Prostituzione in pieno giorno, quartiere in rivolta
Nel quartiere Eur la prostituzione in pieno giorno è la norma da diversi anni, tanto che nel novembre 2014 i cittadini avevano marciato in corteo. Dal 2015 l’allora presidente del Municipio Andrea Santoro propose un progetto per istituire una zona “a luci rosse” dove concentrare la prostituzione. Il progetto, all’epoca della giunta Marino, fu discusso con l’assessore alle politiche sociali, ma poi bloccato dalla prefettura.
Finale Coppa Italia 2009/2010 - Inter vs. Roma (1:0)
Coppa Italia, Stagione 2009/2010, Finale, 5 Maggio 2010. Stadio Olimpico - Inter vs. Roma (1:0).
Marcatore: 40' Milito.
Inter: 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 2 Cordoba (39' 25 Samuel), 23 Materazzi, 26 Chivu; 4 Zanetti, 19 Cambiasso, 8 Thiago Motta; 10 Sneijder (5' 45 Balotelli, 93' 11 Muntari); 22 Milito, 9 Eto'o.
A disposizione: 1 Toldo, 17 Mariga, 7 Quaresma, 27 Pandev.
Allenatore: José Mourinho.
Roma: 27 Julio Sergio; 29 Burdisso (46' 13 Motta), 5 Mexes, 4 Juan, 17 Riise; 16 De Rossi, 7 Pizarro (46' 10 Totti), 20 Perrotta; 11 Taddei, 30 Toni (63' 94 Menez), 9 Vucinic.
A disposizione: 1 Lobont, 22 Tonetto, 33 Brighi, 19 Baptista.
Allenatore: Claudio Ranieri.
Arbitro: Nicola Rizzoli (sez. arbitrale di Bologna).
Spettatori: 60.000 ca.
PRIMO TEMPO - Quella di stasera, in uno stadio Olimpico completamente esaurito e quanto mai infuocato, è la quinta sfida in sei anni tra Inter e Roma per aggiudicarsi la Tim Cup. Inizia la partita e subito si fa male Sneijder, dopo uno scontro di gioco con Burdisso. Obbligato é il cambio, l'olandese zoppica, non ce la fa: al 5' lo sostituisce Balotelli, mentre dagli spalti viene disturbato Mourinho con il laser. Parte subito forte la Roma, con una palla di Vucinic, servito da Burdisso, che al 9' finisce all'incrocio dei pali. Un minuto dopo interviene sicuro Julio Cesar su un tiro-cross di Taddei. Al 12' arriva la prima palla gol per l'Inter, con un'azione innescata da Cambiasso, che serve sulla destra Eto'o, che sforna un assist per Maicon che calcia in corsa, ma Julio Sergio riesce a mandare in angolo. Subito dopo altra opportunità per l'Inter, con un cross teso di Maicon: salta Thiago Motta ma colpisce male. Al 17' viene segnalato il fuorigioco sul tiro di Eto'o per Milito lanciato a rete: il pallone finisce in porta, ma l'azione era già stata interrotta. Al 22' punizione di Vucinic che finisce direttamente tra le braccia di Julio Cesar. Pochi istanti dopo Eto'o sforna una palla eccezionale per Balotelli, ma Burdisso interviene mettendo la palla in calcio d'angolo. Al 26' grande occasione per l'Inter, ma Julio Cesar fa una parata strepitosa sul rasoterra di Taddei che cercava Toni: il portiere brasiliano allontana la palla con la punta delle dita, prima del tocco di Toni. Al 29' Julio Sergio si oppone al tiro dalla distanza di Balotelli dopo un'azione corale dei nerazzurri con sponda di Milito e passaggio all'indietro di Thiago Motta. Al 32' grande conclusione di Taddei, fermato correttamente in fuorigioco. Due minuti dopo bella combinazione tra Taddei e Perrotta, con quest'ultimo che colpisce di testa: il pallone finisce di poco a lato. Al 40' arriva il vantaggio nerazzurro, con Milito che va a segno andando al tiro in corsa, dopo essere stato servito a centrocampo da Thiago Motta e aver seminato la difesa giallorossa. Al 44', inspiegabilmente, non arriva la seconda ammonizione per Burdisso, che spinge in maniera plateale Balotelli. Insorge la panchina nerazzurra e viene espulso Gabriele Oriali per proteste. La partita si fa ancor più incandescente, con Mexes più che mai falloso ai danni di Materazzi. Dopo cinque minuti di recupero termina quindi 1-0 la prima frazione di gioco tra Inter e Roma.
