Il Tempio di Venere
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Caserta. La vera casa di Luigi Vanvitelli. Ora c'è la targa
Scoperta la targa con la quale si ripristina una volta per tutte la verità sulla vera casa di Luigi Vanvitelli, che si trova adiacente alla vecchia chiesetta di Sant’Elena. Il servizio di #Ondawebtv #mariabeatricecrisci
L'isola di Dino e le sue Meraviglie 19 Maggio 2018
Proprio di fronte al centro abitato di Praia a Mare, lungo la Riviera dei Cedri, c’è la maggiore delle isole della Calabria: l’Isola di Dino.
Si può osservare dalla costa calabrese all’altezza di Capo dell’Arena, a Sud del centro abitato. Si estende per 50 ettari circa con un’altitudine massima di 100 metri.
Il suo nome deriverebbe dal termine greco “dina”, che significa tempesta. Quando il mare è impetuoso i suoi scogli sono battuti con forza dalle onde. C’è chi fa risalire il significato del nome alla bellezza, qui ci sarebbe stato un tempio (aedina) costruito dai naviganti in onore a Venere, in virtù del meraviglioso effetto che suscita la vista dell’isola immersa nelle acque del Tirreno.
Sull’isola si può attraccare grazie a un piccolo molo, per il resto i versanti dell’isola sono scoscesi, con strapiombi alti fino a 80 metri. Lungo la costa ci sono delle grotte marine, tra queste le più famose sono la Grotta Azzurra, per l’intenso colore azzurro dell’acqua al suo interno.
L’isola di Dino nella Riviera dei Cedri, nel passato è stata teatro di numerose battaglie. Dalla sommità si potevano avvistare le navi dei pirati, così come dimostra la torre per gli avvistamenti, di origine normanna, costruita sul frontone. Sono passati i tempi in cui l’Avvocato Agnelli per 50 milioni di lire acquistò l’isola per farne un resort turistico, di cui restano villette, bungalow e ristoranti e una strada di 1.700 metri che collega il pontile di attracco con la parte alta dell’isola.
Ora l’isola è stata dichiarata interesse comunitario e l’amministrazione è passata all’Isola di Dino Club che ha avviato un percorso per la sua valorizzazione. Grazie a un programma di “passeggiate orientate” è possibile effettuare il percorso turistico via terra alla scoperta dei patrimoni naturali e paesaggistici, fino a osservare la torre posta all’estrema punta a ovest dell’isola, e la stele dedicata alla Madonna della Grotta che si trova sul punto più alto a Est dell’isola, dove c’è un grazioso belvedere.
Si può partecipare alle escursioni in barca che partono da Praia a Mare o da Scalea ed effettuano la circumnavigazione dell’isola per poter vedere le bellissime grotte che la contraddistinguono. L’ideale è seguire la rotta Est-Nord–Ovest di prima mattina. La prima grotta che s’incontra è quella detta del Monaco, a seguire la Grotta delle Sardine. Dopo la punta occidentale dell’isola si incontra l’ampia entrata della Grotta del Frontone. A una cinquantina di metri da questa si incontra la Grotta delle cascate, così chiamata appunto per il rumore continuo delle acque che cadono.
Subito dopo vi è l’entrata della Grotta Azzurra che ricorda quella di Capri, con colori dell’acqua che vanno dal verde-azzurro al verde-rame in contrasto con l’azzurro intenso dei bordi interni della grotta. Poco più avanti c’è la Grotta del Leone così chiamata per una roccia che immersa nell’acqua ha assunto la forma di un leone sdraiato. La grotta più misteriosa dell’isola e accessibile soltanto ai subacquei esperti è la Grotta Gargiulo: si apre a 18 metri sotto la superficie del mare e si estende nelle profondità dell’isola per alcune decine di metri, completamente sommersa, fatta eccezione per due bolle d’aria.
Fonte
Musuc from:
Paradise on the Earth...Porto Infreschi...Marina di Camerota!!!
This is a typical example that we can find out....A Piece of Paradise on the Earth!!!! Marina di Camerota....Salerno...Cilento Coast....Italy
Vieni a perderti nelle strade del mare...del gusto....dei sapori....delle tradizioni....della storia di Marina di Camerota....la Perla del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano!!!
