Freedom
Villa Elvira - Tenuta San Vito - Pozzuoli -
Necropoli Paleocristiana III - IV Secolo D.C.
Primo concordato in Italia tra pubblico e privato.
E' la seconda necropoli più grande dell'Italia meridionale dopo Cimitile di Nola
E' il primo sito archeologico a Pozzuoli per i ritrovamenti tardo antico cristiani.
Soundtrack - Freedom - Havasi
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POZZUOLI, RIPULITA LA NECROPOLI DI VIA CELLE
Pozzuoli, la necropoli diventa discarica
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Pozzuoli - Itinerari Archeologici: Puteoli - la città alta - Bike Tour Onboard Head Camera GoPro
Archeo Flegrei,
Puteoli, un patrimonio archeologico da salvare
Itinerario archeologico consigliato - non esauriente - della città di Pozzuoli: la città alta - Necropoli della via Puteolis Neapolim - Puteolis Capuam - Anfiteatro minore - Anfiteatro Flavio - Ninfeo di Diana - Tempio di Nettuno - Tabernae - Necropoli di San Vito e di Via Celle - Stadio di Antonino Pio - Strada consolare
ricostruzioni con acquerelli animati, descrizioni, montaggio e produzione a cura di Cristiano Fiorentino
con la collaborazione di Adriano Fiorentino
Cristiano Fiorentino
Puteoli, un patrimonio archeologico da salvare
Carta archeologica dei Campi Flegrei
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reconstructions with animated watercolors, descriptions, editing and production by Cristiano Fiorentino
with the support of Adriano Fiorentino
Cristiano Fiorentino
Puteoli , an archaeological heritage to be saved
Archaeological map of the Phlegraean Fields
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Pozzuoli, necropoli romana aggredita dai roghi
Gli scavi archeologici nell'area di San Vito a San Salvo
In queste immagini, l'intervista alla professoressa Amalia Fausto Ferri della soprintendenza archeologica dell'università di Chieti.
????100 OPERE D'ARTE SPIEGATE: 021 - BASE DI POZZUOLI di Anonimo del I secolo d.C. - RADIO 3
TUTTE LE OPERE????➤
Anonimo del I secolo d.C., Base con raffigurazioni delle province d'Asia, detta Base di Pozzuoli (30 - 37 d.C.) altorilievo su marmo, cm 123 x 167 x 130. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.
A confronto con la più celebrata statuaria antica, a prima vista sembrerebbe difficile accreditare un pregio particolare a questo frammento scultoreo di epoca romana. Eppure questo basamento di statua nasconde una vicenda di storia romana piena di interessanti retroscena legati alla politica interna imperiale. Dietro alle solenni figure schierate sui quattro lati del blocco marmoreo si nasconde un intreccio di relazioni virtuose tra l'imperatore romano Tiberio e alcune provincie asiatiche. L'opera infatti riecheggia, in forma ridotta e semplificata, un grandioso gruppo scultoreo presente nel foro romano, offerto in ringraziamento della munificenza imperiale a favore di 14 sfortunate città dell'Asia Minore.
Bibliografia
- Stefano De Caro (a cura di), Il Museo archeologico nazionale di Napoli, Napoli 1994.
- V. Spinazzola, La base figurata di Tiberio, Atti dell'Accademia di Archeologia di Napoli, XXII, 1902.
- P. Liverani, ‘Nationes’ e ‘civitates’ nella propaganda imperiale, Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts. Römische Abteilung, 102, 1995, pp. 219-249 I
PAOLO LIVERANI insegna Topografia dell’Italia antica all’Università di Firenze, dopo aver diretto il Reparto Antichità Classiche dei Musei Vaticani. È stato co-curatore di diverse mostre tra le quali I colori del bianco (Città del Vaticano 2004), Laocoonte e la fondazione dei Musei Vaticani (Città del Vaticano 2006) e Giulio Cesare. L’uomo, le imprese, il mito (Roma 2008-2009). I suoi ambiti di ricerca e attività spaziano dalla topografia di Roma e dell’Italia centrale in età antica, alla storia del collezionismo archeologico, all’arte romana imperiale di rappresentanza, con particolare attenzione alla questione della policromia antica. Fra le monografie si ricordano La topografia antica del Vaticano (1999), I colori del bianco. Mille anni di colore nella scultura antica (2004), Le Necropoli Vaticane (2010, con G. Spinola).
