Cattolica di Stilo, meraviglia bizantina di Calabria
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Una chiesa greco-bizantina capace di esprimere infinita bellezza, incantando con la grazia architettonica, intrigando con i suoi misteri storici, emozionando con la magnificenza degli affreschi: vi facciamo visitare uno dei monumenti più affascinanti del nostro Paese
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STILO E LA CATTOLICA
CATTOLICA DI STILO (RC)
La Cattolica è una piccola chiesa bizantina a pianta centrale di forma quadrata, e si trova alle falde del monte Consolino a Stilo in provincia di Reggio Calabria. Dal 2006 fa parte della lista dei candidati, insieme ad altri 7 siti basiliano-bizantino calabresi, per entrare a far parte dell'elenco UNESCO dei siti Patrimonio_dell'umanità.
IL NOME
La denominazione di Cattolica stava ad indicarne la categoria delle chiese privilegiate di primo grado, infatti con la nomenclatura impiegata sotto il dominio bizantino nelle province dell'Italia meridionale (soggette al rito greco), la definizione di katholikì spettava solo alle chiese munite di battistero. Cosa che è rimasta fino ad oggi in certe località legate per tradizione a questo titolo, come ad esempio la chiesa Cattolica dei Greci di Reggio Calabria che fu la prima della città.
STORIA
Soggetta all'impero di Bisanzio fino all'XI secolo, la Calabria conserva oggi numerose testimonianze dell'arte orientale, la Cattolica ne è un valido esempio.
La Cattolica era la chiesa madre tra le cinque parrocchie del paese, retta da un vicario perpetuo (succeduto al protopapa di epoca bizantina), che aveva diritto di sepoltura al suo interno. Ne sono testimonianza i resti umani rinvenuti in un sepolcro marmoreo con un anello di valore.
ARCHITETTURA
La Cattolica di Stilo, è un'architettura bizantina, assimilabile alla tipologia della chiesa a croce greca inscritta in un quadrato, tipica del periodo medio-bizantino. All'interno quattro colonne dividono lo spazio in nove parti, all'incirca di pari dimensioni. Il quadrato centrale e quelli angolari sono coperti da cupole su delle colonne di pari diametro, la cupola centrale è leggermente più alta ed ha un diametro maggiore. Su un lato sono presenti tre absidi.
Questa tipologia è simile a quella delle chiese di San Marco di Rossano e San Giorgio di Pietra Cappa presso San Luca e a quella degli Ottimati di Reggio Calabria, nella sua forma originaria.
Esterno
L'aspetto generale dell'edificio è di forma cubica, realizzato con un particolare intreccio di grossi mattoni uniti tra loro dalla malta.
INTERNO
La particolare disposizione delle fonti di luce all'interno, mette in risalto lo spazio e conferisce maggiore slancio (mediante un sottile richiamo al meccanismo simbolico della gerarchia e della scala umana). Questa dilatazione dello spazio serviva a mettere in risalto gli affreschi di cui i muri della chiesa erano interamente ricoperti in origine, decorazioni pittoriche dunque a cui era affidato il compito di decontestualizzare la superficie muraria.
Il piccolo ambiente della chiesa è munito di tre absidi sul versante orientale: quella centrale (il bema) conteneva l'altare vero e proprio, quella a nord (il prothesis) accoglieva il rito preparatorio del pane e del vino, mentre quella a sud (il diakonikon) custodiva gli arredi sacri e serviva per la vestizione dei sacerdoti prima della liturgia.
In particolare sopra l'abside di sinistra è posta una campana (di manifattura locale) del 1577, risalente all'epoca in cui la chiesa fu convertita al rito latino, che raffigura a rilievo una Madonna con Bambino e, limitata da croci, un'iscrizione:« Verbum Caro Factum Est Anno Domini MCLXXVII Mater Misericordiæ »Un pezzo di colonna antica nell'abside prothesis, fu adibito a mensa per la conservazione dell'eucarestia, mentre le quattro colonne che sostengono le cupolette, poggiano su basi differenti, recuperate da epoca molto più antica (es. una base ionica capovolta innestata sopra un capitello corinzio rovesciato, o ancora un capitello ionico capovolto).
THE CATTOLICA OF STILO
The Cattolica di Stilo is a Byzantine church in the comune of Stilo, Calabria, southern Italy. It is a national monument.
HISTORY
The Cattolica was built in the 9th century, when Calabria was part of the Byzantine Empire. The name derives from the Greek word katholiki, which referred to the churches provided with a baptistery. It is one of the most important examples of Byzantine architecture, together with the church of San Marco in Rossano Calabro.
ARCHITECTURE
The Cattolica follow a plan with inscribed cross, typical of the middle Byzantine age. The interior is divided by four columns into five similar spaces. The square central space and the angle ones are covered by domes. The angle ones have with tambours with the same diameter, while the central dome is slightly taller and larger.
The western sides lies on a free rocks, while the southern area, ending with three apses, stands on three stone bases. The construction is in bricks.
The interior was once entirely covered with frescoes. The left apse has a bell built in 1577, when the church was converted to the Latin rite. The interior has also several inscriptions in Arabic, which have led the scholars suspect it could have been also used as a Muslim oratory. One inscription translates to There is only one true God.
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CATTOLICA DI STILO (RC)
La Cattolica è una piccola chiesa bizantina a pianta centrale di forma quadrata, e si trova alle falde del monte Consolino a Stilo in provincia di Reggio Calabria. Dal 2006 fa parte della lista dei candidati, insieme ad altri 7 siti basiliano-bizantino calabresi, per entrare a far parte dell'elenco UNESCO dei siti Patrimonio_dell'umanità.
IL NOME
La denominazione di Cattolica stava ad indicarne la categoria delle chiese privilegiate di primo grado, infatti con la nomenclatura impiegata sotto il dominio bizantino nelle province dell'Italia meridionale (soggette al rito greco), la definizione di katholikì spettava solo alle chiese munite di battistero. Cosa che è rimasta fino ad oggi in certe località legate per tradizione a questo titolo, come ad esempio la chiesa Cattolica dei Greci di Reggio Calabria che fu la prima della città.
