Operatori del diritto in San Procolo
12PORTE - 28 aprile 2011: Nella pomeriggio di martedì santo il cardinale Arcivescovo ha raggiunto la Chiesa di San Procolo, in via d'Azeglio, dove ha celebrato una Messa in preparazione alla Pasqua per gli operatori del diritto.
L'arca di San Domenico
L'arca di san Domenico è il monumento sepolcrale realizzato per Domenico di Guzman (morto a Bologna il 6 agosto 1221). Si trova nella basilica di San Domenico di Bologna, più precisamente nella solenne Cappella di San Domenico, aperta sulla navata destra della basilica. L'aspetto attuale è il frutto di diversi interventi effettuati tra il XIII e il XVIII secolo. È una delle più importanti opere d'arte della città anche per testimonianze lasciate da Nicola Pisano, Niccolò dell'Arca, Michelangelo e Alfonso Lombardi.
Storia [modifica]
Domenico di Guzman morì a Bologna il 6 agosto 1221, nel convento da lui istituito e che oggi prende il nome di Convento di San Domenico. Sepolto inizialmente nell'altare di San Nicolò dell'antica e oggi scomparsa chiesa del convento (la piccola chiesa di San Nicolò delle Vigne che risiedeva al posto dell'attuale basilica di San Domenico), nel 1233 la sua salma fu posta in una cassa di cipresso, racchiusa in un semplice sarcofago marmoreo, e traslata dietro l'altare di una cappella laterale della navata sinistra della nuova basilica in corso di costruzione. L'anno successivo, precisamente Il 13 luglio 1234, Domenico fu canonizzato da papa Gregorio IX. In seguito alla canonizzazione e all'esplosione dell'ordine domenicano i pellegrini cominciarono ad accorrere sempre più numerosi a visitare il sepolcro del santo, accalcandosi sul piccolo sarcofago marmoreo che diventò ben presto inadeguato.
Si decise quindi di ricollocare i resti del santo in un monumento più insigne, innalzandolo per renderlo più visibile. Nacque quindi il primo nucleo medievale dell'arca con sei panelli marmorei, decorati ad altorilievo e descriventi sei scene della vita del santo, per racchiudere il nuovo sarcofago. L'opera fu commissionata a Nicola Pisano nel 1264 e portata a compimento il 5 giugno 1267. Alla sua esecuzione parteciparono anche alcuni allievi, quali Arnolfo di Cambio, Lapo e Donato (questi ultimi citati da Giorgio Vasari, ma non altrimenti noti) e il converso domenicano Guglielmo da Pisa. Il sarcofago parallelepipedo in origine poggiava su quattro (forse sei o otto) colonne cariatidi, alcune delle quali si conservano oggi fuori contesto (Museo del Bargello a Firenze, Museum of Fine Arts a Boston e Museo del Louvre a Parigi).
Nel 1411 l'arca fu spostata nel transetto destro della chiesa, nel frattempo trasformato in cappella dedicata al Santo fondatore.
Nei secoli successivi furono eseguite importanti aggiunte all'originaria arca medievale. Nel XV secolo Niccolò da Bari (o d'Apulia, detto appunto dell'Arca) eseguì la decorazione della cimasa sopra il sarcofago di Nicola Pisano e realizzò l'angelo reggitorcia di sinistra (1469-1473). Alla fine dello stesso secolo Il giovane Michelangelo contribuì con alcune piccole ma significative statue: quella di San Petronio, di San Procolo e l'angelo reggicandelabro di destra (1494). Il secolo successivo Alfonso Lombardi eseguì la stele sotto il sarcofago (e sopra l'altare) raffigurante l'Adorazione dei Magi e scene della vita del santo (1532).
All'inizio del XVII secolo venne realizzata l'attuale Cappella di San Domenico e l'arca venne spostata nella locazione attuale.
Infine Jean-Baptiste Boudard eseguì il bassorilievo sotto l'altare con la morte di San Domenico (1768).
Alla sommità della cimasa, nonché sommità dell'intera arca, si vede Dio Padre che sorregge il mondo con la mano sinistra tenendolo vicino al cuore. Sotto i suoi piedi troviamo un altro globo più grande. Più in basso si vedono i simboli della creazione: i festoni di frutta stanno a significare la terra, i due putti si riferiscono al cielo e gli otto delfini al mare.
