CAGLIARI COLLE DI S. ELIA
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All'interno del sistema ambientale cagliaritano, i rilievi collinari di S. Elia rivestono, insieme alle altre emergenze naturali, una straordinaria importanza, poiché determinano sia la forma che l'immagine della città, il primo volto che essa mostra al visitatore che giunga dal mare.
La bellezza di questi due colli che costituiscono il promontorio, viene principalmente dall'elevato grado di naturalità che essi ancora conservano, nonostante i segni dell'attività di cava, tanto che essi fanno parte dei biotopi più interessanti della Sardegna.
La sommità del S. Elia apre le sue principali vedute paesaggistiche verso il tramontare e il sorgere del sole. Chi visita il faro o le rovine del forte di S. Ignazio, nelle ore pomeridiane, non può non apprezzare la splendida vista del tramonto sulla laguna di S Gilla e sul mare, con sullo sfondo i monti del Sulcis. Cosi come dalle due torri, una pisana e l'altra spagnola, è possibile ammirare l'alba sul Golfo di Quartu e la spiaggia del Poetto.
Le due emergenze di roccia calcarea, divise da una valle, si ergono a sud-est di Cagliari, formando il promontorio di S. Elia, caratterizzato dalla enorme mole accidentata di dirupi calcarei, di grotte naturali e scogliere biancheggianti, che costituisce uno dei vertici del sistema dei rilievi, orientati secondo un asse che va da nord-ovest a sud-est, e divide in due il Golfo degli Angeli.
Detti rilievi hanno nel colle di S. Elia (o S. Bartolomeo, a seconda della denominazione) uno dei luoghi più ricchi di connotazioni paesaggistiche, una bellezza panoramica di primaria importanza, in cui è situato uno dei punti panoramici o di vista meritevoli di tutela, al pari del quadro naturale costituito dall'insieme.
Il Fortino di Sant'Ignazio, Colle di Sant'Elia Cagliari
Sulla vetta del Colle di Sant’Elia, a Cagliari, anche dalla città sono visibili i ruderi del Fortino di Sant’Ignazio, progettato e costruito nel 1792 per far fronte agli attacchi francesi provenienti dal mare.
Il progetto, in origine, prevedeva una fortificazione complessa e ricca d’artiglieria ma, l'opera, non fu mai ultimata, e ciò che resta è un edificio bastionato a pianta quadrilatera, unico nel suo genere in Sardegna, dotato di sole due torri, con fossato incompleto, senza cisterna e con un ridottissimo numero di cannoni.
Nel 1804 venne dismessa la sua funzione militare e il forte venne adibito a ricovero di infermi colpiti da malattie contagiose.
Tuttavia, durante la Seconda Guerra Mondiale venne rivalutata la sua posizione strategica come punto di avvistamento dei nemici e attorno ad esso costruiti i bunker della contraerea.
IL MARE DI BORGO SANT'ELIA
Il quartiere di Sant'Elia prende il nome dal vicino colle omonimo, che fa parte del vicino promontorio della Sella del Diavolo. A sua volta questo rilievo calcareo ha preso il nome del santo che, secondo la tradizione, affrontò il martirio proprio in questi luoghi durante le persecuzioni di Diocleziano.
Il quartiere di Sant'Elia ha origine dal vecchio borgo di pescatori che sorge di fronte al mare, a ridosso del colle di S. Ignazio. Vi si accede tramite un lungo viale costeggiato da pini, che conduce a un intrico di stradine costeggiate da basse palazzine.
Negli anni '70 è stato edificato, nell'area pianeggiante ai piedi del borgo vecchio, il cosiddetto “nuovo borgo Sant'Elia”, costituito da alti palazzi e case a schiera; la via principale del quartiere è la via Schiavazzi.
Con i suoi palazzoni grigi che si stagliano sul mare, il nuovo borgo Sant'Elia non si può certo definire un esperimento urbanistico ben riuscito. Anche dal punto di vista socio-economico, il quartiere soffre da sempre di condizioni di degrado in cui proliferano fenomeni di micro-criminalità. Ciò nonostante, la volontà e l'impegno di una parte dei suoi abitanti e gli interventi, seppur discontinui, dell'amministrazione locale stanno rendendo possibile una lenta e faticosa rinascita del quartiere, segnata dall'organizzazione di iniziative rivolte soprattutto ai bambini e ai giovani ma anche all'integrazione del quartiere nel tessuto cittadino di Cagliari.
