Le Quattro Fontane dei Quattro Canti di Messina
Servizio del giornalista Marco Grassi andato in onda su RTV dedicato alle poco conosciute Quattro Fontane di Messina.
Le Quattro Fontane
Stumbled onto the 4 fountains while roaming around Rome at god knows what hrs of the night lol
Un po di tutto-Giro di fontane-Messina
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Via delle 4 fontane ( roma )
Via Quattro Fontane-via A.Depretis) è caratterizzato dalla presenza, ai quattro angoli, di Quattro Fontane, che danno il nome all'incrocio . Terminato nel 1587 il restauro ed il ripristino dell’antico Acquedotto alessandrino, chiamato da allora “Acqua Felice” dal nome del papa Sisto V, al secolo Felice Peretti, sotto il cui pontificato venne terminata l’opera, come era stato fatto in precedenza per l’Aqua Virgo, furono iniziati i lavori per una ramificazione sotterranea secondaria del condotto, in modo da assicurare l’approvvigionamento idrico delle zone dei colli Viminale e Quirinale, allora scarsamente serviti, e venne di conseguenza progettata anche l’edificazione di un certo numero di fontane. Dopo la Fontana del Mosè e contemporaneamente a quella posta davanti al palazzo del Quirinale, Sisto V volle che l'incrocio tra quelle due importanti arterie avesse un degno ornamento. Inizialmente gli vennero proposte quattro statue sacre, ma il pontefice era talmente entusiasta del “suo” acquedotto che preferì una fontana. Il progetto (il cui autore ci è ignoto) sviluppò invece una fontana per ogni angolo del quadrivio, anche per non intralciare il traffico urbano.
Sisto V aveva però speso talmente tanto per la realizzazione dell’acquedotto e per la Fontana del Mosè che per questa nuova opera ricorse ad un espediente che in futuro riscosse un certo favore: affidarsi alla munificenza dei privati, in modo che le fontane fossero “semipubbliche”. Del resto dell'acqua fornita dall'acquedotto sistino fino a Monte Cavallo non godevano solo i proprietari del Quirinale, ma anche i proprietari dei terreni che insistevano in prossimità del percorso dell'acquedotto. Sicché Muzio Mattei, che già qualche anno prima aveva insistito ed ottenuto che si costruisse la Fontana delle Tartarughe davanti al suo palazzo di Sant'Angelo, e che possedeva, in corrispondenza dell’incrocio, terreni che la via oggi delle Quattro Fontane aveva ben valorizzato pur tagliandoli in due, offrì il suo finanziamento per la costruzione di due delle quattro fontane[1]. Le altre due vennero finanziate da un monsignor Grimani, e da un Giacomo Gridenzoni (o Gridenzani) cremonese, che avevano proprietà sull’incrocio[2].
Le quattro opere in travertino (ma in realtà è più corretto parlare di una sola opera suddivisa in quattro parti) furono realizzate tra il 1588 e il 1593, sfruttando delle nicchie rettangolari di diversa dimensione, appositamente ricavate negli angoli dei palazzi. I soggetti, tutti diversi, sono però raggruppati a coppie analoghe: due figure maschili barbute, allegorie del Tevere e dell'Arno, che fronteggiano rispettivamente due femminili, che rappresentano Diana e Giunone. Le prime due simboleggiano Roma e Firenze, mentre quelle di Diana e Giunone sono simbolo rispettivamente di Fedeltà e Fortezza. Tutte le figure sono sdraiate su un fianco, con l’acqua che si riversa in piccole vasche semicircolari. Tevere e Giunone hanno un ricco sfondo decorato (nel primo gruppo è ovviamente presente la lupa), mentre quello dell’Arno è molto più piccolo, con un semplice rilievo di vegetazione da cui spunta un leone, e Diana non ne possiede affatto, ma è fornita di alcuni elementi caratteristici delle insegne di papa Sisto V (la stella e la testa di leone scolpiti sulla vasca e il trimonzio su cui la figura poggia il gomito).