Ancora più in basso troviamo il mistero della Redenzione: Gesù Cristo morto è rappresentato in mezzo a due angeli, a destra quello dell'annunciazione e a sinistra quello della passione. Allo stesso livello degli angeli i quattro evangelisti (san Matteo, san Marco, san Luca e san Giovanni) che hanno diffuso al mondo intero il messaggio di Redenzione operato da Gesù Cristo.
Poco sotto si trovano, appoggiate a una cornice, otto statue che raffigurano i protettori di Bologna (nella parte anteriore: san Francesco, san Petronio, san Domenico e san Floriano; nella parte posteriore: sant'Agricola, san Giovanni Battista, san Procolo e san Vitale).
Domenico di Guzmán, Domingo o Domínico in spagnolo (Calaroga, 1170 -- Bologna, 6 agosto 1221), fu il fondatore dell'Ordine dei Frati Predicatori ed è stato proclamato santo nel 1234.
Pozzuoli La città in festa per San Procolo
Le Campane della Chiesa di S.Girolamo della Certosa - Bologna
Bologna - Chiesa di S. Girolamo della Certosa
Il campanile della chiesa del Cimitero Comunale di Bologna, officiata dai Padri Passionisti, ospita un pesante concerto di 4 campane in tono minore in Mi3 (Mi3-Sol3-La3-Si3) di fonditori ed epoche diverse. Il doppio è montato su di un castello in legno che vede la piccola nella parte alta della cella, sovrapposta alle tre maggiori. Le campane, montate e suonabili alla bolognese (con grande difficoltà viste le fortissime e oscillazioni del campanile) sono dotate di elettrificazione per il suono a distesa sulle tre maggiori (ovviamente sganciabile per consentire il suono manuale ai campanari) mentre tutte e 4 sono provviste degli elettrobattenti.
Grossa
Nota: Mi3; diametro: 121,3 cm; fonditore: Giovanni Domenico Dinarelli; anno: 1666
Mezzana
Nota: Sol3; diametro: 102,4 cm; fonditore: Giacomo Calderari; anno: 1607
Mezzanella
Nota: La3; diametro: 88,8 cm; fonditori; Luigi Censori e Giovanni Battista Bonettini; anno: 1683
Piccola
Nota: Si3; diametro: 77,7 cm; fonditore: Antonio Censori; anno: 1597
peso complessivo presunto del concerto: kg 2850 circa.
Da notare come il carattere mesto e malinconico che suscita tipicamente l'intonazione in minore (in cui questo concerto è accordato) si riveli quanto mai adatto al contesto cimiteriale in cui la chiesa è ubicata.
Nel video, l'esecuzione di una suonata a Doppio (levata e scappata in quarto, in piedi tre fatte a Campanini e Mezze, calata e buttata in quarto) nel corso di un servizio campanario richiesto per solennizzare la festa di S. Girolamo, Dottore della Chiesa, Santo titolare del tempio del Cimitero Comunale di Bologna.
Da Verona a Gerusalemme - Chiesa di S Stefano
Proseguiamo il nostro viaggio visitando Santo Stefano quarta chiesa del percorso “Verona Minor Hierusalem – Rinascere dall’acqua”, scoprendo tutti i cambiamenti che l’hanno interessata nel tempo e le sue tante perle architettoniche e storiche.
POZZUOLI - CELEBRATO SAN PROCOLO. LA FUNZIONE TRASMESSA IN DIRETTA TV E STREAMING
Campane della chiesa di San Bartolomeo e Gaetano di Bologna
Concerto di quattro campane in Mi3 alla Bolognese fuse da Clemente Brighenti nel 1857.
Speculum Solis
Progetto di Nicola Evangelisti
Video: Fabio Bozzetto, Giacomo Deriu, Nicola Evangelisti (artista)
Musica: Nicola Evangelisti (compositore)
A cura di: Eli Sassoli de’ Bianchi ed Olivia Spatola
Bologna Water Design 2014
Sede: facciata della Chiesa di San Procolo in via d’Azeglio angolo via San Procolo, Bologna
Visibilità: 22 - 27 settembre 2014 dalle ore 20.30 alle ore 24.00
L’artista Nicola Evangelisti in collaborazione con Fabio Bozzetto e Giacomo Deriu, e con la partecipazione straordinaria del compositore, omonimo, Nicola Evangelisti, hanno realizzato in occasione dell' ultima edizione di Water Design 2014, una video-proiezione site specific sulla facciata della Chiesa di San Procolo di via d’Azeglio, Bologna. Il progetto, a cura di Eli Sassoli de’ Bianchi ed Olivia Spatola, ha avuto luogo dal 22 al 27 settembre 2014 ridefinendo le sembianze della facciata della chiesa grazie ad un intervento video incentrato su due elementi: sole ed acqua.
