Sovana Chiesa di Santa Maria Maggiore
Sovana Chiesa di Santa Maria Maggiore
La chiesa, cui si accede da un portale aperto sul fianco destro, presenta caratteri di transizione tra Romanico e Gotico. L’interno è spartito in tre navate, con tozzi pilastri che sorreggono ampie arcate, la parte della navata destra ospita due affreschi dei primi decenni del cinquecento.
Il primo raffigura una crocifissione tra i santi Antonio e Lorenzo, di area Umbro – Laziale. Il secondo che ritrae una Madonna in trono con bambino tra le sante Barbara e Lucia, ( 1508 ) risulta piuttosto originale, oltre che per i colori vivaci e chiari delle figure, anche perché presenta nello stemma ( in basso lungo la decorazione della fascia ) l’immagine degli antichi strumenti dell’arte dei calzolai, cui apparteneva probabilmente il committente dell’opera
G.B. Pedersoli Oratorio di Sant'Elena sinfonia innanzi l'opera
VIOLINO I: Matteo Andreoli
VIOLINO II: Giulia Marcomini
VIOLA: Francesca Moreschi
VIOLONCELLO: Anna Ziliani
CONTRABBASSO: Federico Franchini
ARPE BAROCCHE: Junko Kubota, Martino Panizza, Marcela Mendez
VIRGINALE: Pietro Pasquini
DIRETTORE: Giacomo Gozzini
Registrazione Live del 20 luglio 2016
Chiesa di Santa Maria Maggiore in Chiari (BS)
Roma, Basilica di s Maria Maggiore, Te Deum e Benedizione Eucaristica manortiz
Piccola Accademia - interpretazione Almeno tu nell'universo
La Piccola Accademia, in concerto per i quarant'anni di attività presso Chiari, Chiesa di Santa Maria Maggiore, 11 Maggio 2019
***** Grado (2/2) GRADO VECCHIA: Basilica di S. Eufemia Battistero, Basilica di S. Maria d. Grazie
La basilica paleocristiana di Sant'Eufemia venne costruita su di una chiesa preesistente, la Basilichetta di Petrus, di cui si possono osservare alcuni resti all'interno dell'edificio. I lavori di costruzione iniziarono all'inizio del V secolo per interessamento del vescovo Niceta e vennero portati a termine nel 579 ad opera del vescovo Elia che dedicò la basilica a Santa Eufemia, martire di Calcedonia. Lo stile semplice, lineare e severo della costruzione viene esaltato dai mattoni chiari a vista che la ricoprono.
L'interno della chiesa è suddiviso in tre navate da due file di colonne, tutte diverse tra di loro. Notevoli sono i mosaici della pavimentazione, che per il prevalere dei motivi geometrici testimoniano l'influenza bizantina su Grado.
Una volta nella Basilica era conservata una stupenda cattedra vescovile in avorio molto probabilmente donata alla città da Alessandria d'Egitto per ordine di Eraclio II, e le cui tavolette eburnee, note come Avori di Grado, andarono disperse nel XV secolo; le poche rimaste sono oggi divise tra alcuni importanti musei, italiani e non.
Sul lato destro della chiesa si eleva il campanile, visibile a distanza, sormontato dall’anzolo, una statua in rame di San Michele Arcangelo che i veneziani donarono alla città nel 1462.
A sinistra, staccato dal corpo della chiesa, sorge il Battistero (V secolo), a pianta ottagonale, al cui interno è collocata una vasca battesimale esagonale. Davanti al Battistero, in un piccolo giardino, sono conservati alcuni sarcofagi romani risalenti al II e III secolo d.C.
A breve distanza dalla basilica, al limite meridionale del castrum romano, sono visibili tramite un sistema di passarelle i mosaici e i resti di muratura della più antica Basilica della Corte, la cui prima costruzione risale alla metà del IV secolo.
La Basilica paleocristiana di Santa Maria delle Grazie si affaccia sul campo dei Patriarichi, a pochi passi dal Battistero e dalla Basilica di Santa Eufemia. La prima edificazione risale alla metà del V secolo ed è oggi testimoniata dal pavimento musivo della navata destra e dell'abside, decorato con motivi geometrici. La chiesa è stata quindi riedificata, a un livello rialzato di circa un metro, alla fine del VI secolo dal Patriarca Elia.
