In Francia aumenta il numero dei morti tra i senzatetto
Il collettivo 'Morti in Strada' rileva per il 2018 un aumento del 15%…
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Il cimitero militare di Trenno || Milano in 90 secondi (o quasi) #49
All’interno del Parco di Trenno si trova il Cimitero di Guerra di Milano, il luogo in cui sono stati sepolti i corpi dei militari alleati morti a Milano durante la Seconda guerra mondiale. Sono più di quattrocento i militari che qui hanno trovato il luogo del loro ultimo riposo.
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Produzione: La Tenda Rossa
Testi e riprese: Gian Luca Margheriti
Montaggio: Monica Diani
Sottotitoli: Daria Raimondi e Michele Papagni
VIA ERNESTO BREDA (MILANO, ITALY)
Via Ernesto Breda / Breda Street, Zona 2, Milano, Lombardia, Italia. Ernesto Breda (Campo S.Martino, 6 settembre 1852, Milano, 6 novembre 1918) è stato un imprenditore italiano, fondatore della Società Italiana Ernesto Breda per Costruzioni Meccaniche, o semplicemente Breda, che da lui prese il nome. Era figlio di Felice Luigi Breda, che fu sindaco di Campo S.Martino. La famiglia Breda era impegnata nell'attività estrattiva di ghiaia ed il cugino Vincenzo Stefano Breda era presidente della Società Veneta di Imprese e Costruzioni Pubbliche, una delle più attive imprese della seconda metà dell'Ottocento. Ernesto Breda si laureò a Padova in ingegneria ed iniziò a lavorare nell'azienda presieduta dal cugino, per la quale ebbe modo di effettuare viaggi di lavoro all'estero. Nel 1886 rilevò L'Elvetica, un'officina meccanica di Milano che si trovava in liquidazione, e la rinominò Accomandita Ing. Ernesto Breda & C. Breda si trasferì a Milano anche se tra il 1899 ed il 1903 ricoprì la carica di sindaco nel proprio paese natale. Sotto la gestione di Ernesto Breda l'azienda rinnovò il parco macchine e si specializzò nelle costruzioni ferroviarie, accrescendo notevolmente il suo giro d'affari. Con la prima guerra mondiale Ernesto Breda entrò a far parte con altri industriali del comitato centrale per la mobilitazione industriale, organo di consultazione tra ministri, militari e imprenditori in cui si stabilivano l'assegnazione di commesse legate allo sforzo bellico. La Breda si specializzò anche nelle costruzioni aeronautiche, diventando un grosso complesso industriale. Ernesto Breda morì nel 1918 e Giovanni Breda ereditò dal padre la direzione dell'azienda, ma con le sue dimissioni nel 1933 la famiglia ne sarebbe uscita completamente. L'attuale tracciato dell'omonima via è parallelo alla ferrovia Milano-Monza, la seconda più antica d'Italia dopo la Napoli-Portici. Il cavalcavia ferroviario di Greco risale ancora al 1859 all'epoca dell'occupazione austriaca. In questo video panoramica di immagini di archivio e recenti che comprendono via Breda, lo scalo ferroviario, la stazione e il deposito locomotive di Greco-Pirelli, la caserma della Polizia di Stato, via Angeleri, via Torcello, via Rucellai, via Giacometti, la cascina Fornasetta, via Andolfato, via Capelli, via Bolama, via Vipacco, via Brunico, via Doberdò, via Galeno, via S.Uguzzone e via Fiume fino al confine con Sesto S.Giovanni.
1950s, 1960s Verona, Italy, Rare 16mm Colour Home Movies
From the Kinolibrary Archive Film collections. To order the clip clean and high res or to find out more visit Clip ref. HM55.
Verona. Street scene, sunny day. Amphitheatre with stage set half constructed. Arena di Verona. Sign - Tomba de Giulietta. Bridge across river. HA lake, looking down at woman sunbathing, peeping Tom, voyeur. Pan castle. Street scene. Lake, waterskiing. POV from back of boat, man attached to rope behind waterskier.