SECONDO TEMPO - La ripresa si apre con due cambi nelle fila della Roma: entrano Motta e Totti, escono Burdisso e Pizarro. Al 52' inspiegabile come Perrotta non venga ammonito per un fallo su Milito, per il giallorosso sarebbe stato il secondo giallo. Al 54' calcio di punizione per la Roma: batte Totti, Julio Cesar non trattiene e la palla arriva a Juan che sbaglia sotto porta il gol del pareggio. Al 57' dai 32 metri nuovo calcio di punizione per la Roma: calcia Totti, Vucinic intercetta ma la palla arriva a Chivu che fa partire il contropiede nerazzurro, che si conclude con un missile di Balotelli verso Julio Sergio che para in due tempi. Al 63' Totti serve Taddei, ma Cambiasso salva intervenendo di testa. Al 66' Eto'o s'invola sulla destra ma viene fermato da Juan. Al 69' Eto'o va al tiro di esterno destro dalla distanza ma la palla finisce alta. Al 73' Balotelli va al tiro di potenza ma la palla termina alta sopra la traversa. Al 77' punizione per la Roma: batte Riise, a giro, alto sopra la traversa. Al 79' Julio Cesar respinge con i pugni un sinistro pericoloso di Riise dalla distanza. Al 82' Roma vicina al pareggio con Vucinic che riceve palla da Motta, si gira, ma il suo tiro è fuori. Al 88' viene espulso Totti per un bruttissimo fallo da dietro ai danni di Balotelli: un calcione assurdo, Rizzoli lo espelle. Dopo tre minuti di recupero termina quindi 1-0 il match tra Inter e Roma. I nerazzurri vincono la Tim Cup, è la sesta nella storia dell'Inter, che non vinceva questo trofeo dalla stagione 2005-2006. Conquistato il primo dei tre obiettivi a disposizione della squadra di Mourinho.
San Cristoforo sul naviglio - Milano Invita - 032 -
San Cristoforo è un complesso costituito da due chiesette affiancate.
Sorge sul percorso che conduceva a Milano dalla Lomellina, in un punto di passaggio obbligato nella rete dei vari corsi d’acqua.
Modello Milano. L’accoglienza ai transitanti nel capoluogo lombardo
fainotizia.it - Tutti a casa. Nostra.
(di Daniela SALA)
Sono 70mila i migranti transitati a Milano negli ultimi 20 mesi: oggi sono assistiti da cooperative e associazione in accordo con Comune e prefettura. Siamo andati a visitare l'hub in Stazione Centrale e il centro di via Aldini, intervistando operatori e migranti.
Un hub per lo smistamento dei migranti in transito in Stazione Centrale e 1300 posto letto per la prima accoglienza sparsi in tutto il Comune. È questo il 'modello Milano', modello ha cui ha dichiarato di ispirarsi anche l'assessore alle Politiche sociali della Capitale Francesca Danese.
Dei cosiddetti 'transitanti' si è parlato molto nei mesi scorsi, quando migliaia di profughi, principalmente provenienti dalla Siria e dall'Eritrea sono rimasti bloccati per settimane a Ventimiglia, nel tentativo di attraversare il confine con la Francia. Centinaia di profughi hanno di conseguenza affollato la Stazione centrale di Milano, un punto di passaggio obbligato per chi arriva via mare nel nostro paese ma intende proseguire il viaggio e chiedere asilo nei paesi del Nord Europa.
Negli ultimi venti mesi sono passate dalla stazione di Milano circa 70mila persone. Le motivazioni sono varie: alcuni migranti vogliono proseguire verso la Francia o il Regno Unito perché parlano francese o inglese e sperano quindi che là sia più facile trovare un lavoro ed integrarsi, altri hanno amici o parenti che già si sono stabiliti in Germania, in Svezia ma non possono attendere i tempi previsti dalla burocrazia per ricongiungersi ai familiari in modo legale.
