Hotel Park Ge.Al. *** Hotel Review 2017 HD, Città di Castello, Italy
Save money booking hotel Hotel Park Ge.Al. in Città di Castello, Italy
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Property Location
Located in Citta di Castello, Hotel Park Ge. Al. is convenient to Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri and Palazzo del Podesta. This hotel is within close proximity of Tipografia Grifani Donati and Cathedral Museum.
Rooms
Make yourself at home in one of the 56 air-conditioned rooms featuring minibars and LED televisions. Complimentary wireless Internet access is available to keep you connected. Private bathrooms with bathtubs or showers feature complimentary toilet...
Hotel Garden **** Hotel Review 2017 HD, Città di Castello, Italy
Save money booking hotel Hotel Garden in Città di Castello, Italy
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Property Location
With a stay at Hotel Garden in Citta di Castello, you'll be convenient to Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri and Palazzo del Podesta. This 4-star hotel is within close proximity of Tipografia Grifani Donati and Cathedral Museum.
Rooms
Make yourself at home in one of the 56 air-conditioned rooms featuring minibars. Complimentary wireless Internet access keeps you connected, and digital programming is available for your entertainment. Bathrooms have complimentary t...
Un luogo magico
La classe 3E “Grafica e Comunicazione”, guidata dai docenti del Dipartimento, ha aderito al Progetto educativo Le scuole adottano i monumenti della nostra Italia.
Gli studenti hanno scelto di adottare l’antica Tipografia Grifani Donati di Città di Castello perché collegata al loro percorso di formazione.
Il video documenta il lavoro che si svolge ancora negli storici locali di corso Cavour e riporta un’intervista al proprietario, il Sig. Gianni Ottaviani, che si è dimostrato entusiasta di raccontare la sua esperienza e di testimoniare l'importante ruolo che la sua tipografia riveste per la salvaguardia della memoria storica dell'industria grafica nel nostro territorio.
II video andrà ad arricchire l’Archivio Nazionale dei monumenti adottati atlantemonumentiadottati.it
Fabio Mariacci - ISTINTO GEOMETRICO
Dallo studio di Fabio Mariacci si vedono le morbide colline umbre, sulle tele però dei nostri paesaggi non c'è traccia; è la geometria a riempire i suoi dipinti, con colori decisi e pennellate futuriste. Autodidatta convinto e protagonista da anni della comunità artistica tifernate, Fabio ha scoperto prestissimo la passione per l'arte e da allora non ha mai smesso di sperimentare. Compone colori e forme, nel tentativo di riprodurre le loro infinite combinazioni possibili.
Fabio, quando hai capito di avere un talento speciale per il disegno e la pittura?
«Non c’è stato un momento preciso, ricordo solo che ho sempre disegnato e colorato fin dall’infanzia, prima di andare all’asilo. Di tutti i miei lavori infantili rimane solo un disegno a colori che conservo gelosamente, la cosa interessante è che ricordo perfettamente il momento in cui l’ho eseguito, la stessa cosa avviene per tutti i miei lavori, si trasformano in memoria indelebile».
Cosa ti piaceva disegnare da bambino?
«Ricordo che avevo un armadio dove tenere i miei giochi. L'avevo riempito di aquiloni di carta, non ne volava nessuno, a me interessava era colorarli. Ne preparai cento, sperando così di esaurire tutte le combinazioni cromatiche possibili. Ancora oggi mi scopro a dipingere quadri come se fossero aquiloni: sono sicuramente centinaia e comunque non riescono a colmare l’infinito numero di possibilità che i colori creano nel mescolarsi».
Quindi anche da piccolo amavi le forme geometriche, ma quando hai deciso di cambiare linguaggio?
«Ho sentito il bisogno di esplorare dimensioni nuove intorno ai trent'anni: in quel momento sono passato dal riprodurre al creare, chiudendomi nello studio a sperimentare per per molti mesi, circa due anni. Poi invitai Novello Bruscoli a vedere il mio nuovo lavoro. Lui mi conosceva come artista figurativo e quando vide quello che stavo iniziando a fare mi disse: 'Ricorda che da qui non si torna indietro'. Nacque così la mia prima mostra astratta, Croma».
Cosa è rimasto di figurativo in ciò che fai?
«È sempre presente nella mia vita, lo uso tutte le volte che serve: in scenografia, nella grafica pubblicitaria, nella progettazione. Anche quando vado in vacanza, porto sempre con me un album e gli acquerelli, mi rilasso a dipingere vedute e soggetti interessanti en plein air. Poi da una pennellata nasce un’idea e io riparto nella mia ricerca astratta».
Pensi che le tue opere abbiano un fine ultimo?
«È una domanda difficile. La risposta definitiva la rimando alla fine della mia esperienza umana, per ora ho solo dei sospetti; forse dipingere è solo ricerca di conoscenza, esperienza di vita, forse è il mio contributo agli altri oppure è il modo d’esistere che mi sono scelto. Provo a trasferire sulla tela una immagine di equilibrio, armonia; usando campiture di colore e spazi, cerco di creare vibrazioni cromatiche nuove».
Appartieni a una generazione di artisti legata alla galleria Il Pozzo di Novello Bruscoli. Cosa ha rappresentato?
«Il Pozzo era il luogo dove la città si incontrava con l’arte. Tutti passavano per quello spazio dove trovavi idee, stimoli, persone e dove tutti prima o poi ambivano a presentare il proprio lavoro. È da lì che sono partite iniziative e si sono conosciuti artisti che in seguito hanno dato origine alle varie associazioni artistiche della città; anche il gruppo Artefare è figlio di quella esperienza. Una personalità come quella di Novello Bruscoli non può che essere ricordata e ringraziata».
Hai lavorato anche con Nuvolo, come è nata questa importante collaborazione?
«Ho conosciuto il maestro Nuvolo nel 1999, in occasione della mostra legata al Bicentenario della Tipografia Grifani-Donati. Nuvolo era stato invitato per il suo lavoro in serigrafia e io ho avuto l’onore di allestirgli la mostra. Poi abbiamo avuto altre collaborazioni, sempre legate a mostre riguardanti la grafica. Ha visto i miei lavori e li ha apprezzati. La nostra reciproca stima è testimoniata dalle due serigrafie che mi ha donato».
Adesso cosa bolle in pentola?
«Finora sono stato concentrato su questa ultima mostra personale dal titolo Il sogno di un 'assoluto astratto' , allestita alla Galleria Immaginaria Arti Visive di Firenze e rimasta aperta fino all’8 ottobre. Ad introdurla c'era un bel testo critico di Ivan Teobaldelli. Poi certo, bolle sempre qualcosa in pentola, ma per ora preferisco non svelare i miei progetti; non per segretezza ma perché potrebbero cambiare o prendere strade non previste...».