Il disegno delle fontane del Tevere, dell'Arno e di Giunone è forse di Domenico Fontana (ma esistono diversi dubbi sull’attribuzione), che aveva progettato la via. La quarta, quella di Diana che volge le spalle a nord, è attribuita a Pietro da Cortona. Le realizzazioni sono state affidate a scultori sconosciuti, ma sicuramente di scarso valore artistico, considerata la mediocrità dei risultati.
L'incrocio sul quale insistono le fontane è oggi il punto di raccordo di tre rioni diversi: Monti, Trevi e Castro Pretorio.
Nell'estate 2009, la fontana rappresentante il Tevere è stata danneggiata; il ritrovamento del frammento mancante ha tuttavia permesso l'avvio dei lavori di restauro.
Messina: Fontana di Orione (Montorsoli 1507- 1563) by LuLoCa
La fontana di Orione, mitico fondatore della città di Messina, fu voluta dal Senato messinese nel 1547 per celebrare il completamento del primo acquedotto della città, che sfruttava le chiare acque del fiume Camaro. Essa é opera dello scultore Giovanni Angelo Montorsoli, discepolo di Michelangero Buonarroti. La vasca ha forma dodecagonale, alla cui base, quattro grandi figure allegoriche, rappresentano il fiume Camaro, il Nilo, il Tevere e l'Ebro. Tutto intorno, quattro vasche di raccolta e otto mostri mitologici in pietra nera vulcanica. Nel corpo centrale della fontana: quattro putti che cavalcano delfini, quattro Naiadi e quattro tritoni. La sommità é completata dalla figura di Orione con il suo fedele cane Sirio. Alcuni critici d'arte la ritengono la più bella fontana del '500 europeo.
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Here are top 15 things to do in Messina, Italy
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1. Torre Faro -
2. Messina Regional Museum -
3. Camposanto -
4. Piazza del Duomo -
5. Messina Cathedral -
6. Zona Falcata -
7. Santissima Annunziata dei Catalani -
8. Chiesa del Carmine -
9. Temple Christ the King -
10. Messina Bell Tower -
11. San Marco d’Alunzio -
12. Milazzo -
13. Lago di Ganzirri -
14. Fontana di Nettuno -
15. Galleria Vittorio Emanuele III -
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Danneggiata una delle Quattro fontane (Tevere)
Ennesimo danno al patrimonio artistico-culturale romano. Una delle Quattro Fontane, site allincrocio poco oltre il quale si trova il Quirinale, è stata mutilata. Mancano infatti allappello una falange di mignolo con un pezzo di anfora su cui era appoggiata. La fontana, raffigurante il Tevere, rappresenta il Rione Monti ed è stata restaurata di recente in seguito ad un altro danneggiamento subito. Sul posto sono intervenuti vigili urbani e polizia per gli accertamenti e il recupero del reperto da consegnare alla Soprintendenza. Toccherà poi agli investigatori capire se si sia trattato di un atto di vandalismo o di una sbadataggine o un incidente da parte di un turista maldestro. Non so se esistano delle telecamere in quell'incrocio, ma sarebbe opportuno metterle visto che i danneggiamenti sono molto frequenti in quella zona. Proprio la sera precedente, infatti, qualcuno aveva notato un gruppo di turisti intento a fare il bagno in unaltra delle quattro fontane realizzate nei pressi della vicina chiesa di San Carlo, costruita da Francesco Borromini tra il 1638 e il 1663. Se andate a guardare uno dei miei precedenti video (mi riferisco a quello del 16 agosto scorso), potrete vedere un turista straniero che si è messo a fare merenda senza che nessuno gli dicesse nulla e in una piazza frequentatissima. Ovviamente nessuno gli aveva detto nulla. E il turista aveva fatto il suo picnic senza problemi.
Alex Sheft -- The San Carlo alle Quattro Fontane
Precedent Video
La fontana della pigna di Messina
Servizio del giornalista Marco Grassi andato in onda su RTV e dedicato all'antica fontana della pigna di Largo Seguenza a Messina.
Fontane Piazza Cairoli Messina
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ITALIA UNOOO!!! alle quattro fontane con la bici che mi volevano vendere a 800€...