STORIA
Soggetta all'impero di Bisanzio fino all'XI secolo, la Calabria conserva oggi numerose testimonianze dell'arte orientale, la Cattolica ne è un valido esempio.
La Cattolica era la chiesa madre tra le cinque parrocchie del paese, retta da un vicario perpetuo (succeduto al protopapa di epoca bizantina), che aveva diritto di sepoltura al suo interno. Ne sono testimonianza i resti umani rinvenuti in un sepolcro marmoreo con un anello di valore.
ARCHITETTURA
La Cattolica di Stilo, è un'architettura bizantina, assimilabile alla tipologia della chiesa a croce greca inscritta in un quadrato, tipica del periodo medio-bizantino. All'interno quattro colonne dividono lo spazio in nove parti, all'incirca di pari dimensioni. Il quadrato centrale e quelli angolari sono coperti da cupole su delle colonne di pari diametro, la cupola centrale è leggermente più alta ed ha un diametro maggiore. Su un lato sono presenti tre absidi.
Questa tipologia è simile a quella delle chiese di San Marco di Rossano e San Giorgio di Pietra Cappa presso San Luca e a quella degli Ottimati di Reggio Calabria, nella sua forma originaria.
Esterno
L'aspetto generale dell'edificio è di forma cubica, realizzato con un particolare intreccio di grossi mattoni uniti tra loro dalla malta.
INTERNO
La particolare disposizione delle fonti di luce all'interno, mette in risalto lo spazio e conferisce maggiore slancio (mediante un sottile richiamo al meccanismo simbolico della gerarchia e della scala umana). Questa dilatazione dello spazio serviva a mettere in risalto gli affreschi di cui i muri della chiesa erano interamente ricoperti in origine, decorazioni pittoriche dunque a cui era affidato il compito di decontestualizzare la superficie muraria.
Il piccolo ambiente della chiesa è munito di tre absidi sul versante orientale: quella centrale (il bema) conteneva l'altare vero e proprio, quella a nord (il prothesis) accoglieva il rito preparatorio del pane e del vino, mentre quella a sud (il diakonikon) custodiva gli arredi sacri e serviva per la vestizione dei sacerdoti prima della liturgia.
In particolare sopra l'abside di sinistra è posta una campana (di manifattura locale) del 1577, risalente all'epoca in cui la chiesa fu convertita al rito latino, che raffigura a rilievo una Madonna con Bambino e, limitata da croci, un'iscrizione:« Verbum Caro Factum Est Anno Domini MCLXXVII Mater Misericordiæ »Un pezzo di colonna antica nell'abside prothesis, fu adibito a mensa per la conservazione dell'eucarestia, mentre le quattro colonne che sostengono le cupolette, poggiano su basi differenti, recuperate da epoca molto più antica (es. una base ionica capovolta innestata sopra un capitello corinzio rovesciato, o ancora un capitello ionico capovolto).
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Chiesa di Santa Maria de’ Tridetti - Staiti Reggio Calabria 4k
Chiesa di Santa Maria de’ Tridetti - Staiti Reggio Calabria
La chiesa di Santa Maria de’ Tridetti sorge a pochi chilometri da Staiti, in una vallata verdeggiante avvolta da una coltre protettiva di monti. Il monumento si presenta oggi come un prezioso gioiello eroso dal tempo. L’antica chiesa, probabilmente, faceva parte di un convento ormai scomparso. Parte della navata centrale, così come parte delle pareti laterali e della cupola, sono andati persi per sempre. Rimangono ancora in piedi il corpo della zona presbiteriale, con un piccolo accenno di cupola, e la facciata d’accesso alla chiesa.
La sua datazione è controversa. Alcuni studiosi ritengono che sia stata edificata nella seconda metà del XI secolo (Orsi, Bottari); altri sostengono che sia stata costruita nella prima metà del XII secolo (Bozzoni, Schwarz). È certa, comunque, la collocazione del monumento in un’epoca successiva all’occupazione normanna della Calabria (conclusa nel 1060 con la presa di Reggio), pur rimanendo forti le influenze di una tradizione bizantina ancora largamente dominante nella cultura e nelle arti calabresi degli anni successivi alla conquista.
L’impianto planimetrico è di tipo basilicale, a tre navate e con una zona presbiteriale tripartita, i cui vani, nel rispetto delle esigenze liturgiche orientali, avevano funzione di bema, pròthesis e diaconicòn. Al di sopra del bema, si elevava una cupola, ormai diruta, di conformazione islamica. I due ambienti laterali, anch’essi rettangolari, sono, invece, coperti da volte a crociera. Sulla facciata orientale sono presenti tre absidi estradossate riccamente decorate in ciottoli e laterizi, con nicchie, mattoni disposti a denti di sega e code di rondine.
Nella chiesa di Santa Maria de’ Tridetti si riscontra una matura fusione di motivi occidentali e orientali, che realizza uno dei primi esempi di quella tipologia basilicale a tre navate con transetto non sporgente tripartito e triabsidato, che nel XII secolo troverà larga diffusione nell’architettura greco-calabra e siciliana.
Analoga conformazione planimetrica si ritrova, in Calabria, nella chiesa S. Maria di Terreti (demolita nel 1915) e S. Maria del Patir a Rossano. In Sicilia si ricordano: la chiesa dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò e la chiesa di S. Pietro ad Itàla.
Di chiaro stampo islamico è il largo uso di archi ogivali che, presenti lungo le navate, si ripetono, in dimensioni più ampie, sulla facciata di accesso, tra navata centrale e presbiterio e nell’arco di collegamento tra bema e abside centrale.
Singolare è il motivo delle finte colonne realizzate in dischi di cotto e incassate nei due spigoli dell’arco dell’abside centrale. Tali pseudo-colonne sono sormontate da capitelli ionici di spoglio capovolti che il Venditti attribuisce al gusto bizantino. Le altre semicolonne addossate ai pilastri della navata sono, invece, sormontate da lastre lapidee scanalate di forma parallelepipeda.
Di particolare interesse è la forma della cupola, i cui resti lasciano chiaramente dedurre una conformazione geometrica e spaziale riferibile ad una tradizione islamica. Evidente è l’analogia con la cupola della vicina chiesa di S. Giovanni Vecchio a Bivongi e con la cupola di S. Anna a Palizzi. Esse ripropongono in Calabria lo schema, tipicamente islamico e presente in alcune architetture religiose siciliane, della qubba cupolata con nicchie angolari che mediano il passaggio dalla base quadrata all’imposta circolare della cupola emisferica.
