Rocca di Monte Battaglia, Casola Valsenio, Province of Ravenna, Italia - Dji Mavic Air
La Rocca di Monte Battaglia e il monumento alla pace tra i popoli.
Monte Battaglia è un'altura posta nel territorio del comune di Casola Valsenio (Ravenna), nell'Appennino tosco-romagnolo. Il toponimo, attestato nel medioevo come Monte de Batalla o Montis Battagliae, ha origini incerte: secondo alcuni studiosi si riferirebbe ad una grande battaglia che vi sarebbe stata combattuta tra Goti e Bizantini nel VI secolo, mentre secondo altri la sua origine risalirebbe all'epoca della dominazione longobarda (VII-VIII secolo) e il termine battaglia costituirebbe un'alterazione del longobardo pataia, cioè straccio o, meglio, straccio o pezzo di stoffa che sventola.
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Monte Battaglia è un'altura posta nel territorio del comune di Casola Valsenio (Ravenna), nell'Appennino tosco-romagnolo.
Il 24 settembre 1944, un battaglione partigiano della 36ª Brigata Garibaldi, forte di 250 uomini e diviso in sei compagnie, che operava negli Appennini imolese e faentino, iniziava un movimento d'infiltrazione che lo portò ad occupare Monte Battaglia la mattina del 27[4]. Nella stessa mattina un gruppo di partigiani impegnò le unità tedesche che difendevano la cima del monte Carnevale. Dall'altro versante del monte, all'insaputa dei partigiani, stavano operando i soldati del 350º reggimento della 88ª divisione fanteria statunitense (Blue Devils), impegnata nello sfondamento della Linea Gotica, seguendo da sud verso nord lo spartiacque tra il Senio e il Santerno[4]. Dopo l'incontro, nel pomeriggio del 27 gli statunitensi vennero guidati sul monte Battaglia. Il Monte aveva già ospitato nell'inverno 1943 un nucleo di partigiani e renitenti alla leva, ma non era stato giudicato motivo di preoccupazione dai fascisti[4]. Questa volta invece, vista anche la vicinanza alla linea del fronte, giunti sul monte, i partigiani dovettero sostenere sotto la pioggia un attacco del 290º Reggimento Granatieri tedeschi, con elementi della 44ª e della 715ª divisione, che furono respinti anche col concorso di tre compagnie dei Blue Devils[4].
Veduta aerea della rocca di Monte Battaglia.
I combattimenti continuarono per altri cinque giorni, ma i tedeschi, nonostante i rinforzi richiamati dal fronte adriatico e l'aiuto ottenuto anche da forze della Repubblica di Salò furono di nuovo respinti con ingenti perdite. I combattimenti sostenuti dalla brigata partigiana a fianco dell'esercito statunitense furono un episodio di alto valore strategico e militare, nell'ambito della liberazione dell'Italia dai nazi-fascisti. Il 350º reggimento della 88ª divisione prese il nome di monte Battaglia.
Il 3 ottobre, l'esercito statunitense lasciò il posto alla 1ª brigata delle Guardie Gallesi che, fino all'11 ottobre, dovette affrontare gli ultimi assalti tedeschi. Gli scontri furono particolarmente cruenti[5], ma il sacrificio di vite umane, oltre 2.000 caduti, non portò effetti immediati: malgrado la conquista di monte Battaglia aprisse la strada per la Pianura Padana, l'avanzata degli Alleati venne fermata, per motivi di strategia militare e politica, fino alla primavera dell'anno successivo.
In seguito ai combattimenti e all'intenso uso delle artiglierie, i resti della rocca di monte Battaglia andarono distrutti: restò solo un troncone della torre e uno sperone della cinta muraria, crollato poi nell'immediato dopoguerra.
L'offensiva finale degli Alleati fu sferrata nell'aprile 1945. La valle del Senio fu liberata dal Gruppo di Combattimento Friuli, inquadrato nel X Corpo d'Armata britannico. Per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana, Casola Valsenio fu insignita della Croce di Guerra al Valor Militare.
Fonte: Wikipedia
Monte Battaglia 1988 Inaugurazione Monumento e Recupero Rocca
Giornata Internazionale della pace - 8 maggio 1988: parigiani, americani e inglesi di nuovo su Monte Battaglia
In una splendida giornata di sole, inaugurazione del restauro della Rocca e del nuovo monumento di Monte Battaglia dello scultore Aldo Rontini.
La lotta partigiana nell'alta valle del Senio
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Monte Mauro
Parco regionale della Vena del Gesso: sentiero verso la grotta dei banditi, con Andrea Benassi, guida ufficiale del Parco.
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