VIA NOVARA 523. STORIE DI PADRI E MADRI ROM 3/3
Documentario realizzato da Gaetano Maffia, con le riprese di Ezio Riboni, allinterno del campo rom di via Novara a Milano, di cui Caritas Ambrosiana, insieme alla Cooperativa Intrecci, è ente gestore. Nel documentario la voce narrante (che interpreta una delle adolescenti del campo) accompagna gli spettatori in un viaggio tra le storie di migrazione, la quotidianità, i progetti e le attese per il futuro di alcuni dei rom qui residenti, raccontate dai diretti protagonisti.
Il video è stato realizzato allinterno del progetto Ilfan, Serbera e gli altri ragazzi del campo rom di via Novara, con il contributo della Fondazione Cariplo.
Pontassieve - la torre dell'orologio
Come risulta da numerosi reperti archeologici, il territorio di Pontassieve ha subito nel passato il dominio degli etruschi e dei romani. È però in epoca medievale che il borgo ha acquistato importanza e prestigio. Il fatto di sorgere nel punto in cui Sieve e Arno confluiscono, infatti, destò l'interesse della vicina Firenze intenzionata a impossessarsi di questo importante nodo fluviale. Qui, nel 1375 i fiorentini vollero edificare un'imponente fortezza, detta Castel Sant'Angelo, attorno alla quale ben presto si arroccarono numerose abitazioni; l'intero borgo risultava inoltre circondato da una possente cinta muraria di protezione. Di questa grandiosa costruzione restano oggi solo i ruderi di tre porte di accesso alla città: la Porta Fiorentina, detta comunemente Portaccia, la Porta Filicaia, della quale è rimasto solo l'arco e la Porta Aretina, o Torre dell'Orologio, che ci è giunta in ottimo stato, e restaurata nei mesi scorsi. Il toponimo Castel Sant'Angelo, con il passare del tempo, fu sostituito da quello attuale di Ponte a Sieve per la presenza di un antico e importantissimo ponte, il Ponte Mediceo, che permetteva il passaggio della strada che univa Firenze al Mugello, al Casentino e ad Arezzo. Delle quattro porte originarie, una è scomparsa: la Porta del Capitano, già cadente ai primi dell'Ottocento, fu distrutta già in quel secolo. La Porta Filicaia, detta originariamente Porta a Sieve, fu affittata (allivellata) alla famiglia dei da Filicaia almeno dal XVI secolo, e la parte superiore venne trasformata in abitazione.
Stesso destino subì la Porta Fiorentina, affittata allo scoccare dell'anno 1800 e quindi tamponata.
La Porta dell'Orologio La Porta dell'Orologio è l'unica delle quattro porte dell'antico castello che abbia mantenuto fino ad oggi, assieme alla proprietà pubblica, l'aspetto originario.
Malgrado lo scavo della soglia (effettuato come abbiamo detto ai primi dell'Ottocento) abbia modificato il rapporto tra lo spazio d'accesso e l'alzato della costruzione, questo mantiene il carattere originariamente difensivo. L'interno è aperto, com'era anche per le altre, per evitare che la torre, nel caso fosse caduta in mano nemica, potesse rappresentare un punto di forza per l'assalitore, che invece rimaneva esposto al tiro proveniente dai difensori. Il coronamento, a merli guelfi (cioè rettangolari), nasconde un apparato a sporgere con delle caditoie che servivano a colpire i nemici, con frecce, sassi o altri omaggi, mentre erano impegnati a sfondare il portone con l'ariete. Sul fronte rivolto all'esterno campeggiavano due stemmi in pietra coi simboli del Comune di Firenze.
...Il primo orologio venne regalato dal Vescovo di Firenze nel 1619 e fu collocato sopra la torre civica a cura della Podesteria, che per l'occasione acquistò una campana di 300 libre per il suono delle ore come risulta da un memoriale del Magistrato dei Nove Conservatori di Firenze Che in questo castello che è di passo non è mai stato oriolo per il passato et parendo assai necessario perché vi concorre anco molta gente al mercato, v'è stato donato loro uno da Mons. Arcivescovo di Firenze et havendo disegnato metterlo nella torre che è nel mezzo del castello et del borgo, li rappresentanti la podesteria si sono obligati spendervi scudi 70, con carico a quelli del castello et del borgo di mantenerlo sempre sonante, che la podesteria non ne senta altra spesa......possano comprare una campana di 300 libre...
