IVREA ( Eporedia - Torino - Italy ) - IL CASTELLO DI IVREA - Castle Ivrea -
L'imponente Castello di Ivrea, situato nella parte alta della città è chiamato da Giosuè Carducci castello “dalle rossi torri”.
Il poderoso edificio - a pianta quadrata con vasto cortile e rafforzata agli angoli da slanciate torri cilindriche, di cui la maggiore fu gravemente danneggiata nel 1676 da un fulmine - fu costruito nel 1358 su committenza di Amedeo VI di Savoia per scopi difensivi.
Il complesso in cui fu inserito comprendeva le sedi principi del potere politico e religioso di stampo medioevale: Il Comune, il Capitolo vescovile e la Chiesa.
Sensibilmente modificato negli anni successivi, dal 1750 al 1970 l’intera struttura è stata usata come carcere ed è stata completamente spogliata di tutti i preziosi arredi interni.
Oggi il castello appartiene al Demanio ed è affidato al Comune di Ivrea che, a sua volta, è supportato dall’Associazione “Castello di Ivrea”, fondata nel 1994.
Ho creato questo video con l'Editor video di YouTube (
Trincea di pietre - Corale Sette Torri
Una scatola segreta, un bambino: l'inizio di una storia lunga un secolo.
Il funerale di un vecchio combattente della prima guerra mondiale consegna al giovane nipote una scatola; dentro ci sono appunti, ricordi e annotazioni custodite con grande segretezza. È la scatola del nonno e cela i ricordi della Grande Guerra: è la storia di Giuseppe, leva 1897, nato in campagna e garzone a Torino; come tanti parte in guerra, per tornare presto carico di gloria.
Egli non confida alle carte solo cronache di battaglia, ma rappresenta l'umanità di un intero continente e il dramma del nascente Novecento: i chiassosi cafè-chantant della Belle-époque già tacciono al rombo dei cannoni, la frenesia delle ballerine di Can-can è ormai imprigionata nel fango delle trincee. In quella scatola Giuseppe riversa le emozioni, i ritratti di donne e uomini straziati dalla guerra.
La folla anonima dei profughi, le donne umiliate, quelle innamorate, i morti, i compagni d'arme si inseriscono uno alla volta, come i personaggi esemplari nelle scene di un affresco medievale. Il racconto di Giuseppe rappresenta una melodia continua di uomini dolenti, che alterna espressioni corali e punte solistiche di profonda drammaticità e intensa umanità.
Le liriche e le voci narranti danno vita a uno spettacolo corale, dove la recitazione e il canto si fondono con l’azione; il pubblico sente e vede personaggi, che hanno fatto parte della Storia, con tutta la drammaticità di una guerra combattuta tra eserciti, dove la popolazione civile ha avuto, soprattutto nelle donne, il maggior punto di riferimento delle famiglie.
Il brano che accompagna il video è Casina sola tratto da “Casina sola - 14 canti di ispirazione popolare” ed è il brano di apertura dello spettacolo.
La Corale Sette Torri città di Settimo Torinese è nata nel 1981 grazie alla volontà di un gruppo di amici amanti della musica e del bel canto.
Fin dall'inizio si presenta come una formazione a voci miste ma, in varie occasioni, ha sperimentato con successo anche la formazione a voci pari, sia maschili che femminili.
La Corale è stata diretta dalla sua fondazione fino al 1992 da Vittorio Frigerio.
Dal 1992 al 2012 con il Maestro Giovanni Cucci ha partecipato ai più importanti concorsi nazionali e regionali conseguendo ben 13 primi premi e ai Concorsi Internazionali di Montreax e Arezzo 2009.
Dal marzo del 2012 è diretta dal Maestro Edy Mussatti che si è assunto il compito di condurre il gruppo verso nuovi e ambiziosi traguardi musicali.
Il repertorio comprende preferibilmente musica popolare elaborata da importanti musicisti del '900 e contemporanei a cui si affiancano brani di polifonia sacra e profana.
Dal 1995 ha più volte collaborato con l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e, insieme ad altre realtà musicali torinesi, ha dato vita al Coro Ruggiero Maghini.
La Corale ha tenuto numerosi concerti in Italia e all'estero ed ha organizzato rassegne, convegni ed eventi musicali con la partecipazione di cori prestigiosi e personalità di spicco del mondo corale. Nel 1996 ha ultimato l’incisione discografica dell’opera 40b di Leone Sinigaglia “18 vecchie canzoni popolari del Piemonte”; nel 2005 ha terminato l’incisone della raccolta intitolata “Casina sola - 14 canti di ispirazione popolare”; nel 2011 ha inciso “Cori del Risorgimento” per MITO Settembre Musica allegato al volume “Edizioni distrutte. Cori del risorgimento Italiano” edito da R&G ZEDDE”.