Fino a metà luglio i volontari e le associazioni, in accordo con il comune di Milano hanno assistito i migranti gestendo uno spazio informale al mezzanino della stazione. Ora invece la Fondazione Progetto Arca, in accordo con Palazzo Marino e prefettura, gestisce lo spazio dell'ex dopo lavoro ferroviario in via Tonale, in uno dei sottopassaggi della stazione: un locale di 450 metri quadrati (suddivisi in tre locali grandi più i bagni e altre stanze più piccole) dove i migranti sono registrati (con il solo nome e il numero dei componenti familiari) e indirizzati in una delle sette strutture di accoglienza, dove potranno fermarsi per un massimo di otto giorni: Aldini e Mambretti (Progetto Arca), Casa Suraya (Cooperativa Farsi Prossimo), ex Cie di via Corelli (Gepsa) e Cara di via Corelli (Croce Rossa), XXV Aprile (City Angels) e Binario 21 Memoriale della Shoah (Comunità Sant'Egidio), per un totale di circa 1.300 posti letto a notte.
L'intervista integrale a Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano
Nell'hub è stato allestito un presidio della Asl ed uno spazio per i bambini curato dagli operatori di Save the Children e Albero della Vita. Ci sono poi dei computer, grazie ad Informatici senza frontiere, per permettere ai migranti di comunicare con i familiari che attendono notizie e un bar dove sono distribuiti panini e bibite.
A Roma l'assessore Danese ha recentemente annunciato, dopo l'allestimento di una tendopoli alla stazione Tiburtina, l'avvio della ristrutturazione di una palazzina a tre piani in via Masaniello, il Ferrhotel, un vecchio albergo per ferro-tranvieri in disuso all'interno dello scalo Tiburtina.
Si tratta in definitiva di un modello che ha dato una risposta concreta a un problema umanitario e sociale, visto che prima della creazione dell’hub i migranti erano costretti a dormire per strada o in stazione. C’è però una contraddizione di fondo: stando ai regolamenti europei le autorità italiane sarebbero tenute ad identificare i migranti. e se fanno finta di nulla è solo perché altrimenti, in base al regolamento di Dublino i migranti sarebbero obbligati a richiedere asilo in Italia, in quanto primo paese di arrivo, e quindi a restarci. Una contraddizione, questa, ammessa anche da Pierfrancesco Majorino, l’assessore alle Politiche sociali di Milano che ha fortemente voluto questo centri.
Curiosamente questo scarica barile europeo si ripropone parimenti a livello nazionale, come si è visto nei giorni scorsi con le proteste di cittadini e sindaci a Roma, in Veneto e in
Liguria, contro l’arrivo di nuovi rifugiati.
Interviste a
Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca
Erica Pianezzola, responsabile del centro per transitanti in via Aldini
Silvia Panzarin, Fondazione Progetto Arca
Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano
Italia-Russia 0-3, Prandelli: Obbligati a cambiare qualcosa
Il C.t. azzurro annuncia che farà cambiamenti nella squadra che affronterà l'Europeo. Così non si può andare avanti. Probabile passaggio al 3-5-2.
Angela Esmeralda & Sebastiano Lillo Live in Milan Pt. 3 - 3.03.2016
Terza e ultima Parte - Live al Cinema Teatro Trieste a Milano 3.03.2016 Angela Esmeralda, Sebastiano Lillo & Carletto Petrosillo presentano Raw il nuovo album. Raw di Angela e Lillo, che segue Delta Soul, conferma i buoni propositi del disco di esordio. I brani restano per la maggior parte autografi e i giovani ragazzi di Monopoli osano proporsi anche sfidando le strade più difficili, quella di cantare in Italiano (Spaccotutto), e addirittura andando sul loro dialetto pugliese (A Men Du Segnore). Due episodi riusciti e convincenti, in particolare l'interpretazione di A Men Segnore, che vive di luce propria.
