WWW.TERAMOWEB.IT - IL MANTO - Mostra Chiesa della Misericordia Tortoreto 05.08.2014
Mercoledì 6 agosto 2014 alle ore 18, nella Chiesa della Misericordia di Tortoreto verrà presentato Il manto, un intervento installativo con i lavori di Fausto Cheng, Gianfranco Ferroni e Giampiero Marcocci, a cura di Umberto Palestini. Non si tratta di una mostra vera e propria, piuttosto è un progetto espositivo che mira a creare un ambiente sensibile all'arte contemporanea in cui passato e presente possano convivere in un unico impianto scenografico e in una sola architettura esteticamente concepita nel segno della tematica del “manto” (come suggerisce il titolo) simbolo di misericordia. Infatti, la dedicazione dell'edificio ecclesiastico alla Madonna della Misericordia risale al 1348 quale ringraziamento alla Madonna per la liberazione dalla terribile peste che colpì l’Italia centrale. La profusione degli affreschi che ricoprono la superficie muraria della chiesa sono attribuibili all'artista ascolano Giacomo Bonfini e databili intorno al 1526. Tra tutti spicca il ritratto della Madonna nella iconografia tradizionale della Misericordia con il manto steso ad accogliere fedeli in segno di protezione. Da qui la necessità di paragonare il motivo sacrale della misericordia con il momento storico attuale, troppo spesso segnato da episodi bellici e di indifferenza nei confronti dell'essere umano. I lavori di Cheng, Ferroni e Marcocci compongono una sinfonia dedicata al sacro nel rispetto del luogo che li accoglie ponendosi metaforicamente sotto il “manto” dell'architettura sacra, inteso come “simbolo della persona e, in qualche modo, anche dei suoi diritti. Gettare il mantello su qualcuno costituisce un segno di acquisto, di desiderio, di alleanza” (Carlo Maria Martini, Il Dio vivente). L'installazione galleggiante nell'aria di Cheng, la scultura descrittiva di Ferroni e le figure ultraterrene delle fotografie di Marcocci saranno gli elementi complici di una regia rivolta al concetto di sacralità e capace di esaltare la sensibilità di ciascun artista. Il progetto espositivo vuole anche far vivere un luogo straordinario come quello della Chiesa della Misericordia di Tortoreto in una veste inedita per attualizzare l'origine stessa dell'edificio ecclesiastico di dedicazione ad un valore di eterna validità. La sera d'inaugurazione ci sarà un intervento musicale di Vincenzo Core e, dall'alto dell'altare, Sabrina Colle reciterà un corpus di poesie sul tema del sacro.
servizio di Marco Calvarese
Tortoreto (TE) - Chiesa della Misericordia / Affreschi di Giacomo Bonfini da Patrignone
Giacomo Bonfini da Patrignone (AP) 1470-1533~
Gli affreschi sono datati 16 settembre 1526
Best Attractions and Places to See in Tortoreto, Italy
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Acquapark Onda Blu
Accadueo Piscina
Skydive Sunrise
Santuario della Madonna dello Splendore
Stabilimento Balneare Al Faro
Chiesa della Misericordia
Torre dell'Orologio
Giornate FAI di Primavera • 19-20 Marzo 2016, TORTORETO!
Ecco qui il nostro ultimo video prima di Pasqua! Il riepilogo di quella che sono state le giornate del FAI a Tortoreto. I siti aperti al pubblico sono stati: Chiesa di Sant'Agostino, Chiesa della Misericordia e Palazzo Liberati. A presto! BUONA PASQUA A TUTTI!
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Porchia (Marche, Italy), Nativity, Giacomo Bonfini's fresco of 1515 (manortiz)
Porchia di Montalto Marche, Chiesa Parrocchiale di santa Lucia, Cripta
Adorazione del Bambino con san Giuseppe (Natività
Affresco murale datato 1515, scuola umbro-marchigiana, attribuibile a Giacomo Bonfini
vedi Giacomo Bonfini Da Patrignone Pittore Del sec. XVI (Ascoli 1470-1533c.)