Santa Maria de’ Tridetti, pur essendo destinata al rito greco, è una chiara testimonianza di una commistione di stili e di culture che dopo la caduta della dominazione bizantina troverà in questa chiesa e in altre analoghe calabresi e siciliane un evidente tentativo di sintesi. Archi ogivali di gusto islamico, conformazione geometrica della cupola di derivazione fatimita, pianta di tipo basilicale che unisce influenze latine ed esigenze di rito greco, trattamento cromatico in ciottoli e laterizi di gusto tipicamente bizantino, fanno di questo monumento una virtuosa testimonianza di integrazioni culturali che hanno prodotto espressioni architettoniche non riscontrabili in altre aree del Mediterraneo.
calabriagreca.it
VIDEO INTEGRALE
Festa dell'Unità nazionale e delle Forze Armate a Reggio Calabria 4 novembre 2019
VIDEO INTEGRALE
Festa dell'Unità nazionale e delle Forze Armate a Reggio Calabria 4 novembre 2019 la diretta dell'Arciere
GIORNO DELL’UNITÀ NAZIONALE E GIORNATA DELLE FORZE ARMATE, REGGIO CALABRIA TRA LE 34 CITTÀ INDIVIDUATE PER LE INIZIATIVE UFFICIALI
4novembre 2019 CALABRIA, Reggio Calabria
Il 4 novembre si è tenuto in questo Capoluogo la tradizionale cerimonia celebrativa del Giorno dell’Unità nazionale e della Giornata delle Forze Armate.
Anche per quest’anno, il Ministero della Difesa ha inteso confermare Reggio Calabria quale Città italiana prescelta tra le 34 individuate per le iniziative ufficiali.
Le manifestazioni ha avuto inizio alle ore 9.00, con la celebrazione della Santa Messa in suffragio dei Caduti nella Chiesa di Santa Maria della Cattolica dei Greci.
È proseguita alle ore 10.00, con la cerimonia dell’Alzabandiera e la deposizione di una Corona d’alloro al Monumento dei Caduti, in corso Giacomo Matteotti (già Corso Vittorio Emanuele III) con lettura dei messaggi del Capo dello Stato e del Ministro della Difesa. Il Prefetto di Reggio Calabria, in rappresentanza del Governo, accompagnato dal Direttore Marittimo della Calabria e Basilicata tirrenica, deporrà la Corona di alloro alla presenza dei Vertici dell’Autorità Giudiziaria, dei Responsabili delle Forze dell’Ordine, dei Rappresentanti delle Istituzioni statali e locali e della cittadinanza. Alle ore 10,30 in Via Miraglia, antistante al Palazzo della Prefettura, hanno avuto luogo gli Atti dimostrativi a cura dei Comandi provinciali dei Carabinieri, congiuntamente con il Corpo Militare della Croce Rossa, e della Guardia di Finanza.
Subito dopo il Prefetto, presso il Palazzo del Governo, ha consegnato la Bandiera Nazionale alla Scuola di I Grado “Tito Minniti” dell’Istituto Scolastico Comprensivo San Francesco di Palmi.
A seguire si è tenuta la cerimonia di consegna delle onorificenze dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”.
Nella medesima giornata i cittadini, nell’ambito della manifestazione “caserme aperte”, dalle ore 10,00 e fino alle ore 13,00 potranno visitare in questa provincia, i seguenti presidi:
– Capitaneria di Porto di Reggio Calabria;
– Capitaneria di Porto di Gioia Tauro;
– Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria;
– Comando Compagnia Carabinieri di Locri;
– Comando Compagnia Carabinieri di Palmi.
Carabinieri in azione ... 4 novembre 2019 Festa delle Forze Armate e dell'Unità d'Italia.
Carabinieri in azione ... 4 novembre 2019 Festa delle Forze Armate e dell'Unità d'Italia.
Esercitazione
Reggio Calabria 4 novembre 2019
Atto dimostrativo 4 novembre. Le API.
A seguito degli attentati di Parigi del 7 gennaio e 13 novembre 2015 e quelli del 22 marzo 2016 a Bruxelles, la dimensione del terrorismo di matrice confessionale, è stata portata ad un nuovo livello in tutto il continente europeo. Conseguentemente a ciò, l’Arma dei Carabinieri si è immediatamente attivata per adeguare il proprio sistema di contrasto alla nuova minaccia.
Dall’estate del 2016, pertanto, sono pienamente operative sul territorio nazionale 18 Aliquote di Primo Intervento (A.P.I.) e 13 Squadre Operative di Supporto (S.O.S.) specificatamente addestrate per fornire una prima risposta in caso di attacco terroristico, in attesa dell’arrivo del Gruppo di Intervento Speciale (G.I.S.).
Le A.P.I., in particolare, fanno perno sulla struttura territoriale dell’Arma e sono permanentemente schierate in 16 capoluoghi di provincia già selezionati oltre che nei 2 reparti dei Cacciatori di Calabria e Sardegna e sono poste sotto il Comando del locale Comandante Provinciale dei Carabinieri, con il compito di intervenire con la massima rapidità in caso di attacco terroristico multiplo ad obiettivi nell’area di competenza.
L’Aliquota di Primo Intervento di Reggio Calabria effettua quotidianamente una vigilanza dinamica dedicata ad una serie di obiettivi sensibili collocati nell’ambito di questa Provincia e selezionati dalla Prefettura su proposta delle Forze di Polizia.
Intervengono inoltre in situazioni d’emergenza di bassa complessità come barricamenti domestici, azioni finalizzate a neutralizzare i cosiddetti “active shooter” (criminali asserragliatisi durante la commissione di un reato) con l’ausilio del negoziatore, militare specializzato in forza al Comando Provinciale di Reggio Calabria, il quale nell’intervento effettua una negoziazione e analisi dei rischi attraverso il contatto comunicativo e persuasivo per la risoluzione della crisi.
