Meraviglie D'Abruzzo - Civitella del Tronto, la Chiesa di San Francesco
Ci guida in questo viaggio Guido Scesi, (direttore Museo Nact)
CIVITELLA DEL TRONTO. RIAPERTA AL CULTO LA CHIESA DI SAN FRANCESCO CHIUSA DOPO EVENTI SISMICI
Servizio di J News - 18 maggio 2017
ABRUZZO - CIVITELLA DEL TRONTO [HD]
© By CLAUDIO MORTINI °°°
Un cucuzzolo guerriero sospeso tra mare e monti: questo sembra Civitella del Tronto. Elevato su un possente masso granitico sulla strada che congiunge Ascoli e Teramo . Panorami tersi e infiniti incorniciano i resti della cerchia muraria del XIII secolo che caratterizza questa città-fortezza, baluardo settentrionale del Regno di Napoli al confine con lo Stato Pontificio.
Cominciamo dunque la visita dalla Fortezza, edificata dagli spagnoli nella seconda metà del XVI secolo e incastonata in cima al paese come un'acropoli. Importante opera d'ingegneria militare, con i suoi 500 metri di lunghezza e 25mila metri quadri di superficie è tra le fortificazioni più grandi d'Europa. Il ponte levatoio, i bastioni, i camminamenti, le piazze d'armi, gli alloggiamenti militari, le carceri, le polveriere, i forni, le stalle, le cisterne, il palazzo del Governatore, la chiesa di San Giacomo, attirano ogni anno migliaia di visitatori.
La sentinella del Regno di Napoli faceva anche da guardia al sottostante borgo, dove oggi pacificamente ci si può perdere nelle stradine -- chiamate alla francese rue -- tra le quali pare vi sia la più stretta d'Italia: la ruetta. Il passaggio dei lapicidi comacini e lombardi - i magistri vagantes già distintisi nell'Ascolano -- ha lasciato nelle robuste architetture degli elementi ricorrenti che le rendono più gentili. Tra gli edifici di culto, è da vedere innanzitutto la Collegiata di San Lorenzo della fine del XVI secolo, a croce latina e con la facciata a doppia coppia di lesene trabeate; all'interno custodisce notevoli dipinti del XVII secolo. Quasi contemporanea è la chiesa di San Francesco, recentemente restaurata, con la sua torre campanaria, il pregevole rosone della facciata, l'interno barocco, il coro ligneo del Quattrocento. La piccola chiesa di Santa Maria degli Angeli è detta anche della Scopa per via della Confraternita che vi s'insediò; risale al XIV secolo, è affrescata e accoglie una scultura lignea del Cristo morto di grande pathos. Quanto agli edifici civili, spicca su tutti il Palazzo del Capitano del XIV secolo, che mostra in facciata le cornici marcapiano finemente intagliate a soggetto naturalistico con lo stemma degli Angiò. Infine, il monumento funebre di Matteo Wade in marmo di Carrara del 1929, in Largo Rosati.
Fuori le mura, merita una visita il Convento di Santa Maria dei Lumi, così detto per i misteriosi avvistamenti di luci, eretto nella prima metà del Trecento dai francescani e ancora condotto dai Conventuali, con all'interno l'effige in legno policromo e dorato della Madonna, della seconda metà del Quattrocento, e il chiostro conventuale.
Regno dei Borbone/Savoia - La Fortezza di Civitella del Tronto e la fuga di Vittorio Emanuele
ABRUZZO DOCUMENTARIO - Speciale di Rai 3 sull'assedio di Civitella e sulla fuga di Vittorio Emanuele III a Crecchio il 9 settembre 1943
Documentario del marzo 2012, diviso in due parti: la prima della fortezza borbonica, e la seconda della resistenza in Abruzzo durante la seconda guerra mondiale, a cominciare dalla venuta del re Vittorio Emanuele III al castello di Crecchio, in fuga da Roma.
La rocca aragonese di Civitella, sorta su una probabile preesistenza medievale, fu completamente trasformata a partire dal 1564 da Filippo II d’Asburgo - re di Spagna - che, a seguito di un’eroica resistenza dei civitellesi contro le truppe francesi guidate dal Duca di Guisa, ordinò la costruzione della Fortezza, una struttura più sicura così come la vediamo oggi.