Il rosone esterno si è trasformato nell’immagine del sole, già presente al centro della cupola del coro, recuperando e reinterpretando l’antica iconografia cristiana di luce divina ed emblema del sacro.
Simboleggiando entrambi – il sole e l’acqua - la nascita e la custodia della vita, questi due elementi vivono di stratificazioni, provenientida diversi retaggi ed epoche, e didiversificazioni che si succedono a livello sia stilistico che semantico.
Coincidendo nell’entità liquida della propria materia, acqua e fuoco solare, ritrovano una complementarità e quasi un completamento attraverso lo specchio ed il riflesso che l’uno fa nell’altro e viceversa.
Nella sua “Teogonia” Esiodo lascia che Helios e Selene nascano contemporaneamente assieme a Eos (Aurora): una sorta d’identificazione tra luce e buio, passando attraverso la medietà di ciò che è sia l’una che l’altro senza essere nessuno dei due. Identità nella differenza, alterità nella sovrapposizione dell’essenza ultima della sostanza.
Una coincidentia oppositorum entro la quale non possono esistere divisioni o contrapposizioni e nulla è solamente ciò che è.L’inizio coincide con la fine da cui scaturirà un nuovo inizio (l’alfa e omega di un “eterno ritorno“ universale): divinità celesti e divinità ctonie, apollineo e dionisiaco, luce e ombra, feminino e mascolino non possono esistere al di fuori della complementarità e della reciproca convivenza, non possono darsi se non nell’unità delle parti. Allo stesso modo l’acqua, privata del sole, sarebbe soltanto una parte di acqua, potendo raggiungere la propria comprensione e completezza nel rapporto biunivoco con l’alterità che le appartiene. A sottolineare tale sovrapposizione, sia a livello fisico che filosofico, la videoproiezione stabilisce una evidente identità tra i cerchi concentrici provocati dal movimento dell’acqua e il medesimo effetto che a livello ottico produce la luce del sole.
La Lux Inaccessibilis divina, accecante come la luce del sole, viene mediata dal riflesso dell’acqua che, come un varco, ci permette di vederla e di lasciare scaturire un processo di purificazione.
LA BENEDIZIONE DEI CARABINIERI CINOFILI E DEI CANI
12 PORTE - 18 gennaio 2018. Domenica scorsa nella chiesa di San Procolo, nel centro storico di Bologna, il Servizio Cinofili deli Carabinieri di Bologna ha partecipato alla Messa presieduta dal parroco monsignor Eugenio Marzadori e hanno ricevuto una particolare benedizione all’inizio del nuovo anno. L’unità bolognese conta una decina di cani addestrati a operazioni di ricerca e soccorso.
Le Campane della Chiesa di San Giacomo Maggiore - Bologna - Doppio a trave (1)
Bologna - Chiesa di S. Giacomo Maggiore (Padri Agostiniani) - concerto di 5 campane in tono maggiore e minore in Mi3 montate alla bolognese e completamente manuali.
Grossa del minore:
Nota: Mi3; diametro: 115,5 cm; fonditore: Anchise Censori; anno: 1565; peso: q.li 11 circa.
Mezzana del minore/Grossa del maggiore:
Nota: Sol3; diametro: 100,7 cm; fonditore: Gaetano Brighenti; anno: 1842; peso: q.li 6,51 circa.
Mezzanella del minore/Mezzana del maggiore:
Nota: La3; diametro: 89,7 cm; fonditore: Gaetano Brighenti; anno: 1842; peso: q.li 4,54 circa;
Piccola del minore/Mezzanella del maggiore:
Nota: Si3; diametro: 80 cm; fonditore: Gaetano Brighenti; anno: 1842; peso: q.li 3,20 circa.
Piccola del maggiore:
Nota: Re4; diametro: 65,7 cm; fonditore: Gaetano Brighenti; anno: 1844; peso: q.li 1,89 circa.
