compaesano dello scultore e probabile committente dell'opera che rappresenta uno dei primi capolavori del Rinascimento nel sud dell'Italia. La grotta presenta al suo interno, oltre la statua del Santo, la cattedra episcopale e la statua di San Sebastiano. Le cripte si trovano in ambienti di età longobarda e servivano da entrata alla grotta. Vengono definitivamente abbandonate nel XIII secolo. Le iscrizioni lungo le pareti delle cripte, in alcuni casi a caratteri runici, testimoniano il notevole afflusso dei pellegrini
Le campane di Ravenna - Basilica di S.Francesco D'Assisi
Ravenna - Piazza S.Francesco - Basilica di S.Pietro Maggiore (chiamata S.Francesco per la presenza di un convento di frati francescani)
5 campane in scala diatonica maggiore di Do#3 elettrificate a slancio:
Do#3 = Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1951
Re#3 = Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1951
Fa3 = Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1951
Fa#3 = Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1951
Sol#3 = Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1951
La Basilica di San Francesco, dedicata in origine ai SS. Apostoli e poi a San Pietro, risale alla metà del V secolo d.C. Ben poco rimane, però, della prima chiesa paleocristiana, soprattutto a causa dei continui rifacimenti che hanno interessato l'edificio nel corso dei secoli (il robusto campanile quadrato risale al X-XI secolo), sino a quelli radicali di fine Settecento. L'attuale denominazione si deve ai frati minori francescani che, tra il 1261 e il 1810, e poi di nuovo tra il 1949 sino a oggi, la scelsero come loro sede. Durante il periodo medievale divenne la chiesa prediletta dei Polentani, signori della città e ospiti di Dante, e probabilmente la più frequentata dal poeta stesso, i cui funerali si celebrarono qui nel 1321. Le spoglie del Sommo Poeta riposano ancora oggi nell'adiacente Tomba di Dante. Come spesso accadeva alle chiese ravennati, anche San Francesco fu più volte sopraelevata. Il piano originario della basilica si trova, infatti, a 3,6 metri al di sotto dell'attuale livello stradale. La chiesa a tre navate presenta linee assai semplici, con la facciata in umile laterizio a vista movimentata al centro da una piccola bifora. Attraverso una finestra posta sotto l'altare maggiore, costituito da un sarcofago del V secolo, si scorge la cripta del X secolo, un ambiente a forma di oratorio sorretto da pilastrini destinato ad ospitare le reliquie del vescovo Neone, fondatore della chiesa. Il pavimento della cripta è costantemente sommerso dall'acqua, che tuttavia permette di ammirare i frammenti musivi del pavimento della chiesa originaria. Il campanile, alto 32,90 m., quadrato, inserito all’interno della navata destra, risale al X sec. Nel 1921 vennero riordinati i tre ordini di finestre per ogni lato: una bifora nell'ordine inferiore, una trifora in quello mediano ed una quadrifora in quello superiore. Il campanile custodisce cinque belle campane che ripetono l’austero squillante richiamo alla chiesa, in cui si trovano congiunti ed esaltati i due grandi spiriti tutelari d’Italia: FRANCESCO e DANTE. Tutte recano il simbolo del Crocifisso, lo stemma della Fonderia Bianchi di Varese e le scritte “Anno Santo 1951” e “Ablatum tempore belli A.D. MCMXL – MCMXLIV, restitutum publico sumptu, A.D. MCMLI” (Asportate durante la guerra 1940-1944, restituite a spese dello Stato l’anno del Signore 1951).Angeli, festoni, negli spazi molti gigli. Queste nuove campane, che hanno sostituito le precedenti danneggiate dalla II guerra mondiale, hanno le seguenti caratteristiche: Campana Maggiore (kg. 1403, Do#3; dedicata a S.Pietro Apostolo, titolare della basilica, con immagini di S. Pietro, S.Apollinare, S. Vitale, Basilica di S. Pietro Maggiore (vulgo S.Francesco), con stemmi del papa Pio XII, del Comune di Ravenna); Seconda Campana (Kg. 992, Re#3; dedicata ala B.V. Immacolata, con immagini di Maria Immacolata, S. Michele Arcangelo, S. Antonio di Padova, Battistero Neoniano, con stemmi); Terza Campana (kg. 720, Fa3; dedicata a S. Francesco di Assisi, patrono d’Italia, con immagini di S.Francesco, S. Domenico, S. Romualdo, basilica di S. Apollinare in Classe, con stemma francescano e una scritta che sintetizza le vicende dei Francescani cacciati dalla Chiesa nel 1810 e ritornati nel 1949); Quarta Campana (kg. 616, Fa#3; dedicata a S. Pier Damiano, con stemmi di Firenze e dell’Arcivescovo di Ravenna, con immagini di S. Pier Damiano, chiesa di Porto Fuori, S. Bonaventura, S.Giuseppe, Sposo della B.V.Maria); Quinta campana (Kg. 420, Sol#3; dedicata a Dante
Suonate:
-Plenum alle 17:00 come primo segno per la S.Messa Prefestiva delle Ore 17:30
-Plenum alle 17:15 come 2° segno
2 Marzo 2019
Buona visione :-)
Giacomo (Bolocampanaro02):
Andrea Tescari:
Nicolò (CampanaroBolognese 2002):
Giorgio Chiletti:
Di qui passò Francesco - Con le ali ai piedi
filmati sui cammini che da La Verna attraverso Gubbio, Assisi, Rieti , L'Aquila, portano a Monte Sant'angelo
In diretta dalla Basilica di San Francesco d'Assisi
In diretta dalla Basilica di San Francesco d'Assisi, Giacomo Avanzi incontra alcuni pellegrini in visita nel giorno della festa del Santo
Il Bosco di San Francesco, luogo di relax e meditazione - La vita in diretta estate 20/07/2018
LA PUNTATA INTEGRALE SU RAIPLAY
TUTTI I VIDEO E LE PUNTATE - Quaranta ettari di alberi e bellezze naturali, ecco il bosco di San Francesco di Assisi che apre il suo paesaggio spettacolare per le sere FAI d'estate.
