LA TONNARA DI FAVIGNANA ( Sicilia - Italy ) - EX STABILIMENTO FLORIO TONNARE FAVIGNANA e FORMICA -
La Tonnara di Favignana, ufficialmente denominata Ex Stabilimento Florio delle tonnare di Favignana e Formica, è una antica tonnara, con annesso stabilimento per la conservazione del pescato, sita a Favignana nelle isole Egadi. Con i suoi 32 mila metri quadri, di cui 3/4 coperti, è una delle più grandi tonnare del Mediterraneo.La famiglia Florio nel 1841 prese in affitto la tonnara per la mattanza dalla famiglia Pallavicini di Genova. Acquistate le isole di Favignana e Formica e acquisiti i diritti di pesca nel 1874, ad opera di Ignazio Florio che chiamò l'architetto Giuseppe Damiani Almeyda e ampliò e ristrutturò la tonnara, costruendo lo stabilimento per la conservazione del tonno. Aveva infatti introdotto il rivoluzionario metodo della conservazione del tonno sott'olio dopo la bollitura e inscatolamento[1]. Il tonno tagliato a pezzi veniva cotto in 24 grandi caldaie, ancor oggi visibili, e, successivamente, posto ad asciugare. In un altro ampio locale si effettuava la lavorazione delle latte, mediante utilizzo di macchine e saldatrici. Alla Esposizione universale del 1891-92 la Florio presentò anche innovative scatolette di latta con apertura a chiave. Con la costruzione dello stabilimento, il rinnovato impulso dato alla pesca e alla commercializzazione del tonno rosso, sui principali mercati nazionali e stranieri, fu ampiamente ripagato dal successo, sia in termini di immagine che di profitto. E anche quando, nei primi decenni del ‘900, quello che era stato il più importante gruppo industriale e finanziario siciliano fallì, lo Stabilimento Florio, rimase pienamente produttivo passando, nei primi anni trenta, prima tra le aziende di proprietà dell'IRI, e nel 1938 nelle mani degli imprenditori genovesi Parodi (Giovan Battista e Vittorio) che proseguirono l'attività[2], che ancor oggi gestiscono il marchio Tonnare Florio. Nel 1985 la gestione dell'attività fu affidata all'imprenditore trapanese Nino Castiglione, proprietario di un'industria conserviera e che già gestiva la tonnara San Cusumano. Nel 1991 lo stabilimento fu acquisito dalla Regione Siciliana[3].
I lavori, avviati dai tecnici della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Trapani, si sono conclusi nel 2010, facendone uno splendido esempio di archeologia industriale. Al suo interno uno spazio è destinato a museo, con sale multimediali, e nel resto vengono effettuati diversi eventi etno-culturali. L'ingresso è solo in gruppi guidati a pagamento.
Ho creato questo video con l'Editor video di YouTube (
EX STABILIMENTO FLORIO DELLE TONNARE DI FAVIGNANA E FORMICA
EX STABILIMENTO FLORIO
DELLE TONNARE DI FAVIGNANA E FORMICA
Il progetto di restauro dell'ex Stabilimento Florio di Favignana,
curato dall'architetto Stefano Biondo, è stato realizzato
grazie ai fondi europei del POR 2000-2006; i lavori,
avviati dallo stesso Stefano Biondo e poi diretti e completati
dall'architetto Paola Misuraca, hanno rappresentato uno dei
più significativi impegni, sia dal punto di vista finanziario
che professionale, affrontato dai tecnici della Soprintendenza
per i Beni Culturali ed Ambientali di Trapani. Un lungo
cammino interdisciplinare, durante il quale architetti, impiantisti,
storici, con il supporto di antropologi, amministrativi,
grafici, fotografi e studiosi si sono confrontati ed
unitamente hanno ricercato e progettato, per restituire alle
Egadi, alla Sicilia e non solo, una delle più grandi tonnare del
Mediterraneo: circa 32.000 mq la superficie complessiva, di
cui oltre tre quarti di superfici coperte; una serie di corti attorno
alle quali si articolano e distribuiscono spazi e ambienti
diversi per dimensioni e destinazioni d'uso: uffici, magazzini,
falegnameria, officine, spogliatoio per gli uomini e spogliatoio
per le donne, magazzino militare, stiva, galleria delle
macchine, trizzana e marfaraggio (per il ricovero delle barche),
locali a servizio della lunga batteria di forni per la cottura
del tonno e, svettanti su tutto, tre alte ciminiere.