Video di presentazione del Comitato Inquilini di Via Como e Corso Novara in Torino
Interviste e presentazione del Comitato Inquilini dello Stabile A.t.c. Area Ex Nebiolo in Torino (160 alloggi più 2 comunità )
Sono stati intervistati:
Carmine Tampone Presidente e Fondatore nel Giugno 2012 del Comitato Inquilini;
Rosanna Iannacci: Assegnataria di casa Erps (casa popolare) e collaboratrice del Comitato;
Valentina Cremonini: Consigliere e Coordinatrice della III Commissione ( Problemi del Lavoro - Industria, Artigianato e Commercio ) della Circoscrizione 7 della Città di Torino.
Per l'intervista si ringrazia l'Associazione Acmos.
FERRARA - CASTELLO ESTENSE - VEDUTE D' INTERNO SULLE NOTE DI CIAIKOVSKY
Il castello Estense posto nella sua fossa d'acqua al centro di Ferrara colpisce l'immaginazione di ogni visitatore.
Dimora stabile degli Estensi dal 1476, venne eretto a partire dal 1385, l'architetto fu Bartolino Ploti da Novara.
L'edificio sorse attorno alla preesistente torre dei Leoni, che faceva parte di preesistenti opere difensive.
Dove ora vi sono le terrazze all'inizio vi erano le merlature, abbattute a seguito di un incendio.
al piano terra troviamo i tre ingressi ; Rivellini Nod, Ovest e sud.
Il quarto rivellino è stato sacrificato per fare posto alle cucine.
La visita inizia attraverso 4 sale gotiche per passare poi alle cucine, alle prigioni di Don Giulio e di Ugo e Parisina, per accedere poi attraverso la rampa delle artiglierie al piamo nobile.
Qui si può ammirare il giardino degli aranci, i camerini dei baccanali e la cappella ducale.
Si può salire sulla torre dei Leoni per ammirare la veduta panoramica della città.
Si prosegue poi attraversola sala dell'aurora, la saletta dei giuochi e il salone dei giuochi dal magnifico soffitto diviso in 11 riquadri, alcuni del Bastianino, dove sono rappresentati atleti nudi che svolgono sport caratteristici dell'antica Grecia secondo il gusto del Duca Alfonso II.
Si passa poi all'appartamento della Pazienza voluto da Ercole II d'Este.
Qui abbiamo la camera della torre di Santa Caterina con soffitto neorinascimentale, l'anticamera della Galleria, la sala di Ettore e Andromaca e la sala della galleria.
Si prosegue poi attraverso la sala delle bonifiche, la sala della torre di San Paolo con disegni a tempera alle pareti e le 4 stagioni nel soffitto.
Attraverso l'anticamera del governo passiamo poi nella sala del Governo dallo spendido soffitto a lacunari dipinti originale, forse uno dei più belli del genere in Italia.
Segue la sala della devoluzione e la sala dei paersaggi eseguiti intorno al settecento.
Segue la sala delle geografie o sala Marchesana situata nella torre dell'orologio,
Si passa infine attraverso il salotto azzurro nella sala dei Comuni e da questa nella sala degli stemmi che conclude il percorso.
Uscendo dal salone degli stemmi si imbocca la scala elicoidale del 500 che riporta il visitatore nel cortile.
Difficile respirare l'aria di tutti i giorni dopo un'immersione in tanti secoli di storia della città racchiusi nel qudrato delle 4 torri del castello.
La foto ufficiale: tra ufo, selfie e cabala, ecco il backstage
Quello che c'è dietro lo scatto più importante della stagione. In questa clip, le immagini del backstage della foto ufficiale stagione 2014/15.
Asti - speciale 150 anni
L'antica città di Asti, preserva intatti i fasti del nobile e prestigioso passato. Percorrendo ogni angolo di strada sono visibili alte torri, piazze, porticati e palazzi medioevali, memoria del grande potere che la città ha avuto nel corso dei secoli.
