Messa suffragio Francesco V d'Austria-Este, duca di Modena, Reggio e Massa Carrara - 20.11.2016
Il servizio di Claudio Maria Goldoni, in onda sugli schermi di TeleStudio Modena mercoledì 23 novembre 2016, è stato realizzato nella chiesa di Santa Maria delle Assi di Modena, venerdì 20 novembre 2016, in occasione della celebrazione del 140° anniversario della scomparsa di Francesco V d'Austria-Este, ultimo duca di Modena, Reggio e Massa Carrara, morto in esilio a Vienna il 20 novembre 1875. La cerimonia religiosa è stata officiata da Don Giorgio Bellei, parroco della Chiesa dello Spirito Santo.
Messa suffragio Francesco V d'Austria-Este, duca di Modena, Reggio e Massa Carrara - 20.11.2015
Il servizio di Claudio Maria Goldoni, in onda sugli schermi di TeleStudio Modena mercoledì 25 novembre 2015, è stato realizzato nella chiesa di Santa Maria delle Assi di Modena, venerdì 20 novembre 2015, in occasione della celebrazione del 140° anniversario della scomparsa di Francesco V d'Austria-Este, ultimo duca di Modena, Reggio e Massa Carrara, morto in esilio a Vienna il 20 novembre 1875. La cerimonia religiosa è stata officiata da Don Giorgio Bellei, parroco della Chiesa dello Spirito Santo.
Chiesa di Nostra Signora del Suffragio e Santa Zita
Chiesa di Nostra Signora del Suffragio e Santa Zita ( Torino )
Inizio costruzione 1866
La chiesa di Nostra Signora del Suffragio e Santa Zita è una chiesa particolarmente importante della città di Torino e situata nel quartiere San Donato, in via San Donato 33.
Si tratta di una costruzione neoromanica, realizzata nel 1866 per iniziativa di Francesco Faà di Bruno. Rappresenta il coronamento dell'attività misericordiosa del beato Francesco Faà di Bruno che fondò l'Opera di Santa Zita nel 1859; la congregazione delle suore minime di Nostra Signora del Suffragio, fondata dallo stesso Faà di Bruno nel 1881, trasse il suo nome dal titolo della chiesa
Il campanile della chiesa di Santa Zita, all'interno del cortile dell'Istituto Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio.
Il suo campanile, con i suoi 83 metri, è la terza sommità più alta della città di Torino, dopo la Mole Antonelliana e la Torre Littoria. La sua progettazione fu inizialmente assegnata all'architetto vercellese Edoardo Arborio Mella da Francesco Faà di Bruno che, successivamente, decise di occuparsi personalmente della realizzazione della chiesa e del campanile nel suo complesso.
La particolarità dell'edificio è la sua altezza e l'ampiezza della propria base: appena cinque metri, inoltre la struttura sposa tecniche miste di costruzione. La prima parte è a base quadrata ed è realizzata in muratura a mattoni pieni, a metà della struttura è collocata la cella campanaria riportante delle bifore per ciascun lato, realizzata con 32 colonnine di ghisa per favorire il propagarsi del suono, nonché agevolare l'elasticità strutturale e contrastare la resistenza all'aria; la parte superiore è a base ottagonale, riprendendo il prospetto della cupola ed è realizzata con mattoni forati più leggeri. I prospetti sono scanditi da monofore a tutto sesto, due cornici marcapiano e dai quattro quadranti dell'orologio il cui meccanismo è ivi collocato. La guglia è nuovamente realizzata in ghisa ed è sormontata da un angelo dell'Apocalisse intento a suonare una tromba.
La proverbiale elasticità della struttura è stata messa alla prova dal rovinoso uragano che colpì la città il 23 maggio 1953, dal quale, però, il campanile uscì assolutamente indenne.