Crocetti Giuseppe
Editore: Grafiche Bonassi, Fermo , 1995
[Giacomo Bonfini, pittore da riscoprire]
Tra i personaggi marchigiani che meriterebbero una maggiore considerazione e fortuna è da ascrivere senz'altro Giacomo Bonfini (detto da Patrignone per l'origine del suo casato), pittore vissuto nel Piceno a cavallo tra i secoli 1400-1500, e solo da qualche anno posto all'attenzione grazie ad un circostanziato studio di don Giuseppe Crocetti di Fermo. Nato ad Ascoli Piceno nel 1470 da famiglia colta, Bonfini aveva un padre insegnante nel capoluogo piceno per una decina d'anni e successivamente a Recanati e alla corte del re di Ungheria. Giacomo lo seguì certo fino al 1488 e da lui ricevette una buona preparazione culturale, compresa l'istruzione artistica. Quasi sicuramente conobbe le opere di Raffaello in Vaticano, di Perugino e Pinturicchio. Si ipotizza addirittura che potrebbe avere avuto il ruolo di collaboratore nelle stanze
dipinte da Raffaello o nella Cappella Sistina. La cosa non sarebbe priva di fondamento, giacché lo zio - l'umanista Matteo Bonfini - fu segretario di Raffaele Riario, Camerlengo della Chiesa. Stranamente, invece, Giacomo non presenta affinità con Carlo e Vittore Crivelli, vissuti come lui nelle Marche; semmai la sua pittura è più consona allo stile di Nicola Filotesio (in arte Cola dell'Amatrice). Ad Ascoli Piceno avrebbe dipinto gli affreschi della Chiesa di Santa Margherita, un tempo considerati alla maniera di Cola, ma sicuramente da attribuire a lui in quanto si rifanno con chiarezza alle sue pitture per l'Oratorio della Madonna della Misericordia a Tortoreto che costituiscono l'opera più complessa ed organica del nostro autore. Attualmente gli affreschi sono
conservati in riproduzione (olio su tela) nella Civica Pinacoteca di Ascoli.
Bonfini ha lavorato in maniera consistente un po' dappertutto nel Piceno: a Montedinove (Madonna della Misericordia), a Porchia (Natività), Montelparo (Altare del SS. mo Crocifisso), Cossignano (Deposizione dalla Croce), Grottammare (Madonna della Misericordia e Natività), Borgo di Arquata (Madonna delle Grazie), Porto San Giorgio (SS. mo Crocifisso e Santi),Magliano di Tenna (Madonna col Bambino e Santi), a Patrignone (affreschi votivi per la Chiesa dell'Annunziata e altri dipinti per Santa Maria de Viminatu). Ecco, dunque, un altro itinerario del Piceno da scoprire sulle orme di un illustre figlio da rivalutare. (Luciano Marucci)
[«Corriere Adriatico» (Ancona), ... ottobre 1996]
Chiesa di Sant'Anna la Misericordia a Palermo
Giacomo Bonfini attr , Deposizione, Chiesa dell'Annunziata, Cossignano (manortiz)
[Giacomo Bonfini, pittore da riscoprire]
Tra i personaggi marchigiani che meriterebbero una
maggiore considerazione e fortuna è da ascrivere
senz’altro Giacomo Bonfini (detto da Patrignone
per l’origine del suo casato), pittore vissuto nel
Piceno a cavallo tra i secoli 1400-1500, e solo da qua
lche anno posto all’attenzione grazie ad un
circostanziato studio di don Gi
useppe Crocetti di Fermo.
Nato ad Ascoli Piceno nel 1470 da famiglia colta
, Bonfini aveva un padre insegnante nel capoluogo
piceno per una decina d’anni e successivamente a
Recanati e alla corte del re di Ungheria.
Giacomo lo seguì certo fino al 1488 e da lui ricevette una buona preparazione culturale, compresa
l’istruzione artistica. Quasi sicuramente conobbe le
opere di Raffaello in Vaticano, di Perugino e
Pinturicchio. Si ipotizza addirittura che potrebbe avere avuto il ruolo di collaboratore nelle “stanze”
dipinte da Raffaello o nella Cappella Sistina. La
cosa non sarebbe priva di fondamento, giacché lo
zio - l’umanista Matteo Bonfini - fu segretari
o di Raffaele Riario, Camerlengo della Chiesa.
