Madonna del Granato - Capaccio
Madonna Del Granato, Capaccio
NICOLA E I PARAPENDII AL SANTUARIO MADONNA DEL GRANATO A CAPACCIO SA
CILENTO - SANTUARIO - MADONNA DEL GRANATO
SANTUARIO - MADONNA DEL GRANATO - CILENTO
Santuario della Madonna del Granato
Santuario Madonna del GranatoNel Comune di Capaccio, a ridosso del Monte Calpazio, sorge, a 243 metri di altezza, il Santuario della Madonna del Granato, risalente al X secolo, la cui costruzione è legata, secondo la tradizione, ad un'apparizione miracolosa della Madonna, che si mostrò con il Bambino in braccio ed un melograno in mano.
L'edificio, che ha subito numerosi interventi e rimaneggiamenti ed un restauro nel 1708, costituisce uno dei principali punti di riferimento di Capaccio Vecchia, il borgo medievale distrutto dalle armate di Federico II alla fine del XIII secolo e abbandonato dagli abitanti per sfuggire all'eccidio. Rifugiatisi sul Monte Calpazio, i cittadini diedero vita ad nuovo centro, detto, appunto, Capaccio Nuova, per la presenza alle sue falde di sorgenti d'acqua.
La facciata dell'antica Cattedrale richiama una fisionomia di architettura rurale. L'interno, a croce latina e con tre navate, custodisce un pregevole pulpito in marmo del '200, di gusto cosmatesco, sotto cui è stato recuperato un affresco tardo gotico raffigurante San Biagio in paramenti sacri. Ed ancora, è possibile ammirare decorazioni, stucchi e, sull'altare Maggiore, la statua raffigurante la Madonna del melograno - che ricorda nel melograno (granato) l'iconografia di Hera (Giunone) - mentre, sul pavimento, una lastra tombale di epoca paleocristiana reca i segni simbolici del cristianesimo.
L'interesse dell'antica Cattedrale di Santa Maria del Granato è dovuto sia alla sua splendida posizione sull'ampio golfo di Salerno, che alle antichissime origini. Alcuni studiosi, infatti, sulla base di documenti e della tradizione, hanno affermato che nel Santuario vi si trasferì, in forme cristiane, il culto pagano di Hera, la moglie del dio Zeus: prima del tempio cristiano, dunque, nello stesso luogo sorgeva un tempio pagano dedicato a Giunone cui era sacro il melograno.
Nel 1836 il vescovo di Capaccio, Michele Barone, diede inizio alla costruzione di un edificio annesso al tempio per accogliere il clero perché seguisse con zelo il culto del Santuario.
Come arrivare:
si raggiunge dall'Autostrada Salerno -- Reggio Calabria, uscita Battipaglia.
Madonna del Granato 2017
2 maggio, la cittadinanza di Capaccio Paestum porta la centa al santuario
Paestum
Città nata 2600 anni fa, Paestum, nome latinizzato del termine Paistom con il quale venne definita dopo la sua conquista da parte dei Lucani, è antica città della Magna Grecia chiamata dai fondatori Poseidonia. 70 chilometri a sud di Pompei, poco più di 1 ora, si trova in una pianura a ridosso del mare, che venne reso paludoso dal disboscamento obbligato dall'apporto di legno richiesto da Roma per contribuire alla flotta navale; una palude che, alla fine, si rivelò fatale.
Meno spettacolare della fine di Pompei, e delle attuali vicissitudini mediatiche, eppure, la sensazione mistica unica accoglie i visitatori quando arrivano a Paestum.
Inizio aprile, i parcheggi sono vuoti. Solo qualche gruppo di alunni della Puglia, ragazzi felici di essere fuori scuola all'inizio della primavera, estroversi e socievoli, che al momento del pranzo richiamano la nostra attenzione, chiedendoci se vogliamo favorire il loro panino, ma, al momento della visita tranquillissimi contemplano il miracolo del sito archeologico, riscoperto solo alla fine del settecento.
Al contrario di Pompei, con la sua aria di decadenza, lo splendore di Paestum svetta con i suoi tre templi dorici circondata dalle intatte mura poligonali, che dominano la naturacon vigore quasi selvaggio. L'ideale di perfezione greca concretizzato con raffinatezza e assoluta semplicità.
