Cagliari - Stagno di Santa Gilla e saline
Lo stagno di Santa Gilla ormai da oltre 10 anni ospita colonie stanziali di fenicotteri rosa, che trovano nello stagno l'habitat ideale per nidificare.
Stagno di Santa Gilla Cagliari
Stagno di Santa Gilla
Piccolo spot sullo stagno di Santa Gilla.
Cagliari: la laguna di Santa Gilla
cagliariturismo.it
La laguna di Santa Gilla si presenta con delle ampie vedute a 360 gradi che catturano parte della città che lo circonda. La laguna, che si estende per 13 chilometri quadrati, rappresenta una delle zone umide più importanti della Sardegna ed è riconosciuta negli elenchi ufficiali delle aree da sottoporre a tutela.
Le immagini danno risalto all'elemento più caratteristico dell'area, che è l'avifauna. Si può osservare il fenicottero rosa che sosta preferibilmente nella zona delle vasche evaporanti, e si nutre di piccoli crostacei, i quali conferiscono al suo piumaggio il caratteristico colore roseo. Il numero di specie che ogni anno nidificano nello stagno è elevatissimo, e comprende l'airone, le garzette, il cormorano, le anatre, i germani reali, le marzaiole, i cavalieri d'Italia, le avocette, i gabbiani, le sterne, la gallinella d'acqua, il falco di palude ed il falco pescatore.
La posizione geografica al centro di importanti rotte migratorie rende questa zona uno dei siti chiave per la conservazione di numerose specie di uccelli acquatici, che trovano condizioni ottimali nelle varie fasi del loro ciclo biologico, come la nidificazione, le migrazioni e lo svernamento. Si nota inoltre la vegetazione, che essendo costituita per la maggior parte da specie erbacee, è poco rilevante dal punto di vista paesaggistico, ma è indispensabile per consentire alle specie di nidificare e di nutrirsi. Un paradiso per gli amanti del bird watching e per gli appassionati di fotografia, che potranno osservare queste specie avendo come sfondo la suggestiva cornice del Golfo degli Angeli.
E' infine visibile l'area attrezzata per l'osservazione dell'avifauna, realizzata nello Stagno di Capoterra: una bacheca con cartelli illustrativi sulla fauna e sulla vegetazione, un capanno di accoglienza per le prime informazioni sull'area umida e 1.555 metri quadrati di aree di sosta. A partire dall'area di accoglienza, lungo l'argine dello stagno, si sviluppa un percorso di osservazione di circa 1.400 metri attrezzato con schermi di protezione in canne con feritoie, e un capanno di osservazione sopraelevato.
Fonte:
Sardegna - La laguna di Santa Gilla a Cagliari
La vita nella laguna di Santa Gilla, Fenicotteri,Cavalieri d'Italia, Rondini di mare.
Sardinia Tourist Guide - Kayak Tour a Santa Gilla
Stagno di Santa Gilla - 22 maggio 2016
20140208 Uccelli nello stagno di Santa Gilla
Fenicotteri e spatole nello stagno di Santa Gilla (Cagliari)
Fotocamera NIKON coolpix L610
Cagliari, pescatori di Santa Gilla disperati. Intervista a Angelo Mancuso
La laguna di Santa Gilla
La laguna di Santa Gilla si presenta con delle ampie vedute a 360 gradi che catturano parte della città che lo circonda. La laguna, che si estende per 13 chilometri quadrati, rappresenta una delle zone umide più importanti della Sardegna ed è riconosciuta negli elenchi ufficiali delle aree da sottoporre a tutela.
Le immagini danno risalto all'elemento più caratteristico dell'area, che è l'avifauna. Si può osservare il fenicottero rosa che sosta preferibilmente nella zona delle vasche evaporanti, e si nutre di piccoli crostacei, i quali conferiscono al suo piumaggio il caratteristico colore roseo. Il numero di specie che ogni anno nidificano nello stagno è elevatissimo, e comprende l'airone, le garzette, il cormorano, le anatre, i germani reali, le marzaiole, i cavalieri d'Italia, le avocette, i gabbiani, le sterne, la gallinella d'acqua, il falco di palude ed il falco pescatore.