Ogni anno organizza nella sua città, Settimo Torinese, la rassegna “CORINSIEME”, giunta alla trentunesima edizione.
L'antico castello di Rovasenda
Un piccolo giro nel centro storico del paese di Rovasenda. Il castello forse è una dei più belli di questa zona del Piemonte. Presto scriverò un articolo relativo a questa bellissima fortezza ricca di storia.
#Castello #Storia #Medioevo
Castello di Montaldo Dora
Il castello di Montalto Dora, che si erge a 405 metri di quota sul monte Crovero e si rispecchia nel lago Pistono, nell'Anfiteatro morenico di Ivrea, risale alla metà del XII secolo.
Esso ha subito nei secoli molteplici distruzioni, riedificazioni e ristrutturazioni, sino ad assumere, nel 1890, con il restauro progettato da Alfredo D'Andrade, l'aspetto che, grosso modo, ha conservato sino ad oggi. Di proprietà privata, il castello è parte integrante del borgo di epoca romana su cui sorge ed ha pianta quadrata irregolare con una doppia cinta. Un'alta torre domina la parte interna intorno al mastio, l'annessa cappella, gli ambienti in parte visitabili e il camminamento di guardia.
Nell'antichità funzionava da fortezza a guardia della strada che da Ivrea conduce in Valle d'Aosta, lungo la via Francigena.
Il castello di Montalto Dora risale alla prima metà del XII secolo (se ne fa cenno in un documento del 1140 circa che lo menziona come castrum monsalti) con una torre ed una cinta muraria che avevano funzione di rocca difensiva[1][2]. Nel corso del XIV e XV secolo il castello venne sottoposto ad ampliamenti e rimaneggiamenti volte a irrobustire le sue capacità difensiva che hanno condotto all'imponente struttura che ha poi mantenuto nel tempo.
Molteplici furono le casate che tennero in possesso il maniero. Affidato in giurisdizione al vescovado di Ivrea che concesse in feudo l`intera valle di Montalto ai signori di Settimo Vittone nel XII secolo,di seguito il castello passò nel XIV secolo a far parte dei possedimenti dei Savoia che nel 1403 lo infeudarono alla casa dei de Jordano di Bard che ne continuarono i lavori di edificazione.
Il maniero subì, nel corso della sua storia molteplici attacchi, a volte devastanti. Tra essi va ricordato quello avvenuto durante l'assedio di Ivrea del 1641 da parte delle truppe francesi del marchese d'Harcourt, in guerra contro il ducato di Savoia: in quella occasione infatti l'interno dell'edificio venne smantellato, mentre rimasero in larga parte intatte le strutture esterne.
All'inizio del XVIII secolo il castello passò in proprietà alla famiglia Vallesa che lo tennero sino al principio dell'Ottocento, quando la casata si estinse. Divenne poi patrimonio del conte Severino dei baroni di Casana che iniziò a restaurarlo ed a valorizzarlo. Per i lavori di restauro e recupero dell'intero complesso architettonico vennero interessati gli architetti Carlo Nigra e Alfredo D'Andrade, ideatori del borgo medievale di Torino.
I miei video:
#castellodimontaldodora #ripreseaereecondrone #luoghi #drone
Castello di Beccaria, il Castello salvato - Intervista a Davide Parisi
Visita la pagina Facebook del castello:
Ho avuto l'onore d'intervistare Davide Parisi, il proprietario del Castello di Beccaria, che ha fatto suo il sogno di recuperare questo castello dalla storia secolare, rimasto per troppi anni nel più completo abbandono. Un sogno fatto di passione e buon cuore, raccontato con semplicità in quest'intervista. Un ringraziamento anche ad Alberto Emilio Mietta, per la spiegazione storica alla fine dell'intervista.