La VERNA e i luoghi di san Francesco
per una MIGLIORE VISIONE questo video è stato caricato nuovamente il 9 ott 2011 con il software di modifica YouTube
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La cappella Santa Maria degli Angeli a La Verna è stata erroneamente indicata nel video come cappella delle Stimmate, che in realtà si trova alla fine del corridoio delle Stimmate.
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Saint Francis places: La Verna, Assisi, Gubbio, S.Maria degli Angeli ***
LA VERNA è un santuario francescano sorto nel luogo dove il Santo si ritirava spesso in preghiera e penitenza e dove ricevette le stimmate nel settembre 1224. E' un luogo di intensa spiritualità, immerso in un ambiente mistico ed affascinante anche per la natura che lo circonda fra rocce e boschi di faggio e abete. Si trova in Toscana, provincia di Arezzo, a circa 1000 mt sul monte Penna nel Parco nazionale delle foreste casentinesi, a pochi km da Pieve Santo Stefano e da Caprese Michelangelo.
GUBBIO è una bella cittadina umbra, molto interessante con un nucleo medievale ben conservato. E' famosa per la Festa(corsa) dei Ceri che si svolge ogni anno nel mese di maggio in onore di sant'Ubaldo patrono della città. Anche Gubbio è molto legata a s.Francesco: qui il Santo si rifugiò per qualche mese all'inizio della vocazione dopo essersi allontanato da casa e spogliato degli abiti comuni, qui ritornava spesso, qui avvennero alcuni miracoli, qui -da leggenda- il famoso episodio dell'incontro col lupo, reso mansueto dopo averlo rimproverato.
S. MARIA degli ANGELI è considerata il centro del francescanesimo. All'interno della Basilica si trova la porziuncola, una cappella a forma di chiesetta rimasta per lungo tempo in stato di abbandono, che il Santo restaurò e che segnò l'inizio della sua vocazione. Qui san Francesco viveva abitualmente, qui fondò l'ordine dei Frati Minori e qui morì nell'ottobre 1226.
ASSISI è la città dove il Santo nacque nel 1182(?) e dove trascorse la sua giovinezza fino alla vocazione. All'eremo delle carceri si ritirava spesso per pregare e meditare. Ora il suo corpo riposa nella cripta della Basilica inferiore. Costruita in pietra viva, spesso con toni rosati, la città sorge a ventaglio sulle prime pendici del monte Subasio; tutta raccolta entro le mura antiche, ha conservato magnificamente il suo aspetto medievale con le caratteristiche viuzze dai balconi fioriti.
I Siti UNESCO in Italia
L'Italia è la nazione che detiene il maggior numero di siti UNESCO al mondo. In questo video visiteremo alcuni dei siti italiani dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità:
1. La Basilica di San Pietro a Roma
2. Il centro storico di Roma con il foro romano
3. Il centro storico di Ravenna con la Basilica di San Francesco
4. La Costiera amalfitana
5. Piazza dei Miracoli con la Torre di Pisa
6. I Sassi di Matera
7. Le stupende Dolomiti
8. Il centro storico di Catania con la Cattedrale di Sant’Agata
9. Il Castello Estense di Ferrara
10. L’Isola di Ortigia a Siracusa
11. Il centro storico di Noto, Capitale del barocco
12. La Basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi
13. Piazza del Campo a Siena
14. Castel del Monte
15. Il Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo
16. I Trulli di Alberobello
17. Palazzo Madama a Torino
18. Villa Adriana a Tivoli
19. La Necropoli della Banditaccia a Cerveteri
20. La Certosa di Padula o Certosa di San Lorenzo
21. Il Paesaggio ed i vigneti di Canelli
Vieni a scoprire i Siti UNESCO italiani su Virtual Tour:
Italia Virtual Tour è un portale di marketing territoriale creato per valorizzare le bellezze del nostro paese: siti archeologici, monumenti, chiese, comuni, musei e parchi naturali.
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Escursione antropologica di Antonio Tortora al Convento di San Francesco a Folloni Montella Av
Monte Sant'Angelo veduta Campanile San Michele Arcangelo
Santa Messa - 09.01.20
Diretta dalla Basilica Santuario di San Michele Arcangelo in Monte Sant'Angelo (FG) - Italy