Stragi Capaci e Via D'Amelio, gli agenti sopravvissuti: Falcone aveva incontro segreto a Palermo
A 27 anni dalla Strage di Capaci a Fanpage.it il racconto dei superstiti delle stragi del ‘92 in cui furono uccisi Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli uomini delle scorte. Parlano a Sandro Ruotolo Angelo Corbo, Giuseppe Costanza e Antonio Vullo.
Via D'Amelio Palermo Orchestra Sinfonica Infantile Falcone Borsellino
L'Orchestra sinfonica infantile Falcone e Borsellino della Fondazione la Città Invisibile commemora il giudice Borsellino e gli agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, barbaramente uccisi venti anni fa.
I bambini dell'Orchestra formati con il metodo Abreu nella Scuola di musica per la legalità della Città Invisibile, provengono da Biancavilla, Adrano, Catania (quartieri Zia Lisa e San Cristoforo) e Siracusa (quartiere Ortigia).I giovani musicisti eseguono l'Inno Nazionale a ridosso delle 16.58, l'ora in cui si verificò la terribile esplosione del 19 luglio del 1992, diretti dal Maestro Massimo Incarbone. Segue intervista al Presidente della Fondazione Città Invisibile Alfia Milazzo.
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AGENDE ROSSE Via D'Amelio Palermo 2010
Palermo ricorda Borsellino, alle 16.58 minuto di silenzio in via D'Amelio
(Agenzia Vista) - Palermo, 19 Luglio 2019 - L’inno d’Italia cantato dalla soprano Marta Favaloro e il minuto di silenzio seguito alla lettura dei nomi delle vittime della strage di via d’Amelio hanno ricordato alle ore 16.58 di questo 19 Luglio il 27simo anniversario della strage di via d’Amelio in cui furono uccisi Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina ed Eddy Walter Cosina. Courtesy Gds
STRAGE DI VIA D'AMELIO - commemorazione Palermo 19 luglio 2012 - reportage
Palermo - (di Daniele Pallotta) dal 17 al 19 luglio 2012 iniziative di commemorazione della strage di via D'Amelio, avvenuta il 19 luglio 1992, in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino e le persone che costituivano la sua scorta. Dopo venti anni le voci ed i pensieri dei magistrati Antonino Di Matteo, Antonio Ingroia, Roberto Scarpinato descrivono un percorso giudiziario difficile e tortuoso, ostacolato da omissioni e reticenze. Ancora gravi ombre restano da illuminare nella stanza della verità, nella trattativa tra pezzi deviati dello Stato e la mafia. I magistrati sono sostenuti dal movimento delle agende rosse, guidato da Salvatore Borsellino. Pochi i politici che hanno preso parte alle manifestazioni pubbliche, tra cui Antonio DI Pietro, Sonia Alfano e Luigi De Magistris. Salvatore Borsellino ha chiesto ai cittadini di proteggere i magistrati. Poi, insieme ai familiari delle altre vittime della strage, ha chiesto verità e giustizia, perchè chi è ancora in vita ne ha un bisogno assoluto.
Si ringrazia Wrong per la gentile concessione della immagini della lettura della poesia di Marilena Monti.
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19 LUGLIO 2009: AMMAZZATECI TUTTI A PALERMO 17 ANNI DOPO LA STRAGE DI VIA D'AMELIO
19/07/2009 - Video-diario del viaggio Calabria/Palermo organizzato dal movimento antimafie Ammazzateci Tutti in occasione del diciassettesimo anniversario dalla Strage di via D'Amelio, nella quale persero la vita il giudice Paolo Borsellino ed i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Per la prima volta dalla sua costituzione, il Movimento Ammazzateci Tutti ha inteso organizzare un pullman per Palermo, portando a Palermo cinquanta ragazzi e ragazze, molti dei quali all'epoca della strage non erano ancora nati.
Nel corso della giornata i giovani di Ammazzateci Tutti, guidati da ALDO PECORA e ROSANNA SCOPELLITI hanno incontrato SALVATORE E RITA BORSELLINO. Per il pranzo molti hanno scelto di fare consumo critico, recandosi all'Antica Focacceria S. Francesco di VINCENZO CONTICELLO, il ristoratore che denunciando le richieste di pizzo ha contribuito alla condanna a 54 anni di carcere per i suoi aguzzini.