La posizione geografica al centro di importanti rotte migratorie rende questa zona uno dei siti chiave per la conservazione di numerose specie di uccelli acquatici, che trovano condizioni ottimali nelle varie fasi del loro ciclo biologico, come la nidificazione, le migrazioni e lo svernamento. Si nota inoltre la vegetazione, che essendo costituita per la maggior parte da specie erbacee, è poco rilevante dal punto di vista paesaggistico, ma è indispensabile per consentire alle specie di nidificare e di nutrirsi. Un paradiso per gli amanti del bird watching e per gli appassionati di fotografia, che potranno osservare queste specie avendo come sfondo la suggestiva cornice del Golfo degli Angeli.
E' infine visibile l'area attrezzata per l'osservazione dell'avifauna, realizzata nello Stagno di Capoterra: una bacheca con cartelli illustrativi sulla fauna e sulla vegetazione, un capanno di accoglienza per le prime informazioni sull'area umida e 1.555 metri quadrati di aree di sosta. A partire dall'area di accoglienza, lungo l'argine dello stagno, si sviluppa un percorso di osservazione di circa 1.400 metri attrezzato con schermi di protezione in canne con feritoie, e un capanno di osservazione sopraelevato.
CENTRALE ELETTRICA ABBANDONATA di Santa Gilla - Cagliari
Benvenuti in questa nuova esplorazione di questa gigantesca centrale termoelettrica abbandonata, collocata vicino all'Auchan di Santa Gilla.
Buona visione.
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Vocabolario dei Viandanti:
Falafaf: Falena/Falene
Picciòccio: Piccione
Cervattolo: Animale o cosa non meglio identificata, sinonimo di roba
Il video è a puro scopo di intrattenimento
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Monumenti aperti 2010 Cagliari Parco di molentargius e saline
CAGLIARI S. GILLA
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Lo stagno è ubicato nelle immediate vicinanze del capoluogo di regione, lungo il tratto iniziale della costa occidentale del Golfo degli Angeli. I suoi confini naturali sono stati drasticamente alterati nel corso degli ultimi decenni.
A est è delimitato dai bassi rilievi su cui si estendono i centri abitati di Cagliari e Elmas e le infrastrutture del capoluogo (arterie stradali, ferrovie, aeroporto, zona industriale). A nord è delimitato dalle foci dei principali corsi d'acqua provenienti dalla pianura del Campidano e dalla piana del Cixerri. A ovest è delimitato dall'agglomerato industriale di Macchiareddu-Grogastu e dagli insediamenti agricoli e residenziali del comune di Capoterra. A sud è delimitato dal lembo litoraneo che lo separa dal Golfo degli Angeli, percorso dalla Strada statale 195 Sulcitana.
I confini naturali dello stagno sono stati drammaticamente alterati nel corso degli ultimi decenni a causa delle opere di bonifica a cui ha fatto seguito l'urbanizzazione delle aree limitrofi, la costruzione di infrastrutture di servizio, l'espansione di attività agricole e soprattutto industriali e commerciali. Nella prima parte del Novecento l'estensione dell'area umida era di circa 40 km², attualmente è inferiore ai 13 km² comprendendo anche lo Stagno di Capoterra. Anche per quest'ultimo si è avuta una riduzione della superficie a causa degli insediamenti residenziali del comune di Capoterra, il cui piano regolatore comprende l'espansione dell'abitato verso il mare e la vecchia frazione di La Maddalena.La topografia dello stagno è eterogenea. Vi si possono distinguere cinque aree principali:
La Laguna di Santa Gilla. È il tratto orientale, in diretta comunicazione con il golfo attraverso il canale della Scafa.
Zona delle foci. È il tratto settentrionale, nel quale sfociano il Flumini Mannu e il Cixerri oltre ad altri corsi d'acqua e canali di bonifica d'importanza minore. Questa zona ha subito interventi di regimazione idraulica e di colmata con l'apporto di materiale di dragaggio.
Zona delle Saline. È il tratto centrale e meridionale dello stagno. È formata dalle saline e dalle vasche di evaporazione, che si estendono fino al lembo litoraneo.