Sesso e umiliazioni nei centri massaggi italiani contro la concorrenza cinese
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A cosa si deve il proliferare nelle nostre città di centri benessere e centri massaggi cinesi? La risposta è nota, quello è che è meno noto però è che i centri estetici e i centri benessere italiani hanno sofferto la concorrenza e per non chiudere i battenti hanno iniziato a copiare il modello di business che più funziona: l'happy ending. Ma non tutte le ragazze che hanno studiato per fare le estetiste hanno gradito questa riconversione. È il caso di Viola Nagis, una estetista specializzata con tanto di diploma, che nel giro di poco tempo, dal fare delle semplici cerette, finisce per doversi prestare alle richieste sessuali più strane. L'ha raccontato in un libro, intitolato Dentro l'acquario, la ragazza del centro massaggi. Dopo aver ascoltato questa storia, Fanpage.it ha deciso di verificare di persona la situazione. La nostra giornalista, Zeina Ayache, si è finta una giovane estetista in cerca di lavoro e questo è il resoconto di quello che le è stato proposto.
euronews reporter - Riformare la polizia afghana è possibile?
Esplosivi armi e droga. Ecco i materiali principali ricercati dalla polizia nel cosiddetto anello d'acciaio di Kabul. È la zona più sensibile dalla capitale afghana. L'intenzione di realizzare 25 punti di controllo attorno a quest'area è venuta ad EUPOL, la missione di addestramento che l'Unione Europea ha istituito nel 2007. L'obiettivo era quello di trasformare un esercito in forza di polizia al servizio della popolazione, per il rispetto e il mantenimento della legge. Il tentativo di normalizzare la situazione cambiando la mentalità in un paese in guerra da quarant'anni.
Dice una recluta: Voglio servire il mio paese fino all'ultima goccia del mio sangue e in famiglia sono orgogliosi di me.
La polizia resta uno dei principali obiettivi degli insorti. Ma dopo la partenza definitiva delle truppe Nato a fine 2014 sono in molti a pensare che i talebani avranno il sopravvento.
La cosa potrebbe rendere inutile lo sforzo economico dell'Unione Europea che paga circa 60 milioni di euro di denaro pubblico all'anno per questo scopo.
Alcuni futuri membri della polizia vanno a questa specie di accademia che ha diplomato finora 4500 nuovi ufficiali formati alla tecnica investigativa ai compiti di polizia e al rispetto dei diritti umani.
Dice un formatore: La cosa più importante, quella che vorrebbero davvero imparare sono i diritti dei cittadini, imparano che anche le donne e i bambini hanno deii diritti. Quando spieghiamo loro i differenti tipi di crimini, gli agenti comprendono bene le differenze e vogliono anzi migliorare le nozioni che apprendono qui per applicare nei propri territori di competenza.
Negli anni le forze di polizia si sono conquistate fama di esser violente, corrotte, incompetenti e incapaci. Dopo circa dieci anni di presenza Nato, un governo eletto e miliardi di euro in aiuto internazionale le cose sembra stiano cambiando. Seppure molto lentamente.
Afferma un esponente dell'Accademia di polizia: La polizia adesso è più rispettata perché è aumentata la collaborazione con i cittadini. La gente ha fiducia nella polizia. Nei pochi casi in cui poliziotti ignoranti o violenti macchiano il nome della divisa, noi cerchiamo di educarli e organizziamo corsi speciali per loro.
I poliziotti semplici ricevono il loro addestramento nei corsi organizzati dalla Nato in questa scuola tenuta da addestratori tedeschi e olandesi a Kunduz, nel nord del paese. Si tratta perlopiù di lezioni pratiche come in questo caso l'omicidio di una giovane madre. Servizio di quartiere e violenza di genere sono i temi principali dell'addestramento.