Interno della chiesa, pulpito ed altar maggiore
L'altezza significativa dell'edificio è dovuta ad un motivo curioso e prettamente sociale. Il Faà di Bruno voleva evitare che le lavoratrici e i lavoratori della città venissero ingannati sull'orario di lavoro. Calcolò così che un orologio di due metri di diametro collocato sulle quattro facce del campanile a circa 70 metri di altezza, sarebbe stato visibile in gran parte della città e liberamente consultabile da tutti.[senza fonte]
Nel corso del 2010 il campanile è stato oggetto di un accurato restauro, al fine di rendere possibile la sua apertura al pubblico.
L'interno è a tre navate. Le due navate laterali sono sormontate da un matroneo. Attorno all'ultimo pilastro della navata destra vi è il pulpito, in marmo bianco. La crociera del transetto è sormontata da una cupola. Dietro l'altare della navata centrale vi è la statua della Nostra Signora del Suffragio Universale, realizzata in un unico blocco di marmo di Carrara e firmata da Antonio Tortone.
Entrando a destra si apre una cappella contenente l'urna con i resti del fondatore, il beato Francesco Faà di Bruno, e un affresco che lo raffigura.
TeleStudio Modena - Messa in suffragio di Francesco V d'Austria-Este - 20.11.2004
Il servizio realizzato da Claudio Maria Goldoni, in onda nel Tg di TeleStudio Modena il 21-11-2004, riguarda la Messa in suffragio di Francesco V d'Austria-Este ( Franz V Von Modena ), duca di Modena, Reggio e Massa Carrara celebrata nella Chiesa Ducale di San Domenico a cura del Comitato Francesco V d'Austria-Este ( successivamente trasformatosi in Associazione Francesco V d'Austria-Este ). La Santa Messa è stata officiata secondo il rito del Beato Carlo I d'Austria - beatificato il 3 ottobre, sempre del 2004, da Papa Giovanni Paolo II - da Don Giorgio Bellei, parroco della Chiesa dello Spirito Santo. Nel servizio è presente uno spezzone dell'omelia dello stesso Don Giorgio Bellei. In coda al servizio, Claudio Maria Goldoni ha intervistato Don Giorgio Bellei. Tra i presenti anche l'avvocato Enrico Aimi, oggi vicepresidente dell'Assemblea Regionale della Regione Emilia-Romagna, il consigliere comunale Andrea Galli, all'epoca presidente del Comitato Francesco V d'Austria-Este, Gianni Braglia, presidente della Associazione Terra e Identità. Le immagini sono di Marco Roncaccioli. Il montaggio di Giorgio Dell'Onte.
Telestudio Modena - Messa Suffragio Francesco V d'Austria-Este - parte 1 - 20.11.2000
Il servizio, realizzato da Claudio Maria Goldoni, andò in onda mercoledì 22 novembre 2000 nel corso del TG dell'emittente modenese TeleStudio Modena e riguarda la Messa Solenne di Suffragio celebrata dall'Arcivescovo Emerito di Modena Monsignor Santo Quadri - cerimoniere Don Giorgio Bellei - che si tenne lunedì 20 novembre 2000 nella chiesa di San Biagio, messa preceduta da una cerimonia nella Chiesa di San Vincenzo. Si tratta di un documento di valore storico in quanto è la prima messa celebrata in suffragio di Francesco V d'Austria-Este, ultimo duca di Modena, Reggio e Massa Carrara dopo la sospensione di questa tradizione all'inizio avvenuta a causa della Prima Guerra Mondiale che vide l'ingresso in guerra dell'Italia contro l'Impero Asburgico. Una Messa in suffragio del duca Francesco V d'Autria-Este era stata celebrata ogni anno a Modena, dal 1875 fino al 1914.