Per ulteriori informazioni:
26 anni dopo via D'Amelio, Palermo ricorda Borsellino
Palermo (askanews) - Ventisei anni dopo Palermo si è ritrovata ancora una volta in via D'Amelio per ricordare il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Sul palco allestito davanti all'albero che ricorda la strage di Via D'Amelio del 19 luglio 1992, sono saliti in tanti per testimoniare il proprio ricordo e la propria gratitudine verso chi ha sacrificato la propria vita per combattere la mafia, ma soprattutto per chiedere ancora una volta che sia fatta piena luce su una delle pagine più oscure della storia repubblicana.
C'è ancora una verità da scoprire - ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede - lo Stato è impegnato, e deve impegnarsi ancora di più per scoprirla. È un diritto che hanno i familiari delle vittime della strage, è un diritto del popolo italiano. Un popolo se vuole pretendere un futuro di legalità
deve conoscere le verità del passato e c'è una parte importante e lunga della storia del Paese in cui le ombre sono tante, e abbiamo il dovere d'illuminare quella fase storica per capire cosa è successo veramente.
Accorato anche il discorso di Salvatore Borsellino che parlando dal palco, mostrando un'agenda rossa simile a quella sulla quale suo fratello annotava i suoi appunti e misteriosamente sparita subito dopo l'attentato, ha fatto un esplicito riferimento alla trattativa Stato-mafia.
Per anni - ha detto - quella trattativa che io ritengo essere stata la causa principale della morte di mio fratello, viene chiamata presunta, ipotetica, come una sceneggiatura scritta da qualcuno. Mio fratello è stato ucciso per quella trattativa, sacrificato sull'altare di quella trattativa. Mio fratello è come un soldato, andato in guerra a combattere un nemico. Il nemico era la mafia, quello era il nemico. Ma se fosse stato ucciso dal nemico non sarei qui, non ci sarebbe una via D'Amelio, non ci sarebbe nulla.
Alle 16.58, orario della strage, è stato celebrato un minuto di silenzio interrotto soltanto dallo scandire dei nomi delle vittime dell'attentato e dalle note suonate da un giovane trombettiere.
THE CAPACI and THE VIA D’AMELIO BOMBING
On the motorway heading to Palermo from Punta Raisi airport, close to the junction of Capaci, an explosive device of amazing power completely destroyed the motorway, the armoured Fiat Croma car driven by Giovanni Falcone, the prosecuting magistrate who was the symbol of the fight against the Mafia, and two escort cars. The bombing killed Judge Giovanni Falcone, his wife, Judge Francesca Morvillo, and three officers escorting them: Rocco Di Cillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro.
Capaci (PA), 23 May 1992
The Via D’Amelio bombing ordered by the Mafia killed Judge Paolo Borsellino less than two months after the murder of his dear colleague and friend Giovanni Falcone. The explosion was caused by a Fiat 126 car loaded with about 100 kilograms of TNT, parked near Judge Borsellino’s mother’s house, where he was going to pay a visit. It also killed his five escort officers: Agostino Catalano, Emanuela Loi (who was the first woman National Police officer who worked as an escort officer and died while on duty), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina and Claudio Traina.
Palermo, 19 July 1992
Palermo, Italy - July 19, 2009 - Serenetta Monti - GdP of Rome
Palermo, Italy - July 19, 2009 - At the place where Judge Paolo Borsellino was killed in 1992 - Serenetta Monti - GdP of Rome
Palermo 19 luglio 2009 - Via Mariano D'Amelio - Serenetta Monti GdP di Roma
Sono ormai passati diciassette anni dalla strage di via D'Amelio a Palermo in cui furono uccisi Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina e Walter Eddie Cosina, vale a dire il giudice e gli uomini della scorta.