Castello Grifeo illuminato di viola
Castello Grifeo illuminato di viola
Uno dei simboli di Partanna, il Castello Grifeo si è tinto questa sera (19/05/2016) di viola per aderire alla Giornata Mondiale per la lotta alle IBD (malattie infiammatorie croniche dell'intestino, malattia di Crohm e Rettocolite ulcerosa). L'evento è stato promosso da Amici Onlus e da Efcca, (associazione europea. Il Comune di Partanna (uno dei pochi in Sicilia) ha aderito all'iniziativa assieme ad altre città italiane e del mondo. (piu di cento monumenti storici sono stati illuminati di viola). In Italia hanno aderito i seguenti comuni: Cammarata (AG) (Palazzo Trajna), Capaci (PA) (Chiesa Madre), Carpi (MO) (Torre Dell'orologio), Catania (Teatro Bellini), Firenze (Fontana del Biancone) Modena (Torre Ghirlandina), Novara (Cupola Della Basilica Di San Gaudenzio), Palermo (Palazzo Pretorio), Partanna (TP) (Castello Grifeo), Perugia (Fontana Maggiore), Pisa (Torre Pendente), Ragusa (Portale Di San Giorgio), Roma (Colosseo) San Giovanni Gemini (Ag) (Monumento Passaggio Dal Vecchio Al Nuovo Millennio), Sciacca (AG) (Porta Palermo), Torino (Mole Antonelliana). Le immagini degli edifici illuminati saranno condivise su canali social nazionali e internazionali, tra cui Partanna Today.
Riprese: Andrea Nastasi.
Montaggio: Vito Caronna.
#Partanna
Majestic Hills di Kevin MacLeod è un brano autorizzato da Creative Commons Attribution (
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L'Ottocento in mostra, oltre la retorica si riscopre l'Italia
Milano, 19 mar. (askanews) - Sui libri di scuola è ricordato per la letteratura e il melodramma, ma l'Ottocento è certamente anche il grande secolo della pittura italiana. Una pittura che, attraverso il superamento dei regionalismi e delle diverse scuole, cerca un linguaggio comune. Una pittura che i Musei San Domenico a Forlì hanno riproposto in una nuova mostra che parte dal Romanticismo di Hayez fino al Divisionismo di Segantini e
Le dieci sezioni della mostra ricostruiscono i percorsi dei diversi generi, da quello storico, alla rappresentazione della vita moderna, dall arte di denuncia sociale, al ritratto, al paesaggio. I visitatori sono accompagnati con 160 capolavori dei 94 protagonisti di quei tormentati decenni, pittori come Induno, Molmenti, Faruffini, Maccari, De Nittis, Boldini, Zandomenenghi, Previati, Sartorio e altri, e scultori come Vela, Cecioni, Butti, Monteverde e Canonica. Gianfranco Brunelli, direttore generale delle mostre ai Musei San Domenico.
Era necessario riprendere alcune di queste opere, penso alla 'Carica dei Bersaglieri a Porta Pia' di Cammarano, a opere di Fattori, di Signorini e Corcos e tanti altri artisti perché qui nasce, attraverso questa grande arte, la genealogia degli italiani e l'autobiografia dell'Italia. Era necessario portare alcuni di questi capolavori che qui sono inseriti in un schema narrativo che supera la retorica. Retorica che fu anche necessaria e comprensibile: all'indomani dell'unità d'Italia bisognava che la popolazione che abitava la penisola si riconoscesse e si immaginasse italiana. Fu un'operazione politica e culturale ma che negli anni ha sviluppato la fuoriuscita da quella retorica e ha mostrato tutta la propria valenza artistica.
E proprio nei giorni di apertura della mostra - che proseguirà fino a giugno - da New York è arrivato l'oscar per l'esposizione del 2018 L'Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio arrivata prima superando il County Museum of Art (LACMA) di Los Angeles, il Metropolitan Museum of Art di New York, Palazzo Pitti di Firenze e l'Hermitage di Amsterdam.