Il problema dellla chiesa è solo economico oggi
TeleStudio Modena - Messa suffragio Duca Francesco V d'Austria-Este
Il servizio di Claudio Maria Goldoni, in onda lunedì 24 novembre 2014 sugli schermi dell'emittente locale TeleStudio Modena, è stato realizzato alle 19.00 di giovedì19 novembre 2014 a Modena nella Chiesa dello Spirito Santo di via Fratelli Rosselli in occasione della messa in suffragio del duca di Modena Francesco V d'Austria-Este, ultimo duca di Modena, Reggio e Massa Carrara, celebrata da Don Giorgio Bellei. Nel servizio le dichiarazioni del parroco Don Giorgio Bellei raccolte al termine della funzione religiosa. L'evento è stato organizzato dall'Associazione Francesco V d'Austria-Este in collaborazione con l'Associazione Terra e Identità diretta da Gianni Braglia.
Chiesa di S. Maria della Vaglia, da oggi più tutelata
Da oggi la chiesa di S. Maria della Vaglia, maestosa cattedrale rupestre, risalente all'VIII secolo d.C. è più tutelata dalle numerose minacce che incombono sulla sua conservazione.
Lo rendono noto le associazioni culturali locali B.R.I.O., sede operativa di Matera, SassieMurgia ed il gruppo di azione civica Materazione che da tempo vigilano sullo stato di conservazione della chiesa.
Dopo i restauri interni effettuati nel 2003, S. Maria della Vaglia fu avvolta da un'incredibile velo di oblio; tra i segni più evidenti del degrado i volontari riscontrarono, già dallo scorso mese di Aprile, numerosi buchi nelle reti che ricoprono internamente i cancelli in corrispondenza dei quattro portali di ingresso, tramite i quali si introducevano colombi, che avevano scelto la chiesa come luogo di nidificazione.
In particolare, le deiezioni dei volatili, presenti in ogni dove all'interno della chiesa, rappresentavano un rischio significativo per il pregevole corredo di affreschi, sottoposto a restauro nel 2003 e, proprio a causa dei colombi, nuovamente sottoposti a rischi notevoli.
Le associazioni interessarono della vicenda il Presidente dell'Ente Parco, ing. Pierfrancesco Pellecchia che, a sua volta, chiese l'intervento del Comune di Matera, ente espropriatore del suolo su cui sorge la chiesa.
Il comune si è attivato in questi giorni provvedendo alla chiusura dei buchi nella rete metallica dei portali ed alla pulizia degli ambienti interni ed esterni dove è stato effettuato lo sfalcio dell'erba presente nell'ampia area antistante la chiesa.
Oggi, dicono all'unisono Tommaso Ruggeri e Luca Petruzzellis, rispettivamente responsabili di B.R.I.O. Matera e SassieMurgia, la nostra intraprendenza e la collaborazione fattiva con gli enti locali ci consente di restituire un minimo di presentabilità ad uno dei beni artistici di maggior pregio del nostro territorio, ma possiamo andare avanti con interventi tampone? Il nostro più vivo auspicio è che l'attenzione su questo eccezionale ed antico monumento rupestre persista e la manutenzione divenga regolare, nella prospettiva finale dell'affidamento in gestione e della apertura ai visitatori, cosa che concorrerebbe a qualificare sensibilmente l'offerta turistica territoriale.
Chiesa Addolorata - Gioiello architettonico da tutelare.
Gioiosa Ionica - Chiesa Addolorata - Un gioiello architettonico da tutelare.
Uno dei più interessanti e ricchi edifici sacri della diocesi di Locri : La chiesa di Maria SS. Addolorata .
E' indispensabile a questo proposito conoscere la sua storia per riscoprire ,attraverso essa, il senso e la dimensione di un' opera che necessita con l'urgenza più immediata di un lavoro di consolidamento statico e di restauro, in quanto nella navata centrale è evidente una lesione che desta seria preoccupazione per la stabilità di tutto l'edificio , anche in considerazione dell'ordinanza del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 24 Marzo 2003 che include Gioiosa Ionica nell'elenco dei comuni a più alto rischio sismico.