Nonostante la magistratura e le forze dell'ordine abbiano individuato e perseguito numerosi mandanti ed esecutori della strage, rimangono pesanti zone d'ombra sulle entità esterne all'organizzazione criminale Cosa Nostra che con questa hanno deliberato e realizzato la strage stessa.
Per il 19 luglio di quest'anno, una domenica come 17 anni fa, tanti cittadini della società civile insieme alle redazioni di 19luglio1992.com e di ANTIMAFIADuemila.com hanno dato vita, al posto delle solite commemorazioni, ad una manifestazione popolare articolata in una serie di iniziative con lo scopo di chiedere che fosse fatta giustizia e di sostenere tutti i Servitori dello Stato che nel corso di questi anni hanno sempre dato il meglio di sé affinché questo diritto di tutti fosse tradotto in fatti.
La società civile ha voluto così evitare che quest'anno, delle persone che spesso indegnamente occupano le nostre Istituzioni arrivassero in via D'Amelio, come più volte è successo nel passato, a fingere cordoglio ed assicurarsi così che Paolo fosse veramente morto; ha voluto impedire la celebrazione di riti di morte per chi, come Paolo Borsellino e i suoi ragazzi, sono oggi più vivi che mai.
Da tutta Italia sono giunti in tanti, e tutti con una agenda rossa in mano per ricordare i misteri che ancora pesano su Via D'Amelio, i processi che vengono bloccati appena arrivano a toccare gli intoccabili, i mandanti di quella strage.
Da Via D'Amelio, con quell'agenda in mano, la marcia delle agende rosse si è snodata fino al Castello Utveggio, il posto dal quale una mano, che non era la mano di un mafioso ma di chi con la mafia ha stretto un patto scellerato, ha inviato il comando che ha fatto a pezzi Paolo e la sua scorta.
Seventeen years have already gone by since the massacre of D'Amelio Street in Palermo, Italy that killed Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina and Walter Eddie Cosina, i.e. the Judge and his five bodyguards.
Many instigators and perpetrators of the massacre have been identified and prosecuted by Judges and Police. However, a heavy shadow is still cast over the entities outside the Criminal Organization Cosa Nostra that cooperated with it in deciding and carrying out the assassination.
This year, July 19 fell on a Sunday just like 17 years ago, and many citizens of the Italian civil society together with the editorial staff of 19luglio1992.com and Antimafiaduemila.com gave life to a unique popular demonstration not just the usual commemoration. Such demonstration included a series of initiatives aimed at seeking justice and supporting all those Civil Servants who throughout these years have always done their best to turn the universal right to justice into facts.
In this way, our civil society wanted to prevent people who often undeservedly occupy seats in our institutions from coming to D'Amelio Street to pretend sorrow and to make sure that Paolo is really dead as it happened many times in the past. It also wanted to prevent death rituals from being celebrated for those who, like Paolo Borsellino and his young bodyguards, are today more alive than ever.
From D'Amelio Street holding up red diaries, the Red Diary March snaked all the way up to Utveggio Castle, the place from where a hand which wasn't that of a mafia member but that of someone who made a wicked deal with the mafia operated the remote control that tore Paolo and his bodyguards into pieces.
I depistaggi su Via D'amelio, Roberto Scarpinato: Riina ha ricevuto ordini da apparati dello stato.
Segui l'interessantissimo dibattito su:
E' molto raro che pubblico un video per intero. Preferisco coglierne il succo. Questa volta ho colto il succo per intero. Perchè è tale l'interesse che suscitano le dichiarazioni del (Grande) magistrato Roberto Scarpinato, che non ho potuto fare a meno di condividerlo con voi. Scarpinato, descrive, con una piccola premessa in cui si certifica di come lo stato e i servizi segreti, siano stati complici di tutte le stragi avvenute in Italia con regolari depistaggi, e con minuzia di particolari talvolta agghiaccianti, parla della strage di via D'amelio, e i ripetuti depistaggi in cui, la mafia corleonese di Totò Riina e interi apparati (non singoli individui) dello stato hanno fattivamente partecipato e ORDINATO l'immediata uccisione di Paolo Borsellino. E' un documento da non perdere.