Avere vinto a New York il Fifth Global Fine Art Awards è certamente un risultato importante. Lo è per la Fondazione Cassa dei Risparmi che ha creduto e investito in queste mostre, lo è per la città di Forlì che può essere orgogliosa di un risultato dopo 14 anni di grande lavoro qui ai Musei San Domenico con mostre originali.
COMUNE DI BOLOGNA
CONTROLLO E VERIFICA DELLO STATO DI PALAZZO D'ACCURSIO A BOLOGNA
UFO Savona ancora protagonista
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Torre di Città Vercelli - 01/11/2014
Ecco le condizioni di degrado in cui versa l'antica torre civica della città di Vercelli, costruita fra piazza Palazzo Vecchio, sede dell'antico municipio cittadino e via Vincenzo Gioberti già via degli Spadoni. La torre presenta una pianta a sezione quadrata ed è alta 32 metri, le sue origini risalgono al 1300.
#TORINO | Mercato di Porta Palazzo | Andiamo!
Feira livre ou Mercado Público? Mostramos os dois! Visitamos um ícone de Torino, o Mercato di Porta Palazzo e suas delícias piemontesas! Mas pelo caminho, uma preciosidade histórica, inesquecível. Veja!
Trilha:
Lost My Life - Jaune Dark
Get Up Out Your Way (Acoustic) - Wildlight
I'se a Muggin - The Underscore Orkestra
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Montelabate abbandonata...
Il Monastero di S. Maria di Valdiponte in Corbiniano (Il nome di Montelabbate, con cui si designa oggi la nostra abbazia, le è stato dato in tempi relativamente recenti), situato nella campagna di Perugia, ricorda i più remoti tempi dell'Ordine monastico. Il più antico documento è una bolla del 969 che concede ad un tale abate Pietro (essendo ignoti gli altri che lo precedettero, sebbene non vi sia dubbio che siano esistiti) l'assoluta indipendenza dal vescovo di Perugia, con l'obbligo però di restaurarlo sia sotto il profilo materiale che morale. Infatti Nel secolo undecimo si parla di esso come già da molto tempo esistente, avendone Giovanni XIX sommo Pontefice ordinata la restaurazione, nel 1030 [...].
[...] Trasmondo nell'anno 1267 fa gettare le fondamenta ad un solido ed elevato Nolario, che portò al suo compimento nel 1269, e nel 1272 vi fece collocare le Campane fuse da un tal Maestro Pietro (Magistro Petro Campanario pro Campanis che fece altre due Campanelle, delle quali probabilmente ne esiste ancora una [...] e porta a rilievo sull'orlo l'iscrizione senza data, né nome - Verum edicimus, gratias Deo referamus -. Questa torre fu però allora di un terzo più alta, che non sia al presente, essendosi più tardi, per ragioni di statica, creduto opportuno di ribassarla.
[...] Fece Pierdonato risarcire le mura del Monastero, fortificandole con speroni, nel 1568 e 69, servendosi dell'opera del Monaco D. Pierlorenzo Berardi. Fece porre nel 1579 al Campanile un Orologio di Ferro fabbricato da Giovanni Martino Gricci da Fossato. [...]
* * *
In questo riassunto descrittivo abbiamo riportato soltanto notizie generiche e riguardanti il campanile e le campane.
Nel video è stato scelto volutamente di trascurare l'abbazia vera e propria, la cui storia sarebbe molto complessa e degna di particolari attenzioni. Fortunatamente, negli ultimi anni è stata ben restaurata e riaperta ad eventi culturali pubblici nel periodo estivo.
Al contrario, volge in un indecoroso silenzio l'antica chiesa succursale di Santa Maria in Vigna Grande a cui si riferiscono le struggenti immagini del video.
In riferimento ad essa si riportano i seguenti documenti storici:
A pochi passi dal Monastero è la Chiesa detta di S. Maria in Vinea Magna. [...] Di quest'ultima non troviamo menzione prima del 1583, in cui è scritto che l'abate commendatario, cardinale Pierdonato Cesi, la restaurò e accomodolla a compimento delle funzioni sacre, sia dalla confraternita, che di parte delle parrocchiali, affinché non turbassero la quiete solenne della chiesa monastica, senza però togliere alla chiesa madre né il battistero, né la confraternita per non diminuirne il culto. A questo cardinale si riconosce il collocamento di un orologio nel campanile. Nel 1578, a' dì 19 Ottobre, fece, col restauro della Chiesa, anche costruire la Casa per il Parroco [...]