Stranamente, invece, Giacomo non presenta affinità
con Carlo e Vittore Crivelli, vissuti come lui
nelle Marche; semmai la sua pittura è più consona
allo stile di Nicola Filotesio (in arte Cola
dell’Amatrice).
Ad Ascoli Piceno avrebbe dipinto gli affreschi
della Chiesa di Santa Margherita, un tempo
considerati “alla maniera di Cola”, ma sicurame
nte da attribuire a lui in quanto si rifanno con
chiarezza alle sue pitture per l’Oratorio de
lla Madonna della Misericordia a Tortoreto che
costituiscono l’opera più complessa ed organica de
l nostro autore. Attualmente gli affreschi sono
conservati in riproduzione (olio su tela) nella Civica Pinacoteca di Ascoli.
Bonfini ha lavorato in maniera consistente un po’
dappertutto nel Piceno: a Montedinove (“Madonna
della Misericordia”), a Porchia (“Natività”), Mont
elparo (Altare del “SS. mo Crocifisso”),
Cossignano (“Deposizione dalla Croce”), Grottamma
re (“Madonna della Misericordia” e “Natività”),
Borgo di Arquata (“Madonna delle Grazie”), Porto
San Giorgio (“SS. mo Crocifisso” e Santi),
Magliano di Tenna (“Madonna col
Bambino” e Santi), a Patrignone (affreschi votivi per la Chiesa
dell’Annunziata e altri dipinti per Santa Maria de
Viminatu). Ecco, dunque, un altro itinerario del
“Piceno da scoprire” sulle orme di
un illustre figlio da rivalutare.
(Luciano Marucci) Corriere Adriatico Ancona
Giacomo Bonfini da Patrignone (Ascoli 1470-1533 C.), Natività, parrocchiale di Porchia (manortiz)
Giacomo Bonfini da Patrignone
(Ascoli 1470-1533 C.)
Un pittore da riscoprire
Tra i personaggi marchigiani che meriterebbero una maggiore considerazione e fortuna è da ascrivere
senz'altro Giacomo Bonfini (detto da Patrignone per l'origine del suo casato), pittore vissuto nel
Piceno a cavallo tra i secoli 1400-1500, e solo da qualche anno posto all'attenzione grazie ad un
circostanziato studio di don Giuseppe Crocetti di Fermo. Nato ad Ascoli Piceno nel 1470 da famiglia colta, Bonfini aveva un padre insegnante nel capoluogo piceno per una decina d'anni e successivamente a Recanati e alla corte del re di Ungheria. Giacomo lo seguì certo fino al 1488 e da lui ricevette una buona preparazione culturale, compresa l'istruzione artistica. Quasi sicuramente conobbe le opere di Raffaello in Vaticano, di Perugino e Pinturicchio. Si ipotizza addirittura che potrebbe avere avuto il ruolo di collaboratore nelle stanze dipinte da Raffaello o nella Cappella Sistina. La cosa non sarebbe priva di fondamento, giacché lo zio - l'umanista Matteo Bonfini - fu segretario di Raffaele Riario, Camerlengo della Chiesa. Stranamente, invece, Giacomo non presenta affinità con Carlo e Vittore Crivelli, vissuti come lui
nelle Marche; semmai la sua pittura è più consona allo stile di Nicola Filotesio (in arte Cola dell'Amatrice).