Palermo 2010 - Interviste a via D'Amelio
17-18-19 Luglio 2010 - LE AGENDE ROSSE TORNANO A PALERMO CON PAOLO BORSELLINO
E' passato un anno da quando ci siamo ritrovati tutti a Palermo, in via D'Amelio, per impedire che quel luogo reso sacro dal sacrificio di Paolo e dei suoi ragazzi venisse ancora una volta profanato.
Profanato dagli avvoltoi che, tornando sulla scena del delitto, arrivavano come ogni anno ad assicurarsi che Paolo fosse veramente morto. Ad assicurarsi che non potesse più mettersi di traverso rispetto ad una ignobile trattativa stretta tra Stato e antistato. Ad assicurarsi che potessero continuare a godere i frutti di quel patto scellerato e continuare a pagare le cambiali contratte per concludere quel patto.
L'anno scorso, in via D'Amelio abbiamo per la prima volta stretto in mano e levato al cielo le nostra Agende Rosse e per la prima volta nessun rappresentante delle Istituzioni ha avuto il coraggio di arrivare in quella via.
Nessuno di loro è venuto a deporre quelle corone di fiori che non avremmo accettato fossero poste davanti alle foto di Paolo, di Agostino, di Claudio, di Emanuela, di Vincenzo, di Walter, i nostri eroi. Se qualcuno di loro fosse arrivato lo avremmo dirottato su una riproduzione della tomba di Vittorio Mangano, il loro eroe.
Con quelle Agende Rosse siamo stati nell'atrio della Facoltà di Giurisprudenza, dove Paolo ha vissuto quattro degli anni della propria giovinezza, preparando quegli esami che lo avrebbero portato a diventare il più giovane magistrato d'Italia.
Siamo saliti, levando le nostre grida di rabbia, lungo le rampe assolate che portano al Castello Utveggio, sul monte Pellegrino.
Da lì abbiamo visto con i nostri occhi come chi ha azionato il detonatore che ha provocato la strage potesse, ad occhio nudo, vedere, davanti al portone di Via D''Amelio, il Giudice Paolo suonare il campanello del casa dove lo aspettava sua madre.
Con quelle Agende Rosse siamo stati in via D'Amelio, nell'ora della strage, quando è calato il silenzio e ciascuno di noi ha potuto sentire battere forte il proprio cuore e, nel battito del cuore degli altri ha riconosciuto il battito del cuore di Paolo e dei suoi ragazzi. Ancora con quelle Agende Rosse abbiamo percorso a piedi le strade di Palermo fino ad arrivare nelle strade della Kalsa, in piazza Magione. Quella piazza, quel quartiere dove Paolo e Giovanni si sono affacciati alla vita e sono poi cresciuti insieme con tanti di quei ragazzi che poi la vita avrebbe portato nelle mani di quelli che sarebbero stati i loro assassini.
Con quelle Agende Rosse siamo stati davanti al Palazzo di Giustizia di Palermo a gridare la nostra solidarietà ed il nostro affetto a quei magistrati per i quali oggi, con le stesse Agende Rosse in mano e nel cuore, ci siamo costituiti in Scorta Civica in loro appoggio ed a loro protezione.
Con le stesse Agende Rosse in mano e nel cuore siamo stati poi, per tutto questo anno che è trascorso da allora, in tanti incontri, in tante città, dovunque fosse necessaria la nostra rabbia, la nostra voglia di Verità e di Giustizia, o il nostro amore.
Siamo stati a Roma, a L'Aquila, ancora a Palermo nelle vicinanze del Natale e abbiamo riempito l'olivo di Via D'Amelio di foglietti rossi con i nostri pensieri per Paolo, a Torino, a Napoli, a Pescara, a Cinisi, in tante altre città, in tanti altri incontri, in tante altre battaglie.
Ora è passato un anno e Paolo ci chiama ancora una volta nel posto dove ha guardato l'ultima volta il cielo azzurro di Palermo, dove il suo sangue si è mescolato a quello dei suoi ragazzi, dove qualcuno ha sottratto dalla sua borsa quell'Agenda Rossa che è diventata il nostro simbolo.