Superficie oggetto d'intervento mq 19.848, superfici di coperture
ripristinate 9.000 mq; 27.500 mq di superfici parietali
restaurate; circa 16.759 mq di pavimentazioni; 350 mc di legname
impiegati per capriate ed orditure, 53.000 ml di cavi
elettrici, ecc.
Torino, video-installazione
a cura di Renato Alongi (credit Renato Alongi, Rosario Riginella, Massimo Mantia, Bruno Fundarò, Patrizia Cirino,Marco Scirè, Gianni Gebbia, Vitalba Liotti)
La video-installazione Torino, nasce da un progetto di raccolta
di testimonianze orali presentate in forma visiva, condotto
tra un gruppo di anziani operai dello stabilimento
Florio di Favignana. L'installazione abitata da 18 autori-protagonisti
e altrettante pratiche narrative (conversazioni, discorsi,
rappresentazioni) è un'opera tesa a costruire uno
spazio entro cui è possibile esplorare dei mondi d'esperienza
(raccontati a voce, narrati) su celluloide digitale. Microcosmi
di pochi secondi che hanno lo spessore semantico di precise
memorie. Intensi primi piani, visi tesi, mezzi (accenno di) sorrisi,
sguardi. Sguardi fieri, indagatori, beffardi che senza necessità
di ulteriori spiegazioni, dispiegano gesti e parole in
grado di restituire il senso dei discorsi avvenuti davanti alla
telecamera.
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Ex stabilimento Florio delle tonnare di Favignana e Formica Carlo Manni
The Death Room EX STABILIMENTO FLORIO DELLE TONNARE DI FAVIGNANA E FORMICA
EX STABILIMENTO FLORIO DELLE TONNARE DI FAVIGNANA E FORMICA
The Death room, ex Magazzino del carbone, Ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana. video-installazione a cura di Renato Alongi (credit Renato Alongi, Rosario Riginella, Massimo Mantia, Gianni Gebbia)
All'interno degli ex magazzini del carbone si sviluppa la video-installazione The death room, una sequenza di schermi di grande formato in tulle a maglia larga, che prende spunto, come citazione, dallo schema della camera della morte. Su questi schermi vengono proiettate in loop immagini subacquee di branchi di tonni in attesa del loro destino che si ripete nei secoli e di cui adesso ne resta solo la memoria.
Gli spazi sono avvolti da una composizione musicale liquida di Gianni Gebbia. Di riverbo, dalla superficie, arrivano in lontananza i canti ritmici, le cialome, le nenie dei tonnaroti già pronti ad alzare le reti. Gli schermi in tulle bianco, in sequenza, lasciano trasparire le varie immagini che si sovrappongono e si compenetrano, e in parte si proiettano sulle pareti in tufo a faccia vista degli antichi magazzini del carbone, il quale, quest'ultimo, serviva ad alimentare i forni per la cottura del tonno.
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EX STABILIMENTO FLORIO DELLE TONNARE DI FAVIGNANA E FORMICA
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Il progetto di restauro dell'ex Stabilimento Florio di Favignana,
curato dall'architetto Stefano Biondo, è stato realizzato
grazie ai fondi europei del POR 2000-2006; i lavori,
avviati dallo stesso Stefano Biondo e poi diretti e completati
dall'architetto Paola Misuraca, hanno rappresentato uno dei
più significativi impegni, sia dal punto di vista finanziario
che professionale, affrontato dai tecnici della Soprintendenza
per i Beni Culturali ed Ambientali di Trapani. Un lungo
cammino interdisciplinare, durante il quale architetti, impiantisti,
storici, con il supporto di antropologi, amministrativi,
grafici, fotografi e studiosi si sono confrontati ed
unitamente hanno ricercato e progettato, per restituire alle
Egadi, alla Sicilia e non solo, una delle più grandi tonnare del
Mediterraneo: circa 32.000 mq la superficie complessiva, di
cui oltre tre quarti di superfici coperte; una serie di corti attorno
alle quali si articolano e distribuiscono spazi e ambienti
diversi per dimensioni e destinazioni d'uso: uffici, magazzini,
falegnameria, officine, spogliatoio per gli uomini e spogliatoio
per le donne, magazzino militare, stiva, galleria delle
macchine, trizzana e marfaraggio (per il ricovero delle barche),
locali a servizio della lunga batteria di forni per la cottura
del tonno e, svettanti su tutto, tre alte ciminiere.