Paestum, al centro della pianura del Sele, nata in un luogo già abitato da tribù italiche. Fu città greca sacra, dedicata a Nettuno; sorse sette secoli avanti Cristo, e finì schiacciata dai lucani provenienti dalle monatagne. Rifiorì sotto Roma, e i monumenti romani che gli scavi misero in luce, sono mescolati ai greci. L'insabbiamento della foce del Sele, l'impaludarsi delle terre, il diffondersi della malaria, costrinsero la popolazione ad abbandonare la zona. Così il più grande complesso di monumenti greci dell'Italia continentale, smarrito tra pascoli e boschi, fu dimenticato: se ne perdette il ricordo, per secoli e secoli fino alla riscoperta a metà del Settecento. Dopo due secoli di vane ricerche, il tempio favoloso fu rinvenuto nel 1934, fu la più importante scoperta archeologica di questo secolo. Si rinvennero documenti di culto della dea Hera prolifica (rappresentata con i melograni), così profondo e radicato nella zona, che si può ritrovarlo ancor oggi trasformato nei riti cristiani (sul monte alle spalle di Paestum, il Santuario della Madonna del Granato, risalente al X secolo, ( la cui costruzione è legata, secondo la tradizione, ad un'apparizione miracolosa della Madonna, che si mostrò con il Bambino in braccio ed un melograno, la cui statua raffigurante la Madonna del melograno - ricorda nel melograno (granato) l'iconografia di Hera (Giunone)); ma soprattutto le rovine insabbiate e preservate dall'oblio diedero una vera messe di alte opere d'arte. Le maggiori sono una novità del dopoguerra, il massimo acquisto fatto al'arte in Italia dopo i funesti eventi bellici. Si trovano ordinate nel museo aldilà della strada che scorre rettilinea lungo l'area archeologica. Tre piani di sculture, metope scolpite con scene tratte dalla mitologia greca, e pezzi affrescati di tombe, tra i quali, la tomba del tuffatore. Vedi servizio
MadonnadelGranato_080112.flv
Ciclo escursione al Santuario Madonna del Granato - Capaccio 08-01-2012 - Km 91
Parapendio Daniele Cesaro Madonna del Granato
Privo volo in parapendio di Daniele Cesaro.
Madonna del granato da 400 metri
Volo in aliante elektro junior s
Voci dal Cilento - Capaccio Paestum, successo per la Natività sul Calpazio
Grande partecipazione alla settima edizione dell'evento “NATIVITÀ SUL MONTE CALPAZIO” che si è svolta lo scorso gennaio per iniziativa dell’Associazione Culturale Mineia, presieduta da Giancarlo Di
Filippo, che ha visto la partecipazione di centinaia di cittadini che hanno arricchito il suggestivo percorso. Il presepe vivente si è svolto in uno scenario unico, contraddistinto dal suggestivo Santuario della Madonna del Granato, con i figuranti, i personaggi realistici con costumi dell'epoca, che recitavano i versi del testo poetico “La Notte Santa” di Guido Gozzano, mentre la voce guida raccontava la storia con enfasi ed armonia. A rappresentare la sacra famiglia, una famiglia vera composta da Antonio, Francesca e i loro piccoli Carmine nelle vesti di Gesù, e Luigi, che ha impersonato un angelo.
Alla fine delle due serate ha avuto luogo, per una breve parte ludica, un’estrazione della lotteria che
ha portato bellissimi premi a chi ha voluto sovvenzionare in parte l'evento con l'acquisto dei
biglietti. Il tutto è stato reso possibile dal lavoro e dalla dedizione dei Ministranti del Granato che hanno contribuito all’allestimento dello scenario, insieme ad amici e volontari. L’evento è stato reso possibile anche grazie al contributo dei tecnici del suono, della Diocesi, dell’Associazione Amici del Calpazio, della regista Biancarosa Di Ruocco, della protezione civile, e dell'amministrazione di Capaccio Paestum.
Madonna del Granato Terzo Ordine Carmelitano
gita a getsemani capaccio
Casa degli Ulivi (Capaccio-Paestum)
Annidata nella parte storica della Piana del Sele, in localita'Feudo, sorge una moderna calda allegra ed accogliente villa rurale, posta al centro di un rigoglioso uliveto. Un grande cancello in ferro protegge questa oasi, per poi aprirsi di fronte agli ospiti conducendoli sul lungo viale tra gli olivi sino all'abitazione nascosta al centro della proprieta'. L'edificio e'aperto verso l'ambiente circostante, privilegiando l'affaccio sui prospetti sud ovest e nord est, teso a far entrare in casa la natura circostante per sfuggire alle calure estive senza dover ricorrere a condizionamenti non naturali, un livello e'stato scavato nell'antichissimo fondale marino che giace sotto la PIANA di PAESTUM. In una compatta pietra calcarea il livello ospita un'appartamento seminterrato con finestre e diversi punti luce, un ampio salone con camino centrale, la cucina e due esclusive camere da letto matrimoniali a servizio degli ospiti. Accorgimenti architettonici inondano il piano di luce solare e lo collegano all'esterno direttamente con la piscina.