La sua storia risale al 1864, quando ad opera della confraternita di Maria SS .Addolorata, fondata nel 1742, nacque l'idea della costruzione di una chiesa su una superficie Ove trovasi un gruppo di vecchi fabbricati, destinati a stallaggio, a panificio, a cantine ed a una bottega di vasaio, adiacenti al piccolo orto, posto dietro i fabbricati(da Sunto storico sin dall' origine della congrega 1742- 1907 di G. Careri ). Il locale fu donato dal barone Macrì Giuseppe Raffaele, barone di Mammola ed Agnana, uomo di grande senno e di indiscussa nobiltà d'animo, per voto alla Madonna in seguito alla guarigione del primogenito Raffaele Carmelo, in quel tempo gravemente ammalato. La posa della prima pietra risale al 14 settembre 1881 come ricorda la lapide posta all'interno: I fratelli della congrega gratissimi al barone Giuseppe Raffaele Macrì che generosamente donava tutto questo locale ad imperitura memoria . La realizzazione dell'edificio fu affidata all'Ing. Alberto La Manna che sfruttava uno spazio stretto tra le abitazioni della tortuosa via Cavour. I lavori furono eseguiti dal muratore Macrì Rocco Vincenzo fu Nicola e la lavorazione della pietra necessaria per la base del prospetto al sig. Antonio Drago di Serra S . Bruno. La facciata appare all'improvviso nella stretta via e si impone per il linguaggio monumentale scandita dall'accentuato verticalismo di due gruppi di semicolonne che sorreggono un frontone semicircolare, presenta un portale sagomato, sormontato da un semplice rosone, e si conclude con una piccola cimosa ornata da due pomelloni laterali e da una leggiadra croce in ferro battuto. L'interno appare straordinario per la grazia e la ricchezza decorativa, così in contrasto con la solennità della facciata.( da Arte nella Locride di Maria Carmela Monteleone ). Gli aspetti più interessanti sono i decori di motivi floreali a stucco realizzati da F. Gangemi di Cittanova tra il 1897 e il 1899 , che si dispongono nelle ricche cornici che scompartiscono la volta e le cupole. Sulla piccola cantoria fa mostra di sé un organo monumentale che presenta una facciata in legno scolpito costituito da 61 tasti, 1400 canne e 22 registri, opera unica che la Sovrintendenza di beni della Calabria ha dichiarato di elevato pregio e fattura, attribuito al maestro organaro veronese Gaetano Zanfretta nella seconda metà dell'800. La balaustra e la controporta sono opera dell' artigiano locale Luigi Hyeraci. L'altare maggiore risale al 1899 ed è opera di Rosario Grasso di Palmi su progetto dell' ing. Nicola Correale ed è in marmo bianco con tarsie policrome e motivi geometrici. Tra i due gradini al di sopra della mensa è inserito il tabernacolo a cupola con un piccolo protiro semicircolare. All'interno dell'edificio in stile neoclassico sono custodite pregevoli opere d'arte: un ostensorio in oro e argento creato dall'artista Francesco Ieraci; la statua della Pietà, grande gruppo ligneo realizzato dall' artista di Grotteria Giuseppe Cavalieri, la statua lignea del Sacro Cuore opera di un artista di Serra S. Bruno; le statue di S. Lucia, SS Cosimo e Damiano, S. Francesco di Paola, opere dell' artista gioiosano Rocco Murizzi, un affresco, realizzato nel 1909, dal pittore di Roccella Jonica Raffaele Ursini, decora la cupola e raffigura Mosè sul Sinai e gli ebrei alle falde del monte. Altri due quadri ornano il presbitero, raffiguranti le Pie donne dinanzi al Sepolcro e la sepoltura di Cristo risalenti al 1922 e sono opera del pittore di S. Eufemia D'Aspromonte Carmelo.
(testo copiato dall'articolo giornalistico Grido d' allarme per la chiesa di Maria S.S. Addolorata redatto in data 23/03/2007 dal giornale locale La Riviera).
Sull'artistico gruppo ligneo della statua della Pietà a Gioiosa si tramanda da più di un secolo un racconto . Pare che durante una preghiera recitata per ottenere la guarigione di una donna gravemente malata, la statua della Madonna abbia mosso gli occhi. Il prodigio durò per più di un'ora ed in tanti poterono accorrere in chiesa per assistere al miracolo.