La facciata in pietra e mattoni è ingentilita da una trifora. L'interno a tre navate ha un forte slancio verticale ed è diviso da due file di cinque colonne marmoree di provenienza diversa. Nella navata sinistra è custodita una statua lignea della Madonna delle Grazie.
Chiari (Bs) Ingresso del Prevosto Mons. Rosario Verzeletti 29-4-2001
Nel pomeriggio di domenica 29 aprile 2001 giunge a Chiari, per il suo ingresso nella Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita, Mons. Rosario Verzeletti. Accolto al confine est della città dal Sindaco prof. Bartolomeo Facchetti, il nuovo Prevosto si china a baciare la terra come abbraccio ideale a tutta la comunità clarense, quindi, accompagnato dal Primo cittadino e da don Gaetano Fontana, prosegue con corteo motorizzato verso il centro città percorrendo viale Mazzini. Al suo ingresso in piazza Martiri della Libertà riceve il saluto dell'assessore alla viabilità e delle autorità militari cittadine. Fra gli applausi della gente convenuta, accompagnato dalle Associazioni con labaro, scortato dai baldacchinisti e dai paggetti, s'incammina al palco per ricevere il saluto ufficiale. Facchetti, dopo aver presentato gli ex sindaci, gli assessori, i consiglieri comunali e tutte le altre autorità cittadine porge l'indirizzo di saluto a Monsignor Prevosto che poi si reca a rendere omaggio al Monumento dei Caduti dopo aver ricevuto gli onori delle Associazioni d'Arma. Il corteo riprende in direzione della circonvallazione interna dove, ad ogni ingresso in territorio di quadra, i presidenti delle quattro Quadre (Villatico, Marengo, Cotezzano, Zeveto) omaggiano il nuovo Prevosto accolto poi nella chiesa di Santa Maria Maggiore dai Confratelli del S.S. Sacramento che hanno l'antica sede nella attigua chiesa di Santa Maria Minore. Dopo un momento di preghiera e rivestito dei paramenti sacri Monsignore procede in processione verso il Duomo preceduto dai numerosi sacerdoti convenuti. In piazza la Banda Musicale esegue l'inno eucaristico di Chiari “O Cristo dei secoli” mentre, al momento dell'entrata del corteo nella Collegiata Insigne dei Santi Faustino e Giovita , i Cori S.Agape e Polifonico intonano l'inno a quei santi martiri. Ai piedi dell' altare gli si fa incontro il Vescovo ausiliare di Brescia e Vicario Generale S. E. mons. Mario Vigilio Olmi che presiede la prima parte della S. Messa. La celebrazione liturgica prosegue con i riti di immissione del nuovo Prevosto nella Parrocchia cui fa seguito il saluto di un rappresentante del Consiglio Pastorale. Prima della fine della S.Messa, la Comunità Parrocchiale dona un quadro raffigurante i Patroni dipinto dal clarense prof. Giovanni Repossi che lo illustra. l'Amministrazione Comunale a mezzo del Vice sindaco Elena Mazzotti dona al Prevosto una “pax osculanti”; segue l'intervento di un rappresentante della comunità di Vobarno che è presente con la sindachessa e di don Dorofatti compagno di ordinazione di Mons. Rosario, Infine il novello Pastore imparte la sua prima benedizione alla comunità di Chiari. All'uscita dalla Basilica Faustiniana Monsignore riceve l'omaggio degli sbandieratori della Quadra di Zeveto e si incammina poi verso l'oratorio Centro Giovanile 2000 per un momento conviviale. Successivamente il poeta locale maestro Achille Platto recita in dialetto un brano della sua opera “al Bibbiù”. La serata si conclude con la visita alla Villa Mazzotti nel cui parco, in onore di Monsignor Prevosto, l'associazione Le Botteghe di Chiari ha organizzato uno spettacolo di fuochi d'artificio.
Torino Chiesa Santuario Sacro Cuore di Maria Messa cantata prefestiva
Chiesa del Sacro Cuore di Maria
Messa cantata prefestiva
La chiesa, costruita su progetto dell'architetto
Carlo Ceppi, fu distrutta durante
il bombardamento del 28 novembre 1942
e ricostruita negli anni Cinquanta del Novecento.
