Trip to Sacro Monte ITALY ???????? and highlights on BORDUCAN hotel and Resturant
Basic information
Location Varese, Italy
Geographic coordinates 45.860361°N 8.793222°E
Affiliation Roman Catholic
Province Varese
Country Italy
Ecclesiastical or organizational status National monuments
The Sacro Monte di Varese (literally ‘Sacred Mount of Varese’) is one of the nine sacri monti in the Italian regions of Lombardy and Piedmont which were inscribed on the UNESCO list of World Heritage Sites in 2003. It has an altitude of 807 metres above sea-level.
The Sacro Monte of Varese is located a few kilometers from the city and nestled in the regional park Campo dei Fiori which literally translates to Field of Flowers. It consists of the Holy Road and the Sanctuary, as well as the small medieval village surrounding the Sanctuary. The Holy Road with its 14 chapels, rise up the mountain to the little village of Santa Maria del Monte and it ends with the Sanctuary (15th chapel) dedicated to the Virgin Mary. The rise is 2 kilometers along on a pebbly path, and every chapel represents one of the Mysteries of Jesus Christ’s life. You can find at the mountaintop the Sanctuary, the Cloister of Monache Romite Ambrosiane, The Museo Baroffio e del Santuario, the Casa Museo Lodovico Pogliaghi, the permanent nativity scene, and different restaurants, bars, a pizzeria, three hotels and a bed & breakfast. There is also a recently restored funicular that operates between a parking lot at the first chapel Prima Cappella and the top of Sacro Monte on Saturdays and Sundays throughout most of the year. Don't miss the Emporio, a multifunctional shop where visitors can find touristic information.
I Cappella - Sacro Monte di Varese
L'ANNUNCIO DELL'ANGELO A MARIA
La Cappella ha alle spalle la vallata di Brinzio e un contrafforte di Prealpi da cui fa capolino la vetta del Monte Generoso. E' cinta dal bel porticato, sostenuto da colonne di ordine dorico e corinzio abbinate, dal quale si vede in primo piano la valle dell'Olona e Oronco, in secondo piano i paesi intorno a Varese, sullo sfondo Como e oltre la campagna milanese fino agli Appennini.
Sopra le colonne corre un'architrave a fregi e cornicione, in pietra ben lavorata, su cui si legge sulla destra: «Ave Gratia Plena», di fronte: «Domin-us Tecum», e a sinistra: «Benedicta Tu in Mulieribus».
La prima pietra di questa Cappella fu posta il 2 marzo del 1605; sul frontone v'è il passo scritturale: «Missus est Angelus ad Mariam Virginem»; e la data del compimento dell'edificio: «MDCIX».
Si guarda all'interno tramite le finestre laterali, con grate in ferro e rifiniture di pietra ben lavorata. Sul frontispizio di ciascuna v'è una striscia con questi detti sacri: «Scala Coeli»; «Domus Dei», «Porta Coeli», «Electa ut sol».
La facciata della Cappella è munita di finestra, a forma ovale, ornata con intagli di pietra e chiusa da inferriata con bronzi e, sopra, un'altra finestrina ad imitazione di quella della Santa Casa di Loreto, con la scritta: «Ingres-sus Angelus ad eam dixit Ave Gratia Plena Dominus Tecum», sormontata da un vaso, in pietra, da cui escono tre rami di rose, come fiorite e sormontate da una corona regale con la scritta: «Rosa Mistica».
Nell'interno le pareti non recano ornamento fuorché l'intonaco a mattoni a vista; e, sul fondo, è situato un camino: per l'arredamento si procurò, da principio, di imitare la semplicità più verosimigliante della Santa Casa, ponendo mobili molto modesti ed un piccolo letticciuolo.
Un pio cavaliere milanese, della famiglia degli Archinti, mal potendo soffrire che, in un luogo di tanta sontuosità, avesse un povero abbigliamento la casa della Regina del cielo, donò una bella lettiera tutta lavorata ad intaglio dorato. Nel mezzo della stanza, ai piedi del letto, è un inginocchiatoio su cui posa la Vergine in atteggiamento estatico, con un libro aperto dinnanzi.