Per anni la polizia afghana si è occupata soprattutto di lotta al crimine violento e di indagini. Oggi i poliziotti apprendono ad interrogare testimoni, raccogliere prove, preparare rapporti e parlare con avvocati e procuratori.
150.000 effettivi e le donne sono quasi del tutto assenti. Le poche in servizio vegono utilizzate al massimo per portare caffé o fare pulizia.
Dice Karl Aghe Roghe capo della missione EUPOL: Stiamo lavorando assieme con il fondo per le nazioni unite per reclutare donne nelle forze di polizia, per addestrarle per equipaggiarle e per essere sicuri che compiano compiti di polizia una volta che hanno finito il loro addestramento.
In un paese dove l'87% delle donne secondo le Nazioni Unite soffre di una qualche forma di violenza un comandante donna è una cosa ancora abbastanza eccezionale.
Saba Sahar poliziotta e attrice è una specie di star da queste parti: Un sacco di persone non sanno come fare una denuncia, quali diritti hanno e cosa chiedere alla Polizia. Questa serie tv spiega alle persone come comportarsi con la Polizia.
Questo è un programma molto popolare. S'intitola comandante Amanullah, si trasmette da gennaio e si gira in una centrale di polizia di Kabul. Più che aiuto pedagogico Amanullah vorrebbe più mezzi, ma il budget è quello che é.
Hansjorg Haber responsabile UE per le operazioni civili: Noi non abbiamo mezzi. A darceli dovrebbe essere la commsissione europea o un progetto di uno degli stati membri. Possiamo dire agli afghani cosa serve, ma non siamo in grado di darglielo noi.
La missione EUPOL continuerà sino a fine 2014 quando le truppe della Nato si ritireranno. Considerando tutto quello che ci sarebbe ancora da fare e i rischi che si dovranno affrontare in seguito, la polizia afghana potrebbe avere bisogno di aiuto per molto tempo ancora. Più tempo e più soldi proprio quello che l'Afghanistan sembra non avere.
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Prigionieri di guerra in italia - documentario per RAI3/MINOLI ideato da M. V. QUATTRINA
Il documentario, ideato scritto e diretto da Mauro Vittorio Quattrina per RA3 La storia siamo noi, è un inedito assoltuo nel panorama documentaristico italiano, in quanto racconta la sotria dei prigionieri di guerra britannici in Italia specialmente nel periodo 1940/1943 e delle storie relative alle fughe degli stessi dopo l'8 settembr e1943.
Hotel Obelisco - Italia 2014
Nel 1830 viene eretto un obelisco in onore dell'Imperatore d'Austria Francesco Giuseppe. Nel 1902 viene inaugurata la linea tranviaria Trieste-Opicina che sbuca sull'altipiano carsico proprio all'altezza dell'Obelisco.
È un'epoca in cui la stragrande maggioranza dell'umanità si muove ancora a cavallo. Si costruiscono alberghi e ristoranti, tra cui appunto l'Albergo Obelisco.
La battaglia del Monte a Cesena del 22 gennaio 1832. IIIa parte Villaggio minerario 1.8.2013
(continua da battaglia del MOnte di Cesena IIa parte)
... Interessante, anche per avere un'altra voce su quanto successo in quel 20 gennaio 1832, è pure la narrazione della Magistratura Municipale di Cesena, datata 2 febbraio 1832.