Nel 2000 è stato restituito alla città il Lazzaretto, edificio utilizzato nel '600 per accogliere malati in isolamento e uomini, animali e merci in quarantena e che nel secondo dopoguerra ospitò diverse famiglie di sfollati, per essere poi completamente abbandonato negli anni '50 del secolo scorso. Dopo un lungo e complesso restauro ad opera dell'architetto veneziano Andrea de Eccher, il Lazzaretto è ora un vero e proprio centro culturale che ospita mostre ed esposizioni, concerti, convegni ed altri eventi.
L'area che ospita il quartiere Sant'Elia offre molte potenzialità per un suo sviluppo e una futura riqualificazione, grazie alla vicinanza al mare, alle bellezze naturalistiche della Sella del Diavolo, a importanti strutture come gli impianti sportivi dello stadio Sant'Elia e la Fiera Internazionale della Sardegna. Proprio su queste basi sono previsti importanti investimenti da parte della Regione Sardegna e del Comune di Cagliari per la riqualificazione urbanistica e il rilancio del quartiere di Sant'Elia
Forte di Sant'Ignazio sul Colle di Sant'Elia a Cagliari ~ 3 Ottobre 2019 | Sardegna
Il forte di Sant'Elia, meglio conosciuto come fortino di Sant'Ignazio, è una struttura militare situata sul colle di Sant'Elia, nel comune di Cagliari.
Venne edificato nel 1792 in epoca sabauda, a circa 94 metri sul livello del mare, su progetto dell'ingegnere militare Franco Lorenzo, che si ispirò all'architettura militare di scuola Vaubaniana.
Il progetto originario prevedeva una fortificazione a pianta pentagonale provvista di varie torri, una cisterna, un fossato e armata con più di cinquanta cannoni; doveva essere un fortezza efficiente e dotata di una potenza di fuoco eccezionale per l’epoca.
L'opera non venne mai ultimata dando origine ad un edificio bastionato a pianta quadrilatera unico nel suo genere in Sardegna, dotato di sole due torri, con fossato incompleto, senza cisterna e con un ridottissimo numero di cannoni.
La sua funzione era quella di far fronte agli eventuali attacchi da parte dei Francesi, che avvennero l'anno successivo. Durante gli scontri, sia l’acqua che le munizioni provenivano dalla zona di San Bartolomeo dove erano presenti la fontana, i magazzini e le polveriere.
Dei cinquanta cannoni previsti per armare la fortificazione ne vennero trasportati non più di cinque o sei, e solo tre o quattro spararono realmente contro la flotta rivoluzionaria tra gennaio e febbraio del 1793.
Piccole e ristrette guarnigioni furono di stanza nella fortificazione, rimasta incompiuta fino alla sua dismissione militare, avvenuta l’11 gennaio 1804, giorno in cui il Fortino divenne una succursale del Lazzaretto per il ricovero dei malati contagiosi.
Durante la Seconda Guerra Mondiale venne rivalutata la sua posizione strategica come punto di avvistamento dei nemici e venne costruito sulla cima della torre più alta la postazione di un aerofono adibita all’“avvistamento acustico” dei temuti bombardieri alleati.
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Cagliari, Colle S. Michele: il film horror della droga
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Cagliari, S.Elia - via Schiavazzi cittadini nel degrado, abbandonati
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Scazzoooooo nel Quartiere di Sant'Elia
Il faro sant'elia-cagliari
Il mio primo video
Sant'Elia, abitanti dei palazzoni. L'intervista a Efisio Didu
Cagliari Un Piccolo tour a Borgo S.Elia/Lazzaretto e nei quartieri storici di Marina e Castello
Cagliari - Un Piccolo tour a Borgo S.Elia Lazzaretto e nei quartieri storici di Marina, Castello e alcuni scorci di Stampace.
Il quartiere, il più meridionale della città, sorge a ridosso di un'area una volta paludosa, vicino al faro di Sant'Elia: consiste in un intrico di stradine che si snodano fra vecchie case al centro del quale si trova una chiesa. In origine questo era un borgo di pescatori. La via diretta per entrare nel quartiere, che appare come un borgo quasi isolato dal continuum urbano, è il viale Borgo Sant'Elia. Nel piazzale di fronte al mare, il largo Sant'Elia, sorge il Lazzaretto, sorto attorno al 1600 come area di ricovero ed oggi trasformato in un centro culturale.
A nord di questo negli anni settanta è stata costruita un'area nuova, lungo la via Schiavazzi, a breve distanza dal nuovo stadio; il quartiere consta di palazzi di grandi dimensioni.
