Sacro Monte di Ghiffa - G P El Cid - Said in Italy - Seen in Italy @gpelcid
Sacro Monte di Ghiffa
Ben nove Sacri Monti tra Piemonte e Lombardia: una serie di video per raccontare con immagini la loro straordinaria valenza evocativa, patrimonio mondiale dell’umanità Unesco. È la volta del Sacro Monte di Ghiffa, (o Sacro Monte della Santa Trinità), prezioso gioiello che da fine Cinquecento circa dialoga su un territorio boschivo straordinario e una vista suggestiva che domina sul Lago Maggiore.
Il Sacro Monte di Ghiffa, noto appunto anche come Sacro Monte della Santa Trinità, è inserito dal 2003 nell'elenco Unesco dei Patrimoni dell'umanità” all’interno del gruppo dei Sacri Monti alpini di Piemonte e Lombardia. Lo sviluppo del sito è all'interno della Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte della Ss. Trinità di Ghiffa, gestita dalla Regione Piemonte, sulle pendici del Monte Cargiago. Il complesso architettonico si sviluppò tra la fine del XVI e la metà del XVII secolo, ampliamento dell'antico oratorio già presente dedicato alla Santissima Trinità, dando così vita al Sacro Monte, con successivi interventi tra la metà del XVII e il XVIII secolo, fino a raggiungere la sua definitiva veste che conta, oltre al santuario, tre cappelle dedicate rispettivamente alla Vergine Maria, a San Giovanni Battista e ad Abramo e l'elegante porticato della Via Crucis.
Il Sacro Monte di Ghiffa in... 60 secondi
Il commento musicale d’accompagnamento è una magistrale direzione di Guido Cantelli del movimento XIII” Magnificat: Fecit potentiam”, dal Vespro della Beata Vergine da concerto composto sopra canti fermi, a sei voci e sei strumenti, composizione sacra di Claudio Monteverdi, pubblicata a Venezia nel 1610.
Luoghi di devozione e arte, racconti tangibili di sacralità devozionale e liturgie di “realtà virtuale” di mezzo millennio fa: il Sacro Monte è questo e molto ancora
Difficile poter trattare di un tema come quello dei Sacri Monti e ricostruirne una definizione che sia capace di incamerarne la ricca componente storica, devozionale, artistica e il proprio rapportarsi con il territorio, con la sua speciale e vocata morfologia, la suggestività degli scorci panoramici, il dialogo composto con flora e fauna con un filo conduttore che è il percorso.
Un Sacro Monte è tutto questo, è un muoversi in coerenza tra una dimensione spirituale e una dimensione tangibile, tra rapporti impalpabili e ancestrali e la concretezza del passo che porta il visitatore secondo percorso, secondo tappe ben precise, evidenti, significative. Quel che è certo e sicuro è che parliamo di altezze, di percorsi verso l'alto, di un'ascensione in un ambiente che, quasi sempre isolato, comunque porta ad un isolamento abilitante: ossimoro di fede con la chiave della conoscenza e dell'estetica.
Parliamo di un percorso dove chiese e cappelle sono episodi e tappe che oggi potremmo definire di realtà virtuale, di realtà aumentata; film tridimensionali che rappresentano soggetti narrativi di fede e devozione davanti ad occhi di pellegrini che hanno mutato nei secoli d'aspetto ma anche di ruolo da quando, a partire dalla fine del Quattrocento, i Sacri Monti nacquero come rappresentazione sicura e di certo ben più accessibile rispetto ai pellegrinaggi in Terra Santa. Un funzione originaria per la quale non era più necessario per i devoti mettersi in viaggio per raggiungere luoghi lontani, all'epoca quasi estremi persino per gli abbienti, ma si traslavano concretezze e simbolismo con uno straordinario sforzo in loco. L'evoluzione di funzione e significatività matura quando l'elemento originale inizia ad assumere contorni netti rispetto alla funzione originaria, e il percorso o, meglio, i percorsi diventano itinerario di riflessione e preghiera, con contemplazione di scene della Vita e Passione di Gesù, piuttosto che temi relativi al culto mariano, alla vita di Maria, madre di Gesù, e dei misteri del Rosario o della Trinità, fino a scene di vita di santi come san Francesco d'Assisi o san Carlo Borromeo.