POZZUOLI - LA FORESTA DI CUMA UNA DISCARICA A CIELO APERTO
Solfatara di Pozzuoli
La solfatara di Pozzuoli è uno dei quaranta vulcani che costituiscono i Campi Flegrei; è ubicata a circa tre chilometri dal centro della città di Pozzuoli. Si tratta di un antico cratere vulcanico ancora attivo ma in stato quiescente che da circa due millenni conserva un'attività di fumarole d'anidride solforosa, getti di fango bollente ed elevata temperatura del suolo[1]: altre attività simili si riscontrano anche in altre parti del mondo e vengono indicate con il nome di solfatare proprio per la similitudine con quella puteolana. La Solfatara rappresenta oggi una valvola di sfogo del magma presente sotto i Campi Flegrei, grazie alla quale si riesce a mantenere una pressione costante dei gas sotterranei. La Solfatara, nome col quale viene indicato il cratere piuttosto che l'intero edificio vulcanico, ha una forma ellittica con diametri di settecentosettanta e cinquecentottanta metri, mentre il perimetro è di due chilometri e trecento metri; la parte più alta della cintura craterica è posta a centonovantanove metri ed è chiamata monte Olibano mentre il fondo del cratere è posto a novantadue metri sul livello del mare. La Solfatara si colloca nel III periodo eruttivo flegreo e la sua formazione è avvenuta 3.700-3.900 anni fa. Già famosa durante l'epoca imperiale romana, Strabone, nel suo Strabonis geographica, la descrive come la dimora del dio Vulcano, ingresso per gli Inferi, chiamandola Forum Vulcani. Viene inoltre menzionata anche da Plinio il Vecchio come Fontes Leucogei per le acque alluminose e biancastre che sgorgano ancora tutt'oggi. Durante tale periodo iniziò una prima attività mineraria per l'estrazione di bianchetto, utilizzato come stucco, che poteva essere estratto dietro un pagamento di 20.000 sesterzi. Nel 1198, durante il regno di Federico II di Svevia, Scipione Mazzella racconta di una disastrosa eruzione della Solfatara, accompagnata da un violento terremoto. Recenti scavi hanno riportato alla luce una strada basolata romana a valle della Solfatara, la via Puteolis-Neapolim, che hanno messo in luce una necropoli del I secolo le cui sepolture, deposte negli strati piroclastici della Solfatara eruttati circa 4.000 anni fa e non ricoperte da ulteriori strati eruttivi, hanno invece dimostrato l'infondatezza della notizia: con molta probabilità si trattò di un intensificarsi dell'attività fumarolica accompagnata anche da una maggiore emissione di pillacchere, ossia gli schizzi di fango. Durante il Medioevo l'attività estrattiva di minerali raggiunse il suo apice. Nel 1687 nel cratere fu costruita una fabbrica per depurare l'allume ed inoltre si estraeva la polvere d'Ischia, il rosso di Pozzuoli, la terra gialla, la piombina, il bianchetto e lo zolfo. Tra il XVIII e il XIX secolo la Solfatara divenne tappa obbligata del Grand Tour e per i suoi vapori utilizzati per le stufe, ed i fanghi e le acque, considerati medicamentosi, divenne uno dei 40 stabilimenti termali più famosi dei Campi Flegrei. Nel 1900 iniziarono le prime visite guidate all'interno del cratere[3], mentre l'attività termale, nonostante fosse pubblicizzata da fogli e stampe illustrative, con il progredire della scienza medica, iniziò un lento declino, tanto che intorno agli anni venti ogni attività fu abbandonata. Anche l'estrazione di minerali, ormai ridotta solo a quella della pietra alchitrachite, cessò definitivamente negli anni cinquanta. Al centro della cosiddetta Piccola Solfatara, un insieme di fumarole poste ai piedi del Monte Olibano, la cui attività oggi risulta estremamente ridotta, nel 1904 e 1921, si sono verificate delle esplosioni durante le quali si sono aperte nuove fumarole la cui colonna di vapore fuoriusciva con grande gettito e forte sibilo, a una temperatura oscillante fra i 100° e i 140°: quella apertasi con una grande esplosione la mattina del 21 aprile 1921, mostrò una buca imbutiforme asciutta dalla quale fuoriusciva un fortissimo gettito di vapore di colore bianco che emanava un intenso odore di zolfo e depositava sulle pietre circostanti del realgar di colore rosso-arancione. Nella spianata della caldera, nel 1874, 1898, 1907, 1910, 1913, 1970 si sono verificate, provocate da piogge, delle depressioni imbutiformi di pochi metri di profondità, che, ricolme di fango bollente, formavano poi dei vulcanetti col fango proiettato fuori: tali depressioni si richiudevano successivamente durante la stagione secca. A seguito delle crisi bradisismiche del 1970-1972 e 1982-1984, l'attività della Solfatara, che rappresenta un certo pericolo per le circostanti aree urbanizzate, è sorvegliata da una rete di strumenti, che fanno del vulcano un laboratorio naturale di studi geologici.
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La solfatara di Pozzuoli
passeggiando nelle feste di natale 2011
Catacombe
Scavi archeologici sotto la tenuta San Vito a Pozzuoli (NA)
POZZUOLI, CROLLO ALLO STADIO DI ANTONINO PIO
Necropoli extraurbana dell'antica città di Puteoli.