Restauro del Teatro Ristori di Verona
Una delle scommesse più grandi dello Studio Daniela Campagnola è stata quella di riuscire a fare di un gruppo di collaboratori preparati una squadra affiatata e capace di entusiasmo e dedizione. Perché è così, con entusiasmo e dedizione, che tutto cominciò. Attenta a non lasciarsi sfuggire le rare possibilità degli anni successivi al diploma, Daniela Campagnola partecipa al concorso decisivo della sua vita e nel 1983, dopo vari stages formativi tra il Friuli Venezia Giulia e l'Emilia Romagna, fonda a Verona uno studio proprio che, nel giro di dieci anni, cresce e si afferma dentro e fuori i confini cittadini. Di pari passo le esperienze si fanno sempre più interessanti: lo studio è chiamato a restaurare opere prestigiose fra le quali i tempietti del parco di Villa Pallavicini, a Genova, e la chiesa dei Santissimi Martiri, a Torino. Oggi, nel laboratorio sul Lungadige Galtarossa, tra il fiume e la ferrovia, due elementi simbolo del fluire del tempo, dalle pieghe del tempo escono, rinati, dipinti su tela e tavola, sculture lignee dorate e policrome, e preziose cornici antiche. Mentre fuori, nei diversi cantieri all'opera, tornano a respirare chiese ed edifici di grande importanza storica e artistica. Lo Studio Daniela Campagnola si occupa anche di opere monumentali, delle quali cura ogni cosa: dall'affresco al bassorilievo, dalle sculture alle mura. Per tutti questi interventi vige la stessa filosofia di conservare e valorizzare ciò che è rimasto, il che significa inoltre rendere chiari i segni di ciò che non c'è più, si tratta insomma di ripristinare non tanto l'effettivo aspetto originario, quanto l'armonia che esso esprimeva. Mirabile esempio non solo delle capacità di Daniela Campagnola e della sua équipe ma anche della filosofia conservativa dello studio, è stato il complesso intervento di restauro degli affreschi della scuola di Giotto della basilica di Santa Chiara ad Assisi, gravemente danneggiata dal terremoto del 1997.
L'inevitabile traguardo di questo percorso professionale è la possibilità di fornire un servizio peritale esaustivo, utile per il privato, per il committente ecclesiastico e per il mercante d'arte, con la valutazione economica e la carta d'identità dell'opera d'arte, comprensiva delle indicazioni materiali e culturali che la riguardano.
L'altra grande scommessa dello Studio Daniela Campagnola, è stata quella della versatilità. Una competenza ed una sensibilità maturate fra studi sempre più specialistici e varie e significative esperienze in tutta Italia, un utilizzo sapiente della più moderna tecnologia, rendono oggi lo Studio Campagnola una realtà in grado di affrontare qualsiasi intervento col massimo grado di affidabilità.
Tolta ogni falsità, le opere dopo il restauro sembrano come purificate, ordinate e, soprattutto, quello che vediamo è quanto di più vicino si possa avere all'opera voluta dagli antichi autori.
Per lo Studio Daniela Campagnola, infatti, è la storia che va salvaguardata, la storia che, volenti o nolenti, è entrata nel mondo dell'opera d'arte.
Infatti restaurare non è rendere piacevole, tanto meno, lo abbiamo visto, ripristinare l'aspetto originario. Non si tratta di cancellare il tempo: passato e presente devono coesistere.
Ma solo uno studio veramente capace riesce anche a far sì che passato e presente si valorizzino a vicenda, rendendo lo scorrere del tempo una ricchezza aggiuntiva dell'opera.
Ed è con questo nobile scopo che Daniela Campagnola guarda avanti.
Attorno a Tiziano: Agnese Chiari sulla storia della Scuola Grande di San Rocco
Secondo capitolo a Mestre per la rassegna Corto Circuito. Dialogo tra i secoli. Al Centro Candiani Attorno a Tiziano. L’annuncio e la luce verso il Contemporaneo. Garofalo, Canova, Fontana, Flavin porterà in mostra fino al 2 luglio 2017 capolavori di tutti i tempi, in dialogo tra antico e contemporaneo, attorno al grande tema dell'Annunciazione (tutte le info qui: visitmuve.it/cortocircuito).