Rispetto all'esordio la matrice blues è più esplicita e cruda, rispettata e colta in presa diretta preferibilmente acustica. La direzione è proprio dettata dalla presenza di I Don't Belong, episodio distintivo già presente in Delta Soul volutamente riproposto in Raw, in due alternative versioni. Alti i momenti come Somebody Is Calling My Name, una traccia che trasuda di gospel, in cui la voce di Angela mostra di crescere giorno dopo giorno e al fianco di Sebastiano Lillo, il chitarrista, non manca di trovare tra tecnica e ritmo il collante per amalgamare il tutto. Sovente si aggiunge Carletto Petrosillo, la terza forza dell'organico nella dimensione live, al contrabbasso visibile in Hokum On Morton. La versione in trio sembra un passaggio obbligato seppur l'album verta soprattutto tra lo spessore della voce di Angela e la chitarra di Sebastiano, ormai un duo simbiotico, il brano Black Man ne è una costatazione. Così come in due si omaggia Fred McDowell con il traditional You Gotta Move e Skip James con Hard Time Killing Floor, due classici che sicuramente non sfigurano, ma che non aggiungono nulla a quanto già di buono proposto sulle tracce autografe. Il Deep South Italian Blues esiste.
Angela Esmeralda & Sebastiano Lillo Live in Milan Pt.2 - 3.03.2016
Seconda Parte - Live al Cinema Teatro Trieste a Milano 3.03.2016 Angela Esmeralda, Sebastiano Lillo & Carletto Petrosillo presentano Raw il nuovo album. Raw di Angela e Lillo, che segue Delta Soul, conferma i buoni propositi del disco di esordio. I brani restano per la maggior parte autografi e i giovani ragazzi di Monopoli osano proporsi anche sfidando le strade più difficili, quella di cantare in Italiano (Spaccotutto), e addirittura andando sul loro dialetto pugliese (A Men Du Segnore). Due episodi riusciti e convincenti, in particolare l'interpretazione di A Men Segnore, che vive di luce propria.
Rispetto all'esordio la matrice blues è più esplicita e cruda, rispettata e colta in presa diretta preferibilmente acustica. La direzione è proprio dettata dalla presenza di I Don't Belong, episodio distintivo già presente in Delta Soul volutamente riproposto in Raw, in due alternative versioni. Alti i momenti come Somebody Is Calling My Name, una traccia che trasuda di gospel, in cui la voce di Angela mostra di crescere giorno dopo giorno e al fianco di Sebastiano Lillo, il chitarrista, non manca di trovare tra tecnica e ritmo il collante per amalgamare il tutto. Sovente si aggiunge Carletto Petrosillo, la terza forza dell'organico nella dimensione live, al contrabbasso visibile in Hokum On Morton. La versione in trio sembra un passaggio obbligato seppur l'album verta soprattutto tra lo spessore della voce di Angela e la chitarra di Sebastiano, ormai un duo simbiotico, il brano Black Man ne è una costatazione. Così come in due si omaggia Fred McDowell con il traditional You Gotta Move e Skip James con Hard Time Killing Floor, due classici che sicuramente non sfigurano, ma che non aggiungono nulla a quanto già di buono proposto sulle tracce autografe. Il Deep South Italian Blues esiste.
Intervista a Michele Maldini
AUTOBUS ha intervistato Michele Maldini, Direttore Daimler buses Italia. Gara d’appalti, analisi di mercato e molti altri argomenti come, per esempio, il Decreto Maddia e gli scenari futuri che questa legge tratteggia tra cui, non ultimo, il noleggio dei mezzi ‘over 9 posti a sedere’. Michele Maldini guarda al futuro e analizza un presente che sembra solo un passaggio obbligato per un mercato ormai destinato a mutare. A breve.
