ARTE BENE RIFUGIO 30/9/2015 intervento Massimo Di Carlo Galleria dello Scudo
Intervento del Dr. Massimo di Carlo della Galleria dello Scudo sull'arte come investimento, collezione, bene rifugio. Byblos Art Hotel 30 settembre 2015
Galleria dello Scudo, Verona 1985 b
Chunk2
Dal 18 Giugno al 2 Luglio 2016, presso la sala S.S. Filippo e Giacomo, in via Battaglie a Brescia, potete visitare la seconda edizione di CHUNK: una mostra dedicata a video, installazioni, performance e fotografie, dove gli artisti, giovani e giovanissimi, sono stati selezionati tramite una call for young artists - chiusa a gennaio 2016 - da un team curatoriale altrettanto giovane.
Chunk è un bando, giunto già alla seconda edizione col nome di Chunk2, dedicato ad artisti under 35: “Cosa succede se a guardare l’opera di un venticinquenne sono delle venticinquenni?”. A chiederselo è il Team Cäef, il collettivo di giovani curatrici ideatore del concorso: “È con questa frase che è nato il nostro progetto, cioè quello di creare un’esposizione che mettesse in mostra l’arte dei nostri coetanei”.
Chunk nasce fra le mura dell'Accademia di Belle Arti SantaGiulia, che continua a sostenere il progetto, con il Prof. Alessandro mancassola, primo coordinatore e ideatore della prima edizione del progetto.
Chi sono le curatrici?
Claudia Capelli (Brescia, 1991) laureata in Didattica dell’Arte per i Musei presso l’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia, nel 2013 ha realizzato dei codici Qr per la valorizzazione delle Domus dell’Ortaglia di Brescia insieme a Valeria Magnoli e Federica Scolari; stessa laurea anche per Valeria Magnoli (Como, 1992) che lavora alla Collezione Paolo VI di Brescia come collaboratrice museale e per Federica Scolari (Brescia, 1991); Ilaria Dell’Aversana (Brescia, 1985), laureata in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Verona nel 2008, è un’artista che ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero; infine, Alessandra Mombelli (Brescia, 1990), laureata in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Verona con esposizioni presso la Galleria Artericambi, la Galleria dello Scudo, ArtVerona; Emma Taddei (Bergamo, 1989), laureata nel 2014 in Scienze dell’Architettura presso il Politecnico di Milano, ha partecipato nel 2012 al Piacenza International Summer School tenuto da Guya Bertelli presso il distaccamento del Politecnico di Milano a Piacenza.
Altre info su: -
Riprese e montaggio | Laura Tonin
Soundtrack | RetroFuture Clean by Kevin MacLeod (incompetech.com)
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La mia nuova galleria a Londra. Giorgio Fasol intervista Lo
Il grande collezionista veronese pizzicato durante Artefiera a colloquio col giovane gallerista umbro.
TREVISO TG - 06/10/2015 - RECUPERATO A TREVISO UN INEDITO DI VEDOVA
TREVISO TG (martedì 6 ottobre 2015) - Un’opera dell’artista veneziano Emilio Vedova e rubata negli anni ’80, ritrovata in una galleria d’arte di Treviso dov’era stata posta in vendita.
Swab Contemporary Art Fair 2012 -- Interviste con i galleristi italiani
Swab Contemporary Art Fair 2012 -- Interviste con i galleristi italiani alla fiera di Barcellona, a cura di Enrichetta Cardinale Ciccotti
Le Interviste di ArtVerona 2015 - Giovanni Bonelli
Giovanni Bonelli - Vicepresidente ANGAMC
Musica:
Dirt Rhodes by Kevin MacLeod (
Il collezionista curatore: nuove figure nel futuro dell'arte
L'Aula Magna dell'Accademia di Belle Arti ha ospitato l'incontro-focus Il curatore collezionista: nuove figure nel futuro dell'arte. Un'occasione per conoscere e approfondire la figura del collezionista e il mondo della curatela.
Interventi dei collezionisti:
GIORGIO FASOL - Collezione AGI Verona
LORENZO PAINI - Collezione Enea Righi di Bologna
In dialogo con:
MARINELLA PADERNI - curatrice e docente
SERGIA AVVEDUTI - artista e docente
Basilica di San Eustorgio: cappella Portinari
La chiesa nella città OGGI - Basilica Sant'Eustorgio: cappella Portinari
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Visitabile accedendo al Museo di Sant'Eustorgio, la Cappella Portinari deve il suo nome a Pigello Portinari (1421-1468), trasferitosi a Milano nel 1452 per assumere al direzione della filiale lombarda del Banco Mediceo. Intorno al 1462 avviò il progetto per la costruzione di una cappella intitolata a s. Pietro Martire, destinata a conservare la reliquia del capo del martire domenicano e a divenire luogo di sepoltura della famiglia.
