Ponte Romano Decimomannu 5 Maggio 2014 - In completo abbandono -
Di notevole interesse è la presenza di un ponte romano attraversato dal Rio Mannu, in località Bingia Manna, a sinistra della SS 131, all'altezza dell'odierno ponte.
Di questa antica costruzione, originariamente formata da 13 arcate, edificata in conci calcarei squadrati, oggi rimangono in piedi appena tre arcate; su una di esse è visibile quello che presumibilmente doveva essere un sarcofago in tufo calcareo, incastonato nella struttura della costruzione.
La misura complessiva di quanto ancora rimane è di m. 36,40. Secondo il Can. Spano, ai suoi tempi il ponte romano di Decimo era assai più bello di quello di Porto Torres che, insieme a quelli di Sant'Antioco e di Gavoi erano gli unici ancora in piedi in Sardegna. Anche il Fara ricorda il ponte romano di Decimo, pons maximus terdecim fornicibus connexus (un grande ponte, formato da tredici arcate).
Nel periodo compreso tra luglio 1995 e febbraio 1996 veniva effettuato il primo intervento di restauro e scavo archeologico. Durante quell'intervento, oltre agli urgenti lavori di restauro, vennero studiate le tecniche costruttive del ponte, di cui rimanevano ancora in piedi le prime tre arcate sul lato pertinente all'attuale territorio comunale di Decimomannu. L'uso di blocchi squadrati in calcare locale, perfettamente lavorati e combacianti tra loro, permette di datare l'opera tra la fine del I secolo a.C. e l'inizio del I secolo dell'era volgare.
Alcune strutture presso l'alveo del fiume facevano ipotizzare la sopravvivenza del piano stradale antico anche in questa zona. In occasione del nuovo cantiere, nel novembre 1999 veniva effettuato un saggio di scavo ai margini del rio Flumineddu, ormai a pieno regime d'acqua.
In conclusione, le strutture venute alla luce durante i recenti scavi presso il ponte romano, testimoniano per la prima volta in Sardegna l'esistenza, in epoca romana, di strutture pubbliche destinate all'approvvigionamento idrico dei viaggiatori che, con vari mezzi, attraversavano le strade dell'isola.
Porto Torres (SS)
Porto Torres
comune
(IT) Porto Tòrres
(SDC) Posthudòrra
Porto Torres – Stemma Porto Torres – Bandiera
Porto Torres – Veduta
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Sardegna-Stemma.svg Sardegna
Provincia Provincia di Sassari-Stemma.svg Sassari
Amministrazione
Sindaco Sean Christian Wheeler (M5S) dal 14-6-2015
Territorio
Coordinate 40°50′13″N 8°24′05″ECoordinate: 40°50′13″N 8°24′05″E (Mappa)
Altitudine 17 m s.l.m.
Superficie 104,41 km²
Abitanti 22 312[1] (31-07-2016)
Densità 213,7 ab./km²
Frazioni Li Lioni, Asinara, Fiume Santo (Condivisa con il comune di Sassari), Platamona (Condivisa con i comuni di Sassari e Sorso)
Comuni confinanti Sassari
Altre informazioni
Cod. postale 07046
Prefisso 079
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT 090058
Cod. catastale G924
Targa SS
Cl. sismica zona 4 (sismicità molto bassa)
Nome abitanti (IT) turritani o portotorresi
(SDC) posthudurresi
Patrono san Gavino, san Proto e san Gianuario
Cartografia
Mappa di localizzazione: ItaliaPorto TorresPorto Torres
Porto Torres – Mappa
Posizione del comune di Porto Torres
nella provincia di Sassari
Sito istituzionale
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Porto Torres (Posthudòrra in turritano,[2] Portu Tùrre in sardo, Poltu Tòrra in castellanese, Poltu Tùrri in gallurese) è un comune italiano di 22 312[1] abitanti, facente parte della Rete metropolitana del Nord Sardegna, della provincia di Sassari in Sardegna, il tredicesimo più popoloso dell'isola.
Territorio
Il nucleo di Porto Torres è situato sulla parte nord-occidentale delle coste sarde, all'interno del golfo dell'Asinara in una posizione strategica considerando che è l'unico porto sardo collegato con la Spagna. Ha un territorio di 10200 ettari, metà dei quali sono costituiti dall'isola Piana e dall'Asinara, che è sede dell'omonimo parco nazionale; la maggior parte del territorio non isolano è caratterizzato dalla seconda pianura sarda della Nurra, fatta eccezione di alcuni colli, il più alto dei quali è monte Alvaro (342 m), che ospita una «cava a cielo aperto» dove si estrae il calcare.
Il territorio è attraversato da due fiumi: il primo è il Riu Mannu, che sfocia nelle zone del ponte romano e il secondo è il fiume Santo, che delimita i confini del comune a ponente. Nel suo territorio è presente lo stagno di Gennano, situato nella zona industriale di Porto Torres, la più ampia della Sardegna che ha una superficie di 23 km². Presenta una particolare costa: ad est si estende il litorale di Platamona, mentre lungo la città sono presenti molte scogliere di tufo con falesie superiori ai 30 m, interrotte soltanto da graziose spiagge come Balai, lo Scogliolungo e la Renaredda. Il territorio comunale è delimitato a nord dal golfo dell'Asinara e per i restanti punti cardinali confina esclusivamente con Sassari.
Periodo preistorico/nuragico
Rinvenimenti paleontologici; sono stati rinvenuti sul territorio comunale (nei pressi di Fiume Santo) diversi resti di animali (coccodrilli, giraffe nane etc.) risalenti al Miocene. Di notevole importanza anche il rinvenimento di alcuni scampoli appartenuti a scimmie antropomorfe (oreopithecus) di circa 8 milioni di anni fa.
Preistoria; la frequentazione umana sui territori di Porto Torres è attestata senza dubbi al periodo prenuragico, facilmente deducibile dalle innumerevoli necropoli presenti nel territorio (Su Crucifissu Mannu, Li Lioni etc.). Non da meno l'eccezionale altare di monte d'Accoddi, (più vicino a Porto Torres ma in comune di Sassari) ipoteticamente usato per rituali mirati alla fertilità.
Età del bronzo/nuragica; i reperti appartenenti a questo periodo sono riscontrabili nella necropoli di Su Crucifissu Mannu, i più interessanti sono due crani trapanati due volte. Secondo studi accreditati questa pratica veniva utilizzata a fini terapeutici, per allontanare tumori o emicranie. Non è comunque da sottovalutare l'opzione della trapanatura eseguita in relazione a rituali magici. Gli innumerevoli nuraghi presenti sul suolo turritano appartengono appunto a quest'epoca, sette dei quali conservati in più buono stato (nuraghe Margone, Biunis, Nieddu etc...). Importante la domus a prospetto architettonico di Andreolu; questi avelli simili a domus de janas risalgono all'epoca nuragica, caratterizzate da simbolismi comuni in tutta la Nurra, lunette, esedre e frontoni, tipiche anche delle tombe dei giganti.