Processione dalla Basilica di San Cesidio e Rufino a Trasacco
Uscita della processione dalla Basilica di San Cesidio e Rufino a Trasacco.
TRASACCO STORIA E TRADIZIONI - I 260 anni del campanone della Basilica
di Tito Lucarelli
Il prossimo 15 maggio la campana grande della basilica SS. Cesidio e Rufino di Trasacco compie 260 anni. Raccontiamo brevemente le tortuose vicende che precedettero la sua fusione.
Nel 1738 il fonditore di campane Giambattista Donati dell’Aquila, al quale l’abate della basilica di S. Cesidio, Don Carlo Febonio, aveva commissionato alcune piccole campane, metteva in guardia il suddetto abate sullo stato precario della campana grande della chiesa esprimendosi così in una lettera: “Le ricordo ancora di far rivastare la Campana grossa perché altrimenti se la giocheranno”.
Passarono però alcuni anni prima che il nuovo abate della basilica, Don Giuseppe De Gasperis, prendesse una decisione. Infatti, il primo contratto per la fusione di 2 campane, quella grande e quella mezzana, fu stipulato il 18 maggio 1751 tra il Procuratore della Collegiata Chiesa di Trasacco, Rev. Can. Don Giuseppe Marinetti, e la Ditta di Mastro Diego Cacciavillani della città di Agnone. Il contratto prevedeva un costo di sessanta ducati e 2 salme di vino in atto di lavoro; erano inoltre a carico della Chiesa le spese della fornace, del carbone, della legna, della creta, acqua e mattoni. Tutto il resto, ferro, sego, cera ed altro erano a carico del fonditore. Il metallo usato doveva essere di buona qualità. Il Cacciavillani concedeva una garanzia di 3 anni, tempo entro il quale si impegnava a rifondere le campane a proprie spese qualora esse fossero venute a “perire” per un difetto di fabbricazione. Il lavoro doveva essere terminato prima del mese di settembre del 1751.
I campanari Cacciavillani erano in quel periodo impegnati a fondere altre campane di altri paesi del circondario. Essi scelsero Trasacco come sede per fondere anche le campane di Collelongo e Tagliacozzo.
La prima versione della campana grande fu fusa il 15 agosto 1751. Il 15 settembre le due campane, quella grande e quella mezzana, furono consegnate e in data 19 settembre la Ditta Cacciavillani fu pagata. Ben presto, però, la campana grande presentò dei difetti. Il metallo iniziò a incrinarsi quasi subito, tanto che il successivo 28 dicembre si ruppe del tutto.
Dopo alcune peripezie, l’8 di ottobre del 1752, il campanaro Cacciavillani rifuse una nuova campana grande, che fu consacrata il 24 dello stesso mese. Ma il 31 agosto del 1753, proprio durante i festeggiamenti del Santo Patrono, mentre il battaglio percuoteva la campana “nella sua distesa verso Luco, essa campana si ruppe”.
La delusione per questo secondo fallimento fu enorme, per cui ci si rivolse al altro costruttore di campane. Fu scelta la Ditta Giambattista Donati dell’Aquila, che già a Trasacco aveva fuso alcune piccole campane diversi anni prima.
Dopo una laboriosa trattativa si raggiunse l’accordo. Il Battaglio fu ordinato a parte ad una ditta di Roma, la stessa che aveva fatto il “battocco della grossa campana di San Pietro di Roma”. Nel luglio del 1754 il battaglio era pronto. “E’ uno spavento di bellezza, che pare sia tutto di argento” scriveva colui che aveva seguito i lavori di fabbricazione per conto della chiesa di Trasacco.
Si dovette arrivare, però, al novembre del 1756, affinché il Donati, nuovo artigiano campanaro, venisse a Trasacco a smontare la campana grande rotta, ridurla in pezzi e ridiscenderla.
La fusione della terza versione della campana avvenne venerdì 10 novembre; il 27 fu appesa e sembrava che emanesse “un bravo Eco longo, e suono soave”. Il 24 giugno del 1757, alla presenza di numerose autorità civili ed ecclesiastiche, con grande giubilo fu consacrata.
Tuttavia, nonostante l’entusiasmo, anche la nuova campana andò male. All’alba del primo novembre dello stesso anno, infatti, le maniglie che la sorreggevano si ruppero e la campana cadde a terra dal campanile, senza rompersi.
Sabato 16 settembre del 1758 la campana fu fusa di nuovo per la quarta ed ultima volta a spese dell’artigiano campanaro. Alle ore 9.00 fu acceso il fuoco della fornace. Alle 19.40 fu colato il metallo. Il giorno seguente alle ore 20.00 fu scoperta la testa della campana. Il lunedì e martedì successivi fu sterrata. Il giorno 21 le fu dato il primo tocco. Domenica 24 settembre fu pesata e risultò un peso pari a 7138 libre, pari a circa 23 quintali, escluso il battaglio.
Il 15 maggio del 1759 fu consacrata dal vescovo Mons. Brizii. Domenica 8 giugno fu salita sul campanile. Durante tale operazione una delle 5 corde che la tenevano si spezzò. Per fortuna le altre 4 ressero il peso e la campana poté raggiungere il campanile. Il lunedì successivo Mastro Antonio di Trasacco, alle presenza dell’artigiano campanaro, la fissò “al suo luogo e suonata colla divina misericordia a durar perpetuamente”.
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