Best Attractions and Places to See in Monopoli , Italy
Monopoli Travel Guide. MUST WATCH. Top things you have to do in Monopoli. We have sorted Tourist Attractions in Luxembourg City for You. Discover Monopoli as per the Traveller Resources given by our Travel Specialists. You will not miss any fun thing to do in Isle of Skye.
This Video has covered Best Attractions and Things to do in Monopoli.
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List of Best Things to do in Monopoli
Centro Storico di Monopoli
Basilica Cattedrale Maria Santissima della Madia
Castello di Carlo V
Acquapark Egnazia
Museo e Sito Archeologico Cripta Romanica
Chiesa di Santa Maria del Suffragio detta del Purgatorio
Piazza Giuseppe Garibaldi
Lido Sabbiadoro
Porto antico di Monopoli
Lido Colonia
#eustonews piombino Mascali parla delle mummie di Monopoli
#eustonews piombino Mascali parla delle mummie di monopoli
MONOPOLI – Nobili famiglie contrapposte in vita e unite dal culto della morte dal XVII secolo in poi. Gli Indelli e i Palmieri. I primi donarono alla chiesa di Santa Maria del Suffragio (detta del Purgatorio) l’oratorio che oggi ospita le 9 mummie tra cui la piccola Plautilla di Francesco Indelli. I secondo non furono da meno e realizzarono il “putridarium” della chiesa di via Padre Nicodemo Argento 16. Come dire che la “camera di mummificazione” fu un dono degli antagonisti di sempre. In quel soccorpo sistemato proprio sotto la canonica avvenivano i processi di tanatometamorfosi (mummificazione) dei corpi per la scolatura naturale, così tanto in auge nel Regno delle Due Sicilie dal XVIII al XIX secolo.
Nelle mummie di Monopoli come in quelle di tante altre località del meridione resta in auge il retaggio dei riti antichi della doppia sepoltura. L’antico concetto per cui il defunto non è più vivo e nemmeno completamente morto fino al disfacimento della carne che lasciava affiorare il candore inalterabile delle ossa. La metamorfosi cadaverica come metafora di purificazione dell’anima fino alla seconda sepoltura. Che non avvenne per le mummie del Purgatorio ancora esposte in un’ala laterale della chiesa dove ha sede la confraternita di Nostra Signora del Suffragio per le anime del Purgatorio.
Sorse sul suolo di una tragedia, il crollo del campanile della vecchia cattedrale romanica, nel 1687, con 37 morti e molti feriti.
In quel luogo di morte prende vita oggi, alle 18, la seconda fase della due giorni di studi su “Riti e pratiche della morte in età moderna”, iniziata ieri a Bari.
Introduce Annastella Carrino (Università di Bari), relazionano Francesco Paolo de Ceglia (Università di Bari) e un vero esperto di mummie, il curatore della Cripta dei Cappuccini di Palermo Dario Piombino Mascali.
La Carrino specifica che «dopo la Controriforma ci fu un tentativo di normalizzazione dei riti della morte. Ritualità intorno al defunto e riti sul defunto, in un segno di continuità fra i vivi e i morti».
De Ceglia relaziona su Plautilla di Francesco Indelli. Morta a 2 anni, in un’epoca in cui un bambino su 3 non sopravviveva ai 2 anni. L’unica mummia senza data di morte, unica anche in quanto bambina. «Gli occhi di Plautilla sono delle protesi – spiega de Ceglia -. Dobbiamo recuperare quel modo di guardare alla morte tipico degli uomini del passato e così lontano dal nostro per comprendere il senso di queste mummie. Erano l’estensione della vita dei cari che si erano persi. Tutto questo si coniuga con il grande slancio del Purgatorio che si ha dopo la Controriforma perché la Madonna che dà sollievo alle anime del Purgatorio è il segno che contraddistingue la differenza fra il mondo cattolico e quello protestante».
