PASSERELLA PANORAMICA
IL SENTIERO
Il sentiero dell'Orrido è situato sulla sinistra orografia della Dora Verney ed è una passeggiata che permette agli escursionisti di immergersi nella natura, a contatto con la flora e la fauna delle montagne.
LA PASSERELLA PANORAMICA
A monte del sentiero, è possibile percorrere la passerella panoramica a sbalzo sulla gola dell’Orrido di Pré-Saint-Didier. Con i suoi 160 metri di altezza, regala una emozione e una vista incomparabile sulla catena del Monte Bianco, sulla conca di Pré-Saint-Didier con Champex, Palleusieux e Verrand, oltre ad un panorama mozzafiato sulla cascata dell'Orrido e sulla grotta della sorgente termale.
Music: Careless Love - Croquet Club
Terrazza panoramica Orrido di Pré-Saint-Didier (AO)
Passerella Panoramica sull'Orrido di Pré-Saint-Didier - pino
Belvedere sulla conca di Pré-Saint-Didier, sulla catena del Monte Bianco, oltre ad un panorama mozzafiato sulla cascata dell'Orrido e sulla grotta della sorgente termale
music:
Zero-project_-_zero-project_-_ 01_-_Infinity mp3
Jamendo . com
Sentiero panoramico Busatte Tempesta
Sentiero Busatte - Tempesta da Torbole sul Garda.
Escursione Turistica, molto panoramica, a bassa quota, su comodo sentiero, lungo la riviera Orientale del Lago di Garda Trentino, partenza da Torbole.
Questo godibilissimo e semplice percorso, che si svolge sulla sponda nord-orientale del Lago di Garda, offre scorci panoramici fantastici. Il tracciato proposto oltre a percorrere il sentiero Busatte - Tempesta, prevede il ritorno per il sentiero di rientro superiore e alla fine anche un'affascinante passeggiata nell'uliveto sopra le Busatte.
Itineraio dei bunker tra il Piave e Montello - Sentiero Brigata Lucca
Un itinerario che si sviluppa lungo la parte nord del Montello lungo il Coston del fiume Piave, che ci fa visitare i bunker della Prima Guerra Mondiale fino a giungere alla grotta del Tavaran Grando.
Vai direttamente al
- Casa dei Faveri ospedale per le truppe austro-ungariche
- 1° Bunker postazione di vedetta
- 2° Bunker Busa de Banes postazione di mitragliatrice
- 3° Bunker Croda dei Zateri postazione di mitragliatrice
- 4° Bunker postazione di mitragliatrice
- 5° Bunker Grotta del bunker
- Tavaran Grando la grotta più famosa del Montello
Partenza: Chiesa di Santa Croce a Nervesa della Battaglia
Il ritorno avviene seguendo a ritroso il percorso di andata.
Ferrata dell' Orrido di Chianocco (Val Susa) 13-04-2013
Vie Ferrata dell' ORRIDO di CHIANOCCO
Chianocco m. 550
Breve, intenso, piacevole; tre aggettivi che caratterizzano perfettamente l' itinerario dell' Orrido di Chianocco. La Via Ferrata si sviluppa all' interno della più interessante oasi naturale della Valle, la Riserva Naturale Speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco, istituita già nel 1980, a difesa di questo caratteristico luogo particolarmente suggestivo.
Breve, perché il percorso dopo pochi minuti di avvicinamento, si sviluppa lungo poco meno di 300 metri di cavo metallicco, con una interessante variante, da percorrersi avanti e indietro che porta all' interno di una grotta, dove diverse visite e ricerche archeologiche ne confermano la frequentazione in epoca preistorica. Dalla sommità, un insignificante cocuzzolo, interessante solamente quale punto panoramico, un veloce sentiero riporta nell' alveo del torrente Prebec, da dove tramite un altrettanto veloce sentiero si ritorna al punto di partenza.
Intenso, perché anche se breve e quasi totalmente in traverso, il percorso presenta diversi tratti strapiombanti da non sottovalutare ed un ponte abbastanza aereo.
Piacevole, perché in un breve lasso di tempo si attraversano ambienti fortemente diversi l' uno dall' altro, ma tutti ugualmente belli. Dapprima un buon camminamento tra la vegetazione con alcuni guadi, conduce nella zona più ristretta della gola, da dove inizia la Via Ferrata, qui ci troviamo racchiusi tra due immense pareti di calcare bianco, tenero e molto strapiombante, alte circa un ottantina di metri e poca distanza tra loro, a volte meno di 10 metri. Qui l' itinerario si snoda con abile percorso, costantemente in traversata, dapprima sul fianco sinistro, e poi su quello destro ( nel senso di marcia;) con molti gradini per superare agevolmente le lisce pance delle rocce dell' Orrido. Fuoriusciti dalla gola si approda in una vasta conca ricca di vegetazione, dove per via di un microclima particolare cresce naturalmente la pianta di Leccio, una quercia più tipica delle coste, che delle vallate alpine. Da qui l' itinerario diventa semplice, dapprima il sentiero costeggia brevemente un laghetto che si forma, soprattutto in primavera, a monte della briglia in cemento armato, poi con percorso in ripida salita si giunge alla sommità della Via Ferrata, su di un bellissimo balcone naturale, da dove la vista nelle gole si fa impressionante.