Stagno di Capoterra. È il tratto più meridionale e occidentale, separato dalla zona delle Saline da un lembo di terraferma di riporto realizzato come infrastruttura di collegamento della zona industriale con un pontile che s'inoltra nel golfo. Lo Stagno di Capoterra è alimentato dal cono di deiezione del Rio Santa Lucia, che raccoglie le acque del versante orientale dei Monti del Sulcis.
Sa Illetta. È un tratto di terraferma appartenente in origine all'isola di San Simone, che in seguito è stata collegata al lembo litoraneo e alla località di Macchiareddu. Questa zona ha subito una drastica trasformazione a seguito della costruzione del Porto Canale e della deviazione della Statale Sulcitana.
CAGLIARI LAGOON
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Lo stagno di Cagliari, impropriamente detto anche stagno di Santa Gilla, è per estensione e per rilevanza della biodiversità una delle più importanti aree umide d'Europa. In realtà esso è una vera e propria laguna. Il suo nome deriva dal fatto che nella lingua sarda, variante campidanese, non esisteva la parola laguna e l'espressione Stani rappresentava genericamente qualsiasi area umida diversa dalla parola palude (Pauli-s) sia che fosse, stagno, o laguna. La laguna, infatti, è riconosciuta negli elenchi ufficiali delle aree umide da sottoporre a tutela: è classificata zona di protezione speciale (ZPS) ai sensi della direttiva n. 409 del 1979 (Uccelli selvatici) dell'Unione europea e zona umida di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar. È inoltre inserito nella rete ecologica Natura 2000[1].
Cagliari, pescatori di Santa Gilla disperati. Intervista a Alessandro Canu
CAGLIARI - SPIAZZO TRA AUCHAN E STAGNO.wmv
Il video mostra lo stato di degrado dello sterrato tra il parcheggio di fronte ad AUCHAN e lo stagno di Santa Gilla
La centrale Enel di Santa Gilla: patrimonio da salvare?
Entrò in funzione nel 1924 e per gli esperti del ramo fu la prima centrale termica, insieme a quella di Portovesme, a utilizzare il carbone sardo del Sulcis.
La Centrale Elettrica di Santa Gilla, prima di proprietà della Società Elettrica Sarda e poi passata, con la nazionalizzazione, all'ENEL, è da tempo abbandonata. Cosicché pezzo dopo pezzo sta come dimagrendo, pur essendo nel complesso, parte integrante della storia industriale della Sardegna.
Sostituì quasi del tutto la produzione di energia elettrica per il capoluogo sardo, allora assicurata da una centrale termica del 1914 e che fu dismessa nel 1924, anno in cui, per l'appunto, entrò in funzione la centrale termica di Santa Gilla.
Era capace di produrre 8.800 KW ed inizialmente, per la sua alimentazione, venne impiegato il carbone proveniente dalla miniera di Bacu Abis, nel Sulcis-Iglesiente.
Nel 2014 furono i Carabinieri a sventare un furto di materiali dalla centrale termoelettrica con un blitz che portò all'arresto di sette persone, accusate di aver caricato due autocarri, fili di rame, tubi, profili di alluminio ed anche coperchi per tombini. L'ennesimo furto nel 2015 e nel gennaio del 2016.
Insomma non c'è pace per questo sito spettrale solo per alcuni aspetti, divenuto anche meta di fotografi appassionati di luoghi misteriosi e di giovani che marinano la scuola. Pur sempre un patrimonio di archeologia industriale dei primi anni del Novecento che peraltro sorge su preesistenze archeologiche.
Sarebbe infatti auspicabile un'opera di valorizzazione dell'intero compendio, tra la bellezza della laguna circostante e questa cattedrale che si specchia in un deserto d'acqua.
Chissà se le luci, al suo interno, si riaccenderanno magari per un futuro all'insegna della cultura e del turismo o, forse, della storia e dell'occupazione.
Marcello Polastri e Alessandro Congia per il quotidiano Casteddu on Line.
i pescatori di santa gilla protestano in via Roma le ragioni del corteo
Stagno di Molentargius.wmv
immagini stagno molentargius quartu sant'elena - cagliari - sardegna