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Castello di Ivrea1.avi
Ricostruzione tridimensionale del castello di Ivrea
IL CANAVESE- RIVAROLO CASTELLO MALGRA' E CASTELLAZZO
FINITO DI COSTRUIRE NEL 1336 DAL CONTE MARTINO DI SAN MARTINO,RIMASE DI SUA PROPRIETA' FINO AL XVII SECOLO . ORA E' DI PROPRIETA' DEL COMUNE DI RIVAROLO.IL CASTELLAZZO O CASTRUM RIPAROLII CON LA SUA TORRE MERLATA E' L'ALTRO CASTELLO DI RIVAROLO CANAVESE , SI SUPPONE PERALTRO COSTRUITO INTORNO ALL'ANNO MILLE , E DEL QUALE LA TORRE RIMANE L'UNICA PARTE ORIGINALE
Castello San Giorio
Riprese con Drone Castello San Giorio Val Susa (TO)
Calstello Malgrà
Documentario sul Catello Malgrà di Rivarolo Canavese
avigliana-centro-storico.wmv
le chiese del centro storico - le fortificazioni - le porte della città - le torri - il castello - il santuario
Video proposto dall'Associazione Amici di Avigliana
e realizzato grazie al contributo della Compagnia di San Paolo
piermariocamosso@tiscali.it
autore del video Mauro Paradisi
DRONE in Action al castello di Ivrea
La costruzione iniziò nel 1358 per volere di Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde con incarico affidato all'architetto Ambrogio Cognon; si concluse tra il 1393 e 1395 impegnando una grande quantità di manodopera: si ritiene che in certe giornate vi lavorassero più di mille persone (si consideri che a quei tempi Ivrea aveva circa 3500 abitanti) con maestranze qualificate provenienti da Vercelli, Milano e Ginevra[1]. Con la scelta del sito Amedeo VI volle che il castello si ergesse a fianco delle sedi principali del potere politico e religioso medioevale: il Palazzo Vescovile ed il Comune (Palazzo della Credenza). Per far posto al nuovo edificio fu necessario abbattere diverse case e le mura della città verso nord.
Situato in posizione strategica dalla quale è possibile dominare la strada che conduce in Val d'Aosta, il castello fu costruito soprattutto con funzione difensive. Il castello fu concepito come costruzione massiccia a pianta quadrangolare, con torri cilindriche che si innalzano direttamente dal terreno; i locali e le stanze del castello si sviluppano su tre maniche, alte verosimilmente tre piani, che si affacciano sul cortile interno. L'accesso avviene attraverso un'antiporta ed un successivo ponte levatoio sospeso sopra un fossato. Lungo il perimetro delle mura con merlatura a coda di rondine corre il camminamento di ronda, sorretto da beccatelli aventi scopo difensivo. Nel cortile si notano ancora il pozzo ed la ghiacciaia (diametro di 6 m. e profondità di 4m).
Castello di Vintebbio, Serravalle Sesia - Vercelli, Piemonte, Italia - Xiro Xplorer
Il castello fu costruito attorno al IX secolo ad opera dei Vescovi di Vercelli e divenne un singolare consortile retto da varie famiglie nobili tra cui gli Arborio, gli Avogadro, i Bellini, i Biamino, i de Rege, i Gattinara, i Salomone. Fu infine smantellato dai valsesiani nel 1559. Oggi ne restano le massicce rovine sul colle che domina il paese.
[Fonte Wikipedia]
IL CANAVESE - IL CASTELLO DI OZEGNA
CASTELLO MEDIEVALE , NEL XV SECOLO FU AMPLIATO DALLA POPOLAZIONE PER OTTENERE DA GOTTIFREDO DI BIANDRATE LA PROTEZIONE DALLA FAMIGLIA FEUDALE DEI VALPERGA, FU IN SEGUITO ANCHE DI PROPRIETA' DEI SAVOIA.
LE SERVENTE - Una storia di montagna - promo / Santibriganti Teatro
di Vittorio Sivera
da un soggetto di Maurizio Bàbuin
fonti poetiche di Frederic Mistral e Antonio Bodrero
con Eva Maria Cischino e Costanza Frola
luci Marco Ferrero
costumi Rossana Dassetto Daidone
scene ideate e realizzate da Marco Ferrero
aiuto regia Fulvia Romeo
regia Maurizio Bàbuin
produzione Santibriganti Teatro
con il sostegno di Residenza Multidisciplinare di Caraglio e della Valle Grana
Debutto nazionale gennaio 2009 Teatro Garybaldi -- Settimo Torinese (TO)
Spettacolo finalista al 19° FIT Festival internazionale del Teatro (Lugano) 2010
Due ragazze quasi cent'anni fa in una delle valli del Piemonte.
L'incontro casuale.
L'attesa del ritorno delle persone amate: una al fronte, l'altra disertore.
Il desiderio di affrancarsi da una condizione e da un destino che pare ineluttabile.
La fuga: da un luogo, da una condizione umiliante, alla ricerca di qualcuno, qualcosa.
La montagna come alleata.
L'incomprensione reciproca e lo scontro su cosa è giusto e cosa non lo è.
Non c'è più nessuno da aspettare, nessun ritorno.