Il viso di Plautilla sembra fosse ricoperto di una sostanza chiara per simulare il colorito di una bimba viva. Tra le mummie Giovanni Amato Giaquinto di Caserta, governatore di Barletta prima e di Monopoli poi (morto il 24 novembre 1793). Due Longo, Cesare (morto il 1 gennaio 1776) e Onofrio (morto il 15 gennaio 1786). E tra i misteri irrisolti anche quel Pietro (?) Insanguine (morto il 2 dicembre 1772). Ma in quell’anno Francesco Paolo, fratello maggiore di Giacomo era organista del Purgatorio e lo fu anche della cattedrale. L’altro fratello maggiore del più noto musicista napoletano del ‘700 Giacomo Insanguine detto «Monopoli» per la città di nascita, si chiamava Giacinto. Piero Insanguine chi era costui? Un cugino?
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©eustachio cazzorla 2015 tutti i diritti sono riservati per contatti Eusto@ivloud.com
DISCLAIMER: questo video non contiene nessun product placement o collaborazione, né sovvenzione pubblica il biglietto per Milano e l’ingresso al Museo della Scienza li ho pagati con i miei soldi.
Le opinioni come sempre sono sempre le mie di Eusto!
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#eustonews Piombino Mascali parla della Cripta dei Cappuccini-Palermo
#eustonews piombino Mascali parla di morte
MONOPOLI – Nobili famiglie contrapposte in vita e unite dal culto della morte dal XVII secolo in poi. Gli Indelli e i Palmieri. I primi donarono alla chiesa di Santa Maria del Suffragio (detta del Purgatorio) l’oratorio che oggi ospita le 9 mummie tra cui la piccola Plautilla di Francesco Indelli. I secondo non furono da meno e realizzarono il “putridarium” della chiesa di via Padre Nicodemo Argento 16. Come dire che la “camera di mummificazione” fu un dono degli antagonisti di sempre. In quel soccorpo sistemato proprio sotto la canonica avvenivano i processi di tanatometamorfosi (mummificazione) dei corpi per la scolatura naturale, così tanto in auge nel Regno delle Due Sicilie dal XVIII al XIX secolo.
Nelle mummie di Monopoli come in quelle di tante altre località del meridione resta in auge il retaggio dei riti antichi della doppia sepoltura. L’antico concetto per cui il defunto non è più vivo e nemmeno completamente morto fino al disfacimento della carne che lasciava affiorare il candore inalterabile delle ossa. La metamorfosi cadaverica come metafora di purificazione dell’anima fino alla seconda sepoltura. Che non avvenne per le mummie del Purgatorio ancora esposte in un’ala laterale della chiesa dove ha sede la confraternita di Nostra Signora del Suffragio per le anime del Purgatorio.
Sorse sul suolo di una tragedia, il crollo del campanile della vecchia cattedrale romanica, nel 1687, con 37 morti e molti feriti.
In quel luogo di morte prende vita oggi, alle 18, la seconda fase della due giorni di studi su “Riti e pratiche della morte in età moderna”, iniziata ieri a Bari.
Introduce Annastella Carrino (Università di Bari), relazionano Francesco Paolo de Ceglia (Università di Bari) e un vero esperto di mummie, il curatore della Cripta dei Cappuccini di Palermo Dario Piombino Mascali.
La Carrino specifica che «dopo la Controriforma ci fu un tentativo di normalizzazione dei riti della morte. Ritualità intorno al defunto e riti sul defunto, in un segno di continuità fra i vivi e i morti».
De Ceglia relaziona su Plautilla di Francesco Indelli. Morta a 2 anni, in un’epoca in cui un bambino su 3 non sopravviveva ai 2 anni. L’unica mummia senza data di morte, unica anche in quanto bambina. «Gli occhi di Plautilla sono delle protesi – spiega de Ceglia -. Dobbiamo recuperare quel modo di guardare alla morte tipico degli uomini del passato e così lontano dal nostro per comprendere il senso di queste mummie. Erano l’estensione della vita dei cari che si erano persi. Tutto questo si coniuga con il grande slancio del Purgatorio che si ha dopo la Controriforma perché la Madonna che dà sollievo alle anime del Purgatorio è il segno che contraddistingue la differenza fra il mondo cattolico e quello protestante».
