Cocullo, L'Aquila, Abruzzo, Italy
Cocullo è un comune italiano di 246 abitanti della provincia dell'Aquila in Abruzzo. Fa parte della Comunità montana Peligna.
Centro agricolo dell'alta valle del Sagittario, situato su un colle, estrema propaggine meridionale del monte Catini (1.319 m).
Alla fitta rete di canali che irrigavano la pianura della Mesopotamia, attraversata dai fiumi Tigri ed Eufrate, soprintendeva un ispettore chiamato, in accadico, gugallu. Cocullo, su di un colle, sentinella al canale Flaturno che scende al fiume Sagittario, al pari di Cucullo, oppido marso a Colle Lanciano, sotto la fonte della Cuna, in alto al paese di San Pelino di Avezzano, vuol essere quindi: guardiano del canale.
Un'altra ipotesi sulla etimologia di Cocullo è quella di farlo risalire all'abitato di età romana “Koukolon” citato anche da Strabone.
ra le principali opere del centro storico di Cocullo vi è la torre medievale in muratura, costruita con blocchi di pietra di base quadrata. Questa torre è stata adattata poi come campanile della chiesa di San Nicola.
La chiesa risulta citata nel XIV secolo e danneggiata nel terremoto della Marsica del 1915 ma poi mai restaurata.
La facciata mostra vari interventi di modifica, ora, sconsacrata, ne rimangono pochi avanzi di interesse architettonico.
Sopra il rosone della Chiesa di San Nicola rimane uno stemma.
La chiesa della Madonna delle Grazie risale al XIII secolo. In seguito è stata più volte modificata.
La facciata comprende un rosone, un architrave riproducente l'Agnus Dei, 2 statue del XVI secolo poste in 2 edicole.
Il portale è sormontato da una lunetta ogivale. Un 2° portale è del 1552.
L'interno è ad un'unica navata è modificato nel XVIII secolo ma ancora contenente gli affreschi originari del Cinquecento identificanti la Deposizione, la Crocifissione ed un trittico di Sant'Antonio, della Maddalena e di Sant'Amico di San Pietro Avellana.
Di particolare rilievo vi è la cinta muraria racchiude tutto il rione di San Nicola e il resto del centro storico caratterizzati da viuzze tortuose, bifore e botteghe medievali, portali e case signorili dei secoli scorsi tra cui Casa Marano e Casa Squarcia.
Porta Ruggeri è ad arco a sesto acuto, prende il nome dal ramo della famiglia di Celano. È sita vicino alla torre medievale.
Porta Renovata è sita presso la valle a sud.
Porta di Manno. È stata costruita direttamente sulla nuda roccia dello sperone del piccolo cocuzzolo su cui sorge Cocullo.
Cocullo: il fascino magico dei serpenti
A Cocullo, un piccolo borgo abruzzese, ogni anno a maggio si celebra la festa religiosa di San Domenico, e la città si riempie di serpenti per celebrare il santo.
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Il Rito dei Serpari - Cocullo (AQ)
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A Cocullo la Festa dei serpari, antico esorcismo contro i veleni
Milano, 2 mag. (askanews) - Una processione millenaria per esorcizzare un timore altrettanto antico. A Cocullo, comune della Comunità montana Peligna in provincia dell'Aquila, nell'Appennino abruzzese, la Festa dei serpari si svolge ogni anno il 1 maggio a partire dal 2012, prima aveva luogo il primo giovedì del mese.
La manifestazione e la processione che ne consegue si svolge in onore di san Domenico abate, particolarmente venerato a Cocullo dove sono conservate due reliquie del santo: un molare e un ferro della sua mula.
Secondo la tradizione, il santo si sarebbe strappato il dente donandolo alla popolazione suscitando una fede che andò a sostituire l'antico culto pagano della dea Angizia, divinità adorata dai Marsi, antica popolazione abruzzese, associata al culto dei serpenti, spesso collegati alle arti mediche. A lei
i Marsi attribuivano infatti la conoscenza dell'uso delle erbe curative, specie quelle contro i morsi dei serpenti.