La scelta.
Una storia semplice. Storia d'amore.
Ascoltando i racconti o leggendo e rileggendo le storie e le cronache dei periodi bellici, si resta drammaticamente colpiti dall'impatto frontale dell' evento: morti, feriti, distruzioni, prigionie, torture e quant'altro di peggio la guerra produce appena si palesa. Ma non sono da sottovalutare, anzi si possono considerare sullo stesso piano, le conseguenze e le ricadute che l'evento conflitto, una volta manifestatosi, ha da sempre sulle genti e i territori anche non direttamente interessati. Le categorie che hanno subìto più di altre tali conseguenze, sono le donne e i bambini. E' forse anche per questa sorte che le donne delle vallate che raccontiamo, così come di qualsiasi altro luogo, sono diventate l'anello forte. Le due protagoniste, poco più che adolescenti, sentono sulla loro persona il peso di un conflitto, che anche se distante, avrà un ruolo determinante sulle loro scelte di vita. La terra stessa che decidono di esplorare, la montagna delle vallate in cui vivono, pur non toccata dalla guerra, echeggia comunque lo sferragliare di armi e di battaglie del passato, suggestionando visioni ed evocando presenze. Così, la fuga in atto si risolve con una scelta che è al tempo stesso ribellione e ricerca forte, sincera e poetica di radici antiche e nuove. Nuove come quelle che oggi portano alcuni giovani, non solo italiani, a ripopolare la montagna, quella più aspra, con borgate e paesi finora abbandonati.
Lo spettacolo riflette una storia di ragazzi di ieri che vanno, come oggi,scientemente
controcorrente.
Per chi fosse ancora convinto che la poesia poco si adatti al teatro è consigliata la visione di Le Servente (...) tra le più piacevoli novità dell'intera stagione (...) una struggente quanto poetica pagina di teatro popolare ambientata ai tempi della Grande Guerra (...) L'attenta regia di Bàbuin funge da stella polare per una vicenda segnata da lotte e contrasti anche forti, ma destinata a risolversi in un finale patto di amicizia in nome di quelle libertà, di pensiero come di condizione sociale ed azione, che oggi più di ieri dovrebbero rappresentare un diritto inalienabile per ogni persona. Un'ultima considerazione, per finire: Eva Maria Cischino e Costanza Maria Frola, nomi di cui sentiremo parlare (...) dominano le scena con una padronanza impensata per la loro giovane età, (...)tratteggiando con assoluta bravura le due protagoniste
Roberto Canavesi teatroteatro.it
Cante uno chanto de Prouvènço Canto una fanciulla di Provenza
Dins lis amour de sa jouvènço. Nei suoi amori di gioventù.
A travès de la Crau, vers la mar, dins li bla, Attraverso la Crau, verso il mare, fra il grano,
Umble escoulan dòu grand Oumèro, Umile scolaro del grande Omero,
Iéu la vole segui. Coume èro Voglio seguirla. Poichè era
Rèn qu'uno chato de la terro, Soltanto una fanciulla della terra,
En foro de la Crau se n'es gaire parla. Fuori della Crau non si è parlato di lei.
Emai soun front noun lusiguèsse Sebbene la sua fronte risplendesse
Que de jouinesso, emai n'aguèsse Solo di giovinezza, sebbene non avesse
Ni diadèmo d'or ni mantèu de Damas, Né diademi d'oro né manti di Damasco,
Vole qu'en glòri fugue aussado Voglio che sia innalzata in gloria
Coume uno rèino, e caressado Come una regina, e carezzata
Pèr nosto lengo mespresado Dalla nostra lingua disprezzata,
Car cantan que pèr vautre, o pastre e Poiché cantiamo solo per voi, o pastori e e e gènti di mas genti delle masserie
da Mirèio di Frederic Mistral, Premio Nobel per la letteratura 1904
Castello di Strambinello
Prima e dopo il restauro durato più di trent'anni, ora Bed and Breakfast di Charme.
Paese Vecchio - Termoli
Drone su Paese Vecchio. Phantom DJI
PALIO DEL BARADELLO 2017 PREMIAZIONI COMO
Danze, Artisti e altro tra Piazza Volta e Piazza Cavour
Piemonte - Le fortezze del Canavese
I luoghi di magnifica Italia
CAGLIARI PANORAMA A 360° - TORRE DI SAN PANCRAZIO
SARDEGNA PARADISO
CAGLIARI CAPITALE DEL MEDITERRANEO - IL PANORAMA A 360° DI CAGLIARI DALLA TORRE DI SAN PANCRAZIO