Sacro Monte d'Orta - Visioni sferiche tra paesaggio straordinario e arte d'eccellenza(Said in Italy)
I Sacri Monti sono apparsi tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo, con l'idea di creare in Europa luoghi di preghiera alternativi ai luoghi santi di Gerusalemme e della Palestina, ai quali l'accesso dei pellegrini diventava sempre più difficile a causa della rapida espansione della cultura mussulmana. I frati minori, custodi del Santo Sepolcro, selezionarono tre siti - Varallo in Valsesia, appartenente al ducato di Milano, Montaione in Toscana, e Braga nel nord del Portogallo - per costruirvi una Nuova Gerusalemme, con una concezione ed una topografia simili a quella originale. Qualche anno dopo, particolarmente dopo il Concilio di Trento del 1545 - 1563, questo modello devozionale, e segnatamente quello di Varallo, disegnato attorno al 1480, fu utilizzato per altre ragioni, specialmente in quelle diocesi che cadevano sotto la giurisdizione della curia di Milano. Si trattava questa volta di combattere l'influenza della Riforma protestante favorendo la creazione di altri sacri monti come concreta espressione di devozionalità e come baluardi contro gli eretici.[2] Essi erano dedicati non solo a Cristo, ma anche al culto della Madonna, dei Santi, della Trinità e del Rosario.
Questo progetto ideale, tradotto in norme specifiche per le tipologie e gli stili architettonici, fu fortemente sostenuto da Carlo Borromeo, vescovo di Milano. Avendo in mente le idee emerse dal Concilio di Trento, egli volle continuare la costruzione del Sacro Monte di Varallo prima di dare avvio ai lavori sugli altri. Questa fase andò avanti lungo tutto il XVII secolo, sino a metà del XVIII secolo. A quello di Varallo seguirono i sacri monti di Crea, Orta, Varese, Oropa, Ossuccio, Ghiffa, Domodossola e Valperga. Se essi seguirono all'inizio determinate regole di base, svilupparono in seguito loro propri aspetti artistici ed architettonici. Altri sacri monti furono progettati e costruiti durante tutto il XVIII secolo, ma molti di essi rappresentavano esempi di concezioni differenti, prive delle motivazioni religiose, della autenticità di una composizione che segue ben precise regole, e prive della presenza di quegli elementi di magnificenza architettonica ed artistica che essi avevano nella prima fase del XVI e del XVII secolo.
La Riserva del Sacro Monte di Varallo, in collaborazione con gli altri Sacri Monti piemontesi istituiti in area protetta dalla Regione Piemonte, ha creato nel 2007 la rivista “Sacri Monti”, rivista di arte, conservazione, paesaggio e spiritualità dei Sacri Monti piemontesi e lombardi che illustra la storia e l’attività di conservazione e valorizzazione dei nove Sacri Monti che costituiscono il sito Unesco dei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia.
Belmonte (TO)
Crea (AL)
Domodossola (VB)
Ghiffa (VB)
Oropa (BI)
Orta (NO)
Ossuccio (Lombardia, CO)
Varallo (VC)
Varese (Lombardia, VA)
Per informazioni sulla rivista rivolgersi a:
Ente di gestione dei Sacri Monti
Riserva Naturale speciale del Sacro Monte di Varallo
tel 0163 53938, info.varallo@sacri-monti.com
A Ghiffa assegnati i regionali di corsa in montagna a staffetta
20 giugno 2017 - Si è svolta domenica, presso la Riserva Naturale del Sacro Monte della Santissima Trinità di Ghiffa (patrimonio dell’Unesco), organizzata da Avis Marathon Verbania, la gara di corsa in montagna valida come prova unica per l’assegnazione dei Titoli Regionali di Corsa in Montagna Giovanile a Staffette, e valida anche come prova di Campionato Provinciale FIDAL VCO giovanile di corsa in Montagna.
Santuario e Sacro Monte di Oropa. Biella, Piemonte (Italy)
I Sacri Monti prealpini di Piemonte e Lombardia come Patrimonio dell'Umanità
Oggi molti Sacri Monti, oltre che luoghi di culto, sono considerati luoghi di interesse storico, artistico e naturalistico meritevoli di speciale tutela.
In Europa il numero di Sacri Monti, di Calvari, di Via Crucis e, in genere, di complessi devozionali aventi una qualche tradizione storica e monumentalità è molto elevato: un censimento effettuato nel 2001 ha consentito di individuarne ben 1815, e si tratta di un censimento certamente incompleto.
Molti di tali complessi - per storia, tradizione di fede, opere artistiche presenti, qualità paesaggistiche - sono di straordinario interesse.