[...] 'Il primo posto fortificato, che cadde in mano ai pontici, fu la sommità del Monte di S. Maria, ove torreggia il celebre monastero dei RR. Monaci Cassinensi e il veneratissimo santuario a Maria consacrato.. L'intero Cenobio fu dai papali messo a ruba, per modo che dalla rapina le ignude pareti appena rimasero immuni, le quali si videro poscia spruzzare del sangue di alcuni infelici, che, dopo il tripudio della vittoria, dovevano in quel pacifico asilo attendersi certamente men crudele destino. Quello però che non si può senza grave orrore ricordare, si è che il Tempio stesso, attiguo al Cenobio, divenne teatro di uccisioni e di furti. Vi fu morto a colpi di fucile un cittadino, Gaetano Viviani, che all'ombra del Santuario volle ripararsi dal furore militare; e sottratte furono parecchie sacre suppellettili, e finalmente trapassato vi fu da una palla il Crocifisso, e tolto alla Beata Vergine il mantello, le perle e i voti in argento, che erano appesi intorno all'immagine di Lei, la quale, per quanto ne grida la pubblica fama, venne sfregiata a colpi di baionetta. Mentre colassù tali ribalderie si consumavano, il grosso dell'Armata avanzavasi verso la città, la quale , nel suo interno, erasi rimasta perfettamente in calma. Il sobborgo fuori di Porta Romana fu il primo ad essere bersagliato dalla rabbia militare. Addoppiava la truppa ad ogni passo le fucilate contro le case adiacenti, fracassandone porte e finestre, cosicché, introdottasi violentamene nelle case medesime, ne saccheggiò senza riserbo gli effetti di ogni specie e maltrattò nella persona i proprietari e perfino gl'infermi, nonché chiunque altro che si fosse parato innanzi in quel momento. Atterrata poscia la porta che mette in città, non si contennero i soldati più moderatamente coi cittadini di quello che contenuti si fossero coi borghesi. Quasi tutte le case, fiancheggianti la strada urbana, per tutto quel tanto che intercede dalla porta suddetta sino al palazzo dei sigg. marchesi Guidi, vennero abbandonate al saccheggio, e quasi tutte ebbero porte e finestre rotte dalle fucilate, le quali ferivano tratto tratto qualche tranquillo abitante, fra i quali perfino dei teneri fanciulli ai fianchi delle loro genitrici. E qui non debbe passarsi sotto silenzio l'orribile assassinio, che funestò la casa Guidi, la quale tiene distinto posto fra le benemerite della patria. Un corpo di soldati, ingordo del bottino, si fece innanzi al portone d'ingresso, onde a colpi di fucile aprirsi l'andito, siccome avvenne all'interno del palazzo. All'entrare, fecero fuoco improvvisamente sopra un crocchio di domestici, che inermi stavansi nell'atrio preparati a ricevere gli alloggi militari. Il cuoco Agostino Laghi rimase in quel primo scontro gravemente ferito di palla sopra l'una e l'altra ascella. Il credenziere Pietro Milandri, uomo di avanzata età e di specchiata onoratezza, si rifuggì, a quello spettacolo con un vecchio contadino di casa, sul caposcala presso la porta per cui si entra nella sala del piano di mezzo: gli tennero dietro alcuni soldati, dai quali vedendosi sopraffatto, il Milandri si inginocchiò chiedendo loro grazia della vita; ma sordi all'inchiesta, gli puntarono nel petto due fucili e lo stesero a terra morto. [...] Sembrava che qui avessero dovuto aver fine gli orrori della giornata. Ma la notte, che ne conseguiva, non ne fu meno feconda. I soldati vaganti impunemente per la città, e le istesse sentinelle disposte qua e là ai diversi alloggiamenti degli ufficiali e alle caserme fecero così mal governo de' tranquilli cittadini, che, parte offesi di percosse, parte barbaramente uccisi senza ragione alcuna, o restarono tanto malconci che non sapranno si presto obliare la durezza del ricevuto trattamento, o più non videro risplendere la luce del nuovo giorno; fra i quali contasi un antico, fedele ed onorato domestico dei conti Roverella, per tacere di altri non pochi, che ebbero ad esso uguale la sorte. [...]