Superficie oggetto d'intervento mq 19.848, superfici di coperture
ripristinate 9.000 mq; 27.500 mq di superfici parietali
restaurate; circa 16.759 mq di pavimentazioni; 350 mc di legname
impiegati per capriate ed orditure, 53.000 ml di cavi
elettrici, ecc.
Torino, video-installazione
a cura di Renato Alongi (credit Renato Alongi, Rosario Riginella, Massimo Mantia, Bruno Fundarò, Patrizia Cirino,Marco Scirè, Gianni Gebbia, Vitalba Liotti)
La video-installazione Torino, nasce da un progetto di raccolta
di testimonianze orali presentate in forma visiva, condotto
tra un gruppo di anziani operai dello stabilimento
Florio di Favignana. L'installazione abitata da 18 autori-protagonisti
e altrettante pratiche narrative (conversazioni, discorsi,
rappresentazioni) è un'opera tesa a costruire uno
spazio entro cui è possibile esplorare dei mondi d'esperienza
(raccontati a voce, narrati) su celluloide digitale. Microcosmi
di pochi secondi che hanno lo spessore semantico di precise
memorie. Intensi primi piani, visi tesi, mezzi (accenno di) sorrisi,
sguardi. Sguardi fieri, indagatori, beffardi che senza necessità
di ulteriori spiegazioni, dispiegano gesti e parole in
grado di restituire il senso dei discorsi avvenuti davanti alla
telecamera.
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notte dei tonni alla tonnara Florio- EX STABILIMENTO FLORIO DELLE TONNARE DI FAVIGNANA E FORMICA
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Soprintendenza per i Beni Culturali
ed Ambientali di Trapani
Comune di Favignana
Fondazione Buttitta
Fondazione Sambuca
notte dei tonni
sabato 28 agosto
dalle 19.30
Corpo Bandistico
M° Giuseppe Beninati di Favignana
direttore M° Silvio Barbara
Zampognari di Cardeto
Suoni tradizionali dell'Aspromonte
Sebastiano Battaglia, zampogna moderna
Domenico Morello, zampogna a paro
Tarantelle peloritane
Salvatore Vinci, zampogna a paro
Giuseppe Galletta, zampogna e tamburello
Coro Città di Trapani -
Il Regno delle Due Sicilie
Canti e danze popolari
dalle 21.30
lacameradellamorte
live performance
laboratorio saccardi
gianni gebbia
filippo giuffrè
ore 19.30
visita guidata con il Rais
Giocchino Cataldo
ore 21.30
visita guidata con Giuseppe Giangrasso, detto Peppe 'Nue
dalle 18.30
visita dello schifazzo Mizar
centenario ormeggiato
in banchina dell'Armatore
Patrizio Alagna Florio
Favignana Ex Stabilimento Florio Ziu Peppe
La guida e memoria storica dell'ex stabilimento Florio delle tonnare di Favignana e Formica racconta cosa c'era all'interno della struttura stessa.
La notte dei tonni EX STABILIMENTO FLORIO DELLE TONNARE DI FAVIGNANA E FORMICA
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Fondazione Sambuca
notte dei tonni
sabato 28 agosto 2010
dalle 19.00
Corpo Bandistico
M° Giuseppe Beninati di Favignana
direttore M° Silvio Barbara
Zampognari di Cardeto
Suoni tradizionali dell'Aspromonte
Sebastiano Battaglia, zampogna moderna
Domenico Morello, zampogna a paro
Tarantelle peloritane
Salvatore Vinci, zampogna a paro
Giuseppe Galletta, zampogna e tamburello
Coro Città di Trapani -
Il Regno delle Due Sicilie
Canti e danze popolari
dalle 21.30
lacameradellamorte
live performance
laboratorio saccardi
gianni gebbia
filippo giuffrè
ore 19.30
visita guidata con il Rais
Giocchino Cataldo
ore 21.30
visita guidata con Giuseppe Giangrasso, detto Peppe 'Nue
dalle 18.30
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Ex stabilimento Florio delle tonnare di Favignana
Zio Peppe canta per noi
Zio Peppe detto Nue
Giuseppe Giangrasso, detto “Peppe Nue”,
è nato a Favignana nel 1939. Entra allo stabilimento Florio nel 1962 per un lavoro di 3 mesi come imbianchino. In seguito sotto a guida di Salvatore Mastrobattista diviene “testaro”, aiutante “ronchiatore”, ossia tagliatore di teste.
Dopo la chiusura assume il ruolo di custode dello stabilimento.