Doppio eseguito prima da un pezzo con le 4 campane minori (costituenti il quarto in tono maggiore) nella sequenza di quarto (5°-3°-4°-2°) poi da un pezzo con le 4 campane maggiori (costituenti il quarto in tono minore) nella sequenza di organo (4°-3°-2°-1°), eseguito con le campane in piedi (le 4 maggiori suonate a trave, la piccola a ciappo).
Bartolomeo Cesi (1556-1629) A collection of paintings 4K Ultra HD
Bartolomeo Cesi (1556-1629) was an Italian painter of the Baroque era of the Bolognese School.
Born to a wealthy family of Bologna, he studied under Giovanni Francesco Bezzo (il Nosadella).
In Bologna, he contributed works to the Duomo, San Procolo, and Santo Stefano. He collaborated with Ludovico Carracci and Prospero Fontana on some projects.
His pious sobriety was influenced by his friendship with Cardinal Gabriele Paleotti of Bologna, who had attended the Council of Trent.
His biography is contained in Carlo Cesare Malvasia's Felsina Pittrice.
He traveled to Rome and worked there with Scipione Pulzone, after his return in 1591, one of his project was a series of frescoes on the Passion of Christ for the Carthusian Monastery (Charterhouse) or San Girolamo in Bologna.
In 1595, Cesi completed the triptych including the 'Adoration of the Magi and Virgin and Saints for the Basilica of San Domenico in Bologna.
Thank you, please subscribe for future videos
O nata Lux - A. Angelini - Choro Lauda Sion, dir. Francesco Barbuto - Festival CantaBO
Festival Corale CantaBO
Bologna 2017
O nata Lux di Andrea Angelini
Choro Lauda Sion
direttore Francesco Barbuto
Sabato 4 novembre 2017
Chiesa di San Procolo - Bologna
chorolaudasion.com
francescobarbuto.net
Le campane di Bologna - Basilica Collegiata di S.Petronio
Bologna - Piazza Maggiore - Basilica Collegiata di S.Petronio Vescovo
4 campane in Mib3 intonate in sesta maggiore:
Mib3 -1/100 = Michel Garel della Provenza [FR], 1492
Lab3 +29/100 = Antonio Censori di Bologna, 1584
Sib3 +24/100 = Jean Garel della Provenza [FR], 1492
Do4 ±0/100 = Anchise Censori di Bologna, 1578
La basilica di San Petronio è la chiesa principale di Bologna: domina l'antistante piazza Maggiore e, nonostante sia ampiamente incompiuta, è la sesta chiesa più grande d'Europa, dopo San Pietro in Vaticano, Saint Paul a Londra, la cattedrale di Siviglia, il Duomo di Milano e il Duomo di Firenze. Le sue imponenti dimensioni (132 metri di lunghezza e 60 di larghezza, con un'altezza della volta di 44,27 metri, mentre sulla facciata tocca i 51 metri) ne fanno la quarta chiesa più grande d'Italia (la terza, se si esclude San Pietro, che dal 1929 fa parte del territorio dello Stato della Città del Vaticano). Con il suo volume di 258.000 m³, la basilica è la chiesa gotica costruita di mattoni più grande del mondo.Ha il titolo di basilica minore. Non è comunque la chiesa episcopale di Bologna, titolo che spetta alla vicina Cattedrale Metropolitana di San Pietro. All'altezza dell'undicesima cappella di destra si innalza il campanile di Giovanni da Brensa (1481-1495), alto 65 metri. Nella torre campanaria è installato un concerto di 4 campane risalente al XV secolo, di diversi anni e fonditori. La grossa, Mib3, e la mezzanella, Sib3, sono state fuse nel 1492 da Michele e Giovanni Garelli (Garèl) fonditori provenzali. La piccola, Do4, è stata fusa da Anchise Censori, bolognese nel 1578. Infine la mezzana, Lab3, è stata fusa nel 1584 da Antonio Censori (che ha voluto utilizzare la sagoma probabilmente di una campana di fattura medievale precedente a quella attuale), figlio di Anchise. Le campane sono suonate manualmente dalle associazioni campanarie cittadine, secondo l'antica tecnica tradizionale bolognese, nata nel campanile stesso alla fine del 1500. Una delle quattro campane (la mezzanella) è detta la scolara, perché scandiva l'inizio delle lezioni universitarie all'Archiginnasio. La grossa di nota nominale Mib3-1, pesa 1800 kg ca. ed ha un diametro di 138 cm. La mezzana di nota nominale Lab3+29, pesa 700 kg ca. ed ha un diametro di 98,1 cm. La mezzanella di nota nominale Sib3+24, pesa 500 kg ca. ed ha un diametro di 91,7 cm. La piccola di nota nominale Do4±0, pesa 350 kg ca. ed ha un diametro di 81,3 cm. Le 4 campane sono state accordate nel 1818 da Gaetano Brighenti. In cella è presente anche un piccolo sonello di nota nominale Mib5-44. In questo campanile inoltre, nella sala sottostante la cella campanaria, dal 1920 ha sede l'Unione Campanari Bolognesi.