Il dente di san Domenico abate, con una chiara allusione al dente avvelenatore del serpente, soppiantò l'antico culto innestando una nuova matrice cristiana.
La prima fase della festa consiste nella cattura dei serpenti, tutti non velenosi, che vengono raccolti dai serpari al primo sciogliersi della neve.
Poi, a mezzogiorno inizia la processione della statua del santo brulicante delle serpi catturate nei giorni precedenti. Si parte dalla chiesa di San Domenico per poi proseguire nelle stradine del centro storico. Al termine della festa, i rettili vengono di nuovo rilasciati dai serpari nell'ambiente.
(Immagini Afp)
Cocullo festa dei serpari in onore di San Domenico Abate da: In punta di lingua
1° Maggio 2015
Località: Cocullo (Aq)
Evento:
Festa tradizionale dei serpari in onore di San Domenico Abate
Descrizione:
Ogni anno a maggio si celebra a Cocullo un antichissimo rito, trasformatosi oggi in una festa sacra-profana. Tutto ha inizio con i serpari che alla fine di marzo si recano fuori paese in cerca dei serpenti. Una volta catturati, vengono custoditi con attenzione in scatole di legno (in tempi remoti dentro dei contenitori di terracotta) per 15-20 giorni nutrendoli con topi vivi e uova sode. Questa usanza è legata alla civiltà degli antichi Marsi, che però i cocullesi rievocano in onore di San Domenico che è ritenuto proteggere dal mal di denti, dai morsi di rettili e della rabbia. San Domenico era un monaco benedettino di Foligno che attraversò il Lazio e l’Abruzzo fondando monasteri ed eremitaggi. A Cocullo si fermò per sette anni, lasciando un suo dente e un ferro di cavallo della sua mula, che divennero delle reliquie. Per questo la mattina della ricorrenza, nella chiesa a lui dedicata, i fedeli tirano con i denti una catenella per mantenere i denti stessi in buona salute e poi si mettono in fila per raccogliere la terra benedetta che si trova nella grotta dietro la nicchia del Santo. La terra sarà poi tenuta in casa come protezione dagli influssi malefici, sparsa nei campi per allontanare gli animali nocivi oppure sciolta nell'acqua e bevuta per combattere la febbre. Tale festa per alcuni studiosi è da attribuire alla dea Angizia, venerata presso gli antichi Marsi. Per altri studiosi invece, la si deve attribuire alla mitologia di Eracle. Infatti nella frazione di Casale sono stati rinvenuti bronzetti votivi raffigurante proprio Eracle che, come si sa, strangolò nella culla i due serpenti mandati da Era per ucciderlo.
La festa ha inizio con la folla che incomincia a tirare coi denti la campanella della cappella di San Domenico, all'interno della chiesa omonima. Secondo la tradizione, questa cerimonia servirebbe a proteggere i denti dalle malattie che li potrebbero affliggere. A mezzogiorno inizia la processione della statua del santo invasa dalle serpi catturate nei giorni prima. Parte dalla chiesa di San Domenico e prosegue per le stradine del centro storico. Ai fianchi della statua del Santo, due ragazze vestite con abiti tradizionali, portano sulla testa un cesto contenenti cinque pani sacri chiamati ciambellani in memoria di un miracolo che fece san Domenico. Questi pani vengono donati per antico diritto ai portatori della Sacra Immagine e del gonfalone. Al termine della festa, i rettili vengono riportati al loro habitat naturale dai serpari.
Riprese video e montaggio: Rosato Mario
Si ringraziano per la collaborazione: TRS - Don Michele Di Lorenzo - Nicolino Paolucci - Vittorio Giardino
La processione con i serpenti, a Cocullo la festa dei serpari
Roma, (askanews) - La statua di San Domenico ricoperta di serpenti portata in processione per la città. Un rito antico che si ripete da anni a Cocullo, comune in provincia dell'Aquila in Abruzzo: è la festa dei serpari, che si svolge in onore di San Domenico abate, di cui sono conservate due reliquie nel paese, che si ritiene protegga dal morso dei serpenti e guarisca le malattie dei denti.