A testimonianza dell'evento, in una parete interna della chiesa Addolorata, c'è una lapide con una epigrafe del poeta Giuseppe Pellicano datata 29 ottobre 1897.
Messa Chiesa Santa Maria a Zita - Montoro (AV) - 28.05.2017
Comprensorio di San Domenico - Fondi Città Smart
Il convento, con l’annessa chiesa, fu donato secondo la tradizione al Patriarca San Domenico dai Benedettini nel 1215.
Nulla sappiamo di certo sull’epoca della sua erezione, che risale a tempi antichissimi. Sappiamo però che fu restaurato dal Conte Ruggiero dell'Aquila, e poi nel 1466 il Conte Onorato Caetani II lo riedificò quasi dalle fondamenta, ampliandolo.
Nella chiesa, come si rileva dalla lapide a destra di chi entra, è seppellito il fondano Giulio Camponesco, giovane guerriero fondano che militò sotto Prospero Colonna e fu compagno d’armi di Ettore Fieramosca.
Dopo quello di San Domenico di Napoli, il convento di Fondi è il più antico del Napoletano, ed il Priore godeva del suffragio nell’elezione del Generale con onori di provinciale. Il complesso religioso ospitò per lungo tempo San Tommaso d’Aquino, che vi esercitò l’ufficio di lettore.
Anche il Pontefice Benedetto XIII lo onorò della sua presenza quando nel 1727 si recò a Benevento per visitare la sua antica sede Arcivescovile. Il Pontefice, partito da Roma il 26 Marzo, uscendo da Terracina si fece precedere dal SS. Sacramento sino al confine. Qui il cardinale Abbattitiano, Vice Re di Napoli, accompagnato dal Vescovo di Fondi Antonio Carrara da Sora, lo ricevette nella sua carrozza sino a Fondi, dove la notte riposò nel convento come religioso di San Domenico.
Vi si fermò ancora al ritorno, come pure nel primo di aprile del 1729, quando dovette transitare nuovamente per Fondi nel recarsi una seconda volta a Benevento.
Nel convento si osservano ancora tre stanze abitate da San Tommaso d’Aquino, una dove dettava lezioni, un’altra dove egli dormiva e in cui si celebrava anche la messa, e la terza che era l’oratorio dove riposò il suo corpo dopo la morte del religioso. Nel giardino del convento esisteva fino al 1835 un albero di aranci con le radici in su, che la tradizione vuole piantato da San Tommaso e che offriva molti frutti. Poi si disseccò e il tronco fu dalla pietà dei fedeli conservato sotto l’altare, dove era il corpo del santo. L’illustre Prof. Orazio Comes (1848-1917), Direttore dell’Istituto Superiore Agrario di Portici, in una sua breve dimora in questa Città studiò minutamente quel resto del tronco e dopo serie riflessioni avvalorò la tesi dell’arbusto piantato con le radici in su, adducendo spiegazioni scientifiche. Nel medesimo giardino esiste tuttora il piccolo pozzo dove il Santo Dottore attingeva l’acqua, e che si vuole sia stato costruito per sua disposizione. Il 7 Marzo del 1274 San Tommaso morì a Fossanova. Il corpo dopo varie peripezie, per ordine di Urbano V, nel 1367 fu trasportato a Tolosa di Francia, nella chiesa dei Padri Domenicani, e ciò per porre fine alle gravi contese tra i monaci di Fossanova e i frati Domenicani di Fondi.
Il complesso conventuale è oggetto da alcuni anni di un significativo intervento di ristrutturazione, che ha tra l’altro consentito di scoprire una chiesa al suo interno - Santa Maria Antiqua, dal 2007 dedicata a San Tommaso e riaperta al culto dopo quasi otto secoli - che conserva al suo interno alcuni affreschi medievali. A seguito del completo recupero la struttura ospiterà sale multimediali, spazi museali e culturali e attività didattiche.
