Gianna Zoia - Istria Fiume Dalmazia - il Villaggio Giuliano a Roma
Gianna Zoia è nata in campo profughi a Marina di Massa. Quando aveva pochi mesi il padre trasferisce la famiglia al Villaggio. Forse Gianna è la prima bambina del Villaggio. Dopo un po' viene assegnata la casa dove il padre compra addirittura il bidè da campeggio. Il bagno di faceva in tinozza, la carta igienica era carta di giornale. La scuola era anche quella nei padiglioni. Gianna ricorda le corse in bicicletta col figlio del portiere delle case popolari: perdeva sempre. Ricorda la burla organizzata dal padre, le nozze di Gianna: il padre era travestito da sposa e c'erano tutti gli invitati che poi sono andati a festeggiare veramente in un ristorante. Gianna ci porta nell'edificio del centro dell'associazione sportiva che era un punto di riferimento importante per i ragazzi del Villaggio. Tratto dal film documentario Vivere in esilio, per gentile concessione del Museo di Fiume - Roma
La Zucca Vuota - Mezzanotte di un’illusione (Trailer)
Atto Unico in 12 Rintocchi
Ogni giorno barconi stracarichi di occhi riversano vite affamate sulle coste del Sud Europa. Spesso arrivano gonfie d’acqua e di sale e non sono più vite. Spesso non arrivano nemmeno ed è come se non fossero esistite mai. Cancellate da un’onda, evaporate al limite dell’Equatore. Gli animi si sconvolgono nel vederle arrivare. C’è chi ne ha ribrezzo e paura, chi sente minata la tranquillità delle proprie città, chi ha l’angoscia di dover dividere con loro lavoro e pane. C’è chi ha compassione, accoglie, aiuta, si spende. C’è chi si sforza di capire, si istruisce e allena alla tolleranza. C’è chi insiste che anche noi siamo stati migranti in massa, un tempo. Ma non è la stessa cosa. Chi arriva oggi non è solo colui che abbandona una vita misera e sacrificata per cercare lavoro o fortuna altrove. Non lascia la banchina salutando col fazzoletto il molo nero di madri, non sente gridare il suo nome da qualcuno che lo saluta col braccio teso mentre già è lontano. Parte di nascosto, come un ladro, un topo, un fantasma. Le odierne ondate migratorie hanno regole nuove che fatichiamo a capire. E’ un fenomeno che appare incontrollato e incontrollabile, se ne avverte il clima di violenza, corruzione e ingiustizia che lo governa. Aleggiano disperazione e senso di impotenza, impera un male oscuro di cui è difficile tracciare l’ identità.
Questo lavoro teatrale è una storia di aspettative deluse, di sogni minimi, di naufragi e di sogni di salvezza. Non ha la pretesa di far luce sulla verità, tanto meno la presunzione di segnare linee di condotta. Si augura semplicemente di riuscire a pennellare i tratti di questa umanità naufraga, uomini e donne in cui ci si possa specchiare, riducendo la distanza tra “noi” e “loro”.
L’ALLESTIMENTO
In un luogo di nessuno, una discarica a cavallo tra terra e mare, undici personaggi attendono di partire. Non hanno più passato né identità, vivono come topi nella trappola della speranza. Sognano un’occasione di salvezza e provano ad immaginare la società perfetta, utilizzando quel poco che hanno a disposizione: qualche straccio, qualche ricordo, un’immagine non corrotta di democrazia e giustizia sociale, qualche pugno di semi di zucca rinsecchiti. Semi che sono cibo, merce di scambio e di ricatto, denaro sonante nelle tasche degli approfittatori. Semi in grado di generare una zucca che si trasformi in carrozza e li conduca verso la terra delle opportunità. Ma è a mezzanotte, all’apice del sogno, che arriva Cenerentola a spaccare la zucca, a scardinare l’illusione: straniera fra gli stranieri, clandestina fra i clandestini, ultima fra gli ultimi, farà ondeggiare le coscienze degli altri personaggi tra rifiuto e volontà di accoglienza, disorienterà le loro convinzioni e li vedrà dibattersi tra spirito di solidarietà e timore di perdere i propri averi, spazi, diritti, privilegi, sicurezza. Una giostra di identità da cui si vuole tenere fuori il pregiudizio, un violento gioco di specchi tra mondo di partenza e mondo di arrivo, che non vuole condannare nessuno dei miseri personaggi, ma il folle e crudele sistema che ne governa bisogni e illusioni.
PERSONAGGI E INTERPRETI:
CENERENTOLA Manuela Grippi
SORELLASTRA Stefania Rosso
PRINCIPE Simone Ricci
FATA MADRINA Eugenio Gradabosco
TOPO DI CAMPAGNA Davide Farronato
TOPO DI CITTA’ Giovanni Pupino
TOPO VECCHIO Aldo Stella
TOPO DI BIBLIOTECA Igor Toniazzo
TOPO DI FOGNA Massimiliano Liotta
TOPO IDIOTA Alessandro Santamaria
TOPOLINO SENZA VOCE Un bambolotto
UOMO SENZA OCCHI Eugenio Gradabosco
VOCE DEL PROLOGO Manuela Grippi
SCENE E COSTUMI: Maurizio Fo, Donatella Degrandi
LUCI: Cristiano Falcomer
SONORIZZAZIONE: Oliviero Corbetta
REGIA: DANIELA VASSALLO
ALBERTO BAGNAI - CE LO CHIEDE L'EUROPA
CONTENUTI DI SPESSORE E INTEGRALI, PERCHE' CHI NON HA TEMPO, NON HA NEPPURE SPERANZA... [Byoblu] Prendetevi tutto il week-end, se necessario, per guardare l'intervista che avete voluto e reso possibile voi, con il vostro desiderio di conoscenza e il vostro contributo. Grazie! E diffondete...
Si vota per la Vicepresidenza a Carrara 2012
1 Giugno 2012. Il consiglio comunale di Carrara deve nominare il Vicepresidente (che spetta all'opposizione). I consiglieri di opposizione sono: 3 per il Movimento 5 Stelle 2 per il PDL e 1 per l'IDV. Matteo Martinelli rivendica la carica specificando che il Mov. 5 Stelle ha preso più del doppio di voti di preferenze rispetto il PDL... e ribadendo la volontà popolare come sovrana, il rappresentante del PDL, Laquidara, rivendica la carica in virtù dei suoi 14 anni di esperienza nelle istituzioni comunali e nella sua serietà professionale.
Dopo la prima votazione che viene annullata per mancanza di quorum, e la seconda votazione che vede i 2 pretendenti in parità (7 voti per Martinelli M5S e 7 voti per Laquidara del PDL) .. viene svolta una TERZA votazione. Dopo qualche minuto e qualche sconcerto... si procede ancora. Alla fine il consiglio comunale di Carrara (di centrosinistra) decreterà che il vicepresidente dovrà essere Laquidara del PDL. ... Boato in aula... Sarà Possibile un ricorso da parte del Movimento 5 Stelle.