via Giulia, fontana del Mascherone
peccato che sia rumorosa e non pedonabile
L'Aquila: Fontana delle 99 cannelle
La fontana delle 99 cannelle, detta anche della Rivera, è un monumento storico dell'Aquila.
Situata nella zona della Rivera, una delle più antiche del centro storico, a ridosso del fiume Aterno, la fontana è costituita da novantatré mascheroni in pietra e sei cannelle singole, dalla maggior parte dei quali sgorga l'acqua. Secondo la tradizione, le cannelle rappresenterebbero i novantanove castelli che, nel XIII secolo, parteciparono alla fondazione dell'Aquila.
Storia
La storia della fontana, comunemente considerata uno dei primi monumenti civici dell'Aquila e un'esaltazione della sua origine autonoma, non è di semplice interpretazione. Essa fu probabilmente eretta su progetto dell'architetto Tancredi da Pentima nel 1272, a pochi anni dalla seconda fondazione della città, come testimoniato dalla lapide sita sulla parete di fronte al cancello d'ingresso che si conclude nel seguente modo:
ANNO DOMINI MCCLXXII
MAGISTER TANCREDUS DE PENTOMA DE VALVA FECIT HOC OPUS
L'intervento di Tancredi da Pentima sarebbe comunque limitato alla sola realizzazione della parete posta frontalmente rispetto all'ingresso; alcuni studiosi ritengono invece che l'attuale aspetto della fontana risalga interamente al XV secolo. Quel che è certo è che la zona oggi detta della Rivera, corrispondente a un antico castello denominato Acquili, dal quale deriva il nome della città, costituiva all'epoca della fondazione un'area strategica per quanto riguarda l'abbondanza di acqua e le numerose attività artigianali che vi si erano insediate.
Al Quattrocento si fa risalire il rivestimento delle pareti (con l'utilizzo di pietra bianca o rosata dalla tipica composizione a scacchiera, utilizzata anche nella facciata della basilica di Santa Maria di Collemaggio) e lo stemma della città posto sopra la lapide; al 1582 risalirebbe il fronte sinistro della fontana, attribuito a Alessandro Ciccarone; infine, al XVIII secolo è ascrivibile il fronte destro, caratterizzato da mascheroni dal gusto tipicamente barocco e probabile riedificazione di un fronte già presente ma distrutto dal terremoto del 1703, con il relativo restauro dell'intero monumento e la selciatura della piazza. La stessa lapide già citata in precedenza reca due date: il 1744, cui si fa risalire la costruzione del fronte destro, e il 1871, anno in cui fu attuato un nuovo restauro.
Nel 1934 fu realizzata la recinzione in ferro battuto del fronte aperto mentre nel 1994 e nel 2008 è stata nuovamente restaurata.
Nel 2009 la fontana ha riportato lievi danni in seguito al terremoto del 2009, soprattutto per quanto riguarda il fronte destro che si poggia sul perimetro murario della città; pochi mesi più tardi la fontana è stata comunque al centro della cerimonia di apertura dei giochi del Mediterraneo di Pescara. Il suo restauro, volto al consolidamento strutturale dell'opera e la pulitura del rivestimento lapideo e delle vasche, è stato patrocinato dal Fondo per l'Ambiente Italiano e finanziato, quasi interamente, da donazioni. La fontana è stata riaperta al pubblico il 16 dicembre 2010.
Sutri (Lazio, Italy), Villa Savorelli (manortiz)
VILLA SAVORELLI
La costruzione della villa risale ai primi anni dei XVIII secolo ad opera della famiglia dei marchesi Muti-Papazzurri divenuti, per eredità da Eugenio Altoviti, proprietari del fondo. Nel 1730 come si ricava da documenti d'archivio di casa Muti, la villa è già esistente e fa parte dei beni della Marchesa Ginevra Muti-Papazzurri. Estintasi la famiglia verso la fine del secolo, la tenuta passò in eredità ai Conti Savorelli, divenuta in seguito proprietà della famiglia Staderini, prima di essere acquistata dal Comune di Sutri.