Ha due ricordi: lo sciopero, a cui non ha partecipato, e l’incidente (il taglio del dito) di un trapanese.
Dice dei furti di tonno: “cu va a mannara mangia ricotta”.
Dice della comunità: grazie allo stabilimento la gente di Favignana prende la pensione.
Dice di Parodi: “una degna persona”.
Non è mai uscito da Favignana.
Ex Stabilimento Florio delle Tonnare
di Favignana e Formica
#favignana #tonnosubito #exstabilimentoflorio
TORINO videoinstallazione
Ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica
pagina FB
Salvatore Mastrobattista detto il Boia dei Tonni
Salvatore Mastrobattista detto il Boia dei Tonni
è nato a Favignana nel 1920. Inizia a lavorare allo Stabilimento Florio all’età di 12 anni, svolgendo diverse mansioni. Ha l’onore fin da ragazzino di essere ammesso al gruppo dei cosiddetti Beati Paoli (i ronchiatori “esperti”) grazie alla perizia tecnica con cui esegue i tagli. Maestro ronchiatore si congeda come caporale.
Dicono di lui: “u Zu Sabbaturi, il boia dei tonni”.
Dice di sé: so maneggiare bene il coltello.
Dice del sig. Borbone: non era favignanese, ma dell’alto Italia.
Un regalo: il coltello “benedetto” ricevuto da Mastro Vanni “Firrareddu”.
Riferendosi a una scommessa afferma che l’allievo Clemente non ha superato il maestro.
Ex Stabilimento Florio delle Tonnare
di Favignana e Formica
#favignana #tonnaraflorio #exstabilimentoflorio
La sfida
Clemente Ventrone // Salvatore Mastrobattista, Favignana 2010
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Ex Stabilimento Florio, Favignana | Fotografie di Fulvia Bernacca
Ex Stabilimento Florio
Favignana, Isole Egadi
Fotografie di Fulvia Bernacca | fulviabernacca.com
Reportage all'interno del più importante stabilimento industriale per la lavorazione del tonno, costruito nell'Ottocento da Ignazio Florio.
Oggi lo stabilimento restaurato è un museo che racconta la storia della tonnara e della lavorazione e conservazione del tonno di Favignana.
Il Commissario lo gatto - Film di Dino Risi - girato sull'isola di Favignana 1986
Il commissario lo gatto
Un film di Dino Risi. Con Lino Banfi, Maurizio Micheli, Maurizio Ferrini, Galeazzo Benti, Licinia Lentini. Armando Marra, Andrea Montuschi, Isabel Russinova, Valeria Milillo, Nicoletta Boris
Commedia, durata 100 min. - Italia 1986
Il commissario Lo Gatto e l'agente Gridelli indagano su un misterioso omicidio; il commissario è appena stato trasferito nell'isola di Favignana come punizione per aver osato chiedere l'alibi a Papa Giovanni Paolo II in seguito ad un omicidio avvenuto in Vaticano.
I primi mesi nell'isola passano senza che succeda nulla di particolare, ma non appena scoppia l'afosa estate siciliana sparisce improvvisamente Wilma Cerulli, una donna giovane e benestante dall'oscuro passato di valletta e dalle importanti frequentazioni; pare verosimile che sia stata assassinata, viste le invidie e le gelosie che la circondano, e il commissario inizia le sue ricerche aiutato dal giovane agente Gridelli, che lo ammira e ne fa il suo modello di uomo e di professionista.
I due soggiornano presso una pensione gestita dalle tre sorelle Patanè; si fa avanti per aiutare Lo Gatto anche un singolare giornalista, Vito Ragusa, che a sua volta spera di fare carriera seguendo un investigatore dal futuro promettente.
Si scopre ben presto che non c'è stato nessun omicidio e la presunta vittima è viva e vegeta, ed era segretamente in compagnia del Presidente del Consiglio in carica Bettino Craxi su una nave della Marina Militare: si tratta quindi di un clamoroso scandalo, una scappatella extra-coniugale che fa cadere il governo in carica. Il nuovo presidente del consiglio Giulio Andreotti vuole ricompensare il commissario, facendolo promuovere nei ranghi della Polizia, visto che in fondo è grazie al clamore da lui suscitato intorno alla vicenda a consentirgli di tornare al potere.