L'UNESCO nel 1999 ha incluso nella sua lista dei beni appartenenti al Patrimonio dell'Umanità il Kalwaria Zebrzydowska in Polonia.
Per rimanere in Italia, esistono in diverse regioni Sacri Monti di grande pregio culturale, storico, artistico e naturalistico. Ricordiamo ad esempio il Sacro Monte di San Vivaldo di Montaione in Toscana oppure quello delle Sette Chiesette di Monselice in Veneto. Anche il Santuario della Madonna di San Luca a Bologna presenta molti connotazioni tipiche di un Sacro Monte.
Straordinaria è la presenza, in Piemonte e Lombardia, di Sacri Monti prealpini. Essa si collega per molti versi al ruolo affidato alle opere d'arte di strumento pedagogico capace di coinvolgere emotivamente e spiritualmente i fedeli, secondo una concezione maturata nella Chiesa dopo il Concilio di Trento, che trovò un'infaticabile opera di promozione in San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, e in alcuni vescovi delle diocesi da lui dipendenti.
L'UNESCO, nel 2003,ha inserito anche un gruppo di nove di tali complessi nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Formano tale gruppo il:
Sacro Monte di Varallo, Varallo
Sacro Monte di Orta, Orta San Giulio
Sacro Monte di Crea, Serralunga di Crea
Sacro Monte di Oropa, Biella
Sacro Monte di Belmonte, Valperga
Sacro Monte di Ghiffa, Ghiffa
Sacro Monte di Domodossola, Domodossola
Sacro Monte di Varese, Varese
Sacro Monte di Ossuccio, Ossuccio
I Sacri Monti prealpini di Piemonte e Lombardia sono stati giudicati meritevoli di comparire nella lista del Patrimonio mondiale dell'UNESCO perché rispondenti ai seguenti criteri
Criterio (ii): La realizzazione di un'opera di architettura e arte sacra in un paesaggio naturale, per scopi didattici e spirituali, ha raggiunto la sua più alta espressione nei Sacri Monti dell'Italia settentrionale e ha avuto una profonda influenza sui successivi sviluppi nel resto d'Europa.
Criterio (iv): I Sacri Monti dell'Italia settentrionale rappresentano la riuscita integrazione tra architettura e belle arti in un paesaggio di notevole bellezza. In un periodo critico della storia della Chiesa Cattolica testimoniavano un tentativo di recupero dei valori cristiani.
Sacro Monte Calvario di Domodossola (UNESCO) - chiesa e cappelle - videomix
Una delle più belle attrazioni turistiche di Domodossola è il Sacro Monte Calvario: eretto sul colle Mattarella a 362 metri d'altitudine, da qui si domina un ampio tratto della valle del Toce, l'intero abitato di Domodossola e la circostante corona di montagne.
Edificato nella seconda metà del sec. XVII su questo sperone di roccia da due frati cappuccini, Gioachino da Cassano e Andrea da Rho, insieme alla popolazione locale, il Sacro Monte, dedicato alla Passione di Cristo, conserva, nelle attuali quindici cappelle/stazioni della Via Crucis (12 all'esterno e 3 dentro il Santuario), gruppi plastici in terracotta e dipinti realizzati da numerosi artisti, tra cui Dioniso Bussola, l'intagliatore Giulio Gualio, i pittori Carlo Mellerio e Giovanni Sanpietro.
Nel 1828 Antonio Rosmini, illustre abate-filosofo e figura di rilievo del Verbano cusio Ossola, decise di fondare in questo paesaggio suggestivo l'Istituto della Carità, di cui ancora oggi i Padri Rosminiani ne sono custodi insieme alla Casa per gli Esercizi Spirituali, edificio settecentesco situato a fianco del Santuario, in cui vengono accolti coloro che sentono il bisogno di una pausa di raccoglimento e di preghiera.
Sul Sacro Monte sono inoltre presenti testimonianze di oltre mille anni di storia civile e religiosa dell'Ossola, come le incisioni rupestri visibili su alcuni massi, le fondamenta di una chiesa a due absidi e un frammento di lapide marmorea, tracce di un centro di culto paleocristiano, e i resti dell'antico castello di Mattarella.
Nel 1991 la zona venne dichiarata Riserva Naturale Speciale della Regione Piemonte, costituendo un prezioso ambiente naturale per la flora e la fauna locale e per percorsi di trekking non troppo impegnativi.