La villa, a pianta rettangolare, prospetta con la facciata principale sul grande ed elegante giardino, che occupa la fascia meridionale del pianoro, organizzato con siepi di bosso a labirinto, secondo i noti tipi dei rinascimento italiano, ed impreziosito da una fontana in peperino, con vasca circolare e mostra decorata da una doppia voluta con mascherone centrale, su cui poggia il motivo terminale a pigna. La facciata della villa presenta una parte inferiore leggermente a scarpa, contenuta dalle bugnature angolari, che ripetono il motivo decorativo del portale d'ingresso, e delimitata in alto da una fascia orizzontale con doppia cornice bombata, su cui poggiano le paraste d'angolo e le quattro finestre dei primo piano. Un piano ulteriore è scandito da altrettante finestre, in asse con quelle inferiori. Al di sopra del cornicione aggettante, è un attico liscio, con pilastri angolari e campo centrale chiuso tra due coppie di doppie mensole a balaustro, sormontato da un arco pieno a tutto sesto, con specchiature laterali. Una serie di quattro busti marmorei decora la sommità della facciata. L'interno, molto rimaneggiato, non presenta soluzioni architettoniche significative
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Villa Jolanda Lido Di Venezia
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Ridare un’anima ad un luogo centrale nella cultura e nell’arte italiana…. Villa Jolanda risale ai primi del 900 e oggi è oggetto di innumerevoli pubblicazioni, L’eleganza e le bellezze di questa costruzione sono esaltate dai profumi del suo giardino con ancora le piante originali, e da alcuni elementi decorativi, difficilmente ritrovabili in altri edifici dell’Isola, Ma quello che molti non sanno, e che e’ stata Teatro nella vita e nella crescita di molte Generazioni, Persone Nobili, amanti dell’Arte , del bello, dell’Amore e dai Sentimenti Veri!….Una Generazione di Artisti, Pittori, Scrittori, Amici e Critici d’Arte.
Questa Splendida villa dei primi del 900…
progettata da Rubens Corrado per la Nobildonna Elisa Venier fu ultimata nel 1931, si sviluppa su 2,5 piani per un’altezza complessiva di 7,5 m, ed occupa una superficie di 104 mq. La villa ha due entrate: la principale in via Dardanelli 16 e la secondaria in via Lazzaro Mocenigo 18.
Dall’entrata principale,attraversando lo splendido giardino si accede all’interno attraverso uno scalone rettilineo trasversale tipico per importanza e stile. La Villa è completamente originale, così come l’ampio giardino che la circonda, con ancora le piante originali e gli splendidi profumi dell’Epoca.
La villa presenta elementi decorativi difficilmente ritrovabili in altri edifici dell’isola: la cornice di gronda merlata in legno, i fregi a coronamento delle finestre con motivi floreali e vegetali che si ripetono lungo tutto l’edificio, il marcapiano in pietra artificiale a “dentelli” che segue l’intero perimetro dell’edificio.
Elementi tipici dello stile liberty come il fregio a motivi vegetali in ferro verniciato in bianco delle balaustre, il rilievo a motivi vegetali / floreali lungo gli archi a tutto sesto del portico d’entrata.
Il giardino presenta una fontana circolare in pietra artificiale con al centro una scultura raffigurante due bambini che tengono sulle mani un ombrello di ferro colorato.
La villa è ubicata in via Dardanelli che in origine era chiamata “calle della Bissa”. Questa strada ha un valore storico in quanto fu ideata da Nicolò Spada al fine di creare i presupposti per l’inurbamento del Lido tra la zona delle Quattro Fontane e quella di S. M. Elisabetta. Il tracciato di tale via fu concepito ad ampie curve per dare rilievo alle ville che vi dovevano essere costruite ai lati.
In una cartolina pubblicata nel libro ” Il Lido illustrato, le cartoline” la villa viene chiamata “Villa Jankoumir” nome ancora presente nella lastra di marmo presente in uno dei due pilastri del cancello d’entrata sopra l’attuale nome Villa Jolanda, questo nuovo Nome, venne dato dal Dott. Arnolfo Marchiori in Onore della sua Sposa Jolanda Molinari.
La Villa di fatto cambiò nome tre volte nel corso della Storia, Villa Jankoumir , Villa Marina , e Villa Jolanda, Segno di Rispetto e Amore per le persone Care che ebbero la fortuna di frequentare i suoi antichi Salotti
” Questa Villa racchiude in sè più di un Secolo di Storia, D’Amore e Sentimenti, impossibile dimenticare, ancora oggi con rimpianto ciò che non ritorna… “
Stefano De Carli
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