Botteghe Storiche di Genova - Pasticceria Liquoreria Marescotti Cavo
Alla scoperta di antichi mestieri e prodotti eccellenti tra caruggi e piazzette del centro storico di Genova.
La Pasticceria Marescotti è stata fondata nel 1780 e ha preso il nome Marescotti nel 1906.
Si trova nel centro storico di Genova nella duecentesca loggia Gattilusio in via di Fossatello. Chiusa dal 1979 al 2008, Alessandro Cavo l'ha riaperta mantenendola così come era: arredi stile Carlo X di pregiata ebanisteria, ottoni, marmi e vetrine in cristallo, senza dimenticare la cassa National Cass Register.
Visita l'Italia con noi!!!
------------------------------------------------------------------------------------------------
Il canale di Eats&Travels:
Web:
Facebook:
Twitter:
Instagram:
------------------------------------------------------------------------------------------------
Vasto da scoprire: lo storico Orfanotrofio Genova-Rulli nel Palazzo della Penna
a costruzione del palazzo ebbe termine nel 1615. Probabilmente questa data deve riferirsi al solo fabbricato principale, in quanto altri lavori vennero effettuati nel 1621, quando l’Università di Vasto diede al Marchese tre migliaia di sassi provenienti dal porto della Meta, da utilizzare per il Palazzo della Penna. Mentre altri lavori vennero commissionati nel 1699 all’ingegnere veneto Daniele Galante ed al fabbricatore Giovanni Di Benedetto di Vasto.
Posto su uno spianato a circa 6 chilometri da Vasto, in bella posizione che un tempo dominava la sottostante valle del torrente Lebba, oggi invase dalle industrie, il Palazzo ha pianta quadrata, fortificata agli spigoli da quattro baluardi, un cortile spazioso, ampie sale, semicircondata da un recinto anch’esso protetto agli spigoli da bastioni e comprensivo di una serie di fabbriche adibite a locali di servizio. Arredato con eleganza, il palazzo fu frequentemente abitato sia dal suo fondatore, che dai suoi figli, Ferrante e Diego, nonché dal nipote Don Cesare Michelangelo. Così lo descrisse Tommaso Palma nel 1703, nel suo “Compendio istorico dell’antichissima terra del Vasto”: “…Le campagne sono tutte carrozzabili, ed amene, e precise le spaziose della Penna, dove poco distante dal mare vi è un famosissimo Casino fatto in forma di Fortezza con quattro Baloardi. Vi si ponno in esso collocare trè Principi colle loro famiglie per cagion di diporto. Le camere sono allegrissime, e l’architettura delle finestre, e delle porte è così bella per la loro regolarità corrispondenza, che reca gran meraviglia, à chi l’osserva. Gli Eccellentissimi Padroni vi sogliono andar spesso, non solo per occasione di villeggiatura, ma più per loro divozione, stante vi è poco lungi una Chiesa detta di Nostra Signora della Penna…”. Altra descrizione, molto più completa e dettagliata, è presente nell’Apprezzo del 1742, conservata manoscritta nell’Archivio storico G. Rossetti.
Il 20 giugno del 1711, il palazzo venne saccheggiato dai turchi. “Ad hora nove della notte giunsero due galere turchesche nella Lebbe”, si legge nella “Cronaca vastese” di Diego Maciano, “et ivi se ne andarono nel Palazzo di S.A. con rovinare tutto, cioè pigliarono da sei portieri, da diciassette forme di cascio, una bellissima reliquiaria, molti specchi ed altre robbe. Oltre di questi ruppero molti specchi grosssi, tutte le vitriate con intentione di mettere fuoco a detto Palazzo, perché avevano riuniti tutti li banchi, arcibanchi, boffette, sedie nel mezzo di ciascheduna camera, e sala e perché no hebbero tempo per l’aggiunto del popolo della Città lasciarono imperfetto il loro disegno”.
Il canonico Diego Maciano in data 25 febbraio 1713, annotava il rientro del Marchese Don Cesare Michelangelo d’Avalos, dopo dodici anni di esilio per motivi politici. Appena si sparse la notizia dell’arrivo del Marchese, molti cittadini accorsero a piedi per rendergli omaggio. Dopo l’arrivo della Marchesa D. Ippolita, insieme agli altri membri della casa marchesale, si diressero tutti alla chiesa della Madonna della Penna dove “si fece un gran sparo da 40 huomini Missonesi, e poi si disse la messa, e poi si cantò il Te Deum”.
Il dominio di Don Cesare Michelangelo segnò il periodo di maggior splendore nella storia del palazzo. Restaurato ed abbellito, l’edificio ospitò molti personaggi del Regno, che si fermavano nella nostra città, come il Connestabile Fabrizio Colonna, che venne a Vasto per ricevere il collare dell’Ordine del Toson d’Oro.