Arquata Scrivia e Serravalle Scrivia (Alessandria, Piemonte): Genova in Piemonte - slideshow
ARQUATA SCRIVIA
È situato sulla sinistra dello Scrivia, presso la confluenza del Borbera e dello Spinti nello Scrivia.
Il nome della città deriva dal Latino arcuata (a sua volta derivata da arcus) ossia fatta ad arco, riferito all'acquedotto che riforniva la vicina città romana di Libarna e alle sue arcate. Meno attendibile l'ipotesi dell'erudito ottocentesco Bottazzi che ne individua le origini nel latinoarcus aquae, ovvero arco dell'acqua. Priva di fondamento la teoria di Andrea Poggi che fa derivare Arquata dal dialettale A o coà ossia Al capo o Al promontorio: il toponimo infatti compare nelle fonti documentali secoli prima della formazione dei dialetti. Sorge alla sinistra del torrente Scrivia, lungo la Strada statale 35 dei Giovi, addossato alle prime pendici dei rilievi che fiancheggiano ad ovest la valle, separandola da quella del torrente Lemme. Il territorio del comune si estende anche a destra dello Scrivia, fin quasi all'imbocco della Val Borbera.
Il comune presenta due aspetti nettamente distinti, con il suo nucleo antico, di epoca medioevale, ricco di testimonianze storiche, sopravvissuto ai margini dei nuovi quartieri residenziali e industriali.
SERRAVALLE SCRIVIA.
Collegiata dei Ss. Martino e Stefano
Citata per la prima volta nel 1228, la chiesa già di S, Martino, assunse la denominazione attuale nel 1239 papa Gregorio IX la unì alla pieve di S. Stefano di Linverno. Originariamente dotata di un portico, la chiesa assunse la forma attuale a seguito dei lavori del 1572. L'attuale facciata, in travertino, risale al 1939, mentre le decorazioni interne, del 1911, sono opera di Luigi Gainotti e di Rodolfo Gambini. All'interno, fonte battesimale a vasca quadrangolare in marmo, risalente al 1486; la Beata Vergine del Rosario (1607), opera del pittore serravallese Bernardo Montessoro; il Martirio di S. Stefano, attribuito a Giovanni Andrea Carlone (seconda metà del XVII secolo);la cappella della Madonna Addolorata, dotato di un altare di fine '600, in marmi policromi intarsiati e contenente un gruppo ligneo ottocentesco raffigurante la Madonna attorniata da quattro angeli.
L'organo custodito nella collegiata fu realizzato nel 1834 dai maestri organari Serassi.
Oratorio dei Bianchi
L'oratorio dei Disciplinati dell'Assunta e della S. Croce, detto dei Bianchi per il colore delle vesti dei confratelli, è databile tra il XIII e il XIV secolo. Al suo interno conserva un gruppo ligneo raffigurante la Deposizione di Cristo, complesso composto da 8 figure dotate di forza espressiva nei volti e nei gesti. Il gonfalone dell'Assunta è opera di Nicolò Barabino.
Oratorio dei Rossi.
La Confraternita di San Giovanni Battista e della Santissima Trinità fu fondata nel 1532 ed era dedita all'assistenza dei pellegrini e dei carcerati. L'oratorio risale invece al 1727, in sostituzione del più antico situato, forse, in prossimità del castello. Tipico esempio di barocchetto genovese, presenta un notevole portale di ingresso caratterizzato da due grandi colonne di ordine dorico, provenienti da Libarna.
1- Le Campane di Stiolo, Monghidoro.
Le campane della Chiesa parrocchiale di Stiolo, Monghidoro (BO) Italia, 18 giugno 2016. Il campanile è del 1762, le 4 campane sono state fuse nel 1875 dalla fonderia Clemente Brighenti di Bologna. Dedica incisa sulle campane: PROTEGE DOMINE POPULUS STIOLENSEM.
Riprese di Gilberto Tedeschi.