[...] col ritorno dei monaci nel 1750 la chiesa abbaziale fu restituita al culto e riportatavi la sede parrocchiale, rimanendo la chiesa di S. M. di Vigna Grande come succursale per taluni uffici quali suffragi pei defunti, seppellimenti, ecc. Più tardi, cacciati nuovamente i monaci per l'abolizione napoleonica degli ordini religiosi del 1808, la curia vescovile perugina deputò un sacerdote del clero secolare alla cura delle anime, assegnandogli qual chiesa parrocchiale quella della dell'abbazia stessa [...]; abolite di nuovo le congregazioni religiose dell'Umbria, dovettero i monaci abbandonare ancora una volta il monastero, par tuttavia lasciandovene uno in qualità di parroco con la stessa chiesa e canonica finché nel 1884, venuta in possesso dei nuovi proprietari della tenuta e del monastero la chiesa abbaziale, questa venne chiusa e il servizio parrocchiale trasferito a S. M. di Vigna Grande.
L'attività della suddetta parrocchia è andata sempre più calando per il noto fenomeno di abbandono delle campagne alla volta delle città in espansione, fino a cessare definitivamente nella seconda metà degli ultimi anni '60.
A testimonianza dei suddetti documenti, troviamo le tre campane tutt'ora adagiate nella sommità della torre. La maggiore venne fusa dai fonditori perugini Gregorio Nucci e Lattarini Giovanni il 9 Agosto 1752; la campana mezzana è la più interessante in quanto, fusa nel 1550 dal Crescembeni perugino, porta inciso il nome del cardinale Cesi. [...] Si può da questo argomentare che la chiesa di S. M. di Vigna Grande esisteva anche prima del card. Pierdonato Cesi, se esso ebbe a ristaurarla; ma ignorasi quando fosse costruita di pianta, e soprattutto non c'è alcuna memoria che essa fosse, prima di quegli ultimi anni del XVI secolo, stata mai usata a servizi parrocchiali. [...]
La campana minore risale invece al 1766, opera del perugino Nicolaus Agostini.
Piazza Sordello a 360°
Descrizione
Omicidio di Wally Urbini: confessa Amina Tourabe
E' arrivata la confessione , davanti al gip Luisa Del Bianco, di Amina Tourabe la marocchina di 58 anni che la polizia ha arrestato domenica pomeriggio a Cesena per l'omicidio di Wally Urbini
Una sfinge, è stata l'ultima a entrare nella camera da letto. Il figlio dell'anziana uccisa in casa sua dieci giorni fa racconta la reazione di Amina Tourabe al ritrovamento del cadavere. I sospetti si addensano su di lei da giorni ed è arrivata la confessione davanti al gip Luisa Del Bianco. Omicidio a scopo di rapina per l'accusa. Gli inquirenti subito avevano ristretto il cerchio dei sospettati a persone ben conosciute dalla vittima, che mai avrebbe aperto in piena notte a un estraneo. Ci sono forti elementi a suo carico. Tra questi le interecettazioni in cui la donna diceva di aver lasciato le impronte dappertutto in casa dell'anziana e gli averi ritrovati in un sacco gettato in un cassonetto. Amina aveva chiesto alla nuora di sbarazzarsene. Secondo le prime indiscrezioni, l'indagata avrebbe fatto dichiarazioni cercando di driblare la premeditazione.
Sarebbe entrata in casa Urbini in serata con lo scopo di chiedere un prestito di duecento euro. Il rifiuto di Wally avrebbe scatenato un litigio finito in tragedia. Un omicidio consumato per pochi spiccioli e per degli abiti da portare in Marocco. Infatti, a detta degli inquirenti, la donna aveva smania di ostentare benessere in patria. Sembra che la donna soffrisse di una depressione definita come acuta. Questo l'aveva portata a perdere il lavoro come badante: era molto conosciuta tra gli anziani della città.