Nel XVII secolo, Marina di Linfreschi non era altro che un gruppo di case a Capo dell'Infreschi, con pozzo, forno, deposito e taverna, abitata da contadini e pescatori addetti alle fortificazioni della costa.
Molti marinai della costiera amalfitana e sorrentina si stabiliscono sulla costa immediatamente prima del porto naturale degli Infreschi, ai piedi della torre di avvistamento Laiella, e l'abitato si espande intorno ad una chiesa intitolata a San Nicola, esistente già dal 1616 con anche un piccolo cimitero.
Il 17 luglio 1848, Ferdinando II Borbone firma il decreto che stabilisce: L'aggregato di case lungo il litorale di Camerota prende il nome di Marina di Camerota.
Nel XIX secolo ed agli inizi del XX, Marina di Camerota ha subito il fenomeno dell'emigrazione, rivolta in particolare verso il Sudamerica ed il Venezuela: per i legami mantenuti con quelle terre, in una piazza del centro, di fronte al porto, è stata eretta una statua al Libertador venezuelano Simón Bolívar, al quale sono anche dedicati la via principale del paese e uno dei due cinema locali.
Tra Mito e Leggenda.........
Il nome viene fatto anche risalire a quello della fanciulla Kamaraton, bella come una dea, ma dal cuore di pietra. La leggenda narra che il nocchiero di Enea, Palinuro, se ne innamorò follemente, arrivando addirittura ad inseguire la sua immagine nel fondo del mare, andando incontro al suo destino. Colpevole di amore non corrisposto, Kamaraton venne trasformata in roccia da Venere: la roccia su cui oggi sorge Camerota, testimone perenne di uno sfortunato amore.
Marina di Camerota si trova lungo la Strada Statale 562, ad 8 km est di Palinuro, 5 da Camerota, 18 da San Giovanni a Piro, e circa 90 da Salerno. L'area costiera comprende ad ovest le zone e località di Grotta del Ciclope (che ospita una famosa discoteca), Cala del Cefalo, Cala Finocchiara, Cala d'Arconte (con un'isoletta adiacente) e Calanca. Ad est vi sono Lentiscelle, Cala Fortuna e Cala Monte di Luna, Cala Bianca, Pozzallo e Porto Infreschi.
Sita proprio sul 40º parallelo nord, è il centro abitato più meridionale della Campania. Il punto geografico più meridionale è, invece, la vicina Punta Infreschi.
Castello Marchesale, Porto Infreschi, Grotte paleontologiche, Duna fossile ed Acropoli di Capo Grosso, Leone di Caprera, Torri del telegrafo, Villa Mariosa, San Domenico di Guzman, Il miracolo di San Domenico, Madonna del Carmine, Santa Rita da Cascia, Meeting del Mare,
Dino: l'isola che c'è
L'isola di Dino è la maggiore delle due isole Calabresi; l'altra è l'Isola di Cirella. Sorge sulla costa nord occidentale del Tirreno calabrese, di fronte l'abitato di Praia a Mare in Provincia di Cosenza, davanti Capo dell'Arena a sud del paese. Il suo nome deriva dal fatto che sull'isola sorgeva un tempio (aedina) dedicato a Venere. Ipotesi più accreditata è quella che fa derivare il nome dall'etimo greco dina, ovvero vortice, tempesta. Infatti erano un tempo pericolose per i naviganti, in giornate di mare mosso, le acque prossime alla punta Sud dell'Isola, detta Frontone.
Si estende per 50 ettari circa con un'altitudine massima di 100 metri. Nel versante settentrionale, di fronte a Capo dell'Arena, c'è un piccolo molo di attracco da cui parte una strada rotabile che con uno sviluppo di 1700 metri conduce nei cottages situati nella zona alta dell'isola. Ha fianchi con strapiombi alti oltre 80 metri ed altri piuttosto scoscesi, alla base dei quali, sia al di sotto che al di sopra del livello del mare, l'erosione sulle rocce calcaree ha dato vita a molte grotte tra le quali quella del Monaco, delle Sardine dove sono presenti stalagmiti, delle Cascate, del Leone ed infine la Grotta Azzurra che è la più grande. Ma la grotta più interessante dell'isola, sebbene accessibile solo ai subacquei esperti, è la Grotta Gargiulo, che si apre a 18 metri sotto la superficie del mare e si estende nelle profondita dell'isola per alcune decine di metri, completamente sommersa, fatta eccezione per due bolle d'aria. L'accesso ad una parte della Grotta è sconsigliabile anche ai subacqei, tranne che a speleosub esperti.