L’ incontro tra l'Angelo e la Vergine, la chiamata che ha cambiato per sempre la storia della spiritualità, ha mosso la mano di grandi artisti di tutti i tempi ed è intimamente collegato alla stessa origine di Venezia, tradizionalmente fondata il 25 marzo, il giorno dell'Annunciazione.
In questo video Maria Agnese Chiari Moretto Wiel (Scuola Grande di San Rocco in Venezia) ripercorre brevemente le vicende legate alla Scuola Grande di San Rocco. Buona visione!
BRESCIA - chiesa dell'Ospedale di Sant'ORSOLA
La chiesa di Sant'Orsola è una chiesa di Brescia, situata lungo via Moretto, fra la chiesa di Santa Croce e l'intersezione con via Gramsci. Costruita all'inizio del Seicento dalle Orsoline con l'obiettivo di espandere la propria comunità religiosa cittadina, dopo la soppressione del 1797 fu recuperato dai frati del Fatebenefratelli che insediarono un grande ospedale nel convento annesso, ancora oggi attivo. La chiesa rappresenta oggi la cappella del centro sanitario, ma la messa serale giornaliera è sempre aperta al pubblico. Contiene varie opere pittoriche e scultoree di VITTORIO TRAININI e una tela il “Martirio di Sant’Orsola” di GIOVANNI BATTISTA PITTONI.
All'interno, la chiesa si sviluppa su navata unica coperta da volta a botte. Le pareti sono decorate da arcate incorniciate da lesene di ordine corinzio che accolgono le due cappelle laterali, poste a metà dell'aula.
Le spoliazioni operate all'inizio dell'Ottocento hanno portato alla dispersione delle varie opere d'arte che la chiesa doveva evidentemente contenere. La letteratura artistica antica segnala infatti la presenza di diverse opere tra cui una Sant'Orsola e le Vergini di BERNARDINO GANDINO, figlio del più noto Antonio Gandino, una Santa Caterina con il Bambino Gesù di OTTAVIO AMIGONI e uno stendardo con lo Sposalizio mistico di Santa Caterina e Sant'Orsola di PIETRO MARONE. Le opere oggi custodite, pertanto, sono in larga parte di produzione ottocentesca e novecentesca, posizionate dai frati del Fatebenefratelli.
In controfacciata risalta la tribuna dell'organo, sostituito nel 1933 da uno strumento di ARMANDO MACARINELLI sia per ragioni di vetustà del precedente, sia per un incendio che ne aveva danneggiato la cassa. I riquadri che adornano la balaustra lignea decorata a finto marmo recano vari strumenti musicali intagliati a bassorilievo e dorati. Lateralmente si aprono le vetrate ideate da Vittorio Trainini rappresentanti due grandi angeli, mentre nel finestrone sommitale è raffigurata la Madonna con Bambino e i santi Raffaele e Giovanni di Dio. Sempre al Trainini è attribuito il simbolico Pellicano dipinto a monocromo al centro della volta e i decori sul fregio sulla trabeazione, dove putti e angioletti si alternano ad anfore e motivi floreali.
La cappella a destra, rinnovata dopo il 1861, è dedicata a san Giovanni di Dio, vissuto nel Cinquecento e fondatore dell'ordine dei Fatebenefratelli. L'ancona lignea dorata, con alla base angeli reggi fiaccola, è opera della bottega dei POISA. La pala, dipinta nel 1989 da GABRIELE SALERI, raffigura San Giovanni di Dio mentre assiste gli abbandonati e i moribondi. Verso la pala centrale convergono le due figure ad affresco, collocate sulla parete, di San Raffaele arcangelo a sinistra e di San Giovanni Evangelista a destra, realizzate sempre dal TRAININI nel 1930.
Il presbiterio ha sviluppo ampio con soffitto coperto da una cupola emisferica sul cui fondo, dorato dalla ditta Poisa e inciso da fitto intreccio di ovati con volti angelici, nel 1950 il TRAININI ha rappresentato i Sette doni dello Spirito Santo, oltre alle Virtù nei tre lunettoni di imposta, ai simboli degli evangelisti nei pennacchi e alle architetture monocrome contornanti le bifore nelle pareti laterali, testimonianza dell'antico matroneo del convento. Sull'altare maggiore risalta la pala con il Martirio di Sant'Orsola, dai colori chiari e luminosi, realizzata nel 1748 da GIOVANNI BATTISTA PITTONI. Il pittore raffigura con grande vivacità la scena del martirio della santa, con quest'ultima attorniata dalle compagne sulla riva del mare mentre sta per cadere a terra colpita da una freccia.