Difficoltà D- via ferrata, dislivello 150 m. tempo complessivo necessario 1.00 - 1.30 h.
Trento: nel CANYON ritrovato
La meta di questa settimana è a pochi minuti da Trento lungo l’antica strada che conduce in Valsugana.
Stiamo parlando della forra di Ponte Alto, un luogo di straordinaria suggestione paesaggistica.
Un tempo il Fersina, dopo aver percorso la Val dei Mocheni, si dirigeva verso sud-est lungo la Valsugana e confluiva nel Lago di Caldonazzo.
Circa 7000 anni fa i detriti depositati dai ghiacciai, in ritiro dopo la fine dell'ultima glaciazione, si accumularono in un conoide che dalla Vigolana scendeva verso la piana di Pergine, creando una “diga” che costrinse il Fersina verso ovest, nel suo corso attuale. Il torrente ha quindi dovuto farsi strada erodendo strati di rocce calcaree depositate nel corso di ben 140 Milioni di anni (perlopiù Scaglia Rossa), fino a creare una forra profonda un centinaio di metri che separa le pendici del Monte Celva da quelle del Calisio. L’incisione in taluni punti si restringe in modo impressionante; dall’alto non si riesce a tratti a vederne il fondo in quanto il torrente ha scavato anche sui fianchi, spostandosi di lato.
Con Luca Stefenelli, esperto accompagnatore di media montagna, ripercorriamo la storia di questo luogo con gli sbarramenti che dall’epoca rinascimentale dei Principi Vescovi hanno consentito di evitare che i detriti raggiungessero la città di Trento.
Oggi, come ci spiega Lara Casagrande dell’Ecomuseo dell’Argentario, questa località è accessibile a gruppi di visitatori: per info consultare ecoargentario.it o telefonare allo 0461-216000.
Poco distante dall’Orrido troviamo l’Agritur Ponte Alto, un esempio virtuoso che unisce la buona enologia con l’accoglienza di qualità.
Ci ospitano Alessandra e Matteo Furlani. La sorella maggiore è impegnata con la mamma in cucina per deliziose colazioni, cene di gran classe e la gestione dell’accoglienza che fa tesoro delle moderne tecnologie accompagnate con l’edilizia sostenibile.
Matteo è un esperto vignaiolo innamorato dei vini naturali che seguono spesso l’antico metodo della fermentazione primitiva.
Ci immergiamo ancora nelle antiche tradizioni passando dall’erboristeria Cappelletti, storico esempio di legame con il territorio e di passione per le terapie naturali, per poi scambiare alcune considerazioni sulla stagione turistica invernale con Corrado Tononi, giornalista e direttore di Radio Dolomiti.
Discesa nell'orrido di Acquatona - Comelico Sappada (BL)
Discesa sulla vecchia terrazza panoramica lato monte, chiusa agli inizi degli anni 2000 per corrosione della scala metallica turistica.
L'ex terrazza panoramica altro non è che una gigantesca proto marmitta scavata dal Piave in tempi remotim (diametri di almeno 6 metri).
L'ennesima triste attrazione della montagna Veneta non valorizzata ed abbandonata a se stessa.
l'Orrido del Bogn di Riva di Solto(Bergamo)New Version Contenuti extra
Sorvolo dell'Anfiteatro del Bogn nel comune di Riva di Solto
Sappada-L'Orrido dell'Acquatona
L' Orrido dell’Acquatona è una profonda gola scavata dalla forza dell’acqua del rio Acquatona che qui si incontra con il Piave dopo aver compiuto un salto di 50 metri. L’Orrido si trova all’uscita dal paese, lungo la statale che porta a S.Stefano di Cadore.
Purtroppo il sentiero che conduce al rio è impraticabile, perciò bisogna accontentarsi di ammirare l'orrido dall'alto.
Il Ponte nel Cielo.. la più alta passerella tibetana d'Europa in Val Tartano!
Ponte nel Cielo è un percorso pedonale lungo 234 metri e sospeso a oltre 140 metri di altezza che collega i due versanti della Val Tartano (Campo Tartano a quota 1034 metri e il maggengo Frasnino, a 1038 m) superando l'omonimo torrente: con i suoi numeri, il Ponte nel Cielo è da considerarsi il ponte tibetano più alto d'Europa!