*Analisi: La3 435 Hz; 1/100° di semitono ÷ 1/200° di tono*
Suonate:
-Doppio a trave: Un pezzo in quarto e un pezzo in organo con lo stricco
-Doppio a trave: Un pezzo in quarto con lo stricco (videofotografie)
25 Dicembre 2019, suonate in occasione del Santo Natale
Buona visione :-)
Giacomo (Bolocampanaro02):
Andrea Tescari:
Nicolò (CampanaroBolognese 2002):
Giorgio Chiletti:
Le Campane della Parrocchia di S.Maria Maggiore di Castel S.Pietro Terme (BO)
Castel S.Pietro Terme (BO) - Chiesa Arcipretale di S.Maria Maggiore
Il campanile della principale chiesa di Castel S.Pietro Terme, ridente comune situato lungo la via Emilia tra Bologna e Imola a circa 24 km dal capoluogo emiliano, ospita un ottimo concerto di 4 campane fuse da Giuseppe Brighenti nel 1828, montate alla bolognese e completamente manuali. Di seguito i dati:
Grossa
Nota: Fa#3; diametro: cm 102,7; fonditore: Giuseppe Brighenti; anno: 1828; peso: kg 688
Mezzana
Nota: Sol#3; diametro: cm 91,7; fonditore: Giuseppe Brighenti; anno: 1828; peso: kg 506
Mezzanella
Nota: La#3; diametro: cm 81,6; fonditore: Giuseppe Brighenti; anno: 1828; peso: kg 354
Piccola
Nota: Do#4; diametro: cm 69,1; fonditore: Giuseppe Brighenti; anno: 1828; peso: kg 217
Peso complessivo del concerto: kg 1765
Nel video, l'esecuzione di una suonata a Tirate Basse (12 della Provvidenza in Scala) eseguito la mattina di domenica 17 novembre 2019 in occasione del 16° Raduno dei Giovani Campanari annualmente organizzato dall'Unione Campanari Bolognesi e quest'anno ospitato da questo comune della provincia bolognese. Oltre che su questo campanile, in questa bella giornata di festa e condivisione, i campanari hanno potuto suonare anche sulle torri del Santuario del SS.Crocifisso e della chiesa sussidiale di S.Clelia Barbieri.
Parrocchia di Visso
Enrico Selleri visita la parrocchia di Visso (MC) e incontra il Parroco, Don Gilberto Spurio
La Parrocchia San Gaudenzo di Rimini
Simona Mulazzani visita la Parrocchia di San Gaudenzo di Rimini e incontra il Parroco Don Aldo Amati
Le campane di Castel S.Pietro Terme (BO) - Chiesa Arcipretale di S.Maria Maggiore
Castel S.Pietro Terme (BO) - Chiesa Arcipretale di S.Maria Maggiore
4 campane in Sol3 intonate in quarto maggiore:
Sol3 -21/100 = Giuseppe Brighenti, 1828
La3 -20/100 = Giuseppe Brighenti, 1828
Si3 -35/100 = Giuseppe Brighenti, 1828
Re4 -21/100 = Giuseppe Brighenti, 1828
La chiesa di Santa Maria Maggiore si trova nel centro storico di Castel San Pietro Terme, un comune collocato lungo la Via Emilia, a venti chilometri da Bologna e a quindici chilometri da Imola, lambito a sud-est dal torrente Sillaro che qui percorre un tratto pianeggiante dopo avere attraversato un segmento dell'Appennino toscano. Sorta su un'antica chiesa del 1200, è stata ricomposta e rialzata a metà del '700. All'interno ci sono diversi quadri di artisti bolognesi (Gandolfi, Cavedoni) e tante altre caratteristiche tipiche delle chiese del 1700. Lateralmente, la chiesa contiene una cappella dedicata alla Madonna del Rosario, con Immagine della Madonna circondata da 14 tavolette dipinte dei misteri del rosario. Sul campanile (risalente al 1364 e messo in sicurezza con un restauro della fine del '700 e inizio dell'800) vi è issato un doppio di 4 notevolissime campane fuse dal fonditore bolognese Giuseppe Brighenti I° nel 1828. Questi 4 bronzi, caratterizzati da un suono forte e squillante e da un perfetto accordo, sono montati su un castello in legno ben realizzato. In cella vi è inoltre collocato un piccolo sonello fuso da RInaldo Gandolfi di Bologna. La grossa di nota Sol3-21 è dedicata a Dio Uno e Trino e a S.Maria Assunta in Cielo, pesa 688,5 kg ed ha un diametro di 102,7 cm. La mezzana di nota La3-20 è dedicata alla B.V. del Rosario e ai Ss.Apostoli principi Pietro e Paolo, pesa 506 kg ed ha un diametro di 91,7 cm. La mezzanella di nota Si3-35 è dedicata a S.Giuseppe Sposo, pesa 354 kg ed ha un diametro di 81,6 cm. La piccola di nota Re4-21 è dedicata a S.Antonio Abate, pesa 217 kg ed ha un diametro di 69,1 cm.