ATALANTA MILAN 1-1 PAPERA DONNARUMMA! GATTUSO LO DIFENDE! #ATALANTAMILAN
ATALANTA MILAN 1-1 PAPERA DONNARUMMA! GATTUSO LO DIFENDE! #ATALANTAMILAN
Atalanta-Milan 1-1: Masiello risponde a Kessie, Gattuso in Europa League
Il difensore al 92' pareggia i conti dopo il gol dell'ex, in una gara piena di cartellini (espulsi Toloi e Montolivo): rossoneri sicuri del torneo, ma per il sesto posto è tutto aperto
A Bergamo per un’ora diluvia così tanto che viene voglia di chiamare Noè, ma è quando sta quasi per uscire il sole che Donnarumma si fa sfuggire il pallone più importante della partita. Il tempo è già finito e il Milan sta vincendo 1-0 con gol di Kessie, è sicuro del sesto posto e della qualificazione ai gruppi di Europa League. Masiello però gira in porta di testa un cross da destra, che Gigio tocca ma finisce per accompagnare in porta. Non è una papera – il tiro era ravvicinato – però, in coda alla settimana di Juve-Milan, la maledizione sembra continuare. Soprattutto, il Milan è obbligato a rifare i conti. Gattuso sale a 61 punti e Gasperini a 60, con la Fiorentina ferma a 57 e la Samp a 54. Il Milan è sicuro dell’Europa ma dovrà battere la Viola all’ultima se vorrà essere sicuro di evitare il salto a ostacoli del triplo preliminare di luglio e agosto. L’Atalanta invece può ancora essere scavalcata al settimo posto, dalla Fiorentina in caso di irreale goleada (scontri diretti pari, +7 di differenza reti) o dalla Samp se vincesse stasera col Napoli e tra una settimana con la Spal.
NERVOSISMO — Il bilancio tutto sommato non è negativo per nessuno, ma i rimpianti non mancano. Il Milan deve fare un ultimo sforzo in una stagione che sembra iniziata negli anni Novanta, da tanto è stata lunga. L’Atalanta festeggia il pareggio ma resta un po’ nervosa per le occasioni mancate e (ancora una volta) l’arbitraggio. Atalanta-Milan infatti è stata una partita di calci, cartellini e contestazioni. Undici ammoniti e due espulsi bastano? Guida ha iniziato facendo correre ma la tensione si è alzata già nel primo tempo, quando il Papu Gomez ha colpito alla schiena Biglia, in campo con due vertebre rotte e soprattutto teoricamente un suo compagno di nazionale. La mezza rissa tra i due ha annunciato il futuro. Nel secondo tempo Guida ha espulso Toloi che, dopo essere stato ammonito per un (non?) fallo su Bonaventura, lo ha applaudito. Soprattutto, undici minuti dopo si è ripetuto con Montolivo che, entrato all’intervallo per Biglia, è entrato in scivolata sul Papu e lo ha colpito alla tibia. Ingenuo.
MILAN AMARO — Gattuso sembrava avercela fatta con un gol di Franck Kessie, che in Atalanta-Milan, giusto un anno fa, non aveva segnato solo per colpa di una delle migliori parate della stagione di Donnarumma. A maglie invertite, ha fatto meglio. Dopo un’ora di partita ha liberato Montolivo con il tacco (!) e, quando il passaggio del suo play verso Kalinic è stato deviato da Toloi in anticipo, è arrivato sulla palla vagante e ha calciato forte all’angolo con il destro. Gran gol (senza esultanza). Resta una delle notizie positive in rossonero, assieme all’approccio. Il Milan non era favorito, doveva essere in crisi dopo la finale persa contro la Juve, invece ha lottato dall’inizio alla fine. Non ha certo dominato, a tratti ha decisamente sofferto, però c’è sempre stato. È partito meglio e ha provato subito con Suso e Bonaventura nei primi 23 minuti. Kalinic è stato quanto meno apprezzabile per il solito lavoro spalle alla porta e Calhanoglu, non alla sua migliore partita, ha rischiato di segnare già nel primo tempo, quando è scivolato in area solo perché evidentemente aveva montato le gomme da asciutto.
ATALANTA IN FESTA — L’Atalanta invece ha dato il suo meglio nel secondo tempo. Nei primi otto minuti Cristante ha calciato tre volte e sul terzo tiro Donnarumma ha fatto una parata non banale. Caldara, primo ad arrivare sulla respinta, ha sbagliato quasi a porta vuota. Sempre lui, Cristante, a fine primo tempo era stato protagonista di un’azione con triplo tiro – Bryan, poi Freuler, poi ancora Bryan – e tripla respinta di Ricardo Rodriguez (due volte) e Biglia. Gasperini e il suo vice Gritti, in panchina per lui, hanno sostituito a sorpresa il numero 4 e a sorpresa hanno trovato il pareggio senza di lui. La squadra così è finita sotto la curva, che all’inizio della partita aveva invitato Gasp a restare con maxi-bandierone e striscioni dedicati. I canti finali sono sembrati un ringraziamento per la stagione europea e l’invito a regalare altri timbri sul passaporto da luglio.