Tante cose sono cambiate in questo anno, il nostro paese sta sempre più scivolando verso il baratro di un regime, la nostra Costituzione viene sempre più messa sotto tiro e chi ne dovrebbe essere il garante è sempre più preda della sua ignavia, i magistrati sono sempre più attaccati e vilipesi ma nonostante questo alcuni di loro, a Palermo e a Caltanissetta stanno forse per togliere il velo che finora ha impedito di arrivare ai mandanti occulti delle stragi del '92 e del '93.
Dei nuovi collaboratori di Giustizia stanno parlando con i magistrati, tanti personaggi hanno improvvisamente, a 17 anni di distanza, riacquistato barlumi di memoria e cominciano a fare delle ammissioni sulla trattativa.
Solo uno, Nicola Mancino, continua a fingere di non ricordare ma forse dovrà presto scavare nella propria memoria davanti ai magistrati.
Noi siamo pronti per rispondere alla chiamata di Paolo, saremo a Palermo il 17, il 18, chi potrà, e il 19 tutti perché Paolo ha bisogno di noi, ancora una volta Palermo si riempirà delle nostra Agende Rosse e delle nostra grida di incitamento alla RESISTENZA.
Salvatore Borsellino
PALERMO Si ricorda la strage di Via D'Amelio
Palermo ricorda Borsellino, Musumeci depone i fiori in via D'Amelio
(Agenzia Vista) - Palermo, 19 Luglio 2019 - Il Presidente della Regione Sicilia a Palermo in via D’Amelio, in occasione del 27° anniversario della strage in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Courtesy Facebook Regione Sicilia
Strage di via D'Amelio il dibattito - www.lesfemmesmagazine.it
Strage di Via D'Amelio e i successivi depistaggi, il dibattito alla libreria Feltrinelli di Palermo, con Claudio Fava, Roberto Scarpinato e Fiammetta Borsellino
Immagini di Teresa Fabiola Calabria per lesfemmesmagazine.it
Borsellino, l'Italia ricorda la strage di Via D'Amelio e il giudice ucciso dalla mafia
A ventisette anni dalla strage di Via D'Amelio, avvenuta il 19 luglio 1992, Palermo e l'Italia ricordano Paolo Borsellino e la sua scorta. Uccisi dalla mafia in uno dei periodi più drammatici e bui della nostra storia.
Via D'Amelio 27 anni fa, così Palermo ricorda Borsellino e gli agenti della scorta
TeleOne, in Sicilia can.19 Digitale Terrestre.
L'inno d'Italia cantato dalla soprano Marta Favaloro e il minuto di silenzio seguito alla lettura dei nomi delle vittime della strage di via d'Amelio. Il momento centrale di questo 19 luglio è arrivato alle ore 16.58, l'ora esatta dell'attentato che lasciò sotto choc un intero Paese.
Palermo ricorda la strage di via D'Amelio a 27 anni da quella terribile domenica di luglio in cui persero la vita il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Tante le iniziative per commemorare le vittime, organizzate dal Movimento delle Agende Rosse e dal Centro Studi Paolo e Rita Borsellino.
Centinaia di giovani hanno riempito via D'Amelio con disegni, giochi, animazione. Siamo qua con i bambini in via del centro Padre Nostro in via D'Amelio per permettere loro di fare un'esperienza civica, per avere la coscienza di ciò che è stato e che non si deve ripetere più, dal martirio delle vittime come Paolo Borsellino e gli agenti di scorta ai colori dei bambini che così raccolgono il testimone, dice Marco Lo Gelfo, volontario in servizio civile.
In questo periodo di 'tempo d'estate' dedichiamo la giornata disegnando qualcosa che ricorda la giustizia e tramite il gioco mettiamo i bambini in condizione di esercitare l'educazione alla memoria e a un futuro senza mafia, cercando di instillare a questi la cultura dell'educazione civica, aggiunge.