La data di conclusione dei lavori è concordemente ritenuta il 1468, dal momento che, nell'ottobre di quell'anno, vi fu sepolto il committente. La struttura architettonica, a pianta centrale, derivata da modelli fiorentini, fu attribuita, per secoli ad architetti toscani. La critica più recente propende per un affidamento dell'incarico, sulla base di precise istanze della commitenza, finalizzate a sottolineare l'adesione al casato mediceo, ad una figura appartenente all'area lombarda.
Solamente a seguito della riscoperta degli affreschi (1868), avvenuta in concomitanza con i lavori di ripristino che coinvolsero l'intera basilica, e dei successivi interventi di restauro (1871-73), venne avanzato per la prima volta il nome di Vincenzo Foppa, suscitando un ampio dibattito tra gli studiosi che, nel corso del Novecento, ne hanno definitivamente accertato la paternità.
La cappella è contraddistinta da un sistema decorativo progettato unitariamente all'architettura.
Sul tamburo è modellata una danza angelica ad altorilievo in terracotta, composta da venti figure effigiate frontalmente, di tre quarti e di profilo. Il ciclo, allusivo alla raffigurazione del paradiso, manifesta rimandi alla plastica antica.
Negli spicchi della cupola sono dipinte scaglie policrome, colorate a fasce concentriche, secondo una scala cromatica simbolica, allusiva all'irradiarsi della luce divina. Nelle unghie, alternati alle otto finestre, sono rappresentati altrettanti busti di santi. Privi di attributi, sono stati identificati con gli Apostoli .
Nei pennacchi che raccordano il tiburio al vano quadrato della cappella sono inseriti quattro tondi con i Dottori della Chiesa (Gregorio Magno, Gerolamo, Ambrogio e Agostino). Al di sotto di essi, nei vertici inferiori dei pennacchi, sorretti da angeli dalle ali policrome, si trovano gli scudi a testa di cavallo che recavano lo stemma della famiglia Portinari. Sull'arcone di fronte all'ingresso è dipinta l' Annunciazione . Su quello in controfacciata è rappresentata l' Assunzione della Vergine .
Gli affreschi delle pareti laterali celebrano san Pietro da Verona in qualità di predicatore, esorcista, taumaturgo e martire. Nella parete sud, a sinistra della bifora, Il miracolo della nube . Nella stessa, a destra della finestra, il Miracolo della falsa Madonna . In questo episodio è stato individuato, nella figura posta alle spalle del santo, di profilo, il ritratto di Pigello Portinari, rappresentato anche nel Miracolo della nube. Nella parete nord, a sinistra della bifora, è dipinto il Miracolo del piede risanato . Accostato ad esso, alla destra della finestra, il Martirio di s. Pietro Martire .
Nella parete di fondo della scarsella si trova una tavola (sec. XV) che la critica ha variamente attribuito a Giovanni da Vaprio o a un maestro dell'ambito di Benedetto Bembo. L'opera ricorda l'episodio, leggendario, in cui il santo domenicano apparve al banchiere fiorentino, comandandogli di edificare la cappella.
Su iniziativa dei padri predicatori nel 1736 venne trasferita nell'abside della cappella l'arca contenente il corpo di s. Pietro Martire. Commissionata intorno al 1336, dai domenicani, grazie al contributo elargito da Azzone Visconti, e dallo zio vescovo, allo scultore Giovanni di Balduccio, formatosi nell'ambiente di Giovanni Pisano e Tino di Camaino. Il monumento venne ultimato in tre anni di lavoro. L'anno successivo vi fu traslato il corpo del santo. Nel corso dei restauri, avvenuti nell'ottavo decennio dell'Ottocento, venne spostato presso il centro della cappella, ove attualmente si vede.
L'arca è in marmo di Carrara, sorretta da otto pilastrini in marmo rosso di Verona; ad essi sono addossate otto statue, a due terzi del naturale, rappresentanti Virtù, ai cui piedi sono collocati animali simbolici. Sul sarcofago sono scolpiti otto rilievi con le storie di s. Pietro Martire. Le scene sono intervallate da otto statuine.