( I video di yesmilano.com 23 ) La facciata del Duomo di Milano
Il video racconta la storia della costruzione della facciata del Duomo di Milano, attraverso quattro secoli di storia, a partire dall'antica chiesa di Santa Maria Maggiore.
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Brexit o no, i britannici vogliono ancora viaggiare in Italia
Roma, (askanews) - Brexit o no, i turisti britannici continuano ad amare l'Italia e paesi mediterranei come Spagna e Portogallo, che si classificano come le tre mete preferite dei viaggiatori d'Oltremanica. Ad affermarlo sono gli autori delle guide di Condé Nast Johansens che analizzano ogni anno i trend turistici e le destinazioni preferite di migliaia di viaggiatori nel mondo.
Charlotte Evans, group publishing director, durante la presentazione a Bologna dei risultati del Readers Survey 2016, il sondaggio dei lettori delle tre guide, ha spiegato:
Nonostante le sfide che il mercato britannico ha avuto con la Brexit, è molto interessante notare che i britannici vogliono ancora visitare l'Italia, amiamo l'Italia. Secondo l'Associazione delle agenzie di viaggio britanniche e Condé Nast, le risposte dei partecipanti hanno mostrato che l'Italia, la Spagna e il Portogallo sono le tre mete preferite, accanto al Regno Unito, dei viaggiatori. Se l'Italia ci vuole ancora e ci darà ancora il benvenuto, noi vogliamo sempre venire in Italia.
Interpellati sulle destinazioni preferite per i prossimi due anni, i viaggiatori fai-da-te hanno scelto il Regno Unito e l'Irlanda, seguito a ruota dall Europa del Mediterraneo e dagli Stati Uniti, senza dimenticare un passaggio nei Caraibi e in Estremo Oriente.
Si fidano ad organizzare la propria vacanza online o quantomeno a cercare informazioni sull accoglienza in hotel, ma preferiscono ancora sfogliare la versione cartacea della guida e ammirare le foto e cercare le migliori opportunità. La sfida nei prossimi anni di Condé Nast - che recensisce 550 strutture in tutto il mondo - è quella di mettersi a disposizione del proprio cliente per organizzare eventi speciali per particolari ricorrenze.
Ma non solo: Ciò che è molto in voga ora sono i viaggi per le famiglie, per gruppi di amici. Altri risultati molto interessanti della nostra ricerca sono il tipo di vacanze che i viaggiatori cercano, in particolare i soggiorni nelle città. C'è un grande trend in questo momento a selezionare proprietà lussuose o da affittare privatamente: hanno la concierge, il maggiordomo e tutti i servizi necessari, di alto livello. Assieme a, molto interessante, crociere sui fiumi, come boutique hotels galleggianti sull'acqua.
La Géographie de l'Italie
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La géographie de l'Italie. Voici le chapitrage :
00:19 : Géographie physique
01:55 : Administration territoriale
03:25 : Démographie
07:05 : Réseau
10:04 : Economie
11:53 : L'autre économie (si vous voyez ce que je veux dire)
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17 - Beppe Viola - Vite vere, compresa la mia.
Letto da Andrea Narsi
Ho scelto Beppe Viola perché mi ha sempre parlato come mi parlava mio nonno. Con intelligenza, ironia, e un pizzico di surrealità tipica di una Milano che aveva ancora la nebbia e tutto era più chiaro. - Andrea Narsi
“Il tuffatore misterioso è già stato catturato. Ci tocca vestirlo con la sua brava camicia di forza e vedo i miei due commilitoni impegnati nella rissa. L'omaccione grida che lei è una troia, che è sempre stata una troia. Lei, la contessa, invita l'equipaggio a far presto perché lui quando beve diventa pericoloso. Pare calma, la contessa, e si guarda in giro in cerca di solidarietà, nel senso che tutti dovrebbero sapere come stanno le cose, dov’è il torto e la ragione. L'omaccione però è obbligato a dare le sue spiegazioni e lo fa dicendo sempre la stessa cosa. In sostanza, a sentirlo pare proprio che lei sia una troia mai vista.