Nella cappella di sinistra è collocata l'immagine della Madonna del Buon Consiglio, molto venerata dai Fatebenefratelli. La cornice lignea che contiene la pala viene realizzata nel 1950 dai Poisa su disegno del TRAININI. Nella chiesa sono esposte altre quattro opere di Gabriele Saleri, raffiguranti religiosi dell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio e appese sugli architravi al centro di ogni intercolumnio tra le lesene perimetrali: la prima a sinistra rappresenta Sant'Eustachio Kugler, l'opposta il Beato Benedetto Menni, la seconda a destra è San Giovanni il Grande e la seconda a sinistra San Riccardo Pampuri.
Santo Spirito – Interno – Firenze – Audioguida – MyWoWo Travel App
Rispetto all’esterno semplice e lineare, l’interno di Santo Spirito ti emoziona per la sua complessità, in cui gli elementi architettonici sembrano acquistare un ritmo quasi musicale. La pianta è basilicale, cioè a forma di croce, divisa in tre navate da trentuno meravigliose colonne tutte d’un pezzo, che girano anche intorno all’altare, come un fiume di pietra che trascina irresistibilmente il tuo sguardo.
Anche se la chiesa è molto vasta, quasi cento metri di lunghezza, l’eleganza delle proporzioni definite da Brunelleschi ti trasmette un grande senso di armonia. Come già in Santa Croce, qui ritrovi l’elegantissima alternanza tra gli intonaci chiari e gli elementi architettonici in pietra grigia. Passeggiando lungo le pareti laterali, noterai che gli altari sono inseriti in aggraziate nicchie incurvate.
L’interno ti appare anche molto luminoso, per merito delle ampie finestre ad arco e degli archi che sono particolarmente snelli: sopra i capitelli delle colonne, infatti, Brunelleschi inserisce un elemento a dado, che dà ulteriore slancio alle arcate. La grande vetrata della finestra circolare nella facciata è su disegno di Pietro Perugino.
Se ti rivolgi verso l’altare maggiore, ti accorgerai che non è ben intonato al contesto. Eppure è un’opera notevole di intarsio di marmi colorati, col suo grande baldacchino traforato, realizzato verso la fine del ’500 in forme che anticipano il barocco...
Visita la pagina di MyWoWo dedicata a questa meraviglia:
...e scarica gratis la Travel App di MyWoWo, potrai ascoltare audioguide che descrivono le più bella città del mondo e scoprirne le meraviglie.
Google Play (Android):
iTune (Apple):
MyWoWo è disponibile in 7 lingue!
Lamezia, chiude la struttura per ragazzi speciali
Dopo impianti sportivi e teatri chiude anche una struttura che ospitava ragazzi speciali.
San Gallo -Botticino -Brescia ex Monastero della Trinità
La Trinità era un punto di riferimento durante il periodo della presenza bonificatrice dei frati benedettini. I piccoli centri, le località, e i monasteri (solo per citarne alcuni) portano il nome dei santi da loro venerati: S. Gallo, S. Eustachio, S. Faustino, S. Vito, tutti legati alla cultura Benedettina.
I Benedettini entrano massicciamente nel territorio Bresciano nel 598 circa.
Concerto di Ritmi Briganti Tradizioni e Riti Popolari a Fondi 15 gennaio 2017
Domenica 15 Gennaio 2017, a Fondi, nella sala grande Palazzo Caetani, si è tenuto il concerto: “Tradizioni e riti popolari” con il complesso Ritmi Briganti.
La serata, organizzata dall'Associazione Pro Loco Fondi, in collaborazione con l’Associazione Culturale San Marco, rientra nel Premio “Persona dell’Anno 2016 promosso dalla Pro Loco Fondi, riservato alle persone che si sono distinte negli ultimi 12 mesi dell’anno appena concluso, in qualsiasi campo e ambito, per dare lustro alla città di Fondi ed il suo comprensorio.
Il programma è un progetto sviluppato da Ritmi Briganti che affronta un repertorio tradizionale variegato e in gran parte inedito, prevalentemente sacro o con forti riferimenti ai riti e alle credenze popolari, alle usanze nella vita campestre e alle tradizioni del periodo natalizio.