Al di sopra di esse, in corrispondenza della base del coperchio a tronco di piramide, si elevano otto sculture simboleggianti i cori angelici. Sugli spioventi dello stesso, sono scolpite varie figure. Al di sopra del coperchio, è posto un finimento, a forma di tabernacolo cuspidato, entro il quale sono scolpite le statue a tutto tondo di Maria assisa, s. Domenico e s. Pietro Martire ; sulla cimasa si trova il Salvatore con due serafini.
(da
CIRCOLAZIONE E PROTEZIONE CIVILISTICA DELLE OPERE D'ARTE AVV. GIAMPAOLO BORGOGNA
-ARTE BENE RIFUGIO- 30 settembre 2015-
Circolazione e protezione civilistica nell'arte: intervento AVV. GIAMPAOLO BORGOGNA
Incontro organizzato al Byblos Art Hotel Villa Amistà da Fuoriartegallery , 4 Chiacchiere e con la collaborazione di Art Verona.
Dal Brennero a Capo Passero solo Ferrovie dello Stato
Cab Ride Varese - Treviglio dalla cabina del TSR | Parte 3 da Parabiago a MI Villapizzone
Cab Ride sulla linea numero 5 del servizio ferroviario suburbano di Milano, linea Varese FS - Treviglio Centrale dalla cabina del TSR (Treno Servizio Regionale) R5 ALe711/710.
Sei parti a bordo del Regionale 23029 di Trenord partendo da Nord-Ovest e arrivando a Est via Milano Passante.
Terzo tratto da Parabiago a Milano Villapizzone: Parabiago (00:13) - Vanzago-Pogliano (03:28) - Rho (08:50) - Rho Fiera Milano (11:46) - Milano Certosa (15:51) - Milano Villapizzone (17:52).
Dopo la sosta a Parabiago ci dirigiamo velocemente verso Vanzago seguendo il lungo rettilineo che separa le due stazioni, nella quale, da progetto del quadruplicamento, dovrebbe sorgere la nuova fermata di Nerviano. Durante il tragitto incrociamo un S5 corrispondente con ancora la livrea di Trenitalia, ormai sparita dai TSR da circa un anno. Entrando a Vanzago ci si accorge subito del secondo binario di precedenza utilizzato molti anni fa e ora ridotto a q aulche vago ricordo, come lo spazio più ampio tra i due binari di corsa utilizzato per allaragre la banchina, pezzi di binario in ingresso e il binario intero in uscita con ancora presente il vecchio segnale in direzione sud. Usciamo da Vanzago con giallo lampeggiante che ci avvisa di riduzione di velocità per impiegare le deviate di Rho; in successione infatti, troviamo un giallo/verde fissi che ci indicano che la deviata dovrà essere impiegata a 30 km/h. In prossimità del segnale di protezione di Rho, dopo pochi minuti di attesa per l'apertura dello stesso, incrociamo una composizione Vivalto diretta verso a Domodossola; con il segnale rosso/giallo occupiamo lentamente le deviate e salutiamo la linea bassa del Sempione per immetterci nel nodo di Milano. (N.B.: le deviate di Rho possono essere percorse anche a 60 km/h). Lo scenario ora cambia: a destra si innesta la linea da Novara/Torino mentre a destra vediamo il piccolo scalo dove vengono manovrate le cisterne con l'aiuto di tramogge quali carri scudo. Dopo aver oltrepassato il successivo segnale meno restrittivo (giallo lampeggiante, che mentre lo superiamo diventa verde), passiamo sotto il ponte rosso simbolo di Rho ed entriamo in stazione; i binari in cui ci troviamo noi solo quelli della linea lenta, mentre quelli di destra sono riservati per i treni più veloci, ovviamente per esigenze di circolazione questa suddivisione è variabile. Entrando a Rho è visibile verso 2/3 della banchina sulla sinistra l'ufficio movimento, risultato inutile e quindi eliminato dopo il potenziamento del nodo nella primavera 2015. Ripartiamo incrociando un TAF in servizio come diretto (RE) verso Varese, quando ancora erano utilizzati i TAF. In uscita da Rho avviene il curioso salto di montone, ovvero le due linee lenta e veloce si accavallano passando una sopra all'altra, questo per evitare un'eventuale