Nel 1734, dalla dominazione degli Asburgo si passò a quella dei Borboni che operarono importanti modifiche alla struttura militare e si opposero valorosamente all'assedio dei francesi nel 1806 e a quello dei piemontesi del 1860/61. Dopo il 1861 la Fortezza venne lasciata in abbandono, depredata e demolita dagli stessi abitanti di Civitella del Tronto.
Oggi la sua struttura è completamente visitabile, grazie ad un importate intervento di restauro curato dalla Sovrintendenza di L'Aquila (1975/1985). La visita si sviluppa attraverso tre camminamenti coperti, le vaste piazze d'armi, le cisterne (una delle quali visitabile), i lunghi camminamenti di ronda, i resti del Palazzo del Governatore, la Chiesa di San Giacomo e le caserme dei soldati.
Notevole e suggestivo è il panorama che si gode dalla Fortezza a partire dal vecchio incasato sottostante con le singolari case-forti (Civitella del Tronto aderisce al circuito “I Borghi più belli d’Italia”), per proseguire con i massicci del Gran Sasso, della Laga, della Maiella, dei Monti Gemelli fino al Mare Adriatico.
All'interno della Fortezza è visitabile il Museo delle Armi che si sviluppa su quattro sale dove sono conservate armi e mappe antiche, queste ultime connesse alle vicende storiche di Civitella del Tronto. Tra le armi si segnalano alcuni schioppi a miccia del XV secolo, pistole a pietra focaia, un cannone da campagna napoleonico e dei piccoli cannoni detti falconetti da marina.
Territori d'Abruzzo 1 - Civitella del Tronto
Territori d'Abruzzo 1 - Civitella del Tronto,
di Alfredo Giovannozzi con Francesca Romana Testi.
Rai Kilimangiaro - Puntata su Civitella del Tronto (TE)
Storia della fortezza borbonica di Civitella del Tronto (Servizio Rai3)
La struttura della fortezza, ancora chiaramente distinguibile a dispetto dei posteriori lavori di manutenzione e dei restauri eseguiti nel dibattuto intervento moderno di ristrutturazione, mantiene la generale fisionomia della grandiosa sistemazione spagnola, che avvenne durante la seconda metà del 1500; questa ristrutturazione aveva mutato la già possente fortificazione aragonese, costruita su un più vecchio castello, appartenente all’epoca medievale, nella straordinaria piazzaforte vicereale ordinata da Filippo II, solo in parte modificata e resa più potente nell’Ottocento. La complessa struttura, costruita con la pietra calcarea giallognola, che proviene dalle cave di Ioannella, situate nelle vicinanze, occupa tutta la cima dell’altura ed è circondata da robuste mura che, grazie ad una serie di bastioni, assicuravano il fuoco di sbarramento incrociato sull’assalitore.
La salita di accesso
Sul lato meridionale, allo stesso livello del centro abitato una volta difeso da mura, la cinta protettiva è resa doppia da una “falsabraga”. La fortezza, non attaccabile a settentrione e a occidente, appariva più vulnerabile sul versante est dove per questo motivo si convogliarono le azioni difensive maggiormente consistenti, che furono costituite da solidi bastioni posti a diverse altezze e da piattaforme munite. Situando l’entrata della roccaforte dentro al nucleo abitato, gli spagnoli incorporarono inscindibilmente il centro urbano nel sistema di difesa. Superata, appunto, la “Porta di Napoli” ad oriente, sola porta urbana che si è conservata con l’aspetto di fine ’500 e moderno (della Porta di Vena ad occidente è rimasto il passaggio a volta, mentre è sparita la meridionale Porta delle Vigne), si attraversa una strada lastricata che conduce sino all’entrata della fortezza, difesa dal bastione di San Pietro.
La chiesa di San Giacomo
Un primo tratto di scalinata porta alla piazza d’armi del Cavaliere, protetta dai bastioni di Sant’Andrea e San Paolo; un’altra rampa conduce ad una seconda piazza d’armi difesa sul lato sud dal bastione di San Giovanni e risolta ad ovest dalle rovine di accampamenti militari. Si arriva dunque alla cima dell’altura dove si trovano i resti del Palazzo del Governatore, che fu inaugurato nel 1574, e della chiesa di San Giacomo, che fu costruita nel 1585 e fu consacrata nel 1604. Questi due edifici erano difesi a settentrione dall’omonimo baluardo. Alle loro spalle si succedono, lungo la via principale con direttrice est-ovest, alcune caserme, dei magazzini e delle armerie fino all’area dove una volta si ergeva la chiesa del Carmine e che termina ad occidente con un’enorme cisterna.