La sera del 20 gennaio, la bandiera pontificia viene issata nel balcone municipale di Cesena, le case private, per ordine del Gonfaloniere, devono esporre i lumi in segno di festa. Il vescovo cesenate Antonio Maria Cadolini è uno dei primi ad esultare della 'vittoria' delle truppe del Papa ed a ricevere, il giorno stesso, il barone austriaco Marshall, il personaggio che quella mattina si è, 'furbescamente', presentato agli insorti liberali come possibile paciere fra questi ed i papalini, ma il cui vero scopo della visita è stato di controllare lo schieramento liberale. Vistolo disordinato, sparpagliato e male armato diede le dovute informazioni al colonnello papalino Barbieri, che, immediatamente, mosse l'attacco alla città di Cesena.
trieste italy
nyc place in trieste ialy..
REPERTI O DI CEFALONIA (CASERMA L'AQUILA) GIORNATA DI RICORDO ROMA 11-04-2017 IST. COLASANTI
ACCADEMIA DELLA LIBERTA'
PER LA TUA SOVRANITA'
HIC SUNT LEONES (Qui ci sono i Leoni)
AD 1615 Palma alle Armi - Video 6/6
(ITA) Con questi 6 video, frutto di due telecamere, un pc e tutta la nostra passione, noi Gruppo Storico Città di Palmanova vogliamo regalare agli amici rievocatori ed al nostro pubblico un salto nella storia, aspettando assieme AD 1615 Palma alle armi (4-5-6 settembre 2015).
Si ringraziano Luca, Piergiorgio, Lara, Salvatore, Marco, Rita, Massimo, Camilla, Marco, Massimo, Walter, Giacomo, Gabriele, Maria, Chiara, Mirko, Mauro, Alda, Alessandro, Sergio, Rinaldo, Andrea, Marco.
Un ringraziamento speciale al Ristorante Al Convento di Palmanova.
(ENG) With these 6 videos, made with two video cameras, a PC and all our passion, Gruppo Storico Città di Palmanova wants to give to all reenactors and its public a jump in the history, waiting for A.D. 1615 Palma alle Armi (4-5-6 September 2015).
Aldo Rovai
ROVAI ALDO, nato il 10 ottobre 1913 a Montelupo Fiorentino prov.Firenze , in una famiglia antifascista . Terzo di quattro figli, rimasto orfano all’età di otto anni a seguito dell’assassinio del padre Rovai Virgilio da parte di fascisti della zona, avvenuto nell’autunno del 1921 a San Quirico frazione di Montelupo F.no davanti alla propria abitazione.
Rovai Aldo era maestro vetraio e lavorava in una vetreria a Pontassieve. Fu arrestato nella notte fra il 7 e l’8 marzo 1944 presso la propria abitazione in San Quirico di Montelupo F.no, alla presenza della madre, della moglie e del figlio di 18 mesi. L’arresto avvenne in seguito allo sciopero generale dei giorni precedenti proclamato dal CLN, e fu eseguito da due Repubblichini e da due Carabinieri accompagnati dalla guardia comunale del Comune di Montelupo F.no .
Recluso nel centro di raccolta degli arrestati alle Scuole Leopoldine di Firenze.
Deportato da Firenze l’8 marzo 1944 nel campo di concentramento di Mauthausen, dove giunge l’11 marzo 1944. Classificato con la categoria “Schutz”, riceve il numero di matricola n. 57.385.
Il 24 marzo 1944 viene trasferito nel sottocampo di Gusen 1 dove è assegnato al lavoro come operaio falegname.
“Rovai Aldo fu uno dei pochi fortunati del Blocco 24 che si salvarono il 22 aprile 1945, quando quasi tutti i deportati del blocco, inabili al lavoro, furono mandati a morte con il gas. Con lui si salvarono altri cinque o sei deportati.” *
Liberato a Gusen il 5 maggio 1945 dall’esercito americano.
Negli anni successivi si adopera attivamente per tenere viva la memoria della deportazione. Per molti anni è stato il presidente della sezione ANED di Empoli.
* Nel Lager c’ero anch’io di Vincenzo Pappalettera pag.335/336 Ed. Mursia