Promosso vicequestore e trasferito a Milano assieme a Gridelli, Lo Gatto commette una nuova clamorosa gaffe: fa infatti tuffare in piscina i sette uomini più importanti del mondo per aver presunto un imminente attentato, avendo scambiato per un'arma pericolosa il bocchettone di un aspirapolvere. Nonostante l'errore, Lo Gatto vedrà comunque premiato il suo coraggio venendo traferito nuovamente in Sicilia per combattere la mafia.
TORINO video installazione ex Stabilimento Florio Tonnara Favignana
“Torino”, video-installazione
a cura di Renato Alongi
(credit R. Alongi, R. Riginella, M. Mantia, B. Fundarò, P. Cirino, M. Scirè, G. Gebbia, V. Liotti)
La video-installazione “Torino”, nasce da un progetto di raccolta di testimonianze orali presentate in forma visiva, condotto tra un gruppo di anziani operai dello stabilimento Florio di Favignana. L’installazione abitata da 18 autori-protagonisti e altrettante pratiche narrative è un’opera tesa a costruire uno spazio entro cui è possibile esplorare dei mondi d’esperienza narrati su celluloide digitale. Microcosmi di pochi secondi che hanno lo spessore semantico di precise memorie. Intensi primi piani, visi tesi, mezzi sorrisi, sguardi. Sguardi fieri, indagatori, beffardi che senza necessità di ulteriori spiegazioni, dispiegano gesti e parole in grado di restituire il senso dei discorsi avvenuti davanti alla telecamera.
Traslazione del palo di San Pietro della Tonnara di Favignana
Traslazione presso l'ex Stabilimento Florio del palo di San Pietro della Tonnara di Favignana. Favignana 2011
Giunti al palo di San Pietro [schema della tonnara] la sciabica del Rais si ferma e tutti si fermano: il capo si toglie il berretto imitato dalla ciurma; un gran silenzio cala sul mare e la voce del rais intona le preghiere dl sempre:
Un Credo o Signuri,
Una Salve Regina a Maronna ri Trapani...»
Gli uomini rispondono con le preghiere:
«... nna Reca Materna all'armiceddi santi priatori rì nostri morti».
«Chi Diu lu facissi!» rispondono i tonnaroti.
Poi il rais conclude: «Bongiorno a tutti!» e si rimette il berretto in capo. EGADI, MARE E VITA MURSIA Editore
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La battaglia delle Egadi a Favignana
In diretta da Favignana, Fabio Bolzetta incontra Calogero Gammino, ex stabilimento Florio tonnare di Favignana e Formica
Percorsi archeologici subacquei in Sicilia
Percorsi archeologici subacquei in Sicilia realizzati dalla Soprintendenza del Mare nell'ambito del progetto CULTURAS
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ex stabilimento Florio Favignana
Favignana nella seconda metà dell'800 vide ad opera dalla famiglia Florio la genesi del più importante e moderno stabilimento industriale del Mediterraneo per la lavorazione del tonno.
La Regione Siciliana ha ristrutturato la vecchia struttura, rendendolo fruibile ai visitatori.
Oggi è custode dello Stabilimento Giuseppe Giangrasso, detto Peppe Nue, è nato a Favignana nel 1939.Entra allo stabilimento Florio nel 1962 per di 3 mesi come imbianchino. In seguito sotto a guida di Mastrobattista diviene testaro, aiutante rognatore, infine ronchiatore, ossia tagliatore di teste. Dopo la chiusura assume il ruolo di custode dello stabilimento.
Ha due ricordi: lo sciopero, a cui non ha partecipato, e l'incidente -il taglio del dito- di un trapanese. Dice dei furti di tonno: cu va a mannara mangia ricotta. Dice della comunità: grazie allo stabilimento la gente di Favignana prende la pensione. Dice di Parodi: una degna persona Non è mai uscito da Favignana.
Tonnara Florio di Favignana
Quarant'anni di lavoro dentro la tonnara Florio a Favignana, quarantanni di ricordi. Un tempio di archeologia industriale finito nell'oblio, ora risorto grazie ad un finanziamento della Regione Siciliana. Ecco in anteprima gli interni della tonnara Florio di Favignana restaurata. Un giro con un condottiero storico: Giuseppe Giangrasso, custode per 40 anni della tonnara, intervista del giornalista Max Firreri.