Nella Provincia di Reggio Calabria, un intervento congiunto e risolutivo delle API impiegati insieme alla figura del negoziatore è avvenuto il 04 gennaio 2019 a Stignano, allorquando un soggetto minacciava di far esplodere delle bombole del gas mettendo in pericolo se stesso e gli altri cittadini delle palazzine limitrofe e solo la sinergia tra gli operanti e l’empatia creata con il soggetto ha evitato gravi conseguenze.
L’esercitazione organizzata per la ricorrenza del 4 novembre, pone in risalto lo studio di casi concreti, l’addestramento delle unità impiegate, la perfetta sinergia con gli altri attori impegnati sul territorio, in questo caso il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, cha ha contributo in maniera importante a qualificare gli operatori dell’Arma nel primo soccorso.
In definitiva, il complesso di peculiarità che esalta la doppia natura dell’Arma dei carabinieri, apprezzata in patria e all’estero, di forza di polizia a competenza generale e di Forza armata in servizio permanente di pubblica sicurezza.
Con riferimento all’esercitazione odierna, essa si basa sullo studio dell’attentato alla stazione di Marsiglia dell’ottobre 2017, uno dei più significativi attentati – per modus operandi – compiuti nel modo occidentale ad opera del terrorist isolato, il single actor terrorist, che agisce in maniera improvvisa, in un luogo di aggregazione ad alta affluenza, come una stazione ferroviaria.
Un’azione – quella posta in essere dagli operatori dell’Arma, con l’intervento della CRI - tesa a ripristinare l’ordine pubblico, evitando conseguenze ben più gravi, minimizzando nel contempo l’impatto in termini di uso della forza.
Alle ore 10,30 in Via Miraglia, antistante al Palazzo della Prefettura, hanno avuto luogo gli Atti dimostrativi a cura dei Comandi provinciali dei Carabinieri, congiuntamente con il Corpo Militare della Croce Rossa
Festa dell'Unità nazionale e delle Forze Armate a Reggio Calabria 4 novembre 2019 la diretta dell'Arciere
Festa dell'Unità nazionale e delle Forze Armate a Reggio Calabria 4 novembre 2019 la diretta dell'arciere
GIORNO DELL’UNITÀ NAZIONALE E GIORNATA DELLE FORZE ARMATE, REGGIO CALABRIA TRA LE 34 CITTÀ INDIVIDUATE PER LE INIZIATIVE UFFICIALI
4novembre 2019 CALABRIA, Reggio Calabria
Il 4 novembre si è tenuto in questo Capoluogo la tradizionale cerimonia celebrativa del Giorno dell’Unità nazionale e della Giornata delle Forze Armate.
Anche per quest’anno, il Ministero della Difesa ha inteso confermare Reggio Calabria quale Città italiana prescelta tra le 34 individuate per le iniziative ufficiali.
Le manifestazioni ha avuto inizio alle ore 9.00, con la celebrazione della Santa Messa in suffragio dei Caduti nella Chiesa di Santa Maria della Cattolica dei Greci.
È proseguita alle ore 10.00, con la cerimonia dell’Alzabandiera e la deposizione di una Corona d’al
Intervista a Giuseppe Falcomatà Sindaco di Reggio Calabria e della Città Metropolitana
Intervista a Giuseppe Falcomatà Sindaco di Reggio Calabria e della Città Metropolitana
Festa dell'Unità nazionale e delle Forze Armate a Reggio Calabria 4 novembre 2019 la diretta dell'Arciere
GIORNO DELL’UNITÀ NAZIONALE E GIORNATA DELLE FORZE ARMATE, REGGIO CALABRIA TRA LE 34 CITTÀ INDIVIDUATE PER LE INIZIATIVE UFFICIALI
4novembre 2019 CALABRIA, Reggio Calabria
Il 4 novembre si è tenuto in questo Capoluogo la tradizionale cerimonia celebrativa del Giorno dell’Unità nazionale e della Giornata delle Forze Armate.
Anche per quest’anno, il Ministero della Difesa ha inteso confermare Reggio Calabria quale Città italiana prescelta tra le 34 individuate per le iniziative ufficiali.
Le manifestazioni ha avuto inizio alle ore 9.00, con la celebrazione della Santa Messa in suffragio dei Caduti nella Chiesa di Santa Maria della Cattolica dei Greci.
È proseguita alle ore 10.00, con la cerimonia dell’Alzabandiera e la deposizione di una Corona d’alloro al Monumento dei Caduti, in corso Giacomo Matteotti (già Corso Vittorio Emanuele III) con lettura dei messaggi del Capo dello Stato e del Ministro della Difesa. Il Prefetto di Reggio Calabria, in rappresentanza del Governo, accompagnato dal Direttore Marittimo della Calabria e Basilicata tirrenica, deporrà la Corona di alloro alla presenza dei Vertici dell’Autorità Giudiziaria, dei Responsabili delle Forze dell’Ordine, dei Rappresentanti delle Istituzioni statali e locali e della cittadinanza. Alle ore 10,30 in Via Miraglia, antistante al Palazzo della Prefettura, hanno avuto luogo gli Atti dimostrativi a cura dei Comandi provinciali dei Carabinieri, congiuntamente con il Corpo Militare della Croce Rossa, e della Guardia di Finanza.
Subito dopo il Prefetto, presso il Palazzo del Governo, ha consegnato la Bandiera Nazionale alla Scuola di I Grado “Tito Minniti” dell’Istituto Scolastico Comprensivo San Francesco di Palmi.
A seguire si è tenuta la cerimonia di consegna delle onorificenze dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”.
Nella medesima giornata i cittadini, nell’ambito della manifestazione “caserme aperte”, dalle ore 10,00 e fino alle ore 13,00 potranno visitare in questa provincia, i seguenti presidi:
– Capitaneria di Porto di Reggio Calabria;
– Capitaneria di Porto di Gioia Tauro;
– Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria;
– Comando Compagnia Carabinieri di Locri;
– Comando Compagnia Carabinieri di Palmi.
Bivongi (RC) Monastero greco-ortodosso di San Giovanni Therestis - CALABRIA
Il monastero ortodosso di San Giovanni Theristis si trova presso Bivongi, in provincia di Reggio Calabria ed attualmente vi risiede stabilmente una comunità monastica appartenente alla Diocesi Romena Ortodossa d'Italia.