Ad Ascoli Piceno avrebbe dipinto gli affreschi della Chiesa di Santa Margherita, un tempo considerati alla maniera di Cola, ma sicuramente da attribuire a lui in quanto si rifanno con chiarezza alle sue pitture per l'Oratorio della Madonna della Misericordia a Tortoreto che costituiscono l'opera più complessa ed organica del nostro autore. Attualmente gli affreschi sono conservati in riproduzione (olio su tela) nella Civica Pinacoteca di Ascoli. Bonfini ha lavorato in maniera consistente un po' dappertutto nel Piceno: a Montedinove (Madonna della Misericordia), a Porchia (Natività), Montelparo (Altare del SS. mo Crocifisso), Cossignano (Deposizione dalla Croce), Grottammare (Madonna della Misericordia e Natività), Borgo di Arquata (Madonna delle Grazie), Porto San Giorgio (SS. mo Crocifisso e Santi),
Magliano di Tenna (Madonna col Bambino e Santi), a Patrignone (affreschi votivi per la Chiesa
dell'Annunziata e altri dipinti per Santa Maria de Viminatu). Ecco, dunque, un altro itinerario del
Piceno da scoprire sulle orme di un illustre figlio da rivalutare.
(Luciano Marucci) Corriere Adriatico, Ancona ottobre 1996
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Tortoreto. Folla commossa per l'addio ai marittimi. Convalidato l'arresto dell'inglese
Campane della Cattedrale di Santa Maria del Fiore di FIRENZE (02) v.234
Plenum solenne di 1 minuto e mezzo per la festa patronale di San Giovanni Battista.
- Suonate per il pontificale delle 10:30, immortalate dalla cella campanaria:
I° segno alle 10:00 (ripresa dal lato Misericordia);
II° segno alle 10:15 (ripresa dal lato Santa Reparata).
- Suonate per la messa solenne pomeridiana delle 18:00, immortalate dal basso:
I° segno alle 17:00 (ripresa dal lato facciata);
II° segno alle 17:15 (ripresa dal lato abside).
Concerto di 7 campane a slancio, elettrificate dalla AEI di Perego (la Santa Reparata possiede 2 ruote e un reggi-battaglio tipico dello slancio tirolese):
I: La2 (Santa Reparata), fusa nel 1705 da Antonio Petri. Ha un diametro di 200 cm e un'altezza di 210 cm. Pesa 53,8 quintali (tra le più grandi campane d'Italia montate sui campanili).
II: Do3 (la Misericordia), rifusa nel 1830 da Carlo Moreni. Ha un diametro di 152 cm per un peso pari a 21 quintali.
III: Re3 (l'Apostolica), fusa nel 1957 da Prospero Barigozzi. Ha un diametro di 125 cm per un peso pari a 12 quintali.
IV: Mi3 (l'Annunziata), fusa nel 1957 da Prospero Barigozzi. Ha un diametro di 115 cm per un peso pari a 8,6 quintali.
V: Sol3 (la Mater Dei), fusa nel 1957 da Prospero Barigozzi. Ha un diametro di 95 cm per un peso pari a 4,8 quintali.
VI: La3 (l'Assunta), fusa nel 1957 da Prospero Barigozzi. Ha un diametro di 85 cm per un peso pari a 3,4 quintali.
VII: Si3 (l'Immacolata), fusa nel 1957 da Prospero Barigozzi. Ha un diametro di 75 cm per un peso pari a 2,4 quintali.
Sul campanile sono presenti anche 5 campane antiche, che componevano il precedente concerto di 7 campane (di cui facevano parte le 2 maggiori attuali), sostituite dalle attuali 5 campane minori, per volere del capitolo della Cattedrale, che decise di rifare il castello ligneo. La precedente Apostolica, fusa nel 1405 da un fonditore di Cortona (AR), con un peso pari a 5000 libbre (circa 25 quintali), si trova sul pavimento della cella campanaria. Le altre 4 (la Beona, con un peso pari a 2760 libbre, circa 14 quintali; la Maria Anna, con un peso pari a 2152 libbre, circa 11 quintali; la campana piccola fusa nel 1513, con un peso pari a 1400 libbre, circa 7 quintali; e la squillina fusa nel 1514, con un peso pari a 1000 libbre, circa 5 quintali) sono collocate in alto ai finestroni col ceppo ligneo, ma sono inutilizzate.