Valentina Antonioli
18 luglio 2019 Francavilla Fontana BR Allarme disoccupazione Un giovane su due non lavora
Presa la banda dei parcheggi che imperversava nel Norditalia
Roma, (askanews) - Si appostavano nei parcheggi dei centri commerciali e dopo avere individuato il malcapitato o la malcapitata, sottraevano la borsa lasciata all'interno dell'auto rompendo il finestrino o forando i pneumatici, approfittando così della disattenzione della vittima: sette persone di etnia sinta sono state arrestate dalla polizia, ritenute responsabili di numerosi furti su vetture e in abitazioni nelle città di Verona, Reggio Emilia, Mantova, Brescia, Modena e Ferrara.
Grazie ai filmati registrati nei pressi dell'abitazione di proprietà del gruppo criminale, legato da vincoli parentali, i dati dei movimenti delle auto utilizzate, le intercettazioni telefoniche e i tabulati telefonici sono stati accertati 38 furti commessi in provincia di Verona e tra quelle di Reggio Emilia, Mantova, Brescia, Modena e Ferrara.
Sono così finiti in carcere tre soggetti, tra cui Hudorovic Emanuele detto Lachi, 37 anni, da cui ha preso il nome l'operazione della polizia. Sono inoltre agli arresti domiciliari quattro persone di età compresa tra i 23 e i 34 anni.
Il valore dei beni sottratti, tra cui gioielli, monete d'oro e orologi di pregio, supererebbe i 150.000 euro secondo gli agenti.
Lombardia- Rievocazione Battaglia di Magenta del 1859- HD
3 giugno 2018
La battaglia di Magenta oggi e nella tradizione
Ogni anno, tradizionalmente la Pro Loco organizza una ricostruzione storica con figuranti (giunti anche da molto lontano come il gruppo francese “ Les Archebusier de l'Est Auburè) per ricordare gli avvenimenti della Battaglia di Magenta. In piazza Liberazione oltre 100 figuranti ricreano l'atmosfera del 4 giugno 1859 con la rievocazione storica della seconda guerra d'indipendenza con la Battaglia di Magenta episodio fondamentale verso l'unità d'Italia .
Pur non essendo stato un confronto di grande portata, la battaglia di Magenta è commemorata come il primo scontro che diede inizio al processo di unificazione dell'Italia che in tre anni di campagne militari condotte dai franco-piemontesi porterà alla riunione degli Stati della penisola sotto il dominio dei Savoia, ma anche come il primo grande successo militare che mise in risalto la forza dell'accordo della Francia col Piemonte e l'ormai debolezza del grande apparato costituito dall'Impero austriaco che era sul punto di collassare sotto le insofferenti spinte rivoluzionarie italiane.
Gli echi sono immensi in tutta la penisola: i lombardi manifestano il loro entusiasmo, mentre i volontari passano il Ticino per unirsi ai piemontesi. Il 23 aprile l'Austria invia un ultimatum al Piemonte intimandone il disarmo entro tre giorni: è l'occasione pazientemente attesa da Cavour per iniziare la guerra.
Casa Giacobbe, monumento ancora presente coi segni e le testimonianze dello scontro, è divenuto ad oggi un centro congressi e luogo espositivo del museo sulla battaglia.
Lo scontro di Magenta ha lasciato segni importanti anche nella cultura odierna, come ad esempio il color magenta, una mistura prodotta per la prima volta nel 1859 e che deve il proprio nome proprio all'omonima battaglia in ricordo secondo la tradizione del sangue versato sul campo dagli zuavi francesi.
Spunti tratti qui e là
2012, il Natale di tutti
Comune di Napoli, enti pubblici, municipalità, enti privati: il Natale accoglie tutte le iniziative della città, in 450 mostre, visite, spettacoli ed eventi, oltre ad uno speciale programma per le attività produttive che coinvolgerà 2000 operatori in 67 fiere.
Fornelli d'Italia 1998 Isola Bella - Taormina
Rosa Falzone, Francesco Giuffrida e Francesco Prinzivalli
Sapore di Sale