Nocera Umbra (PG) - Museo San Francesco e Pinacoteca Civica | Museo Archeologico
Nocera Umbra (PG) - Museo San Francesco e Pinacoteca Civica | Museo Archeologico
Abbiamo visitato la città di Nocera Umbra (PG), Umbria, Italy: Il Duomo Civico, la Torre; il Museo e Pinacoteca Civica San Francesco, ospitati nell'ex Chiesa di San Francesco e contenenti, oltre a numerose altre opere, affreschi e tavole di Matteo da Gualdo e Niccolò di Liberatore (detto l'Alunno); il Museo Archeologico, con numerosi reperti, fra i più antichi nella regione Umbria, distribuiti storicamente nelle sezioni: Preistorica e Protostorica; Romana; Tardo Antica / Alto Medievale / Longobarda.
Interventi degli archeologi:
Federico Frate (Museo e Pinacoteca Civica di Nocera Umbra);
Claudia Mastrini (Museo Archeologico di Nocera Umbra).
Gubbio - Museo Diocesano
Gubbio (Perugia) - Il Museo Diocesano si trova nel cuore della città vicino al Duomo e Palazzo Ducale.
Rappresenta uno dei monumenti più interessanti della città umbra, ricco di ambienti, peculiarità architettoniche, manufatti originali, scorci e panorami sulla pianura sottostante. È facilmente raggiungibile a piedi e tramite gli ascensori pubblici che salgono dalla parte bassa della città sino agli orti della Cattedrale. Qui ha sede il Museo Diocesano, mirabile raccolta d’arte che ripercorre la storia bimillenaria di questo luogo così come di tutta la Diocesi eugubina, già viva nei primissimi secoli dell’Era Cristiana. Il piano terra ospita la Botte dei Canonici,
enorme contenitore quattrocentesco, autentica rarità per tutti gli appassionati di storia dell’enologia oltre ad un fornito bookshop ed un luogo di ristoro.
La sezione archeologica offre testimonanze di epoca romana ed altomedioevale, mentre nelle sale attigue sono ospitati esempi di pittura e scultura del ‘200 e ’300 tra cui spiccano la splendide tavole dipinte dall’eugubino Mello. La pittura quattrocentesca è rappresentata da opere della bottega di Ottaviano Nelli, di Taddeo di Bartolo e da uno splendido ciclo di affreschi con scene della Passione di Cristo.
Un rinascimentale piviale fiammingo finemente decorato rappresenta lapunta di diamante della collezione di paramenti sacri e suppellettili liturgiche. Opere di artisti quali Benedetto Nucci, Cristoforo Roncalli (Pomarancio), G.B. Salvi (Sassoferrato), Giusto di Gand completano l’offerta di ricchezze di cui una visita seria della città di Gubbio non può fare a meno.
Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo
Descrizione del Guerriero di Capestrano
Campagna internazionale per il terremoto - Il Museo dei carri agricoli antichi di San Benedetto Po
Campagna internazionale per il terremoto a Mantova - Il Museo dei carri agricoli antichi di San Benedetto Po
Fondato nel 1977, il Museo Civico Polironiano di San Benedetto Po è uno dei maggiori musei etnografici d'Italia. Con oltre 13.000 oggetti costituisce un importante documento storico e propone un recupero delle testimonianze, materiali e immateriali, specifiche dell'area di riferimento del Museo: la pianura fluviale solcata dal Po, adagiata tra le Prealpi e l'Appennino Tosco-Emiliano. Oggi quello che si visita è il nuovo allestimento inaugurato il 2 ottobre 2009 che si trova nei suggestivi piani superiori del complesso monastico. La prima parte allestita (sezioni dalla 1 alla 15) è dedicata alla cultura materiale e alla società rurale; la seconda (sezioni dalla 16 alla 24) dedicata alla magia, alla religione popolare, alle leggende locali e alle espressioni artistiche del mondo padano. Di notevole interesse anche la collezione storico- archeologica del Museo, attualmente esposta nei seminterrati dell'ex refettorio monastico. La collezione comprende materiali fittili, lapidei e ceramiche conventuali recuperati durante le campagne di scavo. Un'altra importante collezione è quella degli antichi carri agricoli reggiano--modenesi che si trova nei seminterrati dell'ex infermeria monastica. mostrata nel video grazie ad una visita guidata dal Sindaco di San Bendetto Po Marco Giavazzi con il Presidente dei Mantovani nel Mondo Daniele Marconcini e da una discendete di italiani in Brasile Odete Mingori Delazeri di Santa Caterina (Brasile), metà di molti sambenedettini.
Jesi : Palazzo Pianetti e Galleria Rococò
Il palazzo Pianetti, attuale sede della Pinacoteca comunale, è un significativo esempio di architettura settecentesca. Iniziato nel 1748 su commissione della nobile famiglia dei marchesi Pianetti dal pittore architetto Domenico Luigi Valeri (1701-1770) e terminato intorno al 1781, ha un corpo centrale a due piani e alle estremità due ali che si protendono verso il giardino all'italiana, chiuso architettonicamente da una terrazza che gira intorno al cortile. Uno scalone marmoreo a doppia rampa costruito dall'architetto Angelo Angelucci da Todi, nel 1858, consente l'accesso ai piani superiori: sulle pareti sono bassorilievi in stucco raffiguranti poeti, musicisti e scienziati. Al primo piano si trovano la Galleria con stucchi e pitture rococò e le stanze decorate con le Storie di Enea. Al secondo piano sono le stanze di vita della famiglia Pianetti: sale, studioli, salotti, camere da letto, bagni decorati alla fine del '700 dal pittore Luigi Lanci e in un periodo successivo dall'artista fiorentino Olimpio Bandinelli con temi galanti e scene arcadiche. Nell'attico piccoli appartamenti destinati alla servitù. La facciata interna sul giardino è scandita da marcapiani orizzontali e lesene verticali e presenta un ritmico alternarsi di porte e finestre, alcune delle quali munite di balconcino, opera del veneziano Antonio Croatto. Il prospetto che dà sulla strada non è opera del Valeri ma, probabilmente, di un allievo dell'architetto Alfonso Torreggiani e riprende lo schema e la tipologia di Palazzo Aldovrandi, costruito a Bologna nel 1744. Nel 1859, in occasione del matrimonio fra Vincenzo Pianetti e la fiorentina contessa Virginia Azzolino, il palazzo subì ampi rifacimenti ad opera dell'architetto Angelucci. L'intervento non si limitò alle opere in muratura, ma si estese all'arredamento, al disegno di nuove porte e finestre, caminetti, parati, decorazioni interne. In questa occasione venne costruito lo scalone ancora esistente. L'aggravarsi della situazione economica della famiglia portò, nel 1891, ai lavori di razionalizzazione degli ambienti interni ed al loro adeguamento in vista dell'affitto di parte dell' immobile. Nel 1901 vi è la definitiva vendita del palazzo a favore della famiglia Tesei. È storia di questi ultimi quarant'anni la graduale acquisizione da parte del Comune di Jesi di Palazzo Pianetti che, a conclusione dei necessari restauri, è divenuto sede della Pinacoteca Civica.