Oltre alla vegetazione della macchia mediterranea, si possono trovare numerose piante rare come la palma nana, accantonata sulle falesie verticali inaccessibili a nord ed a nord-ovest, il talittro calabro, il garofano delle rupi (Dianthus rupicola), ed, in particolare, l'endemica Primula di Palinuro (Primula Palinuri), presente in alcune colonie sulle pareti calcaree esposte a nord e a nord-est. Su Dino si osservano i popolamenti meglio costituiti di tutto l'areale della Primula (costa tirrenica da Capo Palinuro a Capo Scalea). Questo probabilmente perché le postazioni di Primula su Dino sono accessibili con difficoltà e sono dunque poco disturbate dall'uomo. Infatti su Dino si notano frequentemente gruppi di Primula che, abbandonato il loro habitat rupestre, si spingono tra la vegetazione erbacea, fin sotto i lecci. Singoli esemplari o piccoli gruppi si osservano anche sulla spiaggia, abbarbicati alle pareti rocciose delle scogliere, presso la Torre di Fiuzzi, di fronte all'Isola di Dino. La Primula di Palinuro è inserita nell'elenco delle specie minacciate dall'IUCN. Per la presenza della Primula, e delle altre specie endemiche, l'isola è un Sito di Interesse Comunitario (SIC). Per Dino è in corso l'iter di istituzione di una Riserva Naturale.
La fauna di Dino comprende molte specie di uccelli migratori, gabbiani che nidificano sulle scoscese falesie e qualche rapace. Completano la popolazione piccoli roditori e diverse specie di rettili. Ben più variegato è l'habitat sommerso. Già a pochi centimetri di profondita si incontrano sterminate praterie di Poseidonia, regno del Cavalluccio marino e di altri piccoli crostacei. Scendendo nelle profondità ci si imbatte dapprima nelle numerose e allegre Castagnole, nella Murena, nei simpatici Polpi e ormai tra i 20/30 metri di profondità dove regna il silenzio e l'oscurità i colori si fanno magicamente più vivi con gli splendidi rami di Gorgonie (Paramuricea clavata) che superano il metro di altezza e si estendono in praterie per alcune centinaia di metri. A queste profondità vivono numerosi esemplari di Cernia e Ricciola.
La COSTA del CILENTO♥ da Paestum a Sapri (La Cilentana)
...3 minuti di Costa del Cilento...che meraviglia,una perla del Mediterraneo...da PAESTUM a SAPRI...BUONA VISIONE :D
(The coast of Cilento is located in the south of Italy in Europe.It's a pearl of the Mediterranean with a wonderful sea)
Sulle note della tarantella locale : La Cilentana :D
...PAESTUM-AGROPOLI-CASTELLABATE-AGNONE-ACCIAROLI-PIOPPI-CASALVELINO-ASCEA-PISCIOTTA-PALINURO-CAMEROTA-SCARIO-POLICASTRO-CAPITELLO-VILLAMMARE-SAPRI...