Fonte dati delle campane: Campanili e Campane di Bologna e del Bolognese (a cura di Mario Fanti; Cassa di Risparmio in Bologna, 1992)
*Analisi: La3 435 Hz; 1/100° di semitono ÷ 1/200° di tono*
Suonate:
-Doppio e Tirabasse: scappata in quarto, 3 Fatte a Campanini e Mezze con l'organo prima, in mezzo e dopo, calata in quarto e 12 Martellate in scala
-Tirabasse: 14 di Sirano e 12 Modenesi tutte in scala
-Doppio e Tirabasse: scappata in quarto, 2 d'organo, 24 di S.Bartolomeo, calata in quarto e 12 Martellate tutto in scala (videofotografie)
17 Novrembre 2019, suonate in occasione dell'annuale Raduno dei Giovani Campanari organizzato dall'Unione Campanari Bolognesi
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Le campane di Trignano nel Frignano (MO)
Trignano nel Frignano (Fanano - MO) - Parrocchia di S.Pietro Apostolo e Martire
4 campane in Re4 intonate in quarto maggiore:
Re4 -7/100 = Fonderia Ing. De Poli di Vittorio Veneto (TV), 1952
Mi4 +20/100 = Serafino Golfieri di Bologna, 1820
Fa#4 +6/100 = Serafino Golfieri di Bologna, 1820
La4 +3/100 = Fonderia Ing. De Poli di Vittorio Veneto (TV), 1952
L’importanza di Trignano, dopo la fondazione del monastero di Fanano nel 750, risale all'antica ubicazione sul tracciato della “via nonantolana” tra Nonantola e la Toscana che, in questo tratto ai confini col bolognese, si appoggiava su postazioni fortificate come Rocca Corneta, Trignano e Serrazzone, attestate sulle prime alture della displuviale appenninica. Qui sorge la Chiesa parrocchiale di San Pietro Martire (documentata sin dal 1233 come S.Petri de Trignano, dipendente dalla Pieve di S. Silvestro di Fanano), isolata su un piano fiancheggiato dalla vecchia strada, che risale quasi in linea retta il versante sinistro della Dardagna, dove si allineano le vecchie case di Trignano. La chiesa presenta una fisionomia sei-settecentesca a navata unica, con due cappelle per lato corredate da dipinti, racchiusi in ancone lignee dello stesso periodo. La facciata presenta uno schema a capanna, con portale architravato al centro e rosone situato in posizione elevata, tra i quali si apre una coppia di finestroni ad arco; il cornicione è sottolineato da una teoria di arcatelle di stile neoromanico che però risultano solo dipinte, in modo ingenuo e grossolano, probabilmente a seguito dell’esempio instaurato dalla nuova facciata della pieve di Fanano, che costituì un modello per altre chiese come quella di Ospitale. Nella parte posteriore la chiesa è affiancata da un bel campanile di impronta tradizionale, tutto in pietra battuta, culminante in una slanciata guglia ottagonale. Nella cella campanaria è montato, su un bel castello ligneo di stile modenese, un piccolo quarto di campane: il doppio inizialmente era una fusione completa di Serafino Golfieri di Bologna del 1820, durante la 2° Guerra Mondiale però, vennero requisite la piccola e la grossa che vennero poi ripristinate dalla Fonderia Ing. De Poli di Vittorio Veneto (TV) nel 1952. La grossa di nota Re4-7, pesa 153,5 kg ca. ed ha un diametro di 64 cm. La mezzana di nota Mi4+20, pesa 120 kg ca. ed ha un diametro di 59 cm. La mezzanella di nota Fa#4+6, pesa 85 kg ed ha un diametro di 53 cm. La piccola di nota La4+3, pesa 37,5 kg ca. ed ha un diametro di 40 cm.