Nel suo sembiante, maestoso e modesto, si intravvedono i sentimenti di timore e di meraviglia che Essa deve aver provato nel vedersi comparire l'angelo, in sembianze d'uomo, là dove abitualmente si raccoglieva in Dio.
L'Angelo è a debita distanza, in piedi, con un giglio in mano e uno svolazzo su cui si leggono le parole: «Ave Gratia Plena».
In alto, tra l'una e l'altra statua, sta appesa una colomba che raffigura lo Spirito Santo. Entrambe le statue sono di Cristoforo Prestinari, valente modellatore piemontese. Furono eseguite per volontà e devozione dei borghigiani d'Orta, in quel di Novara, e il dono fu presentato ufficialmente da quel Comune al Santuario nell'anno 1610.
La Vergine, ora, la vedi con veste rossa e manto di colore celeste; un tempo era ricoperta da un sopramanto di broccato intessuto d'argento, tanto ricco da destare la meraviglie di quanti si soffermavano in pia contemplazione. Portava al collo un cuore d'oro massiccio, dono del prefato Archinti.
Sacro monte e campo dei fiori di varese dal punto di vista di un drone
Riprese aeree con il drone del Sacro monte e di Campo dei fiori.
Riprese fatte con DJI Mavic pro e gopro hero 5 black
2 Cappella - Sacro Monte di Varese
Sopra le colonne corre un'architrave a fregi e cornicione, in pietra ben lavorata, su cui si legge sulla destra: «Ave Gratia Plena», di fronte: «Domin-us Tecum», e a sinistra: «Benedicta Tu in Mulieribus».
La prima pietra di questa Cappella fu posta il 2 marzo del 1605; sul frontone v'è il passo scritturale: «Missus est Angelus ad Mariam Virginem»; e la data del compimento dell'edificio: «MDCIX».
Si guarda all'interno tramite le finestre laterali, con grate in ferro e rifiniture di pietra ben lavorata. Sul frontispizio di ciascuna v'è una striscia con questi detti sacri: «Scala Coeli»; «Domus Dei», «Porta Coeli», «Electa ut sol».
La facciata della Cappella è munita di finestra, a forma ovale, ornata con intagli di pietra e chiusa da inferriata con bronzi e, sopra, un'altra finestrina ad imitazione di quella della Santa Casa di Loreto, con la scritta: «Ingres-sus Angelus ad eam dixit Ave Gratia Plena Dominus Tecum», sormontata da un vaso, in pietra, da cui escono tre rami di rose, come fiorite e sormontate da una corona regale con la scritta: «Rosa Mistica».
Nell'interno le pareti non recano ornamento fuorché l'intonaco a mat-toni a vista; e, sul fondo, è situato un camino: per l'arredamento si procurò, da principio, di imitare la semplicità più verosimigliante della Santa Casa, ponendo mobili molto modesti ed un piccolo lettino.
Un pio cavaliere milanese, della famiglia degli Archinti, mal potendo soffrire che, in un luogo di tanta sontuosità, avesse un povero abbigliamento la casa della Regina del cielo, donò una bella lettiera tutta lavorata ad intaglio dorato. Nel mezzo della stanza, ai piedi del letto, è un inginocchiatoio su cui posa la Vergine in atteggiamento estatico, con un libro aperto dinnanzi.
Nel suo sembiante, maestoso e modesto, si intravvedono i sentimenti di timore e di meraviglia che Essa deve aver provato nel vedersi comparire l'angelo, in sembianze d'uomo, là dove abitualmente si raccoglieva in Dio.
L'Angelo è a debita distanza, in piedi, con un giglio in mano e uno svolazzo su cui si leggono le parole: «Ave Gratia Plena».
In alto, tra l'una e l'altra statua, sta appesa una colomba che raffigura lo Spirito Santo. Entrambe le statue sono di Cristoforo Prestinari, valente mo-dellatore piemontese. Furono eseguite per volontà e divozione dei borghigiani d'Orta, in quel di Novara, e il dono fu presentato ufficialmente da quel Comune al Santuario nell'anno 1610.