Ecco qui un'altra chicca che su Musicista97 mancava: il plenum del duomo di Firenze!!! Avevo già ripreso la Santa Reparata l'anno scorso quando andai in gita con la scuola, ma siccome queste sono splendide campane volevo vedermi dal vivo il plenum, e così ho approfittato della solennità di San Giovanni Battista per riuscire finalmente a sentirlo. E devo dire ragazzi... Che è veramente mozzafiato, lascia il cuore in gola! Le Barigozzi sono spettacolari ma la Santa Reparata è immensa, e soprattutto profonda, a far sentire che è lei la campana più grande di Firenze! Speravo però di riuscire a riprendere tutto in mattinata, ma per la messa delle 9:00 non ha suonato nulla... Strano! Di solito nelle feste patronali si suonano... Non dico di continuo... Ma quasi! Ma poi fortunatamente hanno cominciato a suonare praticamente ogni quarto d'ora dalle 9:30 in poi (sono tutte suonate programmate!). Solo che non mi trovavo nei pressi del campanile perché volevo intanto vedere se c'erano le messe mattutine a Santa Maria Novella, in modo da non riprendere solo la cattedrale ma anche qualche altra chiesa. Ma quando le sento suonare... Quasi ci rimango di stucco perché era un orario insolito, poi col passare delle ore ho capito il perché. Le prime 2 suonate sono riprese entrambe dalla cella, perché ne vale veramente la pena far sentire quei bestioni da là sopra. E direi che il microfono ha fatto il resto, audio eccellente, niente da dire. Dal basso avrei voluto riprendere il grande plenum a mezzogiorno, ma ha suonato solo la Santa Reparata. Capisco la tradizione toscana ma qui non possono fare come vogliono, a Pentecoste o Ascensione fanno il plenum e nella festa patronale la sola Santa Reparata... Mah! Così mi trattengo nel pomeriggio, sperando che risuonassero per la messa pomeridiana. E così è stato. Siccome il casino di piazza è veramente incredibile ho equalizzato l'audio al fine di riuscire a far sentire abbastanza bene le campane. Le inquadrature dal basso non fanno vedere un granché, la piazza non è così grande, e il campanile è altissimo! Così ho fatto una ripresa lato facciata e lato abside, dove a vedersi è sempre quella bestia di Santa Reparata. Wow!! Suonate un po' brevi, ma sono giustificate dal fatto che suonano ogni quarto d'ora. Quello che non giustifico è l'intensa frenata alla fine della suonata. Capisco la tradizione toscana di legare i batacchi con le corde al termime della distesa quando l'elettrificazione non esisteva ancora, ma qui il castello soffre decisamente troppo! Cmq... Ho ripreso solo il duomo perché nelle altre chiese hanno fatto il suono feriale.
Tortoreto - Imprenditore rapinato, due arresti
Operazione compiuta dalla squadra mobile di Teramo
III domenica di Quaresima 2018 - Mons. Leuzzi nella parrocchia Santa Maria Assunta di Silvi Marina
Il vescovo della diocesi di Teramo-Atri, mons. Lorenzo Leuzzi, in visita nella parrocchia di Santa Maria Assunta di Silvi Marina, per la terza domenica della Quaresima 2018
Campane della Parrocchia di S.Anna in Potenza Picena - Fraz. Porto (MC) (02) v.244
N.B. Il video qui presente sostituisce l’originale v.244.
- [03:24] Battiore delle 18:15 e distesa della campana maggiore (dura 2 minuti) per la messa feriale delle ore 19:00;
- [07:28] Battiore delle 12:00, 3-4-5-1 sulla grossa, Ave Maria di Lourdes e plenum festivo ascendente (dura poco più di 1 minuto) per l’Angelus domenicale;
- [12:00] Battiore delle 20:30, 3-4-5-1 sulla grossa e Ave Maria di Lourdes per l’Ave Maria serale feriale/festiva, ripresi dalla cella campanaria;
- Plenum solenne ascendente (dura 3 minuti), ripreso dalla cella campanaria e suonato in elettrico-manuale, per la processione delle ore 21:15 in occasione della festa patronale di S.Anna, 26 Luglio 2017:
[13:46] I° suonata alle 20:35 circa;
[18:32] II° suonata alle 20:50 circa.