In particolare il programma conteneva due canti dedicati alle questue di capodanno raccolti rispettivamente a Minturno e Spigno Saturnia (© 2016 Ritmi Briganti, da una ricerca etnomusicologica curata da Arcangelo Di Micco), due Novene di Natale della tradizione Campana raccolte da Roberto De Simone, due canti Alfonsiani e le preghiere, in particolare Madonna delle Grazie, un antico canto popolare eseguito durante la deposizione delle tammorre alla Madonna delle Galline al Santuario di Pagani e Ave Donna Santissima dal Laudario di Cortona (XIII sec.).
Eseguito inoltre il Canto dei mietitori, una rappresentazione della tradizione popolare minturnese con forti richiami alla devozione e alla religiosità descritti attraverso la separazione delle messi dalla zizzania e mediante i chiari riferimenti alla liberazione dal peccato attraverso il lavoro nei campi.
Ad esibirsi Ritmi Briganti, una formazione che si è specializzata nella ricerca e nell'esecuzione di composizioni tradizionali e che ha avuto numerosi successi nel 2016 esibendosi in Italia e all'estero in diversi festival internazionali legati alla tradizione popolare. Le esecuzioni, come l'approccio alla musica popolare, sono strettamente legate a una concezione tipica della musica colta, imperniate fondamentalmente sulla ricerca musicologica e sull'analisi del repertorio, ponendo particolare attenzione alla prassi strumentale e filologica, curando la ricostruzione delle parti, l'attenzione per la vocalità stilistica e tecnica, la metodologia nello studio d'insieme.
La voce, Silvia Nardelli, dopo gli studi di pianoforte si diploma in Canto Lirico e successivamente in Musica Jazz (vecchio ordinamento) al Conservatorio Statale di Musica di Campobasso. Ha al suo attivo numerose tournee nel mondo con esperienze operistiche e nell'ultimo decennio in ambito jazzistico e popolare.
La direzione artistica è stata di Arcangelo Di Micco, pianista e compositore con esperienza internazionale nell'ambito concertistico sia da solista che in formazioni cameristiche, autore di testi sulla composizione musicale con particolare riferimento ai nuovi linguaggi e nuove tecnologie, già docente di discipline musicali presso diverse Università e Conservatori di Musica.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Castelsardo ~ 26 Giugno 2016 | Viaggiare in Sardegna
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie è un interessante edificio risalente al periodo medioevale, edificato nella sommità dell'antico borgo medioevale di Castelsardo a pochi passi dal castello dei Doria.
La chiesa è particolare in quanto non ha una facciata principale, l'ingresso è situato al lato ed è composto da tre grandi arcate in pietra trachitica e calcarea, che si affacciano alla piccola piazzetta della Misericordia.
L'affascinante interno in pietra calcarea presenta un'unica navata con un altare maggiore neoclassico ( dove si può ammirare il Cristo in una teca ) situato nell'abside composto da 4 colonne scure e capitelli chiari finemente lavorati.
Nel lato destro dell'abside possiamo ammirare il famoso Cristu Nieddu, un antico grande crocefisso del 1300 in legno di ginepro ( diventato nero col passare del tempo ) tra i più antichi della Sardegna.
Secondo la credenza popolare é un legno miracoloso: esso veniva portato in processione tutte le volte che Castelsardo era colpita da una calamità naturale.
La chiesa nel 1500 è stata Cattedrale per poi diventare sede dell'Oratorio della Confraternita di Santa Croce, custode dell'antiche tradizioni religiose castellanesi.
Proprio in questa antica chiesa, dinanzi all'altare del Cristo Nero, inizia e finisce festa dei Lunissanti ; si celebra una messa seguita da una processione per le vie del borgo, tipica nel periodo pasquale nella Settimana Santa.
ISCRIVITI ➜
FACEBOOK ➜
INSTAGRAM ➜
TWITTER ➜
MAPPA VIDEO ➜
BLOG SARDEGNA ➜
SUPPORTACI ➜
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
#castelsardo #sardegna #thesilentube83
???? Track Info:
––––––––––––––––––––––––––––––
Angelic Forest by Doug Maxwell
Media Right Productions from YouTube Audio Library ·
––––––––––––––––––––––––––––––
PAPA FRANCESCO - FIDANZATO E TIFOSO DEL CALCIO
Primo giorno di pontificato per Papa Francesco che saluta uscendo dalla Basilica di Santa Maria Maggiore. Vi raccontiamo alcune curiosità sul nuovo pontefice.