Le Caserme
Le tracce del castello angioino-aragonese sono tuttora riconoscibili nelle rimanenti parti di mura e fondazioni dietro la chiesa di San Giacomo e in certi susseguirsi di massi squadrati identificabili nelle abitazioni degli ufficiali e nel terrapieno della cerchia muraria. Si attribuiscono agli interventi degli spagnoli, eseguiti dopo l’assedio avvenuto nel 1557, la maggior parte delle strutture sopravvissute tranne i bastioni più avanzati ad oriente, ritoccati nell’Ottocento, e le costruzioni murarie dei recenti restauri.Fanno parte della ricostruzione del XVI secolo le strutture della prigione “Calabotto del Coccodrillo”, all’altezza della prima rampa, e la cinta delle mura difensive, compreso il terrapieno di rinforzo sul versante sud che porta la data del 1564. Civitella, citata per la prima volta in una fonte documentaria nel 1001, si collocava strategicamente sulla linea del confine tra la conca aprutina e quella ascolana e quindi molto presto prese un ruolo propriamente strategico-militare. Nessuna fonte testimonia quale fosse l’assetto originario della rocca; ma è documentata l’importanza rilevante del presidio nel XII e più in particolare nel XIII secolo.
La piazza d’armi
Furono proprio gli Angioini a iniziare un arrangiamento delle strutture sveve alle strategie militari più moderne, rendendo la rocca più potente con delle torri di fiancheggiamento. In un secondo momento, con l’arrivo delle artiglierie, la fortezza venne modificate strutturalmente; Alfonso I d’Aragona, infatti, verso la metà del 1400, ordinò che venisse rafforzata e ampliata con mura possenti equipaggiate di bastioni per farne il perno del sistema di difesa dei confini minacciati. Intorno alla metà del XV secolo Civitella appariva come una munita piazzaforte migliorata con le sue cinque torri che vennero successivamente distrutte, in parte, nel 1495 dai cittadini stessi che si opposero al giogo dei castellani.
Padre Enzo Fortunato e la tonaca di San Francesco
Padre Enzo Fortunato, all'interno della Basilica Inferiore di San Francesco, racconta un particolare della Tonaca del Poverello che per molti anni è stato praticamente ignorato dai più.
Tutto nasce da uno studio del 1988 pubblicato da Abegg-Stiftung Bern, riscoperto da padre Enzo mentre stava effettuando alcune ricerche sulla tonaca.
Meraviglie d'Abruzzo - La storia di Civitella del Tronto
Guido Scesi, appassionato di storia locale
Civitella del Tronto - 41° Incontro Tradizionalista (1di4)
Civitella del Tronto 26.3.2011 -
(2di4)
(3di4)
(4di4)
Unione o Unità, questo il titolo del convegno con cui si è ufficialmente aperta la due giorni. Un convegno di altissimo livello che ha saputo cogliere gli aspetti più profondi e interessanti della questione meridionale che si trascina, oramai, da 150 anni. A dare il benvenuto agli oltre 50 partecipanti, giunti da tutto il Sud, il prof. Paolo Caucci Von Sauchen, presidente del comitato organizzatore cui è seguito il saluto del dott. Giuseppe Catenacci, presidente dell'associazione ex allievi Nunziatella che ha presentato il volume La gloriosa fine di un Regno -- gli ufficiali dell'Esercito Napolitano usciti dal Real Collegio Militare della Nunziatella alla difesa di Gaeta, seconda edizione del testo presentato a Gaeta lo scorso mese, aggiornato con un comodo indice dei nomi e una preziosa bibliografia. A seguire un intervento della prof.ssa Gambini e gli interventi del prof. Giovanni Turco, docente di filosofia teoretica all'Università di Udine: Le patrie reali e la patria ideologica, del prof. Miguel Ayuso, docente di Scienze politica all'Università Comillas di Madrid: L'ambiguo federalismo, del dott. Edoardo Vitale, magistrato e direttore dell'Alfiere: Lotta all'usura e bonifiche nell'età di Ferdinando II, del prof. Guido Vignelli: Dalla crisi della Nuova Italia laicista alla rinascita delle antiche Italie tradizionali, del ricercatore Fulvio D'Amore autore del saggio: Uccidete Borjes! Controcorrente, Napoli, 2010, e del dott. Francesco Maurizio Di Giovine, storico: Il processo unitario nell'interpretazione storiografica del tradizionalismo.