La Vergine, ora, la vedi con veste rossa e manto di colore celeste; un tempo era ricoperta da un sopramanto di broccato intessuto d'argento, tanto ricco da destare la meraviglie di quanti si soffermavano in pia contemplazione. Portava al collo un cuore d'oro massiccio, dono del Archinti.
5 Cappella - Sacro Monte di Varese
GESU' FRA I DOTTORI NEL TEMPIO
La Cappella è inserita contro la montagna in asse visivo con la XII (Ascensione). E' percepita frontalmente al colmo di una ripida salita; è visibile dal territorio di Varese e dalla campagna milanese; inquadra la città di Varese che ne curò la costruzione.
L'esterno è munito di porticato, a colonne e controcolonne, che le fa da atrio e lo circonda per tre lati. L'edificio si completa con un triplice ordine di costruzione: il primo trae risalto dagli ornamenti del secondo sopraelevantesi al corpo della Cappella, munito di archi, sorretti da colonnine in vivo, fino ad unirsi ad un terzo ordine che si risolve nel tuburio con piramide a sfera.
Si accede al peristilio, chiuso da balaustrata in pietra, per una scalea centrale. Ai lati del finestrone si ammirano due chiaroscuri raffiguranti: il Re Salomone e il Profeta Daniele. Di questa pose la prima pietra Mons. Filippo Archinti, Vescovo di Como, il 24 maggio 1607.
Ammirata la sontuosità esterna spingi ora lo sguardo all'interno e vedrai un tempio, in prospettiva a colori, di Andrea Villa e ornato di leggiadre figure a fresco, dovute al pennello di Francesco Nuvolone (detto il Panfilo).
Sulla parete di fondo è tratteggiata una bellissima fuga di colonne e di archi, che danno la sensazione di profondità, con al centro l'Arca dell'Alleanza, stabilita tra Dio e il suo popolo eletto. Sopra il cornicione, nei quattro spicchi (o vele) della cupola, sono dipinti gli Evangelisti, mentre nel semicircolo di prospetto è affrescata la visione dell'Apocalisse con l'agnello che tiene ferma la zampa sul libro dei sette sigilli.
Ai lati, tra le finestre superiori e inferiori, sono due quadri, uno di fronte all'altro: a destra è affrescata la scena di Mosè che riceve le tavole della legge sul monte Sinai; a sinistra Esdra che legge il libro del Signore.
Sopra, ai lati delle finestre superiori, si vedono figure di Profeti; sotto, ai lati di quelle inferiori, sono delineate belle figure in forma di Sibille. Nella tazza è rappresentato lo Spirito Santo fra gli angeli.
La Cappella raffigura la Sinagoga; il consesso dei dottori è ritratto al vero da 22 statue in terra cotta, opera di Silva di Morbio, il quale impresse tanta vita, naturalezza e forza di espressione. 12 dottori siedono in cattedra, divisi in due ali; nel centro sta il fanciullo Gesù, dodicenne, calmo e maestoso come chi si sente padrone della verità assoluta. Quanta espressione in quel volto animato dalla sapienza divina! Quale contrasto colla pertinacia e la confusione dei suoi ascoltatori! Davvero sembran vivi! Chi legge, chi disputa, chi vorrebbe come interrogare, chi, sfiduciato, incrocia le braccia sul petto, chi, conquiso da tanta sapienza, le allarga in segno di meraviglia. Uno, che si era levato per contraddire a Gesù si spinge verso Lui, ma, sopraffatto dal suo ragionamento, rimane colla parola troncata sul labbro. Contemplando questa scena, si ha l'impressione di trovarsi ad un'adunanza di persone viventi.
In fondo, in atto di sorpresa, stanno la Madre e San Giuseppe. Sul volto della Vergine ancora si legge l'espressione del dolore sofferto per avere smarrito, senza sua colpa, un tesoro affidatogli dal cielo.
11 Cappella - Sacro Monte di Varese
GESU' RISORGE DA MORTE
Non si sa perché quella costruzione sia stata abbandonata; il viale fu prolungato dalla parte opposta e la Cappella fu edificata sul promontorio, dove esisteva l'antica torre, dove si sarebbero soffermati gli Ariani la prima volta.