Contadini del mare di Vittorio De Seta, 1955
Contadini del mare di Vittorio De Seta, 1955
Sicilia. Tonnara di Granitola 1955. Alle prime luci incerte dell'alba, i pescatori sulle barche si avviano verso il largo ritmando con canti sommessi il battito dei remi. Recita una scritta in sovrimpressione: Al largo delle coste siciliane gli uomini attendono i tonni che, da millenni, seguono una rotta sempre uguale. Quando nella rete affiora il tributo del mare, torna a ripetersi l'alterna vicenda della vita e della morte. Tra gli incitamenti, dispongono le reti in mare, regolano i cordami, organizzano il quadrato delle barche. Preparano meticolosamente il lavoro. Attesa. Chi fuma, chi dorme sul bordo della barca, chi ripara una rete. Alcuni mangiano qualcosa su imbarcazioni ondeggianti. Silenzio, sciacquio del mare. Un pescatore scruta la superficie dell'acqua attraverso cui s'intravedono giè i tonni. Volti tesi, corpi fissi e pronti a scattare. Un grido e esplode il lavoro. Lanciano corde, al canto di melodie ritmate. Da una barca il rais dirige le operazioni. Si chiude la camera della morte. Il mare si fa sempre piè schiumoso via via che le reti sono tirate su. I tonni guizzano, sbattono le code. Sinchè lo schermo si riempie della schiuma bianca, di violenti getti. Controcampo, le schiene inarcate dei pescatori. La fatica degli uomini si fa sempre piè dura. Fragore di voci. Ritmo ossessivo di canti, di gesti, di incitamenti. Primi piani concitati. Il cerchio delle barche si stringe. Un grande tonno è issato a bordo; gli uomini cercano di tenerlo con la fiocina. Si dimena disperatamente, con violenti colpi di coda sulle braccia, sulle reni dei pescatori. Le acque si tingono di sangue. Via che i tonni si ammucchiano sulle barche, scivolando uno sull'altro, il mare si fa sempre piè rosso. La pesca è finita, terribile e mortale rito. Gli uomini, allineati in piedi sulle barche, si levano il cappello e alzano un ringraziamento collettivo a Jesu. Ultimi sussulti dei tonni in agonia, che gli uomini rinfrescano. La giornata si è conclusa. Si levano le ancore, le barche rientrano, controluce a un sole al tramonto, in fila, trainate da un rimorchiatore. Vocio sommesso, lo sciacquio del mare, appena il rumore sordo, lontano del motore.
(fonte: cinemambiente.it)
Vittorio De Seta
Proveniente da una famiglia aristocratica, dopo aver studiato per qualche tempo architettura a Roma, nel 1953 intraprende la carriera cinematografica lavorando come secondo aiuto regista di Mario Chiari per un episodio del film Amori di mezzo secolo.
Nel 1954 diventa aiuto regista di Jean-Paul Le Chanois in Vacanze d'amore. Successivamente si dedica all'attività di sceneggiatore e documentarista.I documentari che realizza negli anni 1950, ambientati prevalentemente in Sicilia e Sardegna, descrivono con potente espressività i modi di vivere del proletariato meridionale (feste sacre di Pasqua in Sicilia) e le dure condizioni di vita dei pescatori siciliani, dei minatori di zolfo nisseni, dei pastori della Barbagia.
Tra questi cortometraggi il documentario Isola di fuoco, ambientato nelle isole Eolie, viene premiato come miglior documentario al Festival di Cannes del 1955.
Nel 1961 debutta al cinema con Banditi a Orgosolo, sceneggiato con la moglie Vera Gherarducci, un film stilisticamente asciutto che arricchisce di una sensibilità più moderna e consapevole la lezione del neorealismo. Il film vince il premio Opera prima al Festival di Venezia e il Nastro d'Argento alla migliore fotografia.
Nel 1966 realizza Un uomo a metà, che si allontana dal documentarismo che contraddistingue la sua carriera: è un'analisi in chiave psicanalitica della crisi di un intellettuale nei confronti del suo impegno sociale. Tra il 1969 e i primi anni 1970 si trasferisce in Francia per girare L'invitata. Il film, anche se apperzzato da Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, sarà accolto freddamente.
Nel 1972 De Seta ritorna alle tematiche degli esordi con una miniserie televisiva prodotta dalla RAI, Diario di un maestro, documento di una difficile esperienza didattica condotta in una borgata romana. Il film viene accolto molto bene dal pubblico, questo successo avvia la lunga collaborazione del regista con la RAI.
Negli anni ottanta realizza documentari per la televisione e si trasferisce nella tenuta materna di Sellia Marina in provincia di Catanzaro.Il suo profondo legame con la Calabria, che ha dato i natali a sua madre, è esplorato nel documentario In Calabria, del 1993.
(fonte: cinemambiente.it)