Necropoli extraurbana di Puteoli -Via Campana-Pozzuoli(Na) - European Archaeology © 2014
Necropoli extraurbana dell'antica città di Puteoli. Via Consularis Puteolis ad Capuam. Via Campana, Loc. San Vito - Pozzuoli (Na).
passaggio sopra il Falcone e Pozzuoli.
atterraggio a capodichino, al ritorno da dusseldorf
Pozzuoli in giro per Frammenti
in atterraggio, passando su Pozzuoli, Soccavo, ecc.
pozzuoli dall'alto, lucrino,
Tramonto a Pozzuoli (4)
Oggi il tramonto a Pozzuoli si presenta con dei colori delicati ma decisi.
Visita il canale di questo video:
Pozzuoli_San Vito_set 2009
L'ennesima alluvione, tra il chissenefrega generale.
Pozzuoli, via Vecchia Campana, a San Vito, domenica 20 settembre 2009.
«Vergogna! Che vergogna!». Il tono dapprima sommesso delle invettive si mescola al rumore delle pale, che così scandite rimuovono il fango. È domenica mattina a Pozzuoli, zona San Vito, proprio dove si trova lantica necropoli romana. La notte precedente si è abbattuto un temporale, che ha completamente inondato d'acqua e terreno quel tratto di strada. E dunque, quella piccola comunità di fedeli - circa 30 persone - non può neanche entrare nella chiesetta del 600 dedicata a San Vito Martire. Sul muro cè il segno terribile ed evidente del livello raggiunto dallacqua: almeno trenta centimetri. Non è la prima volta che accade; basta un po' dacqua dal cielo, poca davvero, e sùbito lì tutto si allaga. Le colpe? Vanno distribuite, secondo pesi variabili: da un lato, alcuni dei suoi abitanti, che hanno costruito abusivamente, senzalcun discrimine, cementificando oltre misura la campagna circostante, e variandone per sempre lequilibrio idrogeologico; dall'altro, l'Ente locale (il Comune), che mai provvede alla manutenzione periodica delle fognature.
Di fronte alla piccola chiesa, al triste e livido spettacolo assistono i resti archeologici di una delle più vaste e importanti necropoli romane; i prodigiosi archi in opus reticulatum, da sempre recintati e resi inaccessibili, sembrano ormai sfiancati dai perenni lavori di restauro, prima iniziati, e poi sospesi; ripresi, ma mai ultimati. Questi appalti pubblici - così come tanti altri in questo nostro Sud -, sono come sospesi a mucche un po speciali, da mungere all'infinito grazie al meccanismo dell'aggiornamento prezzi. Eppure, ben diciassette frammenti delle decorazioni in marmo del mausoleo figurano nelle collezioni del British Museum, a Londra. Intanto, arriva una Fiat Panda con due vigili urbani; uno di essi scatta delle foto; interpellati, rispondono laconici: «stiamo constatando». Di lì a poco passa pure un camion del Servizio fogne, con tre uomini a bordo; giunto al trivio che sembra un lago, fa un'inversione di marcia, e se ne va. Allora Ubaldo, abbandonato il tono sommesso di poco prima, gli urla vanamente contro: «Terzo mondo! Terzo mondo!»; lui fa parte di quel manipolo di fedeli, che si stanno adoperando con vanghe, stracci e scope, per far sì che possa essere celebrata la messa. Daltronde, per un inesplicabile gioco del caso, la prima Lettura di oggi (tratta dal Libro della Sapienza) parla della violenza degli empi, che fa tacere la voce dei giusti... Finalmente, si riesce a praticare un varco d'ingresso, il prete scende dalla sua auto, e si fa squillare la campana. All'uscita, al di là della strada fatta fiume, e al di là dell'alta inferriata, la necropoli è incredibilmente asciutta; nonostante i suoi due millenni, essa resta un magnifico esempio di alta ingegneria delle acque reflue. Ai contemporanei, resta l'amaro d'un popolo incapace di meritarsi tutta la grazia e la bellezza che gli sono capitate in sorte. E viene pure il sospetto che glinglesi del British Museum, nell800 avrebbero fatto meglio a portarsi a Londra anche tutto il resto.
[Riprese e montaggio di Gino Fusco.
Il filmato è stato girato con una macchina palmare.
La musica è lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi, eseguito dallOrchestra Nazionale da camera del Festival Internazionale di Brescia e Bergamo, Edizioni Fonè].
© Gino Fusco
Settembre 2009
Agnano, sversamento di rifiuti dietro l'Ippodromo
Il tratto di via Raffaele Ruggiero che corre dietro l'Ippodromo di Agnano da anni viene utilizzato per sversare qualsiasi genere di rifiuti.
Servizio di Francesco Monaco
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Discarica di Pianura: una bomba ecologica
Valeria Ciarambino, candidata alla Presidenza della Regione Campania per il Movimento 5 stelle, consegna al Comune di Napoli, una richiesta di adozione dei provvedimenti per la tutela della salute dei cittadini e la dovuta informazione, sinora completamente assente benché le Istituzioni tutte fossero a conoscenza dell'enorme gravità del problema, sin dal 1997, anno delle dichiarazioni di Schiavone.