Nel luogo di questo aghiasma sorse nell'XI secolo un monastero bizantino a lui intitolato. Esso si sviluppò in periodo normanno come uno dei più importanti monasteri basiliani nel Meridione d'Italia e mantenne splendore e ricchezza sino al XV secolo. I suoi monaci erano molto dotti e possedeva una vasta biblioteca e ricchi tesori.
Il monastero cominciò a conoscere in seguito fasi di declino, come tutti i monasteri greci della zona: nel 1457 il Visitatore Apostolico del Papa ne constatava la decadenza.
Nel Seicento una banda di briganti creò molte difficoltà al monastero e nel 1662 i monaci lo abbandonarono definitivamente per trasferirsi nel convento più grande di San Giovanni Theristis fuori le mura a Stilo, dove furono portate le reliquie di San Giovanni Theristis e dei Santi asceti Nicola e Ambrogio.
All'inizio dell'800, in seguito alle leggi napoleoniche sui beni ecclesiastici, divenne proprietà del comune di Bivongi. Appartenne poi a diversi proprietari, che lo adattarono all'uso agricolo. Gli eredi dell'ultimo proprietario lo donarono nel 1980 nuovamente al comune di Bivongi.
Il monastero dismesso nel corso del XVII sec, con il trasferimento dei monaci a Stilo, fu scoperto da Paolo Orsi nel primo decennio del 1900,il quale per la lontananza dal centro urbano e per la mancanza di una comoda viabilità nullà poté fare per salvaguardarlo. Il San Giovanni fu riscoperto nel 1965 da Franco Ernesto, allora sindaco di Bivongi, il quale si adoperò affinché il monastero ed il Katholicon fossero conosciuti e salvaguardati. Nel 1990 cominciarono i lavori di ristrutturazione dell'edificio e dell'area per riportarlo ad essere nuovamente un luogo di preghiera per i monaci ortodossi. Nel 1994 cominciarono a vivervi stabilmente i primi monaci athoniti provenienti dal Monte Athos e nel dicembre dello stesso anno il Consiglio Regionale della Calabria dichiarò sacra l'area compresa fra i fiumi Stilaro e Assi per facilitare l'insediamento dei monaci. Il 24 febbraio 1995 il comune di Bivongi consegnò ufficialmente il monastero all'Arcidiocesi Ortodossa d'Italia per un tempo di 99 anni. Questo monastero è il primo in Italia ad essere stato fondato da monaci athoniti provenienti direttamente dall'Athos.
Il 21 marzo 2001 il monastero fu visitato dal Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, che vi riportò una reliquia di San Giovanni Theristis dall'omonima chiesa di Stilo. Nel 2002 sono stati definitivamente ultimati i lavori con il completamento della ricostruzione del katholikon.
Nel 2008 il Consiglio comunale di Bivongi, ha concesso l'uso del Monastero per 99 anni alla Chiesa ortodossa rumena in Italia in seguito alla mancata custodia da parte dei Greci, così come accadde qualche mese prima con il Monastero di Badia a Mandanici in Sicilia, tornato nelle mani del Comune che lo aveva concesso.
Rito Bizantino a Santa Maria di Tridetti - Staiti (RC)
Evento organizzato dall'Amministrazione Comunale di Staiti, Parrocchia Santa Maria della Vittoria, Comunità Bizantina San Cipriano di Reggio Calabria in collaborazione con la Pro-Loco Staiti, Ass. La Voce del Sud, Circolo Culturale Greco Delia.
RIPRESE VIDEO:
Carmine Verduci
*Tutti i diritti riservati*
La Madonna dell'Eremo di Monte Stella nel Comune di Pazzano (RC)
#MonteStella #Pazzano #Santuario
L’Eremo di Santa Maria della Stella o Santuario di Monte Stella, situato sul monte omonimo nel territorio del comune di Pazzano, in provincia di Reggio Calabria, è un santuario creato all’interno di una grotta.
Chi sale all’Eremo di Monte Stella, percorrendo la strada da Pazzano o da Stilo, resta sensibilmente colpito dal luogo, un abisso nelle viscere della terra ove per due secoli circa gli Eremiti vissero in contemplazione e in preghiera.
Il primo documento sull’eremo è il codice greco 598 di Parigi, contenente le opere di Sant’Efrem Diacono, e composto dal monaco Michele.
Le incursioni saracene costrinsero l’Egumeno dell’Eremo a fuggire salvando dei codici preziosi che i monaci avevano trascritto. Cessate le invasioni saracene il successore dell’Egumeno tornò riportando molti dei manoscritti che costituirono il primo fondo di biblioteca nel cenobio di Santa Maria. Da Eremo, di vita intensamente anacoretica e rigorosa, Santa Maria della Stella diviene Monastero (minore) coi Normanni,come si evince da un documento del Conte Ruggero I, che cedette al vescovo di Squillace, Giovanni Niceforo, l’Abbazia di S. Giovanni Theresti di Stilo, l’Abbazia di S. Leonte, la Chiesa di San Nicola e Santa Maria della Stella.
Nel 1522 il monastero divenne Santuario e venne collocata per la prima volta la statua della Madonna della Stella o Madonna della Scala, scolpita dal siciliano Rinaldo Bonanno.
Da eremo di Chiesa bizantina diventò, col passare degli anni, santuario della Chiesa cattolica, e le vecchie icone bizantine vennero abbandonate, e mai più recuperate. Nel secolo XV il Santuario diventa indipendente da San Giovanni Theresti e i Basiliani abbandonarono l’eremo (1670) anche se rimane all’ordine di San Basilio fino al 1946.
Vi si accede scendendo una lunga scalinata (62 scalini) scavata nella pietra. Nel santuario si trovano, oltre alla statua della Madonna, di particolare interesse, il frammento di un affresco di arte bizantina, raffigurante Santa Maria Egiziaca che riceve l’eucarestia dal monaco Zosimo. L’affresco si ritiene sia del X-XI secolo, per la particolare caratteristica delle ciocche disordinate della capigliatura della santa. All’interno della grotta vi sono rappresentazioni della Trinità, di Cristo, dell’Arcangelo Michele e la Pietà.