L'omaccione è di poche ma precise parole. Quando lo stendiamo sulla branda in macchina, mica cambia discorso. Lei, invece, sembra una dama che le tocca fare una brutta esperienza. Ci manca poco che firmi degli autografi a tutti quelli che la compiangono, invitandola a stare brava. Certo lui ha il vizio del bere, cosa volete?
L'ambulanza parte per la neurodeliri a trecento all'ora. La contessa è dietro, accanto a me, e non si sorprende affatto che il suo ganzo tiri fuori da matto. Sapesse..., dice e poi sospira lasciando intendere che di queste cose se ne intende. La contessa se ne intende. La contessa ha l'aria fina di una caporeparto e mi accenna un sorriso tipo confort. Dentro di me penso che si potrebbe tentare una puntura per farlo stare tranquillo questo qui, ma chi lo sa dove sono le siringhe. Arriviamo presto in ospedale e scarichiamo il bagaglio in reparto. Fuori troviamo la contessa con la faccia sorridente. “Vuole un passaggio a casa?, le fa il Nino. Lei dice sì e, strada facendo, spiega che non ha mangiato e una pizza sarebbe proprio una roba giusta (…) La contessa non è affranta nemmeno un po', anzi e in un gas da far paura. Il Giulio le dice qualcosa nell’orecchio e lei si fa una grossa risata, ma così grossa che si capisce tutto.
Va bene, insomma. Ma dove? “Andiamo in casa mia e ci beviamo qualcosa”, fa il Nino che non sta fuori da questi coli mai una volta. “E tu?”, mi fa il Giulio. “Vieni anche tu?”. Dico di no grazie e me ne torno a casa in tram.”
Modello Milano. Intervista integrale a Pierfrancesco Majorino
fainotizia.it - Tutti a casa. Nostra.
(di Daniela SALA)
Intervista a Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano sull'accoglienza ai migranti in transito nel capoluogo lombardo (dal servizio 'Modello Milano')
Sono 70mila i migranti transitati a Milano negli ultimi 20 mesi: oggi sono assistiti da cooperative e associazione in accordo con Comune e prefettura. Siamo andati a visitare l'hub in Stazione Centrale e il centro di via Aldini, intervistando operatori e migranti.
Un hub per lo smistamento dei migranti in transito in Stazione Centrale e 1300 posto letto per la prima accoglienza sparsi in tutto il Comune. È questo il 'modello Milano', modello ha cui ha dichiarato di ispirarsi anche l'assessore alle Politiche sociali della Capitale Francesca Danese.
Dei cosiddetti 'transitanti' si è parlato molto nei mesi scorsi, quando migliaia di profughi, principalmente provenienti dalla Siria e dall'Eritrea sono rimasti bloccati per settimane a Ventimiglia, nel tentativo di attraversare il confine con la Francia. Centinaia di profughi hanno di conseguenza affollato la Stazione centrale di Milano, un punto di passaggio obbligato per chi arriva via mare nel nostro paese ma intende proseguire il viaggio e chiedere asilo nei paesi del Nord Europa.
Negli ultimi venti mesi sono passate dalla stazione di Milano circa 70mila persone. Le motivazioni sono varie: alcuni migranti vogliono proseguire verso la Francia o il Regno Unito perché parlano francese o inglese e sperano quindi che là sia più facile trovare un lavoro ed integrarsi, altri hanno amici o parenti che già si sono stabiliti in Germania, in Svezia ma non possono attendere i tempi previsti dalla burocrazia per ricongiungersi ai familiari in modo legale.