Il viso di Plautilla sembra fosse ricoperto di una sostanza chiara per simulare il colorito di una bimba viva. Tra le mummie Giovanni Amato Giaquinto di Caserta, governatore di Barletta prima e di Monopoli poi (morto il 24 novembre 1793). Due Longo, Cesare (morto il 1 gennaio 1776) e Onofrio (morto il 15 gennaio 1786). E tra i misteri irrisolti anche quel Pietro (?) Insanguine (morto il 2 dicembre 1772). Ma in quell’anno Francesco Paolo, fratello maggiore di Giacomo era organista del Purgatorio e lo fu anche della cattedrale. L’altro fratello maggiore del più noto musicista napoletano del ‘700 Giacomo Insanguine detto «Monopoli» per la città di nascita, si chiamava Giacinto. Piero Insanguine chi era costui? Un cugino?
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MONOPOLI – Nobili famiglie contrapposte in vita e unite dal culto della morte dal XVII secolo in poi. Gli Indelli e i Palmieri. I primi donarono alla chiesa di Santa Maria del Suffragio (detta del Purgatorio) l’oratorio che oggi ospita le 9 mummie tra cui la piccola Plautilla di Francesco Indelli. I secondo non furono da meno e realizzarono il “putridarium” della chiesa di via Padre Nicodemo Argento 16. Come dire che la “camera di mummificazione” fu un dono degli antagonisti di sempre. In quel soccorpo sistemato proprio sotto la canonica avvenivano i processi di tanatometamorfosi (mummificazione) dei corpi per la scolatura naturale, così tanto in auge nel Regno delle Due Sicilie dal XVIII al XIX secolo.
Nelle mummie di Monopoli come in quelle di tante altre località del meridione resta in auge il retaggio dei riti antichi della doppia sepoltura. L’antico concetto per cui il defunto non è più vivo e nemmeno completamente morto fino al disfacimento della carne che lasciava affiorare il candore inalterabile delle ossa. La metamorfosi cadaverica come metafora di purificazione dell’anima fino alla seconda sepoltura. Che non avvenne per le mummie del Purgatorio ancora esposte in un’ala laterale della chiesa dove ha sede la confraternita di Nostra Signora del Suffragio per le anime del Purgatorio.
Sorse sul suolo di una tragedia, il crollo del campanile della vecchia cattedrale romanica, nel 1687, con 37 morti e molti feriti.
In quel luogo di morte prende vita oggi, alle 18, la seconda fase della due giorni di studi su “Riti e pratiche della morte in età moderna”, iniziata ieri a Bari.
Introduce Annastella Carrino (Università di Bari), relazionano Francesco Paolo de Ceglia (Università di Bari) e un vero esperto di mummie, il curatore della Cripta dei Cappuccini di Palermo Dario Piombino Mascali.
La Carrino specifica che «dopo la Controriforma ci fu un tentativo di normalizzazione dei riti della morte. Ritualità intorno al defunto e riti sul defunto, in un segno di continuità fra i vivi e i morti».
De Ceglia relaziona su Plautilla di Francesco Indelli. Morta a 2 anni, in un’epoca in cui un bambino su 3 non sopravviveva ai 2 anni. L’unica mummia senza data di morte, unica anche in quanto bambina. «Gli occhi di Plautilla sono delle protesi – spiega de Ceglia -. Dobbiamo recuperare quel modo di guardare alla morte tipico degli uomini del passato e così lontano dal nostro per comprendere il senso di queste mummie. Erano l’estensione della vita dei cari che si erano persi. Tutto questo si coniuga con il grande slancio del Purgatorio che si ha dopo la Controriforma perché la Madonna che dà sollievo alle anime del Purgatorio è il segno che contraddistingue la differenza fra il mondo cattolico e quello protestante».
Il viso di Plautilla sembra fosse ricoperto di una sostanza chiara per simulare il colorito di una bimba viva. Tra le mummie Giovanni Amato Giaquinto di Caserta, governatore di Barletta prima e di Monopoli poi (morto il 24 novembre 1793). Due Longo, Cesare (morto il 1 gennaio 1776) e Onofrio (morto il 15 gennaio 1786). E tra i misteri irrisolti anche quel Pietro (?) Insanguine (morto il 2 dicembre 1772). Ma in quell’anno Francesco Paolo, fratello maggiore di Giacomo era organista del Purgatorio e lo fu anche della cattedrale. L’altro fratello maggiore del più noto musicista napoletano del ‘700 Giacomo Insanguine detto «Monopoli» per la città di nascita, si chiamava Giacinto. Piero Insanguine chi era costui? Un cugino?
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