sovrapposizione dei binari e interferire con il traffico in caso di un treno che dovesse occupare entrambe le linee per dirigersi verso al destinazione. Dopo aver lasciato la linea veloce a destra a Rho, la ritroviamo a sinistra a Rho Fiera, dopo esserci passati sotto in corrispondenza del segnale di avviso di Rho Fiera che riportava il numero 3 quale itinerario predisposto. A Rho Fiera i binari diventano 6 poichè si aggiunge la linea altà velocità DD da Torino, alla quale, poco prima dell'ingresso in stazione, si innesta un singolo binario proveniente dalla linea veloce, permettendo ai treni diretti in Centrale di effettuare una deviata a 100 km/h senza compromettere la circolazione. Uscendo da Rho Fiera intravediamo sulla destra l'IDP di Trenord a Fiorenza, mentre sulla destra i cantieri di Expo 2015. Continuiamo la nostra marcia tra un giallo fisso e uno lampeggiante fino a Milano Certosa, in cui, entrando a 60 km/h come da tabelle (senza deviate) passiamo sotto l'innesto tra Fiorenza e il binario della linea veloce, utilizzato dai treni vuoti per essere ricoverati o per iniziare il servizio. Dopo la sosta a Certosa ripartiamo con itinerario 4 verso il Passante; dopo nemmeno un paio di minuti e dopo aver lasciato quattro binari verso Bivio Musocco, entriamo a Villapizzone, annunciata dal caratteristico sovrappasso urbano pedonale. Villapizzone, insieme a Fiera, Certosa e Garibaldi hanno lo stile architettonico inconfondibile delle stazioni milanesi, in costruzione sin dai primi anni 2000. Arriviamo a Villapizzone in orario, il segnale è già aperto e una lunga discesa ci aspetta per entrare nella Milano sotterranea.
Note aggiornate al 2017:
- La linea da Parabiago a Rho sarà soggetta al quadruplicamento nei prossimi anni.
- Dal 13/12/2015 la stazione di Rho Fiera Milano, denominata nel periodo dell'esposizione universale Rho Fiera EXPO Milano 2015, viene ridenominata in Rho Fiera.
Nella prossima parte: quarto tratto da MI Villapizzone a MI Porta Vittoria (Passante di Milano).
Si ringrazia chi ha permesso la realizzazione di questo filmato.
Buona visione!
2014
ArtVerona 2010 - Intro - La Fiera delle gallerie italiane di arte moderna e contemporanea
Intro ArtVerona 2010 - Immagini
Giorgio Fasol intervista
incontro con il collezionista di arte contemporanea Giorgio Fasol
Roberto Maria Rubini - Studio Rubini & Partners Verona - Imposte dirette ed indirette nell'arte
Intervento del dr. Roberto Rubini - Partner dello Studio Rubini e Partners di Verona - sulle imposte dirette ed indirette nell'arte antica o contemporanea. 30 settembre 2015 Byblos Art Hotel Verona. Arte e fisco, fiscalità nazionale o internazionale
OPPORTUNITA' ASSICURATIVE NELL'ARTE DOTT. LUCIANO TONET AD ARENA BROKER
-ARTE BENE RIFUGIO- 30 settembre 2015-
Opportunità Assicurative: intervento DOTT. LUCIANO TONET AD ARENA BROKER -Incontro organizzato al Byblos Art Hotel Villa Amistà da Fuoriartegallery, 4 Chiacchiere e con la collaborazione di Art Verona.
Invio E632.023 + D445.1082 + D445.1149 (Civitavecchia - Marcianise)
in transito a Roma San Pietro
3 Cisterne Eva + E655.160 (MRS Chiasso - Villa San Giovanni)
transito a Roma San Pietro per il particolare merci formato da 3 cisterne da inoltrare a Priolo (Sicilia)
( I video di yesmilano.com 27 ) Milano fascista, i luoghi del ventennio
Un viaggio attraverso i luoghi di Milano legati al ventennio fascista, le sedi del partito e le case del fascio.
DOTT. ALEX RICCHEBUONO, ESPERTO DI ALTA FINANZA, ARGOMENTA ARTE E DENARO ,PER COQUETTE ART DE PORT
COQUETTE ART DE PORT PRESENTA IN COLLABORAZIONE CON REGIONE LOMBARDIA IL VOLUME '' LE FREQUENZE DELL' ANIMA SUONATE DALL' ARTE TERAPIA '' PRESSO GRATTACIELO PIRELLI - REGIONE LOMBARDIA . MODERA MARIA LONGO