Progetto Fondi Città Smart del Comune di Fondi (LT) - Italy.
Progetto sviluppato da Techmoving srlsu -
Music: Love of All di Twin Musicom è un brano autorizzato da Creative Commons Attribution (
Artista:
TeleStudio Modena - Messa Francesco V d'Austria-Este-parte 2- Int. Mons.Santo Quadri - 20-11-2000
L'intervista all'Arcivescovo Emerito della Diocesi di Modena- Nonantola Monsignor Bartolomeo Santo Quadri - in onda nel Tg di TeleStudio Modena - è stata effettuata da Claudio Maria Goldoni lunedì 20 novembre 2000 subito dopo la conclusione della Messa in suffragio del duca Francesco V d'Austria-Este, ultimo duca di Modena, reggio e Massa Carrara, celebrata dallo stesso Monsignor Santo Quadri in occasione del 125° anniversario della morte avvenuta a Vienna il 20 novembre 1875.
Nuovi arredi liturgici della Chiesa Gesù Maria Giuseppe di Palermo
Dal 16 al 19 Aprile 2012 L'Artefatto di Claudio Naccari ha dato inizio al montaggio dei nuovi arredi per la liturgia della Chiesa Gesù Maria Giuseppe di Palermo.
Manufatti realizzati interamente a mano da Nicola Busacca, in marmo bianco di Algeri ed inserti di oro zecchino; consacrati nel corso della solenne cerimonia di dedicazione della suddetta Chiesa, tenutasi venerdì 20 Aprile da S.E.R Cardinale Paolo Romeo.
L' Arciduca Markus d'Asburgo-Lorena in visita a Modena - 30.03.2019
Nel servizio, realizzato da Claudio Maria Goldoni, i momenti salienti della visita a Modena e al Palazzo Ducale Estense dell'arciduca Markus von Absburg Lothringen avvenuta sabato 30 marzo 2019. Di seguito il testo del video: Modena, almeno per un giorno, ha riallacciato i fili storici che la legano indissolubilmente alla Casa d’Asburgo.
Sabato scorso 30 marzo 2019, infatti,
Markus Emanuel von Habsburg-Lothringen, arciduca d’Austria e principe di Toscana,
per linea femminile discendente diretto dell’Imperatore d’Austria-Ungheria Francesco Giuseppe e dell’Imperatrice Elisabetta di Baviera, detta Sissi,
e, per linea maschile, discendente dell’ultimo Granduca di Toscana Leopoldo II
ha fatto visita al Palazzo Ducale di Modena, attualmente sede dell’Accademia Militare Italiana, ma fino al 1859 residenza del suo parente, il duca di Modena Francesco V d’Austria-Este.
L’illustre personaggio,
invitato dal circolo Elisabetta di Baviera presieduto da Angela Baranzoni del Circolo “Terra e Identità” e dell’Associazione “Croce Reale”,
è giunto accompagnato dalla moglie e dal figlio in mattinata nella città della Ghirlandina che, è doveroso ribadire, insieme al suo territorio, dapprima come feudo imperiale, poi come ducato estense ed austro-estense è stata legata alla famiglia Asburgo, per secoli titolare del trono del Sacro Romano Impero Germanico.
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Particolare curioso, la visita di Markus d’Asburgo-Lorena è avvenuta il 30 marzo, proprio nel giorno dell’anniversario delle nozze celebrate nel 1846 tra il suo parente, il futuro Francesco V d’Austria-Este e la principessa di Baviera Adelgonda di Baviera, che poi sarebbe diventata duchessa di Modena, Reggio e Massa Carrara.
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Terminate le prime interviste, si è tenuta un informale colazione insieme ad una quarantina di persone giunte da tutta Italia per conoscerlo e a numerosi soci di “Terra e Identità” e “Croce Reale” in un ristorante di via Emilia Est, dove il discendente dell’Imperatore d’Austria-Ungheria ha avuto la possibilità di gustare le specialità modenesi e dove ha tenuto un discorso di ringraziamento.
