Abbazia di Santa Croce dei Conti, Sassoferrato
Costruita dai Conti Atti, signori di Sassoferrato, negli ultimi anni del Sec. XII per i monaci Camaldolesi con materiali provenienti dalla romana Sentinum, è una delle più importanti testimonianze d’architettura romanica delle Marche. Più informazioni:
Un video realizzato da Lorenzo Cicconi Massi nell’ambito del Progetto Europeo IPA Adriatic “Adriatic Route”:
“This publication has been produced with the financial assistance of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme. The contents of this publication are the sole responsibility of Regione Marche and can under no circumstances be regarded as reflecting the position of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme Authorities”.
Abbazia di Santa Croce, un tesoro a Sassoferrato avvolto tra storia, fede e mistero
Servizio trasmesso nel notiziario di Tv Centro Marche,
in onda ogni giorno alle 6.30 - 7.30 - 11.50 - 13.30 - 19.30 - 20.30 - 23.00
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Santa Croce dei Conti Atti di Sassoferrato AN
Una delle chiese più interessanti e misteriose delle Marche per la sua pianta a croce greca a 9 settori e 4 colonne. un tempo era un Tempio del Dio Mitra e le sue mura esterne sono state chiuse dentro un nuovo edificio. Molto interessante il dipinto dell'altare di P.P.Agabiti. totalmente piatto che scorrendogli di fronte mostra una notevole profondità prospettica tanto che l'arco interno sembra muoversi con lo sguardo. Costruita dai Camaldolesi nel XII sec. con i recuperi di Sentinum. divenne poi una chiesa Templare e persino un campo di concentramento nella II Guerra Mondiale. contiene la reliquia della Santa Croce donata dal Vescovo di Nocera. Ultimamente una società ha lavorato per restaurare il monastero per turismo ma i lavori sono rimasti incompiuti.
Ex complesso monastico di Santa Croce di Sassoferrato
Due milioni. E' la quotazione con la quale l'ex complesso monastico di Santa Croce è in vendita. Ovviamente esclusa dalla trattativa la chiesa che appartiene al demanio ed è sotto custodia della Prefettura di Ancona. Il monastero era stato venduto dai monaci di Fonte Avellana una decina di anni fa alla società veronese Monasterium che, subito, aveva iniziato la sua ristrutturazione. Nel suo business plan: un albergo ed un centro benessere. Da inizio giugno però, l'ex monastero è di nuovo sul mercato e la sua vendita è gestita da una società immobiliare veronese specializzata in residenze di prestigio. Con i suoi 2700 mq, un parco di quasi 4 ettari - commenta Enzo Romitelli, amministratore delegato. del Gruppo Casa Network incaricato della vendita - a due passi dall'Umbria, dalle Grotte di Frasassi, e dal mare, il complesso ci appare particolarmente vocato ad un uso turistico ma anche idoneo ad ospitare case di cure o residenze per anziani. Seppur da anni di proprietà privata, la notizia lascia attonito il comprensorio consapevole dell'alto valore dell'ex monastero meta di flussi turistici importanti. Ogni anno sono circa tre mila le persone che visitano l'abbazia con la guida colta dei volontari Loredana Amori, Vincenzo Passarini, Ildegardo Rossi ed Alberto Albertini.
Sassoferrato : storia, cultura e gastronomia.
Sassoferrato, nasce in epoca pre romana, numerosi i reperti archeologici dell'area Sentinum antico municipio romano che testimoniano la sua evoluzione.
Sassoferrato si divide in due aree, il rione borgo più moderno e la parte antica il rione Castello. Interessante la visita all'antica Abbazia Santa Croce dell'anno mille.
A pochi km dal centro storico nella frazione di Cabernardi l'antica e storica Miniera di Zolfo e una visita speciale al museo.
Inoltre prodotti del territorio, ricette culinarie e tanti consigli per un weekend a Sassoferrato.
Sassoferrato Arte e Spiritualità (AN) Marche Italia
Arte e spiritualità, dove nacque nel 1605 Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, il pittore delle Madonne le sue opere sono visibili al monastero di Santa Chiara, altre chiese di notevole interesse artistico San Francesco con pitture riminesi del trecento e l'abbazia di Santa Croce dei Conti anno XI XII sec. costruita con materiali provenienti dalla vicina città romana di Sentinum, per i monaci Camaldolesi.