La Marina è uno dei quattro quartieri storici di Cagliari. I suoi confini sono delimitati a nord dalle mura del Castello, a sud dalla via Roma (oltre la quale si trova il porto), a est dal viale Regina Margherita e ad ovest dal largo Carlo Felice.
La Marina venne fondata dai pisani nel XIII secolo come zona destinata ad ospitare magazzini e dimore di quanti lavoravano presso il vicino porto di Cagliari. Denominato inizialmente come Lapola o La Pola (termine di significato incerto, il quale forse identificava una banchina o altra parte del porto e poi utilizzato per indicare l'intera area), il quartiere venne cinto da mura e bastioni, riammodernate in seguito dagli spagnoli e demolite a partire dalla seconda metà del XIX secolo per far posto ai tre importanti assi viari sopra citati.
Dal XIV secolo, con la dominazione aragonese prima e spagnola in seguito, Marina crebbe come numero di abitanti e assunse sempre di più la connotazione di quartiere vivamente trafficato e animato da commerci, dove per lo più dimoravano mercanti e pescatori, e in cui sorsero numerose comunità rappresentanti delle terre e città con cui vi erano più stretti rapporti commerciali (ad esempio si ricorda una comunità di siciliani, che faceva capo alla chiesa di Santa Rosalia e quella dei genovesi, facente capo alla chiesa dei Santi Giorgio e Caterina).
Oggi la Marina si presenta come un quartiere carico di storia, che cerca lentamente di trovare il giusto modo per valorizzare le sue bellezze, spesso messe in pericolo dall'incuria e il degrado, nonché dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e dalla speculazione edilizia del dopoguerra.
Il Castello (Castéddu 'e susu in sardo, trad. Castello di su) è il principale dei quattro quartieri storici della città di Cagliari. Sorge in posizione preminente, su un colle calcareo, a circa cento metri sul livello del mare. Popolarmente il quartiere è indicato senza l'articolo.
I Pisani fondarono questo quartiere nel XIII secolo, lo fortificarono, dotandolo di mura, torri e bastioni e vi trasferirono le sedi del potere civile, militare e religioso dalla decaduta capitale giudicale di Santa Igia. Da allora, sotto ogni dominazione, da quella Pisana (XIII - XIV secolo), a quella Aragonese-Spagnola (XIV - XVIII secolo) e Piemontese (XVIII - XIX secolo), fino al secondo dopoguerra il Castello ha ospitato i palazzi del potere e le residenze nobiliari, tanto da identificarsi con la città, che non a caso in sardo si chiama Castéddu. Al quartiere ancora oggi si accede attraverso le antiche porte medievali, aperte nelle mura che ancora cingono gran parte del perimetro del Castello, isolandolo dal resto della città.
Il Castello ospita attualmente importanti istituzioni, quali la Prefettura e l'aula Consiliare della Provincia di Cagliari nei locali del palazzo Reale, ubicato nella Piazza Palazzo.
La Parrocchia del Castello è intitolata a Santa Cecilia e ha la sua sede nella Chiesa Cattedrale, la chiesa principale dell'Arcidiocesi di Cagliari, anch'essa nella Piazza Palazzo.
Anche l'Università degli Studi di Cagliari ha in Castello la sua sede principale, nel palazzo settecentesco che ospita gli uffici del Rettorato.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Foto e filmato di Ignazio Carboni
Colonna sonora: No potho reposare - Andrea Parodi
Cagliari, nei palazzoni di Sant'Elia arriva la fibra ottica. Intervista a Billo Vistosu
Spiaggiola di Sant'Elia a Cagliari ~ 2 Settembre 2019 | Sardegna
A pochi minuti dal borgo di Sant'Elia c'è una caletta nascosta chiamata La Spiaggiola, conosciuta solo dai frequentatori della zona.
Una scalinata in cemento di condurrà alla piccola spiaggia, racchiusa tra le villette a destra e le alte pareti calcaree di Capo Sant'Elia a sinistra.
L'arenile è composto da sabbia fine e chiara color crema mista a ciottoli e rocce, l'acqua è trasparente e di color verde smeraldo.
Il fondale é inizialmente basso e sabbioso, ma diventa rapidamente profondo e roccioso.
Spesso i cormorani appostati nelle rocce a sud poco distanti dalla spiaggia fanno visita ai bagnanti della caletta.
Circa 300 metri al largo della Torre Perdusemini si erge l'isolotto Sa Perda Liada o Scoglio di Sant'Elia, chiaramente visibile dalla spiaggia.