Intorno alle 15.00 l’arciduca Markus d’Asburgo Lorena e il suo corteo è giunto a Palazzo Ducale dove ad attenderlo c’era,
in rappresentanza del comandante del prestigioso istituto militare generale Stefano Mannino,
il Primo Luogotenente Giuseppe Porciatti, direttore del Museo dell’Accademia Militare.
Dopo aver salutato il candidato sindaco Stefano Prampolini e concesso altre interviste, l’Arciduca ha iniziato la visita al Palazzo Estense e all’annesso Museo Militare.
Nelle immagini che seguono, alcuni momenti della visita che si è avvalsa della competenze storiche del Luogotenente Porciatti ed anche di alcuni interventi di Elena Bianchini Braglia.
TeleStudio Modena - Messa Francesco V d'Austria-Este - Parte 3 - int. Enrico Aimi - 20.11.2000
L'intervista all'avvocato Enrico Aimi, al tempo consigliere dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, è andata in onda nel Tg di TeleStudio Modena lunedì 22 novembre 2000 inserita nel servizio riguardante la Santa Messa in suffragio di Francesco V d'Austria-Este celebrata nella chiesa di San Biagio di Modena lunedì 20 novembre 2000.
Santa messa nella chiesa di Giugliano in Campania
Santa Maria in Vallicella, Rome Italy, 27 Nov 16
Organ recessional after mass inside Santa Maria in Vallicella, in Rome.
Modena, la Galleria Estense si rinnova
Nuova illuminazione, colori innovativi in alcune delle sali principali che sono state completamente ripensate fanno della nuova Galleria Estense presentatat ieri, 12 dicembre, un museo altamente innovativo. Video di Gino Esposito, intervista di Stefano Luppi
Giugliano, Santa Maria: le celebrazioni di domani e l'incendio del campanile
Messa a suffragio delle vittime dell'alluvione di Crotone
Paolo Pupa, 28 anni, Angela Trovato 72 anni, Luca Buscema 23 anni, Bruno Commisso 34 anni, Luca Tavano 23 anni e Michela Cicchetto 22 anni. Sono i nomi delle vittime dell'alluvione che il 14 ottobre 1996 si abbatté su Crotone provocando ingenti danni con l'acqua e il fango che inondarono le case. In ricordo delle vittime e affinchè la memoria resti viva su quei tragici fatti nella chiesa del santissivo salvatore, a Fondo Gesù don Girolamo ronzoni ha celebrato una santa messa e posizionato, nel piazzale antistante la chiesa, sei piante d'ulivo a ciascuna delle quali è stato dato il nome delle sei vittime. Una data che non può essere dimenticata, dolore e disperazione segnarono fortemente i quartieri più popolosi e storici della città pitagorica, san Francesco e Fondo gesù. Centoventi i millimetri di pioggia che si abbatterono su Crotone e l'Esaro come una furia fece crollare l'arcata del ponte provocando l'inondazione dei quartieri storici della città. Una santa messa a ricordo delle vittime dell'alluvione con il ricordo rivolto particolarmente ai due ragazzi, Luca e Michela i cui corpi non furono mai ritrovati e per i quali i genitori non hanno neppure un luogo in cui piangerli. Una messa a suffragio e una corona d'alloro per sensibilizzare le coscienze verso il ricordo di un evento che ha segnato Crotone e i crotonesi, un momento di riflessione non si può infatti tralasciare che i danni consistenti, furono provocati a causa del pesante abusivismo edilizio, nelle zone di espansione del fiume, in alcune strade quel 14 ottobre 1996 l'acqua raggiunse i quattro metri di altezza. Riportando la mente al passato nel ricordare ha ricordare le sei vittime di questa tragedia collettiva, non possono passare inosservati coloro che vennero definiti gli angeli del fango, i numerosi volontari, senza volto, che in quelle ore drammatiche e concitate non hanno risparmiato le loro energie per dare un aiuto concreto a chi aveva bisogno.