Parco archeologico di Sentinum - Sassoferrato
Il Parco archeologico di Sentinum si trova nel territorio di Sassoferrato (AN)
Nei pressi di Sentinum, nel 295 a.C., ebbe luogo la celebre Battaglia delle Nazioni che vide la decisiva vittoria dei Romani contro gli eserciti dei Galli Senoni e dei Sanniti. Data alle fiamme da Ottaviano durante la guerra di Perugia nel 41 a.C., la città fu subito ricostruita e ampliata. Sono attualmente visibili alcuni tratti di strada basolata (cardo e decumano), i resti delle terme, delle mura e una monumentale costruzione fuori della città, identificata come villa o locanda per viandanti, recentemente musealizzata all'aperto.
info: turismo.marche.it - musei.marche.it
Battle of Sentinum / LA BATTAGLIA DELLE NAZIONI 2018, Sassoferrato
The battle of Sentinum was the decisive battle of the Third Samnite War, fought in 295 BC near Sentinum (next to the modern town of Sassoferrato, in the Marche region of Italy), in which the Romans were able to overcome a formidable coalition of Samnites, Etruscans, Umbrians, and Senone Gauls. The Romans won a decisive victory which broke up this coalitions (the Etruscans, Umbrians and Senones pulled out of the war) and paved the way for their winning this war. The Romans were commanded by consuls Publius Decius Mus and Quintus Fabius Maximus Rullianus. (Source:
La battaglia del Sentino, detta anche delle nazioni, nel 295 a.C., durante la terza guerra sannitica, oppose l'esercito romano, a un'alleanza avversa di popolazioni, composta da Etruschi, Sanniti, Galli Senoni ed Umbri. I Romani avevano come alleati i Piceni[1]. Dunque si spiega così il nome di Battaglia delle Nazioni dell'antichità: tutte le popolazioni (nazioni) del centro Italia furono coinvolte nello scontro, che decise le sorti di tutto quel territorio. Si risolse con una decisiva vittoria dell'alleanza romana, che aprì a Roma le strade del dominio dell'Italia centrale. (
Itinerari nell'alto Esino 5: Sassoferrato, S.Croce di Tripozo, S. Emiliano
Itinerari tra cultura e natura dell`alta Valle dell`Esino attraverso i borghi, le abbazie e i castelli che costituiscono il ricco patrimonio del territorio.
info:
Video tratto dal doc: Nell'alto Esino tra abbazie e castelli di Giancarlo Castagnari, in allegato al volume Abbazie e Castelli della Comunità Montana dell'Alta Valle dell'Esino Recanati, Tecnostampa, 1990.
edit:dm - Archivi MdM/FMCM
Sassoferrato (AN) - Borghi d'Italia (Tv2000)
L'itinerario di Borghi d'Italia questa settimana ci porta a Sassoferrato (Ancona), dove nell'antica Sentinum avvenne, nel luglio del 295 a.C., lo scontro decisivo tra gli eserciti della Repubblica Romana e quelli della coalizione italica che furono sconfitti.
PDVideo 108 Italien Sassoferrato Aug 2003
Documentario Sassoferrato.mp4
O salutaris hostia
“Lirica per Maria a S. Croce” con il soprano Rosita Tassi
Abbazia di Santa Croce, Sassoferrato, 01/07/2015
Invito FAI 2019 a Rotondo di Sassoferrato
Questo sabato e domenica, la 27esima edizione delle giornate Fai di Primavera coinvolge a Sassoferrato, il villaggio di Cantarino e il paese di Rotondo. Ciceroni saranno i liceali del Vito Volterra che frequentano la sede sentinate, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 fino alle 18.
«In accordo con l'amministrazione comunale - commenta Maria Rosella Quagliarini, la responsabile del gruppo Fai di Fabriano che s'interessa anche di Sassoferrato (con il supporto di Gianni Pesciarelli), di Genga e d'Arcevia – abbiamo scelto il villaggio dei minatori, raro esempio di archeologia industriale con scopo sociale creato dalla Montecatini e il castello di Rotondo con la sua torre medievale di recente ristrutturata».
Due esempi di paesi che nelle loro mura raccontano la storia di una comunità dimenticata e regalano panorami che abbracciano l'anima dell'entroterra. Cantarino offre una vista che spazia fino all'Adriatico e una sorprendente visuale sulla valle del Cesano mentre Rotondo è un inaspettato balcone che si affaccia addirittura sui monti Sibillini. Rotondo
Vanta muri a secco e una torre del XIIesimo secolo ma cela anche un’antica voce che Graziano Ligi, nell’antologia da lui curata sui “Poeti in ottava rima”, chiama “una mestieranza, un dono di natura, che poco aveva a che fare con la cultura ufficiale dell’istruzione scolastica”.
Rotondo era meta di poeti provenienti da tutti i mestieri, spesso di poca scuola, a volte quasi illetterati, e che si esprimevano “in un canto dalla melodia cadenzata e melismatica con il tono perentorio e le vocali finali stroncate”. Poeti che affascinavano per la loro sagacia e anche scaltrezza, raccontavano tutto e di tutti e si sfidavano con le rime alle veglie e soprattutto nelle osterie. Tre sono rimaste nella memoria: quella di Varani di Catobagli, di Santoro a Monterosso e soprattutto quella di Moregi a Rotondo.