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Primo appuntamento con In giro per... del Centro Studi Politici SiAmo Messina
Ampio successo per il primo appuntamento con In giro per... svolto domenica scorsa lungo alcune vie del centro storico messinese tra Piazza Basicò e Piazza Duomo. La prima di una serie di visite guidate alla Città e alla Provincia di Messina promosse dal Centro Studi Politici SiAmo Messina per far conoscere, promuovere e valorizzare il patrimonio storico ed artistico del nostro territorio. Il primo itinerario, realizzato in sinergia con le Associazioni Bios, Noema e Amici del Museo di Messina, ha visto alla guida della suggestiva escursione, libera e totalmente gratuita, il Dott. Marco Grassi, giornalista, storico dell'arte e dottorando in Storia dell'Europa Mediterranea dell'Università di Messina, con gli interventi lungo il percorso anche del Presidente di SiAmo Messina il Dott. Mauro Viscuso, del Presidente degli Amici del Museo Dott. Franz Riccobono e degli altri componenti del novello sodalizio giovanile. Il percorso guidato, che ha visto la presenza di un nutrito gruppo di partecipanti, partendo da Piazza Antonello ha fatto tappa alle Chiese di Sant'Antonio Abate e San Tommaso il Vecchio, al complesso monumentale del Monte di Pietà, alla Fontana Falconieri, alla poco conosciuta Chiesa di San Francesco dei Mercanti, alla stele dell'Immacolata di marmo, a Largo San Giacomo, alla Chiesa della SS. Annunziata dei Catalani, gentilmente aperta per l'occasione dall'omonima Nobile Arciconfraternita, alle Quattro Fontane, alla statua di Don Giovanni d'Austria, al Palazzo Calapaj d'Alcontres e conclusione a Piazza Duomo con la visita della Basilica Cattedrale e la dettagliata analisi della monumentale Fontana di Orione. Lungo il percorso si è anche avuto modo si notare che da ormai diversi anni giace sepolta in una aiuola di Largo San Giacomo, nei pressi dello scavo con i resti dell'omonima chiesa medievale, una delle due vasche marmoree che un tempo componevano il complesso delle Fontane dei Cavallucci realizzate nel 1742 per Piazza Santa Maria la Porta. La sfortuna fontana fu smontata e sepolta nell'aiuola per realizzare gli scavi che hanno portato alla luce i resti medievali ben noti. Il Centro Studi Politici SiAmo Messina ha preso un impegno con i partecipanti della iniziativa per sollecitare l'Amministrazione Comunale con gli Assessorati competenti a risolvere questa paradossale situazione che vede questa significativa scultura letteralmente sepolta da quasi dieci anni. Al termine del percorso gli organizzatori hanno dato l'appuntamento al prossimo itinerario che si svolgerà Domenica 3 Giugno nella zona centro-nord del centro cittadino con appuntamento alle ore 9.00 a Piazza Casa Pia.
Messina - Piazza Cairoli - Fontane Multicolor
Messina - Piazza Cairoli - Fontane Multicolor
Vittorio Sgarbi al Teatro «Vittorio Emanuele» di Messina
Domani sera al Teatro «Vittorio Emanuele» di Messina, alle 21,00, va in scena lo spettacolo «EsotericArte» con Elio Crifò e la partecipazione straordinaria di Vittorio Sgarbi.
Una produzione di Stefano Baldrini.
Per informazioni sui biglietti:
Messina-Palermo 1-1 Serie B 2003-2004 (Sky Sport-Telecronaca Caressa)
La fontana del Nettuno di Messina
Servizio del giornalista Marco Grassi andato in onda su RTV e dedicato alla monumentale fontana del Nettuno opera rinascimentale di Giovan Angelo Montorsoli.
VILLAGGI SCHISINA 4K (FRANCAVILLA DI SICILIA , MESSINA) - RIPRESE & MONTAGGIO GIANNI IMPEGNOSO
VILLAGGI SCHISINA 4K (FRANCAVILLA DI SICILIA , MESSINA) - RIPRESE & MONTAGGIO GIANNI IMPEGNOSO
I Villaggi Schisina sono sette piccoli villaggi costruiti dalla Regione Siciliana nel 1950, sulla Strada statale 185 di Sella Mandrazzi, costituenti l'unica frazione di Francavilla di Sicilia (ME), con lo scopo di adibirli come abitazioni per i contadini assegnatari delle terre circostanti facenti parte di ex latifondi. I loro nomi: Schisina, Borgo San Giovanni, Bucceri-Monastero, Pietra Pizzuta, Malfìtana, Piano Torre, Morfia. I villaggi sono in stato di abbandono.