Gli abitanti si preparano da marzo per questa festa folkloristica che da alcuni anni si celebra il primo maggio. Gli esperti serpari vanno a caccia di serpenti, li catturano e li custodiscono e nutrono per giorni. Dopo la processione che parte dalla chiesa di San Domenico e attraversa le vie del centro i serpenti vengono liberati. Le specie sono tutte non velenose e ogni anno per i cittadini e i turisti attirati da questa tradizione, è un'occasione per avere un incontro ravvicinato con i rettili.
La festa è talmente radicata nella tradizione abruzzese che si stanno raccogliendo le firme per chiedere che venga riconosciuta patrimonio immateriale dell'Unesco.
Il rito dei serpari - 1° giovedi di maggio a Cocullo 2011
Cocullo [AQ]
Piccolo centro situato ai confini tra la Marsica e la Valle Peligna, Cocullo deve la sua fama a tradizioni religiose e folkloristiche ancora così vive e profonde da renderla argomento di eruditi studi etnografici e meta turistica davvero peculiare. Sorge nella valle del Rio Pezzana, affluente del fiume Sagittario, a 900 m. sul livello del mare.Gli studiosi sono ormai certi nell'identificare la Koνκoνλoν citata dallo storico e geografo greco Strabone (I sec.a.C.) con un antico insediamento riconosciuto nei pressi dell'attuale Cocullo, in località Triana e Casale. Oltre a notevoli testimonianze di necropoli preromane, assimilabili tipologicamente a quelle vicine di Anversa e, in generale, alle tombe peligne più antiche, furono più volte accertate in passato presenze di strutture di età romana quali mosaici, muri e sporadici reperti riconducibili al periodo imperiale romano. Da non dimenticare il rinvenimento di numerosi bronzetti raffiguranti Ercole, indizio della presenza di un luogo sacro nelle vicinanze dedicato al dio degli armenti. Nel medioevo le esigenze difensive costrinsero la popolazione a costruire più in alto e a fortificare il paese, compreso nella Diocesi di Valva ma dipendente politicamente dalla Contea dei Marsi, potente dinastia feudale con sede nella vicina Celano. Numerose le famiglie di feudatari che si avvicendarono sul territorio: dai Piccolomini ai Peretti, dai Savelli ai Barberini, ai Colonna. Il nome di Cocullo è strettamente legato nella cultura popolare ai riti in onore di San Dornenico, monaco benedettino nato a Foligno e giunto alle soglie del Mille in Abruzzo, dove fondò chiese e compì numerosi miracoli, venerato come protettore dalle tempeste, dalla febbre, dalla rabbia e dai morsi degli animali selvaggi e velenosi. Fin dai primi giorni primaverili alcuni cocullesi si recano nel campi per catturare i serpenti che saranno gli accompagnatori del Santo durante la processione di maggio. Si perpetua dunque la figura del serparo, descritta da G. d'Annunzio: E' frate del vento. Poco parla. Ha branca di nibbio, vista lunga. Pìccol segno gli basta. Già nel tardo medioevo d'altronde è nota la figura del ciarallo, una sorta di incantatore di serpenti capace anche di immunizzare dal loro morso e in epoca romana il termine marsus indicava un mago che sapeva trattare anche con questi rettili. A Cocullo però i serpenti sono assai più rispettati che altrove, specialmente da quando non è più in uso ucciderli alla fine del rituale ma liberarli nel luoghi ove sono stati raccolti. Quando, il primo giovedì di maggio di ogni anno, si festeggia il Santo patrono, con l'arrivo di compagnie di pellegrini e tanti, tanti devoti e turisti, uno dei momenti più intensi è proprio quello in cui la statua di San Domenico viene adornata con i serpenti raccolti pochi mesi prima nelle campagne, i quali per tutta la processione si aggrovigliano intorno all'immagine sacra, preceduta da due fanciulle che portano pani benedetti (i ciambellati). I fedeli compiono una serie di rituali, ìmmutati certamente da centinaia d'anni: si attendono le compagnie, che con loro canti rendono ancor più suggestivo il momento religioso; poi viene raccolta la terra nella piccola grotta della cappella del Santo, per poterla spargere sul campi; si tira la campanella vicino alla cappella per preservarsi dal mal di denti; si fanno riti propiziatori di benedizione alle persone e agli animali; infine si segue il Santo, adornato da quelle serpi così familiari e ci si prepara ad un nuovo anno di devozione, certi della Sua benevola protezione.