Attorno alla Madonna di Monte Stella si narra una leggenda. Si racconta che la nave nella quale era imbarcata la statua della Madonna inspiegabilmente si fermò a Monasterace. Da essa partì una luce rivolta verso la grotta di Monte Stella. Dei pastori videro lo strano fenomeno, e la Madonna che sopra un bue si dirigeva verso la grotta. Quando arrivò, iniziò a sgorgare acqua dalla grotta, e vennero portate due giare per raccoglierla. Esse, però miracolosamente non si riempivano mai. All’acqua, come alla Madonna, furono attribuiti poteri taumaturgici.
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* Le riprese sono di Massimo Iannuzzi - 320.0652319
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La CALABRIA
La Calabria è la punta dello Stivale, l’estremo sud dell’Italia. Lambita dalle splendide acque del mar Ionio e del mar Tirreno è separata dalla Sicilia dallo stretto di Messina.
Il clima accogliente, gli splendidi colori del mare, le coste rocciose alternate a litorali sabbiosi, la sua natura selvaggia e misteriosa, i sapori intensi e genuini della cucina locale e le testimonianze delle sue antiche origini rendono la Calabria un posto unico, da ammirare sia d'inverno che d'estate.
Ogni desiderio potrà essere esaudito. Chi ama la natura, i suoi profumi, i suoi misteri potrà addentrarsi nell’entroterra calabrese, scoprendo un paesaggio puro e incontaminato, dove immense distese di verde sono interrotte dal blu di laghi e cascate.
Chi, invece, vuole abbronzarsi sotto i caldi raggi del sole o immergersi in un mare cristallino, potrà scegliere fra le tante graziose località che costellano le lunghe coste tirreniche e ioniche.
E per coloro che vogliono conoscere il passato di questa terra, culla della Magna Grecia e terra di antichi insediamenti, la Calabria offre un’ampia scelta fra chiese e monasteri, castelli e palazzi, borghi e luoghi dove sopravvivono usi e tradizioni secolari.
Le province sono: Catanzaro (capoluogo), Reggio Calabria, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia.
La cerimonia di consegna delle onorificenze dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”.
IL PREFETTO HA CONSEGNATO LE ONORIFICENZE DELL' 'ORDINE AL MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA'
Reggio Calabria. Giorno dell'Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate, il resoconto
Reggio Calabria. Si è tenuta il 4 novembre a Reggio Calabria, ancora una volta prescelta dal Ministero della Difesa tra le città individuate per le iniziative ufficiali, alla presenza dei Vertici dell’Autorità Giudiziaria, delle Autorità religiose, dei Responsabili delle Forze dell’Ordine, dei Rappresentanti delle Istituzioni statali e locali e della cittadinanza nonché delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, l’ormai tradizionale cerimonia celebrativa del Giorno dell’Unità nazionale e della Giornata delle Forze Armate.
Dopo la celebrazione della Santa Messa in suffragio dei Caduti nella Chiesa di Santa Maria della Cattolica dei Greci, funzione celebrata dal parroco Don Valerio Chiovaro, si sono svolte presso il Monumento ai Caduti le tradizionali cerimonie dell’Alzabandiera e della deposizione della Corona d’alloro. Il Prefetto ha letto il messaggio del Capo dello Stato mentre il Direttore Marittimo della Calabria e Basilicata tirrenica ha dato lettura del Bollettino della Vittoria.
La cerimonia è proseguita presso la via Miraglia, antistante al Palazzo del Governo, con gli atti dimostrativi eseguiti dal Comando Provinciale Carabinieri, congiuntamente con il Corpo Militare della Croce Rossa e la consegna della Bandiera Nazionale alla Scuola di I Grado “Tito Minniti” dell’ Istituto Scolastico Comprensivo San Francesco di Palmi.
Subito dopo, presso i saloni di rappresentanza della Prefettura, alla presenza di numerose Autorità, il Prefetto ha consegnato le onorificenze dell’ “Ordine al merito della Repubblica Italiana”. Quelle di Commendatore al Prof. Pasquale Catanoso, già Rettore dell'Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e membro della Giunta della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, avvocato, professore ordinario dì Scienza delle finanze presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università Mediterranea presso la quale è stato direttore del Dipartimento di scienze storiche, giuridiche, economiche e sociali. Già Presidente della Fondazione museo San Paolo di Reggio Calabria nonché Componente del Consiglio Direttivo di Unicef Italia; al Prof. Emilio Attinà, Delegato del Rettore dell’ Università Mediterranea di Reggio Calabria per l'assetto del verde di Ateneo dove ha svolto e svolge attività di docenza quale incaricato di Gestione e Monitoraggio Agro-Ambientale, Monitoraggio Ambientale e trattamento Aria, Acqua, Suolo nonché di docente incaricato di Chimica Agraria e all’ Avv. Angelo Corrado Savasta in atto Dirigente dell’Area Affari Legali, Gare e Contratti dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto e Professore a contratto in Storia delle istituzioni politiche presso l’Università “Dante Alighieri” in Reggio, autore di numerose pubblicazioni, tra le quali due monografie in materia di diritto pubblico dell’economia.
L’onorificenza di Ufficiale è stata invece conferita al Sig. Andrea Audino, già in ENAV, come Direttore Tecnico, e promotore della fondazione della Sezione reggina dell’ Associazione Arma Aeronautica, dove ha ricoperto il ruolo di Segretario e, quindi, di Presidente Provinciale, nonché quello attuale di Presidente regionale.
Le Onorificenze di Cavaliere sono stante invece conferite alla Dr.ssa Claudia Cimino, attualmente Direttore della Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Reggio Calabria, al Dr. Paolo Marcianò, medico chirurgo e anestesista, Vice Presidente Vicario AVIS Regionale Calabria nonché Presidente Provinciale UIC (Unione Italiana Ciechi) di Reggio Calabria, già insignito nel 2010 del Premio Ippocrate conferito dall’Ordine dei Medici della Provincia di Reggio Calabria e nel 2015 del Premio San Giorgio da parte dell’Amministrazione Comunale reggina; all’ Ispettore Superiore della Polizia di Stato Salvatore Orlando, in atto in servizio presso il Commissariato della P.S. di Palmi, quale Responsabile dell’Ufficio di Polizia Amministrativa- sociale e straniera, dopo avere ricoperto gli incarichi di Responsabile del Gabinetto di Polizia Scientifica e di Responsabile del Nucleo Volanti e Controllo del Territorio; il Rag. Francesco Picone, in servizio presso la Prefettura di Reggio Calabria dove si occupa della materia riguardante gli Enti locali e della gestione del servizio elettorale, già insegnante tecnico-pratico di Informatica gestionale presso gli Istituti Tecnici Commerciali.