*Analisi: La3 435 Hz; 1/100° di semitono ÷ 1/200° di tono*
Suonate:
-Doppio: 6 Buttate in scala, scappata in quarto, 2 d'organo, 36 Montanare in scala, calata in Den-Dan e due buttate finali
-Doppio e Tirabasse: scappata in quarto, 3 Fatte a Campanini e Mezze con l'organo prima, in mezzo e dopo, calata in quarto e 12 Lisce in scala tutto di Mezzana
-Doppio e Tirabasse: 6 Buttate in scala, scappata in quarto, 3 Fatte a Campanini e Mezze con l'organo prima, in mezzo e dopo, calata in quarto e 12 Martellate in scala (videofotografie)
30 Dicembre 2019
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Giorgio Chiletti:
Le campane di Bologna - Basilica Collegiata di S.Petronio - Accademia di Arte Campanaria
Bologna - Piazza Maggiore - Basilica Collegiata di S.Petronio Vescovo
4 campane intonate in sesta:
Mib3 = Michel Garel, 1492
Lab3 = Antonio Censori, 1584
Sib3 = Jean Garel, 1492
Do4 = Anchise Censori, 1578
La basilica di San Petronio è la chiesa principale di Bologna: domina l'antistante piazza Maggiore e, nonostante sia ampiamente incompiuta, è la sesta chiesa più grande d'Europa, dopo San Pietro in Vaticano, Saint Paul a Londra, la cattedrale di Siviglia, il Duomo di Milano e il Duomo di Firenze. Le sue imponenti dimensioni (132 metri di lunghezza e 60 di larghezza, con un'altezza della volta di 44,27 metri, mentre sulla facciata tocca i 51 metri) ne fanno la quarta chiesa più grande d'Italia (la terza, se si esclude San Pietro, che dal 1929 fa parte del territorio dello Stato della Città del Vaticano). Con il suo volume di 258.000 m³, la basilica è la chiesa gotica costruita di mattoni più grande del mondo.Ha il titolo di basilica minore. Non è comunque la chiesa episcopale di Bologna, titolo che spetta alla vicina Cattedrale Metropolitana di San Pietro.
All'altezza dell'undicesima cappella di destra si innalza il campanile di Giovanni da Brensa (1481-1495), alto 65 metri. Nella torre campanaria è installato un concerto di 4 campane risalente al XV secolo, di diversi anni e fonditori. La grossa, Mib3, e la mezzanella, Sib3, sono state fuse nel 1492 da Michele e Giovanni Garelli (Garèl) fonditori provenzali. La piccola, Do4, è stata fusa da Anchise Censori, bolognese del 1578. Infine la mezzana, Lab3, è stata fusa nel 1584 da Antonio Censori, figlio di Anchise. Le campane sono suonate manualmente dalle associazioni campanarie cittadine, secondo l'antica tecnica tradizionale bolognese, nata nel campanile stesso alla fine del 1500. Una delle quattro campane (la mezzanella) è detta la scolara, perché scandiva l'inizio delle lezioni universitarie all'Archiginnasio.
Suonate:
-Scampanio: Martellata di Chiesa bolognese
-Doppio e Tirabasse: 3 Fatte a Mezze e 12 Lisce in scala
29 Gennaio 2017, suonate per un Accademia di Arte Campanaria organizzata dall'associazione Succede solo a Bologna con l'aiuto dell'Unione Campanari Bolognesi
Buona visione :-)
Giacomo (Bolocampanaro02):
Andrea Tescari:
Nicolò (CampanaroBolognese 2002):
CAMPOMORONE 2019 12 28
Campomorone (Gallaneto), 28 Dicembre 2019
Oggi sono stato invitato ad assistere all'esibizione di un campanaro DOC, Riccardo Frio, il suono delle campane Mazzola richiama i fedeli del borgo per la messa.