Concerto di 3 campane a slancio + 2 sonelli fissi per il battito delle ore e quarti, elettrificate dalla De Santis di Fermo:
I: Sib3 calante, fusa da Daciano Colbachini di Padova nel 1926. Ha un diametro di 79,2 cm e uno spessore di 5,4 cm. Pesa 3,39 quintali circa.
II: Do4 calante, rifusa da Pasqualini di Fermo nel 1951. Ha un diametro di 70,4 cm e uno spessore di 5,5 cm. Pesa 2,93 quintali circa.
III: Reb4 calante, fusa dall'Allanconi nel 1999 e rivenduta dalla Trebino. Ha un diametro di 66,5 cm e uno spessore di 4,5 cm. Pesa 1,64 quintali circa.
I sonello: Fa4 (batte i quarti assieme al II sonello)
II sonello: Fa#4 calante (batte le ore)
Qui trovate il foglio con tutte le suonate preimpostate (il suono Processione non viene mai eseguito)
La Torre di Sant’Anna, detta anche “Torre del Porto”, è ciò che resta di un antica fortezza del XV sec. di cui non si è mai saputo molto. Inizialmente fu usata come torre di difesa per combattere contro i pirati, ma dopo le guerre napoleoniche fu quasi del tutto abbandonata assieme al castello; in seguito all’affermazione dell’Unità d’Italia, il Comune riacquisì la piccola dimora che fu abbattuta, lasciando solo la torre che nel 1884 vide modificata la sua parte superiore, dopo un primo restauro operato nel 1766 che coronò il perimetro di merli ghibellini. Nel 1926, VII centenario della morte di S.Francesco, su progetto di Eusebio Petetti fu edificata l’attuale chiesa di S.Anna in stile neogotico, e la torre assunse la funzione di campanile. In quest’anno risale infatti la fusione della campana maggiore da parte del noto fonditore padovano Daciano Colbachini. Probabilmente fu fusa assieme alla mezzana, che però sappiamo essere requisita nella Seconda Guerra Mondiale e successivamente restituita al pubblico nel 1951 da parte della Pasqualini di Fermo. Nel 1998 la torre subì un nuovo restauro a cura dell’Ing. Livio Gambacorta, e l’anno successivo fu fusa l’attuale piccola nel 1999 dall'Allanconi che fu poi rivenduta da Trebino. Presumibilmente l’elettrificazione risale alla fine degli anni ’90. I 2 sonelli, che sono collocati al centro della cella campanaria sono molto più antichi, o almeno quello più piccolo, ma non sono riuscito a datarli in quanto non avevo la possibilità di arrampicarmi. Per scelta, il battiore è invertito: il sonello più piccolo scandisce le ore e quello più grande i quarti.
E come promesso l’anno scorso, anche se sinceramente non ci avrei mai sperato, ecco a voi il plenum dalla cella campanaria, l’unico posto dove si può vedere e sentire in maniera adeguata, in quanto la chiesa si trova a sandwich tra la trafficatissima Adriatica e la ferrovia, quindi ottenere una ripresa silenziosa era quasi impossibile. Sorpresa delle sorprese, per la messa feriale mi sarei aspettato le 2 piccole, e invece ha suonato la grossa! Quanto ci stava bene per l’Angelus feriale…! Tra l’altro ho notato che per le messe suonano soltanto ¾ d’ora prima (non vengono scanditi neanche i tocchi), almeno ordinariamente. Un gran peccato, è quasi come le zone dell’elpidiense...
Per quanto riguarda le suonate per l’Angelus domenicale, l’unica zona dove poter vedere tutte le campane discretamente e sentirle senza particolari rumori di fondo, è proprio dalla stazione ferroviaria (ammesso che non passi un treno in corsa…). E infatti il risultato è venuto decisamente più accettabile. Ma il botto vero e proprio è dall’alto della torre di S.Anna: poiché il censimento è stato fatto l’anno passato, quella sera mi sono dedicato soltanto alle suonate. Il primo plenum solenne mi ha preso un po’ alla sprovvista, perché vedevo che il tempo passava e non succedeva niente; il secondo, invece, l’ho fatto col cavalletto affinché venisse una roba più stabile.
