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ANAGNI - La città dei Papi - Full HD
© CLAUDIO MORTINI -
La città santa degli Ernici, fondata circa 3.000 anni or sono dalle popolazioni pelagiche provenienti dall'Asia Minore e dalla Grecia, è posta su uno sperone dei Monti Ernici a 424 metri di altitudine. Fu definita dallo storico tedesco Gregorovius una delle più belle terrazze d'Europa.
Anagni fu alla guida di una federazione di città, fra le quali Ferentino, Alatri, Veroli, che, in alleanza con le altre popolazioni limitrofe, i Volsci e gli Equi, tentò di arginare, senza riuscirci (306 a.C), l'espansionismo della nascente potenza di Roma.
La sua felice posizione geografica determinò, nel corso dei secoli, la sua rinascita come centro culturale, religioso, politico.
Cicerone, Marco Aurelio, Commodo, Caracalla, Lucio Settimio Severo, i grandi dell'antica Roma, la scelsero come loro residenza. Ad Anagni vennero emanate Bolle papali, vennero strette alleanze decisive per le sorti della potenza della Chiesa, vennero lanciate tremende scomuniche contro i potenti dell'epoca, come Federico Barbarossa. Il titolo città dei Papi le deriva dall'aver dato i natali a ben quattro pontefici: Innocenzo III°, Gregorio IX°, Alessandro IV°, Bonifacio VIII°.
La Cattedrale di Anagni è uno dei più bei complessi architettonici medievali d'Italia; venne iniziata nel 1072 e portata a termine nel 1104, nello stile romanico-lombardo, ma con molti elementi in stile gotico antico e bizantino. L'interno è a tre navate, sorrette da otto pilastri e quattro colonne, e qui i maestri Cosmati ed il Vassalletto hanno lasciato i loro capolavori: il bellissimo pavimento del maestro Cosmati, la sedia episcopale, il candelabro tortile. A metà navata laterale si aprono due cancelli di ingresso alla Cripta, definita la Cappella Sistina del Medio Evo dove si può ammirare uno dei documenti pittorici più importanti fra quelli esistenti in Italia, risalente a ben 60 anni prima dei grandi cicli di affreschi del Giotto nelle Chiese di Assisi e di Padova. Le storie pittoriche rappresentate sulle pareti e sulle volte comprendono tutto lo scibile della filosofia e della cultura medievale.
Il Palazzo di Bonifacio VIII°, vicinissimo alla Cattedrale, risale al secolo XI° ed è stato teatro di importanti avvenimenti: nel 1230 Gregorio IX° vi ospitò Federico II° di Svevia, re di Napoli e di Sicilia e imperatore del Sacro Romano Impero, per suggellare la pace di San Germano che poneva fine all'aspra lotta tra il potere della Chiesa e quello dell'Impero; nel 1303 gli emissari del re di Francia Filippo il Bello, Guglielmo Nogaret e Sciarra Colonna, penetrarono nel palazzo dove risiedeva il Papa e in una delle sale avvenne il famoso affronto dello schiaffo al pontefice.
Il Palazzo Comunale, costruito negli anni 1160-1163 su progetto dell'architetto Jacopo da Iseo, viene considerato un vero gioiello dell'arte civile medievale; venne realizzato con un'idea molto originale, con una ardita fuga di grandi arcate a tutto sesto sulle quali poggia la struttura della grande sala della ragione, illuminata da una serie di finestre a bifora e trifora.
Storia dello Schiaffo 7 settembre 1303 - Il re di Francia Filippo IV il Bello inviò i suoi emissari (Guglielmo di Nogaret e Giacomo Colonna) dal Papa, a capo di alcuni soldati, per intimargli di ritirare la bolla pontificia Super Petri Solio, che conteneva la scomunica per il re francese. Durante la notte, probabilmente con l'aiuto del Podestà dell'epoca, i soldati entrarono ad Anagni passando tranquillamente per una delle porte della città e la occuparono. Il pontefice fu rinchiuso nel palazzo di famiglia (oggi Palazzo Bonifacio VIII).
Qui, Guglielmo di Nogaret e il Colonna cercarono di costringere il pontefice oltreché a ritirare la bolla, ad abdicare. L'episodio, sembra, fu risolto da una sollevazione popolare dei cittadini di Anagni che liberarono Bonifacio VIII. Il Papa venne portato in trionfo dalla folla degli anagnini, ma per l'entità dell'oltraggio si ammalò. Morì poco più di un mese dopo.
Più correttamente l'episodio prende il nome di oltraggio di Anagni per il valore irriguardoso nei confronti della figura del pontefice. Nonostante la città, anche nelle cronache degli storici locali, ricordi l'evento come lo schiaffo di Anagni, si pensa che, in realtà, l'atto materiale non sia mai avvenuto. Quindi si tende a pensare allo schiaffo più come ad uno schiaffo morale.