Cocullo la Festa di San Domenico e dei serpari (1 maggio 2019) Integrale
Il primo maggio a Cocullo, un piccolo borgo caratteristico situato nel cuore dello scenario montano aquilano, si celebra la festa di San Domenico Abate e la processione dei serpari.
Durante le celebrazioni, nel paese abruzzese si assiste ad uno spettacolo unico e affascinante che richiama ogni anno migliaia di turisti ed altrettanti fedeli: piazze, vicoli ed ogni angolo del paese si popolano di serpari e serpenti che attirano la curiosità dei tanti visitatori, più o meno coraggiosi.
Dopo la celebrazione della messa in onore del santo nella chiesa di San Domenico si svolge il rito più atteso e caratteristico di questa giornata, la processione dei serpari. La statua, posta al centro della piazza viene ricoperta quasi interamente dai rettili e portata a spalla nelle vie del paese tra una folla immensa di persone “rapite” da questo momento altamente suggestivo.
La festa dei serpari a Cocullo è sicuramente la più famosa celebrazione folcloristica in Abruzzo e allo stesso tempo la più misteriosa dato che l’origine stessa del rito è ancora incerta. Un evento in cui le usanze pagane si fondono con la tradizione cristiana: la devozione per San Domenico, protettore dal morso dei rettili, si intreccia con il rito arcaico dei “serpari”, manipolatori dei serpenti.
• San Domenico studiò nel monastero della SS Trinità, situato vicino alla città in cui nacque nel 951, Foligno. Intorno all’anno mille partì per raggiungere le terre d’Abruzzo e non fece più ritorno nella sua terra natia.
Chiesa di Villalago
Chiesa di Villalago
• L’abate è protettore sia di Cocullo che della località poco distante di Villalago, dove sono presenti una chiesa e un lago che portano il suo nome. Alle spalle della chiesa, scavato nella roccia, c’è l’eremo dove San Domenico si ritirava in preghiera.
• Secondo i fedeli San Domenico, minacciato di morte dagli eretici, fuggì da Villalago per raggiungere Cocullo. Lasciando il paese frappose tra se e i suoi aggressori un orso a guardia della strada.
• Le reliquie dell’abate furono donate dallo stesso San Domenico agli abitati di Cocullo e Villalago in occasione della sua partenza. Nella chiesa di Cocullo sono presenti un dente e il ferro della sua mula. A Villalago un dente molare.
• La figura di San Domenico è invocata per proteggersi dal morso dei serpenti e dei cani affetti da rabbia, ma anche contro piogge e tempeste, malaria e per curare il mal di denti.
Mano san domenico firmata
Mano della statua del Santo
• E’ usanza dei fedeli che visitano la chiesa di San Domenico a Cocullo tirare con i denti la catena di una campanella, presente all’interno del santuario, per proteggersi dalle malattie della bocca.
• All’interno della chiesa è presente una grotta la cui terra, benedetta, viene solitamente raccolta dai fedeli e utilizzata in diversi modi: tenuta in casa per proteggersi dal maligno, sparsa nei campi per favorire il raccolto e, nell’antichità, sciolta nell’acqua e ingerita contro le malattie.
• Il culto di San Domenico e il collegamento con i serpenti, si sovrappone, frequentemente ma non in maniera del tutto attendibile, a due importanti elementi culturali che già esistevano nella zona di Cocullo: la tradizione del popolo dei marsi, che aveva al centro del suo culto la dea Angizia e l’importanza dei gruppi dei serpari che popolavano la zona, maneggiatori di serpenti e curatori.