E da Porto Potenza è veramente tutto, spero di aver svolto un discreto servizio, l’originale v.244 era decisamente inguardabile!
La Cripta del Duomo di Ascoli Piceno - Ascoli's Cathedral, the Shrine of saint Emidio (manortiz)
L'ambiente fu originariamente realizzato nella metà dell’XI secolo per accogliere le reliquie del santo patrono, rinvenute nelle catacombe di Campo Parignano. L’attuale aspetto della cripta si deve però ai lavori dei primi del 1700, affidati a Giuseppe Giosafatti. Il primo intervento del noto architetto non fu un successo e si concluse con il crollo delle volte non appena liberate dalle armature. Quando nel 1708 la cripta fu finalmente agibile, ai visitatori si presentò lo stesso spettacolo di cui possiamo godere oggi: un ambiente quadrangolare, ripartito in sette piccole navate, diviso da 63 colonne (di cui 28 in marmo rosso di Verona, le restanti in travertino), in cui troneggia il gruppo marmoreo di Sant’Emidio che battezza Polisia. Siamo in un ambiente raccolto e complesso, in cui la luce alta laterale costruisce percorsi e riflessi suggestivi. Il centro della cripta è occupato dal sarcofago romano del IV secolo che custodisce le reliquie di Sant’Emidio insieme a quelle dei suoi compagni, come recita l’iscrizione sul bordo superiore “cum sociis aliis Emindius hic requiescit”. Subito dietro l’urna è posta l’imponente opera completata nel 1730 da Lazzaro Giosafatti, figlio di Giuseppe, su commissione dell’arcidiacono Luigi Lenti. La scultura, in splendido marmo bianco di Carrara, racconta il momento che segna la vita dei due santi: proprio per il battesimo della sua giovane figlia, il prefetto Polimio, adirato, fece arrestare il vescovo Emidio e lo fece decapitare mentre Polisia, fuggì sul monte Ascensione e lì scomparve in un crepacc
HOTEL IL PARCO SUL MARE tortoreto
Il complesso si trova sulle colline di Tortoreto ( TE), località turistica della costa teramana, dal mare azzurro e cristallino, premiata con la Bandiera Blu d'Europa e si propone come luogo ideale per trascorrere vacanze indimenticabili all'insegna della spensieratezza sia per grandi che per piccini.
Si affaccia sul mare e sulle verdi colline della riviera abruzzese.
L'atmosfera che si respira è d'altri tempi: arte e raffinatezza sono le prerogative per offrire una vacanza in un ambiente elegante.
Reliquie di San Giovanni Paolo II
Reliquie di San Giovanni Paolo II nel Santuario Arcivescovile del Signore della Divina Misericordia 4 - 5 maggio 2015 Lima Peru.
Reliquias de San Juan Pablo II en el Santuario Arquidiocesano del Señor de la Divina Misericordia 4 - 5 mayo 2015 Lima Perù
A TERAMO UN MONUMENTO PER NON DIMENTICARE
E' stato posizionato questa mattina presso i giardini Marcozzi di Piazza Garibaldi Il monumento in memoria dei caduti di Nassirya. L'opera è dell'artista Fausto Cheng ed è dedicata appunto alle 19 vittime dell'attentato del 12 Novembre 2003 che ha coinvolto la Base Maestrale dell'Arma dei Carabinieri
Diretta Santa Messa 05/03/2017
Diretta Santa Messa 05/03/2017 presso la Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Quarto
IMPERIA : FURTO DI GRONDAIE DALLA CHIESA CASTELVECCHIO
CAMPANE MADONNA DELL'ARCO SANT'ANASTASIA
SUONATA DI DUE CAMPANE DEL SANTUARIO DELLA MADONNA DELL'ARCO IN POMIGLIANO D'ARCO O SANTA ANASTASIA?
TIPO DI DISTESA NON VE LO SO DIRE SE SEMI AMBROSIANO O VERONESE O ALTRO