Civitella - Riapre battenti l'Abbazia di Montesanto
Chiusa dopo la tempesta perfetta del 18 gennaio
Civitella del Tronto, a due anni dalla frana la frazione di Ponzano celebra la ricostruzione
| SUPER J |
Civitella del Tronto, a due anni dalla frana la frazione di Ponzano celebra la ricostruzione
Siamo in onda sul Digitale Terrestre per l'Abruzzo (canale 634) e per la Val Vibrata e per le Marche (canale 603). Visibili anche in streaming su superj.it
Contatti Redazione:
redazione@superj.it
0861.88305
Seguiteci su
FB:
Twitter:
#civitelladeltronto #ponzano #frana
Festa di S. Eurosia (Civitella del Tronto) Santa Messa: i momenti salienti
S.EUROSIA - CIVITELLA DEL TRONTO (TE) - Trasmettiamo oggi i momenti salienti della Santa Messa celebrata da Don Aleandro Cervellini a S. Eurosia, frazione di Civitella del Tronto.
UN BATTITO MERAVIGLIOSO, DOPPIO EVENTO SOLIDALE PER LA SCUOLA MATERNA DI CIVITELLA DEL TRONTO
Doppio evento solidale per raccogliere fondi per la costruzione della scuola materna di Civitella del Tronto: il 23 giugno con tornei sportivi a Giulianova e la partecipazione dei campioni di “Allenarsi per il Futuro”; sabato, invece, con la sfilata-evento in Fortezza con oltre 40 ambasciatrici della bellezza dai cinque continenti
Servizio di J News - 20 giugno 2017
ABRUZZO - CAMPLI città d'arte della Scala Santa [Hd 1080p]
© CLAUDIO MORTINI °°°
Il borgo di Campli è un vero e proprio scrigno di tesori custodito nel cuore delle colline teramane. Un'incantevole città d'arte dove storia e cultura, tradizione e culto religioso, si fondono assieme creando un mix unico nel suo genere.
Abitata sin dall'epoca preromana, come testimonia la necropoli rinvenuta nella vicina Campovalano, Campli conosce il suo massimo splendore nel Medioevo, quando sotto il controllo dei Farnese diventa luogo d'incontro di pittori e artisti provenienti dalle scuole di maestri come Giotto e Raffaello, per citarne solo alcuni. Capolavori che ancora oggi impreziosiscono i principali monumenti del centro storico e dei paesi vicini, dalla Cattedrale di Santa Maria in Platea (XIV secolo) alla Chiesa di San Francesco
Di grande valore non solo artistico ma anche religioso è la Chiesa di San Paolo con la vicina Scala Santa, così chiamata dal 1772 quando si diffuse l'usanza di concedere l'indulgenza plenaria a coloro che salivano in ginocchio e a capo chino i suoi ventotto gradini in legno di dura quercia. Ad accompagnare i penitenti nella loro espiazione dei peccati, le affascinanti simbologie di sei dipinti, tre a destra e tre a sinistra della scala, che raccontano i momenti più toccanti della Passione di Cristo.
Il centro storico di Campli offre infine pregevoli esempi di architettura civile medievale e rinascimentale, ad iniziare dalla Casa del Medico e a quella del Farmacista, sino all'imponente Palazzo parlamentare, poi Farnese, con le caratteristiche trifore ed i suoi archi a tutto sesto che compongono un bel portico.