Coloriamo Via D'Amelio: il 19 luglio per i cittadini di domani è l'iniziativa che ha preso il via stamattina a cura del Centro studi Paolo e Rita Borsellino. La manifestazione è stata organizzata in collaborazione con gli studenti del corso di laurea in Scienze della Formazione primaria UKE, Nati per leggere Sicilia, Laboratorio Zen insieme, Associazione Il Quartiere di Monreale, Centro di animazione territoriale San Giovanni Apostolo, Centro Santa Chiara, Associazione Lievito, Emmaus Palermo, campo estivo Coni Sport: un diritto per tutti, Casa di Paolo.
Borsellino: Anche Gigi D'Alessio in questura per un dibattito sui neomelodici
I modelli da offrire ai giovani al centro di un dibattito che si è svolto stamattina alla questura di Palermo per la cerimonia in ricordo delle vittime della strage di via D'Amelio, dove morirono per mano mafiosa il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta. Al dibattito, con il capo della polizia Franco Gabrielli, hanno partecipato il cantante Gigi D'Alessio, il comico Sasà Salvaggio, il sociologo Gioacchino Lavanco, fra' Mauro Bolletta e Gero Riggio. L'incontro è stato aperto con il video del diciannovenne neomelodico catanese Leonardo Zappalà che, durante la trasmissione Reality su RaiDue, disse di considerare fisiologica la morte di Falcone e Borsellino per il lavoro che facevano. Parole che scatenarono polemiche e l'apertura di un'inchiesta. Ha detto D'Alessio: La mia presenza qui è anche per fare un po' di chiarezza: questo fatto che siamo tutti musicisti neomelodici mi dà fastidio. Paragonare un cantante rionale e fare di tutta un'erba un fascio non mi sta bene. D'Alessio ha fatto esplicito riferimento alle parole di Zappalà: In tv per un punto di share si fa di tutto. Io sinceramente condanno di più gli autori di quella trasmissione. Ma poi che vuol dire neomelodico? La vecchia melodia si ferma a Claudio Villa, dopo di lui siamo tutti neomelodici. E invece c'è la volontà di ghettizzare - prosegue - chi da Roma in giù fa musica, classificandoli come 'neomelodici'. Il cantante - che ha accennato alcuni suoi successi - ha poi detto: Dobbiamo avere grande rispetto per chi, forze dell'ordine e giudici come Falcone e Borsellino, rischiano le loro vite per difendere le nostre. In questura c'era anche la figlia di Borsellino, Fiammetta, che però dopo un po' si è allontanata. Non mi interessa, ha detto. Più tardi però ha precisato: Sono andata via per motivi personali, ero stata lì per mezz'ora. Ho dato il mio contributo, mettendo in contatto la questura con Gero Riggio. Avevo una cosa urgente da fare
All'albero Borsellino - via D'Amelio a Palermo - © di Bruno Ciprì.
Viventi luoghi, non di memoria ma di presente.
In una stretta stradina, apparentemente anonima, celata allo sguardo. Via D'Amelio.
Dolore e commozione vivi si fanno strada improvvisi nel cuore... inaspettati.
Questo dolore, così profondo, leva la parola.
E diviene preghiera, nell'intima commozione che, improvvisa, assale, nel silenzio interiore ed intorno.
Solo chi lo ha provato, può capire.
Non memoria, ma presente...
(Bruno Ciprì)
(6 giugno 2010)
Copyright di Bruno Ciprì © 2010.
Tutti i diritti sono riservati in tutti i Paesi.
19 luglio 2009 Palermo, Via D'Amelio. Paolo Borsellino vive.
19 luglio 2009 Palermo, via D'Amelio: presidio con numerosi interventi tra cui Marilena Monti che recita 'Giudice Paolo'. Corteo verso il quartiere Kalsa con arrivo a p.zza Magione passando per il luoghi dove è cresciuto Paolo Borsellino.
Organizzato da: Comitato Cittadino antimafia 19 luglio 2009, www19luglio1992.com, Salvatore Borsellino.
Il nostro Meetup: Sanremo Beppe Grillo Meetup c'era a manifestare sia a Palermo che a Sanremo.
PALERMO Strage via D'Amelio, stasera la fiaccolata
Antonio Ingroia Via D'Amelio 19 luglio 2012 Palermo
Antonio Ingroia Via D'Amelio 19 luglio 2012