Fino a metà luglio i volontari e le associazioni, in accordo con il comune di Milano hanno assistito i migranti gestendo uno spazio informale al mezzanino della stazione. Ora invece la Fondazione Progetto Arca, in accordo con Palazzo Marino e prefettura, gestisce lo spazio dell'ex dopo lavoro ferroviario in via Tonale, in uno dei sottopassaggi della stazione: un locale di 450 metri quadrati (suddivisi in tre locali grandi più i bagni e altre stanze più piccole) dove i migranti sono registrati (con il solo nome e il numero dei componenti familiari) e indirizzati in una delle sette strutture di accoglienza, dove potranno fermarsi per un massimo di otto giorni: Aldini e Mambretti (Progetto Arca), Casa Suraya (Cooperativa Farsi Prossimo), ex Cie di via Corelli (Gepsa) e Cara di via Corelli (Croce Rossa), XXV Aprile (City Angels) e Binario 21 Memoriale della Shoah (Comunità Sant'Egidio), per un totale di circa 1.300 posti letto a notte.
Nell'hub è stato allestito un presidio della Asl ed uno spazio per i bambini curato dagli operatori di Save the Children e Albero della Vita. Ci sono poi dei computer, grazie ad Informatici senza frontiere, per permettere ai migranti di comunicare con i familiari che attendono notizie e un bar dove sono distribuiti panini e bibite.
A Roma l'assessore Danese ha recentemente annunciato, dopo l'allestimento di una tendopoli alla stazione Tiburtina, l'avvio della ristrutturazione di una palazzina a tre piani in via Masaniello, il Ferrhotel, un vecchio albergo per ferro-tranvieri in disuso all'interno dello scalo Tiburtina.
Si tratta in definitiva di un modello che ha dato una risposta concreta a un problema umanitario e sociale, visto che prima della creazione dell’hub i migranti erano costretti a dormire per strada o in stazione. C’è però una contraddizione di fondo: stando ai regolamenti europei le autorità italiane sarebbero tenute ad identificare i migranti. e se fanno finta di nulla è solo perché altrimenti, in base al regolamento di Dublino i migranti sarebbero obbligati a richiedere asilo in Italia, in quanto primo paese di arrivo, e quindi a restarci. Una contraddizione, questa, ammessa anche da Pierfrancesco Majorino, l’assessore alle Politiche sociali di Milano che ha fortemente voluto questo centri.
Curiosamente questo scarica barile europeo si ripropone parimenti a livello nazionale, come si è visto nei giorni scorsi con le proteste di cittadini e sindaci a Roma, in Veneto e in
Liguria, contro l’arrivo di nuovi rifugiati.
Spagna-Italia: sarà dura, ma dico che al Bernabeu si può vincere per 2-1...
Spagna-Italia sarà decisiva per entrambe le squadre, ma gli Azzurri sono obbligati a vincere se vogliono staccare da subito il biglietto per Russia 2018.
Massimo Caputi, che seguirà per Unibet anche la Serie A e le maggiori sfide del calcio internazionale, prevede una partita dura, ma la squadra di Ventura può riuscire nell'impresa, magari con il punteggio di 2-1, dato da Unibet a 17.00!
Sei daccordo con il pronostico di Massimo?
Paltrinieri: “E’ andata male. Mai andato forte in questo mese”
SPORT (Milano). “E' andata male. Sono in una fase di carico. In questo mese non sono andato mai forte. I grandi appuntamenti sono in estate. Queste sono gare di passaggio in cui mi diverto. La condizione non è ancora delle migliori ma potete aspettare con fiducia”. Così Gregori Paltrinieri dopo aver gareggiato al 7° Trofeo Città di Milano arrivato quinto nei 400 m sl vinta dall'amico Gabriele Detti. (Carmen la Gatta/alaNEWS)
Andrea Pirlo v Sergio Busquets: The Deep Lying Midfielder
Andrea Pirlo is perhaps the greatest true Regista that has ever played the game; Sergio Busquets is perhaps the most complete all-round defensive midfielder. Different players, different qualities, but both among the greatest footballers that have ever played the game.
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Il Papa a Milano. Gli impegni di sabato 2 giugno di Benedetto XVI
Esercizi scuola calcio: Sono il più veloce
Un gioco che coinvolge moltissimo tutti i bambini, e li mette di fronte ad una competizione cheli stimola a dare il massimo. Necessariamente sono obbligati a fare una guida palla eseguita correttamente (palla vicino, collo e interno piede, ecc.) per poter vincere.
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