Erto - rifugio Cava Buscada - casera Bedin di sopra - rifugio Maniago - casera Galvana
Val Zemola doc2011
Una notte in Casera Bedin di Sopra, in Val Zemola, sopra Erto e sotto il Monte Duranno. Dario e Paolo in una notte fredda e fumosa a causa del cattivo funzionamento del camino.
Da Erto A Cimolais Per Forcella Duranno Forcella Lodina Casera Lodina
ADESSO VI SPIEGO PERCHE' IL FRIULI E' UN POSTO INCREDIBILE
Adesso vi spiego perché, secondo me, il Friuli è una terra incredibile e meravigliosa.
Prendiamo la Val Zemola. Questi paesaggi ancestrali, queste montagne immobili e potenti, questo mondo sospeso tra le nubi e il fischio dei camosci, sono solo mille metri più in alto delle nostre automobili, a sole due ore dal mondo contemporaneo, dai cantieri, dai camion che corrono sulla statale 251, dalla pompa di benzina, dall'antenna dei telefonini. Una contiguità così irreale da farti credere di aver varcato per sbaglio la soglia di una dimensione parallela.
La Palazza è una immensa prateria quasi verticale. Da agosto a novembre è un mare d'erba bruciato dal sole. In inverno è un soffice nevaio, in primavera si trasforma in un gigantesco giardino botanico, puntinato di genziane, di stelle alpine, di anemoni, rododendri, ginepri e gigli rossi. Il silenzio è rotto dal fischio dei camosci, che qui, nel cuore del Parco delle Dolomiti Friulane, prosperano insieme a cervi, stambecchi, marmotte. E' l'epicentro di un mondo incantato, che inizia imboccando la leggendaria val Zemola, alle spalle del paese di Erto, sulla destra orografica del torrente Vajont, del quale il torrente Zemola è affluente.
La vallata, un tempo frequentata da malgari, cacciatori e contrabbandieri, rappresentava una strada alternativa e poco battuta che univa la pianura friulana al Cadore e alla valle del Piave. Un “passaggio segreto”, praticato solo dagli abitanti di queste montagne, soprattutto ertani. Al cadere dell'Ottocento iniziò ad essere frequentata anche dai primi pionieri dell'alpinismo moderno, perlopiù tedeschi, svizzeri ed austriaci, attirati dal fascino selvaggio e ancestrale delle sue montagne. Fra tutte il mitico Duranno, che dalla Valcellina spicca per il suo caratteristico profilo affilato, che ricorda il becco di un rapace, e dalla Val Zemola ha la stazza del classico massiccio dolomitico. Dalla sua spalla e dalla forcella partono avventurose vie alpinistiche, vero banco di prova e rituale iniziatico anche per i climbers di oggi.
La Val Zemola inizia come una stretta gola che poi si allarga in un catino di ghiaie. In novembre da il meglio di sé, con i faggi bruniti, i larici che si infiammano di giallo e gli abeti verdi e lucidi. Negli anni Cinquanta fu costruito il primo segmento della rotabile, poi completata nella seconda metà dei Settanta. Una rasoiata sul fianco della montagna, sospesa su uno strapiombo vertiginoso, che nel primo tratto è di circa trecento metri. Su quel pauroso baratro si concentrano tantissime leggende popolari, che la penna dello scultore e scrittore Mauro Corona ha tradotto in capitoli dei suoi libri. La strada arriva fino alla Casera Mela, oggi trasformata in un apprezzato luogo di ristoro. La valle negli ultimi tempi è stata protagonista di una vera e propria riscoperta, anche se mantiene le caratteristiche di isolamento e di asprezza, che tengono lontano il turismo di massa.
Proprio ai piedi della Palazza ( o Palatha in ertano) c'è il rifugio Cava Buscada, di Gianpietro e Roberta Corona, realizzato restaurando il dormitorio dei cavatori dell'antica cava di marmo rosso del monte Buscada.
Nei pressi ci sono ancora i vecchi argani e altri strumenti usurati, appartenuti alla cava, anch'essa ricorrente nei racconti di Mauro Corona, che vi passò in gioventù lunghe estati di lavoro. Da lì si può scollinare oltre il monte Buscada, ammirando a destra la Palazza in tutta la sua vastità, mentre nugoli di camosci si spostano da una parte all'altra della sterminata prateria. Sul crinale del Buscada l'occhio può cadere sul sottostante Cadore e sulla valle del Piave. Oppure ammirare lo spettacolare anfiteatro dolomitico di cime famose come il Pelmo, il Civetta e l'Antelao.