Chiesa eremo di San Donato - Ronchena di Lentiai - Belluno
Chiesa eremo di San Donato - Una perla di spiritualità
Paola Brunello
L’oratorio di San Donato si trova a 380 metri di altitudine sopra l’abitato di Ronchena, in comune e parrocchia di Lentiai, in diocesi di Vittorio Veneto e in provincia di Belluno.
Lo stato attuale del complesso di San Donato si deve ad una serie di importanti interventi di recupero e di restauro ultimati nel 2011.
Anche se molto antico, forse di età longobarda, la prima attestazione documentale dell’oratorio di San Donato è riferita al 1529.
Il Santo cui è dedicato l’oratorio-eremo è San Donato, vescovo e martire di Arezzo, festeggiato il 7 agosto. Il suo culto si radicò tra i Longobardi.
Un edificio semplice di aspetto quattrocentesco, con tetto a capanna e campaniletto a vela e ad unica navata. L’intonaco più antico risale al XV secolo ed è presente nella parete del presbiterio con la raffigurazione di una teoria di santi e nell’aula dove sono state riportate alla luce le croci della consacrazione.
Del XVII secolo i due affreschi a destra dell’altare e sulla parete sud-est con la raffigurazione di due santi.
Percorriamo la teoria dei santi.
La prima figura a sinistra rappresenta San Vittore. La spada e la palma sono due simboli chiari del martirio di questo miles Christi.
Alla sua sinistra Sant’Antonio Abate, eremita, patriarca del monachesimo, uomo di preghiera, lottatore contro i demoni, guaritore degli infermi, direttore di anime.
Madonna in trono con il bambino. La Madonna è seduta in una sede forse marmorea e dalle linee essenziali. Porta manto e veste eleganti con linee morbide. Tiene in braccio Gesù. L’aureola del bambino è crucifera, indossa ai fianchi un perizoma e porta al collo una collana simboli di passione.
San Donato è raffigurato come vescovo in abiti pontificali.
San Pietro è un uomo di mezza età o anziano, dai lineamenti marcati e popolani. Tiene con la mano sinistra il libro e con la destra due chiavi.
Nel presbiterio due affreschi del XVII secolo.
L’affresco sulla parete di fondo potrebbe far pensare a San Bernardo di Chiaravalle. Questa ipotesi di lettura trova una diversa interpretazione collegata alla presenza in loco degli eremiti dell’Ordine di Sant’Agostino, in particolare dell’eremita Pietro da Valdobbiadene, in cui si trova l’eremo di Sant’Alberto Carmelitano o degli Abati. Nell’iconografia Sant’Alberto degli Abati appare spesso con un rametto di giglio in mano e con un libro nell’altra, con abito scuro e manto bianco. Confrontando quindi queste rappresentazioni con il Santo raffigurato nella parete di fondo della chiesa di San Donato, appaiono evidenti gli aspetti comuni. Non si tratterebbe quindi di San Bernardo, ma probabilmente di Sant’Alberto degli Abati.
Nella parete destra, un altro santo raffigurato in piedi; indossa una veste nera e nella mano sinistra sorregge un libro chiuso. E’ stato identificato come Sant’Antonio da Padova, però appare strana l’assenza dei maggiori attributi di riferimento a questo Santo. La presenza degli eremiti dell’Ordine degli Agostiniani porta a supporre che l’affresco potrebbe riferirsi a Sant’Agostino rappresentato talvolta come semplice monaco agostiniano con saio nero e cintura.
In controfacciata è evidente lo stemma con ogni probabilità del Vescovo di Ceneda Marcantonio Agazzi (1692-1710).
Una scritta in tonalità del rosso con caratteri facilmente leggibili: “MVNDA”, imperativo del verbo latino mundare, che significa purificarsi.
L’altare maggiore, XVII-XVIII secolo, in legno scolpito, dipinto, dorato, di autore anonimo. La cornice racchiude una tela di modesta levatura e risalente alla fine del XVII secolo che raffigura la Madonna con il Bambino in trono e i Santi Donato e Bartolomeo.