Abruzzo - COCULLO festa dei serpari - Viaggio In Moto - Maggio 2017 (on the road) - GoPRO Hero 3 HD
Cocullo festa dei serpari L'Aquila on motorcycle. Honda crosstourer 1200 Moto Guzzi Stelvio Ducati Multistrada & Hypermotard.
La statua di San Domenico portata in processione con i serpenti durante la “festa dei serpari” a Cocullo (L’Aquila). Si tratta di un rito antichissimo. La tradizione vuole che San Domenico abbia il potere taumaturgico contro il morso dei serpenti e dei lupi. Ma anche quello di guarire il mal di denti. E proprio per invocare la sua protezione i fedeli, nel giorno della festa, suonano una campanella posta all’interno della chiesa di Santa Maria delle Grazie, utilizzando i denti.
Da Cocullo a Isola del Liri. Abruzzo, Italy
Passeggiata in solitaria in una bellissima domenica di Autunno.
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Snake Festival in Cocullo, Abruzzo - Japanese version with English subtitles
ようこそ、アブルッツォ州の小さな村コクッロへ!コクッロでは、イタリアの奇祭のひとつであるヘビ祭りが毎年5月1日に開催されます。このお祭りは、聖人であるサン・ドメニコ・アバーテをお祝いするもので、コクッロでは蛇は愛され、尊敬の対象となっています。
森から捕獲された蛇は、お祭りの際にその聖人の像に巻き付けられ、お祭りが終わると森へ戻されます。祭りの参加者は蛇たちに触れたり、セルパリと呼ばれる有名なスネークハンターと会うことができます。アブルッツォで、この変わったお祭を体験してみませんか?皆様のお越しをお待ちしております。
Welcome to Cocullo, a tiny village in Italy!
Each May 1st in Cocullo is held one of the most peculiar Italian Festivals, the snake Festival.
The snake festival is in honour of the Saint San Domenico Abate. Snakes in Cocullo are loved and respected.
The snakes, which adorn the statue of the Saint, are caught from forests and will be released again in the forest after the festival.
The participants of the festival can touch the snakes and meet the famous snake hunters called serpari.
Do you want to experience this unique festival? We'll be waiting for you in Abruzzo!
305_03.08.2013 Sulmona, Cocullo, Pescasseroli, Scanno *Verso Pescasseroli* Telemetria in HD
Sulmona Cocullo Villetta Barrea Scanno Ortona dei Marsi Bugnara Anversa Pescasseroli - Telemetria in HD - 3 agosto 2013
Distanza: 129,97 km, Tempo: 5h 11', Velocità media: 25,0 km/h, Altimetria totale: 1985 m, Calorie: 2696 C, Temperatura media: 25,8 °C
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Telecamera:GoPro Hero3 con Garmin Edge 810.
Elaborazione video su MAC by TiRec1408
PER UNA VISUALIZZAZIONE OTTIMALE, SETTATE LA QUALITA' DEL VIDEO A 1080p
ciclisticarivalta.com
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L'Aquila centro storico. Sei nell'anima!!!!
19/02/2015 Volo su L'Aquila centro .
Tecnam P2008 JC Aero Club L'Aquila
Video HD
Pietrasecca, L'Aquila, Abruzzo, Italy
L'abitato del centro storico presenta case costruite per difesa a picco su uno sperone roccioso, denominato Vena Cionca posto sopra la località di valle Marino. Un notevole sviluppo abitativo si ebbe dopo il 1860 e portò le costruzioni fino all'attuale Piazza delle Canapine con un'estensione che include parte di monte Dritto. Il paese si è poi espanso verso est dove con la costruzione di alcuni palazzi delle case popolari.
