Viterbo sotterranea Come non l'avete mai vista
“Viterbo Sotterranea stupenda, ottime guide”
preparatissima guida durante la visita (che consigliamo) alla suggestiva Viterbo Underground.
sito di viterbo sotterranea:
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Viterbo - Piccola Grande Italia
Splendido borgo del Lazio settentrionale, situato a 326 metri sul livello del mare, Viterbo si sviluppa alle prime pendici dei Monti Cimini, protendendosi ad occidente verso l’ultimo lembo della pianura maremmana.
Viterbo sotterranea: una serie di cunicoli raccontano usi e costumi degli antichi viterbesi
Viterbo non è solo la città dei Papi, ma nei suoi sotterranei nasconde molti altri segreti...una rete di cunicoli raccontano gli usi e costumi degli antichi cittadini viterbesi.
Viterbo sotterranea: sulla via delle archeomafie
di Daniele Camilli e Alberto Pichardo. Viaggio tra i cunicoli della Viterbo sotterranea. Un patrimonio costantemente saccheggiato dalle archeomafie
I Suoni della Viterbo Sotterranea
Official presentation of the cd composed from the TEM data collected over Viterbo Underground.
May, 6th 2017
Antonio Menghini: data sonification
Stefano Pontani: guitars and loops
Copyright: EMusic 2017
emusic.world
info@emusic.world
UNEX Project_Progetto Viterbo sotterranea_esplorazioni e rilievo 2019
Ciao a tutti ed eccoci con questa nostra nuova esperienza, per la quale siamo stati contattati da Viterbo Sotterranea con l'obiettivo effettuare una mappatura tridimensionale oltra ad attività esplorative al di sotto di alcune zone ben determinate di Viterbo, oggi solo parzialmente visitabili dai turisti.
Esplorazione tesa a riscoprire alcuni passaggi e prosecuzioni che fin dall’epoca medievale, ma ancor prima etrusca e romana, si diramavano sotto la città, con cunicoli completamente scavati nel tufo, una roccia vulcanica che caratterizza il paesaggio attuale della Tuscia.
Mentre la vita a qualche metro sopra le nostre teste continua a scorrere nel presente, con la città brulicante di turisti, noi siamo con i piedi e con le mani tra fango, detriti e “chilogrammi” di storia, di quella storia dimenticata di cui abbiamo il dovere morale di parlare e di riportare alla luce!
La Viterbo sotterranea in parte è già visitabile per i turisti, ma trattasi di poco più di qualche decina di metri percorribili in sicurezza.
Con il nostro supporto, a breve (si spera) sarà possibile visitare delle zone prima d’ora inviolate, e sarà come un viaggio nel tempo!!
Infatti, appena varcata la soglia del Palazzo di Piazza della Morte n.1, dove per il viaggiatore ha inizio oggi la propria esperienza sotterranea, lo stesso sarà catapultato nel 1927, anno in cui il Palazzo è stato restaurato, ma, dopo un paio di rampe di scale, sarà ancora più indietro nel tempo, in epoca romana.
La parte più affascinante del complesso si trova ad un livello ancora inferiore ed è la parte più antica, oggi non visitabile e in fase di esplorazione da parte nostra con il supporto degli amici della “Viterbo Sotterranea”.
Da un lato, attraversando un piccolo cunicolo con il soffitto a volta sarà possibile, ad esempio, intravedere uno scorcio di quello che poteva essere una cisterna per l’acqua, tipo di opera ipogea tanto cara agli antichi romani; più in basso infatti, partono diverse diramazioni che servivano a portare l’acqua in tutta la città.
Sempre in quella zona sarà possibile visitare anche quella che a noi è sembrata la parte più suggestiva, ovvero una stanza dalla grandezza di circa 20 mq dove, sul lato frontale è innestato un piccolo altare a mensola ormai distrutto, sulla cui parte superiore è visibile una croce cristiana, probabilmente risalente all’epoca delle crociate, la cosiddetta zona sacra.
Nella esplorazioni che stiamo tutt’ora portando avanti, abbiamo avuto modo di varcare nuove zone altrettanto interessanti, ma la maggior parte di esse necessitano ad oggi un intervento di pulizia e messa in sicurezza prima di poter far transitare i “non addetti ai lavori”.
Nei vari cunicoli abbiamo notato la traccia del passaggio dei cosiddetti “tombaroli”, i quali nel corso dei decenni hanno progressivamente depredato il sito.
Come tutti i complessi sotterranei, ovviamente non mancano i miti e leggende.
In particolare ve n’è una che narra che, nel Palazzo di P.za della Morte n.1, nel corso della seconda guerra mondiale il proprietario ha murato all’interno di queste gallerie un “piccolo tesoro” e delle armi a lui appartenute per evitare che i tedeschi in ritirata li trovassero.