Si tratta di un grosso scoglio di forma sub-rotonda lungo circa 50 metri, alto circa 10 metri e con una rada vegetazione sulla sua superficie.
A poca distanza è possibile raggiungere una piccola perla di Cagliari pressoché sconosciuta, la spiaggia di Cala Bernat.
Chiamata anche “La Spiaggetta”, Spiaggia del Lazzaretto, di Santo Stefano o “Su Perdusemini”, risulta quasi inaccessibile.
Situata a metà strada tra il Ristorante “Lo Scoglio e lo strapiombo davanti alla torre, l'unico accesso è attraverso una scaletta in una residenza privata situata sul suo lato sinistro.
L’ultimo tratto di roccia calcarea è però un po’ scivoloso e quindi l’accesso non è per tutti, soprattutto se non allenati e senza scarpe adeguate.
Risulta molto più semplice raggiungere Cala Bernat dalla spiaggia di Sant’Elia in canoa o a nuoto.
Una volta arrivati, si rimane estasiati dall’acqua turchese e dalla sabbia fine color calcare.
Se sarà possibile, la esploreremo prossimamente.
Come arrivare:
Dal centro di Cagliari prendere il viale Colombo e seguire le indicazioni per lo stadio Sant'Elia.
Superato lo stadio, si deve svoltare per il Borgo Sant'Elia, da qui proseguire per circa un km e prendere uno sterrato il cui ingresso è visibile in prossimità di un campo di calcio.
Percorrerlo tutto fino al parcheggio sovrastante la spiaggia.
Visibili a breve distanza il faro Sant'Elia e le torri spagnole della zona.
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*CI SUCCEDE QUALCOSA DI STRANO*Esplorazione Colle di San Michele(Urbex Italia)
Esplorazione del Colle di San Michele..
Qualcosa di paranormale..
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Rinviato lo sfratto di una giovane famiglia a Sant'Elia
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Servizio: Giacomo Dessì
Torre del Prezzemolo di Cagliari a Capo Sant'Elia ~ 2 Settembre 2019 | Sardegna
Esploriamo l'antica torrezzilla de su Perdusemini a Capo Sant'Elia, ultimo baluardo difensivo per la città di Cagliari e le sue saline alla fine del 1500.
La torre del Prezzemolo o del Lazzaretto, chiamata in sardo de su Perdusemini , è una delle torre costiere di Cagliari edificata in pietra calcarea su un angusto spuntone roccioso del colle di Sant'Elia, a 34 metri sul livello del mare.
È raggiungibile dal borgo di Sant'Elia percorrendo una strada sterrata o dal faro di Calamosca tramite un sentiero accidentato; si trova poco lontano dal fabbricato settecentesco dell'ex lazzaretto.
La piccola torre tronco-conica alta circa 7 metri e dal diametro di circa 4 metri era definita torrezilla , ossia una delle torri costiere minori , poco armate e destinate quasi esclusivamente alla funzione di avvistamento.
Tra le torri costiere è quella più piccola a causa della ristrettezza del sito dove fu edificata, uno spuntone roccioso con accesso da un'unica direzione, a ridosso della caletta sottostante.
L'unico ingresso presente conduce immediatamente alla camera interna che ha un'altezza di 4 metri e presenta una volta a cupola.
In mancanza di una scala interna in muratura come nelle torri de armas , la piazza d'armi ( la sommità della torre ) era raggiungibile attraverso una botola utilizzando una scala a pioli, oggi non più presente.
Storia
La torre, chiamata originariamente torre di Capo Bernat o di Cala Bernat o del Lazzaretto , fù edificata nel 1578.
La sua funzione era quella di sorvegliare la spiaggia sottostante e l'area del Lazzaretto, per segnalare eventuali incursioni verso la città di Cagliari e le sue saline.
Era inoltre in contatto visivo con le vicine torri del golfo degli Angeli, in particolare con quella di Calamosca, Cala Fighera, Sant'Elia e le fortificazioni di Cagliari.
Nel 1638 venne dismessa in seguito alla costruzione della vicina torre di Calamosca, situata all'interno dell'area dell'attuale faro.
Venne riarmata nel XVIII secolo e nel 1793 ebbe un ruolo di rilievo nel respingere lo sbarco dei francesi.
Successivamente la torre venne nuovamente e definitivamente dismessa.
Lavori di restauro la interessarono nell'anno 1916, mentre nel 1967 si provvide a puntellare la sottostante roccia con l'edificazione di contrafforti.
Curiosità
Il nome del Prezzemolo identificava in passato un'altra torre costiera, la vicina torre di cala Fighera, non più esistente.
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