Nuove costruzioni sono sorte in località Ara delle Pietre (in dialetto locale ar'elleprete) mentre il centro storico è rimasto quasi del tutto disabitato, se si esclude il periodo estivo quando si ripopola con gli abitanti emigrati soprattutto nella Capitale che tornano in villeggiatura. Suggestiva è la visione del paese vecchio arroccato a mo' di presepe dalla sottostante autostrada A24 Roma-Teramo. Tra Pietrasecca e il comune confinante di Sante Marie si estendono due riserve naturali, la riserva naturale speciale delle Grotte di Pietrasecca e la riserva naturale regionale Grotte di Luppa. Il paese è noto anche per la presenza di alcune falesie sullo sperone roccioso della Vena Cionca molto frequentate dagli arrampicatori.
Nel luogo si trovava con ogni probabilità un centro fortificato degli Equi, mentre la presenza romana è testimoniata da frammenti ceramici e da un'iscrizione funeraria.
Secondo la tradizione locale la fondazione dell'attuale abitato si deve al Re Pipino che non distante dall'abitato contemporaneo avrebbe fondato il castello di Luppa dove sarebbe morto nell'810 per essere sepolto in località Fosso Feca. Pietrasecca venne espugnata, insieme a Saracinesco, dai saraceni in ritirata sulla via Valeria e successivamente riconquistata dalle truppe papali. Si apprezzano ancora i resti delle opere fortilizie erette nei secoli sia con tecniche occidentali che orientali. La struttura della cittadella interna presenta una poderosa muraglia di cui, dopo i terremoti occorsi nei secoli, si conservano le tracce che sono ben visibili. L'imponente rocca originaria è osservabile soprattutto dal lato nord-ovest, in prossimità dell'odierno cimitero.
Da questa angolazione si può infatti osservare la maggior parte delle opere fortilizie superstiti. La località fu fortificata fin da epoca remota, già prima della dominanza equa, per la sua posizione strategica. Posizione che conservò in epoca romana sulla direttrice della via consolare Valeria e rafforzò in epoca medioevale per essere al confine tra i ducati longobardi di Spoleto e quelli di Benevento. I resti del castello hanno caratteristiche costruttive simili a quelle di altre strutture difensive del territorio della Marsica e della confinante Sabina, costruite tra la fine del X e gli inizi dell'XI secolo, ma recano in sé anche opere murarie arabe oltre che occidentali medioevali.
Il toponimo di Petram Siccam è citato per la prima volta in un documento del 1074. Nel XV secolo passò dal dominio degli Orsini, conti di Tagliacozzo, alla baronia di Collalto Sabino e alla fine dello stesso secolo ai signori Savelli. Nel 1655 è documentata una forma di autonomia amministrativa con la presenza dell'università di Pietrasecca. Uno spaccato dell'economia e della vita sociale dell'epoca è documentata nel Catasto del 1749.
L'8 dicembre del 1860, a circa due chilometri dal paese, avvenne in località Casale Mastroddi di Sante Marie la cattura del generale legittimista spagnolo José Borjès venuto in Italia per riconquistare il perduto regno borbonico di Francesco II, sperando in un'alleanza con il brigante lucano Carmine Crocco. Deluso dal comportamento delle bande brigantesche meridionali finanziate dalla stesso re, stava andando a Roma per dissuaderlo dal continuare a spendere inutilmente il suo denaro. Ad 8 km dal confine pontificio fu catturato e fucilato lo stesso giorno a Tagliacozzo, senza alcun processo, dai bersaglieri del regno al comando del maggiore Enrico Franchini.
A causa del terremoto di Avezzano del 1915 crollò la chiesa di Santo Stefano, ricostruita in seguito più in basso all'ingresso del paese. Agli inizi del XX secolo il paese superava i 1.000 abitanti. Lo spopolamento è stato determinato da scarse possibilità di occupazione nel posto e dalla conseguente emigrazione soprattutto nella vicina Roma.
Nel 1984 è stata scoperta la meravigliosa Grotta grande del Cervo che, unitamente alla già conosciuta grotta dell'Ovito, ha determinato la rivitalizzazione del centro e la valorizzazione turistica del territorio. Ciò è avvenuto soprattutto attraverso l'istituzione nel 1992 da parte dell'ente Regione Abruzzo della riserva naturale speciale delle Grotte di Pietrasecca.