Di fronte, sulla sinistra c'è la parete liscia a strapiombante del monte Borgà. Le due montagne sono divise da una stretta intercapedine, una gola nota come valòn di Buscada . Qui si apre una gigantesca nicchia, con una maestosa volta sorretta da una sola colonna, che sembra stata disegnata da un grande architetto del Rinascimento. In quella grotta bivaccarono generazioni e generazioni di cacciatori e anche mandrie immense di camosci. Volendo, per ripidi e pericolosi sentieri, si può scendere il valòn e risalire il Borgà, fino ai Libri di San Daniele, altra meraviglia di queste montagne: un teorema di lastroni di roccia impilati uno sopra all'altro come colonne di libri.
Rifugio Maniago - Val Zemola e Valcellina 26/5/2017
Breve escursione al Rifugio Maniago per salutare l'amico Tony. Le riprese sono semplicemente le prime esperienze d'uso di una nuova videocamera, senza pretesa alcuna e giusto come ricordo della giornata e dei luoghi.
Panorama dalla cima del Monte Borgà, Erto (2228m)
Video panoramico dalla cima del monte Borgà (2228m) sulle cui pendici poggia Erto, in provincia di Pordenone.
E' possibile raggiungerlo da Erto (CAI381) in circa 3-4 ore di cammino oppure da Casso (CAI372) o da Termine di Cadore (CAI392).
Posizione: [
Dalla cima si possono ammirare dal lato della val Cellina:
Mt.Cornetto - Val Vajont - Mt.Zerten - Val Lagaria - Val Mesaz - Mt.Toc e la sua frana
(nascosta sotto il Borgà, Erto)
Sullo sfondo Crep Nudo e Col Nudo
Dal lato della valle del Piave:
Le dolomiti venete e, più a est, Monte La Palazza e il Duranno
Uscita dalla Val Zemola in auto
Dagli Stei de Mela a Erto in automobile
Strada della Val Zemola, per arrivare al rifugio Casera Mela - Friuli Venezia Giulia
fatta con la mia fedele Fiat Panda :)
Duranno e Spalla del Duranno da Casera Bedin di Sopra
Duranno e Spalla del Duranno da Casera Bedin di Sopra
Panoramica sulla Val Zemola dal Rif. Maniago
Panoramica sulla Val Zemola dal Rifugio Maniago
Il sapere alchemico degli antichi carbonai
Nei secoli scorsi a Venezia il carbone proveniente dai boschi del Friuli e del Cadore scaldava i palazzi e alimentava le forge di fabbri e armaioli. Trasformare il legno in carbone, attraverso una sorta di elaborata alchimia, consentiva di ridurre il peso del materiale da trasportare dalle montagne alle città della pianura, mantenendo lo stesso potenziale calorico. In Val Mesath, una piccola e nascosta laterale della Val Vajont, tra le selvagge dolomiti friulane, questa antichissima arte sta rivivendo. Nel loro trekking verso le sorgenti del torrente Vajont Piergiorgio Grizzo e Daniele Parisi si sono imbattuti negli ultimi carbonai... (Verso le sorgenti del Vajont - I parte)
Nordic Walking A Casera Ditta Erto e Casso Vajont
Nordic walking al rif.Casera Ditta in Val Mesaz (Erto e casso)Vajont
Gruppo camminiamo per volare& c.sui sentieri di Mauro Corona
Rif Maniago
Discesa dal rif. Maniago, con partenza da Casso
percorso mediamente impegnativo, ma sconsigliato a bici da xc
Evento cycling3e60 sez mtb
Rifugio Casera Ditta
Giro al Rifugio Casera Ditta, luglio 2011.
La stretta della Va Zemola
Visione della stretta della Val Zemola
Val Cimoliana
La Val Cimoliana è una vallata alpina in provincia di Pordenone. È una valle laterale della Val Cellina, percorsa dal torrente omonimo.
La valle inizia a Pinedo, frazione di Claut, ed è percorsa dalla SS251 fino a Cimolais. Da Cimolais la valle si estende verso nord-nord-est per quasi venti chilometri ed è percorsa da una carrozzabile a pedaggio fino a Pian Meluzzo, nei pressi del Rifugio Pordenone.
Confina con il Cadore (provincia di Belluno) a ovest, con la Val Settimana a est e con la Carnia (provincia di Udine) a nord. Le cime principali sono la Cima dei Preti (2.703 m) e il Monfalcon di Montanaia (2.548 m).
La Val Cimoliana rientra nel territorio del Parco naturale delle Dolomiti Friulane.
Salita al Monte Zita - Belluno
Questo video riguarda Salita al Monte Zita - Belluno
19,50 km x 1770 m D+
Erto 1989
Erto qualche anno prima che arrivasse Paolini con il suo monologo e ancora l'osteria in via Roma non era stata rimessa a nuovo,qualche anno dopo ha riaperto i battenti in Osteria Gallo Cedrone,Mauro e le sue sculture già si potevano notare nel suo laboratorio e la diga era rimasta com'era dopo il disastro dell'ottobre 1963 che provoco la morte a oltre 2000 persone.Un luogo veramente da visitare.