Tre grandi finestroni ad inginocchiatoio permettono di contemplare nell'interno il mistero della Risurrezione di Gesù Cristo. Le inferriate, di fine lavorazione, furono giudicate le migliori fra quelle che adornano le Cappelle. Ai lati, in chiaro-scuro, due Profeti: Mosè con una tavola in mano, e il Profeta Davide. Sopra l'inferriata di centro un angelo reca la dicitura: «Resurrexit, sicut dixit». Il Mistero è rappresentato da nove plastiche opera di Francesco Silva; furono giudicate le migliori da lui modellate. Gesù risorto, avvolto in una luce smagliante, domina tutta la scena e non ci si sazia mai di contemplare la dignitosa movenza della sua figura sospesa.
L'intelligente osservatore, ripiegando lo sguardo sul gruppo delle guardie sottostante, parte addormentate e parte tramortite per lo spavento, scorge lodevole naturalezza, specie in quei soldati di guardia i cui visi, attoniti e sconcertati per quel fulgore divino, mostrano di comprendere solo ora alcunchè del grande mistero. Nessuno potrà negare che, avvicinandosi a questa Cappella, dopo le tante scene d'orrore contemplate nelle precedenti, in cui tanto scempio s'è fatto del corpo santissimo dell'Uomo Dio, ci si sente finalmente allargare il cuore e s'affollano alla mente pensieri di conforto per la immensa gloria che ci attende lassù nel cielo.
Le pitture che sono nell'interno si devono al pennello di quell'Isidoro Bianchi da Campione, uno tra i migliori allievi del Morazzone. Anche dai lavori eseguiti in questa Cappella lo si giudica uno dei valenti artisti del '600 Lombardo. Nei due quadri laterali del semicircolo si ammirano: Gesù che appare alla Maddalena e Gesù che si accompagna coi discepoli di Emmaus. Attorno, in basso, il Limbo e le anime dei Patriarchi come librantesi, per salire al cielo, dopo la liberazione ottenuta dal Salvatore. Più avanti, in vicinanza dei finestroni, l'apparizione di Gesù a Tommaso, nel Cenacolo, e questi che mette il dito nelle ferite del corpo del Maestro per accertarsi che sia proprio Lui e non un fantasma; di fronte Pietro che cammina sulle acque.
Su due lesene interne sono dipinte in chiaro-scuro figure di profeti con in mano le tavole delle loro predizioni. Nell'affresco della cupula l'artista rivela tutta la potenza della sua fantasia e la singolare abilità con cui seppe sfondare l'ampia tazza e farvi comparire il Paradiso che muove incontro a Gesù.
Spingi lo sguardo il più che puoi attraverso le inferriate, e ammira la geniale composizione del soggetto in cui sono ordinatamente disposti i cori angelici in festa, resi più luminosi dai raggi che dall'Empireo si sprigionano, dove l'Eterno Padre con Maria attendono il comune Figlio glorioso e trionfante.
Gli angeli dei primi cori sono intenti alla festosità gaia e gioconda. Più spingi in alto lo sguardo e più ti accorgi, quasi sensibilmente, che il frastuono va mano mano attenuandosi per lasciare posto ad una festosità più composta, espressione genuina dell'estasi di chi si bea solo in Dio.
50- Monte Campo dei Fiori 1124 Grotta dell'Orso e palestre d'arrampicata del Cai Varese
Parco Regionale Campo dei Fiori
Piccola escursione alla selvaggia, alla ricerca di luoghi dispersi nella montagna urbana di Varese. Partendo dalle ville a 900 metri di quota, preso le scale dell'ex funicolare fino al ponte di quota 970 quindi con il sentiero passando vicino alla falsa Grotta Cupoletta, si arriva sotto le falesie ( attrezzate dal Cai Varese ) dove si arrampica, alla cui base si trova la Grotta dell'Orso ( o Grotta sopra Fontana Marella ) . Risalendo poi il canalone del fungo si arriva al piazzale della batteria con il suo cannone, da dove nelle giornate terse si possono ammirare i 4000 dell'Oberland Bernese con il bellissimo Finsteraarhorn 4274m che da qui sembra una bianca pinna di squalo.
7-7-2013
Oliver e Antonio