Approfondimento. Gli SfigArtisti stanno arrivando a Potenza
Venerdì 10 aprile al Teatro Francesco Stabile a Potenza la compagnia Gli sfigartisti nello spettacolo FA CURRICULUM
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CASTELLO SFORZESCO / SFORZA CASTLE (MILANO, ITALY)
Il Castello Sforzesco è uno dei principali simboli di Milano e della sua storia. Fu costruito nel XV secolo da Francesco Sforza, divenuto da poco Duca di Milano, sui resti di una precedente fortificazione risalente al XIV secolo nota come Castrum Porte Jovis (Castello di Porta Giovia, o Zobia) e nei secoli ha subito notevoli trasformazioni. Fra il Cinquecento e il Seicento costituiva una delle principali cittadelle militari d'Europa; restaurato in stile storicista da Luca Beltrami tra il 1890 e il 1905, ora è sede di importanti istituzioni culturali e meta turistica. È uno dei più grandi castelli d'Europa.
La costruzione di una fortificazione con funzioni prettamente difensive fu avviata nella seconda metà del Trecento dalla dinastia viscontea, che deteneva la signoria di Milano da quasi un secolo, da quando nel 1277 l'arcivescovo Ottone Visconti aveva sconfitto nella battaglia di Desio e cacciato da Milano il precedente Signore, Napoleone della Torre. Nel 1354 l'arcivescovo Giovanni Visconti morendo lasciò in eredità il ducato ai tre nipoti Matteo II, Galeazzo II e Bernabò. Tra il 1360 e il 1370 Galeazzo Visconti fece costruire, a cavallo delle mura della città, in corrispondenza della Porta Giovia una fortificazione detta appunto Castello di Porta Giovia, dal nome dell'antico ingresso della cinta delle mura romane dedicato a Giove. L'edificio venne ampliato dai suoi successori: Gian Galeazzo Visconti, che divenne nel 1395 il primo duca di Milano, Giovanni Maria e Filippo Maria, che per primo trasferì la corte stabilmente nel castello dal palazzo ducale che sorgeva presso il Duomo (l'odierno Palazzo Reale). Il risultato è un castello a pianta quadrata con i lati lunghi 200 m e quattro torri agli angoli, di cui le due rivolte verso la città particolarmente imponenti, con muri perimetrali spessi 7 m. La costruzione divenne così dimora permanente della dinastia viscontea, per essere poi distrutta nel 1447 dalla neonata Aurea Repubblica Ambrosiana, fondata dai nobili milanesi dopo l'estinzione della dinastia viscontea avvenuta con la morte senza eredi legittimi del duca Filippo Maria. Fu il capitano di ventura Francesco I Sforza ad avviarne la ricostruzione nel 1450 per farne la sua residenza, dopo aver abbattuto la Repubblica ed essersi impadronito di Milano quale marito di Bianca Maria Visconti. Non essendo di nobili origini e non avendo quindi un proprio blasone mantenne quale stemma del proprio casato la vipera viscontea. All'epoca gli era pari solo il castello Het Steen di Anversa. Nel 1452 Filarete venne ingaggiato dal duca per la costruzione e la decorazione della torre mediana, che difatti tuttora viene chiamata Torre del Filarete, cui successe l'architetto militare Bartolomeo Gadio. Alla morte di Francesco Sforza gli successe il figlio Galeazzo Maria, che fece continuare i lavori dall'architetto Benedetto Ferrini. In questi anni fu avviata una grande campagna di affreschi delle sale della corte ducale affidata ai pittori del ducato, di cui l'esempio più pregevole è la cappella ducale cui lavorò Bonifacio Bembo. Nel 1476 sotto la reggenza di Bona di Savoia fu costruita la torre omonima. Nel 1494 salì al potere Ludovico il Moro e il castello divenne sede di una delle corti più ricche e fastose d'Europa, alla realizzazione della quale furono chiamati a lavorare artisti come Leonardo da Vinci (che affrescò diverse sale dell'appartamento ducale, insieme a Bernardino Zenale e Bernardino Butinone) e il Bramante (forse per una ponticella per collegare il castello alla cosiddetta strada coperta), mentre molti pittori affrescarono la Sala della Balla illustrando le gesta di Francesco Sforza. Di Leonardo resta in particolare la pittura di intrecci vegetali con frutti e monocromi di radici e rocce nella Sala delle Asse, del 1498, mentre nulla rimane del colossale monumento equestre a Francesco Sforza, distrutto dai Francesi prima di essere completato. Negli anni a seguire il castello fu infatti danneggiato dai continui attacchi che francesi, milanesi e truppe germaniche si scambiarono; fu aggiunto un baluardo allungato chiamato tenaglia che dà il nome alla porta vicina e progettato forse da Cesare Cesariano, ma nel 1521 la Torre del Filarete esplose, perché un soldato francese fece per sbaglio esplodere una bomba dopo che la torre fu adibita ad armeria. Ritornato al potere e al castello Francesco II Sforza ristrutturò e ampliò la fortezza, adibendone una parte a sontuosa dimora della moglie Cristina di Danimarca.
Riprese video effettuate martedì 19 aprile 2016.