Nella parete destra la copia della tela di Luigi Cima, realizzata dal pittore locale Toni Piccolotto nel 1961, raffigurante la Madonna di Caravaggio.
L' eremo vero e proprio è formato da due piani collegati da una scala interna.
Dalla fine del XVII secolo alla metà del XVIII secolo è attestata la presenza degli eremiti. Per un lungo periodo furono eremiti dell’Ordine di Sant’Agostino e in seguito del Terz’Ordine Francescano. Gli eremiti presso l’eremo furono al massimo in tre contemporaneamente e un eremita visse qui per ben 37 anni di cui 22 in solitudine. E’ anche evidente dai documenti la loro partecipazione alla vita della parrocchia di Lentiai in diversi servizi e celebrazioni. Di fondata certezza il loro legame con l’ordine degli agostiniani di Feltre del monastero di Ognissanti a sua volta molto legato con la famiglia dei Conti di Cesana e il territorio di loro pertinenza.
Paola Brunello
Mel, 18 marzo 2018
Queste notizie sono tratte da “Chiesa ed Eremo di San Donato. Una perla di spiritualità” di Brunello Paola – tesi per il conseguimento del diploma superiore di Operatore del Turismo Religioso – Bienno Sperimentale Diocesi di Belluno-Feltre e di Vittorio Veneto - 8 maggio 2017
Alcune immagini sono di Dario Tonet
Mirandola (MO) - Recupero quadri dalla Chiesa del Gesù (03.08.12)
- Mirandola (MO) - Recupero quadri dalla Chiesa del Gesù (03.08.12)
Concerto di Campane del Maestro Cesarino Bianchi 1986.
Parrocchia di Campeggio (Monghidoro BO Italy) festa del campanile agosto 1986. Il Maestro campanari, Cesarino Bianchi e Presidente (all'epoca) dell'Unione Campanari Bolognesi, in un concerto con le campane. Riprese di Gilberto Tedeschi.
ALBA FESTIVA
Che hanno le campane,
che squillano vicine,
che ronzano lontane?
E’ un inno senza fine,
or d’oro ora d’argento,
nell’ombre mattutine.
Con un dondolio lento,
implori, o voce d’oro,
nel cielo sonnolento.
Tra il cantico sonoro
il tuo tintinno squilla,
voce argentina. Adoro,
adoro – Dilla, dilla,
la nota d’oro. L’onda
pende dal ciel, tranquilla
ma voce più profonda
sotto l’amor rimbomba,
par che al desio risponda:
la voce della tomba.
G. Pascoli
COLORE AL MONDO PREGA E CANTA I PRIMI VESPRI DELLA SOLENNITà DEL CORPUS DOMINI
PRIMI VESPRI TRATTI DALLA LITURGIA DELLE ORE CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA. GUIDA: FRATEL GIOVANNI PAOLO MARIA CONSACRATO LAICO MONFORTANO AIUTO E RISPOSTE IN COLLEGAMENTO SKYPE DA GROSSETO (TOSCANA) CRISTINA GABRIELLI E SOCI DI COLORE AL MONDO NO PROFIT.
NELLA PARTE FINALE LA PREGHIERA è STATA INTERROTTA PER DIVERSI MINUTI A CAUSA DI UBRIACONI CHE HANNO INTERROTTO LA PREGHIERA CON GRIDA E BESTEMMIE NONOSTANTE LE DOVUTE CHIAMATE ALLE FORZE DELL'ORDINE E AL SINDACO STESSO PER IL CONTINUO ESERCIZIO PUBBLICO APERTO TUTTI I GIORNI PER PIU DI 12 ORE MA NON SI HANNO MAI RISPOSTE ADEGUATE A SANREMO EVIDENTEMENTE VIGE ANARCHIA E QUALCHE COSA DI ALTRO CHE PROTEGGE GLI UBRIACONI E NON TUTELA I CATTOLICI CHE PREGANO RISPETTANDO TUTTI E TUTTO. IL SINDACO NON HA MAI RISPOSTO A NESSUN SOLLECITO è UNA VERA VERGOGNA MA SAPPIAMO QUANTO L'ITALIA SIA OGGI IN MANO AI POTENTI ...... NOI PERò CONFIDIAMO NEL SIGNORE E ANDIAMO AVANTI.