Il Ponte, realizzato dal Consorzio Püstarèsc e la cui pavimentazione è costituita da 700 assi in legno di larice della Val Tartano, è percorribile da tutti (anche dai bambini) e offre ai visitatori e agli escursionisti una vista panoramica unica: dalle montagne alla verde vallata del Tartano, dalla diga di Colombera al maggengo Frasnino sino al fondovalle della Valtellina che culmina nel lago di Como.
Nello spiazzo in piano all'altezza di Frasnino, inoltre, sarà creato un luogo per il birdwatching: oltre ad aquile e civette, sarà possibile avvistare anche il gallo cedrone, simbolo del Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi.
Maggiori informazioni:
Scopri la Valtellina:
FITNESS, il percorso Naturae ( Le Querce di Assisi - www.lequerce.it )
IL PERCORSO FITNESS NEL VERDE
Intraprendete una scommessa con Voi stessi, puntate per tutto il periodo della Vostra vacanza a Le Querce di Assisi sull'attività ginnica, misurateVi giorno per giorno con gli attrezzi sportivi del percorso ginnico Naturae. Si snoda lungo le sinuosità del Tescio, adiacente al campo del tiro con l'arco, all'ombra de i secolari e maestosi Pioppi cipressini, sottratto alla lussureggiante e rigogliosa Natura, il percorso verde prevede un andamento atletico e ben 15 tappe con esercizi ginnici spiegati ed attrezzati. Via così... Forza, volontà e carattere ...e Vi sentirete potenti , amati e coccolati.
Parco avventura
Parco avventura San Martino di Castrozza con Amici..
Orrido di Ponte Alto (Trento)
Una passeggiata alla cascata di Ponte Alto
Lago di Landro 1- Italy - Full HD
GUSCIO DI VETRO SUL MONTE BIANCO
Breaking News del 12/03/2014
COLLE DEL PICCOLO SAN BERNARDO / Col du Petit-Saint-Bernard (2188 m s.l.m.) HOSPICE / parc CHANOUSIA
Il colle del Piccolo San Bernardo (col du Petit-Saint-Bernard in francese, col di petchoù-Sèn-Bernar in patois valdostano) è un valico alpino delle Alpi Graie tra Italia e Francia che collega il vallone di La Thuile, valle laterale della Valle d'Aosta, con la Val d'Isère (Tarantasia). La sua altezza, 2188 m s.l.m., lo rende il colle meno elevato delle Alpi Nord-occidentali e pertanto il passaggio più facile tra le vallate savoiarde e valdostane.
Il colle è frequentato fin dall'antichità, come testimoniano ancora i numerosi reperti archeologici e storici che vi si trovano. L'apertura dei tunnel transalpini del Monte Bianco, del Frejus e del Gran San Bernardo ha largamente contribuito a far diminuire la sua importanza.
Il giardino alpino Chanousia si trova nei pressi del Colle del Piccolo San Bernardo, a circa 800 metri al di là del confine italo-francese. È posto in un paesaggio alpino di notevole bellezza, a 2.170 m di quota, in vista della grandiosa mole del Monte Bianco e di altre imponenti cime e si estende su una superficie di circa 10.000 mq., con una discreta pendenza, su un substrato costituito da scisti carboniosi. Il clima è caratterizzato da precipitazioni nevose variabili da 4 a 8 metri che perdurano fino a giugno e spesso anche oltre; la temperatura media annua è di + 1° C, inoltre forti venti spazzano frequentemente il Colle.
La vegetazione spontanea è costituita da pascoli rasi, e il limite del bosco di larici e abeti rossi si trova, sul versante italiano, a circa 1.850 m. Capita spesso che il giardino non sia libero dalla neve prima della metà di Luglio e, non di rado, anche più tardi.
Queste severe condizioni climatiche rendono la stagione vegetativa molto breve (due o tre mesi e a volte anche meno), e condizionano la scelta delle piante che si possono coltivare, che devono essere solo specie provenienti da ambienti di tipo alpino e nivale. Quando si cominciò la ricostruzione delle collezioni, per prima cosa si cercò di riconoscere quali e quante specie fra quelle coltivate prima dell'abbandono, fossero sopravvissute, cercandole fra la vegetazione spontanea cresciuta nelle aiuole e nei sentieri, e come già detto, si riuscì a rintracciarne e a identificarne più di un centinaio. Furono puliti e sistemati i sentieri e ripristinate in un primo tempo le vecchie aiuole, mentre in seguito ne vennero costruite di nuove, con criteri più moderni. Nel corso degli anni furono introdotte specie nuove, in parte ottenute facendo germinare semi, ma per lo più raccolte in natura e trapiantate. In questi ultimi anni si è privilegiato questo secondo modo, che permette di avere in tempi più brevi piante più sviluppate, avendo però riguardo di non eccedere nei prelievi per non danneggiare l'ambiente.
periodo vegetativo è breve, e spesso brevissimo, e quindi le piante crescono lentamente, nei primi anni si preferì non effettuare troppi spostamenti, mentre in seguito si è iniziata la graduale realizzazione di ambienti diversi, quali la roccera calcarea, il pendio detritico di tipo calcareo e di tipo siliceo, la zona umida, ecc., in cui sistemare specie con esigenze ambientali simili.