I consigli utili del proprietario: SPECIALITA' enogastronomiche: vini doc del cilento, olio dopg, mozzarella di bufala di paestum, carne bufalina e derivati. SAGRE a paestum e dintorni: carciofi, pizza, fagiolo, tartufo, fungo porcino, mozzarella, pane, salsiccia, fusilli. SAGRA DEL CARCIOFO. ESCURSIONI nel parco nazionale del cilento. ITINERARI RELIGIOSI: santuario del Getsemani, Santuario del Granato, Basilica paleocristiana ed altre architettoniche chiese di contrade. VIE DEL MARE: dal porto di Agropoli a: Salerno, Amalfi, Capri, Acciaroli, Palinuro. Visite guidate in aziende bufaline tipiche della zona. SPETTACOLI ESTIVI ZONA TEMPLI. Raduno mongolfiere. Per tutto il periodo NATALIZIO. . visite alle LUMINARIE di Salerno famose in tutta Italia e le LUMINARIE di Capaccio Paestum.
Santuario Madonna del Granato Santa Messa Domenica 17 novembre 2013 trasmessa da Rai1
Santa Messa trasmessa da Rai1 il 17 novembre 2013, Santuario Madonna del Granato Capaccio (Salerno)
Santuario del Getsemani Paestum
Santuario del Getsemani Paestum
Un gioiello di spiritualità, poter toccare la statua in marmo di Gesù che prega, è un'emozione particolarissima.
Il Getsemani di Paestum fu voluto dal Prof. Luigi Gedda, Presidente dell’Azione Cattolica dal 1946 al 1959 e fu costruito tra il 1956 e il ’59 su progetto dell’Architetto Ildo Avetta.
Indirizzo: Via Getsemani 6
84047 Capaccio - SA
Americana - Aspiring di Kevin MacLeod è un brano autorizzato da Creative Commons Attribution (
Fonte:
Artista:
Volo col parapendio - Madonna del Granato
Messa Agosto 15, 2012 Coro del Granato
Vespri 7 maggio 2013 O.S.J. - Getsemani di Paestum, Capaccio, Salerno, Italia
Celebrazione dei Vespri degli O.S.J. (Oblati e Oblate) in Getsemani di Paestum nel secondo giorno della FORMAZIONE PERMANENTE DEI PROVINCIALI SUPERIORI E DELLE DELEGAZIONI O.S.J.
CAPACCIO PAESTUM “BELLEZZA ITALIA” PRIMO INTERVENTO PER IL SENTIERO DEGLI ARGONAUTI
NERA
Il luogo su cui si focalizza lattenzione del progetto è la via istmica, sita nei pressi di Fonte di Roccadaspide. Un luogo di antica memoria il tratto nord-occidentale che univa lo Ionio con il Tirreno, in particolare Sibari con Poseidonia/Paestum. Un percorso che parte da Paestum, passa per Capaccio arriva a Roccadaspide poi ad Acquara, Bellosguardo, Rossigno, Sacco per raggiungere il Vallo di Diano attraverso la Sella del Corticato. E alternativo al Passo della Sentinella questo passaggio tra i massicci degli Alburni e del Cervati che permetteva alle colonie della Magna Grecia e ancora prima ai popoli protoappenni delleta Eneolitica (dal 2000 a.c. in poi, necropoli del Gaudo presso Paestum e Capodifiume) di stabilire commerci, luoghi di culto e mercati lasciando il segno del loro passaggio fuso a quello delle popolazioni indigene. Da Paestum attraverso la via che porta allantico Santuario della Madonna del Granato, estrema propaggine del monte Soprano dove si affaccia lantico castello distrutto da Federico Il, al crinale di monte Vesole dove si incontra la cappella di S. Michele a poca distanza dal luogo in cui si trovava il santuario greco di Fonte. E qui il punto dove si possono vedere a mezzacosta alcuni agglomerati rurali, disposti sullantico collegamento tra la costa e linterno, un panorama che si apre sulla valle del Calore e sullo spettacolare massiccio degli Alburni. Un agglomerato rurale tra i tanti, alcuni dei quali ancora abitati, è Pietra Cupa, il luogo risalente ai primi secoli del novecento che in un giorno di primavera del 1998 destò linteresse dei componenti lassociazione SHUNT, operante dal 1996 a Roccadaspide. Attraverso un grappolo di abitazioni Pietra Cupa si presentava prestandosi ad un progetto che desse la possibilità di far rivivere con larte e la cultura un luogo testimone di civiltà. La Presidente Nera dAuto con il Dottore Antonio Miano, (Tonino per gli amici), presero a fotografare queste abitazioni, in parte diroccate, che conservavano nelle fotografie sbiadite, figure di santini abbandonate, vecchi abiti appesi a grucce fatiscenti, testimoni di un tempo in cui la vita era scandita dalle fasi stagionali e tutto era rigorosamente manuale e realizzato con i materiali disponibili. Fu presentata al Parco Nazionale C.V.D. la intenzione di fattibilità e la collaborazione tra lassociazione Shunt, il Presidente Tarallo e il Direttore Nicoletti diede il primo via al ripristino di questo panoramico complesso che oggi si può ammirare seguendo la statale.