Stilo (RC). Alla Scoperta Del Borgo Antico Come Non Hai Mai Visto
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Stilo è una delle località più interessanti per storia e arte che vanti la Calabria. È la città di Tommaso Campanella e di quel gioiello d’arte bizantina che è la Cattolica, capolavoro della Calabria meridionale.
Situata su un altopiano del monte Consolino, a pochi chilometri dalla costa ionica, Stilo è una città antichissima dalla storia misteriosa.
La sua nascita è probabilmente legata alle vicende di Caulonia greca, distrutta da Dioniso il Vecchio nel 389 a.C..
Ma la vera storia di Stilo ebbe inizio nel periodo della seconda ellenizzazione ad opera dei Bizantini.
Notizie certe si hanno intorno al 900/1000 con l'arrivo nella Vallata dello Stilaro dei monaci orientali che si stabiliscono sul Monte Consolino e vivono in delle grotta naturali, alcune delle quali ancora oggi sono decorate con affreschi del X sec. d. C. Queste sono le laure di Stilo. Quei monaci vivevano di erbe che trovavano sul monte dalla nuda roccia e si vestivano di pellami di animali. Essi hanno dato un'impronta culturale e storica alla città di Stilo di notevole importanza, facendo acquisire alle popolazioni indigene la lingua e persino la religione greca, cultura che rimarrà radicata nella popolazione fino al 1500.
Furono questi monaci che costruirono proprio alle pendici del Monte Consolino la famosissima Cattolica.
Ai Bizantini succedettero i Normanni e di seguito: Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli e Borboni.
Durante la dominazione normanna la cittadina acquistò autonomia territoriale e amministrativa, divenendo città di Regio Demanio in quanto dipendente in via diretta dal sovrano regnante.
Fu anche autonoma in economia per la ricca produzione mineraria, che si rinvigorì nei periodi successivi a quello normanno. Il diretto contatto della città con il potere regale fu mantenuto vivo, oltre che sotto i già citati Normanni, anche durante le dominazioni Sveva, Angioina ed Aragonese. Strenua difesa fu opposta a baroni e principi all’epoca dei Borbone ma, nonostante tutto, per l’indipendenza di Stilo fu la fine.
Durante le varie dominazioni Stilo si arricchisce di monumenti e palazzi nobiliari: Chiesa di San Giovanni Therestys il nuovo, Chiesa di San Domenico, Duomo, Chiesa di San Francesco e il Castello Normanno.
La posizione su cui sorge Stilo è già di per sé un grande spettacolo. L'antico borgo è infatti disposto a gradinate sulla pietra tufacea, sopra un pendio a ulivi e viti, sicuramente lontano dall'originario aspetto orientale, del X secolo, quando la città era il principale centro bizantino della Calabria meridionale.
Non si contano i poeti che sono stati affascinati dalla disposizione delle sue case, addossate come sono l'una sull'altra, o i viaggiatori stranieri che l' hanno paragonata ad un manoscritto su cui intere generazioni di popoli e conquistatori hanno inciso la fantasia e l'arte della loro vita quotidiana. Scrittori, storici e studiosi hanno cercato slogan che potessero raffigurare al meglio quella città meravigliosa che si arrocca alle pendici del Monte Consolino, a 400 m. s.l.m. Queste le definizioni: terrasanta del basilianesimo e del bizantinismo (P. O.), il luogo più illustre della Calabria (A. Savino), incantevole borgo (G. Grazzini) e tante altre che sarebbe lungo citare.
Ogni prima settimana di agosto, dal 1997, è possibile assistere al “Palio di Ribusa”, evento restituito alla cultura di Stilo dopo una sosta di 280 anni. Il paese riscopre le magie medievali, i protagonisti in costume si mescolano tra le vie del borgo a giocolieri, mangiafuoco, artificieri, e cavalieri al galoppo, pronti a sfidarsi nei giochi del palio.
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* Le riprese sono di Massimo Iannuzzi - 320.0652319
Dji Mavic Pro e Sony Alpha 7
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RAI STORIA: ITALIA. VIAGGIO NELLA BELLEZZA - CALABRIA BIZANTINA
RAI STORIA: ITALIA. VIAGGIO NELLA BELLEZZA - CALABRIA BIZANTINA
Per oltre 500 anni, a partire dalla conquista giustinianea del V secolo, la Calabria, unica tra le regioni italiane, ha vissuto sotto un ininterrotto dominio bizantino. In questo mezzo millennio la Calabria è stata a tutti gli effetti una regione greca sia amministrativamente che culturalmente. Ma solo nel 1927, con il libro Le Chiese Basiliane della Calabria, il grande archeologo Paolo Orsi svela un passato fino a quel momento è pressoché sconosciuto. Un tesoro fatto di arte, storia, religiosità. Chiese che non hanno uguali nell'Italia medievale e che Alessandro Conforti e Stefano di Gioacchino raccontano nel documentario Calabria bizantina, con la regia di Matteo Bardelli e la consulenza scientifica di Francesco Cuteri, in onda lunedì 5 febbraio alle 21.10 su Rai Storia per Italia. Viaggio nella bellezza. La Cattolica di Stilo, l'abbazia di Santa Maria del Patire a Rossano, il battistero di Santa Severina; sono tutti edifici che sembrano arrivare direttamente dal mondo greco. Come dall'oriente arriva in Calabria la tradizione del monachesimo greco; un monachesimo ascetico ed eremitico che trova i suoi luoghi di culto proprio in queste piccole chiese, se non addirittura in vere e proprie grotte. Tutto questo ha reso la Calabria un terra unica, un pezzo d'oriente nell'Italia meridionale, dove la cultura greca ha lasciato profonde tracce, sia materiali che spirituali, che attraverso i secoli sono arrivate fino a noi.