Civitella del Tronto - Abruzzo dal vivo
rete8.it
L'Aquila e le sue chiese Cap 4: 1600-1800
Si può ipotizzare che le fasi costruttive di quella che sarà la città di Aquila abbiano avuto inizio nel 1195, con l'edificazione e la consacrazione della chiesa di Santa Maria d'Aquili
Dagli studi di monsignor Orlando Antonini sull'architettura religiosa aquilana. Regia di Patrizio Guerrini, a cura di Maurizio D'Antonio. Sotto l'alto patronato del Pontificio Consiglio della cultura e della Pontificia Commissione dei beni culturali della Chiesa. Con il patrocinio di: Arcidiocesi dell'Aquila, Istituto italiano dei Castelli, Regione Abruzzo, Provincia dell'Aquila, Comune dell'Aquila
Civitella del Tronto, il Comitato Ponzano 13 02 ricorda la frana che ha distrutto la frazione
| SUPER J |
Civitella del Tronto, il Comitato Ponzano 13 02 ricorda la frana che ha distrutto la frazione
Siamo in onda sul Digitale Terrestre per l'Abruzzo (canale 634) e per la Val Vibrata e per le Marche (canale 603). Visibili anche in streaming su superj.it
Contatti Redazione:
redazione@superj.it
0861.88305
Seguiteci su
FB:
Twitter:
#civitelladeltronto #frana #ponzano
TERAMO, Olio e Vino.mov
La provincia di Teramo è un microcosmo che racchiude al suo interno una incredibile varietà di paesaggi, territori e suggestioni: morbide spiagge ed aspre vette, paesaggi surreali (calanchi di atri) e dolci rilievi. Su uno di questi colli, nella parte settentrionale della provincia sorge Civitella Del Tronto, antica roccaforte interprete di una pagina importante della storia d'Italia.
La fortezza di Civitella del Tronto fu l'ultimo baluardo borbonico in una italia ormai unita a cadere nelle mani dei piemontesi: per questo le note delle canzoni napoletane che hanno inaugurato l'evento Teramo Olio e Vino hanno assunto un particolare significato nell'accogliere esperti, giornalisti e opinion leaders da tutta Italia, intervenuti per partecipare alla due giorni dedicata alle eccellenze del territorio teramano.
La mezzosoprano Silvia Ragazzo accompagnata dal maestro Alessandro Tortato ha ricordato alcune delle pagine più significative dell'immenso repertorio partenopeo all'interno della suggestiva cornice della chiesa di San Francesco.
Momento centrale della prima giornata, Il Montepulciano visto da lontano, una degustazione di 8 Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane D.ocg, condotta dal sommelier Paolo Lauciani alla quale hanno partecipato anche importanti produttori provenienti da altre regioni italiane che hanno avuto modo di osservare da vicino, ed apprezzare la punta di diamante dell'enologia regionale.
I vini della provincia di Teramo hanno anche accompagnato i piatti a base di prodotti tradizionali che gli ospiti hanno potuto assaporare nel corso della cena seguita alla degustazione, alla quale è intervenuto anche il nostro inviato Sergio Vastano. L'ulivo e la vite: due coltivazioni che accompagnano da millenni la storia dell'uomo sono state le protagoniste di Teramo Olio e Vino, racconto di due eccellenze che rappresentano i sapori, i profumi e i colori di un territorio. L'olio è stato il protagonista della seconda giornata della kermesse teramana...ma questo lo vedremo la prossima settimana.
SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP) Torre Dei Gualtieri (Sec XII°XIII°).(03).v.725
Suono del campanone alle ore 19 dopo la recente manutenzione.
Ricordate il bellissimo video (02) v.348 del 13 dicembre 2011?
Son passati quasi 8 anni...mica un giorno eh?
E quelle bellissime campane la maggiore una Baldini di Sassoferrato del 1853 nota DO 3 e la minore una Pasqualini di Fermo di cui non ricordo la data di fusione nota LA 3...
Sono sempre state esposte alle intemperie...al salmastro con una ridottissima se non assente a volte manutenzione e fino a qualche anno fa il campanone lo suonavano ancora...
Da anni si sarebbe dovuta fare una certosina manutenzione ma...finchè andava...
E...quest'anno finalmente visto che la situazione era diventata molto grave...un sopralluogo è stato effettuato dalla De Santis Corinaldi...
Circa un mese fa...avvertito da Tecnlab un ragazzo di San Benedetto appassionato ancor più di me delle campane della sua S.Benedetto mi ha detto che Sauro Corinaldi avrebbe fatto un sopralluogo...
Fatto!
Son subito andato a S.Benedetto del Tronto e...li ho trovati in cima alla Torre.
Per il video che ora è in rete ho aspettato la Festa della Stella Maris...
Il video è alla solita mia maniera tutto commentato.
Al min 2:57 i tre rintocchi sulla II°campana della Chiesa di S:Benedetto Martire.