In occasione della scoperta della Grotta del Cervo nell'aprile del 1984 furono ritrovate dal CAI di Roma anche 18 monete di epoca romana.
Continua:
Collarmele (L'Aquila)
Spot realizzato in occasione del Workshop Internazionale di Architettura.
SNAKE FESTIVAL - NO SOUND
Traditional procession of a legend that Cocullo was invaded by poisonous snakes and the village saved by Saint Dominique. Boys capturing snakes in the woods - various scenes. Various shots of the procession and general view of the village. A statue of the Saint covered in snakes is part of the procession.
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Festa di San Domenico Cocullo 1 Maggio 2017
Festa Patronale di Cocullo. La statua di San Domenico è portata in processione dopo essere stata rivestita di serpi che i cittadini hanno raccolto nei giorni precedenti. Le serpi sono innocue bisce tra cui biacchi e soprattutto cervoni, la specie europea di maggiori dimensioni. Si tratta di specie protette, infatti gli abitanti di Cocullo hanno un permesso speciale che li autorizza alla cattura, con l'impegno di reinserirle il giorno successivo esattamente nei luoghi dove le hanno raccolte. Gli esemplari sono marcati e alcuni hanno anche dei trasmettitori utilizzati per scopo di ricerca. Vi sono esemplari che hanno già partecipato, perfettamente indenni, a numerose manifestazioni precedenti.
Verbicaro: il rito arcaico dei Vattienti
In Calabria, sono tante le manifestazioni legate ai riti della Settimana Santa. Di grande impatto emotivo è sicuramente il rito dei Vattienti, praticato a Verbicaro. Si inizia in una piccola cantina, dove un gruppo di uomini, dopo aver mangiato e bevuto, si schiaffeggia sulle gambe e poi si colpisce con il cosiddetto cardillo. Quando le gambe sono coperte di sangue, i Vattienti iniziano a correre per le strade del paese, con le mani incrociate sul petto. La rappresentazione, che affonda le sue origini in tempi remoti (le prime notizie certe, infatti, risalgono al 1473), si consuma con la speranza di espiare le proprie colpe attraverso il sacrificio estremo del sangue. I penitenti si battono a sangue lungo le strade del centro storico e versano sulle ferite il vino, per impedire la coagulazione del sangue ma anche in ricordo della mistura che i soldati romani diedero da bere al Cristo sulla Croce. I flagellanti fanno tre giri del paese, fermandosi davanti alle chiese ed alle edicole sacre, fino ad arrivare davanti alla Chiesa Madre, dove finisce la corsa e cadono in ginocchio. L'effusione del sangue è una sorta di risarcimento di quello versato da Gesù Cristo per la salvezza dell'Umanità. Nel corso degli anni, la Chiesa ha cercato di impedire questo rito, considerato, sotto molti aspetti, pagano. Ma la tradizione è ormai fortemente radicata e continua anno dopo anno a ripetersi e ad attrarre numerosi visitatori provenienti da ogni parte d'Italia.
[La bella italia] - Giro panoramico iTaLiA centrale
Cortometraggio su alcune località dell'Italia centrale, video girato tra Febbraio e Marzo 2010.
Le località principali dove sono state fatte le riprese sono:
-Macerata; riprese del centro cittadino nei pressi dell'università;
-Esanatoglia; una località tra il vicino confine tra Umbria e Marche con la neve;
-Genga; nei pressi delle grotte di Frasassi le riprese si soffermano sui monti e sull'area circostante;
-Pescara; ho fatto diverse riprese della città di Pescara, dal litorale fino ad arrivare alla stazione,
-Alcune riprese di strade come Autostrada A25 nei pressi di Alanno/Scafa in direzione di Cocullo e successivamente alcune zone dell'appennino centrale;
-Alcune riprese sono state fatte anche nei pressi di Roccaraso e Napoli (che anche pur considerato sud italia l'ho voluto inserire in questo video).