Fin dai primi anni è stata ripresa la tradizione dello scambio semi, che consiste nel redigere ogni anno un catalogo dei semi raccolti nell'ambiente naturale e nel giardino (Jndex seminum), inviandolo poi a giardini alpini di tutto il mondo e ricevendo in cambio i loro cataloghi, in modo da poter fare richieste ed esaudire quelle altrui. I semi raccolti in natura o provenienti da altri giardini vengono fatti germinare in apposite aiuole, o semenzai. Ai tempi di Vaccari era stata adibita a questo scopo un'area nella zona Est del giardino, suddivisa in piccole superfici da lose infisse nel terreno. Dopo la restaurazione ne è stato predisposto un altro nella zona Sud, meglio esposto. A causa del lungo innevamento e quindi della brevità del periodo vegetativo, non è molto conveniente seminare a Chanousia, in quanto occorrono troppi anni per ottenere piante sufficientemente sviluppate. Si ricorre perciò attualmente a semine a quote inferiori, o come già detto, alla raccolta di piante vive in natura.
Ponte acquedotto romano di PONT D'AËL / PONDEL (AYMAVILLES) Valle D'Aosta (video + slideshow)
Il pont d'Aël è un ponte acquedotto romano che sorge presso il villaggio omonimo nel comune di Aymavilles, in Valle d'Aosta. Fu edificato nel 3 a.C. per l'irrigazione e il rifornimento di un lavaggio di minerale per la colonia di Augusta Prætoria Salassorum, l'odierna Aosta, allora appena fondata. Il ponte, situato all'entrata della val di Cogne, una valle laterale, 66 metri al di sopra del fondovalle, sostiene un acquedotto tecnicamente avanzato, lungo in totale 6 km. Oltre alla sua posizione insolita, la costruzione (originariamente presumibilmente su tre livelli) presenta ulteriori particolarità, come una galleria di controllo sotto la conduttura dell'acqua e il suo finanziamento espressamente privato. In quello che era una volta il canale delle acque passa oggi un sentiero per escursioni.
Il ponte, lungo 60,46 m e largo 2,26 m, sorge nell'unico punto di attraversamento possibile sull'abisso della Grand Eyvia, lungo 4 km e profondo fino a 150 m. Il suo unico arco si allunga sulla gola, lunga qui solo 12 m, ma profonda 66 m, con una campata di 14,24 m. La volta dell'arco è costituita da un arco con cunei a una nervatura. Il ponte, un tempo presumibilmente a tre livelli, porta al pianterreno un corridoio lungo 50,35 m, che nell'antichità serviva alla verifica della tenuta della soprastante conduttura dell'acqua. Su entrambi i lati di questo corridoio di controllo alto 3,88 m si trovano ancora oggi due file di piccole finestre, delle quali quelle inferiori illuminavano il pavimento e quelle superiori il tetto, così che il custode del ponte potesse identificare rapidamente le fuoriuscite dell'acqua, che a causa del gelo avessero danneggiato la muratura. Döring poté dimostrare senza ombra di dubbio l'esistenza dell'antica conduttura dell'acqua, al cui livello corre il moderno sentiero per escursioni, in base all'altitudine e al tracciato dei resti delle mura, e anche alla presenza di una galleria occidentale attigua al ponte. La sua altezza misurava 1,90 m per una larghezza di 1 m. Al terzo piano un tempo si trovava forse un marciapiedi aperto, che dava alla costruzione un'altezza totale di 22,15 m.
Un'epigrafe di grandi dimensioni sul lato nord del ponte dà informazioni dettagliate sul costruttore. Il ponte dunque fu finanziato con mezzi propri nel 3 a.C. da Caio Avillio Caimo da Padova, uno dei gestori della miniera situata nelle vicinanze, il che era evidenziato in particolare dalla collocazione centrale del PRIVATVM:
IMP CAESARE AVGVSTO XIII COS DESIG
C AVILLIVS C F CAIMVS PATAVINVS
PRIVATVM
Per esteso:
Imperatore Caesare Augusto XIII consule designato
Gaius Avillius Gaii filius Caimus Patavinus
privatum
Traduzione:
Al tempo in cui l'imperatore Cesare Augusto fu nominato console per la 13ª volta,
Caio Avillio Caimo da Padova, figlio di Caio, (ha costruito questo ponte)
con mezzi privati.
Lago di Landro 2 - Italy - Full HD