Nel 1950, al tempo della riforma agraria in Sicilia, fu creato l'Ente per la Riforma Agraria in Sicilia (Eras). L'obiettivo era quello di espropriare ed assegnare i vecchi latifondi ai contadini, che a canone agevolato e dilazionato avrebbero potuto riscattare il terreno. Inoltre gli stessi avrebbero potuto ottenere dei fondi regionali.
Per i proprietari che volontariamente offrivano in vendita i loro terreni erano previste agevolazioni. La contessa Maria Maiorca Mortillaro cedette 748 ettari del suo feudo proprio tra Novara di Sicilia e Francavilla di Sicilia al prezzo di 22.800.000 (del 1950). I lavori furono affidati ed eseguiti dall'impresa di costruzioni dell'ingegnere Rosario Arcovito di Messina, per una spesa poco inferiore al miliardo di lire. L'organizzazione dei sette villaggi era così strutturata: Borgo Schisina era il villaggio centrale, quello più grazioso, fiore all'occhiello dell'Eras e centro amministrativo di tutta l'organizzazione montana. Gli altri invece erano micro-comunità costituite da piccolissime case costruite in mattoni sui vari terrazzamenti del terreno. I loro nomi: Borgo San Giovanni, Bucceri-Monastero, Pietra Pizzuta, Malfìtana, Piano Torre, Morfia. In tutto furono costruite 164 abitazioni, da assegnare per sorteggio, con annesso appezzamento di terreno variante tra i due e i sei ettari. Le assegnazioni furono fatte per sorteggio. Ma subito dopo 64 contadini rifiutano l'assegnazione delle terre, mentre gli altri 100 che accettarono rifiutarono di stabilirsi in loco con le famiglie. Pertanto i villaggi rimasero vuoti. Il perché di tutto ciò venne spiegato dal fatto che, benché i contadini fossero nullatenenti e poverissimi, le case a loro assegnate erano costituite da due soli locali, composti da una cucina di quattro metri per quattro e una stanza da letto di tre metri e mezzo per tre metri, senza luce elettrica, perché a quel tempo non era stata ancora costituita l'ENEL, e la SGES società in concessione non intendeva elettrificare le campagne. Inoltre nelle abitazioni non era stata prevista l'acqua corrente. Nelle case faceva caldo d'estate e freddo d'inverno, a causa del tetto delle casette, che a 700 m s.l.m. venne realizzato a terrazza. In caso di pioggia le case venivano allagate, in quanto il loro pavimento era ad un livello uguale a quello del terreno esterno. Infine stalla e fienile erano piccoli ed avevano gli stessi problemi delle abitazioni. I terreni assegnati, essendo stati da sempre adibiti solamente a pascolo, avevano bisogno di opere di bonifica, che però erano fuori dalla portata sia economica che tecnica dei contadini. Molti di essi, non potendosi permettere di lasciare un lavoro sicuro di braccianti per un'impresa più grande delle loro poche forze, dovettero rinunciare. Chi accettò ebbe solo per poco tempo l'assistenza dell'Eras, poi furono lasciati soli. Oltre a tutto questo, l'area interessata era frammista ai pascoli lasciati in mano ai vecchi proprietari, le cui greggi sconfinavano nelle concessioni agricole danneggiandole. Dopo circa dieci anni, nel 1960, solo pochissime abitazioni erano abitate saltuariamente, nella stagione dei lavori agricoli. Di 164 alloggi erano abitati a Malfitana solo 2, a Borgo San Giovanni 4, a Piano Torre 9. Il resto era deserto.
Col passare degli anni anche queste abitazioni vennero abbandonate ed i villaggi passarono nel patrimonio del comune di Francavilla di Sicilia, che fino ad oggi non ha trovato la possibilità di un loro reimpiego.
Messina-Ascoli 3-2 Serie B 2002-2003 Rimonta pazzesca !