Nelle prossime settimane saremo ancora sul sito, quindi restate aggiornati!!
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I Cunicoli della Viterbo sotterranea. Intervista all'archeologo Alberto Pichardo
il Contesto quotidiano. Intervista di Daniele Camilli
Viterbo Italy 2011.wmv
The beautiful medieval city of Viterbo Italy, including the old section of Via San Pellegrino. Filmed during our visit in June 2011. An undiscovered gem.
CTV - VITERBO SOTTERRANEA COMMERCIAL FEBBRAIO 2015
VITERBO SOTTERRANEA - Spot CineTuscia Village
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Viterbo, necropoli etrusca con tombe in stato di abbandono
di Daniele Camilli
Una necropoli etrusca del IV secolo a.C. in completo stato di abbandono.
È Poggio Giudio, da far cadere le braccia per come è ridotta.
Uno sconcio a poche decine di metri da Porta Faul a Viterbo, lungo strada Bagni che conduce alle Terme e a Castel d’Asso. Di fronte, i resti del fiume Urcionio, derubricato anch’esso ad una specie di “fogna” a cielo aperto. L’area – arrampicata su una collinetta, sottoposta a vincolo paesaggistico e di proprietà della Provincia di Viterbo – sarebbe potuta e dovuta diventare un parco archeologico. Ma così non è stato. Nessuna manutenzione, nessun tipo di fruizione, assenza di accessibilità.
Sembra di stare in mezzo alla savana. Gli ingressi delle tombe si percepiscono a mala pena, così come le staccionate e le sedute messe lì per accogliere turisti e cittadini. Una collinetta stupenda, una piccola testaccio viterbese coperta ora da rovi, piante ed erbacce di ogni tipo.
Piena di animali: dalle innocue tartarughe a ragni, pipistrelli e serpenti. Un tempo utilizzata come area di sepoltura dalla comunità ebraica locale. In cima, sempre nell’area di proprietà della Provincia, anche una casetta in lamiera con dentro scarponi da operaio. In questa zona giungevano, attraverso i cunicoli, gli attacchi dei Viterbesi assediati dalle truppe di Federico II di Svevia nel 1243, sfruttando tutti i passaggi sotterranei che dalla città conducevano all’esterno. In questo modo portarono scompiglio nelle retrovie dell’esercito imperiale, costringendolo a togliere l’assedio.
Le sepolture sono circa una dozzina. Una di loro è completamente immersa nell’acqua e il rischio di finirci dentro – e sprofondare per 5-6 metri – è concreto. La scala di accesso alla necropoli, ormai fatiscente e pericolosa, è stata smontata per ovvi motivi di sicurezza.
Due le tombe monumentali cui è possibile accedere: la tomba “Crescini” e quella “del Portale”. La prima – spiega nel suo studio l’archeologo Pasquale Marino – presenta “uno spazio quadrangolare che riproduce una camera scavata a una profondità di oltre 11 metri. Al suo interno una copertura simile al tetto di un’abitazione a testimonianza dell’identificazione concettuale del luogo di sepoltura del defunto come ‘dimora’ del tutto simile a quella che aveva utilizzato in vita.
A circa tre quarti dall’inizio del corridoio d’ingresso si apre verso l’alto un pozzo alto 11 metri che conduce perpendicolarmente alla cima della collina. Al suo interno si conservano una decina di sarcofagi”. Tutti violati, tutti ancora con la copertura divelta.
La tomba del Portale si caratterizza invece – prosegue Marino – “per una porta quadrangolare decorata con elementi in rilievo riproducenti un ‘sistema di sostegno trilitico’.
Notevole il soffitto che raffigura un tetto ligneo a doppio spiovente con travatura centrale posta nel senso dell’ingresso”. Al loro interno, qualche traccia di pittura qua e là. Un patrimonio pubblico che rischia di andare perduto per sempre oppure di finire nuovamente laddove è stato per secoli: sottoterra!
Fonte - Tuscia Web (
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Sotterranei Viterbo
Servizio Alessio Zucchini dal Tg1 ore 20 del 22 agosto 2012
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Alberto Pichardo Gallardo, Presidente dell'Istituto di Ricerca, Innovazione e Sviluppo Papa Alessandro IV
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Si alzano alle 4 di mattina. Alle 5 escono di casa, prendono la bicicletta e passano per piazza della Rocca, via Cairoli e valle Faul. A volte qualcuno li carica al Sacrario sui pulmini. Nel silenzio più assoluto. Diretti a Castel d'Asso. Sono i braccianti agricoli stranieri. Undici ore di lavoro al giorno per 5 euro l'ora.