Realizzato da: RAI STORIA
In onda lunedì 5 febbraio - ore 21.10 su Rai Storia - per Italia. #viaggionellabellezza (canale 54 del digitale terrestre e 5054 di Sky).
Repliche sempre su Rai Storia:
- martedì 6 febbraio alle 9.30
- mercoledì 7 alle 6.30
- giovedì 8 alle 17.00 e alle 23.15
Servizi al pubblico a cura di: San Giorgio coop. soc.
☎ +39 3713455490
???? info@visitstilo.it
???? cattolicadistilo.it
La Cattolica di Stilo
Le riprese sono state realizzate da PressNews per la trasmissione Itinera di TV2000 andata in onda nel mese di Luglio 2012. Le riprese dell'interno della Cattolica sono state autorizzate dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Reggio Calabria
Intarvento di Don Mario Casile (Diacono della Comunità Bizantina San Cipriano di Reggio Calabria)
Pellegrinaggio e recita dei vespri nel rito Bizantino presso l'Abbazia di Santa Maria di Tridetti il 10 Settembre 2017
Il Museo diocesano di Reggio Calabria
Video realizzato nell'ambito del Progetto Chiese Aperte promosso dall'Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova nel 2017, in collaborazione con l'Associazione Did.Ar.T. Didattica Arte Territorio, grazie al contributo 8x1000 alla Chiesa Cattolica.
Riprese e montaggio: Gianluca Del Gaiso
Calabria grecanica
C’è una parte di Calabria tanto poco conosciuta quanto unica e bella. È la zona della Bovesia, nella parte meridionale dell’Aspromonte, tra le montagne boscose ed il vasto Mar Jonio, caratterizzata da una comunità ellenofona, che ancora parla il “greco di Calabria”, e che conserva le millenarie tradizioni magno-greche.
CALABRIA - Chiesa Santa Maria dei Tridetti - Riprese Drone Dji Mavic Air
Tempio Bizantino - Monumento Nazionale Normanno - riprese con Drone Dji Mavic Air -
Come arrivarci:
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La chiesa di Santa Maria de’ Tridetti sorge a pochi chilometri da Staiti, in una vallata verdeggiante avvolta da una coltre protettiva di monti. Il monumento si presenta oggi come un prezioso gioiello eroso dal tempo. L’antica chiesa, probabilmente, faceva parte di un convento ormai scomparso. Parte della navata centrale, così come parte delle pareti laterali e della cupola, sono andati persi per sempre. Rimangono ancora in piedi il corpo della zona presbiteriale, con un piccolo accenno di cupola, e la facciata d’accesso alla chiesa.
La sua datazione è controversa. Alcuni studiosi ritengono che sia stata edificata nella seconda metà del XI secolo (Orsi, Bottari); altri sostengono che sia stata costruita nella prima metà del XII secolo (Bozzoni, Schwarz). È certa, comunque, la collocazione del monumento in un’epoca successiva all’occupazione normanna della Calabria (conclusa nel 1060 con la presa di Reggio), pur rimanendo forti le influenze di una tradizione bizantina ancora largamente dominante nella cultura e nelle arti calabresi degli anni successivi alla conquista.
L’impianto planimetrico è di tipo basilicale, a tre navate e con una zona presbiteriale tripartita, i cui vani, nel rispetto delle esigenze liturgiche orientali, avevano funzione di bema, pròthesis e diaconicòn. Al di sopra del bema, si elevava una cupola, ormai diruta, di conformazione islamica. I due ambienti laterali, anch’essi rettangolari, sono, invece, coperti da volte a crociera. Sulla facciata orientale sono presenti tre absidi estradossate riccamente decorate in ciottoli e laterizi, con nicchie, mattoni disposti a denti di sega e code di rondine.
Nella chiesa di Santa Maria de’ Tridetti si riscontra una matura fusione di motivi occidentali e orientali, che realizza uno dei primi esempi di quella tipologia basilicale a tre navate con transetto non sporgente tripartito e triabsidato, che nel XII secolo troverà larga diffusione nell’architettura greco-calabra e siciliana.
Analoga conformazione planimetrica si ritrova, in Calabria, nella chiesa S. Maria di Terreti (demolita nel 1915) e S. Maria del Patir a Rossano. In Sicilia si ricordano: la chiesa dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò e la chiesa di S. Pietro ad Itàla.
Di chiaro stampo islamico è il largo uso di archi ogivali che, presenti lungo le navate, si ripetono, in dimensioni più ampie, sulla facciata di accesso, tra navata centrale e presbiterio e nell’arco di collegamento tra bema e abside centrale.
Singolare è il motivo delle finte colonne realizzate in dischi di cotto e incassate nei due spigoli dell’arco dell’abside centrale. Tali pseudo-colonne sono sormontate da capitelli ionici di spoglio capovolti che il Venditti attribuisce al gusto bizantino. Le altre semicolonne addossate ai pilastri della navata sono, invece, sormontate da lastre lapidee scanalate di forma parallelepipeda.
Di particolare interesse è la forma della cupola, i cui resti lasciano chiaramente dedurre una conformazione geometrica e spaziale riferibile ad una tradizione islamica. Evidente è l’analogia con la cupola della vicina chiesa di S. Giovanni Vecchio a Bivongi e con la cupola di S. Anna a Palizzi. Esse ripropongono in Calabria lo schema, tipicamente islamico e presente in alcune architetture religiose siciliane, della qubba cupolata con nicchie angolari che mediano il passaggio dalla base quadrata all’imposta circolare della cupola emisferica.
Santa Maria de’ Tridetti, pur essendo destinata al rito greco, è una chiara testimonianza di una commistione di stili e di culture che dopo la caduta della dominazione bizantina troverà in questa chiesa e in altre analoghe calabresi e siciliane un evidente tentativo di sintesi. Archi ogivali di gusto islamico, conformazione geometrica della cupola di derivazione fatimita, pianta di tipo basilicale che unisce influenze latine ed esigenze di rito greco, trattamento cromatico in ciottoli e laterizi di gusto tipicamente bizantino, fanno di questo monumento una virtuosa testimonianza di integrazioni culturali che hanno prodotto espressioni architettoniche non riscontrabili in altre aree del Mediterraneo.
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