Va detto che quando si parla dell’osteria di Moregi – aperta eccezionalmente per le giornate Fai e assolutamente da visitare - non ci si riferisce a un luogo cancellato dallo spopolamento e dalla modernità. Da Moregi, produttore di una gazzosa dal sapore mitico, i poeti con le loro rime, scritte anche su commissione, discutevano di passioni e di emozioni e, in un modo non tanto velato, denunciavano amori e adulteri, ladri e scherzi, insomma vestivano di rime la miseria e rendevano meno tiranno il tempo denunciando in versi il quotidiano. Un anima poetica che domenica quelli de Lottava rima”, attori e suonatori di Ferrara, sotto la regia di Stefano Fabroni faranno rivivere nell'osteria, nelle vie del castello con le rime di Oreste Crescentini, nato a Rotondo ed emigrato in Canada.
Véronique Angeletti@civetta.tv
Abbazia di Santa Maria di Sitria (sec. XI)
L'Abbazia di Santa Maria di Sitria fu fondata da san Romualdo tra il 1018 e il 1021. Il santo già nel 1014, proveniente da Valdicastro, vi aveva costruito un eremo formato da celle realizzate con pietra e legname, dove soggiornò per sette anni. Sorge in posizione alquanto isolata, nel Parco del Monte Cucco, nel comune di Scheggia e Pascelupo (PG), in una stretta valle alle pendici del monte Nocria (867 m), già chiamato Notria e ancor prima Sitria, non lontano dal massiccio del Catria (1702 m), nei pressi del torrente Artino che, raggiunto il centro abitato di Isola Fossara, confluisce nel fiume Sentino. Qui risuonava il nome di Nitria, l'area desertica del delta del Nilo dove si manifestarono le prime espressioni dell'eremitismo d'Oriente. Oggi dell'abbazia restano la chiesa e una costruzione addossata trasformata in casa colonica, il cui salone al piano terra potrebbe essere stato l'antica sala capitolare. Le celle e altre strutture del cenobio, seppur fatiscenti, erano presenti fino al 1949.
La chiesa, dell'XI secolo, rimaneggiata sul finire del Duecento, ha subito successivi restauri; quello del 1972 le ha fatto riacquistare le austere linee originarie. E' un bell'esempio di architettura romanico-gotica con pianta a croce latina a navata unica, collegata al presbiterio rialzato tramite una scala in pietra di otto gradini. Il solo arco ogivale è quello che delimita l'abside che presenta una stretta monofora centrale e resti di una Crocifissione in affresco e pittura murale a secco risalente al XIV secolo ma pesantemente ritoccata tra Cinque e Seicento. L'altare gotico in pietra, ha la mensa sorretta da 13 colonnine, alcune delle quali ricostruite perchè rubate negli anni sessanta del Novecento. La chiave di volta dell'arco romanico del transetto sinistro presenta un bassorilievo raffigurante l'Arcangelo Michele armato di spada che sconfigge il demonio. La cripta, alla quale si accede per un ingresso al centro della scalinata, è molto suggestiva e presenta la volta romanica sorretta da una colonna di granito con capitello corinzio forse proveniente dall'area ancheologica di Sentinum. Sulla sinistra della cripta si trova la lunga e stretta cella di san Romualdo. A Sitria soggiornarono san Pier Damiani, sant'Albertino da Montone, san Domenico Loricato, il beato Tommaso da Costacciaro, il monaco Mainardo fondatore dell'Abbazia di Sassovivo di Foligno.
I monaci lasciarono il monastero nel XV secolo dopo che nel 1451 Niccolò V l'affidò agli Abati Commendatari che lo amministrarono fino alla soppressione napoleonica del 1810; in seguito, nel 1836 Gregorio XVI lo pose sotto la giurisdizione della vicina Fonte Avellana. L'ultimo abate regolare fu Pandolfo degli Atti di Sassoferrato morto nel 1457. Il prezioso fonte battesimale fu trasferito il 1° Maggio 1580 nella parrocchiale di san Benedetto di Isola Fossara per volontà del Commendatario Ludovico Cesi committente del manufatto. Nel 1861 le strutture furono confiscate dal Regno d'Italia e in seguito cedute a privati. Successivamente la chiesa abbaziale è ritornata ai monaci Camaldolesi di Fonte Avellana che ne sono gli attuali custodi a nome della tradizione romualdina millenaria che rappresentano.
PRIMA RIEVOCAZIONE STORICA DELLA BATTAGLIA DELLE NAZIONI
Ex cementificio di Sassoferrato (esempio di degrado industriale).mpg
Vidit suum
“Lirica per Maria a S. Croce” con il soprano Rosita Tassi
Abbazia di Santa Croce, Sassoferrato, 01/07/2015