Punto stampa dal Consolato Generale d'Italia di New York di Luigi Di Maio - 26/3/2019
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Prefabbricati Area coste alte
-ecco quello che c'è ancora in irpinia a 30 anni dal terremoto del 1980. Cosa da procura della repubblica. E nessuno ne parla. Ricordo agli amici amministratori che la percentuale di ammalati di tumore a Guardia è aumentata in modo esponenziale. Ci sarà anche un perchè? e se derivasse da qui?
Approfondimento. A Matera il workshop La Città Scavata
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Approfondimento. A Lagonegro la mostra delle Coccarde Rosse
Fino al 15 aprile 2015, la suggestiva cornice di Palazzo Corradi ospita una esposizione dedicata alle Brigantesse tra poesia, pittura e fotografia - lo speciale è curato dalla redazione de LaSiritide.it)
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Cronoscalata Sciacca-Monte Kronio 1992 (6parte)
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COME SI VA AL MARE AD ANCONA: IN ASCENSORE
DescrizioneE' la breve e non esaustiva descrizione di come si va al mare ad Ancona seguendo il tragitto dell'ascensore che ti porta dal livello mare al livello città con vista della città e della pineta e di come si svolge la balneazione organizzata.
La finale del torneo di calcio a 5 no profit organizzato da Stabia Domani
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Crocieristi in visita alla città di Salerno
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Festa del Duca 2012 - Giulia Vasapollo, arpista
Giulia Vasapollo si dedica allo studio dell'Arpa celtica- popolare sin dall'adolescenza, partecipa fin dal principio a concerti ed eventi, quali festivals di richiamo internazionale, mostre, manifestazioni musicali e teatrali, convegni in Italia e all'estero.
Esibendosi come solista e con diversi formazioni musicali sperimenta molteplici generi dalla musica medievale alla musica leggera.
Attualmente studia Arpa Classica e Composizione al conservatorio B. Maderna di Cesena, partecipa spesso a masterclass di arpisti celtici come Grainne Hambly e Tristan Le Govic.
Dji f450 in costa smeralda contro il maestrale
In questo semplice video di breve durata voglio mostrarvi come il DJI F450 con naza lite si comporta anche con vento abbastanza sostenuto. Da quello che si vede nemmeno il vento di maestrale sardo riesce a dar fastidio a questo drone che riesce a tener testa ai venti regalandoci comunque riprese mozzafiato e prive di vibrazioni
NON È STATO UTILIZZATO NESSUN TIPO DI GIMBAL!
Dji f450 flame wheel
Rx/tx turnigy 9x
batteria: zippy compact 11.1v 5000mah Gopro hero 4 silver 1080p 50fps wide locazione: Sardegna, costa smeralda campeggio isuledda.
Non criticate la qualità video, è stato caricato dal telefono.
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Ricordate sempre di controllare l'attività solare prima di volare col vostro drone
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Cangrande e l'Ordine degli Scaligeri HD ( A.C.ChievoVerona ) Book Trailer
Official video trailer
L'opera Cangrande e l'ordine degli Scaligeri è una raffinata pubblicazione a fumetti nata per promuovere e divulgare la storia, i miti, le leggende che riguardano uno dei periodi storici più importanti, e forse meno conosciuti, per la città di Verona e la sua provincia, ovvero quello in cui signora del territorio era la famiglia Della Scala e, in particolare, Cangrande, la sua più fulgida ed illuminata guida. La storia ripercorre il periodo che ha visto per protagonista la Signoria Scaligera, presentando le sue principali vicende storiche affiancate ad una narrazione più leggendaria e mitica, capace di trasmetterne tutta l'atmosfera ed il fascino e facendo divenire così quest'opera una risorsa straordinaria per appassionare e coinvolgere i lettori di tutte le età.
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Rogoredo: i funerali di Gianluca Giovinazzo, vittima di un infortunio sul lavoro
Crollo calcinacci in Via D'Annunzio da un edificio di Via Benedetto Croce.
Nella notte tra sabato e domenica 15 marzo 2015 si è verificato un crollo tra il terzo e quarto piano della parete perimetrale di un edificio di via Benedetto Croce che affaccia direttamente a Nord su un condominio per auto. La caduta poteva risultare drammatica per tutti coloro che in macchina rientravano tardi dalla serata del sabato.
Il cedimento ha causato la caduta di grossi calcinacci proprio sulla discesa che porta ai Box condominiali del piazzale di Via D’Annunzio.
Pertanto è stato un giorno di festa iniziato male per tutti coloro che dovevano utilizzare le auto per impegni già programmati in precedenza.
I vigili del fuoco ed i carabinieri accorsi sul posto hanno accertato le condizioni di pericolosità del muro perimetrale, che rischiava ancora di crollare, ed hanno ordinato immediati lavori di messa in sicurezza dell’edificio e dell’area di pertinenza privata relativa al piazzale condominiale dei box. Il piazzale condominiale privato di Via D’Annunzio è ritornato agibile dopo mezza giornata di lavoro. Testo ed immagini della Edis Film di Enrico Discolo.
Viggianello (PZ)
Viaggio nel feudo dei Sanseverino
Maltempo maestrale isola dei gabbiani 40 nodi vento Sardegna
Maestrale pesante 28 luglio 2019 isola dei gabbiani in spiaggia in questa fantastica terra