Baunei, dell’Ogliastra Sardegna
Baunei è un comune italiano di 3.614 abitanti della provincia di Nuoro in Sardegna. Il territorio di Baunei, punteggiato quasi ovunque da rocce calcaree, si distende nel tratto centro-orientale della Sardegna, nella provincia di Nuoro, un'area di cui rappresenta storicamente e geograficamente il confine a nord, a ridosso di Codula Elune, un'area incontaminata che sfocia nell'omonima cala, più nota ai turisti come cala Luna. L'agglomerato più importante di Baunei si allunga su un costone calcareo esposto a sud-ovest, suddiviso dalla S.S. 125 (la cosiddetta Orientale Sarda) che lo connette al quartiere di monte Colcau. A una distanza di 8 km si affaccia sul golfo di Arbatax la frazione di Santa Maria Navarrese, confinante con il borgo di Tancau sul Mare, frazione di Lotzorai. Anche se Baunei si apre sempre di più a valorizzare turisticamente le sue coste, rimane il netto profilo montano del borgo principale, segnato dall'essere stato per secoli un paese di pastori e caprai. Nel particolare e ripido centro storico spicca la chiesa parrocchiale dedicata a san Nicola di Bari, il cui impianto seicentesco è stato rimaneggiato nel corso del XX secolo. La chiesa è caratterizzata da una copertura a cupola e da un portale ornato, separato dal corpo centrale con funzioni di finta facciata. Una scoscesa strada asfaltata lunga 4 km si distacca dalla SS 125 e raggiunge Pedra Longa, un pinnacolo aguzzo di roccia calcarea di 128 m che si erge come una guglia direttamente dal mare. Dietro di esso spiccano le cime dei monti Argennas (711 m), Giradili (757 m), Ginnirco (811 m), che si affacciano ripidissimamente sul Mar Tirreno. Grazie all'esposizione e all'altitudine di 480 m, Baunei si sporge sull'Ogliastra contemplando un anfiteatro di colline e montagne (fra le quali la punta S'Abbadorgiu) su cui si stagliano le vette più alte del Gennargentu. Quasi tutto l'esteso territorio comunale, 216 km², si sviluppa oltre i 400 m di altitudine, ed è solcato da valli profonde e strette, le codule, tracce di torrenti che sfociano sul mar Tirreno punteggiando estese e ripidissime pareti calcaree, tra falesie, calette, rupi, doline, canyon e valli carsiche. Nell'altopiano di Golgo si apre Su Sterru, la voragine carsica più profonda d'Europa, nei cui pressi si trovano le antiche pozze denominate As Piscinas e la chiesa campestre dedicata a san Pietro. In rapporto a questo territorio non particolarmente fertile, Baunei ha sempre bilanciato la sua economia fra terreni di proprietà comunale e terreni di proprietà privata, mantenendo pressoché incontaminati quasi 40 km di costa e un entroterra originale: tra zone dipinte di blu e di verde, è uno dei tratti più belli, aspri e selvaggi del litorale italiano, con qualità naturalistiche uniche nel mar Mediterraneo. Il patrimonio faunistico e naturalistico è al centro di sentieri per il trekking, spesso non tracciati con segnavia, che richiedono un cauto approccio, dovuto alla conformazione e l'estensione del territorio stesso; la cosa ha fatto sì che oggi possiamo godere di paesaggi intatti, antichi e immutati. Fortunatamente le guide specializzate accompagnano ogni anno migliaia di esploratori attratti dai paesaggi aspri e dalla presenza di 120 insediamenti risalenti alla civiltà nuragica, 20 tombe dei giganti, 5 templi d'adorazione, e altre opere megalitiche antichissime. Le poche spiagge si raggiungono via terra attraverso mulattiere oppure via mare lungo tratti di costa incantevoli. Le più note sono cala Elune (o cala Luna), cala Sisine, cala Biriola, cala Mariolu (in sardo viene chiamata Ispuligedenie o Ispuligiadenie, cioè spulciata di neve) e cala Goloritzé. La flora deriva dalla foresta primaria mediterranea. Predomina la macchia mediterranea, con esemplari di leccio che contano diversi secoli di vita. Diffuso è il ginepro, soprattutto nell'antica e intricata boscaglia che ricopre il capo di Monte Santo. La fauna è contraddistinta da alcune specie rare, incluse alcune riportate nella Red List dell'Unione internazionale per la conservazione della natura poiché a rischio di estinzione. Sino a qualche decennio fa veniva spesso avvistata la foca monaca; ora questo accade raramente, pare si sia ridotta a pochi esemplari. La costa fa parte degli areali del gabbiano corso, che nidifica solo in ambienti particolarmente intatti. Nidifica inoltre il falco della regina (Falco Eleonorae), che in questo territorio ha la sua colonia mediterranea più popolosa. Sono altresì presenti l'aquila reale, il muflone, l'astore, il falco pellegrino, l'aquila del Bonelli.
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